Roar 35 Cantieri del Garda – progetto GB Frare
di Giacomo Vitale
Roar 35 Cantieri del Garda all’ormeggio.
Immagine pubblicata per g.c. del suo armatore: Andrea Tecchio
Circa GB Frare, progettista di imbarcazioni plananti sullo stile di quelle disegnate da Sonny Levi negli anni 70′ /80′ Antonio Soccol ci riferisce:
Roar 35 al momento del varo: estate 2007 – Immagine pubblicata per g.c. di Andrea Tecchio
GB Frare è stato negli anni Sessanta e Settanta in poi, direttore cantiere, progettista, direttore commeciale eccetera (insomma: factotum) dei Cantieri del Garda di Toscolano Maderno (BS).
Questa (delle tue foto) è la versione diporto (molto usata anche per “import-export”, come scafo blu nel napoletano negli anni 70…). Con una di queste barche Guido Buriassi e io abbiamo vinto (in categoria) la gara motonautica Santa Margherita Ligure – Montecarlo- Santa Margherita Ligure del 1972 o 73, non ricordo bene.
Con lo stesso nome (frutto della mia fantasia, come il precedente “Thunder” che identificava un day cruiser più piccolo) c’è stata anche una versione da corsa offshore che, negli anni 76-77, e sotto la guida di GB Frare e Piero Ciceri (capo dei meccanici Aifo) ha fatto strage di record nella categoria C2 (cabinati sotto ai 16 litri diesel) e che ora si trova al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Era questa la terza (dopo Dart e Arcidiavolo) barca offshore al mondo con eliche di superficie realizzate da GB Frare sul principo di quelle di “Sonny” Levi, (solo metà disco nell’acqua quando la barca è in planata) ma con tecnologia differente nella trasmissione (intubata e a bagno d’olio come quelle poi alle quali Fabio Buzzi si è ispirato per tutti i suoi offshore sino a oggi).
Roar di Guido Buriassi vincitrice della “Santa Margherita Ligure-Montecarlo-S.Margherita Ligure” del 1972 0 73…
Questo scafo era costruito in compensato marino della Simpress e d’abitudine, montava diesel Aifo CP3SM oppure Daf.
GB Frare è stato un volonteroso e cocciuto bravissimo ragazzo della nautica di quegli anni… 70′-80″ e si è spesso “ispirato” alle carene di Levi e alle sue trasmissioni ma cercando sempre di aggiungere qualcosa di personale e di fare nuove “strade”. E’ stato anche buon pilota sia alla gara motonautica Pavia-Venezia che in offshore.
* Un “Thunder” figura(va) in copertina del mio primo e unico libro “Barche a motore” pubblicato dalla Sperling & Kupfer nel 1964!!!!
Queste sono le notizie che sono riuscire ad avere fin qui di Roar 35 ed allego anche alcune immagini che ci sono state inviate da un nostro lettore Andrea che ne possiede un bellissimo esemplare e che è in cerca di altri armatori che abbiano una barca simile, con i quali gradirebbe scambiare informazioni.
Roar 35
DATI DI TARGA:
- Lunghezza ft. m 10, 55
- Larghezza ft. m 3,26
- Dislocamento 6,00 tonnellate
- Motori 2 x 220 AIFO o DAF
- Velocità massima
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Caro Giuseppe,
ho ricevuto le foto che mi hai inviato, molto belle. Provvedo appena possibile ad inserire questo annuncio on line..
Giacomo
Ciao Giuseppe,
certamente che ti posso aiutare! Inviami tutte le foto che hai, la documentazione dei lavori eseguiti, la fotocopia del libretto di navigazione, ma solo nella parte riguardante le caratteristiche dello scafo e la motorizzazione a info@altomareblu.com
Saluti,
Giacomo
Ciao,
possiedo un Roar 36 in ottime condizioni e che ho appena terminato di ristrutturare salvaguardando il progetto originale.
Ha due motori DAF 165 HP del 75 appena riportati a zero ore.
Sto valutando la possibilità di venderla, a malincuore perchè molto bella.
Mi puoi dare una mano?
Ciao e grazie,
Giuseppe
Gentile Flavio,
potrebbero esserci certamente delle persone interessate all’acquisto del Roar 33 Full, ma per saperlo devi fare una inserzione sul nostro blog nella sezione “barche d’epoca in vendita” e così potresti essere contattato da qualche appassionato interessato alla tipologia del Roar 33. Sottolineo che la vendita di barche in compensato marino, legno lamellare e legno massello incontra molte difficoltà per vari motivi, dal fatto che ormai sono rimasti pochi cantieri in grado di lavorare sulle barche in legno. Inoltre c’è una mentalità sbagliata tra le persone che hanno le barche e che erroneamente valutano il legno in modo negativo per l’impegno economico che esse comportano, che in parte è vero. Però, se queste unità sono mantenute correttamente, possono avere dei costi di gestione simili a quelli di una barca in vetroresina…
Non vado oltre perché il discorso è lungo, anche se in Altomareblu, nelle pagine dedicate al restauro delle barche in legno, ho più volte spiegato queste problematiche ed altro non sono che conoscenza e cultura della tecnologia dei materiali. Insomma ti sto dicendo che non è facile vendere questo tipo di barche, perché sono di legno, ma con un po’ di pazienza si riesce comunque a raggiungere l’intento.
Altomareblu, tra i vari scopi che si propone circa le barche d’epoca, ha al primo posto quello di far continuare la vita alle barche che meritano, specialmente quando i proprietari decidono di venderle a vario titolo.
Infatti, il problema maggiore quando i proprietari non riescono più a mantenerle o perché per loro motivazioni le abbandonano nei cantieri, spesso alle intemperie, lasciandole marcire in modo irrimediabile ed un’alta percentuale di casi, vengono definitivamente demolite… proprio quello che non vogliamo accadesse mai.
Concludendo, inviaci tutte le notizie e le foto necessarie per la tua inserzione e nel giro di qualche giorno sarà pubblicato. Ti ricordo che le inserzioni delle barche in vendita su Altomareblu, è un servizio assolutamente gratuito che mettiamo a disposizione dei nostri lettori.
Invia le notizie a info@altomareblu.com e nel giro di qualche giorno pubblicheremo il tuo annuncio.
Grazie per averci contattato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Salve,
sono il compropetario del Roar 33 full, quella della foto. Non potendola più tenere, volevo sapere se c’ erano interesati alla barca, che cedo molto a malincuore..
Caro Roberto,
certo che mi ricordo di te, non solo perché sei stato il primo possessore di Roar a contattarmi e non potrei dimenticarmi assolutamente, visto che ho iniziato a censirli tutti ai fini storici.
Sono molto contento nel leggere che hai deciso di sottoporre il tuo Roar ad un refitting impegnativo e sono a tua disposizione per rispondere ai tuoi interrogativi.
Per prima cosa inizia a fare un servizio fotografico che possa far vedere le condizioni iniziali da cui partire per effettuare il refitting, evidenziando le parti che presentano criticità. Quindi provvedi a svuotare completamente gli interni ed i gavoni di ogni cosa, in modo che il tutto possano asciugarsi. Ovviamente la barca deve essere posta in un luogo al coperto, ma ventilato. Se la tua barca si trova all’aperto è necessario provvedere in tal senso. E’ sufficiente creare una struttura con dei tubi tipo Innocenti, coprendola con un tetto fatto in ondulato leggero che si trova in commercio in vari materiali. Mentre per i laterali puoi usare diversi materiali per teloni e che si vendono a peso, solitamente larghi 12 e più metri.
Inviami tutta la documentazione fotografica, in modo che possa farmi un’idea in merito per darti un corretto indirizzo per i lavori. Ovviamente sarebbe necessaria una visita fatta da me personalmente per darti dei corretti riscontri. Ma in via preliminare va anche bene osservare le foto che mi invierai e se sei d’accordo, ne faremo materiale per un articolo dedicato al restauro di un Roar 33, che potremo dividere in due o tre puntate. Tutto dipende dalla tua determinazione di portare avanti i lavori con un programma preciso e cadenzato nei tempi.
La tua iniziativa di portare la carena a zero, sia in opera vita che in sentina è ottima e indispensabile in una barca in compensato con gli anni che la tua si porta sul groppone. Per le parti interne della carena che sfarinano, a tuo dire, si renderanno necessarie delle sostituzioni della stessa, asportando le parti marce ed irrecuperabili.
Sono consulente del Cantiere Union Mare di Salerno e di questi interventi ne ho visti molti e posso certo darti le giuste dritte, ma sono indispensabili le foto richieste per rispondere correttamente al tuo caso.
Puoi inviare il tuo materiale fotografico che ti ho richiesto a info@altomareblu.com
Un caro saluto e restiamo in attesa di tue comunicazioni.
Giacomo Vitale
Ciao Giacomo,
come tu sai possiedo un ROAR, penso sia stato il primo a contattarti per avere informazioni su questa barca, ti ricordi?
Volevo dirti che tra un mese inizio il restauro completo con la sostituzione della coperta, sbarco motori…
Per la carena portiamo tutto a zero interno ed esterno e controlliamo il compensato. A proposito di questo, in alcuni punti internamente sfarina un po’, cosa consigli sostituire tutto il compensato? E’ un’opera molto importante, come posso intervenire?
Sai se qualcuno ha fatto questo tipo di intervento? Grazie.
Un saluto,
Roberto
P.S.: ho notato molti Roar… felicissimo
Gentile Claudio,
Gli elementi che fornisci circa il calo di prestazioni della tuo Roar 33 sono vaghi e non sufficienti per determinare la causa o le cause di tutto ciò. Analizzando a ritroso i vari interventi effettuati alla tua barca negli anni, se non vi sono state modifiche alla carena, cosa che ritengo poco probabile o vi sia stato un aumento notevole del peso per modifiche apportate agli interni, il problema è da ricercare nei motori. Infatti se sono stati solo revisionati e non sono stati cambiati invertitori o le eliche, con altre di tipo diverso, non ci dovevano essere problemi.
Quindi dovresti essere preciso in merito e vorrei sapere le differenze di comportamento dei motori rispetto a quando andavano bene. Inoltre, certamente ci sarà stato un calo dei giri massimi per lamentare il calo di prestazioni, quindi mi dovresti dire se i motori, a manette completamente aperte, emettono del fumo nero dagli scarichi. In questo caso potrebbero essere state cambiate le eliche con altre di passo o diametro maggiori e non adeguate.
Come indicazione per iniziare ad inquadrare il problema, dovresti eseguire una prova:
Segna su un foglio di carta, a partire dal minimo dei tuoi motori, una tabella indicando un incremento di 250 giri, quindi uscendo in mare, scrivi a fianco di detta tabella la velocità indicata dal GPS fino al massimo dei giri e da qui iniziare a capire il comportamento dei motori, perché a mio giudizio, se come detto, non ci sono state modifiche alla carena o un considerevole aumento dei pesi, il problema è da ricercare nelle trasmissioni, possibilità che siano state cambiate le eliche originali con non adeguate, oppure sulle prestazioni dei motori, quindi pompe della nafta, iniettori e turbine…
Restiamo in attesa delle ulteriori indicazioni da noi richieste.
Grazie per averci contattato!
Giacomo Vitale
Altomareblu
Salve io posseggo un roar 33 (Cantieri del Garda) da olte 20 anni… restaurato completamente più volte… Anche i motori sono stati revisionati completamente (2 motori ifo da 220 cavalli) ho notato che la velocità negli anni è notevolmente diminuita c’è qualche suggerimento che possa avere?
Gentile Luciano,
ci hai entusiasmato nel leggere dalle frasi che sprizzavano orgoglio e piacere per la tua impresa di aver salvato un Roar 41 e da qui la richiesta di cui hai letto nel precedente commento a cui ti ho risposto.
Mi dispiace che tu non abbia accolto il nostro invito e voglia autolimitarti al solo fornire delle immagini di quanto hai fatto.
Essendo un appassionato del restauro di barche in compensato e lamellare, mi fa piacere rendere noto agli appassionati che seguono con molto interesse il restauro di questa tipologia di barche, tutte le esperienze vissute, come nel tuo caso e raccontate dai diretti interessati.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buona sera,
mi scuso per il mio eccessivo entusiasmo, ma perdonate la mia personale soddisfazione per il risultao ottenuto.
Sono in ogni caso a completa disposizione nel dare tutte le informazioni utili agli interessati del progetto.
Comunque la mia inserzione era solo mirata a rendere visibile una bella imbarcazione che prima di essere restaurata era destinata alla rottamazione.
Le foto sono visibili sulla apgina web http//roar41.avoi.it
Saluti,
Luciano
Ciao Luciano,
come avrai avuto modo di constatare, Altomareblu dedica molto spazio al restauro delle barche d’epoca e sarebbe interessante aprire e condividere commenti sul lavoro che hai effettuato, come tu chiedi.
Se sei d’accordo, inviaci tutte le immagini riguardanti il restauro del tuo Roar 41, da quando navigava prima di sottoporlo ai lavori, alle varie fasi di smontaggio e di lavorazione. Inoltre dovresti supportare le immagini con un testo nel quale puoi descrivere tutto quello che per te ha costituito, piacere, difficoltà e problematiche varie durante tutto il lavoro, incluso suggerimenti da dare a chi eventualmente ha un Roar 41, fornendo così una valida indicazione, che sia da guida per altri che vogliono intraprendere il restauro di una barca come la tua. In questo modo metteresti a disposizione degli appassionati che vogliono restaurare una barca d’epoca, un documento guida prezioso.
Resto in attesa di tue notizie e spero che accoglierai questo invito di Altomareblu.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Salve,
rispondo con un po’ di ritardo a tutti gli appassionati dello storico “Roar” dei cantieri del Garda.
Finalmente il lavoro di restauro del mio Roar 41 è finito e mi piacerebbe condividere con chi fosse interessato alcuni commenti a proposito del lavoro effettuato.
Nella pagina web http://roar41.avoi.it troverete tutti i dettagli del lavoro di restauro, mancano solo le foto fatte durante i lavori e quelle fatte prima di iniziarli
Saluti,
Luciano Montecchia
Gentile Antonio,
siamo contenti che esiste un Roar 36 in ottima salute, ma tu sei un po’ biricchino…ci provochi… ed allora subito ti rispondiamo con una domanda ovvia:
A chi aspetti ad inviarci immagini ed informazioni della tua barca? Facci sapere l’anno di costruzione e tutti i dati rilevabili dalla licenza di navigazione, compreso la motorizzazione, marca e potenza motori..
Insomma parlaci della tua barca, poiché, come appena fatto per il Sarima, vorremo censire le barche Roar rimaste in vita, sia quelle efficienti e naviganti, sia quelle da restaurare e che è possibile recuperare.
Quindi comunicandoci i dati della tua barca ci permetterai di censirla tra le vive e perfettamente naviganti.
Grazie per averci scritto e rimaniamo in attesa di tue notizie.
Giacomo Vitale
Si esiste un Roar36 ed è in ottima salute,
Esiste una versione Roar 36?
Mi sembra di averlo visto in un porto pugliese. Ti sarei molto grato caro Giacomo se potessi aiutarmi in tal senso.
Tante grazie.
Ernesto
Gentile Paolo,
attendo con piacere le immagini della tua barca.
Per l’associazione seria mi riservo di farti sapere se ce ne sono dalle tue parti.
Grazie.
Giacomo
Gentile Paolo,
prima di tutto congratulazioni per la tua barca e se ci invii qualche foto ci fa molto piacere, poichè come hai potuto vedere su questo blog ci sono altri amici appassionati che hanno il Roar 35 e se vuoi posso metterti in contatto con loro, visto che sono disponibili a scambiarsi informazioni circa il mantenimento della barca, insieme a notizie impressioni di navigazione e qunt’altro ritenete opportuno.
Per quanto riguarda l’iscrizione della tua unità in un registro di barche d’epoca è veramente difficile aiutarti per trovare i progetti originali del Roar 35, poichè come hai detto, le condizioni di salute dell’ing. Frare non lo permettono. Io non ti prometto nulla, ma provo a vedere se riesco a fare qualche cosa.
Consentimi però di farti una domanda: a quale associazione ti sei rivolto?
Forse tu non lo sai, ma sono molto critico verso queste associazioni che chiedono queste documentazioni che loro dovrebbero conoscere ed avere nei loro archivi, favorendo l’iscrizione ai loro registri. Trovo scorretto costringere gli appassionati a domandare in giro per cercare i progetti della propria barca che si intende iscrivere, specie se è un modello noto, pena la non iscrizione al registro.
Insomma se io fossi il responsabile di un registro di barche d’epoca mi comporterei in un modo diverso per due motivi:
il primo perchè sono un vero appassionato e poi non sono uno speculatore che tra contributi a vario titolo richiesti per iscrivere la propria barca al registro, non “costringerei” mai i loro proprietari all’esborso di cifre ingiuste e comunque non dovute.
Non nego a nessuno la libertà di costituirsi in una società che apra un registro di barche d’epoca, con le loro leggi ed i loro regolamenti, che facciano quel che vogliono assolutamente, ma non sono d’accordo con certe iniziative per i motivi detti.
Scusami per il mio modo critico di pensare in merito. Gli atteggiamenti di certe associazioni dovrebbero avere lo scopo di metter insieme veri appassionati di mare, invece poi si scopre che hanno intenti “molto diversi” dagli scopi che si prefiggono nei loro “statuti retorici”, figli di quella pessima burocrazia che ci sta rovinando dal dopoguerra fino ad oggi, con un vecchiume obsoleto cultore della mazzetta, che ci ha fatto perdere la bellezza ed il gusto della vita lasciando incavolature oltre misura.
Insomma perchè costringerti a cercare i progetti di questa tua speciale barca che gli esperti del settore conoscono benissimo?
Che si dessero all’ippica e non a rompano le scatole a dei veri appassionati che con cura, amore, sacrifici, anche economici per molti, cercano di mantenere in vita la loro “creatura”, così come fai tu con la tua barca.
Scusa il mio sfogo e scrivimi quando vuoi, sono sempre a tua disposizione, da vero appassionato della motonautica e del mare.
Giacomo Vitale
Grazie per la risposta che mi ha fatto molto piacere.
Nei prossimi giorni ti invierò alcune fotografie del mio “Thirtyfive” attualmente visibile (a terra) a Punta Ala.
Per quanto riguarda l’iscrizione come barca d’epoca, per la verità, non mi sono rivolto ad alcuna associazione limitandomi a chiedere genericamente e superficialmente quale documentazione occorresse ed ottenendo le risposte che ho scritto.
Ovviamente condivido il tuo punto di vista sulle varie associazioni di saccenti che poi in realtà nulla sanno. A tale proposito, potresti indicarmi quella che ritieni essere un associazione seria e corretta alla quale potermi rivolgere?
Grazie e a presto!
Paolo
Anche io ho un Roar 35,
acquistato nel 1990, che ho restaurato ed è in condizioni perfette. Desidero iscriverlo come barca d’epoca ma non sono riuscito a trovare il progetto e l’altra documentazione necessaria.
Qualcuno può aiutarmi? Ho trovato il recapito dell’Ing. Frare con il quale, però, non è stato possibile parlare per ragioni di salute.
Paolo Giucastro (Milano)
Gentile Cristiano,
ho ricevuto le immagini della tua Roar 35′ e mi sembra che sia in buone condizioni d’esercizio, di più non posso dirti data la distanza da cui sono state scattate le foto.
In navigazione si nota che ha un’adeguata motorizzazione con un ottimo assetto di navigazione.
Congratualazioni per il modo con cui mantieni in vita la tua “Full” e ricordati che le barche in compensato se ben tenute possono avere una lunga vita e se ben progettate e motorizzate come la tua, hanno delle prestazioni e tenuta in mare che difficilmente i plasticoni possono eguagliare, specie nella navigazione con mare formato in cui si vedono i veri attributi di una barca che si fa ben governare e sempre in grado di riportari in porto nella massima sicurezza.
Un cordiale saluto e quando vuoi per qualsiasi domanda scrivici, ti risponderò sempre.
Giacomo Vitale
Buona sera Cristiano,
diamoci del tu e sono qui a tua disposizione. Inviami delle belle foto anche molte se necessario, non c’è problena e se possibile cercherò di darti tutte le delucidazioni che vuoi.
Inoltre posso metterti in contatto, se vuoi, con due altri amici che hanno: uno un Roar 35 ed un’altro il Roar 41 e che mi hanno precedentemente scritto.
Un consulto con loro per scambiare esperienze fatte con la propria barca può essere utile anche a tutti e tre.
Inviami dunque le foto quando vuoi.
Un caro saluto,
Giacomo
Buonasera,
mi chiamo cristiano e possiedo da circa 3 anni un Roar 33 dei Cantieri del Garda anno 1980. Vorrei che Lei vedesse alcune foto della mia barca, per darmi alcune informazioni, ma sopratutto per avere un suo parere.
Grazie