Progettista ingegnere nautico,è autore di AtoMareBlu. Ha una passione innata per la nautica e i progetti realizzati da Renato

Tag Archivio per: Francesco Fiorentino

carene levi geometrie

Deep eVolution

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Durante l’epoca d’oro dell’offshore mondiale, in cui i più grandi nomi tra progettisti e piloti si sono dati battaglia sui campi di gara delle più difficili competizioni motonautiche, l’importanza di sviluppare delle forme di carena che potessero consentire navigazioni veloci e confortevoli diventò una delle maggiori esigenze progettuali.
progettazione imbarcazioni da competizione

Progettare la velocità

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Progettare un’imbarcazione a motore da competizione non è un’operazione banale. Anche se le scelte tecniche da operare sono di numero molto inferiore a quelle che occorrerebbero per un’unità da diporto, la loro corretta valutazione in fase di progetto determina la futura resa in mare del mezzo che, a differenza di una barca da diporto, dovrà spesso essere condotta in condizioni molto mutevoli e decisamente al limite.
carena bilanciata pattini step

Obiettivo: drag = 0

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Il rendimento di una carena planante dipende da un fattore predominante che è sicuramente la resistenza che essa oppone al moto; dall'ottimizzazione di questo elemento deriva un miglioramento delle prestazioni della carena in qualsiasi condizione di navigazione.
Soccol Antonio

Antonio Soccol: una vita tra storia e tecnica

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Antonio Soccol, ancora oggi a due anni dalla sua scomparsa, rappresenta la memoria storica dell'evoluzione della nautica e della motonautica in Italia. Una personalità eclettica, sincera e schietta spesso scomoda...

Dick Bertram, l’uomo da battere di Francesco Fiorentino

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Nella storia dello sport è difficile trovare personaggi che abbiano ottenuto successi in settori della stessa disciplina differenti e lontani tra loro come lo sono motonautica e vela. Negli sport nautici è praticamente impossibile, ad eccezione di un solo individuo: Dick Bertram

Carlo Riva – L’emozione della perfezione di Francesco Fiorentino

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In quattro lettere, una sola parola si condensano la storia, il mito, la tecnica ed il fascino della nautica made in Italy. La storia di una famiglia che da quattro generazioni costruisce imbarcazioni di eccellente qualità, attraverso il racconto di un'intera epoca tramandato di padre in figlio che ha lanciato il design italiano nel mondo

“Se ho potuto vedere piu’ lontano e’ perche’ stavo sulle spalle dei giganti”.
(Isaac Newton)

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La ricerca non si è fermata solo al mezzo propulsivo, ha coinvolto anche l’aspetto strutturale e tecnologico della costruzione navale ricercando tra i materiali che la natura offriva e studiando il modo migliore per ottenere il massimo rendimento dalle loro caratteristiche meccaniche sempre più al limite. Oggi è uso comune pensare che costruire una barca sia semplice senza rendersi conto che dietro vi sono millenni di storia della tecnica, della tecnologia e dell’arte navale.
Salone nautico di Genova 2010; Ottimismo o disfatta?

I Saloni Nautici, “Vetrina” o “Bottega”? Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre compro’…

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Il Salone Nautico Internazionale di Genova in questi ultimi anni si è trasformato per un mutamento di valutazioni e proposte di marketing da parte degli espositori, da quella importantissima “Vetrina internazionale della nautica italiana e polo di una cultura marinara", in una mera “bottega” in cui l’interesse prioritario è diventato esclusivamente quello di vendere le “barche”

Come nasce una barca Offshore: Zeta Elle 43’ di Francesco Fiorentino

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La Passione, quella con la “P” maiuscola. E’ stata quella che una bella mattina del mese di Luglio del 2008 ha fatto si che accettassi l’ennesima sfida, questa volta ancor più ambiziosa. Sono giovane si, ma di battaglie sul campo di gara ne ho vissute tante ed alcune anche molto intensamente. Ho vegliato per ore, giorni, per vedere passo dopo passo nascere barche che andassero oltre il limite, oltre quel limite che ogni volta si poneva come un muro solidissimo da abbattere ma con un punto debole anche se ben nascosto. Quel punto debole che ti consentiva di guadagnare un nodo forse due con numerose modifiche, ragionamenti fatti insieme ai miei compagni di avventura che anche questa volta erano li con me. Proprio uno di loro, Massimo Lippi, ex pilota di offshore Classe 1