Restauro carena Rodriquez; Canav Rudy Sarafen III – Santamaria (2a puntata)
Nella prima parte dell’articolo dedicato al restauro del Rudy ex Santamaria, visibile su questo blog, (Restauro del Rudy Canav Santamaria 1a puntata) abbiamo descritto e mostrato attraverso le foto pubblicate, il restauro del ponte completo, la demolizione del vecchio, la ricostruzione delle parti marce e l’istallazione del nuovo ponte. Inoltre sono stati sostituiti integralmente l’impianto elettrico e ricondizionati gli interni della cabina di prua e della cabina principale, con sostituzione della tappezzeria e del paiolato.
Ma proseguiamo per gradi nel commentare le foto che già descrivono da sole quello che è stato fatto ed aggiungiamo solo qualche nota.
Bello il colore del tek naturale trattato con olio di jojobà. Una nota in merito vorrei aggiungerla riguardo al tek. Girando tra le banchine dei porti sento spesso dire delle assurdità circa le coperte in tek, tra cui la più frequente è questa: il ponte della mia barca lo mantengo naturale senza passarci nulla sopra e poi lo bagno tutti i giorni con l’acqua dolce… quando sento queste cose il mio sangue ribolle e dico me stesso: eccolo qua… la ripetizione delle stupidaggini che si sentono in banchina dette… A tale proposito voglio dire che l’armatore di questa barca, accompagnato dal titolare del Cantiere, hanno saputo scegliere un ottimo tek, sia per qualità che per il suo colore, come si vede nelle foto.
Inoltre nel caso specifico, dopo essere stato posto in opera, a lavori finiti è stato trattato con più mani di olio jojobà di ottima qualità che, oltre ad evidenziare il vero colore del tek, viene opportunamente difeso dagli agenti atmosferici e reso grasso per fare in modo che a contatto con l’acqua essa ci scivoli sopra, senza assorbirla.
Il tek non va mai lavato, quando possibile, con l’acqua dolce che è corrosiva e tende ad alterare le caratteristiche del tek, a differenza dell’acqua piovana che generalmente è poco acida e meno nociva.
Quindi è buona abitudine proteggere adeguatamente le coperte in tek.
Chi invece è convinto di tenere le coperte in tek secche e senza alimentare le fibre del legno con l’opportuno olio che ne prolunga notevolmente la vita, lo bagnasse pure con acqua dolce e nel giro di qualche anno capirà a spese sue…
Notare la cura con cui è stato realizzato il ponte di prua completo di passo d’uomo rifatto meglio di come era all’origine.
Bella la scelta del paiolato in mogano alternato con listelli di acero bianco, dall’aspetto molto caldo ed elegante.
Una nota allo specchio di poppa ripristinato a legno vivo. Tale operazione è stata eseguita con notevole impegno, visto che precedentemente era pitturata in bianco. Una volta portato tutto a legno vivo si è dovuto procedere all’eliminazione delle immancabili macchie scure dovute alla concentrazione di punti di umidità. Tali macchie si possono trattare con acqua ossigenata schiarisce il legno. Dopo questo trattamento e la successiva carteggiatura, il legno deve apparire omogeneo mostrando il suo colore naturale.
Nel caso ci sia bisogno, si può ravvivare ed uniformare con una mano molto tirata di impregnante protettivo, nel caso specifico mogano di ottima qualità, la parte che desideriamo poi pitturare con vernice trasparente e lucida. L’impregnante deve essere passato tutto in un tempo, con pennello intinto poco nel prodotto, assicurandosi che il legno lo beva bene e pigiando bene su di esso.
Quindi, a colore uniformato si procede con sette otto mani di vernice lucida.Ve ne sono alcune in commercio che non richiedono carteggiatura tra una mano e l’altra, a condizione che la successiva sia data nelle 24 dalla precedente, prima che la vernice cristallizzi rendendo necessario una lieve carteggiatura con carta grana 400 ed acqua.
Bello il posto di comando in plancia. Un lavoro di ore ed ore, in cui tutta la plancia è stata, rimossa, sverniciata, schiarita, trattata con sette mani di vernice di ottima qualità.
Una nota di plauso per il bellissimo vano di poppa che è stato ristrutturato con vera maestria e pitturato con il colore originale previsto a suo tempo dal cantiere costruttore. E’ stato un lavoro ed eseguito con cura ed in cui si nota un ordine quasi maniacale, di grande effetto visivo, soprattutto per una corretta durata e cura dell’ambiente.
Emozionante come sempre il momento del varo.
I motori sono stati sbarcati e parzialmente revisionati dall’officina autorizzata GM Detroit di Corrado Molea, Agnano – Napoli, eseguendo un lavoro impeccabile e curato nei minimi particolari. Mentre per il rifacimento degli assi, i relativi astucci, le tenute idrauliche degli stessi, le prese a mare, con tutto quello che è intorno ai motori, è stato eseguito dalla Tecnomare di Salerno. Inoltre gli scambiatori di calore sono stati parzialmente ricostruiti con ottima dall’officina di Candido Gioia di Pontecagnano (Salerno). Un bravo anche a questi artigiani che hanno saputo lavorare con professionalità e meticolosa precisione. Sono queste le professionalità necessarie per la realizzazione di restauri a regola d’arte in cui passione, umiltà, serietà ed alte capacità tecniche devono primeggiare.
I nostri auguri sinceri all’armatore e le più vive congratulazioni al titolare del cantiere “Union Mare” per tutto quanto è stato realizzato e sappiamo che questo cantiere ha già programmato altri importanti restauri, tra cui quello del Settimo Velo Isabella III, che da pochi giorni ha un nuovo armatore e di cui vi documenteremo in seguito.
Un altro lavoro in programma è il refitting di un magnifico Delta Levi 38, oltre ad alcuni lavori di ripristino del Sarima Agathos che da qualche mese ha un nuovo appassionatissimo armatore siciliano.
E’ incoraggiante constatare l’ esistenza di valide professionalità per eseguire restauri di carene Levi e barche d’epoca serie” di tutto rispetto. Una realtà che era necessaria nel centro sud Italia che con i vari cantieri Canav, Delta, Italcraft, Partenocraft, Roar, Zarcos ecc.. vanta ancora una presenza apprezzabile di barche d’epoca progettate dall’ing. Renato “Sonny” Levi, dall’arch. Franco Harrauer, da GB Frare.
Per le carene Levi si possono apprezzare unità che hanno ottenuto in gara primati mondiali storici e mi riferisco chiaramente alla A’ Speranziella, Arcidiavolo II ed ancora, la spettacolare “Ultima Dea” di Gianni Agnelli giunta terza all’edizione 1963 e poi ritirata dall stesso Agnelli per un banale salto di boa, nella gara offshore internazionale più importante del mondo, la Cowes – Torquay – Cowes che si svolgeva in Inghilterra nel canale della Manica con partenza appunto da Cowes e poi ancora dei capolavori nati dalla matita di Levi come il G 50, Barbarina, Corsara, Alto Volante, le Speranzelle II Serie cabin Cruiser, al secolo Fujiyama e Sicc Sicc, Partenocraft Hydrosonic Special, Surfury ecc.. ed ancora tutti i modelli Squalo progettati da Harrauer, i Roar di GB Frare… non vado oltre perché occorrerebbe molto spazio per citarle tutte.
Gentile Rosario,
nel ringraziarla per il suo commento, non possiamo che essere d’accordo per quanto dice del Rudy Sarafen che è il risultato di un restauro eseguito rispettando principalmente il progetto originale, anche cromaticamente, risultando alla fine tutto in sintonia con l’epoca di appartenenza e senza alcuna forzatura con scelte fuori luogo o peggio poco eleganti, che ne avrebbero certamente compromesso il risultato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
complimenti davvero bella questa imbarcazione,devo dire anche che fa innamorare per il solo fatto dei colori che attirano :)