Dick Bertram, l’uomo da battere di Francesco Fiorentino
Nella storia dello sport è difficile trovare personaggi che abbiano ottenuto successi in settori della stessa disciplina differenti e lontani tra loro come lo sono motonautica e vela.
Negli sport nautici è praticamente impossibile, ad eccezione di un solo individuo che è stato più volte campione nelle discipline veliche, compresa l’America’s Cup ed è stato tre volte sul podio iridato della motonautica: Richard “Dick” Bertram!
Dick Bertram “il velista”
Una personalità che definire eclettica risulta riduttivo poiché, oltre ad essere stato un grande sportivo, ha avuto il merito di saper coniugare alla sua smodata passione per il mare e per le competizioni un grande fiuto per gli affari creando due delle più importanti realtà economiche della storia della nautica statunitense: la Richard Bertram & Company, tra le più blasonate società di brokeraggio dell’epoca ed in seguito il cantiere di costruzione che ancora oggi, nonostante i numerosi passaggi di proprietà, porta il suo nome ed è sinonimo nel mondo di fissherman con carena a V profonda.
Nel 1964 il Time paragonò Bertram ad Enzo Ferrari poiché era riuscito a creare il binomio vincente tra lusso e prestazioni per merito dei suoi successi sui campi di gara, proprio come il Drake lo aveva fatto nei circuiti di formula uno.
La passione di Dick Bertram per il mare e per la competizione è innata e si esprime, come quasi sempre nel caso di grandi personalità come lui, sin da bambino quando a soli otto anni inizia ad andare in barca a vela per poi, due anni più tardi, cimentarsi brillantemente nella sua prima regata.
Nel periodo degli studi universitari fonda un’associazione interna al suo college con cui partecipa ai campionati studenteschi di vela vincendoli per due anni di seguito nel 1936 e nel 1937. I suoi successi continuarono anche quando, trasferitosi a Miami dal New Jersey, nel 1948 e nel 1949 vinse il campionato di classe Lightning (il monotipo di stazza internazionale progettato da Olin Stephens) e si cimentò anche in quella che allora era considerata una tra le più dure competizioni veliche d’altura: la Newport to Bermuda Ocean Race, una regata di 635 miglia in pieno oceano vincendola in ben tre edizioni ed ottenendo piazzamenti elevati in altre sette edizioni, così come per sei volte nella Lipton Cup, quattro volte nella Trans Atlantic Race e due volte nella Buenos Aires-Rio de Janeiro, affermandosi come uno dei migliori regatanti d’altura dell’epoca.
Dick Bertram non era solo un grande uomo di mare ma anche una persona dalla mente sempre attiva e brillante che sfruttò la sua reputazione di eccellente uomo di mare e la conoscenza profonda dell’oggetto barca acquisita sui campi di gara per mettere in piedi una sua società di brokeraggio con la quale nel corso degli anni si affermò a livello mondiale come uomo d’affari ancor prima che come grande costruttore di yachts.
Fu proprio nel corso della sua intensa attività di velista che, nel 1958 mentre si trovava a bordo di Vim, un 12 metri stazza internazionale impegnato negli allenamenti per l’America’s Cup, notò una piccola barca di poco più di sette metri di lunghezza con una strana carena con grandi “baffi” che affrontava onde di quasi due metri ed un vento di oltre venti nodi con una facilità per l’epoca quasi fantascientifica.
Appena finiti gli allenamenti Dick volle subito sapere cosa fosse quel mezzo così misterioso a tal punto da colpire il suo interesse; gli venne riferito che si trattava del tender di un altro dei 12 metri S.I. presenti nella baia disegnato da un progettista di nome Charles Raymond Hunt.
L’incontro della svolta per Dick Bertram
Dick volle subito incontrare Hunt per capire come quella barca con quella strana ma efficientissima carena potesse ottenere certi risultati con quel mare! Fu l’incontro che cambiò per sempre la vita di entrambi dando vita ad uno dei più solidi e proficui sodalizi della storia della motonautica moderna.
Bertram aveva già partecipato a competizioni motonautiche insieme all’amico Sam Griffith, considerato uno dei padri dell’offshore moderno, vincendo le prime due edizioni della Miami-Nassau (1956 con un 34’ Chris Craft e 1957 con un 35’ Enterprise entrambe in legno) la quale ancora oggi è considerata una delle gare motonautiche più difficili al mondo per barche ed equipaggi. Bertram commissionò ad Hunt come sua barca personale un 30’ in legno con la stessa geometria di carena monoedrica con V di 24° utilizzata per quella che aveva visto affrontare le onde nella baia di Rhode Island, e la chiamò “Moppie” (dal soprannome della moglie da bambina).
Il giorno del varo di Moppie volle testarla subito insieme all’amico e compagno di gare Sam che di certo non avrebbe risparmiato il mezzo ed avrebbe sicuramente saputo dargli un parere da esperto.
Il racconto di quella prova ad opera dello stesso Bertram è uno dei pezzi più belli che le cronache della storia della motonautica possa mai aver narrato.
Bertram racconta che quel giorno le condizioni del mare (oceano) erano veramente difficili: vento teso con raffiche oltre i 30 nodi ed onda molto formata di oltre due metri; affidò la barca all’esperienza di Griffith che non aveva mai condotto una barca con carena a V profonda e non poteva quindi conoscerne le potenzialità.
Nell’affrontare le prime onde istintivamente Griffith tolse gas ai motori notando che la barca non aveva alcuna difficoltà nel riuscire a superarle nonostante la loro imponenza.
“Dopo la terza onda, racconta Bertram, Sam iniziò a sorridere affondando le manette mentre Moppie acquistava velocità comportandosi in maniera incredibilmente morbida rispetto ad una carena convenzionale”. Era l’inizio dell’era della V profonda!
Moppie partecipò quello stesso anno alla Miami-Nassau stravincendo su tutti ed infliggendo distacchi abissali a tutti gli altri concorrenti (due ore di distacco sul secondo che gareggiava con un’altra barca più piccola sempre progettata da Hunt e con propulsione entrofuoribordo, inedita per quei tempi).
Da quel momento le richieste di barche con la stessa carena arrivarono a Bertram numerose e, nonostante le sue iniziali reticenze, lo spinsero a fondare un proprio cantiere di produzione. Bertram intuì da subito che per le ingenti richieste di esemplari da produrre avrebbe dovuto pensare ad un processo produttivo differente rispetto alla convenzionale costruzione in legno e decise di intraprendere la strada della costruzione in composito già ben avviata negli USA sin dagli anni 40’ che gli avrebbe garantito tempi e costi di produzione inferiori e maggiore precisione nella ripetibilità dei manufatti.
Betramyachts e l’epopea dell’offshore
Utilizzò Moppie come modello per realizzare uno stampo e produrre il prototipo della stessa barca ma in composito che chiamò Glass Moppie e con la quale, nemmeno a dirlo, partecipò all’edizione successiva della Miami-Nassau ottenendo un successo ancor più eclatante sul mare calmo, disintegrando il record di percorrenza della gara stabilito sempre da lui in coppia con Griffith e dimezzandolo da otto a quattro ore!
Dal 1961 in poi gli scafi Bertram divennero gli assoluti dominatori delle competizioni motonautiche d’oltreoceano e da buon imprenditore Dick Bertram sfruttò l’occasione per cavalcare l’onda del successo acconsentendo alle richieste di brand come Rolex e la marca di sigarette Camel che addirittura lo vedevano ritratto in cartelloni pubblicitari nel cuore del potere economico dell’America e del mondo: Times Square a New York.
Il primo modello di imbarcazione da diporto della produzione Bertram aveva come base ovviamente lo scafo 31’ di Moppie da cui derivò un’imbarcazione particolarmente votata alla pesca d’altura proprio per le sue spiccate doti marine e che presentava una tuga totalmente vetrata in posizione molto avanzata, non bellissima da vedere ma che garantiva una protezione assoluta in qualsiasi condizione di mare ed una visibilità a 360°.
Per rendere più aggraziate le linee di questa barca dalle prestazioni eccezionali e poterla presentare con maggior appeal alla clientela dei diportisti sull’ampia tuga venne realizzato un piccolo fliyng bridge dando vita ad una delle icone assolute del design nautico: il famosissimo Bertram 31, capostipite della grande famiglia dei fisherman Bertram, presentato per la prima volta durante il New York Boat show del 1961.
Il successo del Betram 31’ ha del leggendario: in sedici anni di produzione lo stampo ha prodotto 1860 esemplari, di cui 23 come edizioni speciali, divenendo un punto di riferimento in termini di tenuta al mare e solidità di costruzione tanto che alcuni sono tutt’ora naviganti.
Nel 1962 la gamma di produzione del cantiere si arricchì con un 25’ anche esso derivato da un prototipo sviluppato e testato in gara motorizzato con piedi poppieri Mercruiser, un 38’ nel 1963 ed un piccolo 20’ con doppia possibilità di motorizzazione fuoribordo o entrofuoribordo; nel 1971 a soli dieci anni dall’inizio della produzione la Bertram Yachts costruì il suo esemplare numero 1000!
La leggenda narra che le barche di Bertram si vendessero da sole poiché una volta provate ogni diportista rimaneva talmente affascinato dal loro comportamento specie sul mosso da non poter più tornare indietro a mani vuote.
Per l’epoca era un risultato strabiliante! Nel corso degli anni il marchio Bertram è diventato sinonimo di lusso, sportività, velocità e sicurezza ma soprattutto, grazie alla grande abilità nella comunicazione e nel commercio del suo fondatore, ha acquisito popolarità annoverando tra i suoi clienti personaggi del calibro di Aristotele Onassis, il Re Hussein di Giordania ed il Principe Bertil di Svezia.
Nel 1963 Griffith venne a mancare a causa di un tumore ma Dick Bertram non smise di gareggiare nelle competizioni offshore, anzi, sempre su progetto di Ray Hunt costruì una nuova barca che chiamò Lucky Moppie con la quale decise di competere anche in Europa nella Viareggio-Bastia-Viareggio nel 1964 confrontandosi con “A Speranzella”, progettata da Levi e condotta da Vincenzo Balestrieri, e nell’ancor più impegnativa Cowes-Torquay dove arrivò secondo (dopo aver percorso centinaia di miglia appaiati) dietro ad uno scafo gemello del suo il “Surfrider” condotto dai fratelli Gardner.
Nel 1965 Bertram vinse il Sam Griffith Trophy, una gara intitolata proprio all’amico e compagno di gara di Dick che vi partecipò con un nuovo 36’ chiamato Brave Moppie con il quale si ripresentò alla Viareggio-Bastia-Viareggio, alla Cowes-Torquay arrivando secondo, ed alla Miami-Key West vincendola.
Nel 1966 mentre gareggiava con “Brave Moppie” nella competizione commemorativa in ricordo dell’amico Griffith, Bertram incappò nell’affondamento della barca cosa che rappresentò un brutto colpo per l’immagine della sua produzione e di conseguenza per le sue finanze e probabilmente affievolì il suo entusiasmo per le gare offshore, tant’è che la sua presenza nelle competizioni fu sempre meno frequente se non addirittura episodica.
Il ritiro di Dick Bertram
Nel 1969 Bertram cedette il cantiere a Peter Rittmeister che riprese a gareggiare nelle competizioni offshore dal 1967 al 1969 sfruttando sempre lo storico nome “Moppie” ma con risultati non all’altezza del suo predecessore; in seguito la proprietà passò alla Whittaker Corporation sotto la cui gestione il marchio cessò le partecipazioni alle gare motonautiche e lasciò il testimone dell’egemonia motonautica ai Cigarette, Donzi e Magnum di Don Aronow.
Nel 1998 il marchio Bertram fu acquisito dal Gruppo Ferretti il quale ha mantenuto immutato lo stile e la filosofia costruttiva e progettuale del cantiere rinnovandone il design e l’intera gamma arrivando a produrre fisherman fino a 80’. ll 28 aprile del 2000 Dick Bertram morì all’età di 84 anni, lasciandoci in eredità l’esempio di un uomo dalla personalità eclettica il quale ha vissuto la propria vita come una continua gara con se stesso, alla costante ricerca del proprio limite per poterlo conoscere e superare.
Una mente illuminata che ha saputo distinguere l’innovazione a prima vista nonostante fosse invisibile sotto gli occhi di tutti, che ha saputo valorizzarla e diffonderla scommettendo su di essa e vincendo questa scommessa a mani basse. Un sognatore dal temperamento indomito, unico e probabilmente irripetibile, un visionario che ha fatto scuola nella costruzione delle sue barche come negli affari, le cui intuizioni sono ancora perseguite nel campo del brokeraggio da oltre mezzo secolo.
Un imprenditore il cui sguardo andava ben oltre i suoi traguardi.
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