Restauro barche: l’impianto elettrico (seconda puntata)
di Giacomo Vitale
CALCOLO CAPACITA’ BATTERIA PER I SERVIZI DI BORDO
Tenendo presente che in un uso continuo giornaliero di una barca da diporto si utilizzano determinati servizi per un certo tempo, sommando gli assorbimenti calcolati in Ampere/h abbiamo il totale del consumo corrente in Ampere come di seguito indicato:
Utenze | Cons.Amp/h | Tempo uso in 24h | Assorb.totale |
Luci Via (4) | 0,80 cad. | 6 h | 19 Ah |
Lampadine (6) | 1,50 cad | 2 h x 6 = 12 | 18 Ah |
Pompe sent.(3) | 5,00 cad | 2 h x 5 = 10 | 30 Ah |
VHF | 0,50 | 8 h | 4 Ah |
Echo | 1,30 | 8 h | 10 Ah |
GPS | 1,00 | 8 h | 8 Ah |
Salpa ancora | 60,00 | 0,3 h | 30 Ah |
Frigorifero | 5,00 | 10,0 h | 50 Ah |
TOTALE | 169 Ah |
Il valore giornaliero di assorbimento totale di tutte le utenze ottenuto deve essere moltiplicato per il coefficiente 1,7 definito fattore di sicurezza. Il risultato ottenuto rappresenta il valore ottimale di Amperaggio per questo tipo di impianto calcolato.
169 x 1,7 = 287,3 A – Valore ottimale amperaggio batteria servizi
Infine, per sapere il valore minimo dell’ amperaggio della batteria servizi che si può istallare per un impianto elettrico di bordo e sotto il quale è meglio non scendere mai, si deve moltiplicare il valore totale dell’assorbimento servizi giornaliero espresso in Ampere, per il coefficiente 0,85 definito “fattore di correzione”:
169 x 0,85 = 143,65A – Amperaggio minimo batteria servizi
SCELTA ACCUMULATORI IN FUNZIONE DELLA POTENZA DEI MOTORI
Non mi dilungo nello spiegare come i valori di amperaggio di una batteria di avviamento vengono calcolati in funzione della potenza dei motori utilizzati.
Servirebbe a poco visto che la maggioranza dei diportisti non sono del settore e sono convinto che è inutile tediarli con teorie e quant’altro, dando per scontato che la scelta dei valori in Ampere necessari ad una batteria di avviamento va fatta in funzione della potenza dei motori utilizzati.
L’amperaggio necessario ad una batteria di avviamento è la quantità di corrente necessaria ad avviare a freddo il motore, vincendo non solo la forza della compressione nei cilindri, ma anche la densità dell’olio. Infatti, a freddo ed in inverno, per esempio, questa condizione non è cosa da poco, specialmente per i motori diesel che hanno un rapporto di compressione elevato. Inoltre, sono da considerare anche le resistenze meccaniche dovute agli attriti interni dei motori, come le parti in movimento ecc…
In sintesi, dalla tabella di seguito indicata si possono dedurre i valori adeguati in Ampere delle batterie di avviamento, da montare sulla propria barca in funzione della potenza dei motori utilizzati:
I valori indicati si intendono per impianti a 12V
Potenza motori | Capacità batteria avviamento motore |
CV/KW | Ampere |
10/7,35 | 60 A |
20/14,7 | 65 A |
25/18 | 70 A |
40/29 | 80 A |
80/59 | 110 A |
95/70 | 140 A |
110/81 | 140 A |
145/107 | 140 A |
150/110 | 140 A |
200/147 | 180 A |
210/155 | 180 A |
240/177 | 180 A |
270/199 | 180 A |
320/236 | 110 x 2 A |
370/272 | 110 x 2 A |
440/324 | 180 x 2 A |
630/464 | 190 x 2 A |
SCELTA DEL TIPO DI BATTERIE DA UTILIZZARE E MANUTENZIONE
E’ estremamente importante ai fini del rendimento e della durata, che le batterie di avviamento per i motori siano a spunto immediato e stazionarie per i servizi. Inoltre, esse richiedono determinati accorgimenti per la manutenzione. Per le imbarcazioni con tutti i tipi di motorizzazioni suggerisco di non acquistare mai più batterie ad acido aventi le celle da rabboccare periodicamente con acqua distillata, poiché oltre ad essere tecnologicamente sorpassate, hanno una scarsa capacità di ricarica che, da nuove dopo qualche mese si utilizzo si riduce di una percentuale rilevante e presentano anche due difetti non trascurabili:
- Il rabbocco di acqua distillata da eseguire ogni qualvolta nelle sei celle da due Volts ciascuno si nota che il livello è al di sotto di quello minimo indicato sulla carcassa trasparente in polietilene. Inoltre, nel caso di lavoro gravoso della batteria nel periodo estivo, causa l’ innalzarsi della temperatura, il liquido presente nelle celle delle batterie tende ad evaporare con conseguente riduzione della capacità dell’accumulatore di immagazzinare corrente e del danneggiarsi delle piastre che, rimanendo scoperte tendono a fosfatarsi, riducendo la capacità di corrente disponibile fino a ridursi di molto, rendendo successivamente la batteria inservibile.
- Il secondo è un problema molto serio che in casi estremi può provocare danni gravi. Infatti, gli accumulatori ad acido durante la ricarica sviluppano un certa quantità di idrogeno che si diffonde nel vano dove esse sono alloggiate. Pertanto, è importantissimo che tale ambiente non sia angusto e che sia dotato di elevata ventilazione, in modo da evitare concentrazioni molto pericolose di idrogeno. Inoltre, in tali ambienti per nessun motivo devono verificarsi possibilità di scintille, perché una eventuale esplosione in presenza di idrogeno concentrato in spazio angusti non solo sarebbe fortissima, ma potrebbe anche essere fatale per le persone eventualmente coinvolte in un evento simile.
Nella nautica da diporto le batterie ad acido, per i motivi esposti, dovrebbero essere definitivamente bandite. Infatti, oggi sono presenti sul mercato le batterie al gel che hanno un grado di affidabilità decisamente superiore a quelle ad acido, con le quali non si possono fare paragoni. Inoltre, gli accumulatori al gel sono completamente sigillati e durante la ricarica non possono sviluppare idrogeno, tenendo lontano i pericoli esposti … ed ancora: nel caso di rottura dell’involucro che contiene le piastre dell’accumulatore, la batteria continua a funzionare tranquillamente senza fuoriuscita di alcun liquido e questo è un vantaggio estremamente importante ai fini della sicurezza delle persone che dell’ambiente.
Altro vantaggio è che la batteria al gel sigillata può essere utilizzata in qualsiasi posizione. E’ anche da considerare che una batteria ad acido non riesce mai a ricaricarsi totalmente, e non riesce mai a riportarsi al valore nominale degli Ampere. Una batteria nuova, dopo poco utilizzo riduce la sua quantità di corrente disponibile, che può arrivare al massimo al 60% di quella nominale. Con il passare del tempo questo valore tende sempre a diminuire fino al punto in cui aumentando la resistenza interna delle celle, la batteria non si ricarica più e deve essere sostituita.
Questo fenomeno sulle imbarcazioni da diporto è frequente, anche perché le uscite in mare durante il periodo estivo nella maggioranza dei casi sono poche decine e quindi la batteria ad acido è sottoposta a molti avviamenti e poche opportunità di ricarica e questo ne riduce sensibilmente la durata.
Le batterie anche se non utilizzate sono soggette ad auto scarica e quelle ad acido in pochi mesi se non si ricaricano periodicamente scendendo il voltaggio a valori prossimi ai 10 – 11 Volt diventano irrecuperabili perché aumenta la resistenza interna delle piastre e non accettando più la ricarica rendono necessaria la loro sostituzione.
Grande importanza ha la manutenzione delle batterie nella nautica da diporto. Essa è semplice e va fatta per i morsetti dei cavi di potenza che vanno:
- ai motori
- all’impianto elettrico di bordo
- ai poli delle batterie
Di seguito le specifiche:
- Smontaggio, pulizia ed ingrassaggio dei morsetti. Si procede prima alla spazzolatura eliminando eventuali residui di ossidazione ed al termine di tale operazione i morsetti devono ritornare come nuovi. Diversamente, se appaiono comunque danneggiati è meglio sostituirli.
- Anche i poli delle batterie devono essere puliti mediante spazzolatura con un apposito attrezzo, quindi ingrassati bene, insieme ai morsetti. Per tale operazione è indicato l’uso di vasellina filante disposta in modo tale che nessuna delle parti interessate rimanga a contatto con l’aria. Questo accorgimento evita la fosfatazione che spesso notiamo sui morsetti non ingrassati che si presentano corrosi nelle loro parti e spesso impossibili da svitare, richiedendo la tranciatura per poterli sostituire. I morsetti ossidati riducono notevolmente il passaggio di corrente dalla batteria all’impianto elettrico di bordo, rendendo difficoltoso anche l’avviamento dei motori che, nei casi più critici, potrebbe anche non riuscire più ad avviarsi. Inoltre, per l’impianto dei servizi elettrici di bordo, i morsetti ossidati nel caso di forti assorbimenti possono arrivare ad isolarsi dal polo della batteria a cui sono serrati, causando l’interruzione del passaggio di corrente necessaria ai servizi o all’avviamento dei motori. La situazione descritta se si verificasse in navigazione ed in presenza di condi – meteo avverse è alquanto pericolosa… e ricordando quel vecchio detto che recita: “per mare non ci sono taverne”.. meglio provvedere preventivamente alla salutare manutenzione dei morsetti e delle batterie prima di andar per mare.
Le batterie al gel possono anche scaricarsi quasi a zero, ma se la barca è equipaggiata con un caricabatterie elettronico specifico ad esse dedicato, dotato anche di un sensore termico che rileva la temperatura dell’elettrolito durante la ricarica, regolandone automaticamente la giusta quantità di corrente da fornire, esse possono ritornare in efficienza funzionando regolarmente.
Inoltre, nel periodo invernale, se la barca è custodita a terra in un luogo coperto, si può anche lasciare il caricabatterie inserito per lunghi periodi, perché provvederà automaticamente a mantenere la batterie nella giusta efficienza e pronte all’uso in qualsiasi momento. Questa possibilità assicura un corretto ciclo di vita a questo tipo di batterie, che costano mediamente circa un 40% in più rispetto a quelle ad acido, ma hanno in cambio un rendimento decisamente migliore e costante, oltre ad essere al top per la sicurezza.
I caricabatterie elettronici convenzionali non sono dotati del sensore di rilevamento della temperatura dell’elettrolito e lavorano erogando correnti più forti che non permettono una corretta ricarica, limitando il rendimento e la vita della batteria. Altro vantaggio delle batterie al gel è che possono lavorare in qualsiasi posizione. Infine, esse dispongono di correnti di spunto elevate che consentono un avvio migliore e più veloce dei motori, specialmente per quelli diesel che hanno un elevato rapporto di compressione.
Un avvio veloce dei motori consente una economia sul consumo di corrente disponibile, diminuendo anche lo sforzo dei motorini di avviamento, con minore usura delle spazzole e delle boccole degli stessi, il tutto a vantaggio dell’efficienza e della sicurezza.
Spesso alcuni rivenditori di accumulatori, nonché alcuni cantieri sconsigliano ai diportisti l’uso delle batterie al gel adducendo futili motivazioni, tra cui la balla colossale che esse durano di meno e costano di più. Tutto falso!! La verità è che le batterie al gel richiedono un corretto impianto elettrico come ho esposto nelle righe, ma hanno una durata di gran lunga migliore rispetto alle batterie ad acido che, al contrario costano meno, ma durano tanto meno ed in determinate condizioni sono poco affidabili, andando facilmente in crash. Per le batterie di avviamento, nel caso il motore stenta a partire il rischio di rimanere in mare è notevole…
Si deduce da queste osservazioni che nel diporto nautico del mercato degli accumulatori, i commercianti del settore preferiscono le batterie ad acido perché esse richiedono un minore investimento di capitale e vendendone tante causa la scarsissima durata, ne traggono maggiore utile.
Ovviamente, non tutti i commercianti di accumulatori sono eguali, ma false informazioni tecniche e politiche commerciali scorrette arrecano danni agli ignari diportisti, propinando quello che a loro fa più comodo. Nel caso specifico offrono un prodotto decisamente inferiore di qualità ed affidamento, anche se più economico.
ATTENZIONE ALLE SOLUZIONI PERICOLOSE
Mi è capitato spesso di vedere impianti elettrici realizzati malissimo e con serie problematiche, come quello che si vede nella foto di seguito pubblicata:
Questa incredibile foto l’ho scattata recentemente su una barca degli anni ’80 equipaggiata con motori nuovissimi a “benzina”, ma con un impianto elettrico pericolosissimo e definirlo “esplosivo” è dire troppo poco.
Da notare sulla sinistra della foto i morsetti a vite presenti in aria libera nel vano in cui alloggia la bombola del gas. Inoltre, i cablaggi dei due motori che vanno alle chiavi di avviamento ed i cavi delle manette sono collegati “saldamente” alla bombola del gas mediante una fascetta in nylon autostringente. Il tutto a pochi centimetri dal serbatoio della benzina che si trova sotto la bombola del gas!!!
Insomma, una soluzione che definirla “ESPLOSIVA” è troppo poco. Tutto questo denota “ignoranza” da parte degli addetti ai lavori, oltre ad una “infinita incoscienza”. Infatti solo un anno fa sono stati sostituiti i motori, istallando una coppia nuova a benzina, ma in tale occasione non hanno avvisato l’armatore della pericolosità dell’ impianto elettrico che andava rifatto nel rispetto delle norme di sicurezza previste ed i risultati sono quelli che si vedono in foto.
DIFFERENZA TRA LA BATTERIA DI AVVIAMENTO E QUELLA STAZIONARIA
Le batterie d’ avviamento forniscono una corrente molto elevata necessaria per far partire i motori a scoppio, però hanno una durata limitata della loro carica.
Esempio: se tentiamo di avviare ripetutamente un motore che non parte per qualche problema tecnico ed insistiamo molto in tal senso, notiamo che in circa sette otto minuti la batteria non ha più la quantità di corrente necessaria per continuare nel tentativo di avviare il motore che gira più lento, fino a d immobilizzarsi.
Risultato:
La batteria ha esaurito la sua quantità di corrente istantanea ad alto amperaggio necessaria per avviare il motore. Occorrerà quindi ricaricare la batteria, risolvere il problema tecnico del motore che non parte e quindi ripristinare il normale ciclo d’uso della batteria. E’ importantissimo che i motori siano sempre a punto, con filtri aria e carburante puliti, candele sempre in ottime condizioni d’uso, pompe carburante ed iniettori efficienti. Solo così si possono avere avviamenti veloci e con poco dispendio di energia. Il tutto si traduce in un allungamento della vita della batteria, avviamenti sempre veloci ed efficienti ed una notevole sicurezza di esercizio.
Le batterie stazionarie, a differenza di quelle di avviamento, non hanno una corrente di spunto notevole, invece hanno la possibilità di fornire correnti costanti ed a lungo tempo, con il vantaggio che usando questo tipo di batteria per i servizi di bordo quali:
- GPS,
- VHF,
- radar,
- pompa di sentina,
- autoclave,
- autoradio,
- verricello ecc.
se ben scelte in funzione dei consumi di corrente, come dalla prima tabella pubblicata all’inizio di questo articolo, esse danno un servizio che dura molte ore prima che si possano scaricare e quindi rendere necessaria la dovuta ricarica che può avvenire collegando il caricabatterie di bordo alla rete monofase (220V) della banchina, oppure mediante generatore di bordo che erogando la tensione 220V monofase, permette al caricabatterie elettronico di ricaricare le batterie.
Si può anche, mediante un partitore di carica adeguato, collegare la batteria dei servizi all’alternatore del motore che ricarica la batteria di avviamento. In questo modo, quando si è in movimento la batteria dei servizi si ricarica, fermo restando che il caricabatterie elettronico collegato alla rete di terra o ad un generatore di bordo, è la migliore soluzione per una valida ricarica.
MANUTENZIONE QUADRI ELETTRICI – SCATOLE FUSIBILI- INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI-FUSIBILI A VETRO-FUSIBILI A LAMA- MORSETTERIE ECC…
I quadri elettrici, le scatole fusibili, gli interruttori magnetotermici, i vari tipi di fusibili presenti sugli impianti elettrici di bordo non hanno bisogno di una manutenzione difficile. Tuttavia, conviene sempre lubrificare con opportuno spray per contatti elettrici i punti di contatto dei fusibili ed i punti di serraggio dei fili che è meglio se vengono trattati con vasellina filante, per evitare che per effetto della salsedine ed umidità salmastra presente nell’aria, questi punti di contatto si possano ossidare, provocando dispersioni di corrente che possono pregiudicare ed anche danneggiare le utenze collegate.
Quello esposto è un semplice accorgimento che migliora l’efficienza dell’impianto elettrico di bordo, assicurando un funzionamento costante di tutti i servizi e senza cattive sorprese, specialmente se ci troviamo in mare in qualche luogo ameno dove trovare un elettronauta per qualche problema all’impianto di bordo non è cosa semplice, né economica, perché si sa benissimo che se c’è qualche tecnico disponibile, data la circostanza tendono a chiedere cifre non indifferenti, magari per una stupidaggine.. e sapendo che l’occasione fa l’uomo ladro… prevenire e fare la giusta manutenzione a tutta la barca, non solo all’ impianto elettrico, vuol dire fare vacanze serene… il tutto fa bene alla salute ed alla propria tasca.
Diportista avvisato….
Se avete dubbi o domande da fare sull’impianto elettrico di bordo, problematiche di vario genere, come fare un collegamento, come aggiungere un’utenza ecc… potete telefonare o scrivermi, vi risponderò rapidamente.
- Giacomo Vitale: 380 90 15 772
(fine seconda puntata)
Buongiorno Signor Giacomo
Complimenti per le sue indicazioni.
Sto ristrutturando un Carter 33 e dovendo rifare l’impianto elettrico , pensavo di portare le batterie sotto al pozzetto , vicino al motore , togliendole da dove sono adesso all’interno del gavone della dinette per ovvi motivi di “sicurezza ” e di “spessori dei cavi “, dovendo prevedere anche ricarica con pannello e presa da 220 , ora sprovvisto.
Secondo lei potrebbe comportare qualche problema..??
Avendo il salpa ancora , devo prevedere la sostituzione dei cavi , allungando il percorso di circa 4 metri.
Grazie per i consigli
Tiziano tardito
Buongiorno e complimenti per la sua preparazione, posseggo una piccola barca a vela di 8 metri, ho 3 batterie, una da 75Ah per il motore e due da 85Ah per i servizi.
La batteria motore ha uno stacca batteria tutto suo on/off, mentre il banco batterie servizi ha il classico 1/2/both.
La mia domanda è: quale è la giusta procedura di accensione e ricarica andando a motore? Mi spiego meglio, per accendere la barca metto ON sullo stacca batteria del motore (tenendo quelle dei servizi off) e accendo il motore, esco dal porto e voglio che andando a motore carichi anche il banco servizi, che devo fare?
Tenere ON sul motore e mettere both sui servizi? Ma così non andrebbe tutto in parallelo? O sarebbe meglio mettere off motore (che cmq rimane acceso) e mettere boh sui servizi? Mi scusi ma sono davvero negato in elettronica.
Cordiali saluti
Michele
Gentile Giuseppe,
sono a disposizione per tutte quelle spiegazioni che occorrono a chi è ostica la materia e per comprendere l’impianto elettrico di bordo nel suo uso corrente e per le manutenzioni che necessita. Ritengo molto importante l’argomento e per quello che posso cerco di dare un piccolo contributo a chi come lei vuole giustamente capire come funziona e si usa correttamente un impianto elettrico di bordo. Rispondo alle sue domande:
1. Il parallelo delle batterie di avviamento va utilizzato solo al momento dell’avvio, in quanto se una batteria è scarica e non ha lo spunto per avviare il motore, con questo sistema si riesce ad avviare il motore senza problemi, ma si deve provvedere alla sostituzione della batteria che non va, controllando la tensione di ricarica se è corretta, 14,8 Volt al minimo di rotazione dei giri motore oltre a verificare le connessioni elettriche dal positivo di ricarica, di solito un cavo da circa 10 mmq che esce dall’alternatore e va direttamente al positivo della batteria del motore di riferimento.
Importante è anche verificare che i morsetti batterie siano puliti utilizzando l’apposita spazzola che può acquistare nei negozi che vendono batterie e ricambi elettrici per auto, provvedendo ad ingrassare poli batterie e morsetti con pasta di vasellina filante. Verificare anche le condizioni della cinghia alternatore che deve essere in condizioni idonee e con la giusta tensione. Consiglio la sostituzione ad ogni inizio stagione. Importante verificare anche la tensione della batteria da fermo e con lo stacca batteria disattivato che sia di circa 12,8 Volt. Importante anche un controllo del motorino di avviamento eseguito sempre ad inizio stagione.
L’utilizzo del parallelo è importante usarlo solo al momento dell’avviamento del motore che ha la relativa batteria di avviamento scarica, per evitare che gli alternatori della ricarica delle rispettive batterie vadano in parallelo generando anomalie nel funzionamento e nella ricarica delle stesse. Per evitare questo inconveniente è bene utilizzare un solenoide comandato da un interruttore del tipo di quello utilizzato per la tromba a contatto normalmente aperto e con molla di ritorno quando si lascia tale pulsante, permettendo l’uso del parallelo di avviamento solo al momento in cui cerca di far partire il motore che ha la sua batteria di avviamento scarica.
2. Premesso che il partitore di carica è indispensabile per la corretta ricarica delle batterie di avviamento e servizi e ve ne sono di vari tipi che si differenziano per il numero delle batterie collegate con un alternatore, batteria di avviamento e batteria servizi. Oppure due alternatori (motore destro e sinistro) con appositi cavi della ricarica collegati alle rispettive batterie avviamento e servizi. Questo sistema di partitore a doppio ingresso di ricarica proveniente dai due alternatori dei relativi motori è utile nel caso un motore vada in avaria, potendo così usufruire della ricarica fornita dall’altro alternatore del motore che funziona regolarmente.
Più batterie di bordo, esempio avviamento e servizi collegate tutte in parallelo non riescono mai a caricarsi regolarmente, ma nella migliore delle ipotesi si livellano alla quantità di carica della più bassa che dispone di amperaggio necessario per l’uso del motore e dei servizi di bordo. Collegando due o più batterie in parallelo collegate ad un solo alternatore oltre a ricaricarsi circa al 50% della carica massima che potrebbero accettare, si deteriorano di parecchio prima del loro limite massimo di vita, con una spesa non indifferente per la loro sostituzione ed il pericolo di navigare con un impianto elettrico inefficiente ed anche esponendosi a pericoli e difficoltà da evitare assolutamente quando si naviga con una barca a motore.
3. Il corretto collegamento di un partitore di ricarica tra uno o due alternatori va eseguito seguendo le istruzioni del costruttore e comunque collegando uno o due positivi provenienti dai rispettivi alternatori alla lettera G1, se ad un solo generatore, oppure anche a G2 se il partitore prevede due generatori. Quindi collegare l’uscita dal partitore (B1) con un cavo da 10 mmq di sezione al polo positivo stacca batteria di riferimento che si alimenta quando lo stacca batteria è inserito. Idem per ricarica la seconda batteria (B2).
A tale schema elettrico non va aggiunto nessun altro collegamento.
Un aggiunta molto importante: non dimenticare di collegare una barra equipotenziale a cui collegare tuti i negativi delle batterie di bordo e da questa tutti i cavi dei negativi dei servizi di bordo, ricordando che il negativo delle batterie si estende a tutte le parti metalliche del motore o motori se più di uno.
Infine, ricordarsi nel caso si abbia a bordo un impianto di terra, che esso non va assolutamente collegato alle parti metalliche che sono sotto negativo batteria o batterie, ma va collegato solo alle prese di mare non in contatto con le masse metalliche dei motori ed invertitori. Se si commette l’errore di collegare l’impianto di terra alle masse metalliche motori ecc. poste sotto negativo, le correnti elettrogalvaniche corrodono inesorabilmente tutte le parti metalliche collegate tra loro, specialmente quelle in contatto con il mare..
P.S.: Per avere un riferimento con foto può leggere un mio articolo al seguente link: https://www.altomareblu.com/sonny-318-carica-caricabatterie/
Grazie per averci contattato e grazie per quanto dice. Per ulteriori domande o dubbi sono sempre a disposizione!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Gentile Giacomo,
grazie per tutti i consigli che ci da in questo mondo per lei così chiaro, per noi così ostico e complesso.
Le chiedo alcuni chiarimenti. Lei in qualche risposta dichiara: “… (si dovrebbe) utilizzare (il parallelo) solo al momento dell’avviamento del motore ed appena partito va disattivato…”. Per capire bene l’argomento (cause, effetti, implicazioni) le chiedo gentilmente se ci può chiarire:
1) cosa succede se dopo aver acceso il motore, NON si stacca la chiavetta both: io lo faccio da anni e non ho ancora subito deterioramenti che non siano “normali” alle batterie (o almeno così mi è parso), un suo chiarimento sarebbe illuminante
2) in un sistema senza ripartitore, dando per scontato che se è attivato un solo stacca batteria allora si sta ricaricando quella batteria, le chiedo cosa avviene nei diversi altri casi ovvero (a) con stacca batteria 1-motore e 2-servizi contemporaneamente attive e (b) con tutte 3 gli stacca batteria inseriti.
Ultima domanda infine:
3) Il ripartitore deve semplicemente essere inserito tra l’alternatore e le due batterie (ovvero in un collegamento: uscita alternatore – ripartitore – batterie), oppure bisogna tener conto anche del cavo dell’accensione (allo starter) o del cavo di alimentazione generale (e quindi collegare il ripartitore anche a uno o a entrambi questi “spezzoni” di impianto) ? tenga presente che uso il suo “progetto di impianto elettrico di un offshore anni ’60” come una bibbia per capirci qualcosa…
Ancora grazie della sua gentilezza, altruismo e “dedizione” e cordiali saluti.
Giuseppe Olmeti
Gentile Carlo,
nel ringraziarla per averci contattato La informo che posso darle delle dritte per la realizzazione di un nuovo impianto elettrico per la sua barca a vela. Tuttavia, ho bisogno di sapere gli assorbimenti di tutte le apparecchiature di bordo attualmente presenti, incluse le lampade led per l’illuminazione, al fine di avere il giusto valore di tutti gli assorbimenti e ricavarne un consumo medio che si possa avvicinare il più possibile a quello reale. Preciso che il suggerimento che le posso dare è secondo il mio punto di vista dettato dalle esperienze vissute, tenendo presente che mi interesso principalmente di barche a motore e non di barche a vela. Nel suo caso la soluzione si basa sulle batterie dei servizi da utilizzare che devono essere del tipo stazionario e di un amperaggio tale da garantire molte ore di utilizzo senza il motore acceso. Per quanto riguarda i pannelli solari da 100 watt di cui dispone, oltre alla turbina eolica, sono sistemi aggiuntivi magari da utilizzare solo per alcune utenze… di cui magari potremo discuterne.
Resto a disposizione per quanto detto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno Giacomo,
approfitto della sua disponibilità e gentilezza per chiederle un aiuto. Ho acquistato un imbarcazione a vela di 10 metri. Impianto elettrico da rifare. Attualmente ho 2 batterie di cui una per starter motore. Vorrei aggiungere una ai servizi per un totale di 2 batterie servizi e una starter. Ho 2 pannelli da 100 watt e vorrei aggiungere una turbina eolica. Devo acquistare carica batterie e inverter moderni. Ho 12 lampadine a led in interno e 4 per luci di via, 1 pompa di sentina, una autoclave, radio VHF fissa e un plotter GPS /radar e un autopilota (ho una timoneria idraulica con ruota pensavo al modello ex 100 idraulico della Raymarine) da aggiungere . Inviandole tutte le informazioni da potenza alternatore a totale assorbimenti giornalieri stimati posso contare su di lei per la redazione di uno schema e di una lista materiale dettagliata ?
La ringrazio anticipatamente .
Distinti saluti
Carlo
Bene Emilio, diamoci del tu e facciamo prima…
Non mi devi ringraziare di nulla e sono qui a disposizione per tutti gli appassionati ed amanti del fai da te, però correttamente ed evitando di fare guai, perché sappiamo che l’impianto elettrico di bordo, grande o piccolo che sia è una cosa molto seria e va eseguito con cognizione e nel rispetto delle norme di sicurezza Ri.i.na.
Resto in attesa di foto ed informazioni sulle utenze dei servizi ecc. per disegnare l’impianto includendole tutte.
Saluti e buon lavoro…
Giacomo
Giacomo Vitale
Caro Giacomo (mi permetta il “caro”)
la ringrazio, per la velocissima risposta, sabato penso di mandarle alcune fotografie dello stato dell’arte dell’impianto…
Per il momento grazie veramente, ha confermato la teoria che avevo: impianto da rifare…
Grazie ancora
Emilio
Gentile Emilio Genazzini,
nel ringraziarla per averci contattato posso dirle che dalla descrizione dell’impianto, che ritengo pericolosissimo e da smontare assolutamente nel più breve tempo possibile!! Come prima cosa suggerisco di staccare immediatamente i cavi dalle batterie e non collegare assolutamente il caricabatterie alla 220 V alternata della banchina per nessun motivo.
L’impianto elettrico, che come lei stesso dice, è stato rimaneggiato da diverse persone, deve essere smontato integralmente e rifatto secondo le norme Rina e secondo uno schema elettrico che le disegnerò e invierò, in modo che possa usarlo serenamente e senza preoccupazioni di alcun tipo.
Come prima cosa non usi mai più questi dannati selezionatori a cui si collegano più batterie e che se si guastano possono generare inconvenienti di diverso tipo e nei casi peggiori anche provocare incendi e comunque annientare l’impianto elettrico della barca.
L’impianto va impostato in fasi diverse e devono essere acquistati ex novo:
. Morsetti batterie
. Capicorda
. Cavo 35 – 50 mmq di sezione per le batterie
. Caricabatterie 220 V con due uscite 12V di cui una prioritaria per la ricarica della batteria servizi e l’altra per l’avviamento motore
. Interruttori magnetotermici, interruttore differenziale 220V per quadretto elettrico tensione 220 alternata dalla banchina
. Due interruttori sezionamento uscita ricarica 12V per la batteria servizi e quella di avviamento
. Tre staccabatterie di potenza adeguata: uno per il parallelo e le altre due per i servizi e l’avviamento motore
. Un partitore di carica un ingresso (da uscita positivo alternatore alle due batterie)
. Capicorda di varie sezioni e secondo necessità
. Quadretto elettrico con fusibili a lama o interruttori riarmabili di protezione in caso di corto circuito, per tutti i servizi di bordo
Se riesce ad inviarmi le foto dei servizi di bordo e quello che esiste sulla barca le sono grato al fine di disegnarle lo schema elettrico dell’impianto nuovo che deve essere progettato e cablato in opera. Può inviare le scansioni delle foto a info@altomareblu.com
Per il momento le ho indicato sommariamente come rifare E certo di averle fatto cosa gradita resto in attesa di un suo risconto. Saluti,
Giacomo Vitale
buongiorno, vorrei approfittare della sua competenza per chiederle Alcuni consigli, le espongo la situazione:
barca jeanneau 7.10 mt motorizzato volvo pentamarine 2300 turbo diesel, impianto elettrico esistente, ma non funzionante, del tipo ci siamo trovati con una batteria scoppiata, e l’ altra che non tiene cerco di spiegarle l’ impianto:
2 batterie entrambe da 100 ah
Una riservata all’ avvio del motore,
Una riservata ai servizi,
un selettore/deviatore di batteria 4 posizioni tramite cavo di massa
b1, b2, nessuna, b1+b2
le batterie sono in parallelo
altre parti dell’ impianto:
un ripartitore di carica che unisce le batterie il caricabatteria e l’ alternatore
qualche interruttore sparso (3) che va a sezionare la corrente da banchina l’ inverter e un’altra cosa che non si sa bene ?
un inverter che se acceso funziona e assorbe 0,5 A , sempre e comunque…. se spento non fa caricare le batterie ? (non si capisce come mai)
una pompa di sentina con relativo interruttore funzionante, insomma se lasciamo la barca cosi com’è, ci ritroviamo con questi risultati:
o scoppian le batterie
o la batteria dei servizi è perennemente scarica
o la lascio sotto carica e scalda tantissimo
o cambio impianto elettrico completamente che faccio prima, ci hanno pasticciato in troppi ormai per i miei gusti, siccome qualcosina ne capisco, vorrei vedere se sono in grado con il suo aiuto di mettere insieme un impianto funzionante e sicuro.
La mia ide era:
1 batteria gel (servizi)
1 batteria normale per avvio motore
1 caricabatteria (al momento c’è un quick vecchio, ma che per me ha fatto la sua vita) vorrei mettere un Quick SBC NRG 140 FR
1 ripartitore di carica (e qui chiedo lumi)
Sezionare ulteriormente le batterie anche sul filo positivo ?
Di sicuro mettere qualche magnetotermico o autoriarmante ?
Mi son dimenticato di dirle che abbiamo anche un verricello senza protezioni…… qualcosa vorrei mettergli
Io la ringrazio per l’ attenzione e le eventuali risposte, consigli, suggerimenti che vorrà darmi, ovviamente accetto consigli anche sui tipi di materiali (o marchi particolari), come avrà capito, la priorità è sistemare l’ impianto e cercare di non spendere piu del costo della barca :) , la ringrazio, e comunque continuerò a seguirla.
Buongiorno Riccardo,
grazie per averci contattato e rispondo di seguito al Suo quesito.
L’impianto elettrico che vuole realizzare per alimentare la pompa di sentina, le luci di via e la luce di fonda per il suo natante è estremamente semplice. Di seguito l’elenco dei materiali occorrenti:
– Batteria avviamento 12V 45A-330 A spunto
– Stacca batteria 100 A per uso nautica
– Quadretto elettrico 12V a quattro interruttori a fusibili di protezione utenze o a riarmo automatico senza fusibili
– Monocavo di rame rosso sezione 6 mmq da collegare dal positivo alternatore al positivo batteria ed al generale di ingresso del quadretto elettrico
– Monocavo di rame nero sezione 6 mmq da collegare alla massa del motore ed al negativo della batteria ed al negativo generale del quadretto elettrico
– Cavo gommato bipolare da 1,5 mmq per le tre utenze previste: fanale di fonda, luci di via, pompa di sentina
– Rimane un quarto interruttore disponibile per un’altra utenza che potrà aggiungere in seguito
Descrizione montaggio impianto elettrico:
Dopo aver acquistato i materiali occorrenti per la creazione e l’assemblaggio dell’impianto descritto nelle righe, procedere come prima battuta al:
– posizionamento del quadretto elettrico nell’area del posto di comando della barca, possibilmente davanti o a fianco della ruota del timone o in assenza, vicino al posto di comando se con barra diretta sul timone a poppa
– posizionamento dello stacca batteria che deve essere posto tra il filo che proviene dal positivo dell’alternatore ed il positivo generale di ingresso del quadretto elettrico a quattro utenze. Nota bene che lo stacca batteria deve essere posto vicino al positivo dell’alternatore per evitare di dover usare fili troppo doppi per compensare la lunghezza dei cavi usati
– Collegare il cavo negativo dalla batteria alla massa del motore ed al negativo generale del quadretto elettrico a quattro utenze previsto
Infine a quadretto elettrico istallato devono essere collegati i cavi gommati che vanno dall’interruttore del quadretto elettrico alle utenze di riferimento. Il quadretto elettrico è dotato dei morsetti per collegare i negativi delle quattro utenze negative previste
. Posizionare dove scelto le utenze e collegarle elettricamente con il cavo gommato previsto al quadretto elettrico
Spero tutto sia chiaro e nel caso desidera ulteriori spiegazioni non esiti a scrivermi.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno.
Anche io avrei la necessità di alcuni consigli per realizzare un impianto elettrico su di una piccola lancia in legno (4,60 m f.t.) realizzata 25/39 anni fa dai cantieri di Montisola sul lago d’Iseo. L’impianto al momento non è presente ma vorrei realizzarlo per poter comandare una piccola pompa di sentina ed eventualmente una luce bianca notturna a 360°.
La particolarità sta nel fatto che il mio nuovo motore a 4 tempi è ad avviamento manuale ma è dotato di alternatore poter ricaricare una batteria “servizi”.
Grazie
Riccardo
Gentile Antonello,
nessun problema se vuole avere una seconda batteria di riserva sulla sua barca, ma come risposi al suo commento del 12-10-2014, non deve metterle in parallelo fisso, ma utilizzarlo solo al momento dell’avviamento del motore ed appena partito va disattivato il parallelo. Tuttavia, per ricaricare le due batterie si deve utilizzare un partitore di carica che prende il positivo dell’alternatore e lo smista uno ad una batteria ed uno all’altra.
In questo modo le batterie vengono ricaricate separatamente e non si rischia che la più scarica livelli alla sua quantità di carica allo stesso livello dell’altra con il risultato di avere due batterie cariche a metà…
Il sistema per ovviare al suo problema è quello di avere una sola batteria 12V con una corrente di spunto adeguata al tipo di motore che ha a bordo. Mi riferisco alla scocciatura di inserire in parallelo le due batteria prima dell’avviamento, per poi subito scollegarlo una volta che il motore va in modo… In caso di dimenticanza accade quello che ho sopra nelle righe descritto, abbreviando la vita delle batterie di bordo.
Tornando a quello che deve fare sulla sua barca, oltre a sostituire le batterie attuali che ha a bordo, se vuole mantenere la configurazione delle due batterie per l’avviamento, deve provvedere a far istallare un partitore di carica come detto e potrà navigare tranquillo. La scocciatura di inserire in parallelo le due batterie prima della partenza, per poi toglierle dal parallelo dono la partenza del motore…
E’ buona norma collegare i servizi elettrici sulla batteria dei servizi, in modo da avere la batteria di avviamento sempre efficiente!!
Prima di acquistare le batterie di cui ha bisogno, informi il venditore del tipo di motore che ha a bordo, in modo da scegliere la batteria più adatta con uno spunto di partenza adeguato, prendendone due eguali.
Spero di essere stato d’aiuto e se ritiene opportuno, può anche contattarmi telefonicamente.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Mi scuso per l’ulteriore disturbo che Le arreco, ma vorrei porre un problema:
nel mio Calafuria 7 ci sono 2 batterie 100Ah da 750A EN, che sono ormai morte e dovrei cambiarle (una per i servizi e una per l’avviamento).
Lei mi diceva che potrei avere una 135 AH con 850A di spunto, ma io vorrei avere sempre 2 batterie per sicurezza.
il motore è un AIFO 806-am da 125 Hp e l’alternatore un Marelli da 65 A. Lo staccabatterie consente di collegarle singolarmente o in parallelo (v. mio commento del 12-10-2014). Che consigli potrebbe darmi sui relativi amperaggi e sul collegamento in parallelo? Metterne due uguali e alternare l’uso?
Grazie,
Antonello
Gentile Antonello Manconi,
nel ringraziarla per averci contattato, La informo che Le ho appena inviato una mail a cui può rispondere allegando il file pdf del nuovo impianto elettrico che ha previsto per il Suo Calafuria.
Appena ricevuto le riferirò.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Salve,
dopo averLe posto il problema delle batterie del mio Calafuria (v. mio messaggio del 12 ott. 2014) vorrei approfittare della Sua gentilezza per sottoporle uno schema che ho steso per rifare l’impianto elettrico della barca per avere una Sua approvazione di massima.
E’ un disegno che ho trasformato in PDF ma non vedo qui la possibilità di allegare file. Come potrei fare?
Grazie,
Antonello
Gentile Agostino,
ottima la scelta del modello di separatore di carica che ha acquistato dalle caratteristiche tecniche molto buone.
In riferimento alla domanda che mi pone posso dirle in linea di principio che negli impianti elettrici a bassa tensione, come in barca per esempio, più corti sono cavi positivi e negativi di potenza, dalle batterie ai punti di collegamento quali il motorino di avviamento, il positivo che va ad alimentare tutti i servizi di bordo ecc. migliore è il rendimento dell’impianto. Si evitano alcuni inconvenienti antipatici, come per esempio il riscaldamento eccessivo dei cavi di potenza causato da una sezione del cavo troppo ridotta e quindi una riduzione delle prestazioni dichiarate dal costruttore. La sezione del cavo a treccia che ha usato va bene.
Invece, circa la lunghezza dei cavi di cui appena detto, sono eccessivamente lunghi e come specificato a pagina 5 del manuale di istruzioni del separatore che ha acquistato, è scritto testualmente, copia ed incolla: utilizzare cavi di sezione adeguata e di minore lunghezza possibile.
Nel caso specifico l’eccessiva lunghezza dei tre cavi positivi che vanno dal separatore Quick alle tre batterie potrebbe subire una caduta di tensione tale da mettere in crisi sia il separatore di carica, sia la corretta ricarica delle batterie e la riduzione della loro vita. Concludendo, è ideale contenere la lunghezza dei cavi detti tra i 70 – 100 mm. Le consiglierei di attenersi a quanto suggerito per avere un rendimento ottimale del separatore e soprattutto per la vita delle batterie garantendo prestazioni ottimali.
Per qualsiasi altra domanda in merito non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno,
vorrei una sua opinione sull’installazione di un separatore di carica (Quick modello ECS163 – 160A – 3 uscite, tecnologia a mosfet). La mia barca (Jeanneau Merry Fisher 925) monta 2 Volvo penta diesel da 160 Cv, in ognuno dei quali è installato un alternatore con potenza nominale 140 A, il banco batterie è formato da un parallelo dedicato ai servizi (2 batterie da 170 A AGM) e da una batteria separata dedicata ai motori (140 A AGM).
I cavi di collegamento tra alternatore-separatore e separatore-batterie (un cavo dedicato ad ogni batteria) è sufficiente che siano di sezione 50 mm? la distanza tra alternatore e separatore è di circa 1,5/2 m, mentre da distanza tra separatore e batteria è di circa 1/1,5 m. Grazie dell’attenzione.
Agostino
Gentile Lorenzo,
sono a disposizione per aiutarti a progettare ex novo l’impianto elettrico della tua barca d’epoca da poco acquistata e che, da quanto riferisci, è in condizioni precarie e soprattutto pericolose per la sicurezza della barca e dei passeggeri.
Ti suggerirei di scattare tutte le foto possibili dell’impianto nelle condizioni in cui si trova, pregandoti di inviarmi anche l’elenco del nuovo impianto che vuoi realizzare, con le utenze che intendi prevedere. Ovviamente, oltre all’impianto di ricarica a 220 V da collegare alla rete della banchina, prevedo anche un impianto fotovoltaico a completamento del tutto. Ti contatto in privato per indicarti dove e come inviarmi il tutto.
Sarà mia cura realizzare lo schema elettrico del nuovo impianto elettrico con tutti i consigli necessari per realizzarlo. Pubblicherò il tutto su AMB per fare in modo che tu, insieme ad altri appassionati in grado di rifare l’impianto elettrico della propria barca, potrete trarre le notizie necessarie per realizzarlo correttamente, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza previste dal Rina.
Ti ringrazio per averci contattato e per il quesito posto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Gent.mo Giacomo
ho da poco acquistato una barca a vela di 29 piedi del 1974 e sto procedendo a qualche restauro (non tutto insieme per ovvi motivi economici). Al di là dell’età che ha procurato evidenti segni di corrosione nei cablaggi elettrici, sono soprattutto gli interventi del precedente proprietario che hanno reso l’impianto elettrico attuale un inestricabile groviglio di cavi. Collegamenti tra fili arrotolati e chiusi con un po’ di nastro, cavi che si perdono nel nulla senza che se ne conosca la funzione, luci che non si accendono nonostante lampadine integre, strumenti di controllo morti da decenni (o forse non collegati…) e così via. Insomma, mi sono deciso a prendere la situazione di petto e a rifare tutto l’impianto prima di tutto per renderlo sicuro e poi per modernizzarlo. Vorrei infatti usare led e inserire nell’impianto un caricabatterie più la predisposizione per wc el., salpancora el e pannello solare. Questi attrezzi li aggiungerò in futuro ma intanto vorrei preparare i cablaggi. Girando sul web mi sono imbattuto nei suoi articoli e vista la sua disponibilità vorrei approfittarne e sottoporle il progetto che ho disegnato perché a occhio temo che qualcosa mi sia sfuggito. Per esempio non sono sicuro dei collegamenti dell’alternatore, e del pannello solare. Provo a inserire lo schema ma non so esattamente come fare.
Grazie in anticipo
wiring_AlaDM.jpg
Salve Mattia,
bene per la mia descrizione che sembra sia stata chiara. per il quadro elettrico, come dici tu ce ne sono alcuni validi e puoi vedere appunto in rete. Vedi questa dicitura e lo troverai facilmente questo che ti indico: PANNELLO ELETTRICO ELITE 6 INTERRUTTORI 17X9CM FUSIBILI RIARMABILI BARCA NAUTICA.
Devi usare anche capicorda a crimpare del tipo a maschio e femmina nei tre colori rosso, blu, giallo che partonmo da una sezione da 075 mmq del filo di rame a 6 mmq. Occorrono anche faston maschi e femmine con i relativi cappuccetti di protezione. Quindi fascette di varia lunghezza e sezione per fissare i cavi in vari punti e fare in modo che risultino ordinati. Nastro isolante antifiamma di ottima marca, morsetti a vite di tipo mammut in varie sezioni da 1,5 mmq a 8 mmq secondo l’occorrenza. Munisciti anche di una spella fili e due pinze a crimpare, una per i capicorda ed una per i faston.
Per le utenze 12 V maggiori di 6 Amp. di assorbimento è preferibile utilizzare anche dei relè pilotando la bobina del relé con un polo, il negativo) collegato direttamente al negativo, mentre il positivo che viene dall’interruttore del quadro lo colleghi al positivo della bobina del relé, mentre i due poli di scambio li colleghi uno al positivo proveniente dalla morsettiera equipotenziale e l’altro al positivo dell’utenza da collegare, per esempio il frigorifero.
Se hai problemi posso anche abbozzare uno schema di massima.
Buon lavoro,
Giacomo Vitale
Grazie mille per la spiegazione. E’ chiarissimo sono io che ho difficoltà anche con gli impianti elettrici semplici.
Allora, il faretto devo ancora comprarlo per la pesca (pensavo di prenderne uno apposito per nautica) quindi non so dirti i watt.
Per quanto riguarda le batterie ne ho due predisposte a poppa nel gavone: una solo per il motore e una solo per i servizi (al gel).
Quindi, da quella dei servizi faccio partire positivo e negativo di buon diametro e arrivo fino davanti, facendoli correre nella fiancata destra, arrivo fino in cabina dove avevo pensato di mettermi un quadro elettrico di 6 interruttori con relè. (il quadro classico che trovi anche su ebay per nautica) Va bene? Ho pensato di metterlo in cabina perché non si bagna, anche quando lavo la barca.
Che altro materiale devo procurarmi?
Grazie
Dunque Mattia,
per l’impianto elettrico ex novo della tua barca puoi procedere in questo modo:
prima di tutto passa i cavi da un solo lato, preferibilmente quello guida. Quindi predisponi una guaina gommata da 30 millimetri di diametro, dal posto in cui devi alloggiare la batteria dei servizi fino al posto di comando. Quindi passa in questa guaina gommata da 30 mmq di sezione, due fili separati di differente colore da 10 mmq di sezione (uno per il positivo ed un altro per il negativo batteria) dalla batteria al posto di comando e se necessario lungo questo tragitto predisponi una cassetta di derivazione che potrai usare per i negativi dei servizi. Stabilisci dove devi fissare la scatola dei fusibili e serviti di due ripartitori dei poli di corrente, uno per i positivi e l’altro per i negativi.
I due monocavo da 10 mmq, uno per il positivo e l’altro per il negativo batteria servizi devono essere collegati alle relative morsettiere equipotenziali da porre sottoo al quadro elettrico comandi in prossimità della scatola dei fusibili e degli interruttori di comando.
Quindi secondo lo schema dei servizi, mediante un cavo gommato 3 x 1,5 mmq, porta tre positivi dai tre poli della scatola fusibili per le seguenti utenze:
Nota: il cavo gommato 3 x 1,5 mmq che porta solo i fili delle tre utenze positive proveniente dalla scatola fusibili, devono passare prima per gli interruttori del quadro di comando.
Infine, in prossimità delle due pompe di sentina e della luce di via di poppa, predisponi una cassetta di derivazione da dove, mediante dei pressacavo fai uscire i cavi gommati che vanno direttamente alle utenze previste. Fissa questi cavi gommati con apposite fascette dotate di occhiello per il fissaggio con una vite autofilettante inox. Ricordati che nella cassetta di derivazione devi aver passato il positivo batteria ed il negativo batteria, più i tre fili positivi delle utenze precedentemente descritte, il tutto cablato mediante dei morsetti tipo mammut di apposita sezione. Il filo positivo da 10 mmq di sezione serve per eventuali servizi extra che puoi realizzare in prossimità della cassetta di derivazione, magari con un interruttore locale.
Per la tromba collega un cavo dalla morsetteria equipotenziale positiva e portalo alla scatola fusibili, quindi l’uscita dopo il fusibile va collegata all’interruttore della tromba e da quest’ultimo al positivo della tromba a cui devi fare arrivare mediante un cavo gommato unico da 2 x 1,5 mmq di sezione le due polarità.
Lo stesso criterio lo devi prevedere per le utenze di seguito indicate.
Attenzione: per il faretto pesca notturna prevedi un apposito relé di appropriata potenza altrimenti si brucerebbe l’interruttore di comando.
Se mi dici la potenza in watt 12V del faretto ti indico l’amperaggio del fusibile e la potenza del relé da usare.
Spero di essere stato chiaro e che sia riuscito a comprendere quanto descritto. In caso di dubbi, scrivimi.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Ciao Mattia,
ti ringrazio per quello che dici, troppo gentile.
Per quanto riguarda il nuovo impianto elettrico da realizzare sulla tua pilotina non ci sono problemi e posso spiegarti tutto semplicemente ed in poche battute. Devi avere la pazienza di attendere qualche giorno, poiché in questo momento non posso e ti indicherò come fare.
Ti ringraziamo per averci contattato.
Cordiali saluti
Giacomo Vitale
Ciao Giacomo,
ho letto i tuoi articoli e ti reputo molto preparato. Volevo chiederti se puoi dare una mano anche a me; ho acquistato una pilotina di metri 6 da pesca, però visto che l’impianto elettrico funziona ma passano cavi ovunque ai lati della barca, vorrei rifarlo da zero e far passare tutti i cavi elettrici dentro a delle guaine di pvc, per poter bene isolarli.
Le utenze previste sono:
. 2 pompe sentina
. luci di via
. tromba
. frigorifero
. radio cd
. un faretto per la pesca notturna
Le domande sono:
. da ognuno di questi servizi partono 2 cavi, li faccio arrivare tutti in un quadro?
. poi dal quadro vado alla batteria dei servizi con due cavi unipolari (positivo e negativo) più grandi?
Grazie se puoi spiegarmi in parole semplici.
A presto Mattia.
Gentile Alessandro,
è buona norma fare una distinzione, vale a dire: sapere se si usano multi-cavi gommati di varie sezioni o mono-cavi di varie sezioni.
Nel primo caso basta inserire i multicavi, per intenderci i cavi gommati, in apposite canaline a sezione rettangolare o quadrata di varie misure secondo l’occorrenza, dotate di coperchio inseribile ad incastro ed asportabile per lavori di manutenzione ecc. in qualsiasi momento. Inoltre, i cavi gommati devono partire dal quadro generale ed arrivare integri fino alle utenze previste, uscendo dalla canalina mediante appositi pressa-cavo utilizzati in virtù delle differenti sezioni di cavo previsto.
Nel caso di utilizzo di mono-cavo di varie sezioni è bene utilizzare tubazioni RK di varie sezioni, secondo necessità. In questo caso le giunture possono essere effettuate nelle cassette di derivazione mediante appositi giunti che ne garantiscono la tenuta stagna. Un consiglio: nel caso si prevede di utilizzare per le giunture appositi morsetti a vite, quelli definiti mammut per intenderci o altri similari, è consigliabile intestare i cavi con appositi capicorda a spillo da inserire nei morsetti e utilizzare in questi ultimi vasellina in pasta filante, quella usata per proteggere i poli delle batterie dalla fosfatazione ed anche vasellina spry. Tutto questo perché a mare, anche in impianti elettrici passanti in tubazioni stagne, la salsedine è sempre in agguato e corrode inesorabilmente tutto quello che non è inossidabile… Garantisco che in questo modo, anche dopo anni, i contatti e le utenze restano sempre efficienti al massimo garantendo un corretto funzionamento delle stesse.
Spero di aver risposto alle domande poste.Tuttavia, nel caso voglia parlare direttamente con me per telefono mi può chiamare al numero di cellulare indicato nella home page del blog alla voce contatti.
La ringraziamo per averci contattato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Vorrei gentilmente sapere, visto che nella normativa non ho trovato particolari indicazioni, tranne che non devono correre in tubi metallici, se le linee elettriche, che corrono lungo lo scafo sottocoperta per arrivare alle utenze, possono correre tenuti unicamente da fascette, o devono essere in cavidotto? le scatole di derivazione, dove vi sono giunzioni, devono essere stagne(sempre sottocoperta)?
Grazie anticipatamente
Gentile Antonello,
in riferimento al quesito per far arrivare i fili della lampadina della testa della crocetta e che devono arrivare all’interruttore che si trova sul quadro comandi, si può realizzare certamente, ma per dare una risposta appropriata occorrerebbe avere un po’ di foto che può inviarci alla ns. info
La ringraziamo per averci contattato e restiamo in attesa delle foto richieste.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Salve, in ottobre ho postato relativamente alle batterie del mio Calafuria 7 del 1978 e ho ricevuto una esauriente risposta.
Mi permetto di porre un altro quesito, stavolta specifico del Calafuria 7:
la luce bianca sulla crocetta aveva i cavi mangiati e quindi l’ho smontata e ho ripassato cavi nuovi che vanno dalla lampadina alla base della crocetta in legno, e da qui tramite un foro attraversano la tuga per finire in un “doppio fondo” che sta tra il tetto esterno e il cielo interno (sopra il posto di guida).
Purtroppo non riesco a trovare il modo di far arrivare il filo alla console di guida dove c’è l’interruttore in quanto non intravvedo “canali” di passaggio per la sonda e non vorrei però rassegnarmi a lasciare il filo esterno.
Qualche proprietario di Calafuria 7 sa dirmi se c’è la strada per passarvi la sonda e portare il filo al quadro comandi?
Grazie, saluti.
Antonello
Grazie Giacomo,
il motorino di avviamento viene attivato tramite un contatto NA del teleruttore, in modo tale che all’avvio del motore tale contatto si riapre in quanto la bobina del teleruttore viene diseccitata al rilascio del comando di avviamento e pertanto il relè non assorbe corrente. RISPOSTA: OK VA BENE!!
Per quanto riguarda l’utilizzo del magnetotermico differenziale a protezione dei circuiti ausiliari, nel caso di corto di uno dei servizi non è buona cosa l’intervento automatico della protezione?
RISPOSTA: Il cavo di opportuna sezione che parte dallo staccabatteria e che va a monte di tutti gli interruttori dei servizi di bordo collegati, vanno posti o sotto fusibile, oppure sotto interruttore magnetotermico, oppure sotto interruttore riarmabile una volta tolta la causa del cortocircuito che lo faceva scattare e di adeguato amperaggio, è meglio collegarlo come detto, poiché in caso di un corto o più cortocircuiti degli utilizzatori, potrebbe sentire tale condizione e scattare di conseguenza, lasciando senza tensione tutto l’impianto di bordo.. Condizione pericolosa che con particolari condi meteo avverse ecc..
Se fosse utilizzato un interruttore manuale il corto continuerebbe a provocare danni a tutto l’impianto con il rischio anche di incendio. Risposta: No, perché le protezioni di cui detto interverrebbero automaticamente, scollegando l’utenza interessata dal corto, senza anadre ad interessare altre utenze!!
L’intervento del magnetotermico consentirebbe ad individuare il circuito soggetto a guasto ed isolarlo togliendo il relativo fusibile (sempre che non sia intervenuto a sua volta) che comunque ho previsto a protezione di ogni singolo circuito. Per una migliore comprensione di quanto sopra invierà appena possibile lo schema. RISPOSTA: condizione che non si creerebbe se adotta la soluzione sopra descritta!!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Grazie Giacomo,
il motorino di avviamento viene attivato tramite un contatto NA del teleruttore, in modo tale che all’avvio del motore tale contatto si riapre in quanto la bobina del teleruttore viene diseccitata al rilascio del comando di avviamento e pertanto il relè non assorbe corrente.
Per quanto riguarda l’utilizzo del magnetotermico differenziale a protezione dei circuiti ausiliari, nel caso di corto di uno dei servizi non è buona cosa l’intervento automatico della protezione?
Se fosse utilizzato un interruttore manuale il corto continuerebbe a provocare danni a tutto l’impianto con il rischio anche di incendio.
L’intervento del magnetotermico consentirebbe ad individuare il circuito soggetto a guasto ed isolarlo togliendo il relativo fusibile (sempre che non sia intervenuto a sua volta) che comunque ho previsto a protezione di ogni singolo circuito. Per una migliore comprensione di quanto sopra invierà appena possibile lo schema.
Grazie ancora e di nuovo cordiali saluti.
Salve Eugenio,
ti contatto in privato con la mia mail su cui puoi inviarmi tutti gli schemi dell’impianto elettrico nuovo che intendi realizzare sul natante che hai appena acquistato.
Circa la domanda di utilizzare un teleruttore utile all’avviamento del motorino di avviamento come stacca batteria, ti dico subito che è sbagliatissimo perché assorbe tantissima corrente e comunque serve solo per quei pochi attimi necessari ad attivare il motorino di avviamento.
Lo stacca batteria migliore è quello a comando manuale di amperaggio adeguato all’assorbimento dell’impianto che si è progettato.
Lo stesso dicasi per un interruttore generale magnetotermico per i servizi che sconsiglio, poiché un corto su un servizio potrebbe disarmarlo e rimarresti senza corrente per tutti i servizi.
Per motivi di sicurezza il positivo che alimenta tutti i servizi deve andare collegato direttamente a monte di tutti gli interruttori magnetotermici che proteggono le utenze. Ovviamente utilizzando un cavo portante di sezione adeguata al carico totale che si ricava sommando l’assorbimento massimo di tutte le utenze previste.
Certo di averti fatto cosa gradita, ti saluto cordialmente,
G.V.
Gentile Giacomo,
grazie per queste delucidazioni in merito alla realizzazione corretta dell’impianto elettrico di un natante. Insieme a due amici ho appena ritirato una pilotina da restaurare e grazie alle tue spiegazioni ho realizzato sulla carta uno schema unifilare dell’impianto che vorrei realizzare. Ti sarei grato se potessi comunicarmi una email alla quale allegare tale schema, in quanto vorrei conoscere un tuo parere in merito all’utilizzo del teleruttore che comanda il motorino d’avviamento come interruttore stacca batteria motore e di un interruttore magnetico termico differenziale, che oltre a costituire una protezione dell’impianto servizi, funge da stacca batteria servizi.
In attesa di gradito riscontro, ringrazio e saluto cordialmente.
Gentile Antonello,
in riferimento al quesito posto indubbiamente l’impianto elettrico del Suo Calafuria è opera di modifiche improprie e spiego il perché:
Prima di tutto è sempre meglio avere una batteria con amperaggio e corrente di spunto adeguata per il motore che si ha a bordo. Anche quest’ultimo deve, specialmente se diesel, deve avere candelette e quant’altro necessario per l’avviamento in ordine, altrimenti, se per esempio, iniettori, pompa nafta, filtri nafta, cavi e morsetti batteria non sono adeguati, andare per mare diventa un incubo.
E’ sempre preferibile avere una batteria adeguata come amperaggio e corrente di spunto, anziché due. Infatti, nel caso di doppia batteria, che devono collegate in parallelo, la batteria più scarica, mantiene il suo livello di ricarica basso e ad esso si allinea anche la batteria migliore. Risultato: si ha una perdita non indifferente di amperaggio e corrente di spunto necessari per l’avviamento del motore.
Tuttavia, nel caso di utilizzo di due batterie in parallelo esse devono essere accoppiate non in parallelo, ma interfacciate con un partitore di carica che evita il problema sopra citato. La doppia batteria deve essere usata solo come accumulatore di riserva ponendolo in funzione con uno staccabatteria solo in caso di necessità, vale a dire al momento della messa in moto. Una volta avviato il motore, il parallelo tra le due batterie deve essere disattivato.
Il fatto che all’avviamento occorre mettere in parallelo le due batterie come riferisce, vuol dire che sia come amperaggio che come spunto una batteria da sola non riesce ad avviare il motore. Per il Suo motore Aifo potrebbe andar bene una da 12V – 135 Ah e 850 A di scarica rapida all’avviamento.
Quindi deve abolire le due batterie d’avviamento che ha attualmente e sostituirle con quella appena descritta.
La migliore scelta sarebbe quella di utilizzare con un partitore di carica un’altra batteria identica a quella appena descritta e collegarle all’alternatore mediante un apposito partitore di carica e tutto ritornerebbe a posto.
Per capire da cosa potrebbe dipendere l’assorbimento anomalo che subisce la batteria dei servizi, si deve fare una prova con lo stacca batteria di quest’ultima posto in posizione off. Quindi attivare tutti i servizi di bordo mediante il quadro elettrico e verificare se qualcuno va in funzione.
Da tener presente che l’autoradio, anche se spenta ha un assorbimento piccolo è vero, non trascurabile… ma non in grado di scaricare una batteria di oltre 100 in una sola nottata. Vuol dire che ci sarà qualche altra dispersione che si potrebbe scovare con l’aiuto di un Amperometro.
Per qualsiasi altra spiegazione può contattarmi telefonicamente o per e-mail, inviandomi un po’ di foto.
Cordiali saluti,
G.V.
Mi permetto di porre un problema, se poteste darmi qualche chiarimento sarei più tranquillo.
Ho un Calafuria 7 con 2 batterie da 100Ah (750A di spunto). Ci sono 3 staccabatteria , di cui uno per la batt. motore, l’altro per la batt. servizi e il terzo per mettere in parallelo le due.
Il precedente proprietario mi ha spiegato che per mettere in moto (motore AIFO 806-AM da 132 CV) devo prima attaccare i due staccabatteria e poi metterli in parallelo col terzo staccabatteria. Appena messo in moto il motore staccare il terzo staccabatteria (quello del parallelo) e navigare. Perchè? Forse le batterie non sono sufficienti (singolarmente) ad avviare il motore? (Infatti con una sola non parte).
Una notte ho lasciato collegato lo staccabatteria dei servizi e il giorno dopo la batteria era scarica (5.9 V al tester). Significa che ci sono dispersioni, visto che non c’erano servizi collegati tranne le solite 2 pompe di sentina, che però dovrebbero bypassare lo staccabatteria?
Che mi consigliate di fare?
Grazie,
Antonello
Caro Federico,
in riferimento a quanto dici circa la situazione politico economica del nostro paese ci siamo già detti tutto in poche battute, ma sappi che fosse per me pur essendo un uomo tranquillo, vista l’esasperazione alla quale ci hanno ridotto, perché sostengo che non ci si deve preoccupare solo dei propri interessi ma se viviamo in una Repubblica dove il benessere è di buon livello e ben distribuito, viviamo tutti meglio e questo sarebbe garanzia di equità sociale, specialmente se si perseguisse l’illegalità a tutti i livelli e seriamente, da evitare brutali e mortali rapine nei negozi, nelle abitazioni, donne uccise e violentate ecc… Insomma, dipendesse da me andrei deciso con soluzioni serie e drastiche capaci se non estirpare queste vergogne, almeno di ridurle drasticamente per ridare dignità ad una democrazia offesa da amministratori incapaci a tale ruolo. Punto!
Rispondo alle tue ulteriori domande:
– i due elementi in basso nel disegno sono indicati nei due fili rossi che provengono dal quadro elettrico e contraddistinti da: pompa sentina1 e pompa sentina2. Ne ho previste due per maggiore sicurezza.
– Le piastre equipotenziali garantiscono una perfetta continuità elettrica ed una distribuzione paritaria sia a livello di tensione che di corrente, evitando falsi contatti che potrebbero anche generare pericolose scintille.
– Se un motore richiede una batteria da 12V 80Ah non è detto che la batteria dei servizi non possa essere più grande o più piccola di amperaggio, basta che si rimane nei limiti + / – del 20% e scusa se nel disegno ho dimenticato di inserire il partitore di carica tra la batteria motore e quella dei servizi. In effetti si tratta di una piastra in alluminio con alette di raffreddamento su cui sono disposti elettricamente tre diodi collegati in un certo modo. All’atto pratico hai un ingresso che va collegato con il positivo dell’alternatore che serve per la ricarica della batteria di avviamento e due uscite: una collegata al positivo della batteria di avviamento e l’altra sul positivo della batteria servizi. Questa piastra, che nel nostro caso è di 12 V nominali, deve avere un amperaggio massimo fino a 80 – 100A. Appena mi è possibile aggiungo uno schema elettrico di questo dispositivo, in modo che tu possa capire come collegarlo.
– Nel caso tu debba prolungare un cavo elettrico correttamente ci sono varie possibilità ed il tutto dipende dalla sezione del cavo. In caso di cavi grossi da 35 – 50 mmq circa occorre necessariamente una piastra equipotenziale, capicorda e perni filettati con relativi dadi e rondelle per il serraggio, il tutto messo in una scatola di derivazione a tenuta stagna, ricordandosi di ingrassare bene con vasellina filante le parti giuntate. Quest’ultima operazione garantisce una perfetta continuità elettrica senza cadute di tensione ecc.
Nel caso si debbano giuntare cavi di sezione inferiore a partire da 1,5 mmq fino a 10 mmq si possono usare appositi capicorda maschio e femmina in rame stagnato a crimpare e protetto da apposito materiale isolante e collegarli o piastre equipotenziali. La particolarità è che essi devono essere assolutamente posti in una scatola di derivazione a tenuta stagna e trattare il tutto mediante vasellina spray, in modo che non si arrugginiscano per effetto del sale che è nell’aria e che diventa micidiale in caso di fortissima umidità, perché è in quel caso che si propaga su tutte le parti che sono a contatto diretto con l’atmosfera e non solo.
Volendo si possono anche utilizzare morsetti del tipo mammut che esistono di varie sezioni e sono utilissimi quando si devono collegare più fili di seguito. Ma è importante che anche questi siano bene ingrassati con vasellina liquida a spruzzo o con vasellina in pasta, in modo che umidità e salmastro presenti in grandi quantità a mare o in ambienti marini, non ossidino il tutto compromettendo la continuità elettrica mediante cadute di tensione e di corrente.
– Quando si costruisce ex novo o si ristruttura una barca, dopo aver ultimato lo scafo, con la coperta e tutto il resto è importante partire prima dall’impianto elettrico perché, specialmente nel caso di motori entrobordo o entro fuori bordo, utilizzando uno schema elettrico preventivo ed ordinato si opera con rapidità e precisione in tempi brevi e con ottimo risultato.
– Le pompe di sentina servono per togliere l’acqua che si accumula in sentina per infiltrazioni dalla carena o per acqua piovana. L’autoclave serve, collegata ad un apposito serbatoio di acqua potabile da circa 60 – 80 litri o più, a seconda della disponibilità di spazio a bordo, per alimentare una doccetta, permettendo di lavarsi uscendo dal mare con acqua dolce e togliersi il sale di dosso. E’ un accessorio molto utile a bordo.
– Non c’è differenza tra piastre equipotenziali positive o negative se non la polarità.
– L’impianto puoi realizzarlo quando vuoi come periodo, l’importante è che le giunzioni siano realizzate a regola d’arte, usando piastre equipotenziali, capicorda maschio e femmina, mammut e trattando il tutto vasellina spray o in pasta filante.
Spero di aver risposto con chiarezza a tutte le tue domande e grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Caro Giacomo,
sei sempre celere nel rispondermi e non so come ringraziarti. Si vede che fai il tuo mestiere con piacere e professionalità e sono molto contento di vedere che esistono persone come te e come me che la pensano allo stesso modo. Sebbene non sia tanto vecchio ma abbia solo 24 anni concordo nell’affermare che le istituzioni non fanno altro che rendere sempre meno istruttiva la scuola, sopratutto gli istituti tecnici ma anche nei licei e cosí in tutta la scuola pubblica italiana, perché vogliono un paese di ignoranti controllato da cosche e da caste. Nella storia questi episodi sono sempre accaduti e l’unico modo per porre fine è solo quello della rivolta: per come è il mondo adesso non esistono vie legali, è inutile che ce lo continuiamo a dire, per porre fine alle “tirannie”, perché di questo si tratta. Non voglio dire che siamo pecoroni ma poco ci manca.. e voglio chiuderla qui prima di beccarmi una denuncia o di irritarmi come ogni volta che guardo la televisione, o che ne parlo con qualcuno.. sappi solo che mi trovo d’accordissimo con te.
– Ti ringrazio moltissimo dello schema del circuito che mi hai dato. Ho solo una piccola domanda: che cosa sono quegli elementi in basso al centro del tuo disegno?
– Immaginavo che non parlassi solo di una piastra equipotenziale ma ne sarebbe servita un’altra: nel leggere il posto di prima avevo fatto una piccola confusione ma il disegno ha chiarito tutto.
– Quindi se il motore mi richiede 80 Ah devo avere una batteria dei servizi di 80 Ah. Ma nel caso io necessiti di una batteria dei servizi, per esempio da 120 Ah, devo cambiare anche quella del motore vero? (te lo chiedo nel caso in futuro voglia muovermi verso barche più grandi e per vedere se ho capito bene)
– Qualora debba collegare un filo ad un altro (per esempio in mezzeria) devo tagliare la guaina, legare i fili di rame e isolare il tutto con un nastro?
-Perchè si fa prima l’impianto elettrico e poi la parte meccanica e non il contrario? (credo di averti confuso prima chiedendoti questa cosa)
-Perche hai messo pompa sentina 1 e 2 e poi anche autoclave? non sono la stessa cosa?
-Che differenza c’e’ tra la piastra equipotenziale dei positivi e quella di massa? C’entra qualcosa la scarica a terra?
Non credo di avere fretta perché ho paura che l’inverno rovini i cavi elettrici perciò penso di cominciare a lavorare all’impianto elettrico verso Marzo.. Al momento ho problemi con la verniciatura perchè non so dove farla in quanto alla rimessa dove l’ho lasciata non permettono di fare simili lavori e devo attrezzarmi diversamente.
Grazie mille e cordiali saluti,
Federico Caruso
Ciao Federico,
dai non esagerare, sono un appassionato di barche e di tutta l’impiantistica di bordo e cerco solo di dare una mano a chi mi chiede aiuto. Tutto qui!
Rispondo di seguito alle tue domande:
– La luce di fonda deve essere accesa sia di giorno che di notte quando si è dato fondo all’ancora. Sarebbe preferibile che questa luce possa essere istallata nel punto più alto della barca, oppure in un punto ben visibile e può andar bene anche posizionandola sopra la struttura che fa da supporto alla ruota del timone ed al parabrezza, incluso le manette motore ed invertitore.
Inoltre ci sono in commercio tali luci composte da due pezzi: la base di aggancio che è fissa e l’asta con la luce di fonda che è estraibile e si sfila quando non è previsto l’uso, in modo da conservarla nell’apposito mobiletto, evitando urti e danni accidentali.
Va precisato che di giorno la luce di fonda è quasi sempre poco visibile e sarebbe meglio usare i così detti miragli, altro non sono che figure geometriche piane in metallo o altro materiale, molto affidabili e inconfondibili, non soggette a guasti ecc..
Nel caso di ancora alla fonda si dovrebbe issare nel punto più alto della barca una cerchio nero di determinate dimensioni, inteso come area in cmq come previsto dal codice della navigazione. Anche in questo caso tale simbolo deve poter essere visibile a 360°. Questo dispositivo definito miraglio nella nautica da diporto è poco usato.
– L’interruttore di comando deve essere del tipo a tre posizioni: On – Off – On, ad una via. In effetti dietro all’interruttore abbiamo tre poli dotati di vitina per il fissaggio dei relativi capicorda.
Ponendo l’interruttore al centro a cui sul retro corrisponde un positivo proveniente dl relativo fusibile di protezione indicato come luci via e fonda, mentre i due rimanenti poli vanno collegati al positivo luci di via e con il positivo della luce di fonda. Riepilogando: con l’interruttore posto in alto si accende la luce di fonda. Con l’interruttore posto in posizione centrale è a riposo e non si accende alcuna luce. Con l’interruttore posto in basso si accendono le luci di via.
– Ho visto la foto della barca ed avevo capito bene di quale tipo si trattasse.
– Per le batterie di servizio e motore puoi istallarne tranquillamente due: Una per il motore di avviamento principale e per il motore ausiliario, l’altra per i servizi.
– Il motore principale della barca deve avere uno stacca batterie che ha la possibilità di sopportare un amperaggio massimo di 1000 A max, che per il tuo motore in dotazione sono più che sufficienti.
– A questa batteria puoi collegare il motore ausiliario mediante uno stacca batteria capace di sopportare un carico massimo di 600 A. E’ ovvio che se il motore principale ha una avaria deve essere scollegato dalla rispettiva batteria di alimentazione, spostando lo stacca batteria in posizione OFF.
– Anche la batteria dei servizi deve essere connessa all’impianto mediante uno stacca batteria con carico massimo sopportabile di 600 A. Inoltre, come ho già detto è necessario l’utilizzo di un partitore di carica a cui accoppiare questa batteria e quella di avviamento del motore principale. Questo accorgimento è necessario per permettere una corretta ricarica delle batterie.
– Sconsiglio l’uso di un interruttore magneto termico generale per la batteria dei servizi, poiché in caso di sovraccarico o guasto improvviso, scattando porrebbe tutti i servizi fuori uso…
Infatti, in caso di guasto su questa linea, le relative protezioni a fusibile o automatiche dei servizi interverrebbero senza interferire con l’erogazione generale di corrente della batteria servizi.
– Per i morsetti batterie, devono essere spazzolati con una speciale spazzola e ben ingrassati con vasellina filante in pasta, in modo da ricoprirli bene. In questo modo non vi sarà alcuna possibilità che si formino residui di fosfatazione degli stessi con perdita di contatto ed isolamento dei morsetti batteria.
– Il posizionamento delle batterie deve essere fatto in un luogo asciutto e ben ventilato per le batterie ad acido e lontano dai serbatoi carburante. Nel tipo di barca che hai scelto non ci sono molte possibilità di istallare le batterie in posizione alta e si finisce per porle alla base del posto di comando che ha delle paratie di accesso rimovibili per facilitarne l’accesso.
– le batterie al gel consentono il montaggio in qualsiasi posizione ed essendo ermetiche non vi sono assolutamente possibilità che esca fuori alcun liquido acido, anche in caso di rottura dell’involucro della batteria stessa e non generano gas di idrogeno durante la ricarica, quindi possono essere posizionate in qualsiasi posizione, anche angusta e senza ventilazione.
– La piastra equipotenziale altro non è che una piastra di ottone o lega di ottone cromato dotata di fori filettati in cui vengono avvitate le viti che servono per connettere tramite i relativi capicorda i cavi terminali negativi o positivi dell’impianto.
– L’impianto elettrico in ordine di esecuzione dopo una fase di restauro è sempre svolto dopo aver messo in ordine e sicurezza la carena, le relative ordinate, chiglia, paramezzale, bagli, ponte ecc.
Questo ordine di esecuzione dei lavori è indispensabile per procedere in modo corretto, pulito e razionale.
– Per il calcolo delle sezioni dei cavi delle utenze puoi basarti sulle indicazioni che ho descritto nel mio articolo. Tuttavia in linea di massima, visto il tipo di barca e le utenze utilizzate, puoi usare tranquillamente cavi flessibili gommati da 1,5 a 2,5 mm di sezione, secondo gli assorbimenti che hai indicato.
– Per l’acquisto degli accessori elettrici che occorrono per l’impianto elettrico, puoi farlo prima tranquillamente e poi eseguire il relativo impianto elettrico, assemblando e connettendo il tutto correttamente.
– Infine, suggerisco di acquistare un quadretto elettrico già assemblato e completo di fusibili o di interruttori automatici di protezione…
-Se hai un attimo di pazienza ti schizzo lo schema elettrico dell’impianto che devi realizzare e ti indico anche gli accessori che devi utilizzare in modo che tu non abbia alcun dubbio e possa procedere speditamente in fase esecutiva.
Questo è il mio forte essendo un perito industriale metalmenccanico con varie esperienze di insegnamento per 18 anni nell’istruzione tecnica del MPI nel settore reparti di lavorazione meccanici, laboratorio tecnologico, laboratorio di fisica, nonché responsabile di ufficio tecnico e nel settore privato come progettista ed esecutore di impianti speciali civili, industriali, di bordo.
Il tutto riferito a quando gli istituti tecnici e professionali funzionavano correttamente e non come sono stati ridotti oggi da legislatori “idioti” e governi presieduti da buffoni che si sono solo preoccupati di assecondare lobby di potere, mafie, magistratura politicizzata della peggiore specie e chi più ne ha più ne metta e per inciso, non salvo nessuno perché hanno solo pensato a distruggere il “bel paese” arricchendo pochi e mettendoci tutti in ginocchio.
Del resto quello che sta accadendo e sotto gli occhi di tutti e un paese se non tappa i buchi, alias gli sprechi dell’amministrazione pubblica non si riprenderà mai. Figuriamoci se chi controlla il paese si da le martellate da solo sui propri attributi o palle, per dirla tutta… sono tutti la stessa cosa.. A Napoli in questi casi, visto che sono orgogliosamente napoletano, diciamo: chiste so’ tutte ‘na chiavica! Sorry per le mie divagazioni, ma quando ci vuole… ci vuole!!!
– Buon lavoro e per qualsiasi altra domanda sono a disposizione!
Giacomo
Ma sei un grande!!
Innanzi tutto ti ringrazio per la risposta che mi hai dato, la trovo molto esauriente e ha chiarito anche alcuni dubbi che mi sono venuti ieri in serata. Ho letto che mi hai parlato della luce di fonda che dovrebbe essere quella che nel regolamento nautico chiamano luce di testa d’albero. Purtroppo la mia barca è un’open quindi il punto più alto della barca dovrebbe essere la sbarra sopra il volante (non so come si chiama la zona del guidatore, sempre che abbia un nome, io la chiamo “pilotina” anche se so che è un appellativo indirizzato strettamente ad un tipo di barca) oppure la cima del tendalino. Ad ogni modo pensavo di collegare tutte le luci ad un interruttore manuale posto sul quadro di modo da accenderle con un semplice click.
Al fine di comprendere meglio di cosa parliamo ho trovato un’immagine molto simile alla mia barca nella forma e nella dislocazione della pilotina e della sentina.
La pilotina è dislocata sulla destra proprio come nella mia. La differenza con la mia barca è che la mia è un catorcio completamente da scartavetrare e da rifare, ma comunque..
Sono giunto alla conclusione che mi servono tre batterie a gel. Preferisco il gel perché le trovo più affidabili e anche se ho un budget molto limitato preferisco non risparmiare sulle apparecchiature di sicurezza. Comunque sia ne userò una per i servizi e altre due per i motori. Stavo pensando di usare come motore principale un 25CV portato a 35 ed un 10CV come riserva. Nella tabella di questo articolo non è citato l’amperaggio per motori potenziati perciò pensavo ad un 80A per non avere problemi di avviamento: sarebbe leggermente sovradimensionato ma non credo che questo diventi un problema.
Per quanto riguarda l’impianto in se per se pensavo di porre anche un rele magnetotermico a monte di tutti i servizi per salvaguardare tutta la linea. A tale proposito: ho bisogno anche di un diodo a monte di ogni utenza?
Per la pompa di sentina ne ho trovate di interessanti e seguirò il tuo consiglio di installarne due (con fusibile) per sicurezza: non sono sicuro che una sola riesca a salvarmi la pelle nel caso la barca abbia una falla.
A questo punto avrei un paio di questione sulle batterie.
Innanzi tutto ho letto che bisognerebbe apporre del materiale isolante sui morsetti di modo da evitare la produzione di solfati, e credo che ciò sia giusto e corretto. Adesso la domanda banale: ma dove vanno piazzate le batterie? Ho letto che alcuni le mettono nella sentina, ben legate, ma io lo trovo pazzesco perché poche gocce d’acqua e addio tutto quanto. Qual’è la verità? Vanno messe nella pilotiona al di sotto del volante in una zona più stagna possibile oppure il mio sesto senso si sta sbagliando?
Altra questione: utilizzando due batterie di diverso amperaggio per i motori (di diversa cilindrata) ed una terza per i servizi magari anch’essa con differente amperaggio, tutte quante collegate in parallelo, non rischio di avere uno squilibrio di carica(per definizione il parallelo dovrebbe effettuarsi con batterie uguali)?
Per quanto riguarda invece i commutatori (detto anche stacca batteria giusto?) me ne servono 3 quindi: uno per i servizi e due per i motori, più un ripartitore per ricaricare la batteria dei servizi se ho ben capito. La piastra equipotenziale (apparecchio nuovo alle mie orecchie, mi sto informando a riguardo) se ho capito bene me ne serve solo una purché faccia i collegamenti giusti?
Inoltre vorrei un paio di consigli tecnici per quel che riguarda l’iter dei lavori. Nella prima puntata di questo articolo ho letto che prima si bada alla parte dei rivestimenti, poi quella meccanica e poi a quella elettrica. A logica avrei detto il contrario ovvero prima elettrica e poi meccanica? (l’esperto sei tu e mi fido ciecamente!!!) posso sapere il perché?
Un’ultima cosa: per dimensionare la giusta sezione dei cavi ho bisogno delle specifiche tecniche sull’amperaggio e il voltaggio delle utenze. Mi conviene acquistare luci, eco, pompa e batterie e alla fine fare i calcoli oppure fare per bene l’impianto in uno schema e dopo fare acquisti? lo so che da ingegnere la risposta è scontata e ti stai chiedendo se ho preso la laurea con i punti della Esso ma siccome ho intenzione di comprare questi apparecchi usati (tranne la sentina) ho paura di non trovare più queste cose in quanto già vendute.
Come mi consigli di muovermi?
Gentile Federico,
innanzi tutto permettimi di farti i miei sinceri doppi auguri per la laurea in ingegneria meccanica che è forse la più impegnativa e complessa e per l’acquisto della barca, insieme ai tuoi amici, con la quale vi affacciate nel mondo della nautica.
Interessante è anche il progetto di restauro a cui volete sottoporla per riportarla a nuovo e navigare nella massima sicurezza possibile. E’ ovvio che questa ultima impresa comporta una certa esperienza in merito, ma se c’è chi è in grado di seguirvi e consigliarvi ed in presenza di una buona manualità, il risultato può essere certamente positivo ed hai fatto benissimo a scrivermi.
Mi occupo di restauri completi di imbarcazioni d’epoca e sono a disposizione per ogni quesito o dubbio che possa avere data la non appartenenza al settore e non solo per l’impianto elettrico, ma anche per la meccanica e tutto il resto. Quindi all’occorrenza non devi fare altro che scrivermi o telefonarmi e tutto ciò lo faccio per buon augurio insieme ai tuoi amici con i quali stai dividendo questa interessante esperienza.
Rispondo alle tue domande:
– Bene per le quattro luci di via che ai fini della sicurezza non devono mai mancare
– Non dimenticarti di istallare nel punto più alto della barca la luce di fonda, anch’essa importantissima ai fini della sicurezza. Le quattro luci di via, rossa a sinistra, verde a destra, bianca frontale e bianca posteriore vanno comandate da un interruttore a tre vie (Luci via, zero, luce fonda.
– Pompa di sentina: mettine una del tipo sommerso a poppa nella parte centrale estrema della sentina da 70 litri al minuto, con porta gomma da 28 mm di diametro.
– consiglio di aggiungere una seconda pompa sommersa da 32 litri al minuto in posizione centrale della sentina della barca per migliorare la sicurezza, non si sa mai… e specialmente se la sentina non è tutta in comunicazione fino a poppa.
– La strumentazione Eco e GPS può esser messa senza problemi sulla stessa linea con fusibile o protezione automatica in comune, ma in caso di una banale avaria a tale linea, certamente poco probabile ma a mare l’imponderabile è sempre in agguato, rimarreste senza strumenti. Pertanto, consiglio di istallare due linee separate…
– L’illuminazione varia puoi metterla su un’unica linea date le ridotte dimensioni del natante
– Puoi e devi utilizzare per motivi di sicurezza una batteria per i soli servizi, mentre per il motore o i motori, devi usare delle batterie separate e dedicate solo al loro avviamento.
Tuttavia consiglio di utilizzare un partitore di carica per la ricarica della batteria servizi
– Non dimenticare che ogni motore richiede il suo stacca batteria, così come la batteria dei servizi ha bisogno del suo stacca batteria
– I negativi batterie devono esser messi tutti in comune mediante appositi cavi collegati ad una piastra equipotenziale, con la possibilità di avvitarvi stabilmente i rispettivi cavi. Si evitano così un mare di scocciature ed inconvenienti tecnici.
– Per il terzo motore, utilizzando una piastra equipotenziale per polarità positiva ed collegando il negativo
come al punto sopra descritto, puoi collegarlo ad una delle due batterie dei propulsori, evitando l’utilizzo della terza batteria e risparmiando peso e quattrini.
– Consiglio di istallare un pulsante che comanda il relativo relé da 100 Ah di portata massima e che una vola avviatosi il motore della batteria scarica, devi rilasciare tale interruttore ponendo a riposo il relé che serve per mettere in parallelo le batterie di avviamento dei due motori.
Questo accorgimento è di grande utilità se per un qualsiasi motivo una delle due batterie di avviamento dovessero venir meno.
– Avere degli strumenti di controllo del voltaggio e della corrente delle batterie non è mai male, anzi, se si controlla la strumentazione, si possono prevenire anche problemi seri. Tuttavia per vere un controllo costante delle tre batterie occorrerebbero tre voltometri e tre amperometri… il tutto è un po’ troppo.
Potresti optare per i tre voltometri ed un solo amperometro posto sulla batteria dei servizi che è importante tenere sotto controllo
– Infine, sempre per motivi di sicurezza consiglio l’aggiunta di uno stacca batteria di potenza che possa mettere in comune le batterie di uno dei due motori con la batteria dei servizi.. non si sa mai…
Tuttavia in questo caso aggiungere una spia ben evidente che possa segnalare tale condizione.
– L’utilizzo di batterie al gel che ho descritto nel mio pezzo è preferibile anche se costano di più, ma danno una maggiore sicurezza… anche se il costo aumenta di oltre il 35%.
Spero di aver risposto alle tue domande in modo comprensibile e non esitare a contattarmi se hai dubbi o vuoi sapere di altre problematiche.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Gentile Giacomo Vitale,
ho letto molto attentamente il tuo articolo e l’ho trovato molto utile. Ho da poco acquistato con altri due amici una barca open di 5,20 m di lunghezza con il fine di restaurarla. Vista la mia laurea in ingegneria meccanica, la mia utilità per il restauro è indirizzata proprio al rifacimento totale dell’impianto elettrico, sebbene io non abbia mai lavorato nel settore delle barche ne tanto meno sono esperto di impianti elettrici, nonostante ci capisca abbastanza visti i miei studi. Purtroppo questi ultimi, nella pratica contano fino ad un certo punto, perciò mi sono fatto avanti e chiedere a te.
Avevo intenzione di installare sulla barca la seguente strumentazione:
– Luci di via (4, da normativa)
– pompa di sentina
– esoscandaglio-gps, che tu hai messo separati ma credo si possano trovare anche combinati
– illuminazione varia
Questa e’ la strumentazione per la quale voglio impiegare una batteria al gel. Non credo che la mia barca necessiti di altro.
Il calcolo dell’amperaggio non l’ho ancora fatto ma lo farò presto.
Seguendo i tuoi consigli credo sia necessario l’impiego di una seconda batteria completamente dedicata all’avviamento del motore primario ed ho una domanda a proposito: la presenza di un motore di riserva necessita di una seconda batteria di avviamento e terza nella barca?
Avrei anche un’altra domanda: mi consigli di metterci anche un voltmetro e un amperometro o non sono necessari?
Ti ringrazio anticipatamente per la risposta.
Carissimo Sergio,
il tuo orrore per certe soluzioni “terroristiche” in merito agli impianti elettrici di bordo è assolutamente condivisibile e come te ho fatto la stessa valutazione.. cioè una “barca-bomba” del genere potrebbe essere ancorata anche a fianco alla tua.. in tal caso ci sarebbe poco da scherzare…
Mi fa molto arrabbiare il fatto che si spendono diverse migliaia di euro per istallare nuovi motori e poi non si interviene su una parte vitale come l’impianto elettrico che se mal fatto, in caso di problemi seri potrebbe portare a serie conseguenze anche irreversibili ed estreme per i malcapitati diportisti, per l’incosciente armatore e per disonesti addetti ai lavori!!
Ho visto la incredibile foto. Ma SIAMO PROPRIO SICURI che non sia un mezzo di terroristi suicidi? Mi spaventa che tale imbarcazione sia ormeggiata vicino a quella di ignari diportisti.
Nella mia vista professionale ho visto anche sfiati di serbatoi (gasolio non benzina, ma i vapori dei combustibili sono tutti esplosivi ne più ne meno) piazzati in un locale AM di un mezzo di lavoro di un ente pubblico operante in acque interne. Ma un innesco così ben fatto non lo insegnano neanche nelle scuole di Al Kaida…
Non c’è proprio limite alla fantasia ed al peggio!