Vega “Sonny” 318 RO – Silver Wing: restauro fase due
Sono in corso le fasi di smontaggio e revisione dello scafo e di tutte le parti che compongono il Vega “Sonny” 318 che avevamo iniziato a pubblicare nella prima puntata di questo restauro.
Di seguito lo stato di avanzamento dei lavori e lo stato attuale della barca.
Per il quadro strumenti è stata mantenuta l’originalità dei tre piccoli telai in plastica che prevedeva il cantiere costruttore Vega. Infatti, dopo aver smontato tutta la strumentazione ed il cablaggio, gli stessi sono stati lavati con acqua calda ed un potente sgrassante. Quindi, certi della loro pulizia assoluta e dell’assenza di ogni traccia di sporco e grasso sono stati trattati con una vernice neutra di fondo del tipo aggrappante. Quindi si è proceduto a spruzzare un apposito prodotto del tipo utilizzato sui paraurti di plastica delle autovetture. La scelta è andata su questo prodotto perché la plastica così trattata si mantiene in ottime condizioni, visti anche gli stress termici a cui sono sottoposte queste parti in plastica, sia nel periodo invernale che in quello estivo.
Per mantenere l’originalità degli strumenti, pur essendo funzionanti, avendo all’interno tracce di calcare e umidità sono stati aperti ripuliti bene, quindi rimontati e sigillati allo stesso tempo. Non troppo simpatico il vano porta oggetti in plastica dotato di chiave che funge anche da apertura. Tuttavia, è stato ripristinato come i tre telai degli strumenti. Manca in basso nell’apposito rettangolo che si vede nella foto il logo Vega del cantiere costruttore oltre il nome della serie della barca “Sonny 18” che fatto riprodurre fedelmente, non su lamierino in alluminio come era originariamente, ma con un apposito autoadesivo in materiale plastico autoadesivo resistente alle intemperie, che sarà applicato al suo posto.
Come descritto nella precedente puntata questa unità era abbandonata alle intemperie da molti anni, ma completa di quasi tutto il suo armamento che non è stato difficile recuperare e rinnovare in tutte le componenti ed il lavoro è proseguito in modo scorrevole e piacevole come potete vedere nelle foto:
Come avete potuto vedere dalle foto appena pubblicate il restauro procede speditamente e si è provveduto a riportare la barca nello stato originale come l’aveva costruita il cantiere, senza effettuare nessuna trasformazione e secondo il concetto di restauro conservativo in cui si cerca di ripristinare il più possibile la barca con tutto il suo armamento.
Note impianto elettrico: E’ stato ripristinato il cablaggio originale che nonostante gli anni (prima immatricolazione 1973), ben quarantadue e data la qualità dei fili in cui era presente il vero rame… erano in ottime condizioni. Ovviamente qualche filo è stato cambiato ove necessario, ma ho ritenuto opportuno eseguire una modifica importante spostando sotto il cruscotto la scatola dei fusibili che prima era nel vano motore, ritenendo che sia meglio istallarla in posto asciutto e sicuro. Inoltre è stata prevista una modifica dell’impianto elettrico portando una coppia di 10 mm/q di sezione, cioè il positivo ed il negativo, provenienti dalla batteria ausiliaria utilizzata solo per i servizi a 12 V quali:
- VHF
- GPS
- Echo
- Stereo
- Pompa sentina
- Luci di via
- Luce fonda
- Blower
- Tromba
- Autoclave
Nel dettaglio ho previsto un nuovo box dei fusibili ponendolo in apposita cassetta stagna di derivazione e protetta dalle intemperie, usando fusibili moderni a lama della MTA, ottimo prodotto italiano usato nella nostra industria automobilistica. Appena terminerò il montaggio documenterò con le foto tale intervento che migliora e semplifica molto l’impianto elettrico. Inoltre, saranno presenti a bordo due batterie da 12 V – 100 Ah cadauno, di cui una servirà per l’avviamento motori e per la strumentazione, mentre l’altra sarà utilizzata esclusivamente per i servizi 12 V di bordo come descritto. Entrambe le batterie saranno dotate di uno stacca batteria di adeguata potenza e di un partitore per doppia batteria ed un solo generatore. Vi sarà comunque un terzo stacca batteria che sarà utilizzato solo in caso di collegamento in parallelo delle due batterie, nel caso che quella di avviamento sia scarica. Insomma, una sicurezza maggiore a bordo non guasta mai.
Avrei potuto usare uno staccabatterie singolo che prevede il collegamento in parallelo delle due batterie, oppure di entrambe separate, oppure di una o dell’altra e la posizione Off generale. Tuttavia reputo, secondo la mia esperienza, questi staccabatterie multipli inaffidabili se posti sotto stress e potrebbero anche rovinarsi smettendo di funzionare, con le conseguenze che si possono immaginare. Invece, l’utilizzo di tre staccabatterie singoli e di adeguata portata sotto carico, sono di gran lunga da preferire rispetto all’unico sopra descritto. In tale modo si innalza notevolmente la sicurezza di esercizio della barca.
E’ previsto anche un apposito caricabatteria 12 V doppia uscita, con carica prioritaria per la batteria di avviamento, alimentato a 220 V corrente alternata, da collegare alla banchina. Inoltre, quando si è ormeggiati e si vogliono utilizzare i servizi di bordo, collegandolo alla rete dalla banchina, i servizi a 12V utilizzati gravano in parte sulle batterie di bordo ed in parte sul caricabatterie. A servizi posti in posizione off ed il caricabatterie sempre in funzione, quest’ultimo in brevissimo tempo porta la carica delle batterie al massimo possibile. Questo criterio di ricarica delle batterie di bordo garantisce un impianto sempre efficiente ed al top delle prestazioni.
Infine, è prevista anche l’applicazione di un motore fuoribordo di riserva da utilizzare in caso di avaria dell’unità motrice principale. Tale motore sarà collegato mediante appositi raccordi in bronzo, a tubazioni in rame con due saracinesche deviatrici di flusso che saranno collegate al serbatoio principale della barca. Il tutto sarà fotografato ed illustrato in una nuova puntata durante le prossime fasi di avanzamento dei lavori di ripristino dell’unità.
Per la verniciatura dello scafo ho usato una pittura poliuretanica scegliendo il colore originale blu scuro del suo gelcoat che precedentemente era stato pitturato bianco. Lo scafo è stato precedentemente lavato con acqua calda e sgrassato con appositi prodotti, quindi si è proceduto ad una carteggiatura in umido di tutta la carena con carta abrasiva di varie grane fino ad avere una superficie ben levigata. E’ stata effettuata anche una leggera stuccatura con un apposito rasante sintetico per eliminare eventuali graffi sottili. Ho dato alla pitturazione blu scuro dell’opera morta, un corso a decrescere verso prua, dando l’idea di una freccia. L’effetto visivo mi sembra bello ed evidenzia la linea slanciata di questa carena.
(Fine seconda puntata)
Hi Christer,
you can send all your documents by WeTransfer that allows you to send text files and images up to 2 Giga at once. Contact you via email and you send it where I point.
Thanks for your time and I am sure it will be a pleasure to have all your documentation.
Greetings,
James
Hi Christer,
puoi inviarmi tutta la tua documentazione mediante wetransfer che ti permette di spedire file di testo ed immagini fino a 2 Giga in una sola volta. Ti contatto via mail e ti indico dove inviare il tutto.
Grazie per la tua disponibilità e sono certo sarà un piacere avere tutta la tua documentazione.
Saluti,
James
Hi – yes of course. It’s still in phase one, but I also have a lot of documentation, such as original registration etc.
How do you want to proceed ?
Hi – sì, naturalmente. E ‘ancora in fase uno, ma ho anche un sacco di documenti, come ad esempio la registrazione originale etc.
Come si desidera procedere?
Hello Christer,
thank you for what you say of the restoration of this small but beautiful hull Levi that next spring will be at sea.
About the restoration that are running on Levi Corsair, if you agree, I would like to see how the work and can send a report accompanied by a photo your description to make the subject of an article to be published on Altomareblu more bets.
The Corsair is one of the best projects of the famous designer Renato “Sonny” Levi.
Thank you for writing us. Greetings,
James (Giacomo Vitale)
Ciao Christer,
Ti ringrazio per quanto dici del restauro di questa piccola ma splendida carena Levi che per la prossima primavera sarà in mare.
Circa il restauro che stai eseguendo sul Levi Corsair, se sei d’accordo, vorrei vedere come procedono i lavori e puoi inviarci un resoconto fotografico accompagnato da una tua descrizione per farne oggetto di un articolo da pubblicare su Altomareblu in più puntate.
Il Corsair è uno dei più bei progetti del famoso progettista Renato “Sonny” Levi.
Grazie per averci scritto. Saluti,
Giacomo Vitale
Nice work…Good that someone takes good care of this old ladies.
I’m working on an old Levi Corsair -67… but still a long way to go…
Christer
Bel lavoro … Bene che qualcuno si prende cura di queste vecchie signore.
Sto lavorando su un vecchio Levi Corsair – 67… ma ancora è lunga la strada da fare …
Grazie Tealdo per quello che hai espresso che è in piena sintonia con la nostra filosofia del restauro conservativo, che vuole si mantenga il più possibile l’originalità della barca in tutte le sue parti.
Tuttavia, evidenzio che se si vuole navigare molto con queste speciali unità ed in sicurezza, oggi si può montando al posto del vecchio Volvo Penta AQ 130/270 Power Trim a benzina, un moderno motore a gasolio common rail di ultima generazione a basso consumo ed emissioni di CO2.
Ovviamente, ci sono una categoria di appassionati delle barche d’epoca che osteggiano questa soluzione affermando che in questo modo si stravolge l’originalità della barca. Addirittura vi sono alcuni che notano le differenze maniacali di una parte della barca che doveva essere pitturata a bucciato, come in origine e non a spruzzo..
Con tutto il rispetto, ma in questi casi siamo nella maniacalità estrema e pericolosa che in caso di mare incavolato e con un motore ormai vecchio ed insicuro che fa i capricci si rischia grosso e non è assolutamente il caso.
Il mare è bellissimo, ma va visto ed affrontato sempre con rispetto e timore, per cui navigare in sicurezza è giusto e necessario se si vuole portare la pelle a casa. Non condivido l’uso ostinato di vecchi ed obsoleti motori che costano soldi solo per metterli in moto e mantenerli lindi e pinti…
Tutto questo serve solo ai marinai di porto che oltre ad essere ormeggiati dodici mesi all’anno, non navigando mai, che dire: facciano pure.
Navigare ed in sicurezza, è assolutamente un’altra cosa ed i veri uomini di mare lo sanno.
bel lavoro, soprattutto perché non avete stravolto il look dell’imbarcazione. A volte si vedono certe auto restaurate che sono ancora più nuove di quando erano uscite dalla fabbrica