Restauro Sonny Vega 318: Impianto elettrico – Partitore di carica – Caricabatterie
Nelle precedenti puntate di questo piccolo ed appassionante restauro del Sonny Vega 318 ho descritto le varie fasi che hanno interessato lo scafo, quindi il piede 270 con il Trim power, il motore AQ 130 – B20 e l’impianto elettrico.
Due batterie per la barca classica Sonny Vega 318
Tuttavia, per realizzare una barca più affidabile ho ritenuto opportuno apportare una significativa modifica all’impianto elettrico ed ho deciso, anche ai fini di migliorare la sicurezza di istallare due batterie, una di avviamento per il motore ed un’altra per i servizi.
La doppia batteria, pur avendo un solo motore, migliora l’efficienza di utilizzazione, ma per caricarle contemporaneamente ho optato per una doppia soluzione:
- Partitore di carica per ricarica in navigazione
- Caricabatterie 220 V con un alternatore e due uscite 12V per ricarica all’ormeggio in banchina ad alimentazione 220V monofase
ISOLATORE DI BATTERIE O PARTITORE DI CARICA del Sonny Vega 318
IL PARTITORE DI CARICA
Vediamo a cosa serve e perché si usa:
Come appena descritto sommariamente, nel dettaglio avendo un solo motore a benzina, Volvo Penta AQ 130/270 T, con un alternatore Bosch 38A , l’uscita positiva è collegata direttamente al positivo della batteria di avviamento prevista, che per il motore istallato potrebbe essere una 12V da 48 a 100 Ah, con una corrente di spunto compresa tra i 500 e 800 Ampere circa.
L’impianto elettrico di base con una sola batteria, oltre ad alimentare la messa in moto del motore ed il suo funzionamento per la parte elettrica, sarebbe assolutamente insufficiente per poter utilizzare i servizi di bordo attualmente aggiunti sul natante, a meno di non istallare una unica batteria 12V – 180 Ah, soluzione che ritengo impraticabile per il notevole peso della stessa concentrato in un unico posto e che creerebbe qualche problema di bilanciamento al natante, sia statico che dinamico, oltre ad affidare tutto il funzionamento del motore e dei servizi di bordo ad un solo accumulatore che in caso di avaria, ridurrebbe notevolmente la sicurezza. Quindi, ho scelto di istallare ed utilizzare due batterie, dividendo l’impianto in due sezioni, una per l’avviamento del motore e la sua strumentazione di controllo e l’altra per i servizi, avendo anche la possibilità di alloggiarle in due comodi contenitori stagni come previsto dalle norme di sicurezza della navigazione.
I servizi elettrici di bordo attualmente presenti sul Sonny Vega 318 sono:
- Pompa di sentina 1
- Pompa di sentina 2
- Luci di via
- Luce fonda
- tromba
- Autoclave
- VHF
- Echo
- Autoradio
- Luci pozzetto
I servizi elencati sono eccessivi per una sola batteria di bordo e l’impianto base della barca di serie, oltre al cablaggio per l’alimentazione del motore, prevedeva solo le luci di via ed una pompa di sentina. Quindi se ci facciamo due conti in merito agli assorbimenti abbiamo:
- Per un impianto base con una sola batteria, cablaggio avviamento, strumenti di controllo motore, luci di via ed una pompa di sentina, occorre una batteria 12V 80 Ah per avviamento e servizi con una scarica rapida di circa 800 A. Una batteria di avviamento con le caratteristiche indicate da ampi margini di sicurezza per affrontare anche qualche avviamento non troppo veloce. Tuttavia è importante prima di salpare, che si facciano gli opportuni controlli ai fini di una ottimale messa a punto del motore, del filtro benzina, che i carburatori siano efficienti e puliti con il minimo regolare che consenta di ingaggiare la marcia avanti a 800 giri e non oltre, accensione e anticipo regolati secondo i dati previsti dalla casa costruttrice.
- Per i servizi sopra elencati, il totale dell’assorbimento nelle 24 ore, consiglia di avere a disposizione una batteria 12V – 60 Ah del tipo sigillato, adatta sia per i servizi che per l’avviamento. Il tutto calcolato secondo un determinato criterio, come da un mio precedente articolo Restauro Vega Sonny 318 RO Silver Wing: impianto elettrico
In conclusione la migliore soluzione è avere due batterie ad alta efficienza 12V – 80 A, con circa 800 Ampere di scarica rapida ed entrambe del tipo adatte sia all’avviamento che per i servizi. In caso di necessità, se la batteria di avviamento è scarica, basta mettendola in parallelo con quella dei servizi mediante un apposito commutatore o uno stacca batteria, riuscendo comunque a far ripartire il motore. Una soluzione da preferire assolutamente!
Tuttavia, per poter caricare adeguatamente in navigazione le due batterie è necessario istallare un partitore di carica.
Ora qualcuno non troppo pratico di queste semplici apparecchiature elettroniche potrebbe domandarsi: ma che cavolo mai sarà un partitore di carica? Ve lo spiego in modo semplicissimo e basta guardare gli schemi elettrici e le istruzioni del modello che ho istallato per capire di cosa si tratta.
I dati riportati si riferiscono all’isolatore di batterie tipo 2 x 50 A (output: due batterie. input: un alternatore) sono stati tratti dal libretto istruzioni del costruttore SIC – Divisione Elettronica.
CARICABATTERIE MONOFASE INGRESSO 220V – USCITE 2 x 12V
Oltre al partitore di carica che consente all’alternatore di caricare le due batterie durante il funzionamento, ho previsto anche un caricabatterie alimentato a corrente alternata 220 V, allacciandosi alla banchina o in alternativa, utilizzando un generatore di corrente monofase portatile.
Questa scelta potrebbe tornare utile quando si è ormeggiati in un porto che dispone di una colonnina munita di corrente elettrica, nel caso si voglia fare determinati lavoretti a bordo, visto che alla presa CEI 220V in ingresso è abbinata una presa, a cui si può collegare un adattatore a doppia uscita 6-15A – 220V, per collegare un qualsiasi altro apparecchio elettrico per eventuali necessità.
Il caricabatteria istallato giaceva inutilizzato nel mio laboratorio – officina da molti anni ed si tratta un vecchio modello della Quick. E siccome sappiamo che “gallina vecchia fa buon brodo…”, l’ho rimesso al lavoro e funziona benissimo!
I collegamenti:
CARICABATTERIE QUICK: modello SBC 140 PLUS
Caratteristiche tecniche – funzionamento:
- Tensione batterie: 12V
- Capacità batterie: 55 – 120Ah
- Sezione minima cavi di uscita: 6 mmq se inferiori a 5 metri di lunghezza
- Utilizzazione: per batterie ricaricabili piombo/elettrolita liquido o piombo gel, selezionabili mediante apposito commutatore
- Morsetto per ricarica batteria master n°1 (servizi). Se si ha solamente un gruppo di batterie, collegare sempre l’uscita siglata “MASTER”. Questa è l’uscita principale del caricabatterie. Se l’uscita siglata MASTER non è collegata, il caricabatterie può fornire in uscita una tensione più bassa di quella nominale e di conseguenza una minor potenza. Si consiglia di collegare all’uscita MASTER il gruppo batterie più utilizzato (gruppo servizi).
- I terminali positivi se non utilizzati devono rimanere liberi (non effettuare ponticelli tra i terminali)
- Morsetti per ricarica batteria slave n°2 (avviamento motore)
- Corrente di uscita massima: 12A
- Tensione di ricarica in absorption: 14,1 Vdc (14,4 Vdc GEL)
- Tensione di carica float: 13,5 Vdc (13,8 Vdc GEL)
- Tensione residua: 30 mV RMS max
- Caratteristiche di carica: automatica a tre stadi IUoU
- Tensione di alimentazione in ingresso: 260 – 207 Vac (260 – 207 Vac oppure 130 – 103 Vac)
- Frequenza: 45 – 66 Hz
- Assorbimento massimo (230 Vac): 1,8A
- Assorbimento massimo (115 Vac): 3,6A
- Protezione inversione polarità con fusibile
- Protezione sovraccarico
- Protezione cortocircuito in uscita
- Surriscaldamento
- temperatura di esercizio: -20°C + 70°C con riduzione di potenza al di sopra dei +50°C
FUNZIONAMENTO
- All’accensione il caricabatterie si porrà nello stato di carica richiesto dalle batterie (o dal carico) collegate
RICARICA
La carica avviene attraverso tre fasi:
- Fase BULK (corrente costante) – Le batterie richiedono più corrente di quanto il caricabatterie può erogare. La corrente viene limitata al valore nominale massimo di uscita. Il caricabatterie può entrare in questa fase durante l’accensione quando le batterie sono molto scariche o quando viene collegato un carico di elevata entità.
- Fase ABSORPTION (tensione costante) – Il caricabatterie carica le batterie alla tensione costante di ABSORPTION erogando la corrente necessaria. La corrente richiesta dalle batterie tenderà con il tempo a diminuire. Quando la corrente richiesta sarà inferiore al 20% del valore massimo di uscita si avrà la commutazione in fase FLOAT
- Fase FLOAT (mantenimento) – Il caricabatterie carica le batterie alla tensione costante di FLOAT. In questa fase le batterie raggiungendo la massima carica, tenderanno ad assorbire correnti vicine allo zero Ampere. Questa condizione consente di mantenere le batterie sempre in carica senza rischio di sovraccarico. Il passaggio alla fase di ABSORPTION avviene quando la richiesta di corrente supera il 20% del valore massimo di uscita
Nota: i dati riportati sono stati rilevati dal relativo libretto di istruzioni della casa costruttrice Quick!
Ciao Vittorio,
il partitore va collegato con i 2 IN (ingressi), un all’alternatore sinistro e l’altro a quello destro, e scollegarli dalle rispettive batterie dell’impianto originale. Quindi, avendo previsto tre batterie, una per i servizi e due di avviamento, per il motore dex e sin, le 3 OUT presenti sul partitore vanno collegate direttamente ai positivi delle tre batterie previste.
Per un alternatore che ha i seguenti Pin: B+, B-, D+, devi solo collegare il filo che viene da una uscita OUT al pin B+ dell’alternatore.
Questa è la soluzione migliore!
Il partitore di carica non distingue le batterie motori da quelle dei servizi.
Spero tutto sia chiaro, ma in caso di dubbi puoi contattarmi di nuovo, anche telefonicamente.
Grazie per averci contattato!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Ciao e complimenti,
sto ultimando un restauro anche io e ho acquistato lo stesso ripartitore di carica, ma nella versione 2 in 3 out; l’unico dubbio che ho è che nel disegno di montaggio mostra anche un filo che viene dal sottochiave e va anche lui all’in del ripartitore, munito anche di diodo e fusibile. Dovrebbe essere per conoscere lo stato della batteria e forzare l’alternatore a produrre più o meno, anche per compensare la caduta di voltaggio di un modello che comunque funziona a diodi e non a mosfet, ma vedo che tu non lo hai collegato.
Gli altri miei dubbi sono che al momento ho due alternatori diversi, uno solo con B+, B- e D+ per spia e eccitazione, l’altro con spia ed eccitazione separati; per cui se da un lato potrei prendere il sensing per il ripartitore direttamente dal sottochiave, dall’altro questo dovrebbe andare sia al ripartitore che all’alternatore diverso.
Infine, non capisco se il ripartitore distingua in qualche modo le batterie motore e quella servizi.
Ciao e grazie in anticipo!!
Vittorio
intelligente, a Milano diciamo “cazzutissimo”