Speranzella Fujiyama: 30 anni di manutenzioni… quante emozioni!
di Angelo Frassino
Mi presento: sono Angelo Frassino, professione meccanico nella nautica da diporto oggi in pensione. Leggendo qui le tante pagine dedicate a Fujiyama mi sono venuti alla mente tanti ricordi e voglio raccontare una storia vissuta da me e legata al servizio che ho svolto su questa barca per trenta anni.
Navigando nel blog guardando e riguardando le foto dei vari articoli dedicati a questa barca penso che io ho parzialmente contribuito a mantenerela nelle ottime condizioni attuali in cui si trova, mi vengono i brividi. Poi quando penso che ho anche la fortuna di poterla provare ancora oggi sono felicissimo. Spesso mi domando: chi sa quante persone che conoscono i pregi delle carene Levi cosa pagherebbero per salire su Fujiyama e provarla e quante altre persone che non hanno mai provato una barca disegnata dal noto ingegnere Levi non sanno “che cosa si perdono”.
Bene: ogni volta che salgo su Fujyama questa breve frase “lei non sa cosa si perde” mi ritorna sempre in mente. Incredibile ma vero, sembra quasi un rituale che in tanti anni di servizio si ripete sempre automaticamente.
E’ comunque una piacevole sensazione che non mi lascia mai e mi fa capire che sono stato veramente fortunato ad incontrare nella mia professione di meccanico di barche da diporto “Speranzella Fujiyama” e spiego il perché:
La mia ditta per cui lavoravo, dal 1970 effettuava servizio assistenza come officina autorizzata della M.M.I. (Marine Motors Italia) importatrice del marchio Mercury e MerCruiser, di cui il sig. Pasini era importatore.
In una calda giornata dell’estate 1973, il sig. Gianni Tomaseo (capo officina della M.M.I.) mi chiese se potevo effettuare un intervento urgente in porto ad Alassio ad una imbarcazione il cui proprietario era un amico del Sig Pasini. Accettai volentieri l’incarico.
Mi recai nel porto di Alassio ed effettuai la riparazione. Naturalmente quella barca era Fujiyama, una Speranzella ed il proprietario era il sig. Liborio Guidotti.
Il sig Liborio seguì attentamente tutte le fasi della riparazione e si congratulò con me poiché ero riuscito ad effettuare la riparazione, un po’ difficoltosa per la verità, senza sporcare il ponte.
Ricordo che al termine della riparazione dissi: é tutto pronto e chiuso i portelli del vano motori il sig. Liborio mi invitò a provare la barca. A quel tempo era piena estate, il lavoro era molto, il tempo a disposizione poco, la riparazione che avevo eseguito non necessitava di alcuna prova della barca. Rifiutai l’invito e l’armatore di Fujiyama dispiaciuto, comprese i miei problemi di tempo pronunciò una frase che ancora oggi ricordo benissimo “lei non sa cosa si perde”, allora, a questa frase non detti alcun peso.
Successivamente l’armatore di Fujiyama consigliato dal sig. Pasini (proprietario della M.M.I.), dal sig. Gianni Tomaseo ( capo officina) e dal sig. Romano Gilardi (capo servizio assistenza) a fine stagione mi affidò la manutenzione invernale dei motori.
Ovviamente all’inizio della successiva stagione estiva alla consegna della barca fu d’obbligo la prova in navigazione ed il sig. Liborio volle assolutamente che ne assumessi io i comandi. Fu così che capii cosa mi ero perso. Poi in tanti anni di lavoro mi sono rifatto. Mi mancherà sempre una prova che non riuscirò mai a recuperare, peccato che non posso più dirlo al sig. Liborio che nel frattempo ci ha lasciati.
Voglio anche ricordare che successivamente al primo intervento di cui sopra,quando la barca era ancora del Sig. Liborio Guidotti, mi fu ordinato di sostituire i motori. In tale occasione fu smantellato l’impianto elettrico esistente dei motori vecchi e installato quello adeguato ai motori nuovi. Fu un’operazione complessa poiché occorreva dividere l’impianto elettrico dei servizi da quello dei motori, stando bene attenti a non commettere errori.
Il sig Liborio in quella occasione mi lasciò come solito carta bianca e tale lavoro fu eseguito da “Guido Palman”, titolare dell’omonima ditta artigiana di Finale Ligure. Guido Palman precedentemente aveva lavorato per diversi anni come tecnico in aeroporto a Genova presso una ditta specializzata, curando la parte elettrica ed elettronica degli aerei da turismo.
Successivamente i figli del sig. Liborio decisero, per motivi di sicurezza, di far montare un gas detector. Sul mercato ne esistevano diversi tipi ma nessuno era in grado di soddisfare le specifiche che mi erano state richieste. Dopo un’attiva ricerca di tali apparecchiature di sicurezza optai per l’acquisto di un modello che necessitava di modifiche per poter soddisfare la richiesta fatta dai figli del signor Liborio. Affidai l’esecuzione di tali modifiche ad un tecnico elettronico “Franco Tondo” che si avvalse dell’aiuto di un altro tecnico specializzato “Piero Marchisio” titolare dell’omonima ditta di Finale Ligure.
Furono eseguite le modifiche richieste con rilevante maestria ed ancora oggi tale sistema funziona egregiamente.
La modifica eseguita consisteva di un sistema che inibisce l’avviamento dei motori ad ogni messa in moto, facendo partire una ventilazione preventiva e forzata tramite un apposito estrattore d’aria collegato alla sentina che effettua un test di 3 minuti. Se alla scadenza, di questo test non si rivelano pericolosi vapori di benzina, il sistema abilita l’avviamento dei due motori.
Se tale test ha da esito negativo anche se da uno solo dei due sensori, si resetta il tutto e ripete il test per altri 3 minuti e si continua così fino al momento in cui il sistema da il consenso per avviare i motori.
Vi è infine anche un particolare sistema che in caso di guasto accertato del gas detector o di un suo componente, consente comunque di disabilitarlo momentaneamente riuscendo a mettere comunque in moto i motori. Questa procedura è un paggaggio necessario poiché non avviando il test non sarebbe possibile mettere in moto i motori.
Attualmente i due tecnici Franco Tondo & Piero Marchisio stanno studiando un sistema elettronico con 3 indicatori luminosi che permettono rapidamente a colpo d’occhio di valutare e quindi provvedere manualmente alla sincronizzazione dei giri dei motori con uno scarto massimo di 50 giri.
Da allora la barca mi é stata sempre affidata per la manutenzione della parte meccanica ed elettrica.
Noi due, Speranzella Fujiyama ed il sottoscritto, abbiamo già raggiunto abbondantemente la pensione ma lei (Fujiyama) è una datata signora per l’anagrafe del R.I.N.A., ma per me è molto più attraente di altre barche giovani e per questo che non riesco a congedarmi da lei, anche se mio figlio ormai ha preso il mio posto in officina e spero possa avere tutte le soddisfazione che ho avuto io in tanti anni di lavoro.
Ormai è lui che si occupa della manutenzione di Fujiyama sotto la mia supervisione, mentre io ormai non faccio più nulla e mi limito a pilotarla, visto che il suo armatore mi concede questo privilegio in regalo e gli sono immensamente grato. Non riesco a pensare di non poter pilotare più Fujiyama, sarebbe per me una vera sofferenza… e mentre scrivo queste poche righe provo una grande emozione.
Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali
Grazie Rinaldo,
farà piacere sapere, con l’aiuto di filmati di famiglia, ricerche storiche e tanta passione, cercheremo di fornire informazioni e visivi su i “fatastici” Guidotti; è un lavoro complesso e lungo e speriamo al più presto di rendere disponibile le risorse e le informazioni storiche di quei piloti e di quelle imbarcazioni.
Se tu hai informazioni specifiche, immagini, video, la foto dei tuoi modelli, date ecc… e vuoi contribuire alle nostre ricerche, noi non possiamo che esserne felici!
Speriamo di stupirti ancora, prossimamente su Altomareblu.com
Alex
Quasi per caso ho visitato queste pagine e improvvisamente sono tornato ragazzino. Negli anni 60 ho scoperto le corse di motonautica e nel mitico circuito dell’idroscalo di Milano ho potuto vedere all’opera i piu grandi campioni italiani.
La famiglia Guidotti, Liborio Flavio Giorgio erano imiei idoli e l’esempio che davano per signorilità classe grinta sportiva mi è rimasta nel cuore. Ero talmente preso dalle loro imprese che con due tavolette di legno ho costruito un modellino dei loro bellissimi racer 900 KG che tuttora custodisco gelosamente.
Grazie per questa emozione e spero di poter vedere un articolo a loro dedicato.
Cordialmente,
Rinaldo Vai
Ciao Gian Marco,
grazie per i tuoi complimenti e continua a seguirci ci sono una serie di articoli interessanti che vedrai presto on line.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Ciao Francesco,
ti ringrazio per quanto mi dici e veramente sei fortunato nel conoscere Angelo Frassino che oltre ad essere un bravissimo artigiano, rarissimi o quasi impossibili da trovare oggi, lui è l’eccezione che conferma la regola.
Sono in piena sintonia con quello che tu dici ed aggiungo che anche nei rapporti umani Angelo Frassino, con quel suo tono educato e rispettoso fa trasparire una persona semplice, ma di grandi sentimenti e di grande sensibilità.
Grazie e ricambio sinceramente i tuoi saluti. Continua a seguirci, ne rimarrai contento perchè stiamo preparando delle belle sorprese…
Giacomo Vitale
Bellissimo. Complimenti!
Bello l’articolo e bella la barca cioe’ la signora barca… che dire mi reputo fortunato di conoscere di persona il mitico meccanico che da vita a queste opere d’arte.
Un saluto a tutti voi e continuate cosi .
Cordialmente Francesco.