Restauro e storia di “Isabella” Settimo Velo Canav – 1a puntata
Quando si dice che ogni barca ha una sua storia ed anche un suo destino è verissimo e chi segue Altomareblu conosce certamente il Settimo Velo che è un day cruiser dalle misure contenute, ma dalle grandi doti di navigazione, essendo una discendente diretta della famosa pietra miliare della storia della motonautica mondiale degli anni 60′. Mi riferisco alla mitica A’ Speranziella, disegnata da Renato “Sonny” Levi.
Non ripeterò quello che già “Sonny” Levi, Antonio Soccol e lo scrivente abbiamo detto del famosissimo Cruiser capostipite A’ Speranziella e di tanti progetti che Levi ha realizzato con il Settimo Velo, Speranza, Super Speranza, Speranzella II Cabin Cruiser con trasmissione V-drive a guida centrale, la mitica Speranzella II Cabin Cruiser, denominata Speranzella Terza, oggi Fujiyama, che vinse la Viareggio Bastia Viareggio nella sua categoria…
Quando, convinto da mio figlio esperto del settore web, decisi di aprire un blog dedicato alle carene Levi, lo feci perché avevo capito che “Sonny” Levi era ed è ancora oggi un grande progettista ed avendo acquistato una delle rarissime Speranzelle II Serie Cabin Cruiser, rivolgendomi a varie testate giornalistiche famose, dalla mamma di tutti i periodici del settore, Nautica ed alle altre, nessuno sapeva darmi notizie più estese e complete come cercavo insistentemente.
In verità, qualche frammento di notizia riuscii ad averlo, ma per quello che cercavo non era assolutamente sufficiente. In realtà la trottola si mise in moto perché, stregato alla vista di una Speranzella II Serie Cabin Cruiser progettata da “Sonny” Levi e realizzata ad Anzio dalla Canav, che era in vendita in condizioni “disperate”, quei pochi brandelli di notizie servirono comunque a mettere insieme la storia di questo modello di imbarcazione, al punto tale che decisi di comprarlo. Molti, tra amici e parenti dissero: al solito “sei un matto”, ma il coro fu unico e tutti dissero: sappiamo della tua caparbietà e siamo tutti sicuri che certamente nascerà qualche cosa di bello da questa affascinante storia che cercavo di trasmettere a tutti, parlando di “Sonny” Levi e delle sue creazioni.
La scintilla che fece scoppiare letteralmente la mia passione e successivamente la decisione di aprire un blog che parlasse specificamente di Renato “Sonny” Levi e delle sue innumerevoli “opere d’arte” che da ragazzo, negli anni sessanta, ammiravo nei vari porti della Campania a partire dal famoso porticciolo di S.Lucia a Napoli, fu l’ ASDEC di Milano e specificamente l’appassionatissima ed esperta Alessandra, che mi fornì i dati della Canav di Anzio, con tutti i modelli prodotti negli anni sessanta e che ringrazio ancora oggi, visto che quelle notizie, in un certo senso, furono determinanti non solo per la mia Speranzella, ma anche per la mia vita.
Decisi così di andare ad Anzio a vedere il luogo dove si trovava la Canav e parlando con vecchi marinai Porto d’Anzesi, scoprivo dai loro racconti che stavo mettendo le mani su una storia tutta da raccontare e ricostruire, visto che il cantiere aveva chiuso i battenti verso la fine degli anni sessanta. Era mia convinzione che tanta storia della nostra marineria potesse andare persa e di conseguenza scattò in me l’idea di creare un blog che rimanendo per sempre attivo sul web, scongiurasse tale nefanda ipotesi. Assicuro che queste mie idee erano frutto del mio modo di percepire la vita a fior di pelle, affrontando poi l’impegno del blog con il massimo impegno e con grande umiltà.
Nel mese di novembre del 2000 acquistai la mia Speranzella e nel 2006 iniziarono le prime pubblicazioni sul blog della lunga storia del progettista Renato “Sonny” Levi, delle sue carene e dei suoi inventi. Un’ avventura che mi affascinava e continua ancora a coinvolgermi in modo straordinario, visto che con il passar del tempo, scopro episodi accaduti e sento parlare di persone “speciali” che hanno fatto parte di un team speciale che era la Canav di Anzio. Insomma un pozzo di notizie storiche infinite da salvare e valorizzare, perché sono la memoria storica della “Marineria Italiana” riferita alle barche a motore offshore, da diporto e da lavoro.
Decisi così, con l’aiuto di Antonio Soccol, il supporto di Tito Mancini e il consenso dell’ing. Renato “Sonny” Levi, di istituire il “Registro Storico delle Crene Levi”, nel quale sono iscritte tutte le unità che siamo riusciti a ritrovare in giro per il mondo e che alla fine di questo anno consegneremo la prima parte al CSTN – Lega Navale di Napoli (Centro Studi Tradizioni Navali, diretta dall’ arch. prof. Guido Barbati, grande appassionato di vela).
Altomareblu, insieme al CSTN – Lega Navale di Napoli, si attiveranno per istituire la pratica che seguiremo fino all’approvazione, per poter iscrivere nel “Registro Nazionale delle imbarcazioni di particolare interesse culturale”, tutte le unità registrate nel “Registro Storico delle carene Levi”, presso il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, interessando la Sovrintendenza Regionale. Questa iniziativa ha come fine, non solo iscrivere le carene Levi nel “Registro Nazionale delle imbarcazioni di particolare interesse culturale” (legge 1089 del 1.6.1939, dec. legisl. n.490 del 29.ott.1999), ma di facilitare ai diretti armatori la procedure di acquisizione delle loro unità che, una volta completate, consentono di portarsi in detrazione alcuni costi di gestione per mantenimento del “bene culturale”, nelle corrette condizioni di efficienza, scongiurando che queste pregiate unità vadano irrimediabilmente perdute.
La storia di Isabella
“Settimo Velo”, una barca eccezionale e “marina”, realizzata in lamellare di mogano, una tecnica costruttiva speciale in quattro strati di compensato incollati con colla resorcinica ed incrociati tra loro a 45°. Un invento dotato di una robustezza strutturale eccezionale ed un peso contenuto, per una barca costruita in legno. Andando al link Settimo Velo Isabella III Canav si può leggere e vedere le immagini di questa unità che è stata tenuta discretamente dal suo armatore e secondo proprietario. Dopo circa venti anni, data la sua età non più giovanile, lo scorso anno ha deciso di venderla rivolgendosi ad Altomareblu, “voce ufficiale delle carene Levi”, ritenendo che eravamo i più qualificati a permettergli di vendere la sua barca in tempi contenuti ed al giusto valore di mercato. La sua scelta ed il suo intuito gli hanno dato ragione e dopo pochi mesi dalla pubblicazione dell’annuncio su Altomareblu, Isabella è stata venduta.
Infatti, a giugno di questo anno, mi ha telefonato un signore di Milano appassionato di barche Levi, chiedendomi del Settimo Velo “Isabella” che era in quel di Napoli e di cui aveva letto su Altomareblu nella sezione “Barche d’epoca in vendita”. A settembre, dopo varie telefonate, e-mail e considerazioni per realizzare un restauro a regola d’arte, “l’appassionato milanese” decise di acquistare il Settimo Velo Isabella e grazie al mio personale impegno, è iniziata la seconda vita di questa straordinaria unità, che è stata acquistata a condizione che la segua per sempre, dall’acquisto, alla fine dei lavori di restauro, affidati al cantiere “Union Mare di Salerno“, che ritengo essere il più specializzato in Campania e nel sud Italia per le carene Levi in lamellare, oltre a quelle in compensato marino e fasciame longitudinale, di cui riferiremo nel dettaglio, in un articolo che pubblicheremo prossimamente.
Lascio spazio alle immagini che da sole sono molto esaustive.
Buona visione a tutti!
Inizio anni 80’- Settimo velo Isabella ormeggiata in Penisola Sorrentina
Il momento del trasporto a Salerno appena acquistata:
Settimo Velo Isabella al Cantiere “Union Mare” di Salerno prima dell’inizio lavori:
Alcune immagini al momento dell’acquisto:
Settimo Velo Isabella ai lavori, smontaggio di tutto l’armamento:
Smontaggio doghe in teak ponte di prua:
Smontaggio interni:
Dopo lo smontaggio di tutto l’armamento si è proceduto alla catalogazione ed alla selezione delle parti che possono essere riutilizzate, separando quelle che deve essere inviate a nichelatura ed elencando tutto quello che deve necessariamente essere acquistato ex novo.
Il giorno 22 ottobre 2009 Isabella è arrivata in cantiere e quanto documentato dalle foto, è lo stato in cui si trovano i lavori di restauro, aggiornato al 9 dicembre 2009.
Arrivederci alla prossima puntata!
Gentilissimo Gabriele,
ti ringrazio molto per quanto mi scrivi e sono lusingato, ma ti prego di non esagerare perché è la mia passione ed il mio modo di essere che mi spingono a comportarmi in un certo modo..
Mi dispiace che il tuo idroscivolante non abbia suscitato interesse da parte di qualche appassionato, ma tieni botta che quando meno te lo aspetti qualche persona o storico interessato salterà fuori.
Le barche d’epoca in genere, secondo la mia umile esperienza possono vendersi il giorno stesso che hai messo un annuncio da qualche parte o mediamente nell’arco di due anni tre anni, con una media massima di tre contatti.
Purtroppo questa è la situazione attuale che è venuta fuori per i motivi che sono sotto gli occhi di tutti gli italiani onesti e non so se mai ce la faremo a venirne fuori, perché il problema fondamentale è legato alla mancanza di “uomini” ecc… non aggiungo altro perché non serve e chi è intelligente capisce!!
Sono sicuro che mi hai già capito a cosa alludo!!
Ma ritorniamo a parlare di barche “serie”.
Le barche che tu citi, in gran parte conosco dove si trovano ed in che stato sono. Tuttavia, per motivi di privacy non posso dare informazioni. Tuttavia sei interessato ad una in particolare, fammi sapere quale e vediamo cosa posso fare per te.
Il Mini Drago di Anzio è stato acquistato e sottoposto ad un lifting. A breve sarà in mare per la prossima stagione estiva. Sono anche un amico del suo armatore.
Se lo ritieni opportuno puoi anche contattarmi telefonicamente chiamando al numero che ti ho inviato con una mail sulla tua casella di posta elettronica.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Gentilissimo Giacomo, ho scritto mesi fa inviando le foto del misterioso idroscivolante, certamente pre 1940, ma che continua a restare misterioso e purtroppo a non suscitare interesse da parte di nessuno, cosicchè è sempre più in abbandono. Peccato. Ho però un altro motivo per scriverti, avendo terminato una lettura attenta del libro Milestones… (acquistato grazie alla tua pubblicità sui contenuti interessantissimi che ha).
Mi piacerebbe acquistare una delle barche da competizione o anche immatricolate, come il Mini Drago, più o meno entro i 10 mt, quindi abbastanza gestibili e carrellabili. Oltre al Mini Drago ho letto di molte altre meraviglie, porta pazienza…
Speranzella Seconda
Settimo Velo
Levi 24 – 25 – 27
Delta Blu
Delta Tiger, pag 89, di Pietrafaccia
Delta 32 con 2 Vulcano
Delta 28
Sagitta, in vtr
Sagitta Special
Hydrosonic con Volvo Penta 120 cv e incredibili 27 nodi
Dimpi Sea.
Ma che fine hanno fatto? Chissà quanti piloti ancora le hanno seppellite da qualche parte, e se funziona come nelle auto da corsa, i piloti, dopo 20 anni dalla fine carriera raramente hanno molto interesse nel mantenere o restaurare. (Però possono esserci i figli, per fortuna!)
Insomma, chissà quante tu ne conosci…. E’ vero, esiste l’Asdec, ma non ho conoscenze, e poi non mi sembrano così … come te, insomma!
Perdonami se avrò scritto qualche sciocchezza. Forse una soluzione, anche rapida, potrebbe essere acquistare il Mini Drago restaurato, ce ne sono 2, Sicilia e Argentario, (se ancora ci sono) Quello a Rimini, invece, costa molto per come è ridotto, ritengo vada comunque restaurato integralmente, nonostante quanto scrive il proprietario. Allora meglio(?) quello ad Anzio, 3000 eu, senza meccaniche. Spero avrai tempo da dedicarmi,
Cordiali saluti