Yacht Digest, Speranzella Navaltecnica – gli errori non finiscono mai…
Sul numero 139 di Yacht Digest di Febbraio – Marzo 2007
Rubrica “Messaggi in bottiglia”, un lettore della bella rivista che seguo dal 1999, Giovanni Cesaria di Anzio Scrive testualmente:
RISPONDE PER YACHT DIGEST PIERO MARIA GIBELLINI, RICERCATORE DI STORIA NAUTICA:
Alcuni modelli sono rimasti in produzione per venti anni, altri sono stati prodotti solo per pochi anni e tutti nel corso della loro vita produttiva hanno subito modifiche dimensionali, aggiornamenti e varie motorizzazioni. Il Settimo Velo, per esempio, ha dato vita al Settimo Velo Aperto, allo Special e al Nuovo Settimo Velo, sempre con misure crescenti e motori diversi; il Super Speranza e la Speranza sono usciti di listino, lasciando il posto a Speranza S, Rudy e Naxos. Quando il cantiere fu acquistato da Rodriquez, le barche vennero costruite anche a Messina. L’ultimo listino della produzione di Navaltecnica risale al 1983.
Recentemente sono stati restaurati un Settimo Velo ed uno Speranza, riaccendendo l’interesse su questo mitico cantiere. Molto ci sarebbe da dire sulla storia agonistica e commerciale delle barche di Levi, che hanno affascinato e continuano ad affascinare molti appassionati. Ed è proprio che questa continua attenzione che ha richiesto un dettagliato elenco delle barche del cantiere all’interno della sezione “Mercato” di Yacht Digest.
Questo il fatto. Di seguito esprimo le mie considerazioni:
La risposta data dal ricercatore di storia nautica Signor Piero Maria Gibellini la ritengo molto vaga e non soddisfacente. Citando anche Gianni Agnelli come persona che ha reso nota la Navaltecnica di Anzio, cosa certamente vera per la notevole prestazione alla gara motonautica Cowes-Torquay del 1962 con la sua imbarcazione da corsa “Ultima Dea” progettata da Sonny Levi e costruita appunto dalla Canav di Anzio, sembrerebbe che l’avv. Gianni Agnelli sia stato anche lui uno dei detentori del pacchetto azionario della nota Canav di Anzio, ma in effetti non è così. Inoltre credo che pubblicando i listini con le valutazioni delle barche d’epoca, per essere attendibili devono evidenziare dati storici reali e non imprecisi, consentendo una facile consultazione da parte dei lettori, senza disorientarli. Inoltre mi sarei aspettato nella risposta un impegno a valutare le notizie fornite dal gentile lettore di Yacht Digest signor Giovanni Cesaria, impegnandosi, una volta verificate le notizie fornite, ad aggiornare i listini delle barche d’epoca.
Letta questa lettera, ho deciso anche io di scrivere a Yacht Digest poichè per la Speranzella, è citato nel “solito listino” che era motorizzata con motori Perkins da 100 HP cadauno o GM da 216 HP cadauno, inoltre è indicato come anno di costruzione il 1970, cosa non esatta.
Ovviamente ho fatto riferimento a questo blog specializzato sulle barche progettate da Levi e costruite dai vari cantieri tra cui la Canav di Anzio e prove alla mano, ho dimostrato appunto che la Speranzella di serie e cioè la 32′ fu costruita dal 1963 al 1966 e tra esse c’era anche l’esemplare che vinse la gara motonautica Viareggio-Bastia-Viareggio del 1964. Certamente la grande dinamicità del cantiere Canav e di Sonny Levi può far cadere in errore, ma sei con documentazione adeguata si fa presente una inesattezza, non capisco perchè Yacht Digest non intervenga modificando l’errore commesso e rispettando la storia. Inoltre, Yacht Digest non è una rivista qualsiasi fatta di sprovveduti, ma una periodico specializzato di barche d’epoca.
Ebbene scrivere che la Canav di Anzio abbia prodotto la Speranzella con due motori da 100 HP cadauno della Perkins è un imperdonabile errore. Una barca planante di peso in ordine di navigazione prossimo alle 5 tonnellate, lunga f.t. 9,70 metri e larga f.t. 3,30 metri, non vedo come farebbe a planare e navigare con dei motori così inadatti come potenza in rapporto alla lunghezza, larghezza e peso. Sicuramente “Sonny” Levi non ha mai previsto questo tipo di motore per una barca come la Speranzella che lui stesso ha pilotato nelle gare di altura di cui la versione da diporto che nat 1963, disponeva di due motori a benzina di ben 400 Hp cadauno. Inoltre se mettiamo a confronto la potenza della Speranzella 32′ che vinse la VBV del 1964 dotata di motori con potenza complessiva di 800 HP, contro i 200 HP totali dei Perkins segnatati sul listino di Yacht Digest per la Speranzella da diporto, si capisce certamente che c’è un’incongruenza notevole. Riassumendo, le motorizzazioni previste dal progettista “Sonny” Levi per questo modello furono:
- 2 x 300 HP Crusader
- 2 x 330 HP Maserati
- 2 x 400 HP Ford Interceptor.
La Speranzella 32′ II Serie Cabin Cruiser:
Totale semplari costruiti: 4 di seguito elencati
- Speranzella 32′ (Speranzella terza, costruita nel 1963, di serie, che vinse la VBV del 1964: 2 x 400 HP Ford Interceptor. Oggi questa barca si chiama Fujiyama ed ha due motori Mercruiser 2 x 340 HP (in ottimo stato)
- Speranzella 32′ (1966) di serie: 2 x 300 HP Crusader (demolita)
- Speranzella 32′ (1967) Carrubo: 2 x 300 HP Crusader (irrecuperabile)
- Speranzella 32′ (1968) Sicc Sicc : 2 x 300 HP Crusader (in ristrutt.)
- Speranzella Seconda 32′ (1964) offshore: 2 x 400 HP Ford Interceptor, questo esemplare fu l’unico costruito da Levi a guida centrale con motori posti a poppa e trasmissione V-Drive. Ritirata dalle corse fu trasformata in barca da diporto e se ne sono perse le tracce, ma la stiamo cercando attivamente e dovrebbe trovarsi tra Anzio e Fiumicino.
Tutti i motori delle cinque Speranzelle sopra elencate, avevano motorizzazioni a benzina.
Oltre alla Speranzella 32′, il cantiere Canav, divenuto prorietà assoluta dei Cantieri Rodriquez di Messina, costruì in alcuni esemplari denominati: “Speranzella II serie”(da non confondere con la “II serie Cabin Cruiser che erano carene firmate da Levi”), in versione da diporto, dotata di motori 2 x 197 HP Ford diesel. Ricordo comunque che questo modello non fu progettato da Renato “Sonny” Levi e non portava la sua firma.
Gli altri motori previsti in alternativa dal progettista Levi furono:
BPM da 220 HP cadauno a benzina e i Fiat 260 HP cadauno diesel. Ma dai dati ufficiali in nostro possesso, non ci risulta che il cantiere abbia mai consegnato una sola Speranzella Levi dotata di motori diesel.
Quando il cantiere fu rilevato dalla gestione Rodriquez, fu costruita la “Speranzella II Serie”, che non era una carena Levi, montando di serie i motori GM – 2 x 216 HP diesel. Purtroppo di questo modello non abbiamo il numero totale di esemplari costruiti e pur rivolgendoci all’attuale gestione dei Cantieri Rodriquez, ci hanno gentilmente risposto che sono trascorsi troppi anni e non ricordavano, ma che certamente dovevano essere poche unità.
Queste in sintesi le motorizzazioni della Speranzella previste dal progettista ing. Levi che partono da un minimo di 394 HP totali (motori diesel), ad un massimo di 800 HP totali (motori a benzina).
E’ passato oltre un mese da quando ho spedito la mia mail, segnalando l’errore per anno di costruzione e la motorizzazione della Speranzella Canav, ma non sono stato preso in considerazione.
Evidentemente la Speranzella non è come i soliti Riva, barche intorno alle quali gravitano forti interessi commerciali da parte dei cantieri restauratori e da parte della stampa specializzata che li appoggia. Per rendersene conto è sufficiente guardare come il listino degli “Open Runabout” alla voce Riva, sia ricco di dati per i vari modelli, anno di costruzione, diverse motorizzazioni eccetera… (32 voci in totale per complessivi 17 modelli diversamente nominati).
Tutti questi modelli tra cui cito Riva Aquarama, Riva Super Aquarama, Riva Tritone.., sono certamente belle barche dal punto di vista ebanistico, ma costosissime da mantenere, adatte principalmente alla navigazione in laghi; navigando con mare formato c’è il rischio di incappare nel noto fenomeno dello “spin out”, cioè¨ quando la prua si punta in acqua facendo da perno a tutta la barca che ruota attorno alla prua stessa di svariati gradi, arrivando anche a 360° a causa di un angolo di diedro all’ordinata di poppa prossimo allo 0°, con le immaginabili conseguenze in cui verrebbero a trovarsi i diportisti imbarcati. Inoltre, per questo tipo di imbarcazioni, navigare con un forte mare in poppa potrebbe fare imbarcare tanta acqua con le conseguenti difficoltà del caso. (vedere anche l’articolo su questo blog: “comprare una barca non è come comprare un’auto II puntata” di Antonio Soccol).
Insomma anche guardando questi listini si capisce chiaramente dalla grande quantità di notizie fornite per i Riva, la rilevante attenzione che pongono per questo cantiere, considerandolo di “Serie A” e la poca rilevanza che danno alla Canav di Anzio fornendo notizie scarse ed imprecise, facendole apparire come barche di “Serie B”.
Bene, detto questo, mi sembra di aver fatto capire chiaramente come stanno le cose. Certamente da una rivista bella e seria come stimo essere Yacht Digest, che sempre pubblica degli ottimi servizi, mi sarei aspettato almeno una risposta, accogliendo le mie segnalazioni. Ma soprattutto che si accorgano anche delle imbarcazioni d’epoca di Levi, dal momento che alla fine della premessa dei loro listini di barche d’epoca è scritto che, “sarebbero grati se i lettori segnalassero eventuali omissioni”… Sono state fatte le segnalazioni, ma evidentemente pur di non ammettere gli “imperdonabili errori” che compaiono ormai da anni sui loro listini circa le Speranzella 32′, prodotte dalla Navaltecnica, si è completamente ignorati.
Il signor Giovanni Cesaria è stato più fortunato di me , almeno a lui hanno risposto. A me invece non è stato concesso questo onore e mi dispiace non tanto per le inesattezze dello storico Pietro Maria Gibellini, ma per Yacht Digest che ritengo sia un ottimo periodico specializzato di un certo livello che non può ignorare barche e personaggi che hanno fatto la storia della motonautica internazionale.
Approfitto di questo blog per dire quello che penso e non per polemica inutile e sciocca che non serve a nulla, ma solo per dare dignità alla storia di uomini eccezionali che hanno progettato e costruito barche uniche al mondo, poco conosciute dagli “specialisti del settore”, ma per niente rispettosi della storia e di eventi rimasti nel tempo, suggellati da vittorie inconfutabili sui campi di gara e non solo.
L’ing Renato “Sonny” Levi è un grande per il suo eclettico ed inesauribile intuito geniale con il quale ha sperimentato per primo scelte tecniche inedite e coraggiose nei tantissimi progetti di barche offshore realizzati: da diporto e militari, tutti di grande successo di cui si può leggere ancora su questo blog: Speranzella, Ultima Dea, Surfury, Drago, CP 233 Super Speranza, Settimo Velo, solo per citarne alcune.
Sono tutte barche che hanno dimostrano da sole il loro grande valore di “Vere Signore del Mare” sempre fedeli ed affidabili in ogni condizione di mare, specie se formato. Quando il mare è cattivo, le barche progettate da “Sonny” Levi escono tranquillamente dai porti, mentre tutte le altre rientrano precipitosamente.
Gli armatori che hanno la fortuna di possedere una barca tra quelle citate ed anche altri modelli progettati dal mitico ing. Renato “Sonny Levi”, sanno bene quello che sto scrivendo e ne sono orgogliosi, poichè queste barche oltre ad essere rare, sono ” vere opere d’arte” irripetibili, che, purtroppo, oggi nessun cantiere al mondo costruisce più.
Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali
Caro Giacomo ti ringrazio e concordo pienamente con la tua analisi. Si effettivamente qualcosa sta cambiando con l’avvento del web, qualche breccia inizia a notarsi nei vecchi “castelli”, breccia che si allargherà sempre di più se rifiuteranno di adeguarsi, anche perchè oramai come ben dite dalle v.stre parti “accà nisciuno è fesso!”. Speriamo lo capiscano per tempo. Da anni conosco anche se solo di “firma” la professionalità di Antonio Soccol e Paolo Lodigiani vere memorie storiche del nostrano panorama nautico.
Con la speranza che i tempi veramente cambino ti ringrazio e ti rinnovo gli auguri.
Caro Roberto,
sono d’accordo con quanto ribadisci in questo commento, ma ti assicuro, grandi cambiamenti sono in atto, soprattutto per questa grande e grave crisi mondiale della globalizzazione e posso solo dirti: “chi vivrà vedrà”.
C’è anche un forte cambiamento in corso che ti sfugge, eppure, come vedi, hai scritto ieri sera ad Altomareblu, ti abbiamo risposto immediatamente, ci hai riscritto da qualche ora questa mattina e siamo qui a risponderti anche questa volta a tamburo battente.
Insomma, sei su Altomareblu, che è il grande cambiamento dalla rivista cartacea alla rivista on line, in cui scriviamo della nautica tutta ed in particolare “delle barche di una volta”, di cui io sono il responsabile, diciamolo anche, il “matto”, come affettuosamente mi appellano tutti i cari amici che partecipano a questa “nuova realtà” di cui ho l’onore ed il piacere di far parte.
La novità è il passaggio dal cartaceo al web. Le differenze sono notevoli ed il nostro direttore “Antonio Soccol”, ha già detto in merito di questa novità, citando l’esempio del noto quotidiano “New York Times”, che, coraggiosamente, è stato il primo esempio di “quotidiano ad apparire sul web”, al punto di invertire gli accessi che nel cartaceo si sono drasticamente ridotti e pur rimanendo nelle edicole per quel numero di persone, che via via va riducendosi e che non usa il web, il cambiamento ha fatto segnare un successo enorme negli accessi, per questo nuovo modo di lavorare con l’interazione diretta tra autori degli articoli ed i lettori del quotidiano on line.
Altomareblu nasce per un’idea di uno dei componenti del gruppo che si è associato senza scopi di lucro ed in modo indipendente, mettendoci tanta passione e con il contributo di giornalisti del calibro di Antonio Soccol, che vanta un cinquantennio di onorata carriera nel settore, oltre come direttore di varie riviste e dei progettisti: Sergio Abrami e Paolo Lodigiani, dell’autorevole Vittorio di Sambuy, che in materia di ecologia per la nautica, è assolutamente un valore inestimabile ed anche altre persone speciali che man mano vedremo on line con i loro appassionati contributi.
Concludendo, ti evidenzio che sei su una rivista on line della nautica, animata da “veri appassionati” ed a cui puoi rivolgere tutti i quesiti inerenti alle “barche di una volta” ed altro ancora, a cui saremo ben lieti di rispondere, ringraziandoti per il gradito augurio e per averci permesso di esporti quanto appena scritto..
Un solo dato voglio segnalarti che è in progressivo crescendo: oltre novemila accessi al mese.
Questa è la realtà di Altomareblu e ringraziamo tutti i lettori che come te ci seguono dimostrando di condividere il nostro appassionato lavoro.
Una nota: Il tu, con il quale ci siamo a te rivolti è semplice tradizione marinaresca
Altomareblu
Signor Giacomo il guaio è che anche con tutta la buona volontà e l’intento di “castigarli”, Loro hanno purtroppo il coltello dalla parte del manico per le ovvie ragioni che Le indicavo prima. Concordo pienamente con Lei che di testate nautiche c’è ne sono diverse ma a trattare l’argomento delle “barche di una volta” sono purtroppo soltanto loro, tranne sporadici articoli presenti anche su altre testate del settore nautico. Praticamente hanno il monopolio e possono dire anche cose inesatte senza il timore di essere smentiti da alcuno, quindi o si mangia, meglio sarebbe dire si ingoia, questa minestra o ci si butta dalla finestra. Per castigare la loro arroganza l’unica cosa da fare sarebbe quella di boicottarli e rivolgersi alle tante riviste straniere che trattano gli stessi temi, ma purtroppo non tutti e per primo il sottoscritto hanno dimestichezza con le lingue.
La saluto e Le auguro ogni traguardo.
Gentile Roberto,
ti ringrazio per quanto ci scrivi e sono contento che si capisca la grande passione che ho per le carene LEVI.
Non entro nel merito della posizione assunta da Yacht Digest nel caso che ci racconti. Scelte loro…
Le testate presenti nel settore delle “barche di una volta” sono diverse e dovrebbero tutte rispondere con partecipazione e semplicità alle domande fatte dai lettori…anche al fine di offrire un servizio che valorizzi il loro lavoro.
Con i venti di crisi che galoppano di questi tempi, credo che se non cambieranno atteggiamento, saranno certamente castigate dai loro stessi lettori.
Cordiali saluti
Giacomo Vitale
Egregio Signor Vitale,
sfortunatamente solo ora ho conosciuto l’interessantissimo sito altomareblu e ho letto il Suo esaustivo articolo che dimostra tutta la Sua grande passione. Anch’io ho il “tarlo” delle barche che si costruivano una volta, mi perdoni se non le chiamo “d’epoca” come tanta stampa ultimamente ci ha insegnato… Anch’io come il Signor Luigi sono un’appassionato lettore della rivista YACHT DIGEST, dal primo numero del febbraio 1987 alla data odierna ho tutti i numeri e purtroppo anch’io ho avuto con la suddetta rivista gli stessi Suoi problemi. Nel corso di tanti anni infatti più volte ho scritto alla rivista senza però mai, sottolineo mai, ricevere una risposta. Forse a YACHT DIGEST i “diversamenti pensanti” non li prendono neanche in considerazione. La verità sa qual’è Signor Vitale? Che loro si sentono forti del fatto che in’Italia sono gli unici a trattare determinati argomenti, anche se nel 2000 è sorta un’altra testata come ARTE NAVALE. Lei comprenderà benissimo che due sole testate che trattano un’argomento così delicato e tanto vasto sono pochine, per non parlare poi di tutti gli interessi correlati a quest’argomento… Una sola voce è sempre stata deleteria se non addirittura pericolosa! Da qui l’arroganza di non rispondere ai propri lettori o meglio ai “diversamenti pensanti”.
Un cordiale saluto.
Caro Luca, ti ringrazio moltissimo per averci scritto e comunicato questa bella notizia e non devi scusarti di nulla, anzi devi scriverci e comunicare con noi ogni volta che lo ritieni opportuno e non dimenticare che come te, siamo appassionati di barche d’epoca belle e con un fascino tutto particolare come quelle progettate dall’ing. Renato “Sonny” Levi che considero vere opere d’arte.
lo scopo di questo blog é individuare tutte le barche d’epoca ancora esistenti e pubblicarne la storia, immagini e notizie nella rubrica “Barche d’Epoca Signore del Mare”. Comunicare con gli appassionati armatori che hanno dubbi, problemi da risolvere inerenti alle loro barche o che hanno intenzione di venderle. Insomma, siamo qui per interagire con altre persone appassionate come noi.
Inviarmi storia e immagini della tua barca, da quando la possiedi, i lavori eseguiti, immagini inerenti ai lavori a cui è stata sottoposta… Se le immagini sono belle le pubblico in un articolo dedicato. Ti ricordo che i dati della barca li trovi nel libretto di navigazione se immatricolata. Se invece è stata cancellata dai RID ed è un natante, puoi guardare sull’estratto RID rilasciato dopo la cancellazione.
Resto in attesa di tue notizie.
Un caro saluto.
Giacomo Vitale
Sono proprietario di uno Zarcos 10s del 1969 in buone condizioni, da anni ho cercato informazioni sul modello originale e solo oggi mi sono accorto di avere una Barca oggetto di passione e di interesse che ci accomuna.
Chiedo scusa di aver utilizzato questo spazio per comunicare con un mondo nautico che incontro difficilmente.
Luca
Ciao Enzo,
ti do del tu come si fa tradizionalmente tra gli uomini di mare, ovviamente fai altrettanto con me. Devo dirti che aspettavo da molto un commento da parte di un possessore del famoso Drago della Italcraft e vedo che non ti sei accorto che in questo blog c’è un articolo dedicato alla storia del Drago, ti indico il link e quando si aprirà l’articolo troverai tutte le notizie che riguardano questa eccezionale barca progettata dall’ing. Renato “Sonny” Levi. La prima barca con motori diesel al mondo di discreta potenza, dotata di step-drive ed eliche di superficie in grado di raggiungere i 50 nodi di velocità massima…
Italcraft Drago – barca disegnata da Renato “Sonny” Levi
Infine, se hai delle immagini digitali di questa stupenda barca da quando l’hai acquistata, prima dei lavori di restauro e quelle attuali, inviale al nostro indirizzo di posta elettronica, inviami la storia della tua barca e pubblicherò tutto in questo blog nella rubrica dedicata alle “Signore del Mare”.
Per ulteriri informazioni puoi scrivimi su info@altomareblu.com oppure, contattami al n° 380 42 38 113.
P.S. La valutazione di un Drago usato dipende molto dalle condizioni in cui si trova ed in perfette condizioni potrebbe valere 80 – 100.000.
Per quanto riguarda l’iscrizione del tuo Drago a qualche registro di barche d’epoca, vi sono varie possibilità e sono attive comunque varie associazioni come l’ASDEC, ARIE ed altre di cui ti parlerò successivamente.
Nel ringraziarti per questa gradita mail-sorpresa che aspettavamo da mesi, restiamo in attesa delle immagini e della storia del tuo Drago.
Cordiali Saluti,
Giacomo Vitale
Gent.mo Giacomo, da circa due anni posseggo un Drago Italcraft da diporto del 1973, mi sono appassionato a questa barca nonostante non ne conoscessi la storia ed ho effettuato dei lavori di restauro che gli hanno conferito una forma smagliante.
Le sarei grato se potesse darmi delle informazioni su questa barca, se possibile conoscere la quotazione, se esiste la possibilità di poterla iscrivere come barca d’epoca e se esistono ancora in circolazione molti altri esemplari.
La ringrazio ed invio cordiali saluti,
Enzo
Se possibile gradirei avere maggiori informazioni a riguardo dell’imbarcazione Delta 28, della quale descrivete note, nel blog barche d’epoca.
Gradirei sapere si il cantiere esiste ancora e quale valore potrebbe avere un’imbarcazione simile, se in discrete condozioni.
Grazie per eventuale risposta.
(ricevuto via e-mail)
Salve,
l’imbarcazione Delta 28 che compare nel ns. blog nella Rubrica Barche Storiche – Signore del Mare, fu costruita nel 1973 dal Cantiere Delta di Anzio allora ed è in ottime condizioni di esercizio. Attualmente il cantiere esiste e si è spostato a Fiumicino.
Questa barca è un raro esemplare, poichè in giro sembra ce ne siano rimaste veramente pochissime ed il suo proprietario la mantiene in ottime condizioni. Originariamente era stata progettata per i motori Volvo Penta 106 HP, ma questa ha gli ottimi Volvo Penta 130 TD Entro Fuoribordo Turbo Diesel, di gran lunga migliori dei vecchi ed inaffidabili 106 che avevano sovente problemi di testata.
Questa barca fu in produzione dal 1970 al 1976 Attualmente se in perfette condizioni può avere un prezzo che si aggira intorno ai 20/25.000 Euro. Per questa tipologia di imbarcazioni d’epoca è importantissimo verificare le condizioni dell’opera viva, il vano motori, lo stato dell’ordinata di poppa, i longheroni longitudinali che servono per la rigidità di tutta la struttura e da supporto per i motori.
Verificare anche le condizioni della coperta per le infiltrazioni d’acqua ed il suo stato generale Per quanto riguarda i motori oltre a controllarne le buone condizioni è indispensabile controllare lo stato dei piedi.
Tutto quanto citato se non in perfette condizioni può variare di molto il prezzo indicato di una barca come il Delta 28, anche se ricordo che queste barche sono per veri appassionati e se c’è qualche cosa da fare, anche di rilevante, vanno sempre salvate e tenute in ottimo stato, poichè si tratta di vere rarità che comunque hanno doti di navigazione eccellenti ed uniche.
Insomma è d’obbligo, salvare o acquistare e soprattutto possedere un opera d’arte quale certamente è un Delta 28.
Per ogni altra spiegazione sono sempre a disposizione.
Grazie per averci scritto. Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Caro Luigi,
ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti e vedo che lo spirito con il quale sto svolgendo questo lavoro è stato compreso chiaramente e ne sono contento. Il mio impegno è appunto quello di cercare ed infine pubblicare tutte le notizie possibili sulle imbarcazioni progettate da “Sonny” Levi e di poterle individuare attraverso servizi fotografici che saranno man mano pubblicati on line a disposizione di tutti gli appassionati.
Con questo servizio, voglio far capire lo spirito con il quale Levi progettava i suoi tanti capolavori partendo appunto dal disegno della carena, tenendo presente le esperienze acquisite e cercando sempre di tentare nuove sperimentazioni, con un estro geniale ed inesauribile. Padre di varie soluzioni tecniche di rilievo, ricordo le sue carene a V profondo (A’ Speranziella e derivate), le imbarcazioni con eliche di superficie e trasmissioni step drive, capaci di velocità e prestazioni notevoli (Drago, Delta Levi 38, Riva 2000), le carene Delta (Surfury, Merry Go Round, Ultima Volta, Delta Blu, Delta Shintesis, Sagitta, Sagitta Special).
Per quanto riguarda questo articolo, sono contento che il mio messaggio sia stato interpretato correttamente, rendendo un servizio che possa essere apprezzato da tutti i veri appassionati di insuperabili barche d’epoca rare e dalle grandi doti di tenuta in mare e navigazione.
Giacomo Vitale
Sono un appassionato lettore di Yacht Digest fin dai tempi della sua nascita, e ho sempre apprezzato la professionalità con cui i vari argomenti vengono affrontati, e come la rivista tenga sempre in alta considerazione i suggerimenti e le osservazioni dei lettori.
Ho letto con vivo interesse l’articolo pubblicato sul blog e devo dire che la passione, la professionalità di chi scrive a mio avviso meritino grande attenzione. Trovo unica e ineguagliabile la ricostruzione dei dati che il sito offre sulla storia di queste barche disegnate da Sonny Levi. Poter disporre di informazioni così ricche e precise sui vari modelli, ritengo sia un elemento fondamentale per consentire ai pochi appassionati possessori di queste splendide barche, o di chi desidera averne una, di poter attingere ad una fonte sicura ed attendibile.
Poichè si tratta di esemplari praticamente unici, credo che quanto è contenuto nel blog, debba essere una fonte di grande interesse per Yacht Digest fornire ai propri lettori un servizio veramente utile, nel rispetto della storia e della cultura di queste inimitabili creazioni che meritano a mio avviso uno spazio adeguato. Complimenti a GV per il blog ricco di interessantissimi spunti storici e tecnici che solo un vero appassionato può mettere insieme, al di fuori di qualsiasi interesse commerciale.
Luigi