San Giuseppe Due: Spedizione italiana in Antartide
Testo di Mario Camilli: Direttore di macchina e Capo Gruppo Militare M/v San Giuseppe due 1973/74
Il problema che intendo affrontare è quale spedizione sia da considerare a tutti gli effetti e sotto tutti gli aspetti “La Prima Spedizione Italiana in Antartide”. Questo argomento mi sta particolarmente a cuore perché io stesso ho dedicato alle vicende ad esso legate, insieme con altri miei coetanei, più di un anno della mia vita. A venti anni si è entusiasti, sinceri, idealisti, disinteressati, pronti ad ogni sacrificio per raggiungere l’obiettivo che abbiamo o che ci hanno proposto. Il nostro era quello di raggiungere l’Antartide.
Se dopo trentacinque anni dagli eventi torno sull’argomento è sia per lealtà verso quei ragazzi del lontano 1973, per il Comandante, sia perché la verità storica di qualunque argomento, va non solo privilegiata, ma anche difesa e supportata da testimonianze incontestabili quando ce ne sono ed io le ho.
Premesso che per “spedizione” si intende una organizzazione di mezzi e uomini improntata ad uno scopo specifico ed al raggiungimento di un luogo, spostandosi da una sede di partenza per raggiungere un obiettivo, geografico nel nostro caso, per poi ritornare al luogo di partenza. Il tutto possibilmente senza perdite di uomini, mezzi e attrezzature. Inoltre per “spedizione italiana” si intende una organizzazione tutta Italiana per tutto, cioé: per uomini, mezzi, programmi di ricerca. Basta analizzare la fisionomia delle tante spedizioni a 360° per stabilire con facilità quali possano chiamarsi italiane e quale tra esse, debba essere considerata la prima.
Si legge sempre che la ‘Prima Spedizione Antartica italiana” fu la spedizione “Cepparo – Barbiero” effettuata nel 1975/76, che raggiunse l’isola King George nelle South Shetland, dove impiantò una base poi demolita.
E’ comunque evento assolutamente documentabile anche la spedizione precedente a questa appena citata e che raggiunse l’Antartide, cioé: la “San Giuseppe Due”, guidata dal Con/te Giovanni Ajmone-Cat (al centro nella foto), con equipaggio italiano:
2°Capo Tm/Mn Mario Camilli (secondo da sinistra)
2°Capo Np Tito Mancini (primo a sinistra)
Sgt N Giovanni Federici (quarto da sinistra)
- Sgt Rt Giancarlo Fede (quinto da sinistra)
Tutti Sottufficiali della Marina Militare Italiana.
Per il tratto Antartico: il Con/te Pilota Alitalia Dario Trentin. (a lato)
Partita da Torre del Greco (NA) il 1°luglio 1973, giunse a Argentine lsland (65° 15’Sud e 65° 16’0vest) toccando i seguenti porti:
- La Maddalena (I)
- Gibilterra (GBZ)
- Las Palmas di Gran Canaria (E)
- S.Maria do Sal (Isole di Capo Verde)
- Recife (BR)
- Santos (BR)
- Montevideo (ROU)
- Buenos Aires (RA)
- Mar del Plata (RA)
- Puerto Madryn (RA)
- Pon Stanley (Falkland-Malvine)
- Ushuaia (RA)
- Puerto Maxwel (1.Hermite— RA)
- Deception lsland (S. Shetland)
- Port Lockroy (Terra di Palmer)
- Palmer Station (Base U.S.A)
- Argentine Island (Base Faraday della B.A.S. British Antartie Survey)
- Bahia Paradise (base Alm.te Brown — RA)
- Deception Is1and – Isla Laurie (Sud Orcadi- base RA)
- Signy lsland (Sud Orcadi — base B.A.S. )
- Isla Laurie – Larsen Harbour – Grvtviken (Sud Georgia – base B.A.S.)
- Husvik (Sud Georgia ricovero di osservazione remoto della B.A.S.)
- Grytviken.
Inizio ritorno:
- Jamestown (I.la S.ta Helena GB)
- Georgetown (I.la Ascension – GB)
- S.ta Maria Do Sal, Nouhadibou (RIM)
- Gibilterra
- La Maddalena
- Anzio (Italia 27.06.1974)
Inoltre il primato della spedizione “San Giuseppe Due” (il calendario è un dato di fatto) è corroborato da altri fattori che occorre considerare:
La “Spedizione Ajmone-Cat” è andata in Antartide affrontando durante l’intero anno di spedizione in maniera autonoma ed autosufficiente, tutti i compiti e le difficoltà che una tale impresa comporta, cioè:navigazione, condotta del mezzo, manutenzione delle attrezzature, venti, impegno psicofisico ecc..
Il Gruppo Cepparo-Babiero è stato invece ”trasportato” in Antartide dalla Motanave Norvgese Rig Mate, di 900 t, con equipaggio Norvegese, (contro le 35t dei San Giuseppe Due) e quando alcuni anni fa obiettai quanto ho appena descritto, mi fu risposto che la spedizione Ceppato-Barbiero era stata una “spedizione autonoma”. Questa affermazione sottintendeva così che la nostra, cioè la “Spedizione di Ajmone-Cat” non era stata autonoma.
Ho cercato di capire che cosa si intendesse dire con tale affermazione, ma non sono riuscito a dare un significato logico.
Infatti, la “Spedizione San Giuseppe Due” non dipendeva da nessuno, agiva in piena autonomia, in piena libertà di tempo e di spazio e (“solo il buon Dio, diceva il Com/te Ajmone-Cat, poteva imporre la Sua legge — veniti, mare, nebbia, neve, ghiaccio”) nel rispetto delle leggi Internazionali (Vedi Trattato Antartico) l’equipaggio del San Giuseppe Due visitò le basi scientifiche presenti nei posti toccati, collaborando con il personale in esse presente come quando portò i ricercatori dalla base di Grytviken a Husvick, per sostituirne altri che furono a loro volta riportati indietro dal Motoveliero italiano. Ed ancora, quando portò la posta fra le basi di Laurie Signy.
C’è anche da ricordare che già nel 1969/1971 il San Giuseppe Due era giunto in Antartide, ma, come affermò lo stesso Com.te Ajmone-Cat, quel viaggio fu solo un viaggio investigativo, senza le caratteristiche peculiari e distintive di una “spedizione” (Vd. Lega Navale N° 7 Luglio l973). Inoltre, quella del “San Giuseppe Due” fu l’ultima spedizione effettuata nel XX secolo con una barca che riprendeva dai “Grandi Esploratori” di inizio ‘900, i concetti di costruzione e di navigazione per affrontare i mari antartici e sub-antartici, rimanendo per mesi nelle zone più tempestose del globo. Pertanto risulta chiaro e inoppugnabile che la “Spedizione del San Giuseppe Due”, sotto la direzione del Com/te Giovanni Ajmone-Cat e svoltasi nel 1973/1974, fu la Prima Spedizione Antartica Italiana.
L’equipaggio del M/v San Giuseppe Due portò la Bandiera Italiana a 65° 15’ Sud, limitandosi a scrivere, sia sui timbri che sullo stemma, la semplice dicitura: “Spedizione Antartica Italiana 1973/74”, senza indicare l’ordine di arrivo, perché riteneva che nessuno gli avrebbe tolto un primato incontestabile e così impegnativo da ottenere.
D’altra parte, ancora oggi sui silos che un tempo contenevano olio di balena, nell’isola Deception (62° 55’S – 60°40’W), si possono leggere le seguenti parole: “San Giuseppe Due – ROMA l974’, che l’equipaggio scrisse perché altri, poi, potessero leggerle.
Le foto che ritraggono i silos, sono state scattate nel 2005 dal Sig. Luciano Napolitano durante, una crociera sulla M/n Prof. Molchariov e nel 1986 da Colin Montcath e pubblicata su “The Greenpeace Book of Antartica” pag.138 di John Mav.
Il 17 Gennaio 1974, l’equipaggio del San Giuseppe Due, nella Base Faraday della British Antartic Survey, in Argentine lsland (65° 15’ Sud), consegnò il Guidone della Lega Navale Italiana al Capo della Base stessa, che poi rispedì in Italia dopo averlo firmato e datato.
Confronto della spedizione di Ajmone-Cat con quella di Cepparo-Barbiero
Spedizione Ajmone-Cat
- periodo: 1973-1974:
- mezzo: motoveliero San Giuseppe Due di nazionalità italiana;
- equipaggio: italiano; stazza 3 t.
- bandiera – cantiere: Italiana
- nominativo internazionale: IYBJ
- durata missione: un anno
- inizio missione: Torre del Greco 01.07.1973
- fine missione: Anzio 27.06.1974
- zone operative: Isole Falkland (G.B): Ushuaia; Herrnite: Deception, Port Lockroy; Palmer Station: Baia Paradiso: Isole Argentine: isla Deception: Orcadi del sud: Sud Georgia; (max. lat. raggiunta) 65°15′ Sud – 64°l6’Ovest;
- permanenza in Antartide e sub Antartide: dal 04.01.74 al 18.03.1974;
- operazioni effettuate: rilievo e sondaggio baia di nuova formazione vulcanica “Deception; Baia San Giuseppe Due.
- studio: dei problemi inerenti la sopravvivenza in ambienti difficili;
- telecomunicazioni marittime a banda laterale unica in differenti condizioni di propagazione nell’etere.
- prelievo di campioni di rocce vulcaniche
- raccolta di dati sulle azioni vulcaniche della zona
- salinità dell’acqua a varie profondità: rarefazione dell’aria;
- Enti interessati: Marina Militare Italiana – Lega Navale Italiana – Circolo Nautico Torre dei Greco Istituto italiano di Navigazione – Istituto Superiore Navale di Napoli (componenti spedizione): 5
- Per il tratto antartico: 6
Spedizione Cepparo-Sarbiero
- periodo: 1976
- mezzo: Motonave Rig Mate di nazionalità norvegese
- equipaggio: norvegese
- stazza: 900 t.
- bandiera cantiere: Norvegia
- nominativo internazionale: non precisato
- durata missione: non precisato
- data inizio missione: Montevideo 12.01.1976
- luogo e data fine: non precisato
- zone Operative: La King George – La Wiencke –
- massima latitudine raggiunta: non precisata
- permanenza In Antartide e sub Antartide: non precisato
- operazioni effettuate: costruzione base (poi smontata dagli argentini alpinismo
- operazioni subacquee
- Enti interessati: Università Genova – Museo Storia Naturale di Milano
- componenti spedizione 16, più 8 equipaggio m/nave
Itinerario: Giorni di partenza e arrivo – Miglia percorse
Gli orari sono riportati all’ora locale in vigore al momento. 1 miglio = 1853 metri. Totale miglia percorse: 19.416 = 35.977 Km. (P Partenza – A: Arrivo)
Spedizione Ajmone-cat
Torre Del Greco: P. 01.07.1973, h.13,00
La Maddalena: A. 02.07.1973, h. 23.00 Miglia 234
La Maddalena: P. 06.07.1973, h. 18,00
Gibilterra: (Prot.G.B.) A. 11.07.1973 h. 11.45 Miglia 752
Gibilterra: (Prot.G.B.) P. 13.07.1973, h. 22.15
Las Palmas (Gran Canaria-SPA.), A. 18.07.1973, h.03.40, Miglia 735
Las Palmas (Gran Canaria-SPA.), P. 01.08.1973, h. 03.30
Santa Maria Do Sal (Isole Capo Verde): A. 06.08.1973, h. 06.45, Miglia 815
Santa Maria Do Sal (Isole Capo Verde): P. 09.08.1973, h. 13.10
Alle h. 02.12 del giorno 18.08, attraversato l’Equatore.
Recife (Brasile): A. 23.08.1973, h. 11.45, Miglia 2010.
Recife (Brasile): P. 30.08.1973, h. 11.30
Santos (Brasile): A. 09.09.1973, h. 02.40, Miglia 1340
Santos: P. 26.09.1973, h. 15.00
Montevideo (Uruguay): A. 02.10.1973, h. 13.30, Miglia 918.
Montevideo (Uruguay): P. 05.10.1973, h. 16.00
Buenos Aires (Argentina): A. 06.10.1973, h. 12.00, Miglia 127
Prove in mare dopo revisione motore principale, causa infiltrazione acqua di raffreddamento nel carter. Navigazione da porto a canale Intersezione per Miglia 38.
Buenos Aires (Argentina):P.07.11.l973,h. 12.15
Mar Del Plata (Argentina): A. 09.11.1973, h. 08.15, Miglia 300
Mar Del Plata (Argentina): P. 13.11.1973, h. 16.15
Puerto Madryn (Argentina): A. 16.11.1973, h. 14.40, Miglia 492
Puerto Madryn (Argentina): P. 23.11.1973, h. 12.30
Port Stanley (Isole Falkland-G.B): A.27.11.1973, h. 16.30, Miglia 685
Imbarca Dario Trentin.
Port Stanley: P. 21.12.1973, h. 12.10.
Ushuaia (Argentina): A. 24.12.1973, h.23.59, miglia 532.
Ushuaia (Argentina): P. 31.12.1973, h. 04.55
Port Maxwell (Isola Hermite – Argentina): A. 31.12.1973, h. 19.45, Miglia 103
Port Maxwell (Isola Hermite – Argentina): P.31.12.1973, h. 23.10
Alle h. 01.25 del giorno 01.01.74 al traverso di Capo Horn
Deception Island (Sud Shetland): A. 04.01.1974, h. 15.35, Miglia 627
Rilievi geografici alla Baia di nuova formazione e visite alle ex basi scientifiche di
Cile, Argentina e Gran Bretagna con spostamenti di ormeggio. Bradisisma. Miglia 24
Deception Island: P. 11.01.1974, h.12.l0
Port Lockroy (Terra Di Palmer): A. 12.01.1974, h. 11.00. Miglia 152
Port Lockroy: P. 14.01.1974, h. 11.00
Palmer Station (Base U.S.A.): A. 14.01.1974, h.14.10, Miglia 21
Palmer Station: P. 17.01.1974: h. 02.00
Argentine Islands (Base B.A.S.): A. 17.01.1974 h. 08.30
Massima latitudine raggiunta: 65°15’Sud – 64°16’Ovest
Argentine Islands P.25.01.1974, h. 10.10
Alm.Brown (Base R.ARG. sita in Baia Paradiso): A.25.01.1974, h. 17.50, Miglia 54
Alm.Brown (Base R.ARG, sita in Baia Paradise): P.01.02.1974 h.16.10
Deception Island: A.02.02.1974, h.20.00
Rilascio forzato dopo aver percorso 153 miglia, causa mare forza 7 – Nevicate intense – visibilità scarsa – presenza di molti ghiacci. Vento forte – nebbia
Sbarca Dario Trentin, passaggio a Lindbland Explorer
Deception Island: P.05.02,1974, h.17,35
Isla Laurie (Sud Orcadi base R. Arg): A. 09.02.1974, h.00,30, Miglia 487
Isla Laurie: P. 11.02.1974, h.12.35
Signy Island: (Sud Orcadi Base B.A.S.): 11.02.1974, h.18.10, Miglia 30
Signy Island: P.12.02.1974, h. 15,10
Isla Laurie (Base Rep. Argentina): A. 12.02.1974, h.20.00
Trasporto posta. Miglia 30
Isla Laurie: P. 17.02.1974, h. 15,35
Gritviken, King Edward Point: A. 21.02.1974, h.16,30 (Georgia del Sud), Miglia 564
NOTE: durante la notte tra i giorni 20 e 21, dalle ore 21.50, alle ore 6.30: ormeggio in Larsen Harbour, causa nebbia e forte nevicata, visibilità quasi zero.
Il 12.03, alle 13.30 partenza per Husvik, per trasferimento e cambio di ricercatori inglesi dalla base ad un ricovero remoto presso il quale siamo arrivati alle ore 16,40.
Il 13.03, ritorno a Grytviken, navigazione dalle 13.00 alle 18.45, per Miglia 42
Gritviken: P.18.03.1974, h.16.30
Jamestown (Isola St.Elena – GB): A. 13.04.1974, h.23,45, Miglia 2962
Jamestown (Isola St.Elena – GB): P. 23.04.1974, h.11,30
Georgetown (Isola Ascension – GB): A. 04.05.1974, h.07.15, Miglia 693
Georgetown (Isola Ascension – GB): P.07.05.1974, h.12.30
Alle 23,30 del giorno 10.05.1974 attraversato l’Equatore
Isola Do Sal, Santa Maria (Arcipelago Capo Verde): A. 20.05.1974, h.17,30, miglia 1674
Isola Do Sal, Santa Maria (Arcipelago Capo Verde): P. 25.05.1974, h.17.40
Nouhadibou (Mauritania): 29.05.1974, A. h.00.40 Miglia 468
Nouhadibou (Mauritania): P.01.06.1974, h.09,40
Gibilterra: A. 11.06.1974, h.23.30, Miglia 1385
Gibilterra: P. 14.06.1974, h.15,55
La Maddalena: A. 19.06.1974, h.16.00, Miglia 760
La Maddalena: P. 26.06.1974, h.11.40
Anzio: A. 27.06.1974, h 16.00 Miglia 158
Si ringraziano: il dott. Gianluca Frinchillucci, Direttore del Museo Zavatti di Fermo, nonché Direttore responsabile della rivista “IL POLO”.
Mario Camilli, autore dell’articolo “La prima spedizione in Antartide”, che per gentile concessione ha permesso la pubblicazione su questo blog dello stesso apparso sulla rivista trimestrale – IL POLO Vol.4 Anno 2007 – edita dall’Istituto Geografico Polare Silvio Zavatti.
Link utili:
link del museo Museo Zavatti
http://www.museopolare.it/
link della rivista “Il Polo”
http://www.museopolare.it/4°_2007.htm
Gentile Sig. Giuseppe Adamo,
non deve ricordare a me ciò che avvenne di fatto nel 1969/71, ma semplicemente neppure il Comandante Ajmone-Cat la reputò un Spedizione ma semplicemente “un viaggio investigativo”, in quanto per Spedizione si intende tutto ciò non avvenne nel viaggio del 1969. L’equipaggio cambiava sempre ad ogni sosta e gli stessi componenti non avevano alcuno scopo in comune essendo attratti solo dalla paga.
Di Mauro, Zarattini e il Com/te Pilota Trentin andarono in soccorso della barca giungendo alla Base Argentina Brown con il rompighiaccio ARA San Martin e rimanendovi 5 gg. dal 18.2 al 23.2.1971, partendo poi per la difficoltosa navigazione verso le Folkland.
Questo quanto le dovevo per onor di verità.
Cordialmente,
Mario Camilli al tempo Capo gruppo Militare.
Gentile Giuseppe Adamo,
in riferimento a quanto dice nel suo messaggio giriamo tutto all’autore dell’articolo scritto da Tm/Mn Mario Camilli che le risponderà tramite Altomareblu.
La ringraziamo per averci contattato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AMB
Mi dispiace contraddirla ma la prima spedizione in Antartide risale all’anno 1969-71 sempre con Ajmone Cat, sempre con il San Giuseppe Due. Fu una missione molto sofferta con anche un ammutinamento dell’equipaggio ma poi portata a termine con successo grazie all’intervento del Comandante Di Mauro, allora era nostromo, insieme a Zarattin inviato dall’italia per salvare il Comandante Ajmone. Sarebbe bello ricordare la vera prima impresa.
Gentile Commandante Mancini,
la famiglia Benuzzi mi ha confermato la presenza dell’Ambasciatore (chi eventualmente ebbe responsibilità per l’Antartide alla Farnesina).
Gradirei corrispondenza via email se possibile
Rory Steele
Nella spedizione del 1973-1974 a cui ho partecipato, a Port Stanley (Isole Falkland), il 3 dicembre 1973 imbarcò il C.te pilota dell’Alitalia Dario Trentin, amico del C.te Giovanni Ajmone Cat. Dario Trentin ci accompagnò per quasi tutto il periodo antartico.
Infatti, il 5 febbraio 1974 sbarcò durante una sosta del San Giuseppe Due all’Isola di Deception approfittando della M/n passeggeri Lindblad Explorer che sarebbe rientrata alle Falkland dopo aver effettuato il suo percorso turistico.
Durante la sosta del San Giuseppe Due a Buenos Aires, ho sentito parlare il C.te Giovanni Ajmone Cat e l’Addetto Militare presso l’Ambasciata italiana, di un possibile imbarco alle Falkland dell’Ambasciatore italiano di Montevideo ma, tutto ciò non si avverò, rimanendo solamente una semplice ipotesi.
Tito Mancini
Cerco conferma che presente sul San Giuseppe Due, nel gennaio ’74 almeno per il tragitto Port Stanley-Deception, ci fun anche a bordo l’Ambasciatore Felice Benuzzi, in sede a Montevideo
Gentile Trentin,
ha ragione, si è trattato di un errore e provvediamo al più presto ad effettuare la dovuta correzione.
La ringraziamo per averci scritto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buongiorno,
una sola curiosità: la foto in piccolo in primo piano segnata come di “Giancarlo Fede”
non ritrae invece Dario Trentin?
Cara Esmè,
chissà se ti ricordi di me… il figlio di Ada che tu hai conosciuto presso la Lega Navale di Portici dove, per qualche tempo, tu, il Cte. Ajmone Cat e il San Giuseppe Due, siete stati una eccezionale fonte di racconti e di storie che ancora oggi, ricordo come delle bellissime avventure.
Sarebbe eccezionale poter continuare a raccontare del San Giuseppe Due, il nostro materiale si è ormai esaurito ma ricordo che tu avevi tante fotografie e ricordi; che ne dici di collaborare con noi e completare questo angolo della storia? Per me sarebbe un vero onore oltre il piacere di averti letta, il mondo è piccolo!!
Spero di leggerti presto, Ada ti saluta con affetto!
Alex
Gentilissima Signora Esmè,
gli amici di AltoMareBlu mi hanno trasmesso la sua e-mail. Sono Tito Mancini uno dei quattro militari della Marina che accompagnarono il Comandante Cat nella spedizione in Antartide del 1973/74. Ebbi anche il piacere di conoscerla ad Anzio dove Lei mi fu presentata direttamente dal Comandante Cat.
Con gli articoli postati su altomareblu.com cerchiamo di tenere vivo il ricordo del Comandante Giovanni Ajmone Cat e del San Giuseppe Due, che è stato donato, come da volontà testamentarie del Comandante, alla Marina Militare italiana ed oggi si trova ai grandi lavori presso un cantiere di Anzio.
Queste le ultime notizie in merito.
Con molta cordialità,
Tito Mancini
Ero la moglie di Cte. Ajmone Cat ed ho viaggiato per anni con lui e l’equipaggio della nave “San Guiseppe Due”.
Voglio confermare che lui era veramente un marinaio/navigatore eccezonale. Abbiamo participato nella regata Colombiade nel 1992 ritornando a Gibilterra solo noi due. Molte volte abbiamo viaggiato noi due da soli. Lui era esperto di tutte le attrezzature tradizionali ed ha fatto questo lavoro proprio lui.
Un marinaio di grande talento.
Con respetto,
Esme’ Lucas Havens
Gentilissimo Lodovico,
ho apprezzato il suo commento all’articolo su “Spedizione Antartica Italiana, La autorizzo a inserire sul notiziario della sua associazione ciò che desidera, per ulteriori informazioni, Le consiglio di visionare su Facebook alla voce “In ricordo del Comandante Giovanni Ajmone Cat”, un album di foto intitolato “Spedizione Antartica in francobolli”, dove ho inserito foto di buste con relativi annulli dai vari posti toccati durante la Spedizione.
Per ulteriori informazioni siamo sempre a disposizione!
Cordiali saluti,
Mario Camilli
Non sono un navigatore, ma leggere le avventure sostenute da uomini coraggiosi in certi ambienti estremi.
Non avendo la possibilità di arrivarci, ho rovesciato la mia passione sulla storia filatelico/marcofila, cioè sulla posta eseguita. Ora chiedo, se me lo si permette, di inserire il sunto del testo del comandante Mario Camilli, su un notiziario, casalingo, dell’associazione “Turinpolar” a cui appartengo e faccio da pseudo redattore.
Certamente ha ragione il sig. Mario nell’affermare che la spedizione del S. Giuseppe Due, fu la prima vera spedizione italiana, non ci sono dubbi di sorta, anche se a volte si sbatte contro un muro di gomma.
Grazie per l’attenzione e attendo una risposta, sia essa positiva o negativa.
Cordiali saluti,
Sacchi Lodovico
Gentilissima Gisella,
dopo la morte del C.te Giovanni Ajmone Cat avvenuta a Como il 18 dicembre 2007, la sorella Rita Ajmone Cat, unica erede, ha provveduto a consegnare il San Giuseppe Due alla Marina Militare Italiana rispettando in questo modo, la volontà del Comandante.
Rita Ajmone Cat abita a Como mentre, il San Giuseppe Due si trova attualmente ai “grandi lavori” presso un cantiere di Anzio, località marittima distante circa 60 Km. da Roma. Il brevissimo accenno sulla conoscenza tua e dei tuoi famigliari del C.te Giovanni Ajmone Cat in quel di Puerto Madrin, è suffragato da quanto scritto nel libro di Ferruccio Russo che si è basato sulle memorie dirette del C.te Ajmone Cat quando era ancora in vita, dal titolo: “1969 Rotta per l’Antartide – la prima spedizione di Giovanni Ajmone Cat” e pubblicato nel 2009.
Nel volume si racconta, cito testualmente dalle pagg.168 e 169:
Ed ancora, a pag.171:
Ci auguriamo di averti regalato un piccolo “salto nei ricordi del passato”, ad ogni buon fine e per quanto ci sarà possibile, restiamo a tua disposizione,
un caro saluto.
AltoMareBlu
Hola!! soy Gisella DOMENICI de Puerto Madryn, argentina. Tuve el honor de conocer al Comandante porque mi padre Jose, ya fallecido e italiano tambien, se hizo muy amigo. Cuando estuvo en Madryn, almorzaba y cenaba con nosotros. Tengo fotos del barco dedidadas por el comandante y un escudo enviado por el Comandante del primer San Giuseppe II a mi padre. En julio viajo a Roma me gustaria saber donde se encuentra el barco y si puedo contactarme con alguien de la familia. Muchas Gracias
Traduzione:
Ciao! Sono Gisella Domenici di Puerto Madryn, Argentina. Ho avuto l’onore di incontrare il comandante Giovanni Ajmone Cat perché mio padre Jose, ora deceduto e anche italiano, erano molto amici. Mentre in Madryn, pranzava e cenava con noi. Ho le foto della nave con la dedica a mio padre della prima spedizione del San Giuseppe Due. A luglio si reca a Roma, mi piacerebbe sapere dove si trova la barca e se riesco a contattare qualcuno della famiglia. Grazie mille
Nella foto… il primo a sinistra, è il C.te Tito Mancini, bella la storia, uniche le informazioni e mi auguro di vedere presto immagini del San Giuseppe Due durante il restauro…
Egregia Sig.ra Airoldi,
bella domanda la Sua…. per quanto concerne ALTOMAREBLU, siamo in contatto con i 4 membri dell’equipaggio che fecero parte della spedizione effettuata negli anni 1973 e 1974 (MARIO CAMILLI, 2° Capo-MN-Direttore Macchina; TITO MANCINI, 2° Capo NP; GIOVANNI FEDERICI,- Sergente N-Nostromo; GIANCARLO FEDE, Sergente Radiotelegrafista), quindi, per noi è normale poter accedere agli atti documentali ed avere le testimonianze dirette relative a quella spedizione. Non altrettanto semplice invece è descrivere il primo viaggio in Antartide del San Giuseppe Due, primo, per la durata del viaggio durato dal 27 Giugno 1969 sino al 21 Novembre 1971 e per l’elevato numero dei membri di equipaggio che si alternavano, quasi ad ogni tappa, a bordo del San Giuseppe Due.
Ad ogni buon fine, può essere esplicativa una delle ultime interviste effettuate al Com.te Giovanni Ajmone Cat laddove parla del suo primo viaggio, pubblicata dalla rivista “IL POLO” e di seguito allegata.
Da IL POLO, “Sogni Polari”
http://arcticdreams.blogspot.com/2008/01/in-ricordo-del-comandante.html
1/03/2008
In ricordo del Comandante.
Qualche mese fa eravamo a casa del comandante a parlare di imprese polari. Con me c’era il mio amico Franco Borgani che ha raccolto alcune frasi del comandante:
Il sole cala rapidamente all’orizzonte mentre le volute di sigaro toscano accompagnano i racconti del comandante Giovanni Ajmone Cat, classe 1934.
Due spedizioni nautiche della Marina Italiana in Antartide 1970/71 e 1973/74.
(Gli episodi citati dal C.te Giovanni Ajmone Cat si riferiscono al viaggio intrapreso nel periodo dal 1969 al 1971 – n.d.a.)
“Laggiù nella Falkland bevevano tutti come matti!”
“Gli inglesi, gente dura, cugini dei tedeschi ma più duri, ci hanno sempre amato poco”
“Ricevetti dal capo di Stato Maggiore dalla Marina Militare un ordine palesemente illegittimo in quanto diretto sì ad una imbarcazione italiana ma navigante in acque internazionali.
“Il Console italiano si dichiarò incompetente ed io optai per l’autoaffondamento del vascello con il colpo di pistola in canna”.
“Poi risolsi la questione diversamente: non potevo dire di no alla Regina”.
“Dopo l’ammutinamento dell’equipaggio entrai nelle Falkland da solo, col vento in poppa ed i motori al massimo. Ci affiancò un rimorchiatore argentino. Il pilota era sbalordito dalla velocità dello scafo e, sorridendo, mi faceva l’OK con il pollice.
“Non aveva capito che, essendo rimasto solo, non riuscivo più a governare la barca”.
“Il nostro viaggio, il primo di una nave italiana in Antartide, durò 2 anni e mezzo.
“Per 42 giorni non comunicammo con il mondo: una cosa fantastica!”.
“Le onde erano alte anche 18 metri ed il vento ne scompigliava la cresta”.
“In Antartide, a differenza di quanto accade dell’Artide, prevalevano nell’equipaggio lo sconforto, la depressione, la paura. A Nord c’è un continente circondato dai mari, a Sud un mare circondato dai continenti. Shackleton con il suo Endurance non raggiunse il suo obiettivo ma portò in salvo tutti i suoi uomini, a differenza di Scott. sacrificò l’obiettivo all’equipaggio.
“Nel passaggio a Nord-Ovest solo Nansen fu maestro di Shackleton. Durante la 2° spedizione arrivammo a Usuaia la notte di Natale ed ormeggiammo a fianco del rimorchiatore BAIADIR, I marinai anziché le cime per l’ormeggio ci passavano i boccali col sidro per festeggiare, il discorso di circostanza venne tenuto da un certo ammiraglio Massera, futuro capo del Governo.
“Prima di noi nell’800 aveva tentato qualcosa di simile, senza riuscirvi, Giacomo Bove col San Josè. In suo onore chiamammo la nostra imbarcazione Giuseppe 2.
“Non ci siamo avventurati sui ghiacci dell’Antartide: io sono un uomo di mare non di terra!
“In questi ultimi anni ho sognato di navigare col mio vascello nelle vie di Roma. Ora lo spirito della 1° spedizione italiana in Antartide, nel quale è racchiuso tutto il mio passato, è avvolto nella nebbia dei ricordi.
“La mia esperienza, è rimasta lì, come appesa nel tempo.
“No, in questa cosa non ci sono fantasmi, i fantasmi sono i miei stessi ricordi. Neppure durante le lunghe navigazioni ne apparvero. Ricordo come dei vagiti mentre veleggiavo tra le Canarie e Capo Verde ma un vecchio marinaio capoverdiano mi disse che si trattava di richiami dei delfini.
“Prolungati mormorii, uditi anche dall’equipaggio non erano come dicono alcuni, le anime dei marinai che giacciono in fondo ai mari. Erano forse le sartie rese parlanti dal vento o le assi dello scafo, chissà.
“Di questa casa, con lo studio e il piccolo museo antartico, si potrebbe fare un luogo aperto al pubblico.
“Il bastimento è lì fuori, con i motori ancora funzionanti, testimonianza vivente delle due spedizioni.
“Lo vorrei con le vele spiegate al vento!”.
Il litorale di Anzio è appena rischiarato da un lucore caliginoso.
Oltre quella linea di orizzonte, gli occhi ormai stanchi dell’uomo di mare hanno fatto rotta verso l’ignoto.
Nell’ingresso un’armatura medioevale, indossata qualche anno dal Capitano per andare in Centro a Roma, un’enorme orecchia di elefante e poi lance, asce e coltelli istoriati, pelle di tigre, lampada a stilo di pitone e scimmie imbalsamate che sorridono, tributi ad una madre viaggiatrice in Africa recentemente scomparsa.
Ad affumicare appese al lato dell’enorme camino di arenaria tre salsicce.
In alto le vele del cuore Comandante Ajmone Cat!
Marzo 2007.
Gianfranco Borgani
ho letto quasi tutto sulla spedizione Antartica del San Giuseppe Due del 1973/1974. Purtroppo nulla sulla prima spedizione degli anni 1969/1970 perchè?
Grazie per l’attenzione.
Marielle Airoldi
Gentile Paolo Rastrelli,
Altomareblu la ringrazia per questa Sua testimonianza e se vuole inviare il materiale in suo possesso, in merito a quanto ci riferisce, saremo ben lieti di dedicare un altro articolo agli eventi che Lei ritiene più belli e significativi, ricordando ancora una volta il mitico C.te Giovanni Ajmone Cat e la sua bellissima feluca San Giuseppe Due che, pur avendo avuto una collocazione per il suo futuro, giace ancora abbandonata ad Anzio nella sua proprietà. E’ un’ulteriore occasione per parlarne e cercare di sensibilizzare, per quello che possiamo, chi di dovere, dando una degna collocazione a questa bellissima feluca, secondo la volontà dello scomparso suo armatore e C.te Ajmone Cat, che insieme al suo equipaggio, raggiunsero il lontano Antartide, come ci hanno raccontato due suoi componenti dell’equipaggio di allora, Tito Mancini e Mario Camilli, nel bellissimo articolo di riferimento a questo Suo gradito commento.
Un caro saluto
Altomareblu
Sono stato amico di Giovanni Ajmone Cat ed ho navigato con lui sul S. Giuseppe Due in Mediterraneo (Sardegna-Corsica). Ho ricordi e testimonianze incancellabili. Ho organizzato due conferenze a Sorrento nelle quali è stato protagonista.
al miglior navigatore di tutti i tempi….sig. MARIO CAMILLI…
Grandi personaggi!
Ho conosciuto Ajmone-Cat quando avevo 7 anni, un braccio ingessato ed una barca arenata a PortoVecchio da rimorchiare fino a Torre del greco! 22 anni dopo lo ricordo ancora bene!!
Salutissimi