Guardia Costiera Super Speranza CP 233
Super Speranza e le missioni di salvataggio
Ci scrive il C.te Tito Mancini appartenente al corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera e ci fa immensamente piacere. Siamo onorati di poter ospitare un uomo valoroso come lui nel nostro blog che ha svolto due carriere, prima da Sottoufficiale e poi da Ufficiale in questo Straordinario Corpo che ricordiamo vanta il più alto numero di incarichi Istituzionali di tutti gli altri Corpi Militari della Nostra Repubblica.
Il C.te Tito Mancini ha passato la sua vita militare quasi sempre a bordo delle unità navali del Corpo, prima come membro dell’equipaggio e poi come C.te. Nella sua lunga strada, tra due anni andrà in pensione, ha avuto modo di apprezzare le “Super Speranza” che si sono comportate sempre egregiamente “riportandoci sempre in porto anche nelle condizioni più difficili del mare”, sue testuali parole.
Le foto che vedete di seguito riguardano la motovedetta Super Speranza CP 233 (Costruita dai cantieri Rodriquez di Messina e la stessa disegnata da Renato “Sonny” Levi che, prima della chiusura, era costruita dalla Canav di Anzio) e che insieme ad altre motovedette simili, effettuarono uno dei più tragici salvataggi della storia del Corpo delle CP GC, avvenuto nelle acque antistanti la diga foranea del Porto di Genova il 9 aprile 1970 in cui la M/N London Valour affondò.
In quella occasione il C.te Tito Mancini, allora membro dell’equipaggio ed i suoi valorosi colleghi, correndo tutti insieme rischi altissimi, posero in salvo ben 29 membri d’equipaggio dell’unità poi affondata. Tutte le foto sono state scattate da terra e la qualità purtroppo non è delle migliori, ma abbiamo provveduto a restaurarle e questo é il risultato che da la possibilità di comprendere l’entità del disastro e le pessime condizioni del mare. (le foto di seguito pubblicate sono del del C.te Tito Mancini che gentilmente le ha messe a nostra disposizione) London Valour – Genova 9 Aprile 1970
London Valour tra le onde
Super Speranza CP 223 durante il salvataggio
Traino dell’unica lancia della Super Speranza CP 233 Guardia Costiera
Con queste immagini si ringraziano i Valorosi membri di tutti gli equipaggi che posero in salvo le vite dei 29 naufraghi della nave affondata. Si ringrazia anche la CP Guardia Costiera dai massimi gradi all’ultimo militare per la rilevanza degli alti compiti Istituzionali che tale Corpo svolge con grande spirito di abnegazione, suscitando rispetto ed ammirazione da parte di altri Corpi Militari e semplici cittadini Europei ed oltre Oceano, permettendoci di essere fieri ed orgogliosi di essere italiani.
COMMEMORAZIONE DELL’EVENTO AVVENUTA A GENOVA Il 09.04.2004
Il giorno 09.04.2004 ci fu a Genova una significativa commemorazione del tragico evento dell’affondamento della nave M/N London Valour con la partecipazione delle Autorità civili e Militari. Erano presenti gli uomini della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera che si trovavano in forza al Comando di Genova e che parteciparono attivamente al difficilissimo evento di cui daremo ampio resoconto in un articolo ad esso dedicato nei prossimi giorni.
Di seguito, le immagini della lapide che fu posta alla memoria di tale evento e l’equipaggio della CP 233 che si vede nelle foto precedenti mentre si prodiga per trarre in salvo i naufraghi.
IN MEMORIA DELLA LONDON VALOUR 9 APRILE 1970
Alcuni valorosi membri d’equipaggio della motovedetta CP 233 che parteciparono al difficilissimo e rischioso intervento di salvataggio dei 29 marittimi imbarcati sulla nave mercantile M/N London Valour, naufragata nelle acque prospicenti il porto di Genova il 09.04.1970 lottando con grande coraggio per 11 interminabili ore e con il mare forza 8. Si riconoscono: Con il giaccone verde l’allora C.te della CP 233 Ammiraglio Ispettore Telmon: Medaglia d’oro al Valor di Marina (attualmente in pensione). Da sinistra in divisa, l’allora membro dell’equipaggio ed attuale C.C. Mancini Tito (in servizio) – di seguito il Sig. Aldo Reano – a destra il Luogotenente Rocco Orlando (in servizio) – a tutti loro è stata data la Medaglia d’argento al Valor di Marina.
CP 233 GUARDIA COSTIERA
La gloriosa motovedetta CP 233 fu determinante per il successo del difficilissimo e rischioso intervento di salvataggio dei marittimi imbarcati sul mercantile inglese poi affondato. Prodotta dalla Navaltecnica di Anzio su disegno dell’ ing. Renato “Sonny” Levi era costruita in quattro strati di lamellare di mogano incollati a freddo ed incrociati tra loro a 45°. Questa tecnica costruttiva di derivazione aeronautica fu perfezionata dal mitico ing. Levi che la brevettò, facendola applicare a tutti i Cantieri che realizzavano le sue barche progettate ed il risultato era dato da imbarcazioni affidabilissime in ogni condizione di mare e questo episodio ne è una indiscutibile e valida testimonianza.
Super Speranza CP 233 DATI DI TARGA
Cantiere costruttore:
- Cant. Navale Leopoldo Rodriquez – Messina
- Anno di costruzione: 1968
- Dislocamento a pieno carico: tonn.14,011
Scafo:
- Legno di mogano in quattro strati lamellare
- Lunghezza fuori tutto: m.13,40
- Larghezza: m.4,85
- Pescaggio: m.1,28
Apparato motore originario:
- N°2 motori Diesel CRM 9/DA da 385 HP ciascuno
- N.dei giri/max: 1850
- Velocità max: 26,6 nodi.
- Eliche: n°2 in lega Mibral
Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali
Buonasera, mi sono imbattuto in questo articolo facendo una ricerca a seguito del ritrovamento di materiale nel mio garage.
Sono venuto a conoscenza che mio padre, era di leva a Genova in quel periodo, in Marina. Aveva circa 20 anni, si chiamava Orazio Muffato, è mancato ormai da 10anni.
Se qualcuno avesse qualche aneddoto o ricordo potrebbe scriverlo?
Grazie!
Gentile Federico,
la testimonianza della sua bella esperienza, escluso naturalmente la tragedia della London Valour, vissuta quando era a Genova durante il servizio di leva, mi ricorda la mia vissuta in altre circostanze e luoghi, ma bellissima e che riviverei con immenso piacere per tutto il trascorso e soprattutto per la lezione di cui ne ho tratto vantaggio da allora 1970, fino ad oggi.
Per ritrovare quella foto del ritaglio di giornale che ha cestinato, se è sicuro che la testata giornalistica era quella del Secolo XIX, potrebbe chiedere alla redazione o recarsi presso il loro archivio e visionare i numeri che interessarono la cronaca di quel tragico evento del 9 aprile 1970, dal giorno successivo in poi… e sono certo che riuscirebbe a ritrovare quella foto.. e non si dimentichi, se Le farà piacere, di inviarcela che la pubblicheremo come ulteriore testimonianza del ricordo di quel tragico evento.
Grazie ancora a Lei.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Egr. Sig. Vitale,
la ringrazio per la sua attenzione e per le sue precisazioni. Sono contento che la CP233 sia ancora “viva”, anche se avrei preferito fosse rimasta a Genova, quale testimonianza di valori raramente espressi nell’epoca attuale: in tal caso, valori di uomini che amano intensamente il mare e che ne affrontano i “capricci” con veri atti di eroismo. Purtroppo non ho foto da inviarLe, anzi, sono io stesso alla loro ricerca. Devo dirle che per i primi anni dopo il congedo (di questo mi sono sempre pentito: probabilmente, se non avessi trascorso a Roma gli ultimi mesi di leva – da sergente n.p. – sarei rimasto in Marina. A Genova, al di la di questa triste esperienza, ho vissuto bene, soprattutto per l’ambiente familiare, proprio dell’ambito marinaro e gli ottimi rapporti con gli Ufficiali – Comandante Lay, Tenente Ingusci, Maresciallo Danaro, Capitano Telmon ed altri) ho conservato un ritaglio di giornale (forse del Secolo XIX) che mi riprendeva, insieme ad altre persone, mentre trasportavamo in un telo o lenzuolo un marinaio ferito della London. In seguito lo cestinai ma poi, rendendomi conto che il ricordo della tragedia non poteva essere cancellato e che quel ritaglio rappresentava l’unica testimonianza del mio piccolo contributo, ho sempre cercato, invano, di ritrovare quella foto navigando su Internet: tentativi a cui, ancora oggi, non ho rinunciato. Ringraziandola ancora, le porgo un cordiale saluto. Federico Parrella
Gentile Federico,
La ringraziamo per la Sua testimonianza circa quella tremenda tragedia del naufragio della London Valour e per i sentimenti di vicinanza ai marinai che non ce l’hanno fatta ad essere salvati ed alla moglie del comandante della stessa che morì cadendo dalla teleferica di fortuna issata tra lo scafo e la banchina, per la rottura del cavo di unione causata dai forti movimenti della nave di quel fortissimo e dannatissimo libeccio assassino.
Tutto quello che era nelle possibilità di tutti i soccorritori fu tentato anche a rischio della propria vita, così come fecero il Comandante Cap. Telmon e l’equipaggio della M/V CP 233, insieme al Comandante dei Vigili del Fuoco Rinaldi. Una lotta contro il tempo per salvare quante più vite possibile…
Circa le sorti della ex m/v CP 233 La informo che è in perfette condizioni. Radiata dal servizio e posta all’asta, così come è consuetudine in questi casi, fu acquistata da un privato che la mantiene in ottime condizioni e naviga con il nome “CP Tagari”: Può vederla al seguente link portandosi sull’unità iscritta nel “Registro Storico carene Levi” al n°49/2008:
https://www.altomareblu.com/registro-registro-storico-carene-sonny-levi/cabin-criuser-registro-carene-levi/
La ringraziamo per averci contattato e per la foto di uno dei superstiti salvati che ha ancora negli occhi il terrore appena vissuto. Approfitto dell’occasione per chiederle, nel caso abbia altre foto inedite di sua proprietà e mai apparse sui giornali ed in rete, se può inviarcele a tritolo gratuito e solo per inserirle nell’articolo di riferimento. Ovviamente, indicando la Sua proprietà e la gentile concessione a tale scopo.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Mi chiamo Federico Parrella, avevo 22 anni ed ero in servizio di leva alla Capitaneria di Porto di Genova, in collaborazione con il Comandante Lay. Ricordo ancora quella tremenda giornata. Eravamo a pranzo quando ci giunse la notizia di quel disastro. Ci imbarcarono urgentemente su una pilotina, con la quale raggiungemmo il molo e demmo il nostro piccolo contributo al salvataggio dei marinai della London. Quel giorno non potrà mai essere dimenticato: il mare in tempesta ed il forte vento che ostacolavano ogni tentativo di avvicinamento alla nave, le grida della gente e dei feriti, la corda-ponte con la quale si cercava di riportare a terra i marinai della nave, la morte sugli scogli della donna (se ben ricordo la moglie di uno degli Ufficiali della London), le sirene dei mezzi di soccorso e soprattutto il coraggio del Capitano Telmon, (Comandante della eroica motovedetta CP233, sulla quale, peraltro,avendo prestato tirocinio per due mesi, ho avuto modo di conoscere personalmente la grande professionalità ed umanità di detto Comandante), del Comandante Rinaldi, dei Vigili del Fuoco e di tutte le altre Forze dell’Ordine. Voglio, infine, esprimere il mio rammarico per coloro che non poterono salvarsi e per l’abbandono che ne è stato della mitica, eroica CP233.
Carissimo Antonio,
sono stato un componente l’equipaggio della CP 233, per cui ricordo molto bene quel giorno… Da mare per quanto era possibile, vedemmo gli sforzi fatti per costituire quella teleferica, purtroppo le condimeteo erano tali per cui quella manovra dovette essere sospesa.
Chi fu salvato in quel tragico naufragio lo deve soprattutto all’intervento di ciascun singolo partecipante che di propria iniziativa ha operato al limite delle proprie umane possibilità.
Oggi, per noi che a qualsiasi titolo siamo intervenuti, rimane solamente un amaro ricordo per le vittime che non siamo riusciti a salvare.
Comunque è sempre piacevole riscontrare la testimonianza di una persona che partecipò direttamente a quel lontano evento.
Un abbraccio,
tito mancini
Mi chiamo Antetomaso Antonio ed ero in forza alla Capitaneria di porto di Genova il giorno della tragedia.
Stavamo pranzando quando ci fu comandato di raggiungere il porto e salire sulla motovedetta CP 233. Non indossavamo neanche un salvagente. Ci sbarcarono sulla diga foranea e fatta una specie di teleferica riuscimmo a portarne in salvo cinque naufraghi.
Purtroppo la sesta (la moglie del comandante della nave London Valour andò a sbattere sugli scogli morendo). Rimanemmo sulla diga foranea dalle 14,00 alle 20,00 e se non ricordo male con noi vi era il Ten. Capello, mentre gli altri marinai rientravano in porto su una motovedetta dei vigili del fuoco.
A me e ad un altro marinaio ci fu ordinato di rimanere per coadiuvare all’attracco dei mezzi dei vigili del fuoco. Il nostro rientro avvenuto su una barca a motore che fece avaria fu rocambolesco e salimmo a bordo della nave Enrico C dove ci rifocillarono e successivamente ci riaccompagnarono in caserma.
Ho notato che noi poveri marinai siamo caduti nel dimenticatoio. Eppure siamo stati i primi a giungere sulla diga foranea ed iniziammo a mani nude, rischiando la pelle, a portare i primi soccorsi. Sono rimasto ricoverato dopo poco tempo nell’ospedale Della Maddalena con una forte pleurite ed anche per quella nessun riconoscimento. Mi rende solo felice di aver contribuito a salvare delle vite umane. Un caro saluto.
Un caro saluto da un povero sottocapo che rimase sulla diga foranea dalle 14,00 alle 20,00.
Antonio Antetomaso
Gentile Giancarlo Merialdi,
non ho avuto l’onore ed il piacere di conoscere di persona l’Ammiraglio Raimondo Pollastrini, ma ho conosciuto invece chi è stato a lui vicino professionalmente per anni e mi aveva sempre detto un gran bene della sua persona.
Certo la sua sensibilità nel volere ricordare le vittime della London Valour e ringraziare anche i suoi uomini che a bordo della CP 233 misero a rischio la loro vita per salvare quanti più possibile, descrive da solo la sua grande sensibilità di uomo e di marinaio.
AMB porge alla sua famiglia ed al Corpo delle Capitanerie di Porto il più sincero cordoglio per la prematura e dolorosa scomparsa di un uomo eccezionale.
La ringraziamo per averci scritto.
Cordiali saluti,
Alex Vitale
Giacomo Vitale
Tito Mancini
Sono profondamente addolorato per la prematura scomparsa dell’ ammiraglio Raimondo Pollastrini che ho avuto il piacere di conoscere in occasione del primo ricordo del naufragio nave London Valour, da lui fortemente voluto per onorare le vittime dell’equipaggio e per ringraziare i soccorritori che avevano posto la loro vita in pericolo.
Un grande ammiraglio e un grande uomo che ha sofferto enormemente per la scomparsa della prima moglie.
Merialdi Giancarlo
Gentile Giancarlo Merialdi,
le invio in privato il contatto con il signor Eric Hill, come richiesto, ringraziandola per la sua disponibilità a nome di AltoMareBlu e dello stesso Eric Hill.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Se possibile vorrei la mail di Eric Hill per comunicargli che gli ho preparato un dvd con filmato
di due cerimonie London Valour con il Console On. Britannico e vorrei inviarglielo.
ringraziando porgo cordiali saluti
Mr. ERIC HILL,
I was present the day of 40th anniversary and I
am a former sailor in the Italian Navy and good friend of the British honorary consul in Genova Denise Dardani. If you want to send me your address, I will send photos and video of the ceremony.
None of the crew is buried in the cemetery of Genoa. The flag is kept at the Coast Guard and
the wheel has disappeared, many years ago, from the hospital of san Martino.
Merry Christmas and Happy Year !
Merialdi Giancarlo
* Are buried in the cemetery of Genoa 15 sailors minesweeper “KEFALLONIA” exploded in our port on 25 june 1945.
traduzione:
Signor Eric Hill,
Ero presente il giorno del 40° anniversario. Sono un ex marinaio della Marina Militare Italiana e buon amico del console onorario britannico a Genova “Denise Dardani”.
Se desidera invio al suo indirizzo le foto ed il video della cerimonia.
Nessuno dell’equipaggio è sepolto nel cimitero di Genova. La bandiera è conservata presso la Guardia Costiera di Genova e la ruota è scomparsa molti anni fa dall’ospedale di San Martino.
Buon Natale e Felice Anno!
Merialdi Giancarlo
*Nel cimitero di Genova sono sepolti 15 marinai del dragamine “Cefalonia” esploso nel nostro porto il 25 giugno 1945.
my address: Merialdi giancarlo
Via Ventotene, 85/23 A
16134 GENOVA (ITALIA)
Consulate : British Consulate
Piazza Verdi, 6/A
16121 GENOVA (ITALIA)
Gentile Nicola,
ti ringraziamo per quello che dici circa le iniziative di AMB rivolte a salvaguardare la memoria storica e la salvaguardia di quelle m/v che, sono arrivate alla fine del loro onorato servizio e che dismesse, in buona parte devono essere cedute o demolite.
Circa le decisioni delle varie Amministrazioni interessate, nel caso specifico le “Capitanerie di porto”, alla luce di quanto sta avvenendo, con le grosse problematiche dell’economia mondiale, Dollaro USA, Euro ecc… è impensabile, con le drastiche riduzione di delle risorse che servino per gestire uomini e mezzi di tale Corpo per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali, che pensino anche alla salvaguardia di queste straordinarie m/v che hanno sul groppone migliaia e migliaia di ore di navigazione.. Purtroppo mancando le risorse, non si può..
Tuttavia, c’è un nuovo atteggiamento favorevole al ricordo di eventi particolari in cui alcune unità ed i loro valorosi equipaggi sono stati protagonisti, uno per tutti, il salvataggio dei naufraghi della nave da carico inglese “London Valour”… di cui ci segnali essere in vendita al link indicato.
Ti ringraziamo per averci scritto e per la segnalazione. Continua a seguirci.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno a tutti,
complimenti per la bellissima iniziativa di questo sito che è interessantissimo perché ci da la possibilità di conoscere una parte di storia italiana fatta di uomini e di mezzi ai quali purtroppo le Autorità competenti non riescono a dare il giusto riconoscimento.
Sono pienamente d’accordo sul fatto di salvare queste unità per reinserirle in attività di supporto e/o di proteggerne la loro memoria storica, ma in un certo qual modo, anche il loro riutilizzo come unità da diporto è un buon sistema per salvarle.
Certo sarebbe meglio la prima ipotesi, ma come dire: meglio di niente…
Relativamente alla CP 233, per chi fosse interessato ho appena visto un annuncio della sua messa in vendita a questo link: http://www.subito.it/vi/47219948.htm
Saluti,
Nicola
Gentile Edoardo,
AMB ti ringrazia moltissimo per la tua disponibilità che denota una grande sensibilità non comune a tutti.
Speriamo possa aiutare il signor Hill nella sua ricerca per individuare e rendere omaggio, insieme ai loro famigliari, oltre ai simboli del mercantile naufragato “London Valour” anche alle tombe dei marinai periti nella tremenda sciagura e che tanto colpì i genovesi lasciando tante persone impossibilitate a dare un qualsiasi aiuto a tutti i naufraghi.
Quella crudele, improvvisa e devastante libecciata spezzò la vita di diversi marinai, la moglie del Comandante e lui stesso, cogliendo tutto l’equipaggio di sorpresa. Con il senno di poi si potrebbe rilevare che probabilmente fu commesso un errore nel tenere spente la macchine del grosso mercantile inglese e la mareggiata non diede il tempo necessario per avviare i motori e recarsi in salvo al largo.
Infatti, per questa operazione occorrevano circa trenta minuti. Chi è pratico di mare e lo conosce a fondo sa bene che con questo immenso elemento non si scherza mai ed alla minima leggerezza o incoscienza commessa, te la fa pagare…
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Dear Mr Hill,
I am from Genoa and I know that the flag of London Valour is in the Harbour Office of Genoa (Capitaneria di Porto – in italian). The Wheel is in the San Martino Hospital of Genoa. About the graves of your fellow sailors I can try to discover the location but I must know the names. Please send me their names and I will try to do it for you. You can contact me on the email adress genoa@stellamaris.tv, the adress of the seamen’s club of Genoa (I am a volunteer).
Kind regards.
Traduzione in italiano:
Egregio signor Hill,
sono di Genova e so che la bandiera della Londra al Valor è in Capitaneria di Porto a Genova. La Ruota del timone è all’ Ospedale San Martino di Genova. Informazioni sulle tombe dei vostri compagni marinai posso provare a capire la posizione, ma devo sapere i nomi. Vi prego di inviarmi i loro nomi e cercherò di farlo per voi. Potete contattarmi su genoa@stellamaris.tv indirizzo del club marinai di Genova (io sono un volontario).
Cordiali saluti,
Edoardo Massa
It is over two years now that my family and I along with other families of crew and surviving crew from the London Valour were in Genova for the 40th anniversary.
I met many people who were there at the time of the tragedy, many who helped in the rescue, the care of the survivors and recovering the deceased. Unfortunately I met so many people I cannot remember everyone. But it was a pleasure.
It was also pleasing to see the ships bell and ensign, however I believe the ships wheel was presented to a hospital in Genova. Does anyone know where it is today?
Sadly some of the Indian crew were also lost in the tragedy and are buried in Genova. During my short stay in April 2010 I was unable to locate where they were interned. Can anyone in Genova help?
| would like to return in 2015 for the 45th Anniversary and it would be good to trace the ships wheel and the graves of our fellow sailors.
Kind Regards
Eric Hill
Traduzione italiano:
E’ più di due anni che con la mia ed altre famiglie dei membri dell’equipaggio sopravvissuti della London Valour eravamo a Genova per il 40° anniversario.
Ho incontrato molte persone che erano lì al momento della tragedia, molti che hanno contribuito al salvataggio ed alle cure dei sopravvissuti ed il recupero delle vittime. Purtroppo ho incontrato così tante persone che non li ricordo tutti. Ma è stato un piacere.
E’ stato anche piacevole vedere la campana della Nave,
ma credo che la ruota della nave è stata esposta
in un ospedale di Genova. Qualcuno sa dove si trova oggi?
Purtroppo alcuni membri dell’equipaggio indiano sono morti nella tragedia e sono sepolti a Genova. Durante il mio breve soggiorno in aprile 2010 non sono stato in grado di individuare dove riposano. Chiunque può contribuire a dare indicazioni in merito a Genova?
Mi piacerebbe tornare nel 2015 per il 45° anniversario e sarebbe bene vedere la ruota navi e le tombe dei nostri marinai compagni.
Cordiali Saluti
Eric Hill
Carissimo Francesco,
nonché collega Np., non mi farei influenzare da queste frasi sciocche e senza senso, sia che vengano pronunciate dai nostri colleghi oppure da appartenenti ad altri Corpi della Marina Militare.
Queste frasi sono sempre pronunciate pubblicamente, come semplici “motti di spirito o facezie”, essendo impossibile addurre loro qualsiasi altro fine che non rispecchi l’oggettiva realtà che le Capitanerie di Porto sono un Corpo della Marina Militare.
Basta considerare al riguardo, le varie missioni internazionali a cui le Capitanerie di Porto hanno partecipato sotto il comando della Marina Militare. Dette missioni, hanno provveduto a rinsaldare quei contatti, legami e riconoscimenti professionali reciproci che normalmente non esistono causa le differenti mansioni dei vari Corpi, che difficilmente si incrociano tra loro.
Personalmente, non mi sono mai vergognato di appartenere sia al Corpo delle Capitanerie di Porto che alla Marina Militare ed attualmente, di essere membro dell’ Associazione Marinai d’Italia che sulla copertina del suo notiziario recita:
“Una volta marinaio… marinaio per sempre”
Come vedi, senza distinzione alcuna…
Infine, per maggior convincimento circa l’errata valutazione delle tue asserzioni, pubblico una lettera dello Stato Maggiore della Marina che riguarda il sottoscritto in qualità di Nocchiere di Porto.
La medesima lettera è stata ricevuta da un Motorista, un Nocchiere ed un Radiotelegrafista, ed indica come quattro marinai di differenti categorie abbiano potuto operare in piena sinergia raggiungendo questi eccellenti risultati.
Cordialmente,
Tito Mancini
E’ poco dignitoso dimenticarsi che, grazie alla grande Famiglia della Marina Militare Italiana, certi uomini hanno potuto servire lo Stato garantendo la sicurezza in mare attraverso i Suoi vari Corpi.
Non credo di aver mai conosciuto uomini appartenenti al Corpo Sanitario dire di essere esclusivamente dell’ASL, oppure del Corpo dell’Aviazione Navale dire di essere dell’Aeronaitica Militare…
La famiglia è quella e una sola. Avendo prestato servizio per quasi 30 anni in vari Compartimenti Marittimi e unità SAR (sono ex NP), parlando con UOMINI della MARINA, mi vergogno quando mi sento dire che noi non ci sentiamo e non siamo della Marina Militare Italiana… Mi vergogno anche di appartenere ad un gruppo ANMI…
Onore alla Marina Militare e tutti i suoi Corpi specialistici, a quell’uniforme che ho indossato per anni e che nulla di diverso aveva da quella di un Nocchiere, di un Elettricista, di un Tecnico d’Armi, da un Furiere ecc.
Onore
C. 1^ cl. sc. (NP)
Francesco Serra
Egr. Sig. Merialdo,
solo oggi ho letto la sua mail su Altomareblu, di conseguenza rispondo alla sua domanda con tre mesi di ritardo.
Il C.te dell’India, all’epoca, era Ragone Raffaello.
Distinti saluti,
Cartsegna Fortunato
Sig. Fortunato,
Un dipendente della R.R. mi ha detto che il comandante dell’India era Garilli, è esatto?
Cordiali saluti,
Merialdi Giancarlo
Una ragione in più per ritornare sull’India.
Certamente ci sarò, grazie per l’invito, forse la R.R. si è dimenticata di avvisare chi quel giorno c’era!
La cerimonia si terra’ alle ore 10 al porto antico in testata ai magazzini del cotone ove e’ collocata la targa apposta nel 2004.
Ore 10,30 imbarco su motovedetta C.P.e rimorchiatore soc.R.R. per deposizione a mare corona sul posto del naufragio (si spera presenza comandanti Tall Ships e i due velieri Britannici) come già per ricordo rimorchiatore S.Stefano e dragamine Britannico Kefallonia si formera’ corteo navale.
Ai VVFF è affidato il ricordo del Magg. Enrico. Per rimorchiatore India provvederò a informare Com.Traverso.
Gradita Vs.partecipazione.
Il ricordo del 2004, pur riuscendo oltre ogni aspettativa, ha scontato “una corsa contro il tempo” per rispettare la data del 9 aprile e apporre la targa marmorea (avvenuta il giorno prima, grazie al portuale Gaspare Facco e al Dott. D’Agostino).
Per tale motivo non è stato possibile ringraziare tutti quanti hanno partecipato.
Speriamo di riuscirvi quest’anno con l’apporto di ogni singolo soggetto.
Cordiali saluti,
Merialdi Giancarlo
Gentile Merialdi Giancarlo,
La ringraziamo per la notizia che ci trasmette circa la Cerimonia di Commemorazione del tragico naufragio della London Valour avvenuto il 9 aprile di quaranta anni fa davanti alla diga foranea del porto di Genova ed Altomareblu è disponibile per dare tutto lo spazio necessario a tale evento e La pregheremo, se per Lei sarà possibile, trasmetterci tutto quello che è possibile come immagini, filmati ed una sintesi di tutta la cerimonia che pubblicheremo evidenziando l’autore.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Grazie,
Vi sarei grato se mi informerete dove avverrà la cerimonia.
Fortunato…
Uno che ha partecipato attivamente.
Distinti saluti
Il prossimo 9 aprile, in ricorrenza del 40° anniversario del tragico naufragio, si terra’ a Genova una grande cerimonia commemorativa attualmente in via di definizione. Promotori il Comune di Genova, il Console onorario Britannico a Genova, la Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco, l’A.N.M.I., con i Piloti del Porto, la soc. Rimorchiatori Riuniti e quanti hanno prestato i soccorsi.
Prevista deposizione a mare corona, ricordo sotto targa marmorea al Porto Antico, pagina musicale dedicata a De Andre’.
Cordiali saluti,
Merialdi Giancarlo
Carissimo Fortunato,
stando alle cronache di quel giorno, tutta Genova partecipò a quella tragedia, anche se furono moltissime le persone che non ebbero parte attiva al soccorso.
Molti furono anche gli atti di puro eroismo, che poi caddero nel dimenticatoio e certamente a tutti quelli che parteciparono attivamente al soccorso, rimarrà sempre impresso nella memoria il ricordo attonito di quei momenti, con il dubbio, a posteriori, che forse si poteva “osare” di più.
Vorrei però far notare che il CMS altomareblu è dedicato essenzialmente alle barche disegnate da Renato “Sonny” Levi. Queste performanti unità, sono dotate di un’ottima carena e la CP 233, in mare quel giorno a Genova, ha dimostrato di essere all’altezza della situazione.
Quindi, trattando altomareblu carene Levi, era obbligatorio citare, ove possibile, le imprese effettuate da queste magnifiche unità, non si intendeva assolutamente creare una ricostruzione del tragico evento ma, esclusivamente, riproporre cosa era stato possibile compiere con una barca disegnata da Renato “Sonny” Levi.
Un caro saluto da un altro testimone attivo, ero sulla CP 233.
Tito Mancini
Per quello che può valere adesso caro Fortunato, a te ed ai tuoi compagni a bordo del rimorchiatore India ed a tutti coloro che parteciparono alle manovre di soccorso va la mia più profonda ammirazione ed il mio grazie per l’esempio di vita che mi avete dato quel giorno
Possibile che nessuno ricordi il rim. India, uscito per primo in soccorso della London.
Abbiamo salvato 5 marinai a uno alla volta. Siamo stati fuori dalle 14,00 alle19,00 emai ricevuto un grazie da nessuno. Io c’ero, sull’India…
Buon giorno,
per quanto riguarda la possibilità del recupero della motovedetta CP233 perchè non contattate il museo del mare di Genova e lo stesso comune anche se come tutti voi nutro poche speranze sull’acume dell’attuale classe politica, potrebbe essere una strada…
Per tenere in banchina un pseudo-galeone si potrebbe far visitare la gloriosa imbarcazione ammortizzandone i costi di mantenimento.
La mia è un’idea per permettermi, ero tra i genovesi (avevo 6 anni…) che attonito guardavo il disastro della London Valour da Corso Aurelio Saffi, di non perdere la memoria di gesti eroici.
Grazie per quanto riuscirete a fare,
Paolo
Gentile Mario,
ho diversi disegni delle barche progettate da Levi, purtroppo non quello del Delta 33. Non ti prometto nulla, ma vedo se riesco ad accontentarti. Ti segnalo che nella nostra rubrica “Pagine” c’è un altro Delta 33 rimesso complatamente a nuovo che è stato fotografato da me ed in cui ci sono molte immagini che rendono bene l’idea della barca nelle sue disposizioni e strutture.
Si trova nella zona vicina al Delta 33 di cui stai trattando l’acquisto e se vuoi andarlo a vedere da vicino ti posso fornire l’indirizzo del cantiere che in questo momento non ho ha disposizione, ma lo trovo e poi te lo invio per posta elettronica.
Grazie per averci scritto e continua a seguirci e se riesco a trovare i disegni ti informerò certamente.
Un caro saluto,
Giacomo
Egr. sig Vitale,
ho visionato il Delta Levi 33 in stato di abbandono visto sul sito, ho contattato il proprietario e sarei interessato all’acquisto.
Il mio problema è trovare i progetti della barca, per consentire un corretto lavoro di restauro.
La ringrazio anticipatamente per tutto ciò riuscirà a fornirmi.
Distinti saluti
Mario
Gentile Andrea come tu ricordi, il Capitano Rinaldo Enrico ebbe un grande coraggio nel tentare in tutti i modi di salvare i poveri naufraghi incappati in quella caastrofe della “London Valour” mettendo a rischio anche la propria vita.
Ricordo che il blog è dedicato alle barche, infatti la CP 233 è una barca disegnata dal noto ing. “Sonny” LEVI, per cui è stata citata in quanto partecipe a quel salvataggio. Mi sembrava doveroso in questo caso citare anche l’equipaggio e non era intenzione fare una cronistoria di quel tragico evento, ma certamente con immenso piacere ricordo il valoroso e spontaneo intervento fatto dal Capitano Enrico che, con un piccolo elicottero inadeguato, rischiò di essere travolto dalle onde altissime della forte libecciata che creò quell’immane disastro.
Colgo l’occasione per ricordare tanti generosissimi ed anonimi genovesi che prestarono il loro grande aiuto e di cui purtroppo non sapremo mai i loro nomi.
Il C.te Tito Mancini si ricorda di Edoardo Massa, per esempio, un umile marinaio di leva che ha prestato il suo impegno con abnegazione e sacrificio ed i sommozzatori che si buttarono in mare per recuperare i naufraghi, rischiando a loro volta di sfracellarsi sugli scogli spinti dal mare in burrasca.
Fu veramente grande il cuore di tutti coloro che prestarono la loro opera generosa di soccorso in modo sincero e spontaneo mettendo a rischio la loro vita per una sfida con il mare al quale cercavano di strappare quanti più naufraghi possibile sottraendoli alla sua inesorabile furia che, purtroppo, fece molte vittime in quel tragico 9 aprile 1970.
Parlando della motovedetta CP 233,
ricordiamo sicuramente i valorosi uomini che effettuarono il salvataggio di quegli uomini, ma vorrei che non fosse dimenticato al il gran Capitano Rinaldo Enrico o meglio detto capitan Rinaldo che si mostrò altettanto valoroso e non solo in quella situazione.
Andrea
Caro Giacomo,
concordo pienamente son quanto hai scritto nella
tua lettera.
Vorrei solo aggingere che pur evendo quasi sessant’anni vivo tra i giovani essendo responsabile di un gruppo giovanile e questi esempi i giovani li capiscono e li cercano perchè ne hanno bisogno.
Ti faccio un piccolo esempio: nel 1997 quando ci fu il terremoto in Umbria dissi che sarei andato a dare una mano, naturalmente apoggiandomi alla nostra associazione, non dissi altro, bene, altri otto giovani mi seguirono.
Pare che chi stà in alto si vergogni di portare ai giovani esempi come quello dell’equipaggio della CP 233 e di molti militari della marina che dalla diga foranea riuscirono, a rischio della loro vita, a salvare alcuni marinai della London Valour.
In merito al naufragio, se ben mi ricordo, la nave era ancorata in prossimità della diga, al rafforzarsi del mare fu emesso dalla Capitaneria il bollettino di burrasca, poi si cercò ripetutamente di contattare via radio la nave, che a quanto pare aveva spento i motori, per farla allontanare dal pericoloso ancoraggio, ma non fu possibile entrare in contatto.
L’ancora “arò” il fondo sabbioso e la nave priva della spinta del motore si schiantò sulla barriera frangiflutti che protegge la diga forenea.
In merito alla CP233 ci volle tutto il coraggio del Capitano Telmon e del suo equipaggio ad operare con uno scafo di legno a pochi metri dalla barriera frangiflutti con il mare in tempesta; sarebbe bastata la più piccola disattenzione per far si che alla tragedia si aggingesse un’altra tragedia.
Questo è quanto mi ricordo dell’accaduto.
Grazie per l’attenzione
Edoardo Massa
Caro Edoardo,
ti ringrazio per questa tua sentita testimonianza che apprezzo molto per tutte le emozioni che trasmetti attraverso il tuo accorato racconto di quei “terribili momenti” in cui si consumò la tragedia assurda della London Valour.
Anche io a distanza di tanti anni non riesco a farmene una ragione, specie se penso che il tutto è accaduto lungo la diga foranea visto che il mercantile era pieno di minerale, mi pare pirite… forse sarebbe bastato attendere la fine della libecciata… purtroppo non è stato così.
Per la gloriosa motovedetta CP 233 purtroppo non ci resta altro che constatare la sua alienazione.
Mi permetto però di fare un’osservazione:
Oggi ci lamentiamo che i giovani in generale non capiscono determinate cose e per i nuovi marinai che non hanno sentimenti legati alle tradizioni del mare eccetera… Ma se noi adulti non gli diamo i giusti insegnamenti, cosa possiamo poi aspettarci?
La CP 233 se fosse stata ricondizionata perfettamente, così come quando era in servizio, certamente sarebbe stato un simbolo “forte” per questi giovani e per quanto ha effettivamente rappresentato per tutti i militari che si sono avvicendati in servizio su di essa, spesso in condizioni atmosferiche pessime.
La “mottovedetta roccia”, come era affettuasamente definita, ha sempre fatto il suo dovere, riportando a casa sempre i suoi marinai ed i suoi Comandanti.
Qualcuno afferma che i tempi sono cambiati ed è verissimo, ma certi sentimenti, certi valori, non cambieranno mai, ma se tutto ciò viene a mancare nella cultura del buon marinaio… certamente non sarà una cosa bella.
Grazie!
Giacomo Vitale
“Da Compamare Genova a CP233 ..cambio….”
Questa frase martellante trasmessa dalla radio ci teneva impegnati tutta la notte del 9 aprile 1970.
All’epoca ero un marinaio di leva in forza presso la Capitaneria di Porto di Genova, quel giorno era l’ultimo giorno di licenza e dovevo presentarmi il 10 per riprendere servizio.
Con gli amici eravamo andati in riviera a fare un giro, la forza del mare era impressionante: le onde martellavano la costa con forza ianudita, nessuna barca si avventurava in mare, le molte navi in rada erano ancorate ben distante dalla costa e sembravano dei inutili gavitelli che venivano strapazzati dalla furia degli elementi.
Sentita per radio la notizia del naufragio della London Valour decisi di rientrare appena possibile per dare il mio piccolo contributo, avevo appreso che molti miei compagni erano rimasti feriti nel tentativo di soccorso dei naufraghi.
Appena rientrato in Capitaneria ricordo il racconto di un mio compagno di Chioggia che con le lacrime agli occhi diceva come inebetito” l’avevo presa la tenevo con tutte due le mani ma un’onda maledatta me l’ha strappata dalle mani… non l’ho più vista me l’ha portata via” Il comandante mi assegnò con altri due marinai ad una postazione di emergenza dotata di radio situata nei locali adiacenti alla Fiera del mare proprio di fronte al relitto, di proprietà di una ditta che si ineterssava di apparecchiature radar il nostro nominativo radio era “torre radar”.
Il nostro compito era quello di controllare dall’alto il relitto per avvistare eventuali superstiti o i corpi dei poveri naufraghi.
La CP233 continuava a incrociare intorno al relitto anche al di fuori della diga foranea, era già buio e noi seguivamo con apprensione le evoluzioni della motovedetta vedendola sparire tra le onde per poi, per fortuna, ricomparire sulla cresta di un’onda, il suo faro scibolava il relitto e il mare tutto intorno; le comunicazioni radio con la capitaneria erano molto disturbate tanto che a volte era necessario ritrasmettere i messaggi.
La laboriosa veglia purtroppo non ebbe esito positivo: nenssun altro naufrago fu ritrovato vivo.
Questo mio ricordo vuol essere una testimonianza per gli uomini della CP233 ai quali furono giustamente confrerite delle onoreficenze, ma vuol essere una denuncia per l’oblio con il quale, chi di dovere, ha permesso di coprire questa drammatica vicenda.
La CP233 che aveva visto tanta sofferenza, tanta abnegazione e tanto eroismo da parte del suo equipaggio non doveva essere venduta; poteva essere un simbolo per tanti giovani dei quali tanti lamentano la crisi di valori, salvo poi alienare un mezzo che di quei valori poteva fare memoria.
Sottocapo in congedo Edoardo Massa matr.48GE1904
Gentile C.te Renzo mi permetto di darti subito del tu come tradizione per gli uomini di mare, ovviamente fai altrettanto con me e sono veramente felicissimo che tu mi abbia scritto raccontandomi del periodo in cui sei stato Comandante della Gloriosa CP 233
Mi fa ancora più piacere vedere che sei ancora “contagiato” dal fascino di queste straorinarie motovedette, al punto che oggi da “pensionato” ti occupi ancora di soccorsi in mare, in qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale del Consolato del Mare -Toscana – Onlus in sussidiarietà con la Guardia Costiera.
Ti ringrazio per il tuo interessamento alla mia idea di far rivivere la “motovedetta roccia” ed impiegarla in interventi di soccorso.
Parliamone e confrontiamo le ns idee. Io sono molto incoraggiato anche dalla mia grande amicizia nata da circa un anno con il C.te Mancini della C.P. Guardia Costiera, persona veramente eccezionale e attualmente ancora in servizio. Sarei felicissimo di organizzare un incontro a tre per parlare di questa iniziativa e magari trovare la strada giusta per raggiungere nel miglior modo possibile la nostra meta.
Per i dettagli ti contatto in privato.
Grazie per averci scritto.
Giacomo Vitale
Buongiorno.
Sono uno dei Comandanti che ha avuto l’onore di comandare da tenente di vascello la gloriosa CP 233 negli anni ’70.
Ora pensionato, mi occupo ancora di soccorsi in mare quale presidente dell’Associazione Nazionale del Consolato del Mare – Toscana – Onlus in sussidiarietà con la Guardia Costiera.
Sono molto interessato alla sua idea di far rivivere la “motovedetta roccia”.
E perchè no, anche per reimpiegarla in interventi di soccorso.
Caro Giuseppe, ti ringrazio per questo tuo civile e risentito Commento circa la sorte della CP 233 barca decorata che contribuì con le sue indimenticabili grandi ed uniche doti di navigazione a salvare tante vite umane insieme al suo valoroso equipaggio.
Concordo con te che fa veramente male al cuore di chi come noi ha dei profondi sentimenti della nostra storia marinaresca e del valore dei nostri unomini delle Capitanerie di Porto Guarda Costiera che, in questa ed altre occasioni hanno messo a rischio la propria vita salvando tante vite umane in mare in condizioni spesso proibitive. Non posso che essere pienamente in sintonia con il tuo pensiero e devo dirti che per nostra sventura di cittadini italiani siamo vergognosamente rappresentati da una classe politica ottusa, cieca, lontana dalle nostre esigenze, che spreca tanti soldi in cose inutili e distrugge, nel caso specifico, testimonianze di un patrimonio che fa parte della nostra cultura marinaresca, rappresentato non solo da questa gloriosa la CP 233, ma anche dal suo valoroso equipaggio che partecipò alle operazioni di soccorso dei marittimi della London Valour.
Lo stesso ing. Sonny Levi che la progettò e gli uomini di quel famoso e straordinario cantiere della Navaltecnica che con la loro maestria seppero porre in essere la tecnologia inventata da Levi costruendo le eccezionali “SUPER SPERANZA” che per le loro straordinarie doti di navigazione all’epoca furono soprannominate “motovedette roccia” costruendo questa ed altre eccellenti unità che uscite dal servizio attivo dovrebbero rimanere in vita come testimonianza di un passato eccezionale, esempio per i giovani e per non dimenticare.
Vorrei dirti tante cose, ma la mia amarezza é veramente tanta, si potrebbe scrivere al Comandante Generale della CP Guardia Costiera eccezionale ufficiale e stupenda persona, per poter tentare qualche cosa, purtroppo per la CP 233 é troppo tardi, visti gli eventi. poi poco potrebbe fare, poichè le direttive ministeriali in merito poco o nulla permetterebbero di fare in riferimento al caso specifico.
Nel mio microscopico piccolo cerco da subito di lanciare una mia idea e cioé quella di non vendere queste unità, ma di costituire un’associazione nazionale tipo Onlus nelle varie regioni d’Italia che con validi uomini di mare ancora in servizio o in pensione, così come militari della CP Guardia Costiera in servizio o in pensione, semplici appassionati, possano provvedere, autofinanziandosi a mantenere ancora in vita unità come la CP 233.
Insomma una sorta di museo perfettamente navigante. Nei prossimi giorni svilupperò questa mia idea e la inoltrerò alle competenti autorità sperando di riuscire nella realizzazione di questa mia idea.
Ovviamente pubblicherò su questo blog l’evoluzione di questo evento e ti informerò in automatico al tuo indirizzo di posta elettronica.
Un caro saluto e scrivimi sempre quando vuoi per qualsiesi domanda circa le motovedette della GC CP e nel limite delle mie possibilità cercherò di risponerti.
Giacomo Vitale
Salve a tutti, girando su internet mi sono trovato ad aprire questo blog, e leggendo tra le righe sono rismasto deluso per la fine che ha fatto questa grande imbarcazione.
E’ stata cancellata dal naviglio militare ed é stata venduta all’asta, da quello che so è stata acquista da un romano.
Attualmente si trova confinata in una zona del porto di Porto Torres, forse in attesa di essere trasportata altrove.
Quello che mi da fastidio é il fatto che una motovedetta decorata possa aver fatto questa fine, invece di essere esposta in un museo…
Giuseppe
Mr. Eric Hill,
I wont remember the hi quality performance of the Super Speranza CP 233 – construction Navaltecnica of Anzio – engineering project of Renato “Sonny” Levi. T
his man is the first important engineer of the years 60′ and 70′ that give to motor nautical in the world a very important new concept of construction and project. There is in Italy a small legend on the CP 233 Super Speranza.
In fat for your hi performance have e second name: in Italian is “roccia” in English is beg stone, because the hi sea, the strong sea is nothing for these special boat.
Tanks for your attention,
Giacomo Vitale
Tanks mr. Eric Hill for these message
I only remember these incident for don’t forget and for the corage of the components of CP 233 Italian Guard Cost thah save life of 23 marittime components London Valour.
Gratefully for your gentil message contact me for anything,
Giacomo Vitale
My grandfather, Eric Hill was ships radio officer on the London Valour. I’d be grateful to hear from any survivors or rescuers from this incident.