Mi compro la barca vecchia e signora del mare: ma quale?
Barca classica o non barca classica, quale scegliere?
Come tutti sappiamo sul mercato delle barche usate c’è una notevole offerta modelli di tutti i tipi e chi ne acquista una di seconda mano a buon mercato deve prestare molta attenzione perché tra tanta offerta sicuramente si celano anche tanti “pacchi”… Quindi, occhi aperti e prima di concludere un acquisto, specialmente di unità datate o particolari non semplici da valutare da soli, rivolgetevi a tecnici specializzati ed abilitati del settore in grado di aiutarvi nella scelta giusta.
Barca Classica
Se avete domande da fare in merito, potete anche scrivermi o telefonarmi e posso dare una opinione in merito all’unità che si intende comprare, riferita alle caratteristiche tecniche ed alla validità del progetto, sempre che si tratti di una barca a me nota, tenendo presente che esistono anche molte “barche anonime” o bidone…
Dopo aver deciso di comprare una barca usata, diciamo pure vecchiotta, classica o d’epoca che sono quelle con più di venticinque anni di età, scatta il dilemma: quale scegliere e perché?
Prima di addentrarsi nei vari siti on line su cui compaiono tantissimi annunci e proposte di barche usate in vendita, ci sono alcuni punti importanti che devono essere presi in considerazione per fare un acquisto che calza preciso alle vostre esigenze ed a quello che state cercando.
Quale tipo di barca comprare?
- A motore
- Con carena planante
- Con carena dislocante
- Barca a vela con motore ausiliario
- Motorsailer
- Ammontare di quanto si vuole spendere
- Previsione costi di manutenzione ordinaria relativi al tipo di barca che si vuole acquistare
- Previsione costi di eventuali voci aggiuntive incluso la sicurezza a bordo e relative dotazioni
- Scelta del materiale di costruzione: legno massello, lamellare, PRFV (Plastica Rinforzata con Fibra di Vetro più conosciuta come “vetroresina”), lega di alluminio, ferro…
- Scelta di una barca che si può condurre senza patente nautica
- Scelta di una barca che si può condurre con patente nautica fino a “12 miglia” di distanza dalla costa
- Scelta di una barca che si può condurre con patente nautica “Senza Limiti” di distanza dalla costa
Poche battute sulla patente nautica:
è conseguibile da chi ha compiuto 18 anni ed è obbligatoria per tutti coloro che vogliono condurre:
- acqua-scooter (moto d’acqua) di qualsiasi cilindrata
- unità da diporto con motorizzazioni superiori ai 40,8 cv (30 kw)
- unità da diporto con motorizzazioni inferiori ai 40,8 cv ma che vogliano praticare sci d’acqua e navigare oltre le 6 miglia di distanza dalla costa e fino a 12 miglia
- unità da diporto abilitate alla navigazione senza limiti di distanza dalla costa che necessitano della patente SL
- unità da diporto che abbiano a bordo motori di cilindrata superiore a 750 cc. se 2Tempi, 1000 cc. se 4Tempi fuoribordo o 1300 cc. se 4Tempi entro bordo o 2000 cc. se diesel
Scelta materiali di costruzione:
Legno massello – gozzi in legno – lamellare e compensato marino di varie essenze..
Tra le barche costruite con carene che hanno struttura portante classica: chiglia, ordinate, correnti, paramezzale, bagli ecc.. tavole in legno massello ecc.. molto diffusi sono i gozzi da pesca e da diporto che si incontrano lungo le nostre coste. Essi richiedono una manutenzione attenta, fatta principalmente dal suo proprietario che deve essere persona esperta del legno e dei metodi tradizionali ed anche più evoluti, per mantenere in ottimo stato di esercizio tutta la sua struttura, cosa che non è proprio semplice.
Gozzo Cantieri Aprea di Sorrento in vendita:
In alternativa alle esperienze e competenze personali, alle attrezzature disponibili ed alle capacità manuali, se non si è nella giuste condizioni di effettuare tutto questo, ma piace comunque il gozzo in legno, si deve ricorrere ad un buon cantiere in cui vi sia personale competente che opera a costi che non sempre sono contenuti e questo è dovuto alla complessità delle operazioni di manutenzione che tali unità richiedono. Operazioni spesso lunghe ed onerose.
I gozzi in legno massello sono quelli più diffusi nella fascia delle barche compresa tra i cinque ed i dieci metri di lunghezza, ovvero i natanti. Sono natanti tutte quelle unità che hanno lunghezza massima eguale o inferiore ai 10 metri o comunque che possono navigare, se abilitati dall’opportuna documentazione entro 3, 6 miglia di distanza massima dalla costa. Tuttavia, esistono anche gozzi tradizionali di svariate lunghezze superiori ai dieci metri ecc.
Il gozzo in legno non può e non deve mai essere abbandonato a se stesso e richiede continue cure ed attenzioni.
Nel periodo invernale va protetta tutta la coperta con un apposito telo impermeabile e possibilmente, se non utilizzato ed ormeggiato in porto si deve evitare che l’acqua piovana si accumuli in sentina e bagni le sovrastrutture.
Periodicamente, durante le giornate con venti di terra, grecale e maestrale è opportuno sollevare il telone impermeabile, aprire tutti i gavoni, vano motore ecc.. e liberare l’eventuale umidità presente. Questo accorgimento evita tanti problemi. Ricordarsi di scollegare tramite l’apposito stacca batteria il polo positivo della batteria o delle batterie, ingrassando con vasellina filante i relativi morsetti. Attenzione all’impianto elettrico va protetto senza esporlo ad eccessiva umidità mantenendolo asciutto. Sui terminali degli interruttori e connessioni varie, spruzzare con moderazione appositi spray pulisci contatti che evitano la formazione di sale ed ossidazione dei relativi contatti ecc.. Ottima è la vasellina spray – tecnica.
Lo stesso dicasi se posto in secca, meglio se all’aperto, magari al coperto, in modo che il legno conservi una percentuale di umidità tale da mantenerlo vivo. Guai ad esporlo alle intemperie, come il sole forte e la pioggia. In breve tempo il legno massello subirebbe shock termici violenti che lo danneggerebbero seriamente ed a lungo andare irrimediabilmente. Infatti, l’acqua piovana, ricca di calcio e corrosiva, infiltrandosi tra le tavole della coperta o di qualche comento che non tiene bene, genera certamente danni.
Anche in caso di conservazione della barca in secca durante il periodo invernale è importante, passato il cattivo tempo, che periodicamente si scopra il gozzo rimuovendo paioli, passi d’uomo, coperchi dei gavoni, facendo ventilare bene le sentine come appena descritto. Questa operazione deve durare il giusto tempo che consente a tutta la struttura della barca in legno, di asciugarsi moderatamente, senza che il legno si secchi eccessivamente.
Nel periodo estivo il gozzo in legno ha un grande nemico: il sole che picchia forte nelle ore calde… e quando viene lasciato all’ormeggio, onde evitare che le tavole dell’opera morta si asciughino troppo, come per esempio quelle superiori vicine al capo di banda, tra la cinta esterna e la cinta interna delle murate, il ponte in teak ecc.. dopo il tramonto occorre irrorarlo con acqua di mare.
E’ importante irrorare i ponti e le sovrastrutture dei gozzi in legno quando sono molto asciutti, con acqua salata, mediante l’uso di un’apposita pompa elettrica istallata a bordo che aspira direttamente l’acqua di mare.
Questo è un accorgimento intelligente che ha un costo contenuto per le spese della pompa, cavi elettrici, interruttore protetto ed istallazione, ma che allunga di tanto la vita dei legni interessati, conferendo soprattutto stabilità ai comenti, risparmiando soldi e tempo che invece può essere impiegato per navigare.
Le carene dei gozzi di legno devono sempre avere una corretta calafatura tra le tavole in opera viva e morta, evitando assolutamente che ci sia ristagno di acqua di mare in sentina, cosa che può capitare per vari motivi. Comenti non in ordine e che a lungo andare si indeboliscono facendo trafilare acqua di mare tra le tavole, fino a generare marcescenze delle stesse, provocando indebolimento della carena ed una notevole presenza di salsedine nelle sentine ed a bordo che, come detto è fonte di corrosione delle parti metalliche ed invecchiamento degli altri materiali presenti a bordo.
La calafatura dell’opera viva e morta consiste nell’inserire la cotonina o canapa intrecciata e peciata nella giusta quantità, come spessore e posta a forza tra una tavola e l’altra con l’apposito attrezzo detto “malabestia” e la mazza da calafatura (ovvero lo specifico martelletto di legno).
Attenzione alla tenuta idraulica dell’asse – elica che, tramite il premi treccia, impedisce all’acqua si mare di entrare in sentina allagandola, con le conseguenze dette ed anche con il pericolo di affondamento nei casi più gravi. Verificare che la treccia sia sempre in buono stato e ben ingrassata. Inoltre, stringere i due perni del premi treccia in modo simmetrico e mai eccessivamente, perché in questo caso, oltre a bruciare la treccia si danneggia irrimediabilmente l’asse che poi deve essere assolutamente sostituito, se non si vuole che la sentina si allaghi pericolosamente…
Tipologie di carene e costruzione:
Barche con carene in compensato marino e legno lamellare di varie essenze per barche dislocanti, semi plananti o plananti – carene in vtr.
Alcuni esempi di stupende carene in lamellare di mogano, nello specifico si tratta di carene Levi, attualmente in vendita:
Barca classica Delta Levi 33 in vendita

Rarissimo e forse unico esemplare rimasto Delta Levi 33 – Le Petit Corsair, carena Levi iscritta nel “Registro StoricoCarene Levi”. Trasmissione step – drive, eliche di superficie, interamente strutturata. Un classico esemplare di barca da crociera dalle dimensioni facilmente gestibili e molto comoda. Assolutamente da non perdere! Barca in lamellare di mogano.
Barca Mini Drago Grisù – Cantiere Italcraft.
Barca Classica Levi in Vendita

Iscritta nel “Registro Storico Carene Levi”. Carena ispirata dal famoso Drago, con trasmissione “sper-drive” ed eliche di superficie. Barca corsaiola dalle eccellenti prestazioni con velocità di punta elevata (45 nodi). Altro esemplare da non farsi scappare. Barca in lamellare di mogano.
Barca Strale – Cantiere Sapri Salerno
Barca Classica racing Levi in vendita

“Strale – Cantiere Sapri Salerno di Nino Petrone”. Iscritta nel “Registro Storico Carene Levi”. Rarissimo esemplare e forse l’unico rimasto in eccellenti condizioni. Assolutamente da non lasciarsi scappare. Barca in vetroresina corazzata.
Barca Zarcos GT
Barca classica Zarcos in vendita

Zarcos GT vista da dritta. Famosa carena Levi. Iscritta nel “Registro Storico Carene Levi”. Costruita dall’eccellente Cantiere Delta di Anzio e con carena identica alla nota barca offshore “Dimpi Sea”. Anche in questo caso un esemplare da non farsi scappare. Barca in lamellare di mogano.
Barca Delta Levi Tiger
Barca Classica Reacing in vendita

“Delta Levi Tiger” un magnifico one-off disegnato da Levi e costruito dall’eccellente cantiere Delta di Anzio ed ispirato ad Ultima Dea.
Con carena e tuga evoluta, rispetto a Ultima Dea e con la differenza di avere due motori anziché tre, Delta Levi Tiger è Iscritta nel “Registro Storico Carene Levi”. Esemplare di barca prestigioso con pochissime ore effettive di navigazione. Esemplare riservato ad intenditori di questa tipologia di unità a motore che rappresentano la storia della vera motonautica che conta.
Ovvero con carene capaci di affrontare ogni condizione di mare. Barca in lamellare di mogano.
Barca classica Mini Drago – Italcraft
Mini Drago, barca classica in vendita
Iscritta nel “Registro Storico Carene Levi”. Trasmissione step-drive ed eliche di superficie. Esemplare da ristrutturare. Barca in lamellare di mogano.
Cantieri Posillipo, una barca con un fascino classico
Cantieri Posillipo, barca classica in vendita
Italcraft Sarima Agathos, un esemplare molto raro
Italcraft Sarima, barca classica in vendita

“Italcraft Sarima Agathos” – raro esemplare in condizioni ottime con accorgimenti personalizzati eseguiti dal Cantiere Italcraft su specifiche dell’armatore.
Una barca assolutamente da non farsi scappare e che suscita molto interesse ed ammirazione da parte di appassionati. Barca in compensato di mogano.
Lo scafo realizzato in compensato di mogano marino ed ha le strutture portanti classiche composte dalla chiglia, ordinate, paramezzale, correnti ecc. che possono essere in compensato marino o mogano massello di varie essenze.
Mentre l’opera viva può essere realizzata in uno, due o tre strati di compensato marino, ad esempio: sulla ossatura si monta prima uno strato di compensato realizzato in fasce da 40 – 60 millimetri di larghezza, poi il secondo strato incollato a 45° e sempre della stesa larghezza e spessore di 10 – 12 mm, il tutto incollato con colla resorcinica, più comunemente nota come “colla rossa”. Infine, su questi due strati va incollato l’ultimo strato realizzato o in massello posto longitudinalmente e parallelo rispetto alla linea di galleggiamento o in compensato, sempre da 10 – 12 mm di spessore.
Questo tipo costruzione della carena con spessori vari dei compensati marini, mogano o altre essenze ed anche in legno massello veniva frequentemente usato dai noti cantieri degli anni ’60 – ’70 ed oltre.
Le unità più piccole venivano costruite con l’ossatura come sopra detto ed avevano la carena realizzata in due pezzi, uno per il lato a dritta e l’altro a sinistra, dello spessore di 10 – 12 mm. Lo stesso dicasi per l’opera morta, con una giuntura a spigolo di vario disegno.
Gli scafi costruiti in lamellare di legno in quattro strati di compensato di mogano o altre essenze, con strisce da 5 mm di spessore, larghe dai 7 ai 15 cm, incollate con colla resorcinica ed incrociati tra loro a 45°. Il tutto mediante l’utilizzo di un guscio negativo della carena, su cui veniva realizzato lo scafo. I vari volumi di bordo erano contenuti da paratie in compensato di mogano marino per separare gli ambienti di bordo. Inoltre, sopra la carena, dal lato interno delle sentine, venivano montati ed incollati dei longitudinali di legno composito con cui si rinforzava la carena per resistere bene alle sollecitazioni meccaniche.
I longitudinali costruiti anche di legno massello servono anche da supporto per i motori..
Gentile Michele,
La ringraziamo per quanto dice di AltoMareBlu e per essere un nostro assiduo lettore.
Circa le informazioni del modello Atlas che fu costruito dai “Cantieri di Pisa”, abbiamo qualche notizia che di seguito Le indichiamo:
Il progetto era dei Cantieri di Pisa, mentre gli interni erano dell’arch. Spadolini.
I Cantieri di Pisa costruivano imbarcazioni ottime dalle caratteristiche tecniche e di progetto elevatissime.
L’Atlas utilizzava nella struttura portante diversi legni di ottima qualità come mogano, olmo ed acacia.
Il fasciame della carena era in tre strati di mogano incrociati con due tele interposte.
Il fasciame in opera morta delle fiancate era in doppio strato: quello interno in compensato marino di mogano e quello esterno in corsi longitudinali incollati tra loro.
La barca a prua ha un apposito pozzo catene, seguita dalla cabina dell’equipaggio con due cuccette, W.C., doccia e lavandino
in locale separato. Quindi la cabina armatore a due letti separati, con armadi, cassettoni ecc. All’epoca la cabina armatore con letto doppio era del tutto sconosciuta ai più. Vi sono due bagni di cui uno a dritta e l’altro a sinistra. Uno è padronale e l’altro per gli ospiti. A seguire due cabine doppie con letti sovrapposti e incrociati. Salendo alcuni scalini a sinistra è ubicata la pratica plancia di comando a dritta. Quindi la cucina posta in locale separato. A poppavia è presente un piccolo salone con il divano ad L, un tavolo, il divano, due poltrone ed un mobile.
Il pozzetto è parzialmente coperto dal tetto del flying-bridge con la controplancia, il prendisole,
l’alberetto a portico con il roll-bar per le antenne. Lo scafo era a V, ottimo anche per la navigazione con mare mosso. In coperta a prore vi è molto spazio. Gli interni, come tradizione di questo cantiere, sono realizzati con un teack bellissimo del Siam, satinato e sabbiato. Insomma, questo cantiere ha sempre costruito barche bellissime, con interni dall’architettura molto fine ed elegante!!
Motorizzazione: questa barca poteva montare due motori diesel da 360 HP ciascuno con velocità massima di circa 23 nodi.
Oppure una coppia di motori fino a 530 HP cadauno con velocità massima raggiungibile di 28 nodi..
Nel 1971 furono apportate alcune modifiche ed allungata di circa 40 cm. Questa splendida barca aveva un’ottima carena a V che le permetteva di navigare anche con mare molto avverso in tutta sicurezza.
Nonostante l’età la barca ha una linea bellissima e fa sempre un figurone ovunque essa vada. Nel caso si decida di acquistare un esemplare simile, anche se è difficilissimo trovarne qualche esemplare in vendita, è importante rivolgersi ad un professionista serio e competente, che sia in grado di fare una corretta valutazione, in riferimento alle effettive condizioni della carena, della coperta, tuga, specchio di poppa, impianti ecc..
E’ una barca comunque che richiede molta cura ed attenzione ed i costi di mantenimento non sono certo contenuti.
Date le condizioni attuali del mercato e di questo tipo di imbarcazioni, anche se bellissime e di un fascino veramente speciale, non sono certo favorevoli e nel caso si voglia vendere un esemplare simile i prezzi sono ridotti, rispetto a quello che effettivamente può valere una imbarcazione di questo tipo e la difficoltà di trovare un nuovo armatore è notevole. Tuttavia, in ottime condizioni può valere anche 80.000 €, tenendo presente che il prezzo oggi lo fa chi compra e non chi vende…
Dati di targa:
lunghezza f.t.: 16,90 m
larghezza max.: 5,00 m
immersione: 1,35 m
dislocamento a pieno carico: da 24,35 a 26,85 tonn.
dislocamento a vuoto: 20 tonn.
serbatoio acqua: 700 litri
serbatoio gasolio: 2.500 litri
Certo di averle fatto cosa gradita, la saluto cordialmente,
Giacomo Vitale
Salve,
leggo con piacere i vostri articoli e vi vorrei chiedere se avete informazioni su un modello, denominato Atlas dei “Cantieri di Pisa” e costruito dalla fine anni ’60 sino al 1975 credo.
Grazie in anticipo,
Michele