John Wayne, la leggenda, l’uomo e la sua barca
di/by Tealdo Tealdi – foto/photos ©1963, Tom Blau/Camera Press/Redux
E’ stato ed è tuttora uno degli attori ancora più conosciuti di Hollywood, protagonista di 175 film, la maggior parte dei quali nel ruolo, in verità a lui molto congeniale, di pioniere, cavalleggero o cowboy rude ma dal cuore d’oro, sempre pronto alla rissa: parliamo di John Wayne la cui carriera, iniziata nel 1929, è continuata, senza stop, fino al 1976.
Non figurano però ruoli legati al mare, forse per la bocciatura del 1925, con cui gli fu negato l’arruolamento in marina, che gli fece dire: “è stata la delusione più grande della mia vita”.
Alla prima occasione possibile però compra una barca, ma uno come lui non può certo prenderne una normale. Così, anche se le disponibilità economiche non gli mancano, si indirizza verso un dragamine, che la US Navy aveva messo in disarmo nel 1946 e la cui gemella, anche lei costruita a Seattle, sarebbe poi stata acquistata da Jacques Cousteau nel 1950, incominciando una gloriosa vita per la salvaguardia degli oceani.
La nave era stata per diversi anni nelle isole Aleutine e poi trasferita alla base navale di Bremerton, Washington, dove viene venduta per la prima volta nel 1948 a Harold A. Jones, un armatore canadese, che la chiama La Beverie. Dopo poco passa a May Wyman, che cambia il nome in Wild Goose II e successivamente a John Wayne nel 1965 per $116.000.
The Duke, come veniva chiamato l’attore, oltre ad abbreviarne il nome in Wild Goose, apporta diversi cambiamenti interni, soprattutto per adattarla ai suoi 193 cm di altezza, arredandola con pannelli di legno scuro, un caminetto funzionante, una grande plancia di comando, cabine per bambini e ospiti, un tavolo da poker.
A questo aggiunge due cose importantissime per lui: un bar molto ben fornito (una volta disse “Non mi fido di un’uomo che non beve” e lui di brandy e tequile era un vero consumatore) e cinque enormi freezer con provviste sufficienti per due mesi, tra cui quantità industriali di grandi bistecche, una delle sue passioni.
Ma come è John Wayne marinaio? Rispetta la tradizione, mantenendo il più possibile le attrezzature e la strumentazione originale: i motori, la campana, i ventilatori, il telegrafo di macchina, la bussola e il timone, ma come pilota non è molto bravo. “Lascia volentieri il compito a me”, racconta Bert Minshall, con lui per 16 anni e autore del libro On Board with the Duke, “con grande nostro sollievo, perché guida troppo veloce e suona di continuo la sirena. Si rifà guidando i tender per lo sci nautico ed allora va a tutta manetta”.
The Duke ama molto Wild Goose e ancora Bert dice:
[quote]“La grande barca era la proprietà di cui andava più fiero, il suo ritiro galleggiante e campo da gioco, sempre di più col passare del tempo. E’ il tipo di barca che ci si può aspettare da lui: grossa, comoda, robusta e imponente. Poche stelle del cinema avrebbero potuto permettersela, ma per lui era il coronamento di una vita da vivere compiutamente, Era più di uno status symbol … era l’estensione di se stesso”.[/quote]Ogni estate vengono fatti lungi viaggi, che la portano in giro nel mondo, dall’Alaska, alla British Columbia, Seattle, Messico, Centro e Sud America, fino in Europa, con la terza moglie Pilar e i loro tre figli Aissa, Ethan e Marissa; soprattutto Ethan vive lunghi periodi a bordo, quando è piccolo.
E’ anche usata come quartier generale a Seattle durante le riprese per una serie di spot televisivi per la Great Western Bank nel 1977 e per memorabili battute di pesca, che sono una vera passione per l’attore.
Ma come si comporta in mare Wild Goose?
“Ha dei difetti abbastanza gravi, per cui bisogna stare attenti”, dice Bert, perché nella fretta di costruirla, dopo Pearl Harbour, hanno usato legno fresco, per cui è elastica; non possiamo fare marcia indietro troppo velocemente, perché si storce e gli alberi delle eliche si piegano.
Anche i motori hanno tendenza a scaldarsi, però John, la sua numerosa famiglia e gli altrettanto famosi amici e ospiti, tra cui Sammy Davis Jr., Dean Martin e addirittura il Presidente Richard Nixon, ci stanno bene.
Così il figlio Ethan, in un’intervista a Casey Broadwater ricorda quegli anni:
“Era una buona nave, ma aveva comunque mantenuto delle caratteristiche di barca da lavoro e pertanto molto adatta a mio padre. Aveva costi di mantenimento e gestione contenuti, era comoda e non appariscente, si poteva andare in posti remoti senza farsi notare, dove non c’era niente da fare, altro che stare sulla spiaggia, con un paio di espadrilla ai piedi, nuotare, prendendosela comoda.”
Dopo il 1964 e una prima operazione per l’asportazione di un tumore ai polmoni, John fa un accordo con la casa di produzione per raggiungerla ogni weekend con l’aereo. “Sono stati i momenti più felici della mia vita”, disse.
Ma cosa faceva a bordo The Duke?
“Era un bravo giocatore di scacchi, leggeva molti libri sul ponte”, racconta sua figlia Marissa, ”faceva fare sci nautico a tutti noi e gli piaceva incontrare gli abitanti dei porti che toccava, a volte vere e proprie folle, ai quali dava volentieri sue immagini autografate, con sopra scritto “good luck”. Era bellissimo e un modo meraviglioso di crescerci, di essere famiglia; persino i giornalisti e i fotografi ci lasciavano in pace”.
In effetti era un mezzo per tenere riunita la famiglia, e moltissime sono le foto con i figli e la moglie Pilar, scattate in giro, soprattutto nel Mediterraneo, e persino in Alaska, dove l’ex dragamine e i suoi ospiti si trovavano a loro agio, merito di una costruzione robusta e di un bel caminetto.
A sinistra: John Wayne con l’autore e amico Ernest Gann sul Wild Goose..
Al centro: The Duke con sua figlia Melinda e la nuora Peggy a bordo del Wild Goose a Majorca, Spagna.
A destra: John Wayne ritira un pesce dal freezer. Il Wild Goose ne aveva cinque, con provviste sufficienti per due mesi.
(Le tre foto: ©1963, Tom Blau/ Camera Press/ Redux).
L’ultima visita a Wild Goose è fatta a Pasqua 1979, a metà aprile, con una gita all’isola di Catalina. Bert lo trova debole e dimagrito. “Non mangiò e non bevve e mi disse che non gli era rimasto molto tempo”. Fu probabilmente in quell’occasione che The Duke decide di venderla a Lynn Hutchins, avvocato di Los Angeles, a $750.000. Dopo due settimane viene ricoverato in ospedale e l’11 giugno alle 17.23 entra a pieno titolo nella leggenda.
Per 12 anni Wild Goose rimane nel porto di Long Beach e il suo sembra un destino inglorioso; per fortuna nel 1991 un abitante di Newport Beach, Deil Gustafson, la compra e la sottopone a un accurate restauro, facendo dipingere diversi quadri dell’attore, che si possono trovare ancora oggi sulla barca, insieme a molta memorabilia a lui riconducibile.
Oggi, modificata per poter ospitare gite turistiche e pranzi aziendali, è a Newport Beach, il porto da cui tante volte era partita col suo proprietario, allora governatore del locale Bay Club.
E’ stata restaurata con una spesa di $ 2.500.000, con numerose modifiche, non sempre migliorative e necessarie per la sua nuova vita, ma almeno è salva e chi sale a bordo lo fa anche per provare alcune delle emozioni del suo famoso proprietario e molti chiedono al comandante di far suonare la sirena, come faceva lui nei momenti più belli della sua vita.
www.hornblower.com
Wild Goose, la barca di John Wayne entra nel registro degli Historic Places
Il Dipartimento degli interni ha inserito Wild Goose nel registro degli Historic Places, in quanto la barca “è l’espressione della personalità di John Wayne e della sua immagine esteriore”.
Caratteristiche:
- Cantiere Ballard Marine Railway a Ballard, Washington (Seattle), entra in servizio col numero YMS-328
- Scafo in legno Douglas con travi dello spessore di 3”.
- Stazza 270 t
- Lunghezza 136’
- Larghezza 24’6”
- Pescaggio 9’
- Velocità massima 15 nodi, di crociera 11 nodi
- Motori 2X 500hp General Motors 8-268A
- Due eliche
- Serbatoi carburante 10.000 gal; d’acqua 3.000 gal.
- Costruzione iniziata il 6 luglio 1942, varata a dicembre dello stesso anno e messa in servizio il 26 maggio 1943, una delle 481 navi della sua classe: dragamine
- Autonomia: 3.500 miglia
- 5 camere per 12 passeggeri, più sei d’equipaggio
- Tenders: Boston Whaler da 16’ con fuoribordo da 115 hp
British Dory da 17’ con fuoribordo da 135 hp
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