GdF – Stiamo inseguendo Mike/Sierra di Maurizio Mainardi (prima puntata)
AltoMareBlu ha recentemente pubblicato on line il libro “Malta 2” scritto dal Comandante Lino Mancini ed un manoscritto inedito del Comandante Junio Valerio Borghese riscuotendo un apprezzabile successo. Viste queste esperienze positive è da tempo che riceviamo diverse richieste di nostri lettori che ci chiedevano dove acquistare il libro intitolato “Stiamo inseguendo Mike/Sierra” scritto dal finanziere appuntato mare Maurizio Mainardi.
Non sapendo dove indirizzare i lettori in riferimento alla loro domanda ho contattato l’autore chiedendo lumi e gentilmente mi ha riferito che non ci sono altre copie disponibili del suo libro… e che suo malgrado non può accontentare i potenziali lettori.
Mi è venuta così un’idea lampo che ho proposto a Maurizio Mainardi chiedendo a bruciapelo se mi autorizzava a pubblicare su AMB la seconda edizione del suo libro in più puntate ed a nostra cura. Maurizio Mainardi felicissimo di tale inaspettata proposta ed un po’ incredulo mi ha detto subito di si, manifestando fiducia nei miei confronti ed in AMB che ho gradito e che noi tutti apprezziamo molto.
Tutto questo AMB lo fa senza scopo di lucro e per vera passione, visto l’argomento “intrigante” che mi riporta alla mente i tanti inseguimenti tra motovedette della GdF e barche contrabbandiere a cui ho assistito lungo il suggestivo litorale di via Caracciolo a Napoli e zone limitrofe verso nord o sud nei noti anni ’70, ’80, ’90…
Maurizio Mainardi accolta l’idea si è dichiarato felice di mettere a disposizione il libro per il semplice piacere che nuovi lettori possano leggerlo on line certo di fare loro cosa gradita, non solo per informare come si svolge il lavoro dei Finanzieri di mare, ma anche per incrementare il numero dei lettori del suo testo, vista l’utenza di AltoMareBlu che si attesta costantemente su risultati interessanti dati gli argomenti e gli articoli che pubblichiamo.
Buona lettura a tutti!!
G.V.

Maurizio Mainardi appuntato di mare gdf
CAPITOLO I: Stiamo inseguendo Mike/Sierra
PREFAZIONE
Mi chiamo Maurizio Mainardi e sono un Appuntato mare della “Guardia di Finanza” che ha prestato servizio alla Stazione Navale di Bari dall’ Agosto del 1994 fino all’ Agosto del 2006.
Il servizio in mare che ho svolto negli anni in cui il contrabbando era l’ attività illecita principale in Puglia mi ha fatto vivere
moltissime esperienze che sono state delle vere e proprie avventure. Le avventure che io ed i miei colleghi affrontavamo diventavano episodi che ci raccontavamo e ci raccontiamo tuttora per rivivere situazioni che ci tenevano uniti.
Dopo aver sentito tante volte pronunciare la frase “si potrebbe scrivere un libro“, ho deciso di metterla in pratica raccogliendo in una specie di libro la maggior parte degli episodi che ho vissuto e che ho ritenuto particolarmente interessanti, descrivendo gli inseguimenti ai potenti scafi contrabbandieri al limite della sicurezza, come erano vissuti dai Finanzieri e dai contrabbandieri stessi. Una realtà che era parte integrante della vita delle cittadine pugliesi e che faceva ormai parte del “folclore” regionale. In alcuni episodi descrivo anche:
- La lotta all’ immigrazione clandestina
- La fuga degli albanesi dalla loro terra
- Gli inseguimenti ai gommoni
- La ricerca dei pescherecci che trasportavano clandestini
- La ricerca di navette che si reggevano a galla per miracolo, ma che trasportavano centinaia di persone…disperate!
Storie di contrabbando, profughi e clandestini che si sono svolte per tanti anni nel mare pugliese che il resto dell’ Italia e spesso gli stessi cittadini pugliesi conoscevano solo quando qualcuna di queste aveva un triste epilogo ed ho voluto scrivere questo libro come una sorta di diario delle memorie.
- Desidero precisare che il libro ha solo ed esclusivamente l’intenzione di far conoscere il lavoro svolto dai Finanzieri ed ho solo trascritto ciò che ha visto fare dagli uomini delle Fiamme Gialle, veri protagonisti delle avventure raccontate
- Desidero dedicare questo libro a mia moglie ed a tutte le mogli sia dei Finanzieri che di coloro che lavorano di notte e lasciano a casa i propri cari salutandoli la sera e rivedendoli la mattina seguente
- Desidero dedicare questo libro anche al ricordo di tutti coloro che, purtroppo, la “mattina seguente” non sono più tornati a casa dai propri cari
Cordialmente
INTRODUZIONE
La Guardia di Finanza ha da sempre combattuto il contrabbando, specie quello di sigarette o come vengono chiamate T.L.E. (Tabacchi Lavorati Esteri). Negli anni settanta, il fenomeno del contrabbando di sigarette era diffuso sia nella zona di Napoli che in Puglia. Le sigarette venivano trasportate da motonavi che arrivavano al limite delle acque territoriali italiane ed aspettavano i motoscafi contrabbandieri. Questi ultimi chiamati scafi blu per via del colore che li doveva confondere nel buio della notte, venivano a caricare le sigarette sotto le navi e le trasportavano sulle coste italiane.
Le acque territoriali sono costituite dal tratto di mare che si estende per dodici miglia marine dalla Linea di Base. La Linea di Base è una linea immaginaria che delimita la costa italiana includendo promontori, golfi ed in alcuni casi anche isole. Il miglio marino equivale a milleottocentocinquantadue metri.
All’ inizio degli anni novanta i porti pugliesi erano pieni di motoscafi adibiti al trasporto di sigarette. I tipi di scafi più usati erano i “cigarettes” o più comunemente erano chiamati “NAPOLI”, costruiti dal cantiere “Pezzella” di San Giovanni a Teduccio – zona industriale di Napoli che erano di legno ed i primi scafi in vetroresina chiamati UFO.

Pezzella SuperNapoli
Grazie ad alcuni accordi internazionali e precisamente alla Convenzione di Ginevra, si stabilì che le navi che arrivavano vicino alle coste di uno stato e rimanendo fuori dalle acque territoriali, svolgevano azioni illecite ai danni dello stesso, potevano essere confiscate (Presenza Costruttiva).
Il contrabbando dovette trovare un’ altra via per fare arrivare i carichi di sigarette. Vennero scelte delle basi fisse a terra e l’ Albania, a quel tempo terra quasi di nessuno, offriva ciò che il traffico cercava: la vicinanza all’Italia, la sicurezza di basi non controllabili dall’esterno e porti come quello di Durazzo, grandi abbastanza da ospitare le navi ed i loro carichi.
Così il contrabbando napoletano dovette arrendersi per mancanza di basi, ma quello pugliese continuò a proliferare: gli scafi da Napoli si trasferirono nei porti pugliesi ed ogni sera partivano per la traversata, caricavano le sigarette in Albania e le portavano in Italia.
All’inizio degli anni novanta altre leggi indussero a portare anche gli scafi dall’altra parte dell’ Adriatico ed in seguito grazie agli aiuti economici europei di cui l’ Albania usufruì, le organizzazioni contrabbandiere furono costrette a spostare le loro basi a Bar, Zelenika, Kotor nel Montenegro e chi governava quel piccolo stato traeva vantaggi economici nell’ospitare quell’organizzazione e poteva fare a meno degli aiuti europei.
Quando i motoscafi partivano da Bar o da Zelenika carichi di sigarette ed arrivavano in prossimità delle coste dell’Italia il
primo ostacolo che incontravano erano le vedette della Guardia di Finanza.
Lorenzo è un finanziere che è stato imbarcato sulle vedette della Guardia di Finanza negli anni in cui il contrabbando era al suo apice in Puglia ed ha vissuto esperienze che spesso mi ha raccontato. Queste storie sono delle vere e proprie avventure poiché all’inizio del terzo millennio sembra quasi impossibile che in un paese civile e moderno come l’ Italia siano accaduti fatti che sembrerebbero solo frutto di fantasia.
Anch’io sono un Finanziere e durante le lunghe notti in cui faccio il piantone ho conosciuto il collega Lorenzo e per passare il tempo, tra una chiacchiera e l’ altra, mi ha descritto una realtà che pochi hanno conosciuto.
E’ una bella serata d’ estate e siamo seduti fuori dalla garitta. Tra un caffé ed una sigaretta Lorenzo mi dice: “Ah, tu sei abruzzese. Lo sai che a me piaceva molto Ivan Graziani il cantante? Era abruzzese anche lui e lo sai che il padre era un Finanziere? Faceva servizio a Lugano. Nella canzone “Lugano addio“ Ivan dice pure che il padre gli raccontava le storie di Finanzieri e Contrabbandieri e lui si scaldava ai suoi racconti!!!
Quando racconto qualche situazione che mi è capitata durante gli anni del contrabbando capisco benissimo come ci si può “scaldare“. Gli chiedo: “Ma come facevate a fermare gli scafi contrabbandieri?“.
E lui: “C’era tutta una situazione intorno alla cattura di uno scafo: l’ appostamento, la ricerca, le intese con i colleghi, la localizzazione vera e propria, l’ intercettazione.
Poi arrivava la battaglia vera e propria! Secondo te come riuscivamo a fermare delle barche che raggiungevano più di cento chilometri orari di velocità e pesavano fino a quattordici tonnellate e di notte arrivando fino a più di cento chilometri dalle coste italiane con il mare spesso anche mosso, con una barca di appena sedici metri?
Secondo te usavamo la paletta?
Anche se dicevano che non si poteva dire o far sapere dovevamo usare delle cime che buttavamo sotto gli scafi sperando che intrecciandosi tra le eliche riuscivano a rallentare la loro corsa.
Poi se si aveva una buona dose di fortuna, ma anche una buona dose di coraggio e di bravura, si riusciva ad compiere l’ abbordaggio vero e proprio! Dicevano che non si poteva parlare delle cime che usavamo, ma in realtà tutti ne erano a conoscenza . Anche se la serata è calda, gli chiedo di raccontarmi qualche avventura che gli è capitata e lui comincia a raccontare…
Entrai nel Corpo della Guardia di Finanza di mare nell’ Ottobre del 1992 e fui assegnato al reparto della Stazione Navale di Bari nell’ Agosto del 1994. In quel periodo il contrabbando era nel pieno della sua attività ed io mi ritrovai a vivere delle vere e proprie avventure nel mare. Le “avventure” che ho vissuto sono quelle che poi ci raccontavamo e ci raccontiamo tuttora tra colleghi per rivivere momenti e situazioni che ci tenevano uniti.
Nel periodo in cui ho vissuto il contrabbando, ho notato tre fasi fondamentali.
- Una prima fase in cui le sigarette venivano trasportate con motoscafi non molto potenti a mare e macchine a terra; con questi mezzi il carico poteva in parte essere perso nella “battaglia“ con i finanzieri
- Una seconda fase, in cui a mare c’ erano scafi più potenti come i “Corbelli” ed a terra camioncini e furgoni. La lotta diventò quasi impari per quel che riguarda il mare, poiché i mezzi navali della Guardia di Finanza non erano all’altezza degli scafi
- Una terza fase in cui il carico di sigarette, sia a mare che a terra doveva arrivare per forza!E così a mare si cominciarono ad usare scafi potentissimi di diciotto metri: i Supertermoli con prue rinforzate in acciaio ed a terra camion “scortati“ dai micidiali fuoristrada blindati! La terza fase vide la “Battaglia“ romantica del contrabbando che era quella nata a Napoli, trasformarsi in una Guerra che le “organizzazioni criminali del contrabbando” volevano vincere!
Per forza di cose si ebbe un’ escalation di situazioni violente dovute anche al fatto che le pene per il contrabbando furono inasprite. Si rischiava la galera ed anche per molto tempo e quindi i contrabbandieri, così come tutti coloro che vivevano di quel “lavoro“ non volevano essere presi, per cui alcuni di loro erano disposti, forse non volendo, anche a diventare…”assassini“!
Lo Stato fu costretto ad intervenire con l’ esercito a presidiare le coste ed il contrabbando fu costretto a soccombere!
Nelle tre fasi vennero usati diversi tipi di motoscafi: il primo periodo fu caratterizzato dall’ uso dei Cigarette, dei Pezzella, dei Termoli, dei Molinari e dei Vitrosport. I Cigarette o Napoli erano gli stessi usati durante il contrabbando a Napoli ecco perché venivano più comunemente chiamati Napoli.
Come i Pezzella erano scafi di legno cabinati e non, molto sfinati, lunghi circa quindici metri dotati di tre o quattro motori Mercruiser a benzina; ogni motore aveva la potenza di circa quattrocentoventi cavalli! Raggiungevano la velocità di quarantacinque nodi (un nodo equivale ad un miglio marino), circa ottanta chilometri orari e la loro forza era la strettissima virata che riuscivano a fare. Potevano trasportare da centocinquanta a duecentocinquanta casse di sigarette.
I Vitrosport erano scafi in vetroresina progettati e costruiti dall’ingegner Buzzi Fabio. Erano lunghi circa sedici metri venivano chiamati anche Buzzi. Motorizzati con quattro motori Mercruiser a benzina raggiungevano la velocità di quarantotto nodi, trasportando fino a duecentocinquanta casse di sigarette.

Super Termoli confiscato e posto in servizio attivo dell gdf
I Termoli erano chiamati così perché erano costruiti in un cantiere della cittadina molisana di Termoli. Erano in vetroresina, lunghi sedici metri circa, dotati di quattro motori Mercruiser a benzina, raggiungevano la velocità di quarantotto nodi riuscendo a trasportare fino a duecento casse di sigarette.
Il secondo periodo del contrabbando vide i motoscafi denominati Corbelli dominare nel mare. L’ ingegnere Giancarlo Corbelli fu interpellato dai contrabbandieri stessi per costruire un motoscafo veloce capace di trasportare quante più casse possibili e che non doveva temere il mare.
Il Corbelli progettò e costruì in un cantiere di Massa Carrara un motoscafo che chiamò “Power Marine” e ne fece diversi tipi sempre più potenti: il 50 s, il 50 sl, il 50 sx, il 60 s, il 60 sl , il 60 sx .
Erano scafi in vetroresina lunghi 50 piedi appunto, circa sedici metri e dotati di quattro motori Mercruiser a benzina.
Mentre i 60 che erano lunghi 60 piedi avevano quattro motori Isotta Fraschini diesel. Il “Power Marine” era capace di trasportare fino a trecento casse di sigarette e riusciva a raggiungere la velocità di cinquantacinque nodi anche a pieno carico!

Power Marine inseguito dalle m/v della gdf mentre alleggerisce il carico

GdF insegue un Power Marine

Corbelli sbarco in atto
All’ inizio degli anni novanta l’ ingegner Corbelli fu arrestato, il suo cantiere sequestrato, il motoscafo Power Marine fu dichiarato fuorilegge. Una volta rilasciato l’ ingegnere se ne andò in Montenegro dove continuò a costruire i suoi motoscafi.
Il periodo finale del contrabbando vide l’ utilizzo di motoscafi che ricordavano la forma dei Termoli e furono chiamati “Supertermoli”. Erano di vetroresina, quattordici tonnellate di stazza per diciotto metri di lunghezza. Dotati di quattro motori Seatek diesel, raggiungevano la velocità di circa cinquantotto nodi e riuscivano a trasportare anche cinquecento casse di sigarette.
Non si sa esattamente dove venivano costruiti, chi diceva in Grecia, chi in Montenegro. C’è da dire che la differenza sostanziale degli scafi a benzina ed i Supertermoli era che gli scafi come i Corbelli ed i Napoli avevano il sistema di propulsione Bravo One: non c’era il classico timone dietro la barca che condizionava la virata, ma le eliche erano attaccate ad un sistema mobile chiamato “piede”, che era in grado di spostarsi fino a compiere un angolo di circa novanta gradi con il quale si poteva dirigere il getto delle eliche a seconda della virata che si intendeva fare.
Ecco perché quei motoscafi riuscivano a fare virate molto strette. Il sistema di propulsione dei Supertermoli era invece in linea ad asse Trimax, con due timoni disposti a poppa (la parte di dietro) della barca nella maniera classica ed avevano una virata molto larga, ma per la fuga, con una velocità di quasi sessanta nodi ed un peso di diciotto tonnellate a pieno carico non serviva proprio virare: bastava andare dritto e farsi largo proprio come facevano i Blindati a terra!!!

Corbelli confiscato ex GdiF

Corbelli specchio di poppa
La Guardia di Finanza per combattere il contrabbando usava i Guardacoste e le vedette. I Guardacoste erano di diversi tipi, per questo tuttora vengono distinti in classi. Hanno un numero di progressione in ordine di costruzione. Inoltre, hanno un nome che di solito è quello di un Finanziere perito in una eroica missione. Quindi, vengono chiamati per esempio Meattini G. 38, De Turris, in cui Meattini è il tipo o classe a cui appartiene; G. sta per Guardacoste; 38 è il numero di quanti ne sono stati costruiti; “De Turris Giuseppe” è il nome di un Finanziere eroe di guerra.

Guardiacoste G.38 De Turris – Classe Meattini
Anche le vedette si distinguono in tipi e quindi in classi; hanno il numero progressivo e di solito le prime due cifre del numero indicano anche la classe. Così per la vedetta V.1679, dove V. sta per Vedetta, mentre 16 indica la classe e 79 indica che di quella classe ne esistono 79 esemplari.

V.1690
Lorenzo continua il suo racconto “…Durante gli anni in cui ho fatto servizio anti-contrabbando in mare, posso distinguere quattro periodi personali a seconda di dove sono stato imbarcato.
Il primo periodo passato a bordo di un Guardacoste dove vedevo gli inseguimenti da lontano o sul radar. Il secondo a bordo di una moderna (in quel tempo) vedetta, la classe 5000 in cui gli inseguimenti erano vissuti di persona ma non da “protagonista“, in quanto il mio ruolo era quello di parlare alle radio. Il terzo a bordo di un Corbelli primo tipo, il 50 s (gli scafi che si riuscivano a catturare venivano confiscati, acquisiti ed usati dalla Finanza stessa per “combattere ad armi pari“).

V 5000 GdF
L’ ultimo periodo a bordo di un Corbelli 50 sx… Questi ultimi due periodi li ho vissuti da vero e proprio “protagonista“ in quanto il ruolo che svolgevo era primario e certe volte anche decisivo!!!
Così ho vissuto il contrabbando…
Si ringrazia la “Guardia di Finanza”, il Colonnello Antonino Iraso e l’appuntato di mare scelto Maurizio Santo per aver già fornito le immagini pubblicate anche nel seguente articolo e tratte da vari archivi.
(Fine prima puntata)
Gentile Giuseppe Guarino,
ci dispiace comunicarle che non vi sono copie disponibili in commercio del libro “Stiamo inseguendo Mike Sierra” scritto dal Finanziere di mare Maurizio Mainardi. E’per questo motivo che insieme all’autore abbiamo deciso di pubblicarlo integralmente in più puntate su Altomareblu, dove può leggerlo senza problemi.
La ringraziamo per averci contattato. Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Come si può ordinare il libro?
Carissimo Maurizio,
non posso fare altro che condividere quanto affermi circa il Colonnello Emilio Errigo e quando un Comandante è stimato ed amato dai suoi subalterni è veramente il massimo della soddisfazione per questo pregiato Ufficiale della GdF e che aggiungere… forse di uomini come Lui ce ne vorrebbero di più!!
Grazie Maurizio per tutto quello che dici di AMB e ricambio gli Auguri, anche se in ritardo, per la Santa Pasqua, sorry… ma ti ricordo insieme a tutti i tuoi colleghi di ogni ordine e grado che noi ci siamo sempre, per cui se ci sono nuove storie, eventi che si possono pubblicare su AMB, sai come fare!
Un abbraccio sincero,
Giacomo
Carissimo Maurizio,
non posso fare altro che condividere quanto affermi circa il Colonnello Emilio Errigo e quando un Comandante è stimato ed amato dai suoi subalterni è veramente il massimo della soddisfazione per questo pregiato Ufficiale della GdF e che aggiungere… forse di uomini come Lui ce ne vorrebbero di più!!
Grazie Maurizio per tutto quello che dici di AMB e ricambio gli Auguri, anche se in ritardo per la Santa Pasqua, sorry… ma ti ricordo insieme a tutti i tuoi colleghi di ogni ordine e grado che noi ci siamo sempre, per cui se ci sono nuove storie, eventi che si possono pubblicare su AMB, sai come fare!
Un abbraccio sincero,
Giacomo
Carissimi amici,
Vi ringrazio per le bellissime parole e forse troppo buone!!
Un grande abbraccio al signor Comandante Emilio Errigo e sottolineo “Signor Comandante” perché comandare è difficile.. ma comandare in modo che i propri uomini abbiano anche rispetto, stima e affetto verso il proprio comandante è veramente difficile ed il “Signor Comandante Emilio Errigo” ci riesce in modo semplice e naturale!!! Conosco colleghi che quando lo nomino, gioiscono ricordando il periodo in cui l’hanno conosciuto.
Auguri a tutti per la Santa Pasqua ed un abbraccio anche a Giacomo che ha dimostrato per l’ennesima volta l’importanza e l’utilità di AMB!!!
Maurizio
Carissimo Colonnello Emilio Errigo,
è sempre un piacere immenso leggere le sui brevi ma intensissimi messaggi che ci scrive dimostrando tutta la Sua passione di “Vero Finanziere del Mare” e non solo. Mi permetta dirLe questo perché, mio malgrado, dietro ad ogni figura istituzionale della GdF a cui Lei appartiene, ci sono gli uomini che scelgono la propria attività professionale per la vita, in larga parte con estrema convinzione e soprattutto con grande passione, così come ha fatto Lei. Tuttavia, nella Sua persona vedo tanto di più ed è per me un grande onore ed un piacere tutto quello che di bello esprime ad AltoMareBlu, ai suoi autori ed al sottoscritto. Il Grande Elemento ci unisce tutti sotto un’unica espressione di “uomini di mare”.
Son felice che Lei ricorda sempre il carissimo amico mio personale e Suo collega della GdF, Maurizio Mainardi, che con il suo “umile”, ma intensissimo libro “Stiamo insegeundo Mike Sierra” descritto magistralmente e con intensissima semplicità, emozione, paura che non manca mai e guai a non averne, testimonianze di vita vissuta in mare mettendo sempre in gioco se stessi con slancio e la Sua stessa passione di “Finanziere di Mare”.
Grazie ad entrambi per quello che avete dato alla GdF, alle Istituzioni e soprattutto agli Italiani, con slancio e vera passione e ricordo anche con immenso piacere l’altrettanto intenso e bel libro da Lei scritto e pubblicato: “Occhi di Mare”, che è ha avuto un buon successo, visto che tutte le copie stampate sono state vendute e soprattutto per la Sua nobile iniziativa di aver destinato, tolte le spese, la parte rimanente ai famigliari dei Caduti della GdF.
Nel salutare Lei e la Guardia di Finanza a nome di AMB, dei nostri lettori e mio personale, Le Auguriamo una Felicissima e Serena Pasqua.
Giacomo Vitale,
AltoMareBlu
Carissimi Amici di AltoMareBlu,
ogni tanto, quando la nostalgia supera la soglia del sopportabile, decido e così mollo tutto quello che in gergo o per convenzione si considera importante me urgente, tuffandomi senza alcuna esitazione in AltoMareBlu.
Oggi respiro l’aria delle ricorrenze della Santa Pasqua e per prima cosa, auguro a Voi tutti, in primis al caro Giacomo Vitale ed a seguire ai componenti del comitato di redazione e affini, una Santa e Serena Pasqua!
Leggere e rileggere le storie operative del vissuto di Maurizio Mainardi, mi porta dall’antica Roma Imperiale dove attualmente opero, al mare di Maurizio, l’Adriatico. Maurizio e le Sue testimonianza di verità vissuta, mi hanno conquistato sin dal primo momento che ho avuto il piacere di leggere. Sono felicissimo che AMB, continui con un singolare e raro garbo editoriale, a mantenere inalterato i principi sui quali ha fondato il suo esistere e vivere per il mare e per la sua gente.
Con questo messaggio di amicizia sincera, che mi lega a Voi tutti amici del mare e delle “Barche” della Guardia di Finanza e non, Vi abbraccio tutti in fede, assieme ai Vostri lettori.
Cordialmente,
Colonnello (G.diF.) Emilio Errigo
Gentile Gianluca, è esattamente come dici!!
Il libro di Maurizio Mainardi è talmente scritto di getto, con schiettezza e senza fronzoli, che mentre lo leggevo e rileggevo ho avuto l’impressione che il tutto si svolgesse in diretta alla luce dei miei occhi…
Solo per questo Maurizio Mainardi, l’autore del libro, meriterebbe un premio speciale e sto pensando di presentarlo ad un premio molto speciale…
Ne daremo notizia qui su AMB.
Ti ringraziamo per averci scritto e continua a seguirci!!
Cordiali saluti
…molto probabilmente sono stato uno degli ultimi ad entrare in possesso del libro, lo scorso anno. L’ho trovato veramente avvincente e ben scritto…
Complimenti all’autore e a voi per l’ottima iniziativa!
Gianluca
Ciao Maurizio,
Come stai? Spero tutto ok!
A suo tempo, ossia fine anno 2009, quando ero venuto a conoscenza del libro… alla biblioteca ANTITESI di Mentana, ne avevo prese addirittura cinque copie!
Ovviamente l’idea era di regalarne quattro e tenerne una per me.. ma indovina un po’ se alla fine non mi hanno chiesto di regalare anche l’ultima che tenevo per me? L’ho regalata.. Pensando “tanto prima o poi passo in libreria e ne prendo un altra”!!
Invece alla fine, lo sai come vanno queste cose, fra un impegno e l’altro son passati… anni!! Ora che il libro è introvabile.. sono molto contento di questa vostra iniziativa.. Buona idea, veramente!! Sai.. non ci sentiamo da anni.. ed in questi anni indovina dove sono stato?? …proprio in Montenegro! …poi ti racconto un pò di cosette.. a presto!!!
Valerio
Carissimo Maurizio,
sei troppo buono e non merito tanto.. spero solo di fare un buon lavoro ed accontentare te e tutti gli appassionati di questi uomini, di queste vicende e delle vedette della GdF che cerchiamo di mantenere vive su AltoMareBlu!! sarebbe un gravissimo errore lasciare tutto ciò nel più assurdo oblio. Gli eventi citati sono la memoria storica di questo importantissimo Corpo dello Stato che hanno una rilevanza dai notevoli ed importanti significati.
Un immenso grazie a te ed a tutti i tuoi colleghi di ogni ordine e grado per averci permesso tanto ed arrivederci alle prossime puntate che si prevedono molto interessanti!!!
Colgo l’occasione per dire a tutti voi che se ci sono precisazioni, immagini, rettifiche e quant’altro da aggiungere per completezza, siamo a disposizione in tal senso in sintonia anche dell’autore del libro Maurizio Mainardi.
Un abbraccio a te ed a tutti i tuoi colleghi della GdF mare!!
Giacomo
Salve a tutti.
Quando Giacomo mi ha proposto di pubblicare on line su AltoMareBlu il mio libro mi sono entusiasmato perché, primo reputo Giacomo una “persona speciale a 360°”.
Secondo perché il libro è di tutti. Mi definisco un descrittore, anche perché scrittore è una parola troppo grande. Sono descrittore di un periodo e di persone di cui conservo un ricordo “indelebile” e bellissimo.
Rileggendo per l’ennesima volta quelle avventure ancora mi emoziono come un bimbo!! Non finirò mai di ringraziarli per ciò che mi hanno saputo dare.
Grazie Giacomo!!