Paolo Caliari – Dal concetto al successo
Agli inizi degli anni ’60, in un momento storico in cui la nautica si apprestava a vivere il suo momento di massimo splendore grazie al fenomeno del boom economico, il conseguente susseguirsi di innovazioni tecniche, in gran parte derivate dalle tecnologie belliche del secondo conflitto mondiale, portò ad una profonda rivoluzione del mercato e della concezione di diporto nautico.
Questo radicale rinnovamento ebbe la sua espressione più palese nello sconvolgimento dei canoni estetici e stilistici ispirato anche dalla rapida diffusione dell’automobile e della tecnologia costruttiva del composito.
Una nuova arte
In questo panorama di grande fervore intellettuale ha avuto origine ciò che noi oggi chiamiamo “yacht design”, una vera e propria “arte” che ha avuto le sue massime espressioni proprio in Italia con le “opere” del suo indiscutibile ed indiscusso padre fondatore: Paolo Caliari.
Classe 1932, nato all’ombra della Lanterna, omonimo di un famoso architetto e pittore veronese del 1500, si potrebbe definire un predestinato al successo nelle arti creative ed infatti dal 1960 al 1980 ha dato vita ad alcune delle più innovative imbarcazioni della storia della nautica studiando ed ideando soluzioni tecniche e stilistiche che ancora oggi costituiscono i punti fermi della progettazione nautica mondiale.
La filosofia progettuale di Caliari è sempre stata quella di partire da una necessità, da un concetto ben preciso e di fare in modo che quest’ultimo si traducesse in una soluzione innovativa e mai banale, di dare ad ogni forma una funzione senza mai scadere nell’esercizio o nell’esibizione stilistica di cui purtroppo oggi siamo spesso circondati. La sostanza come generatrice della forma, il concetto come embrione dello stile!
La produzione di Caliari dal suo esordio ad oggi ha spaziato in tutti gli ambiti del design: dall’automotive alla nautica dove ha avuto la sua massima espressione. Il progettista genovese dopo aver conseguito una formazione tecnica al Politecnico di Torino maturò una notevole esperienza nell’industrial design in FIAT proprio negli anni del grande boom economico e delle prime indimenticabili creazioni della casa torinese.
In ogni suo lavoro non ha mai abbandonato il suo senso congenito di estrema sobrietà ed eleganza (il padre era titolare di uno dei più noti showroom di cristallerie muranesi di Torino).
Gli esordi
Con una personalità elegante e poliedrica Caliari si avvicina per la prima volta alla nautica da diporto disegnando le linee di uno yacht a motore in collaborazione con i cantieri Baglietto di Varazze per un progetto ambizioso ma soprattutto di grande risalto mediatico poiché commissionato dall’Avvocato Agnelli: il GA 30 (dove le lettere GA erano l’acronimo di Gianni Agnelli, un’usanza spesso reiterata dall’Avvocato per le sue barche).
Il progetto, sviluppato in collaborazione con il cantiere inglese Vosper, prevedeva di realizzare un’unità a chiglia tonda costruita in lamellare con specifiche iniziali di progetto le quali promettevano prestazioni velocistiche vicine ai 40 nodi anche se in realtà fu in grado di raggiungerne solo 30, cosa che non sottrasse riconoscimenti al suo designer per la resa estetica e l’indiscutibile bellezza dello yacht.
Dalla fortunata collaborazione tra Caliari e Baglietto nacquero altre pietre miliari del cantiere ligure quali il 16,50 ed il 18,50 nonché il Superischia che diedero modo a quest’ultimo di imporsi come punto fermo della cantieristica da diporto dell’epoca.
Da quel momento la produzione di Caliari avrebbe raggiunto livelli di volta in volta più elevati ed ogni sua creazione ancora oggi, che sia più o meno grande, è sempre facilmente riconoscibile dai tratti di purezza delle linee e razionalità delle forme che lo hanno contraddistinto.
Tra le numerose collaborazioni di Caliari oltre cha Baglietto e Vosper, si annoverano nomi quali: Alalunga, Arno, Mochi Craft, Picchiotti, Donzi, Intermarine, Roscioli Yachts, Wellcraft, Keith Nelson, Esterel fino ai turchi di Proteksan.
Il Tiger
Nel 1968 Caliari, sempre attento all’innovazione tecnica, compie un viaggio negli Stati Uniti per apprendere e comprendere le tecniche di stampaggio della vetroresina poiché ne riconosce da subito la grande potenzialità nel poter ottenere forme più “libere” rispetto alla costruzione in legno e per iniziare ad entrare nell’ottica della grande produzione di serie che di lì a breve avrebbe costituito la maggiore fonte di richiesta di mercato.
I tempi erano cambiati, il mercato si orientava verso un’utenza “popolare” che avrebbe richiesto soluzioni diverse da quelle impiegate fino ad allora nel diporto d’elite e che nascevano da esigenze e budget di spesa molto differenti. Per questo motivo il concetto di nautica da diporto andava ripensato da un nuovo punto di vista ma senza togliere all’utilizzatore finale quella sensazione di esclusività ed agio che è propria di chi vuole andare per mare per diletto senza rinunciare alle comodità domestiche, come se la barca fosse una villa al mare.
Caliari realizzò la massima espressione di questo concetto con il Tiger di Picchiotti, una barca che per tutti i critici del design nautico rappresenta il vero spartiacque tra il concetto di yacht classico e quello moderno, un vero e proprio punto di totale rottura con il passato su tutti i fronti!
Design, prestazioni, suddivisione e sfruttamento degli spazi interni, materiali, tutto nel Tiger era totalmente differente da quanto si era visto fino ad allora e lo era a tal punto che anche il termine innovativo risulta essere restrittivo rispetto ai concetti espressi in questo capolavoro galleggiante.
Il Tiger era uno yacht di circa 12 metri costruito in fasciame di compensato marino e strutture in massello di mogano, una tecnica di costruzione che assicurava leggerezza e resistenza allo stesso tempo.
Ciò che salta maggiormente all’occhio guardando le documentazioni fotografiche è indubbiamente la forma della tuga imponente e massiccia ma allo stesso tempo elegante in cui nessuna linea è mai “tirata” e nessun punto disarmonico, la quale fu ispirata alle forme dei carri armati tedeschi della seconda guerra mondiale.
Era il 1969 e da quel momento in poi tutte le barche avrebbero seguito il profondo solco tracciato dal Tiger attingendo chi più chi meno da questa incredibile “summa” di innovazioni e concetti avveniristici. Si pensi ad esempio all’utilizzo dell’alluminio satinato per le passamanerie, un materiale marino per definizione poiché non teme gli effetti della ruggine ed allo stesso tempo leggero e resistente ma che consente, se ben lavorato, di ottenere un’ottima resa estetica.
Nella fattispecie sul Tiger spiccava un grande tientibene prodiero che lasciava pulita la linea di cinta conferendo al profilo dell’imbarcazione una linea ancor più aggressiva. Le prestazioni erano di tutto rispetto grazie ad un’ottima carena a V profondo e ad una motorizzazione con piedi entrofuoribordo, assolutamente innovativa per l’epoca la quale, essendo molto compatta, consentiva di ottimizzare gli ingombri dedicati alle macchine.
Altra particolarità era il posto di guida, uno solo ed esterno il quale aveva l’accesso laterale mediante una scaletta anch’essa in alluminio satinato in maniera da lasciare libero il pozzetto che poteva essere sfruttato come una grande veranda sul mare. La scelta della singola postazione di governo consentiva uno sfruttamento ottimale dei volumi interni della tuga con un grande guadagno in termini di disponibilità di spazio da destinare agli ambienti abitabili.
Il layout era infatti pensato e concepito come una vera e propria “garçonnière” galleggiante e prevedeva una sola cabina con un vero letto matrimoniale, un piccolo locale WC con bidet (scelta assolutamente innovativa per la taglia di imbarcazione ancora oggi) un living comodo ed una cucina attrezzata perlopiù come se fosse il bancone di un bar su cui sorseggiare un drink in buona compagnia.
L’arredo interno era minimalista ed i materiali dei rivestimenti sia tessili che lignei di assoluto pregio come se fosse la suite di un albergo di lusso. Da quanto fin qui esposto il Tiger ed i suoi concetti si ponevano oltre che come taglio stilistico con la concezione dello yacht da diporto classico anche come vera e propria rivoluzione culturale e di contenuti scevra da logiche di mercato e di marketing, al contrario di come accade oggi, ma espressione intrinseca di un modo nuovo di concepire il mare e la nautica.
Il periodo performativo
Negli anni ’70 la rivoluzione dello yacht design era ormai un dato di fatto ed i cantieri si davano battaglia a colpi di novità generando correnti differenti e cercando di cogliere al meglio le esigenze di un nuovo mercato fatto da migliaia di appassionati, alcuni anche alle prime armi ma che grazie al ritrovato clima di benessere e di tranquillità economica avevano risorse da investire per il proprio tempo libero.
Quest’epoca fu indubbiamente la più prolifica sotto tutti i punti di vista per la nautica in quanto questa “sete” di novità del mercato e questa disponibilità di risorse economiche furono la spinta, specie nella motonautica, ad abbattere i limiti tecnologici fino ad allora raggiunti.
Questo si tradusse in una lotta tra grandi progettisti e gentlemen drivers che si sfidarono su ogni tratto di mare disponibile e che concepirono soluzioni che oggi ci consentono di viaggiare sull’acqua con velocità paragonabili a quelle su strada. Era l’epoca di Levi, Hunt, Aronow, Bertram e Paolo Caliari, nel design, non fu da meno!
Il periodo trascorso in America a studiare le tecnologie del “fiberglass” gli diedero modo di venire a contatto con le massime espressioni del powerboating d’oltreoceano ed in particolare con il mito Cigarette.
Si aprì quindi per lui una lunga esperienza come designer di bolidi del mare “one off” quali Lady Nara, Ronny Boy ed Iguana che sarebbero stati i precursori di una lunga serie di imbarcazioni sportive nelle cui linee sia esterne che interne non sarebbe mai venuta meno la raffinatezza e la sobrietà.
Sulla scia delle esperienze maturate con il Tiger ed il Ronny Boy, Caliari disegnò per il cantiere italiano Tecnomarine il C42 che sfruttava lo stesso scafo del Tiger ma riportava i concetti di razionalità e pulizia delle linee di coperta del Ronny Boy ulteriormente “pulite” dagli accessori del commuter americano.
La grande sovrastruttura del Tiger lasciò il posto ad un parabrezza e non potendo quindi più disporre di quei volumi coperti anche gli interni risentirono di una variazione che riguardava più che altro la disposizione della cabina armatore la quale venne ridotta di dimensioni e disposta per baglio.
Del C42, prodotto in circa 100 esemplari dal 1973 al 1986, vennero realizzate sei versioni differenti di interni con cinque diverse varianti di motorizzazione sempre in V-drive e che includevano anche una versione a con motori a benzina per i più esigenti.
L’epoca recente
Nei progetti curati da Caliari la tendenza stilistica quasi inesistente dei racer dell’epoca molto essenziali e spartani lasciò il posto alle idee che da li in poi avrebbero costituito le linee guida dei fast commuter di qualsiasi dimensione che da allora fino ai giorni nostri contraddistinguono questa tipologia di imbarcazione.
Dalla matita di Caliari ebbe origine anche tutta la serie dei Leopard progettati per il cantiere toscano Picchiotti e che si contraddistinse a tal punto da dare vita ad un brand a se stante il quale è tutt’ora uno dei punti di riferimenti stilistici per gli amanti dei grandi yacht dalle linee sportive e sobrie.
Nel corso della sua carriera Caliari, oltre alle soddisfazioni professionali dovute ai successi di mercato delle sue creazioni ha ricevuto numerosi riconoscimenti dal mondo del design accademico quali ad esempio la Medaglia d’Oro della Tredicesima Triennale di Milano del 1964, all’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative Industriali Moderne e dell’Architettura Moderna.
Oggi Paolo Caliari ha spostato la sua attività sul territorio americano e precisamente a Miami in Florida, dove ha maturato una grande esperienza sul mercato locale in cui, a suo dire, ci sono i diportisti più competenti al mondo per i quali continua a concepire yacht e mega yacht curandone il design sia interno che esterno, l’estetica ma soprattutto la funzionalità: punti fermi di tutta la produzione scaturita dalla mente geniale di questo artista della progettazione nautica moderna a cui oggi più che mai ogni moderno yacht designer dovrebbe ispirarsi.
Articolo pubblicato sul periodico “Nautech – febbraio 2014” e qui riprodotto p.g.c. dell’autore
How did Paolo Caliari start his career and what was the turning point?
Regard Telkom University
Ciao,
Spero che questo forum sia ancora attivo.
Recentemente sono entrato in possesso di un Tecnomarine C42. Sono inglese, ho 30 anni. Ho viaggiato ad Alghero dove è ormeggiata e quest’autunno ho trascorso 2,5 mesi a restaurarla.
Le linee, la vestibilità e la finitura di questo modello mi lasciano a bocca aperta. La qualità non è seconda a nessuno. Acero Birdseye e vinile di alta qualità adornano l’intero interno.
Ha X2 Cummins VT555S da 320 CV.
Mi piacerebbe avere maggiori informazioni su questo cantiere, Il C42 e Paolo Caliari.
Mi sono divertito moltissimo a restaurarla, sudando sotto il caldo sole italiano lavorando 14 ore al giorno. Torno a maggio.
Laurencehughes1@yahoo.com
Qualsiasi informazione sarà molto apprezzata.
Saluti Laurence
Gentile Laurence,
nel ringraziarti per averci contattato ci complimentiamo per aver acquistato e restaurato la sua imbarcazione Tecnomarine C-42 che fu progettata dall’ing. Palo Caliari.
Si può assolutamete affermare che è una barca molto bella nel suo complesso e ben progettata dal noto ingegnere. Tuttavia, non abbiamo altre notizie di questa barca oltre a quelle che può leggere nell’articolo da noi pubblicato qui su Altomareblu https://www.altomareblu.com/paolo-caliari-dal-concetto-al-successo/ in cui si dice che sulla scia delle esperienze maturate con il Tiger ed il Ronny Boy, Caliari disegnò per il cantiere italiano Tecnomarine il C42 che sfruttava lo stesso scafo del Tiger, ma riportava i concetti di razionalità e pulizia delle linee di coperta del Ronny Boy ulteriormente “pulite” dagli accessori del commuter americano”.
Il Tecnomarine C42 fu prodotto in circa 100 esemplari dal 1973 al 1986 e vennero realizzate sei versioni differenti interni e cinque diverse varianti di motorizzazione sempre con trasmissione V-drive, includendo anche una versione con motori a benzina per i più esigenti.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Dear Laurence,
in thanking you for contacting us we congratulate you on having purchased and restored your Tecnomarine C-42 boat which was designed by the engineer. Palo Caliari.
It can absolutely be said that it is a very beautiful boat overall and well designed by the well-known engineer. However, we have no other news about this boat other than what you can read in the article we published here on Altomareblu https://www.altomareblu.com/paolo-caliari-dal-concetto-al-successo/ in which it says that in the wake of the experiences gained with the Tiger and the Ronny Boy, Caliari designed the C42 for the Italian shipyard Tecnomarine which used the same hull as the Tiger, but brought the concepts of rationality and cleanliness of the roof lines of the Ronny Boy even further “clean” from the accessories of the American commuter”.
The Tecnomarine C42 was produced in approximately 100 examples from 1973 to 1986 and six different interior versions and five different engine variants were created, always with V-drive transmission, also including a version with petrol engines for the most demanding.
Best regards,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Hello
I hope this forum Is still active.
I have recently come into the pocession of a Tecnomarine C42. I’m British, 30 year old. I traveled to Alghero where she’s moored and spent 2.5 months this Autumn restoring her.
The lines and fit and finish of this model blows my mind. Quality is second to none. Birdseye maple and top quality vinyl adorn the entire inside.
Has X2 320Bhp cummins VT555S.
I would love more information on this shipyard, The C42 and Paolo Caliari.
I had the time of my life restoring her, sweating away in the hot italian sun working 14 hour days. I return in May.
Laurencehughes1@yahoo.com
Any information be greatly appreciated.
Regards Laurence
AltoMareBlu cerca di aiutare tutti gli appassionati che sono alla ricerca di barche che magari sono state le loro e comunque non è semplice, specialmente se non si ha un riferimento di dove siano state avvistate recentemente.
Poi si domanda ai vecchi marinai che si trovano spesso nei porti in cui vi sono presenti vecchi pescatori o tecnici che un tempo hanno lavorato in cantieri navali speciali che hanno costruito barche ideate da progettisti di tutto rispetto… e che magari ci hanno lasciato…
Spero di riuscire ad aiutarla nella ricerca della sua Rollerball..
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
La ringrazio per la sua cortesia, spero arrivino notizie in merito, il nome della barca era ROLLERBALL.
Cordiali saluti.
Sergio Cortecchia
Gentile Sergio Cortecchia,
La ringraziamo per averci contattato e ci congratuliamo per essere stato armatore di una barca cosiì particolare ed innovativa nelle sue forme, non solo di coperta, ma anche nell’opera viva, che faceva la differenza.
Circa la barca che ha riconosciuto essere quelle che anni addietro fu la Sua, purtroppo non abbiamo notizie di dove potrebbe essere. Tuttavia, partendo da questa Sua richiesta pubblicheremo un breve articolo nella rubrica: Chi l’ha vista con le foto della barca e le sue caratteristiche principali di progetto e vediamo se riusciamo a rintracciarla.
Certo di averle fatto cosa gradita, ci auguriamo, una volta pubblicata la ricerca di questa barca, di riuscire a ritrovarla, mediante le segnalazioni e la disponibilità di nostri lettori attentissimi ed appassionati!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AMB
Buongiorno,
ho avuto il piacere di potere usare il TIGER 600, yacht comprato usato da mio padre nei lontani anni settanta, per due anni poi è stato venduto. Mi ricordo che in quegli anni nel porto di Cervia (RA) erano presenti due TIGER, uno con i motori a benzina e piedi poppieri ed il nostro con due motori diesel da 300 cv in linea d’asse, matrimoniale a prua, letti a castello su murata di dritta e bagno su quella di sinistra con accesso diretto anche dalla cabina di prua. In più aveva anche la cabina del marinaio a prua con accesso dal passo d’uomo. Non ricordo di avere foto dello yacht. I comandi della barca erano solo sul fly ed aveva il parabrezza molto inclinato all’indietro. Quello che si vede nella foro dell’articolo di riferimento era il nostro. Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto.
Cordiali saluti,
Sergio Cortecchia
Gentilissimo ing. Filippo Di Bonito,
La ringraziamo molto per averci scritto e non possiamo fare altro che complimentarci per la Sua passione e per essere AD di un Cantiere storico che ha vantato la realizzazione di progetti memorabili ed innovativi dello compianto ing. Paolo Caliari.
Non sa quanto apprezziamo il Suo gesto di mettersi a disposizione del lettore tedesco “Stefan Berghem” per il piacere di aiutarlo nella costruzione del modello TECNOMARINE – C 42 che desidera realizzare, fornendogli i piani costruttivi di massima.
Infine, approfitto dell’occasione per proporle una interessante iniziativa: se per fini storici vuole collaborare con AMB fornendo indicazioni e disegni di massima, come abbiamo fatto per le Carene Levi e per le carene di Franco Harrauer, sarebbe per noi di AMB un grande piacere, al fine di andare ad arricchire le recensioni di imbarcazioni ormai storiche che hanno rappresentato tantissimo dal punto di vista inventivo, ingegneristico, stilistico ecc e contribuendo a migliorare il ventaglio storico di tali unità disponibili per tutti i lettori appassionati di imbarcazioni a motore di assoluta eccellenza.
Restiamo a Sua disposizione per ogni eventualità e non esiti a contattarci quando lo riterrà opportuno, anche se Le confido che aspetto con una certa ansia il Suo contributo storico che le abbiamo appena richiesto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AltoMareBlu
Sehr geehrte Ing. Filippo Di Bonito,
Vielen Dank für das Schreiben von uns, und wir können nichts tun, aber gratuliere Ihnen für Ihre Leidenschaft und CEO einer Werft der Stadt, die die Schaffung von unvergesslichen und innovative Projekte des verstorbenen Eng rühmte sein. Paolo Caliari.
Ich weiß nicht, wie sehr wir Ihre Akt der Platzierung zur Verfügung deutschen Leser “Stefan Berghem” für das Vergnügen, in den Bau des Modells TECNOMARINE Hilfe zu schätzen wissen – C 42, die erreichen wollen, indem sie die Konstruktionspläne im Grundsatz.
Schließlich nehmen diese Gelegenheit, um eine interessante Initiative vorzuschlagen: ob aus historischen Gründen nur will mit AMB die Bereitstellung von Informationen und Zeichnungen von Maximum, wie wir für die Levi Carene und Rümpfe Franco Harrauer arbeiten, wäre es für uns eine große Freude, AMB sein, um zu gehen, um die Bewertungen der Boote bereichern nun historische Figuren, die so viel vom Standpunkt der erfinderischen, Technik, Stil, etc. und helfen vertreten, um die historische Bereich dieser Einheiten stehen allen Lesern Fans von Motorbooten der Exzellenz zu verbessern .
Wir bleiben zu Ihrer Verfügung für alle Eventualitäten und zögern Sie nicht, uns zu kontaktieren, wenn Sie es für notwendig halten, auch wenn das anvertrauen sehen mit etwas Angst Seine historischen Beitrag, den wir haben gerade angefordert.
Mit freundlichen Grüßen,
Giacomo Vitale
Salve,
mi permetto di scrivere per mero piacere ed in riferimento al fatto che sono AD (Amministratore Delegato) del cantiere “Vincenzo Catarsi Mare srl” di Cecina (Li).
Sono detentore del marchio TECNOMARINE e quindi possiedo tutti gli stampi dello storico Cantiere, oltre ai disegni originali di tutte le barche Tecnomarine, con particolare riferimento al C42 vorrei essere utile al signore edesco “Stefan Bergheim” che vi ha scritto nel forum.
Grazie,
Filippo Di Bonito
Hallo,
Ich könnte für die bloße Lust zu schreiben, und in Bezug auf die Tatsache, dass sie AD (CEO) der Werft “Katharsis Vincenzo Mare srl” di Cecina (LI) sind.
Ich bin der Inhaber der Marke TECNOMARINE und besitzen alle Formen des historischen Schiffswerft, zusätzlich zu den Originalzeichnungen von allen Booten Tecnomarine, insbesondere in Bezug auf den C42 möchte ich sinnvoll, um den Herrn edesco “Stefan Bergheim”, die Sie im Forum schrieb sein damit.
Danke,
Filippo Di Bonito
Dear Stefan,
thank you for reading my little tribute to a big of world modern yacht design as Paolo Caliari is. Its boats were the desire object of many people in the 70’s and I believe in you when you say that you were so fascinated from them.
This little tribute I wrote was read by Paolo Caliari personally adn he appreciate so much the way in which I described his design way of thinking. I will very happy to see your model of C66 and to help you as I can to make it in the better way.
The only way I can help to find some photos of C66 is to ask for them directly to Mr. Caliari hoping that he has some. Me and AltoMareblu staff will be very happy if you will tell to us all, your model building work by words and by photos that we will be very glad to publish for all Caliari’s fans and all modellism passionates.
I will let you know for Mr. Caliari response. Have a good work.
Thankyou.
Francesco Fiorentino.
Dear Francesco,
Often I try to read the AltoMareBlu articles. It´s a little bit difficult to understand all Italian, because I am German.
Most interest is the history of all Tiger-Projects from Paolo Caliari. Once I would like to buy such a beautyful Yacht.
In the late 70´s I spent holidays in Italy with my family. These years shaped my preference for these boats. Now maybe I have found a way to possibly learn more about this.
Two things first:
I bought a model kit of a Tecnomarine Yacht Jaguar C 66 on ebay.
It is determined take a year to the project will be completed.
If someone could provide more original photos, or documents related to this type of yacht at your disposal, would help me when building the model correctly.
It should be designed as original as possible.
Das zweite Anliegen ist, dass ich ein tolles Original-Foto einer Caliari Tiger-600 in einem alten Fotoalbum gefunden habe. Es ist garantiert über 30 Jahre alt, da ich zu diesem Zeitpunkt noch keinen Führerschein besaß. I would like to publish this image so that it is available to all fans of yachts Paolo Caliari has created.
How can I publish this in AltoMareBlu?
In a response, or for further interest on your part I would be delighted, I remain,
Sincerely,
Stefan Bergheim
Traduzione:
Spesso provo a leggere gli articoli di AltoMareBlu. E’ un po’ difficile da capire l’italiano perché sono tedesco.
Il maggior interesse è la storia di tutti i Tiger – Progettati da Paolo Caliari.
Una volta mi sarebbe piaciuto acquistare uno yacht così bello.
Alla fine degli anni ’70 ho trascorso le vacanze in Italia con la mia famiglia.
Quegli anni formarono la mia preferenza per queste barche. Ora forse ho trovato un modo per eventualmente saperne di più su questo.
Due cose prima:
Ho comprato un kit del modello di un “Tecnomarine Yacht Jaguar C66” su ebay.
Tra un anno il modello sarà completato.
Se qualcuno potesse fornire più foto originali o documenti relativi a questo tipo di yacht, sarebbe di aiuto per costruire correttamente il modello. Vorrei riprodurlo quanto più originale possibile.
Das zweite Anliegen ist, dass ich ein tolles Original – Foto einer Caliari Tiger – 600 in einem alten Fotoalbum gefunden habe. Es ist garantiert über 30 Jahre alt, da ich zu diesem Zeitpunkt noch keinen Führerschein Besass.
Vorrei pubblicare questa immagine in modo che sia a disposizione di tutti gli appassionati di yacht Paolo Caliari.
Come posso pubblicare questo AltoMareBlu? Sarei felice per un interesse da parte vostra.
Cordiali saluti,
Stefan Bergheim