Spedizioni italiane in Antartide; San Giuseppe Due – Cantieri Palomba
La Feluca che andò in Antartide dall’Italia
Il C.Te Tito Mancini appartenente al Corpo Capitanerie di Porto Guardia Costiera, ci ha trasmesso questa bellissima immagine del motoveliero denominato San Giuseppe Due, costruito dai Cantieri Palomba di Torre del Greco nel 1967/68.
San Giuseppe Due attrezzato come una vecchia feluca dispone di vele latine, controfiocco e scopamare, ancore romaniche con gru di capone, dislocamento 39 t., motore ausiliario da 205 HP, materiale di costruzione in legno.
Questo motoveliero fu costruito su richiesta del C.te Giovanni Ajmone Cat proprietario ed armatore del motoveliero che partecipò sotto il suo comando a due spedizioni nell’Antartide. Nella seconda spedizione avvenuta nel 1973/74, la Marina Militare Italiana fornì l’equipaggio formato da quattro sottoufficiali tra i quali all’epoca il 2° Capo Nocchiere Tito Mancini.
Il viaggio durò un anno con partenza da Torre del Greco e rientro ad Anzio. Le nostre congratulazioni al C.te Tito Mancini per essere un vero amante del mare, coraggioso e dotato di grande spirito dell’avventura insieme al C.te Ajmone Giovanni Cat ed ai suoi colleghi che formarono l’equipaggio di allora, con i sinceri ringraziamenti per questa preziosa testimonianza.
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Gentilissimo Andrea Cafa,
le sue aspettative sono anche le nostre e quelle di tutti coloro che sperano vivamente di rivedere il San Giuseppe Due navigare come nave-scuola, purtroppo, credo che il particolare momento di ristrettezze economiche in cui versano le nostre istituzioni, abbia rallentato l’evolversi e la consequenziale fine dei lavori relativi all’unità voluta da Giovanni Ajmone Cat.
Comunque noi siamo ottimisti e speranzosi su una positiva soluzione da parte della Marina Militare, del problema San Giuseppe Due.
Sarà comunque nostra cura, comunicare non appena disponibili, ulteriori notizie utili sull’evolversi della vicenda.
Tito Mancini
Parlando di barche e di imprese storiche sono rimasto affascinato da una storia che ci prende da vicino.
L’impresa del Comandante Giovanni Ajmone-Cat, navigatore antartico. (1934-2007) che bordo del San Giuseppe Due parti da Anzio con rotta verso l’Antartide Australe …neanche apposta qualche giorno fa passeggiando per Anzio sulla riviera Zanardelli da una porticina aperta dai cantieri navali ho visto la prua e la fiancata di questa meravigliosa nave tutta in legno che solco i mari dell’antartico.
Da qui la curiosità a una breve ricerca sul Network..Dopo la scomparsa Del Comandante, la Marina Militare Italiana e pare anche al comune di Anzio accetta la donazione della sorella, Dona Rita Ajmone-Cat, della barca “San Giuseppe Due” ancora in ottimo stato e in grado di navigare, con un utilizzo finale di nave-scuola..Dal 2011 a oggi 23 marzo 2014 e’ in cantiere per restauro a Anzio alla quale ci auguriamo ritorni presto a spiegare le meravigliose vele per ONORARE la nobile volontà del suo Comandante donandola con un utilizzo di nave-scuola affinchè i giovani possano apprezzare e vivere le vere emozioni del mare e della vela attraverso una storica imbarcazione.
…anche le cose hanno un’anima.
Andrea Cafà
www. circolopolare.com/ita/Ajmone-cat-profilo-como.htm (5 foto)
Gentile Giulio Godente,
la ringraziamo per la segnalazione e cogliamo l’occasione per informare i nostri lettori appassionati, a cui sta a cuore il futuro del San Giuseppe Due, che il nostro C.te Tito Mancini, a suo tempo membro dell’equipaggio impegnato nella spedizione alla scoperta dell’Antartide, ideata e fortemente voluta dal C.te Giovanni Ajmone Cat, segue da vicino tutta questa operazione e presto documenteremo con notizie e tante immagini dell’importante evento.
Da marinai quali tutti noi siamo, possiamo dire di essere veramente felici che il San Giuseppe Due abbia ripreso il mare alla grande, senza fare un goccio d’acqua in sentina, dopo alcuni anni che stava in secca… anche solo per essere alato nel cantiere che eseguirà tutte le opere necessarie per fargli riprendere il mare con la dovuta sicurezza.
Aspettiamo con grande ansia il giorno che il San Giuseppe Due riprenderà il mare e credo sia d’obbligo che in quella occasione possa ricostituirsi l’equipaggio che ai comandi del C.te Giovanni Ajmone Cat, portarono a termine un’impresa speciale, l’esplorazione dell’Antartide, ampiamente documentata qui su Altomareblu.
Un plauso sincero a Rita Ajmone Cat, sorella dello scomparso C.te Giovanni, che si è impegnata al massimo, affinché fossero rispettate le volontà del fratello recentemente scomparso, tra cui l’assegnazione del suo San Giuseppe Due alla Marina Militare Italiana, che ne seguirà le sorti future, tenendolo a contatto con il grande elemento per il quale fu sapientemente costruito dai Cantieri Palomba di Torre del Greco.
Grazie per l’attenzione e continuate a seguirci.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Buongiorno a tutti. Voglio segnalarvi che giovedì 3 giugno u.s., il San Giuseppe II è stato trasportato dalla residenza di Anzio del Comandante Aimone Cat, presso il “Cantiere Navale Gallinari Peppino” di Anzio dove, grazie all’interessamneto della Marina Militare Italiana e con il contributo dell’Amministrazione Comunale di Anzio sarà restaurato e riportato all’antico splendore.
La nave sarà poi ormeggiata presso il porto di Anzio e resa disponibile per visite e brevi escursioni.
E’ il giusto contributo al ricordo dell’impresa compiuta dal nostro concittadino.
Gentile C.te L.C. Alfredo Antonio,
nel ringraziarla per l’attenzione e per essere anche Lei un lettore di Altomareblu, Le fornisco l’indirizzo e mail ed il numero di telefono dell’editore a cui può rivolgersi per chiedere dove, nella sua zona può trovare il libro o farselo spedire direttamente a casa sua:
info(@)edizioniesa.com
edizioniesa.com
081 359 31 46
339 877 49 62
Inoltre avrei piacere di conoscerla personalmente, visto che ho abitato a Portici fino al 1985, dove tuttora risiedono i miei genitori, che vado a trovare spesso. Quindi in una delle mie venute potremo incontrarci e parlare un po’ di questo Suo ricordo della partenza del San Giuseppe Due.
Infine la informo che uno dei fondatori ed appartenenti allo staff di Altomareblu, il C.te Tito Mancini, già C.F. della C.P. Guardia Costiera in pensione per limiti di età, faceva parte dell’equipaggio della memorabile e storica spedizione e potrebbe, se lo desidera, conoscerlo personalmente. Tra uomini di mare veri ci sono sempre tante cose da dirsi, non Le pare?
La contatto in privato per fornirle ulteriori coordinate personali in modo che può contattarmi quando vuole per ogni eventualità.
Infine, come tradizione tra gli uomini di mare la invito a darci del tu e…
Benvenuto a bordo di AltoMareBlu e buon vento!
Giacomo Vitale
AltoMareBlu
Sono il Comandante L.C. Alfredo Arrotino,
già comandante dei Cantieri Navali di Stabia (FINCANTIERI). Classe 1944.
Ero sulla banchina di Torre del Greco, quando il S.Giuseppe II partì per la spedizione. Sono sempre stato affascinato dall’avventura del C.te AIMONE e del suo Equipaggio. Vorrei sapere dove poter acquistare il libro di cui parlate. 1969 rotta per l’Antartide.
Saluti,
Arrotino Alfredo
Gentile signora Imma,
il suo meraviglioso libro mi è stato recapitato lunedì e La ringrazio di cuore.
E’ un’opera fantastica, degna di chi ama il mare come me e Voi che avete segnato la storia ed il mondo della nautica ve ne deve atto per forza maggiore.
Lunedì vi ho spedito una cartolina di Lipari, spero sarà gradita. Verrò a trovarvi in occasione del prossimo Natale e vi porterò un dolce siciliano.
Infine, se un giorno potrete farlo, Vi prego di inviarmi i piani di costruzione del san Giuseppe Due.
Vi saluto augurandovi tante soddisfazioni e tanto bene.
Grazie di cuore,
Ciro.
Il libro è stato spedito già da tempo.
Spero sia arrivato.
La saluto e resto in attesa della conferma.
IMMA PALOMBA
Gentile signora Imma Palomba,
onore piu’ grande non potevo avere, solo a poterle parlare, raccontare la storia, quella vera e quella fatta di enormi sacrifici, portate alto il nome di Torre del Greco e questo vi fa’ onore in tutto il mondo. Dimenticavo, mi chiamo Ciro, ho 38 anni e vivo alle isole Eolie ma sono torrese.
Ho una grande passione per il modellismo navale e non le nascondo che ho avuto qualche lezione dal sig. Nino Aprea, suocero di mia sorella. Tornando a noi, volevo dirle che cio’ che ha fatto il “San Giuseppe mi affascina al punto tale che ho chiamato i vostri cantieri qualche mese fa e parlato, con la voce tremante, con un signore il quale mi aveva detto che mi avrebbe spedito il nuovo libro e addirittura i piani di costruzione. Tutto cio’ per realizzare una miniatura fedele… e le ho scritto quanto e’ seguito fino ad ora;
Purtroppo non mi e’ arrivato ancora niente…
Salutandola, con la promessa di venirla a trovate al piu’ presto, le lascio nuovamente il mio indirizzo:
Ingenito Ciro – via A. Volta, 20 – c.a.p. 98055
Canneto di Lipari
Isole Eolie
Messina
Gentile Giuseppe,
ti ringraziamo per questa tua nota, Altomareblu e il suo staff segue con attenzione tutta la storia del S. Giuseppe II e del suo storico comandante, è evidente che ti sarà sfuggito l’articolo dedicato al libro che tu citi che puoi trovare all’interno di Altomareblu, 1969 Rotta per l’Antartide – La prima spedizione di Giovanni Ajmone Cat di Ferruccio Russo.
Speriamo che l’articolo sia di tuo gradimento, i nostri migliori auguri e saluti a tutti del cantiere Palomba.
Alex (admin)
Carissimi amici,
sono il nipote del maestro d’ascia che ha costruito il SAN GIUSEPPE DUE, ho conosciuto personalmente il comandante e ho grande stima per lui , volevo semplicemente annunciarvi che è uscito un libro sul comandante e sulla prima spedizione finanziato da noi e da alcuni armatori torresi. il titolo del libbro è ROTTA PER L’ANTARTIDE a cura di FERRUCCIO RUSSO.
A presto,
Cantieri Palomba
Ieri sera a Oderzo (TV) l’alpinista Pierluigi Airoldi ha raccontato il suo viaggio all’Antartide con il San Giuseppe.
E’ la prima spedizione, quella del 1971 e Luigino ha molte foto, confluite in un ricco dvd, che la documentano ed inoltre lui racconta questa impresa fantastica con una tale affabulazione da trasportarti in quelle gelide acque.
Airoldi ora ha 78 anni ma, è ancora un giovanotto e chi non lo ha mai sentito parlare si perde veramente qualcosa. Noi del CAI di Oderzo siamo onorati della sua amicizia e viene ogni volta che lo chiamiamo, ma gira volentieri per presentare questa avventura e anche le altre specialmente se ci sono i ragazzi delle scuole. Ha scritto anche un libro con il reportage del viaggio in Antartide che si chiama “Zingarando”.
Carla
Ho avuto l’onore di incontrare il Comandante Aimone Cat,
una decina di anni fà quando, da giovane sbarbatello, facevo parte del circolo velico Marina di Alimuri Meta-Sorrento, in occasione di una regata storica.
Oggi in un notte insonne il ricordo è andato indietro nel tempo ad una feluca ed un comandante che resteranno per sempre nei ricordi di molti…. Mi piacerebbe moltissimo visitare nuovamente il San Giuseppe II e rivedere il San Giuseppiello (gozzo a vela latiana, forse scialuppa?) che in quella occasione era al seguito.
Pierpaolo
Carissimo Manrico,
il “San Giuseppe Due” da qualche anno si trova alato a terra, in quel di Anzio, nella proprietà del compianto C.te Ajmone Cat.
Gli eredi abitano a Como, ad Anzio esiste solamente un servizio di guardiania alla proprietà, inoltre sono stati presi contatti con la Marina Militare affinchè questa si prenda cura dell’unità, come da volontà espressa dal C.te Ajmone Cat prima della sua dipartita.
Al momento non credo sia fattibile effettuare una visita “guidata” al San Giuseppe Due, questo sarà forse possibile quando l’unità si troverà in cantiere per i lavori di restauro.
Noi di altomareblu, non appena saremo informati della possibilità di visitare il San Giuseppe Due, ne daremo immediata notizia con i debiti riferimenti.
Un caro saluto,
Tito Mancini
Chiedevo notizie sulla possibilità di visitare il San Giuseppe Due.
Ringrazio,
Manrico
Ho letto tutta la storia del “San Giuseppe due”e le imprese del suo valoroso e purtroppo scomparso comandante.
Avrei tanto voluto conoscerlo. Sono presidente dell’Associazione Culturale”Giacomo Bove & Maranzana”che cura il Museo Giacomo Bove. Esprimo alla famiglia le più sentite condoglianze per la dipartita di un” caro” e di un” grande” e chiedo quanto segue:
Ci piacerebbe nel nostro Museo dedicare uno spazio a colui che tanto ammirò le imprese di Bove da voler chiamare la sua imbarcazione”San Giuseppe due” in omaggio a colui che ideò la prima spedizione polare in Antartide. Chiedo perciò la possibilità di un contatto con la famiglia per poter avere il permesso di fare ciò e qualche foto o documentazione.
Grazie.
Maria Teresa Scarrone – Museo Giacomo Bove di Maranzana (Asti)
Sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovare la spedizione del San Giuseppe Due e leggere la storia che tu Mario hai narrato (scusa se ti do del Tu).
Ho condiviso con te l’imbarco sulla nave Fasan e in particolare la notte dell’incendio, tu eri in Capitaneria ed io di turno alla certrale elettrica. La spedizione in Antartide alla quale tu hai partecipato, ha inorgoglito la Marina Militare e tutti noi che in quel tempo eravamo sul Fasan. Sicuramente non ti ricorderai chi sono, ma mi ha fatto piacere poterti scrivere.
Carriere Giuseppe
Ad un’anno dalla scomparsa, ecco un’altra persona che ha conosciuto il Comandante Giovanni Ajmone Cat e la sua magnifica imbarcazione.
Tangibile testimonianza che i “GRANDI PERSONAGGI” non vengono mai dimenticati. Un sincero ringraziamento al Comandante Franco Masini per il suo commento, teso a mantenere vivo il ricordo di un personaggio e della sua imbarcazione, unici entrambi nel loro genere.
Al Comandante Masini vorrei solo dire che, seguiremo con trepidazione, l’evolversi della sorte del San Giuseppe Due e dei reperti museali raccolti dal Comandante Ajmone Cat durante i suoi viaggi Antartici, dandone comunicazione non appena possibile a tutti gli “amici” che ci seguono su Altomareblu.
Cordiali saluti
Tito Mancini
Sono rimasto sconcertato della morte del Com.te Aimone Cat,
che avevo personalmente contattato già nel lontano 1990 in quanto a quel tempo avevo in mente di effettuare la traversata dell’Oceano Atlantico Settentrionale a vela, in omaggio a Giovanni Caboto che nel 1947 raggiunse e scoprì New Foundland (Terranova).
Alla mia richiesta di un aiuto, il comandante, molto gentilemente rispose che lo avrebbe fatto se non che la barca, il San Giuseppe Due, reduce dall’Antartide non era in condizioni di riprendere il mare.
Peccato davvero della sua scomparsa, ecco che, assieme al compianto com.te Mario Valli, con il quale nel 1978 visitai l’isola di re Giorgio, in gommone, un’altro personaggio dell’avventura e della scoperta se ne va.
Speriamo di ritrovarci tutti quanti in Paradiso.
Capt. F.Masini, Lucca/Italy
Gentile Manrico Colazza,
ti ringraziamo per il tuo contributo e continua a seguirci.
Appena Imma Palomba ci comunicherà che il San Giuseppe Due sarà a Torre del Greco (NA) nel suo cantiere e di suo padre, affidato alle sue amorevoli cure, le stesse che ebbe quando a suo tempo lo costruì, ne daremo immediata notizia con tutti i riferimenti necessari per concordare la visita alla gloriosa feluca.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Come non ricordare con nostalgia il c.te Ajmone Cat conosciuto alla Maddalena e le prove del San Giuseppe Due, con mare 9, al largo della Sardegna quando la flotta Americana dovette scadere di poppa per la forza del mare, mentre la feluca volava sull’acqua nulla temendo?
Cari saluti a voi in attesa di poter visitare la barca.
Cari amici,
davvero triste la notizia della morte del Comandante che conobbi alla Maddalena visitando il San Giuseppe 2 tanti anni fà mentre preparavamo la traversata atlantica su una barca americana.
Mi domandavo in questi giorni dove fosse possibile visitare l’imbarcazione del Comandante per me giammai diementicata ricordando le sue prove in mare al largo della Sardegna quando con mare forza 9/10 la flotta americana era costretta a scadere di poppa mentre il S.G.2 filava meravigliosamente.
Vi ringrazio per aver pubblicato su questo strabiliante strumento di comunicazione che è Internet le notizie che date al mondo.
Cari saluti,
Manrico Colazza
Carissima Giuseppina,
dai racconti del Comandante Ajmone Cat, ero a conoscenza della partecipazione di tuo padre alla prima impresa del San Giuseppe Due.
Purtroppo, mi spiace non poterti essere d’aiuto, in quanto tutta la documentazione relativa al primo viaggio, attualmente, dovrebbe essere in possesso della sorella Rita Durini Ajmone Cat, erede naturale del Comandante.
Forse, qualche fotografia a livello personale, dovrebbero averla anche Francisco di Iorio e Pier Luigi Airoldi che sono stati, anche loro imbarcati sul San Giuseppe Due, nello stesso periodo di tuo padre.
Tutto ciò che vedi pubblicato sul sito altomareblu, è inerente esclusivamente al viaggio del San Giuseppe Due effettuato nel periodo 1973/1974.
Detto materiale, fotografie e rimembranze, sono assolutamente personali ed appartenenti ai 4 membri dell’equipaggio che all’epoca parteciparono a tutta la spedizione. Non è stato pubblicato nulla che sia proveniente dalla “documentazione ufficiale” appartenente al Comandante Giovanni Ajmone Cat.
Ripeto, le scarne notizie in nostro possesso e relative al viaggio del 1969/1971, sono solo quelle che ci ha raccontato il Comandante Ajmone Cat, o derivanti da articoli dell’epoca e risalenti al 1971, epoca in cui, tuo padre era già sbarcato dal San Giuseppe Due.
Ti sono grato per il tuo intervento che mantiene vivo il ricordo del Comandante Giovanni Ajmone Cat, del San Giuseppe e di tutti coloro che con lui hanno combattuto le avversità di queste mirabolanti imprese.
Rimango comunque, a disposizione per qualsiasi notizia in mio possesso.
Sinceramente,
Tito Mancini
Gentile signora Imma Palomba,
La ringraziamo per la bella notizia che ci ha comunicato e certamente sarò tra i primissimi a venire in cantiere per visitare ed assaporare gli odori del San Giuseppe Due, la straordinaria feluca voluta dal leggendario C.te Ajmone Cat e costruita da Suo papà, insieme ai suoi diligenti collaboratori, con l’arte dei più bravi mastri d’ascia di Torre del Greco, una città con grandi tradizioni marinaresche dovute ai suoi noti cantieri nautici ed una miriade di piccole realtà del settore che hanno dato e danno da vivere a tante famiglie.
Ci tenga informati.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Carissimi amici,
il San Giuseppe Due, presto sarà da noi in cantiere.
Saremo lieti di farla visitare a tutti colore che ne avranno voglia. Siamo quasi pronti col nostro sito sul quale troverete tante foto della meravigliosa feluca e del nostro carissimo Comandante Ajmone Cat.
Vi terrò informata sia dell’arrivo dell’imbarcazione che della pubblicazione del sito.
Sono certa che in molti di Voi ci sarà il piacere di assaporare ancora l’odore e provare a sognare le meravigliose imprese condotte dal Comandante e dai suoi fedeli collaboratori.
Imma Palomba
Gennaro Martuscelli,
mio padre, ha partecipato alla prima spedizione che giunse in Antartide il 31 Dicembre del 1970.
Ha pianto alla morte del Comandante come un bambino. Io ho avuto l’onore ed il piacere di conoscere il Comandante Aimone Cat e di visitare il San Giuseppe II.
Sarebbe bellissimo per me riuscire a trovare qualche foto in cui ci sia anche mio padre.
Grazie.
Carissimo Davide,
tra poco sarà un anno che il carissimo Comandante è mancato ai nostri affetti.
La speranza mia e credo anche di tutti coloro che l’hanno conosciuto, è mantenere vivo il suo ricordo utilizzando, per quanto possibile, tutti i mezzi di comunicazione oggi disponibili. Per cui, ti ringrazio di cuore per il tuo intervento.
Dai pochi contatti avuti con gli eredi, mi risulta che vogliano cedere il museo ed il San Giuseppe Due alla Marina Militare, come da espressa volontà del Comandante Ajmone Cat.
Spero che successivamente, tutto questo materiale, barca e museo, possa diventare di pubblico dominio ed accessibile a tutti, sarebbe il modo più consono per onorare le imprese di un grande navigatore/esploratore italiano.
Grazie,
Tito Mancini
Gentile Signor Tito Mancini,
ho saputo con estremo ritardo, a causa della mia lontananza dall’Italia, dell’ultima, definitiva partenza del Comandante…
Sono orgoglioso di aver avuto l’onore ed il piacere di aver conosciuto la persona che tanto ha inciso sulla storia della navigazione italiana, ed alimentato la mia passione per la navigazione tra i ghiacci…
Il vuoto che lascia il nostro Comandante si sente, mi mancheranno le sue storie, la sua voce.
Sinceramente,
Davide Freschi
Gent.ma Sig.ra Imma,
nessun problema da parte mia a collaborare alla sua iniziativa.
Disponibilissimo per tutto quanto riguarda il secondo viaggio, la “Spedizione”,come la chiamava il C.te Ajmone Cat, per la sua caratteristica prettamente scientifica e per distinguerla dalla “crociera in Antartide” (primo viaggio), dove per la prima volta, una nave partita dall’Italia, vi portava il tricolore.
Alla seconda parte del primo viaggio (durato in tutto circa 3 anni), hanno partecipato Salvatore di Mauro e Franco Zarattini.
Della “spedizione”, durata circa un anno, hanno fatto parte: Mario Camilli, Giovanni Federici , Giancarlo Fede, il povero Dario Trentin (deceduto), comandante pilota dell’Alitalia ed amico del C.te Ajmone Cat, ed il sottoscritto.
Sarebbe interessante verificare se esistano differenze di valutazione, da parte di coloro che hanno vissuto assieme, la medesima esperienza.
Cordialmente,
Tito Mancini.
Gent.ssimi Tito Mancini e Mario Camilli,
Le Vss. mi hanno dato una felicità immensa.
Pensare che il carissimo C.te Aimone Cat sia rimasto vivido non solo nei nostri ricordi ma anche di altri preziosi amici, mi conforta non poco.
Le sue imprese favolose hanno portato la nostra bandiera in luoghi a noi lontani, dandoci onore e gloria.
Ho cercato notizie sulle spedizioni un pò ovunque. Il mio sogno sarebbe quello raccoglierne più possibili e farne testimonianza scritta.
Chiedo pertanto aiuto a Voi e a tutti quelli che possano farlo.
Certa di una fattiva collaborazione, saluto tutti con grande ammirazione ed affetto.
Imma Palomba
Gent.ma Sig.ra IMMA, caro Tito,
condivido i vostri senimenti, sia verso il Comandante, che per il San Giuseppe due. Spero che tutti insieme si riesca a mantenere vivo il ricordo delle imprese compiute e che il tutto abbia una collocazione idonea.
Cordiali saluti.
Mario Camilli
Gentilissima Imma Palomba,
comprendo benissimo i suoi sentimenti ed il suo stato d’animo nei confronti del C.te Giovanni Ajmone Cat.
Dico questo, perchè ho avuto la grande fortuna di conoscere il Comandante.
Egli è stato, prima mio Comandante sul San Giuseppe Due, poi, nei suoi ultimi anni, mi ha gratificato della sua amicizia.
Attualmente, la mia speranza è riposta nel San Giuseppe Due. Mi auguro che questo capolavoro di imbarcazione possa diventare una vivida testimonianza, delle grandi imprese compiute dal C.te Giovanni Ajmone Cat, nonchè, del Cantiere Palomba, esecutore materiale di una magnifica imbarcazione, unica al mondo.
Cordialmente, t
Tito Mancini.
Il mio non è un commento all’articolo.
Il carissimo Com.te Giovanni Aimone Cat è presente nella mia vita dalla nascita … Avevo quattro anni quando mio padre Giuseppe e suo fratello Girolamo hanno varato la splendida feluca. Abbiamo trascorso insieme tante giornate: belle, allegre, speciali, ma anche momenti difficili, dolorosi; abbiamo combattuto tante battaglie e non sempre siamo riusciti a vincere.
La sua voce forte è ancora viva in me… il suo sorriso …… i suoi racconti.
“Nel cuore di tutti noi ci sarà sempre un posto speciale per un grande uomo come Lei. Con affetto e stima”.
Imma Palomba
Gentilissimo Mario Camilli,
sono profondamente dispiaciuto per la prematura scomparsa del COM/TE GIOVANNI AJMONE-CAT che avrei dovuto incontrare per sentire dalla sua viva voce i racconti di quelle speciali spedizioni dell’Antartide alle quali nella seconda partecipò anche il mio carissimo amico C.te Tito Mancini.
Purtroppo così non è stato e ne sono addolorato.
Le mie sentite condoglianze alla famiglia ed a tutti i suoi amici.
Giacomo Vitale
GENTILISSIMO GIACOMO,
CON SOMMO DISPIACERE SONO A COMUNICARTI LA PREMATURA SALITA IN CIELO DEL COM/TE GIOVANNI AJMONE-CAT AVVENUTA A COMO IL GIORNO 18 DIC 2OO7. SE CIO’ CHE CI HANNO INSEGNATO E’ VERO, ORA POTRA’ INCONTRARE I GRANDI ESPLORATORI ANTARTICI DEL PASSATO E CON ESSI SEDERE NELL’OLIMPO DEI GRANDI AL COSPOETTO DI DIO ED AVERE CIO’ CHE IN TERRA LE FU NEGATO.
GRAZIE!
MARIO CAMILLI DIRETTORE DI MACCHINA DEL SAN GIUSEPPE DUE
SPEDIZIONE 1973/74
Carissimo Gilberto,
ho subito domandato notizie a chi ha partecipato come membro dell’equipaggio al 2° viaggio in Antartide del Motoveliero San Giuseppe Due.
Mi è stato riferito che nel 2° viaggio, l’unica persona che si è aggiunta allo sparuto gruppo di avventurosi formato dal Comandante Giovanni Ajmone Cat e dai 4 Sottufficiali della Marina Militare, è stato il Comandante pilota dell’Alitalia Dario Trentin, amico di vecchia data del Comandante Cat.
Dario Trentin è imbarcato alle isole Falkland il 03 dicembre 1973, ed è sbarcato il 05 febbraio 1974 all’Isola periantartica di Deception approfittando di un passaggio a bordo della M/n Lindblad Explorer che rientrava alle isole Falkland.
Quindi nel 2° viaggio non c’è stato nessun alpinista, escursionista, esploratore che abbia partecipato alla spedizione.
Da notizie stampa dell’epoca ho potuto rilevare che nel 1° viaggio, il San Giuseppe Due partì da Anzio il 27 giugno 1969 per ritornarvi il 21 novembre 1971 e, tra i vari membri dell’equipaggio, tutti volontari che si sono succeduti a bordo del motoveliero, ad Ushuaia (Argentina) imbarcò il dott. Pier Luigi Airoldi, accademico del CAI con l’incarico di supervisore del programma di ricerche glaciologiche, che sbarcò nella base argentina di Almirante Brown per salire a bordo del piroscafo Baia Aguirre.
Comunque, maggiori delucidazioni sarò in grado di fornirtele non appena riuscirò a contattare il Comandante Giovanni Ajmone Cat.
Buongiorno,
sarebbe bello poter leggere anche solo schematicamente, la storia di quel viaggio in cui ad Usuaia il comandante Giovanni Ajmone Cat ha caricato un Alpinista Escursionista Esploratore che arrivava dall’Artide dove aveva conquistato da solo (in quanto i compagni a causa del maltempo l’avevano abbandonato dandolo per morto) una nuova montagna e vissuto un’esperienza incredibile solo tra i 5 ed i 6000 mt. con temperature a -40°C, neve e venti a 100 km/h., e che alla fine, anzichè tornarsene a casa ha trovato il coraggio di aggregarsi a quella spedizione.
Gilberto