La stupenda Amalfi e la Regata Storica
La Costiera Amalfitana, la perla del Mediterraneo
Amalfi
Certamente Amalfi, tra le più belle località della Costiera da cui prende il nome, spicca per le sue bellezze naturali e per lo scenario incomparabile ed unico al mondo che offre a residenti e turisti che si incantano ad ammirarla.
Difficile descrivere tanta bellezza, certamente tra la storia ricca di eventi dall’epoca a.C. ad oggi, l’arte, la tradizione, il clima, i suoi stupendi colori esaltati dal sole e dall’azzurro del mare che si bacia con il cielo in uno scenario naturale, si può certamente dire che Amalfi e la città dell’amore, anche perché in un antico linguaggio Amalfi voleva dire “amarsi”.
Forse le sue origini risalgono al 533 e la mitologia racconta che qui fu sepolta una splendida donna di nome Amalfi, che era l’amata di Ercole il quale per immortalare per sempre questo suo grande amore, costruì in suo onore questa splendida città dandole il suo stesso nome.
Lunga ed intrecciata è la storia di Amalfi, ma con assoluta certezza si può affermare che in passato fu una potenza economica. Assediata e rasa al suolo in più occasioni nei vari periodi della sua storia, dall’anno 850 al XI secolo fu trasformata in Repubblica, disponendo di un territorio molto vasto che confinava con il Ducato di Napoli. Fu governata da Giudici prima, chiamati poi Dogi.
Il X secolo per Amalfi segna l’inizio di una forte espansione commerciale, grazie alla sua potente flotta che le permise di allacciare rapporti con Alessandria d’Egitto, Tripoli, Costantinopoli, Genova e Pisa. La grande laboriosità e responsabilità degli Amalfitani permise di raggiungere una grande opulenza e nei loro viaggi edificarono chiese e monasteri, lasciando il segno della loro civiltà che portavano presso i popoli con i quali legavano rapporti commerciali e culturali.
Tra sorti alterne che si intrecciarono dal 900 in poi, cacciarono i Saraceni nel 915 dalla loro terra e liberarono Reggio Calabria dall’assedio dei medesimi nel 920. Fino all’anno 1100 seguì un lungo periodo di prosperità durante il quale gli amalfitani strinsero sereni rapporti di cooperazione con i popoli vicini, permettendo ad Amalfi di divenire una potente e temibile Repubblica, soprattutto per la sua potentissima flotta mercantile. Famoso e di grande validità fu il codice marittimo di navigazione denominato “Tabula Amalphitana, adottato successivamente da altre località marittime, che resero Amalfi la più forte e famosa potenza della zona.
Illustre personaggio Amalfitano fu Flavio Gioia, scopritore della bussola magnetica, strumento di navigazione usato dai marinai di allora per orientarsi, tuttora in uso da parte degli attuali marinai, nonostante l’avvento di sofisticati sistemi di navigazione satellitari, resta sicuramente, in caso di avaria di questi ultimi , il più classico e sicuro sistema di navigazione tradizionale. Da ricordare che nel 900 Amalfi coniò una moneta d’oro che era anche in circolazione nei porti toccati dagli Amalfitani, fino alle coste dell’Africa.
Fino al 1136 Amalfi visse un periodo sereno ma il 1137 segnò un tristissimo inizio di eventi drammaticamente negativi, tra invasioni distruttive, calamità naturali, un’epidemia di peste che decimò la popolazione, perse la sua opulenza precedentemente conquistata con tanta dedizione e sacrificio.
Tutto ciò obbligò gli Amalfitani a ritornare all’artigianato ed all’agricoltura che avevano abbandonato precedentemente per i traffici marittimi. Tra la fine del XII Secolo e gli inizi del XIII Secolo gli Amalfitani applicarono l’uso della bussola nella navigazione, perfezionandone le caratteristiche tecniche. Già produttori in modo industriale della carta, applicarono metodi e tecniche già introdotti dal mondo arabo.
Tra la dominazione degli Angioini e lo scoppio della guerra dei Vespri Siciliani durata venti anni, per gli scontri avvenuti tra gli Angioini stessi e gli Aragonesi intenti al controllo del Regno Meridionale, le condizioni di Amalfi peggiorarono in modo repentino, poiché gli Angioini imposero il blocco navale della città confiscando la flotta navale.
Anche le forti competizioni dei mercanti catalani per il controllo del basso Tirreno, le pestilenze del 1306 e del 1348, la drammatica mareggiata del 1343, che distrusse tutta l’area portuale, diedero un durissimo colpo alla Repubblica Amalfitana. Dal 1392 al 1583 Amalfi fu sotto controllo dell’infeudazione e durante il XVII e XVIII Secolo tutta l’area Amalfitana fu oggetto di una notevole trasformazione urbanistica con l’imposizione del barocco sulle antiche costruzioni romaniche. Nei primi anni del XIX Secolo tutta la Costa Amalfitana visse il controllo di Bonaparte e di G. Murat.
Il Romanticismo segnò una svolta positiva per Amalfi e le località ad essa vicine, poiché i viaggiatori stranieri in cerca di posti particolarmente belli in riferimento alle bellezze paesaggistiche ed artistiche, riscoprirono questi luoghi unici ed indimenticabili segnando l’inizio della nuova vocazione turistica che fino ad oggi è la principale risorsa economica di tutta l’area.
Per visitare Amalfi bene, occorre fermarsi per qualche giorno, tanto e bella e ricca di testimonianze storico-artistiche. Iniziando dalla piazza antistante il porto nella quale troviamo il “monumento di Flavio Gioia”, inventore della bussola, poco lontano si possono ammirare “gli antichi Arsenali” nei quali gli Amalfitani costruivano e ricoveravano le proprie imbarcazioni.
Vicino agli Arsenali è ubicata la “Porta della Marina”, che è uno degli ingressi della città, quindi la “Piazza dei Calzolai” e “Piazza del Duomo” nella quale si può ammirare la “fontana di S.Andrea Apostolo” costruita nel 1760 ed alle sue spalle l’edificio che nel medioevo era il seggio dei nobili e la sede del capo della “Marineria Amalfitana” dove era custodita una copia della “tabula de Amalpha” (tavole concernenti il diritto della navigazione del periodo compreso tra il XI ed il XVI Secolo).
Nel 1583 questo edificio divenne sede del governatore vicereale spagnolo. Il Duomo di Amalfi è certamente una testimonianza stupenda di stili diversi che nei secoli si sono fusi fino a portarci allo splendore attuale che tutti possiamo ammirare. Verso la metà dell’ XI Secolo gli Amalfitani decisero di costruire un nuovo Duomo integrando e ampliando la chiesa dell’Assunta già esistente, unendo la parte nuova alla vecchia attraverso un colonnato e creando così una chiesa a sei navate.
Dopo il Concilio di Trento le due cattedrali furono separate e rivestite di stucchi, per cancellare completamente l’impronta mussulmana esistente ed i restauri effettuai nel 1961 hanno riportato alla vista la bellezza della fusione chiesa-moschea che per seicento anni aveva unito due culture di tutto rispetto del Mediterraneo e che oggi sono tanto lontane visti gli eventi drammatici succedutisi in questi ultimi anni.
Complessa è la sua costruzione che si può dividere in diversi corpi fabbrica integrati tra loro. Infatti, sotto all’atrio dell’ingresso che si calpesta appena terminato di salire le scale provenienti dalla piazza antistante al Duomo, troviamo le ex carceri cittadine. Osservando il Duomo frontalmente rispetto all’ingresso troviamo alla sua sinistra il Chiostro del Paradiso, ex cimitero dei cittadini più illustri, che si evidenzia per la presenza di archi sovrapposti che sono un tipico esempio di fusione tra i due stili, il romanico e l’amalfitano. Infine, antistante al Chiostro Paradiso sono presenti i resti di una precedente chiesa paleocristiana.
Spostandoci in successione da sinistra verso destra, troviamo le parti della Chiesa del Crocifisso che è la cattedrale più antica della città dedicata all’Assunta ed ai Santi Cosma e Damiano. I restauri del 1931 eliminarono definitivamente la decorazione barocca, ripristinando l’originale struttura romanica. La navata centrale e la Nuova Cattedrale voluta dal Duca Mansone nel 967 e poi ampliata agli inizi del XIII secolo fu dedicata a S. Andrea, modificandola radicalmente nel XVIII secolo in stile barocco che dominava in quel tempo.
Un capolavoro è il campanile, costruito in più tempi dal 1180 al 1276. Nella parte inferiore si vedono chiari riflessi romanici, mentre la torre campanaria evidenzia i forti e stupendi elementi moreschi. Da notare la bellezza delle bifore e trifore presenti al secondo livello, per poi finire nell’incantevole terzo livello con la torre campanaria e le splendide intersezioni di archi maiolicati, che definirli stupendi e certamente troppo poco. Sul timpano si può ammirare il Mosaico di Domenico Morelli raffigurante il Cristo in trono adorato dai potenti della terra, sovrastante i Mosaici raffiguranti le scene dell’Apocalisse di S. Giovanni e dei dodici Apostoli.
Meraviglioso è anche il portico rifatto alla fine dell’800 ed oltre ai tipici archi moreschi sono presenti degli affreschi. Come già detto l’aspetto attuale del Duomo di Amalfi e il risultato del rifacimento avvenuto nell’ottocento con conseguenti ricostruzioni di colonne andate distrutte precedentemente e comunque il tutto ha un aspetto maestoso e molto fine nelle sue linee rappresentate dallo stile moresco dominante.
Da notare che la porta centrale, delle tre che rappresentano gli ingressi alla Cattedrale, è in bronzo a due battenti e furono fusi a Costantinopoli nel 1060, contornate dal portale in marmo dell’ VIII Secolo raffigurante figure antropomorfe e motivi geometrico-floreali.
L’interno del Duomo è tutto da scoprire dalle decorazioni del soffitto, alla Cripta, il Chiostro del Paradiso, il busto di Sant’Andrea, la Croce di madreperla proveniente da Gerusalemme nel 1930, il ritratto della Madonna con il Bambino del XIV Secolo, la Cappella della Crocifissione, della fine del XIII ed inizio del XIV secolo, la Basilica del Crocifisso risalente al IX Secolo è dedicata all’Assunta a cui si accede uscendo dal Chiostro dove troviamo anche il Museo Diocesano d’Arte Sacra, in cui insieme a tanti reperti troviamo il sarcofago in marmo che servì per riporre i resti dell’arcivescovo Andrea de Palearea.
Oltre al Duomo è da vedere il Supportico Rua, che costituiva la strada principale della cittadina di Amalfi in epoca Medioevale. Il Museo della Carta, la fabbrica della ceramica, di fronte alla biblioteca del Museo, la Valle dei Mulini.
Tra gli eventi caratteristici di Amalfi il più bello è sicuramente quello della “Regata storica delle quattro Repubbliche Marinare” (Genova, Pisa, Amalfi, Venezia), che si ripete una volta ogni quattro anni e dove quattro barche si contendono in una gara il primato su di un percorso predefinito in ricordo delle lotte che avvenivano in loco.
E’ sicuramente un evento speciale nel quale si possono ammirare prima della regata lo sfilare di tutti i rappresentanti delle quattro Repubbliche Marinare nei costumi d’epoca fedelmente riprodotti, che ne ricordano chiaramente l’opulenza e gelosamente custoditi nei Musei Storici delle rispettive città di appartenenza. Il culmine dello spettacolo si raggiunge quando le quattro barche partono per la regata che alla fine ne vedrà una vittoriosa.
Uno spettacolo unico che viene seguito con molto interesse dal pubblico locale, da molti turisti e che termina con dei magnifici fuochi artificiali.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!