Imbarcazione d’epoca CP 243: consegna all’armatore prima del restauro per uso civile
Vi documentiamo la prova di galleggiamento e consegna, avvenuta pochi giorni fa, della motovedetta dismessa della Guardia Costiera ed acquistata da un privato che aveva partecipato alla vendita all’asta di questo bellissimo esemplare siglato ex CP 243.
Un momento certamente emozionante per il nuovo armatore di questa stupenda motovedetta che, dopo tanti anni di onorato servizio, si appresta ad essere restaurata per la conversione da unità militare a barca civile per uso diporto. Infatti verrà trasformata in una bellissima signora del mare e siamo ansiosi di vedere il risultato alla fine dei lavori.
Ai fini di un corretto recupero storico di questa tipologia di unità, é importantissimo che finiscano nelle mani giuste, cioè di persone che abbiano un specifica cultura marinaresca e si attengano al progetto originale, senza stravolgimenti assurdi e ignobili, tali da offendere il progettista che l’ha disegnata e la barca stessa, che risulterebbe poi visibilmente sfregiata nel suo aspetto originale.
Il nostro scopo è di documentare con questi articoli, che in successione pubblicheremo, indicando “come si fa” a restaurare una ex motovedetta d’epoca, aiutando chi fosse interessato ad una operazione del genere, ma che non ha la giusta preparazione per realizzare tale progetto con sicuro successo.
Le motovedette progettate da Renato “Sonny” Levi e realizzate in lamellare di mogano, secondo il suo brevetto unico al mondo, cioè in quattro strati di lamellare di mogano da 5 mm di spessore, incollati con colla resorcinica ed incrociati a 45° tra loro, hanno una peculiarità importantissima, cioè di essere senza ordinate e realizzate con una struttura autoportante leggera e robusta contemporaneamente. Capace di resistere alle forti sollecitazioni meccaniche inflitte dal mare quando si incattivisce, navigano con una sicurezza ed una disinvoltura uniche. Davvero una “geniale invenzione”.
Ricordo che Renato “Sonny” Levi è un ingegnere aeronautico ed ha saputo incredibilmente coniare un brevetto che contemporaneamente possiede alcune peculiarità tecniche tipiche degli aerei, adattate ed applicate nei suoi progetti di stupende barche a motore da diporto, fast commuter, one off, offshore, motovedette e barche da lavoro.
Ma ritorniamo a parlare della nostra, si fa per dire, perché la ex CP 243 è del suo fortunato armatore che è riuscito ad aggiudicarsela. Infatti la cosa incredibile è stata che, dopo qualche anno e più che la barca era stata messa a secco ed esposta alle intemperie, appena rimessa in mare e le foto che pubblichiamo documentano l’evento, ispezionando attentamente la sentina, all’interno della carena, non ha manifestato “assolutamente” nessuna infiltrazione d’acqua. Un risultato incredibile e mi permetto di lanciare una provocazione che nasce da una mia precisa e motivata convinzione.
Sull’ultimo numero della rivista Barche di maggio 2008, nella rubrica “Navigando navigando”, vi è un prezioso articolo scritto da “Antonio Soccol”, che vi consiglio di leggere, intitolato: Te piace ‘a barca d’epoca?”. E’ un simpaticissimo “titolo provocazione” in napoletano, (la mia lingua di origine, visto che sono napoletano) e si ispira ad una stupenda commedia di Eduardo de Filippo intitolata “Natale in casa Cupiello”, in cui il motivo predominante intorno al quale si intreccia la commedia é: “te piace o presepe”. Il presepe napoletano, riporto testualmente dall’articolo, è simbolo dell’amore universale e dei valori della famiglia a cui Luca (il protagonista) ancora si ostina a credere, anche se l’equilibrio della sua famiglia è messo in discussione.
Ecco: “Te piace ‘a barca d’epoca?”. A me si: io mi ostino ancora a credere in certi valori delle barche anche se oggi molti (cantieri e clienti) li mettono in discussione. Perciò: grazie ASDEC.
L’ASDEC di cui parla Antonio Soccol nel suo articolo é un’associazione di persone appassionate di barche d’epoca, dotate di una cultura storica ed una preparazione tecnica specifica, che mettono al servizio degli appassionati possessori di barche d’epoca, aiutandoli a mantenerle nel loro stato originale, mediante consigli tecnici, suggerimenti ecc. Questa associazione fa riferimento in larga prevalenza alle tante barche da lago che si costruivano nel nord Italia, oltre ad altre imbarcazioni marine prodotte sempre nei cantieri del nord.
Ritornando alla mia convinzione circa le barche in lamellare di mogano, vi sono alcune considerazioni “serie” ed attuali da fare:
La motovedetta CP 243 ha certamente delle peculiarità tecnologiche straordinarie, perché la sua insuperabile struttura in lamellare di mogano, se ben curata e credetemi basta poco, può durare intatta nel tempo per un numero infinito di anni, mentre l’attuale vetroresina è un vero problema per due motivi: uno ecologico e l’altro di natura tecnica.
Inutile dirvi che il problema ecologico di questo prodotto è notevole, poiché ancora oggi dopo circa una quarantina di anni che si costruiscono barche in vetroresina, oltre che ad un solo centro di raccolta e lavorazione della vetroresina da riciclare, in Italia non vi è altro centro specializzato al recupero di un prodotto che è ad altissimo rischio ambientale. Infatti la catalisi in questo prodotto, fatta dalla resina poliestere ed i suoi additivi, non finisce mai e una volta miscelati le conseguenze di questo prodotto abbandonato nel nostro ambiente in cui viviamo sono gravissime. Credo che gli enti tecnici dello Stato debbano prevedere un sistema di smaltimento e prevenzione per il recupero di queste sostanze, facendo leva sui costruttori che si sono buttati a pesce nell’applicazione di questa tipologia di costruzione, che non richiede manodopera specializzata, ma semplicemente manovali, anche senza esperienza, basta che siano dei volenterosi operai, poi chi li guida pensa a tutto.
Altro problema importantissimo è il cancro di cui sono sovente malati i manufatti in vetroresina poliestere, cioè l’osmosi. Nella lavorazione della vetroresina é importantissimo, per scongiurare al massimo il nascere dell’odiosa osmosi, realizzare le lavorazioni delle stesse in ambienti opportunamente climatizzati, a temperatura e umidità impostati su precisi valori.
Purtroppo spesso non è così e si verifica che, molti cantieri, anche di un certo nome, ordinano questo lavoro sporco ad altri cantieri esterni, specializzati nello stampaggio delle scocche in vetroresina. Vi assicuro che in larga parte per “risparmiare”, alcuni cantieri si fanno costruire le scocche spuntando prezzi bassi. Quindi, le piccole imprese addette allo stampaggio dei gusci delle barche, per contenere i costi, realizzano scocche con materiali scadenti ed in ambienti non climatizzati. La conseguenza pratica é che in poco tempo, la barca poi venduta ed in uso da chi l’avrà acquistata, presenterà l’odioso problema dell’osmosi.
A chi é in possesso di una barca in vetroresina affetta da osmosi, consiglio assolutamente di buttarla, perché questo è un problema senza soluzione al quale si cerca di rimediare in qualche modo, ma una volta che l’umidità é intrappolata nella lana vetro, non potrà mai più uscire.
Da aggiungere che l’umidità si intrappola nel tessuto di lana vetro in due tempi diversi, cioè:
- Il primo, quello più grave, é il caso dell’umidità che si intrappola durante la lavorazione della barca in ambienti non climatizzati.
- il secondo caso è l’umidità che si crea all’interno del guscio di uno scafo in vetroresina per differenza di temperatura tra quella del mare o di un lago e la temperatura interna della sentina, generando l’umidità interna alla vetroresina che si va ad annidare nel tessuto trattenendola, senza avere le possibilità di migrare verso l’esterno.
Comunque il prodotto catalizzato ed in uso, può anche subire microtrafilature nel tessuto di vetroresina di piccole particelle d’acqua che, con l’innalzarsi della temperatura dello scafo, diventano vapore misto e tendono a migrare verso l’esterno generando sul gelcoat le note bolle chiamate osmosi.
Insomma avete capito bene, chi si trovasse in queste condizioni, vuol dire che è rimasto “fregato”.
Le barche realizzate in lamellare di mogano ed anche quelle in compensato marino semplice, non hanno assolutamente questo problema, poiché quando sono in acqua riescono a sopportare benissimo l’umidità che si crea nel loro interno per le note differenze di temperatura dette, ma una volta posta a terra in secco una barca in lamellare di mogano o essenze similari, permette all’umidità di migrare verso l’esterno, consentendo alla barca di mantenere inalterate nel tempo le sue caratteristiche meccaniche di resistenza alle sollecitazioni meccaniche.
Avete capito bene: una barca in lamellare potrebbe avere, con un minimo di attenzione, una vita veramente illimitata e senza gravi impatti per la natura. In caso di abbandono é quasi completamente riciclabile…
A tutti i nostri appassionati lettori intenzionati ad acquistare una barca d’epoca usata, consigliamo di scegliere una carena Levi e saranno sicuri di aver fatto la scelta giusta.
L’unico problema è che oggi trovare una bella barca Levi in vendita non è assolutamente facile ed al fortunato ed entusiasta armatore che ha acquistato la ex motovedetta CP 243, gli porgiamo le nostre più sincere congratulazioni ed aspettiamo con trepidazione il momento in cui varerà la sua barca dopo averla restaurata.
Giacomo Vitale
Egregio Signor Vitale
Dopo molti anni ho ridato un’occhiata ai commeti riguardanti la CP243 ed ho visto che due miei ex commilitoni hanno rilasciato dei commenti, Primo Scaravaggi il 04.04.2016 e Gerardo Acampora il 20.04.2024. Se non mi sbaglio anche io rilasciai moltissimi anni fa un commento, ma forse non é piu visibile.
Le sarei grato di avanzare la mia email ai miei due commilitoni per farmi contattare.
Cordiali saluti, Antonio
Sono stato imbarcato nel 76 come sergente motorista con Capo Scialla.
Bellissimo periodo e bellissima m/vedetta, uscivamo quasi tutti i giorni in ricognizione
Gentile primo,
la ringraziamo per averci contattato e di aver fatto cosa a lei gradita pubblicando l’articolo di riferimento della ex CP 243 e possiamo immaginare tutti gli eventi che ha vissuto a bordo di quella splendida unità della Guardia Costiera.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno,
scopro ora tutto questo. Sono stato imbarcato due interi anni sulla CP243, il 1976 e 1977.
Quante missioni, quanti salvataggi… quanti ricordi.
Grazie.
Primo Scaravaggi
La mitica CP243…
viverci sopra per 10 mesi, dormirci, mangiarci, viverci, soccorrere … da giugno 1982 gioie e dolori.
Ricordo la volta che mi toccò portare alla Isotta Fraschini di Saronno la turbina da riparare in un borsone in treno da Salerno!!!
Ho delle foto mentre ero al timone a 20 nodi e come sfrecciava!!!
Purtroppo si, è come dice:
la CP 243 è stata aggiudicata alla persona che aveva partecipato e vinto la relativa asta. Purtroppo, per motivi suoi personali non l’ha mai ritirata e giace in un area del porto di Salerno in attesa di eventi..
Non so se siano state avviate procedure particolari per occupazione indebita di area pubblica o quant’altro. Mi informo e nel caso di novità, le indicherò in questo spazio. Grazie per averci contattato.
Giacomo Vitale
Ma come mai la ex motovedetta cp243 che comandava mio padre è ancora ferma nel porto di Salerno?
Gentile Francesco,
ho avvisato l’interessato inoltrandogli la ua richiesta insieme al tuo indirizzo di posta elettronica.
Se interessato alla tua proposta, si metterà certamente in contatto con te.
Cordiali saluti e grazie per averci scritto.
Giacomo Vitale
Altomareblu
Sarei interessato a questa ex motovodetta se potete darmi qualche suo contatto.
Al Carissimo armatore che se le aggiudicata,
invio il mio auspicio che la motovedetta in fase di restauro non subisca variazioni sostanziali all’estetica originale della stessa. Io, carissimo armatore ho passato sei mesi imbarcato su di Ella MV CP 243 nel porto di Salerno 6/1982 12/1982. La amo ancor più oggi, con tutti i sui pregi e difetti.
E’ come una donna amata e odiata, ma se chiudo gli occhi ne sento ancora il profumo.
Gentile Giancarlo,
per semplificare il contatto con il proprietario della ex CP 243, gli abbiamo inviato una mail girando la Sua richiesta di contatto e comunicandogli anche il Suo indirizzo mail.
Certi di averle fatto cosa gradita, La salutiamo cordialmente.
Giacomo Vitale
Altomareblu
Se sapete indicare chi è il proprietario, mi piacerebbe contattarlo. Grazie
Gentile Diego,
prendiamo atto di quello che gentilmente ci comunichi e speriamo che quasta unità possa essere salvata!!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
gentilissimo,
Ti posso dare una notizia di prima mano: la ex 243 verrà a breve alata per evitare ulteriori problemi (danni al pontile, danni o affondamento dell’unità….) in attesa che il procedimento amministrativo faccia il suo corso ma almeno per un pò resterà tranquilla a terra nel porto commerciale, non vi è al momento alcuna decisione in merito alla demolizione.
Saluti
Gentile Diego,
proprio due giorni fa entrando nel porto di Salerno ho notato per l’ennesima volta la ex CP 243 abbandonata al pontile del porto di Salerno ormeggiata con mura a dritta ed ho domandato a Luca Bassanini titolare del Cantiere Union Mare di Salerno che in quel porto è un assiduo frequentatore, poiché la maggior parte dei suoi clienti vi ormeggia le loro barche ed alla mia domanda, come mai…? E mi ha risposto che questo signore se l’è aggiudicata per una cifra irrisoria, ma ha fatto male le sue considerazioni, visto che poi la stessa unità è mancante di molte parti dei motori ecc… quindi non in grado di prendere il mare se non prima di aver provveduto alle opportune riparazioni. Inoltre l’aggiudicante dell’unità pare abbia avuto dei problemi personali per i quali non ha potuto ritirare la ex motovedetta che giace abbandonata come detto. Adesso dopo l’ingiunzione, se non provvederà entro i termini stabiliti a rimuoverla, l’ente che ha emesso l’ingiunzione provvederà a rimuoverla ed a farla demolire, addebitando al proprietario tutte le spese.
Questa la realtà dei fatti e dispiace ed altro non posso dirti. Aggiungo solo che le condizioni dell’unità non sono molto buone e richiede un restauro onerosissimo…
Grazie per averci contattato. Cordiali saluti.
Giacomo Vitale
Gentilissimo, per amore di verità le dò la seguente notizia: la 243 giace abbandonata ai pontili presso il porto di Salerno in quanto il “fortunato” aggiudicatario dopo averla comprata all’asta non l’ ha mai ritirata da oltre 2 anni nonostante numerosi solleciti e per finire un’ingiunzione di sgombero…