Salviamo l’Antartide di Mario Camilli
Il più ventoso… il più freddo… il più secco… il più alto… il meno conosciuto… questi sono i superlativi dell’Antartide. Il lontano continente che la maggior parte della gente non visiterà mai.
In effetti molti hanno più conoscenza della luna anziché questo particolare e splendido posto del nostro amato pianeta. Negli ultimi due secoli, l’Antartide è stato teatro di alcune delle più Grandi Sfide della Scienza, della resistenza umana, della sopravvivenza e dell’esplorazione. Attualmente è al centro di un grande sforzo scientifico per comprendere e conoscere a fondo il nostro mondo.
I primi esploratori erano alla ricerca di nuovi territori di caccia, di nuove fonti da sfruttare, di balene, foche per le loro pelli ed a seguire per il petrolio ed i minerali. Negli ultimi cinquanta anni, attraverso programmi scientifici internazionali avanzati, siamo alla ricerca di come il nostro pianeta si è evoluto e di come il cambiamento climatico possa influire sul futuro.
Il 2020 sarà un anno importante per l’Antartide! Sono trascorsi duecento anni dal suo primo avvistamento (Gennaio 1820, almeno in tre rivendicano questo primato, Von Bellingshausen, E. Bransfield, N. Palmer) ed il Trattato Antartico compie i suoi primi 60 anni.
L’eredità Antartica è ricca e diversificata da quando il Capitano Cook partì da Whilby nel 1772 alla ricerca del Continente Bianco. Le figure leggendarie di Scott, Shackleton, Amundsen, Bellinghausen e di molti altri esploratori ci hanno lasciato per oltre un secolo le storie di avvincenti ed a volte drammatiche avventure, tutte volte alla scoperta e alla conquista scientifica del continente.
Le origini della “scienza formale” ebbero inizio da parte dei britannici con l’Operazione Tabarin, quando instaurarono nella Penisola Antartica la Base di Port Locroy, segnando la nascita dell’Era Moderna e della collaborazione internazionale e la fine dell’Era Eroica, anche se precedentemente nel 1904 l’Argentina aveva installato un Osservatorio Meteorologico Naval in Orcadas Islas.
Nel 1959 dodici paesi firmarono il “Trattato Antartico”, oltre ad ulteriori quarantadue paesi che si aggiunsero studiando le regole che “proteggono”, più che sfruttano il Continente. Il Trattato sostiene e promuove la ricerca scientifica vietando nel contempo le attività militari, l’estrazione di minerali, gli esperimenti nucleari, lo smaltimento di scorie e la pesca indiscriminata, regolando il prelievo di alcune specie, vedi balene ecc.
Il futuro dell’Antartide rimane intatto per ora, ma nel corso della nostra vita, potrebbe diventare fragile. Gli elementi del Trattato potrebbero essere rivisti nel 2048. Ma prima di quell’anno sarebbe auspicabile introdurre nuove ed urgenti regole, simili a quanto fu fatto con Protocollo Trattato Antartico – Protezione Ambiente approvato nell’agosto 1991 – Esecutivo 1° Aprile 1994, quando si vietò l’introduzione dei cani per non mettere in pericolo la fauna locale.
Attualmente occorrerebbe:
- La limitazione e regolamentazione del flusso turistico. Siamo quasi al collasso, con turisti che fanno il bagno in pozze di acqua calda ecc.
- Introdurre una specie di “Piano Regolatore” dove vengano specificate le modalità per l’istallazione di nuove basi e l’individuazione del sito, vietandole nei pressi di luoghi di particolare interesse per la fauna e posti in prossimità di Pinguinerie.
- Limitare e regolamentare i voli degli enormi aerei tipo Hercules “C 130” e simili che trasportano materiali e personale, limitando al massimo l’inquinamento atmosferico e dove per forza di cose bisogna spianare enormi distese di ghiaccio per farli decollare ed atterrare.
La Cina è in procinto di costruire un aeroporto per voli di linea turistici e questo potrebbe essere l’inizio della fine del Continente Bianco.
- Creare il “Santuario Marino del Mare Antartico” e non solo il “Parco Marino“ nel mare di Ross.
L’Antartide è l’ultima frontiera e va protetta!
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