La storia della Canav (Cantieri Navaltecnica) di Anzio
…raccontata dal Sig. Greco ex direttore tecnico della Navaltecnica di Anzio dal 1961 al 1971 ed attualmente titolare della Soc. CANAV, (Porto di Genova, Molo Giano 16100 Genova P.O. Box 919 – Tel fax +39 010 24 61 033 (email:canavgenova@tin.it) Centro Architettura Navale Industrial Ship Model, specializzata in modelli di cantiere (vedere intervista a Roberto Greco uscita su Nautica 517 maggio 2005 – intitolata Canav: Modelli dal 1982 alla quale si può accedere dal sito www.nautica.it cercare: 517 CANAV)
Cantieri Navaltecnica di Anzio, la CANAV
Il fondatore del Cantiere Navaltecnica di Anzio è stato il Com. Attilio Petroni con il quale ho avuto una profonda amicizia ed un raro rispetto per la signorilità e la passione con cui ha dedicato la sua vita a questo cantiere.
La collaborazione con il Comandate nacque verso la fine degli anni 50 durante la realizzazione delle navi per il film Cleopatra. In quel periodo il cantiere con tre scali di alaggio si dedicava elusivamente alla manutenzione degli oltre 100 pescherecci facenti base ad Anzio e alla costruzione di qualche scafo ammiraglio per la Marina Militare.
Curò anche l’alaggio a terra degli scambiatori di calore destinati alla centrale nucleare di Latina, trasportati via mare per la loro mole che ne impediva il trasporto via terra.
Gli scali ed i lavori erano allora affidati ad un bravissimo maestro Viareggino Nello Bini con una lunga ed eccezionale esperienza, essendosi formato nelle officine Savoia-Marchetti dove si costruivano a Fiumicino idrovolanti in legno per la Regia Aeronautica.
In quel periodo il Comandante Petroni ed un suo amico, il padre di “Sonny” Levi proprietario di un cantiere navale per la costruzione di vedette per la marina Inglese a Karachi, svilupparono il progetto delle imbarcazioni veloci.
Il sistema del lamellare incrociato risale ai Clipper inglesi ed americani e nella seconda guerra mondiale, centinaia di motovedette anche di notevoli dimensioni furono costruite con questo sistema su forma e rivettaggio. Con la nascita della resina Aerodux, prodotta dalla Ciba, Sonny Levi ebbe l’idea di utilizzare il sistema lamellare con incollagio anziché rivettaggio.
Immagine dal sito albaco.net per gentile autorizzazione di Alex Balestrieri
Immagine dal scansioni del premio “Mercurio d’0ro 1965” messe gentilmente a disposizione da Martin Levi
Il primo scafo “A’ Speranziella” nacque dalle nostre mani con una entusiastica collaborazione tra me, Sonny Levi e Nello Bini. Sonny aveva disegnato le forme della carena, Nello Bini applicò la sua esperienza di incollaggi nelle costruzioni aeronautiche, io curavo tutta la progettazione – costruzione – allestimento motori. Fu il primo esperimento del genere in Italia e forse il primo nel mondo.
Le linee indovinatissime e la robustezza dello scafo ci permisero di vincere la più importante gara per motoscafi, la Cowes -Torquay, di cui curai tutto il programma di gara. ll successo meravigliò tutti e fu strepitoso.
A’ Speranziella “Prima classificata alla Cowes-Torquay 1963 pilota Renato Levi.
Da scansioni del premio Mercurio d’Oro 1965 messe gentilmente a disposizione di Martin Levi
Seguì un “Supersperanza”, una superba carena utilizzata per oltre 40 anni dalle motovedette delle Capitanerie di Porto.
Motovedetta Guardia Costiera CP 238 attualmente in servizio (ottobre 2006) immagine dal sito www.guardiacostiera.it (mezzi navali)
Di seguito vennero lo “Speranza” ed il “Settimo Velo”.
Motovedetta tipo “Speranza” motorizzata 2 x 370 HP cadauno Cummins diesel, costruita per il Comando Generale della Guardia di Finanza durante le prove di collaudo svolte nel mare di Anzio e pilotata dal direttore tecnico dello stabilimento Signor R. Greco
Motovedetta V1143 costruita per la Guardia di Finanza ed utilizzata in diversi esemplari durante gli anni 60′ – 70′ per contrastare il forte contrabbando delle “bionde”.
La fama del cantiere invogliò l’avvocato Vincenzo Balestrieri, appassionato di offshore, ad entrare come socio. Questa new-entry diede ulteriore impulso alla produttività del cantiere, portandone la fama tra i primi al mondo.
L’ Avv. Vincenzo Balestrieri – foto dal sito www.albaco.net per gentile autorizzazione del figlio Alex Balestrieri
Sotto la mia autonoma ed entusiasta direzione tecnica, con 275 dipendenti, anch’ essi di eccezionali capacità e raro entusiasmo, moltiplicammo commesse e successi, stracciando la concorrenza e suscitando l’invidia e l’avidità di molti.
CANAV – Linea di Produzione del “Settimo Velo” foto dal premio “Mercurio d’Oro 1965” messe gentilmente a disposizione dal Sig. Martin Levi, figlio dell’ing. Renato “Sonny” Levi
CANAV: due degli uomini chiave del successo avuto nel mondo della cantieristica da diporto e militare della fu “Navaltecnica di Anzio”-sopra: Motorista Capo Filiberto Vaudi. Sotto: Capo Officina Guido Lanzi Foto tratte dal sito www.albaco.net per gentile autorizzazione del sig. Alex Balestrieri figlio dell’avv. Vincenzo Balestrieri
Entrò come nuovo socio Carlo Rodriquez, mentre tragiche disavventure familiari travolsero l’avv. Balestrieri, questi due episodi segnarono inesorabilmente l’inizio della fine del cantiere. Sonny Levi, essendo in disaccordo con Rodriquez, uscì dalla società e con la collaborazione di altri cantieri nacquero alcuni nuovi modelli di imbarcazioni tra cui il Drago della Italcraft.
Subito dopo uscì dalla società anche l’avv. Balestrieri, seguito anche dal Com. Petroni, lasciando Rodriquez da solo, come azionista più grande, a dirigere l’azienda che fu così trasferita a Messina con tutta la sua produzione, compensando così la crisi del suo cantiere che aveva perso il monopolio internazionale della produzione di aliscafi.
Lottai perchè la Navaltecnica di Anzio non venisse dismessa e la sigla CANAV da me coniata come emblema delle imbarcazioni da noi prodotte non andasse perduta, ma pure io fui costretto ad arrendermi nonostante le insistenze dell’ing Rodriquez ed il cantiere fu abbandonato a se stesso.
Le imbarcazioni prodotte dalla Navaltecnica Furono:
“Supersperanza 48”, “Speranza 38”, “Speranzella 32”, “Settimo Velo 28”.
Due indimenticabili levrieri del mare, frutto prezioso di un connubio vincente tra l’ ing. Renato Sonny Levi, suo padre, il Com. Attilio Petroni, l’avv. Vincenzo Balestrieri come imprenditori e come collaboratori tecnici.
L’esperto in incollaggi aeronautici, maestro viareggino Nello Bini, il direttore tecnico responsabile del cantiere signor Roberto Greco, il capo officina Guido Lanzi, il motorista capo Filiberto Vaudi e tutte le altre maestranze tecniche e di concetto dell’eccezionale cantiere Navaltecnica di Anzio. (commento aggiunto a queste due foto di Giacomo Vitale)
Il cantiere di Messina sfruttò solo il Supersperanza, richiestissimo dalle Marine Militari, ma perdendo gradatamente la qualità e la tecnologia che avevamo profuso in Anzio, fu definitivamente tolto dalla produzione.
“Dopo aver diretto per molti anni altri prestigiosi cantieri navali italiani, le imbarcazioni della Navaltecnica da me costruite, collaudate e trasferite in tutto il Mediterraneo, rimangono ancora le migliori imbarcazioni che io abbia avuto il piacere e l’onore di condurre”.
R. Greco
P. S.: Un ringraziamento particolare va a tutte le persone citate che con il loro gentile contributo sia fotografico che di notizie, hanno permesso di riassumere la storia della Canav di Anzio:
- Renato “Sonny” Levi: ingegnere progettista
- Antonio Soccol: giornalista e già direttore di diverse testate del settore nautico
- Roberto Greco: ex direttore tecnico della Navaltecnica di Anzio dal 1961 al 1971
- Martin Levi: figlio dell’ ing Reanato Levi
- Alex Balestrieri: figlio dell’avv. Vincenzo Balestrieri – pilota offshore
Immagini tratte da sanzioni del Premio Mercurio d’Oro 1965 messe a disposizione gentilmente dal Sig. Martin Levi figlio dell’ing. Renato Levi
Carissimo Sig.Lodovico dell’Otti,
mi chiamo Tito Mancini e sono un ex Ufficiale delle Capitanerie di Porto oggi in pensione.
Sicuramente Lei si riferisce alla Motovedetta CP 234 di cui mi onoro di esserne stato il Comandante all’epoca della mia destinazione in quel di Anzio.
Ha perfettamente ragione, la Motovedetta in questione fu ceduta alla Marina Albanese… portroppo dopo un breve servizio fu radiata e forse anche demolita a causa del notevole onere finanziario per poterla riparare e recuperare.
Un abbraccio,
tito mancini
Sono un vecchio socio del Circolo della Vela di Roma – Anzio e pur essendo ovviamente un velista ho vissuto anche qualche episodio in gare di motonautica.
Ho sempre ammirato le imbarcazioni della CANAV-Navaltecnica progettati dall’ing. Levi ed oltre a seguirne le gare offshore, essendo frequentemente ad Anzio, spesso avevo occasione di di incrociare per mare la superba motovedetta CP della Capitaneria di Porto.
A proposito di questa motovedetta, credo fosse una Super Speranza, voglio portare un mio piccolo contributo alla sua storia.
Non ricordo l’anno ma questa motovedetta la CP 240, mi pare di ricordare, l’ultima di quella serie in servizio ad Anzio, venne ceduta al Governo Albanese ed ivi trasferita mediante un equipaggio formato da alcuni uomini della Capitaneria di Anzio. Penso sicuramente che la CP 240 avrà continuato il suo onorato servizio ancora per chissà quanto tempo.
Lieto dell’incontro, saluto cordialmente con stima e simpatia.
Lodovico dell’Otti
Gentile Marino,
diamo seguito alla sua precisazione e la ringraziamo per averci scritto.
Cordiali saluti.
Giacomo Vitale
Al di là della bravura di Nello Bini,
vorrei dare il merito anche a chi non è stato menzionato nel racconto e precisare che lo sviluppo del Cantiere Navaltecnica con il Com Petroni e Balestrieri, è avvenuto in contemporanea all’assunzione nel 1960 del Mastro D’ascia di Viareggio: “Bertolaccini Eugenio” in qualità di “Capocantiere”. Incarico mantenuto fino alla tragica vicenda del figlio di Balestrieri.
In seguito gli fu affidato lo stesso incarico nei cantieri Rodriguez di Messina.
Tutto questo per la precisione.
Grazie!
Marino
Si, in effetti mi sembra starna questa macchina duplicatrice di lucidi,
ma sai, stare a stretto contato con l’ing. Levi, persona assolutamente geniale e non mi meraviglierei affatto se questo macchinario era una sua applicazione… creata per l’occasione… Appena ho modo di parlare con l’ing. Levi gli chiederò di questo macchinario…
Ciao!
Il tuo progetto non è assurdo ne irreale,
ci vuole solo tempo e un poco di pazienza, cercherò di accontentarti. Per ora uno lo abbiamo, gli altri piano piano cercherò di rintracciarli.
Ciao!
Tonino
Ti potrà sembrare strano, ma la fotocopiatrice era formata da lampadine al neon inserite in un tunnel… cerca di capirmi, è difficile spiegarlo a parole, sempre all’interno del liquido che evaporava con la luce o il caldo. L’ho vista in funzione ed ne ero sbalordito.
Riguardo a chi l’avorava alla Canav, in quei tempi conosco una persona molto amica appassionato di nautica che da l’ing. Levi ha appreso cose essenziali. E’ anche lui un costruttore di imbarcazioni in vetroresina (nel senso artigianale) ed ha lavorato a stretto contatto con l’ing. Levi.
Un caro saluto.
Tonino
Adesso mi chiedi una cosa alla quale non posso risponderti. Appena possibile chiederò e ti farò sapere. Ipotizzo però che all’epoca i lucidi venivano riprodotti con macchine eliografiche che oggi, visto l’avvento di computer, stampanti, scanner e plotter speciali, con l’uso di programmi CAD, ormai sono state soppiantate.
Approfitto dell’occasione per chiederti una cosa:
Ieri mi ha scritto un altro ex dipendente della Canav, che abita ad Anzio e siccome sono molto legato per motivi personali a questa mitica azienda del passato, che ha rappresentato un fiore all’occhiello per la nostra cantieristica e per la nostra marineria, ti chiedo:
Saresti capace, di rintracciare tutti gli ex impiegati e dipendenti della mitica Canav che ancora incontri?
Mi piacerebbe, quando possibile, riunirvi tutti e sentire i vostri racconti, ricordando della mitica Canav di Anzio.
Pertanto, invito anche tutti quelli che usano il pc e che ci leggono a scrivermi, lasciare i loro recapiti web e telefonici e vediamo se riesco a fare questo “raduno di ex dipendenti Canav”. E’ una idea che mi frulla per la testa da tempo e sono sicuro che da un evento del genere si riuscirebbero a sapere dei particolari umani e di vita molto interessanti. Sarebbero certamente realtà del passato, dalle quali imparare ancora oggi qualche cosa di importante…
Grazie per averci scritto e per la tua eventuale collaborazione a questa mia, forse pazza richiesta, ma non impossibile.
Un caro saluto,
Giacomo
Si, visto che all’epoca entrambi i fratelli Tuiach lavorarono insieme alla Canav per un determinato periodo di tempo..
Ciao,
Giacomo
Caro Giacomo,
considerandoti ficcanaso, mi ricordo dell’avv. Balestrieri che all’epoca veniva in cantiere con una Maserati Super America ed era sempre cordiale con tutti.
Ti domando: come facevano le fotocopie dei lucidi alla palazzina CANAV alle Falasche, dove all’ultimo piano c’era l’Ufficio Tecnico, visto che all’epoca non c’erano le fotocopiatrici?
Saluti,
Tonino
Sfogliando il tuo sito ho visto la foto di Wynne accanto all’ingegnere Levi e se non sbaglio, con lui nelle prove c’erano Giorgio e Guido Tuiach.
Salutissimi,
Tonino
Per un semplice motivo: dissi che pur lavorando alla Navaltecnica, non ero mai stato su una imbarcazione Canav.
Di risposta mi invitò al collaudo della Speranza guidata da lui e con altri membri tecnici a bordo. Fu una esperienza meravigliosa, anche se per la prima ed ultima volta.
Cordiali saluti,
Tonino
Più esattamente era l’edizione del 1964 della gara offshore Viareggio – Bastia – Viareggio la Classe era quella di serie fino a 7,50 metri di lunghezza e potenza massima fino a 300 CV, dove giunse primo il “Settimo Velo IV”, pilotato da Jim Wynne, alla media di 34,97 nodi!
Salutissimi,
Giacomo
Comprendo,
ma visto che sono un curioso ficcanaso, mi dici come mai ti trovavi al bordo di una Speranza accanto al Comandante Petrone, mentre stavate collaudando la motovedetta?
Grazie per la gentile risposta.
Giacomo Vitale
Alla Viareggio Bastia Viareggio corse o meglio gareggiò un Settimo Velo con motori Volvo Penta con piede esterno. Il pilota era un americano che non ricordo il nome..
Non ti contradico è giusto infatti, io ho parlato di Speranza e Super Speranza per la Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Sulla Speranza della Finanza, nelle prove ero a bordo con il Comandante Petroni.
Gentile Tonino,
mi dispiace contraddirti, ma le tue informazioni circa la produzione di barche del Cantiere Canav sono assolutamente parziali.
La produzione delle barche offshore e da diporto degli anni 60′ e 70′ della Canav di Anzio furono:
Per il diporto e offshore:
A’ Speranziella: 2 esemplari
Speranzella II Cabin Cruiser: 6 esemplari
Speranzella Seconda: un esemplare
Settimo Velo in varie versioni: 42 esemplari
Ultima Dea: un esemplare
Per le imbarcazioni da lavoro:
Speranza GdiF: in totale 11 esemplari
Guardia Costiera:
CP 226 / 227: due esemplari
Super Speranza Guardia Costiera: 3 esemplari CP 228 -229 – 230
Settimo Velo per GdiF: dato mancante
I dati comunicati sono ufficiali e veritieri.
Spero che per te tutto sia chiaro adesso e per qualsiasi altra spiegazione, sono a tua disposizione.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
La Canav di Anzio ha costruito solo Super Speranza e Speranza per la Marina e Guardia di Finanza. Mai Settimo Velo cc,
Tonino
Pierino…
un grande meccanico e motorista del comandante Petroni e scherzoso all’inverosimile. L’officina era sita in via Nettuno… mi stai facendo rivivere ricordi di un passato che solo grazie a te li rivedo nella mia mente e nei miei occhi come un documantario di altri tempi.. grazie! Ricordo a quei tempi che con Paolo Bacialemani si stava costruendo una imbarcazione in ferro per il Kenia… ciao!
Tonino
Caro Tonino,
vivo lungo il litorale Domitio a Nord di Napoli e vengo spesso ad Anzio perché ho un amico carissimo il Comandante Tito Mancini, che è anche uno pilastro del nostro blog Altomareblu, oltre che nella vita persona amabilissima, eroe del mare. Una persona che vanta un’esperienza di vita vissuta in mare più unica che rara, oltre ad essere per me più di un fratello… Inoltre sono in ottimi rapporti con la figlia di Pierino Gargana, Serenella, di suo marito. A giorni pubblicheremo la storia di Pierino..
Ti contatto in privato per fissare una appuntamento ed incontrarci.. Non vedo l’ora di sentire delle tue impressioni della Canav e di tutto quello che ti è rimasto nel cuore e nella mente di quei magnifici anni e di quelle straordinarie persone che diedero vita ad un fenomeno che si chiamava Canav, con tutti i suoi uomini, animati da grande passione, entusiasmo ed amore per il mare e per costruzioni di barche offshore, da diporto e da lavoro irripetibili ed uniche al mondo…
Un caro saluto,
Giacomo
Ciao anche a te Giacomo Vitale,
mi ricordo di tutti coloro che all’epoca fecero grande la Canav, dallo spazzino al primo operaio. Ricordo ancora l’anziano Tuiach, addetto allo scalo e papà di Guido e Giorgio Tuiach mastro d’ascia, Nello Bini, Filippo Vaudi Lanzi e cosi via. Ero aiuto magazziniere che preparava la colla rossa per l’incollaggio degli strati di compensato di mogano marino…
Bei tempi che purtroppo non torneranno mai più. Vivo ad Anzio e dimmi dove possiamo vederci e rivivere la storia della Canav… ti farò vedere un cimelio che per me di grande valore, regalo del Comandante Petroni.
Tonino
Ciao Tonino,
sono Giacomo Vitale, uno degli ideatori di questo blog dove ci hai lasciato da pochi minuti il tuo gradito commento, ricordando uomini di mare fantastici ed il Cantiere Canav di Anzio.
Posso chiederti di incontraci e parlarmi un po’ della Canav e di tutto quello che ti ricordi di questo speciale Cantiere? Mi farebbe piacere sentire dalla tua voce cosa è rimasto impresso di quei magnifici anni 60′ e 70′ della Canav e dei suoi uomini di allora?
Grazie per la tua risposta e per averci scritto.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
ho lavorato nei cantieri Canav! Ho visto cose che da ragazzo diciottenne vivevo come allora si viveva il mare e ne rimanevo sbalordito con il Comandante Petroni, l’ ing. Levi, l’avv. Balestrieri ed infine il signor Rodriquez.
Barche che nascevano per magia dalle mani dei fratelli Tuiach, da mastro Nello Bini, mastro d’ascia capo. Gli scali erano tre, ma si utilizzava il principale davanti ai ristoranti. L’epoca d’oro del cantiere con i grandi: Agnelli l’ Ultima Dea montare il gran pavese per le grandi vittorie e ammirare i trofei… grande indimenticabile Petroni e Levi… Una storia del passato che oggi vivo solo nei ricordi.
Grazie Alessandro,
tra “malati” di quel periodo e del mare in generale, il che comprende anche la motonautica e non solo, non possiamo fare altro che ringraziare te per le bellissime immagini che ci hai concesso e siamo sempre a tua disposizione.
Sono certo che hai visualizzato una pagina non corretta, come avrai potuto notare, tutta la grafica è stata aggiornata e non solo ma la quantità di materiale è così tanto che ci vuole qualche tempo per adattarlo alla nuova veste di rappresentazione grafica e navigazione; prova a rivisitare questa pagina e ti accorgerai delle differenze…
Mi scuso io in quanto realizzatore ed amministratore tecnico di questo sito ma spero apprezzerai l’impegno ;)
Alex
(admin AltoMareBlu)
Girovagando sull’Internet sono finito (per l’ennesima volta) su queste bellissime pagine e, visto che non l’ho fatto in passato, colgo l’occasione per salutarvi e farvi i miei complimenti per un sito bellissimo e interessantissimo!!!
Cordiali saluti,
Alessandro Balestrieri
Traduzione:
Ho un Settimo Velo che sto restaurando. Mi trovo sull’isola di Wight nel Regno Unito. È una barca con trasmissione V drive. Non ha un nome. I motori mancano e la storia della barca è persa. E’ rimasto solo il guscio! Chi sa se tutte barche fatte per la Guardia di Finanza avevano la trasmissione V drive? Sto domandandomi se la mia barca potesse essere ex Guardia di Finanza. Non ci sono segni evidenti e se sia stata usata come guardacoste.
Cordiali saluti
Mike
Kind Mike,
all the Settimo Velo constructed from the Canav di Anzio on plan does not raise had the V-drive. The models were the following ones constructed in several exemplary for every model of those listed:
Series V 1140 Mercruiser 2×225 HP e.f.b.
Series V M.L. 116 Mercruiser 2×225 HP V-drive
Series 7° Veil Mercruiser 2×165 V-drive
If your boat has been of the Guardia di Finanza, would have to find traces of the pentil in obvious gray and other signs of a boat to support… It sends photos if you can and we see of what draft… since you do not have documents that assess the technical data of the boat.
Thanks in order to have to us written.
Giacomo
Altomareblu
Traduzione:
Gentile Mike,
non tutti i Settimo Velo costruiti dalla Canav di Anzio su progetto Levi avevano i V-drive.
I modelli erano i seguenti costruiti in vari esemplari per ogni modello di quelli elencati:
Serie V 1140 Mercruiser 2×225 HP e.f.b.
Serie V M.L. 116 Mercruiser 2×225 HP V-drive
Serie 7° Velo Mercruiser 2×165 V-drive
Se la tua barca è stata della Guardia di Finanza, dovresti trovare tracce della pitturazione in grigio ed altri segni evidenti di una barca militare…
Inviaci un po’ di foto e vediamo di cosa si tratta… visto che non hai documenti che accertino i dati tecnici della barca.
Grazie per averci scritto.
Giacomo
Altomareblu
I have a Settimo Velo that I am restoring.
I am based on the Isle of Wight in the UK. It is a v drive boat. It does not have a name. The engines are missing and the history of the boat is lost. All I have is the hull!
Does anyone know if all of the v drive boats were made for the Guardia di Finanza? I am wondering if my boat could be ex Guardia di Finanza. There are no signs of a galley being fitted, so I am wondering if she was commissioned as a Patrol Boat.
Regards
Mike
Caro Vincenzo Balestrieri jr,
ti ringrazio moltissimo per i complimenti e siamo onorati per la tua diponibilità finalizzata a farci avere contributi storici interessanti si in foto che in filmati, inerenti alla brillantissima carriera agonistica di tuo papà svolta con le barche Canav progettate da Renato “Sonny” Levi e non solo.
Se ti ricordi, tempo fa ci siamo sentiti per poter acquisire questo preziosissimo. Purtroppo non siamo riusciti ad incontrarci.
Attendiamo con ansia questi contributi storici che ci invierai e di cui Vi siamo immensamente grati.
Un caro saluto a te ed a tuo padre Vincenzo.
Giacomo Vitale
Grazie Vincenzo,
il complimento va a quanti lavorano a questo CMS/Blog, il lavoro è molto di più di quello che si può immaginare e il Registro delle carene di Renato “Sonny” Levi ne è una dimostrazione.
Hai del materiale per noi? Ora mi hai, come si dice, messo la pulce nell’orecchio, sono curioso oltre che onorato di aver scritto a un “Balestrieri”…
Sono Alex, l’amministratore di questo angolo del web e sono sempre a tua completa disposizione.
Grazie ancora,
Alex
Il sito è veramente bello ed interessante.
Credo di avere del materiale interessante da aggiungere, lo cercherò e ve lo farò avere.
A presto.
Vincenzo Balestrieri jr
Ricordo A’ Speranziella attraccata a Mondello negli anni 65-68…
l rombo possente all’avviamento, le linee da disco volante. Papà aveva un bora, un’abisso le separava…
Passo spesso davanti i cantieri abbandonati e di quegli uomini: Levi, Sonnino, Riva che hanno fatto la storia della cantieristica italiana non ne esistono più.
Non esiste più il gusto della perfezione e del bello assoluto ed i nostri figli, che vivono sul web, non capiranno mai.
Pietro
Purtroppo Nello Bini è passato a miglior vita da molti anni,
oggi sarebbe ultra novantenne, credo sia sepolto nel cimitero di Anzio dove vive ancora una sorella, lui era scapolo.
Amerigo
Gen.le Arduino,
non ho le coordinate di Nello Bini e ti informo che le tue domande riguardo alle carene in lamellare di mogano puoi rivolgere a me.
Resto in attesa di tue comunicazioni,
Giacomo Vitale
Vorrei contattare Nello Bini o altri esperti restauratori del triplo fasciame di mogano incrociato incollato con resina.
Gentile Mario Iodice, ti trasmetto il link del sito che parla di gran parte della carriera agonostica di Vincenzo Balestrieri
http://www.albaco.net/tornado/levy01.html#cooliris
Da questo sito puoi accedere alla e-mail con cui contattare Alex Balestrieri direttamente che è pubblica e che ti indico anche di seguito:
alobc@yahoo.com
Grazie per averci contattato.
Cordiali saluti,
Gicacomo Vitale
mi potete aiutare a mettermi in contatto con l’ex pilota off-shore avv. Vincenzo Balestrieri o il figlio Alex, grazie.