Riva 2000 “step drive” un gioiello firmato da “Sonny” Levi
Cantieri Riva di Sarnico – Riva 2000
Riva 2000, su richiesta dei famosi Cantieri Riva di Sarnico fu progettato da “Sonny” Levi una barca con trasmissione step drive spinta da tre motori Riva da 350 cavalli ciascuno e tre eliche di superficie.
Questa occasione fornita dal noto cantiere di Sarnico, diede la possibilità all’ing. Levi di dimostrare ancora una volta i notevoli vantaggi che la trasmissione step drive abbinata alle eliche di superficie dava con un drag trascurabile. (Il drag è la resistenza dovuta all’attrito che, il supporto esterno dell’asse posizionato verso poppa, l’asse stesso e l’ elica , messi insieme fanno perdere una percentuale di potenza prossima al 40% della totale utilizzata).
Levi aveva già sperimentato tutto ciò sul famoso Drago progettato per l’Italcraft di Gaeta alla fine del 1971 e presentato alla stampa specializzata nel gennaio 1972. Con l’applicazione della trasmissione step drive da Levi brevettata, i calcoli, le sperimentazioni ed il suo intuito, riuscirono a trasformare la perdita di potenza dovuta al drag dei supporti degli assi in potenza attiva, utilizzandola proficuamente per la propulsione del Drago, permettendo a quest’ultimo di raggiungere la velocità di 50 nodi.
Si recuperavano così 150 cavalli a motore, che in sintesi vuol dire 300 cavalli utilizzati tutti per la spinta attiva della barca e per quell’epoca a cui si riferisce il debutto del Drago, siamo nel 1972, le dimensioni della barca e la contenuta potenza dei motori, 2 Cummnis da 370 Hp cadauno, fu un risultato eccezionale ottenuto con una barca prodotta in serie per diversi anni e dalle notevoli prestazioni di tenuta in mare tanto che fu acquistata alla Guardia di Finanza in ben 12 esemplari (quattro sono ancora in servizio. Vedere l’articolo di questo blog (Drago progetto di Renato “Sonny” Levi).
- Lunghezza fuori tutto 11,25 m
- Lunghezza al galleggiamento 8,01 m
- Larghezza massima 2,80 m
- Larghezza allo spigolo esterno 2,66 m
- Larghezza allo spigolo interno 2,30 m
- Immersione 0,88 m
- Diedro allo specchio di poppa 20°
- Peso 5,6 tonn.
- Motori 3 Riva da 350 HP cadauo (HP tot.1.050 HP)
- Velocità 53,4 nodi
- Materiale impiegato per la sua costruzione vetroresina
Il prototipo di questa barca Riva fu costruito in legno, mentre successivamente sarebbe stato costruito in vetroresina per la produzione in serie. La barca vuota, senza l’arredamento interno raggiunse nelle prove la velocità di 110 Km/h. Con l’aumentare della zavorra mediante pesi mobili da 200 Kg cadauno, si arrivò ad un peso totale di 5,9 tonnellate, 300 Kg in più di quello che Levi aveva previsto nel progetto, toccando la velocità di 99 Km/h. Il risultato era notevole, poiché con l’aumento del peso di ben 2 tonnellate, la perdita della velocità era contenuta in soli 11 Km/h.
Queste prove effettuate dai tecnici del Cantiere Riva dimostrarono che lo step drive funzionava benissimo. Inoltre le varie prove fatte spostando le zavorre mobili nello scafo vuoto, cioè dotato solo di strumentazione, motori ed organi di governo, permisero di trovare con facilità il punto neutro di equilibrio dello scafo e verificare anche in quali punti invece era negativo porre le zavorre ai fini delle prestazioni.
Questi risultati furono raggiunti con un lavoro di gruppo formato dall’ing. Renato Levi, Giorgio Barilani che si occupava del layout della barca e della sua estetica per conto del cantiere Riva ed i tecnici del cantiere stesso.
In questo Riva 2000 fu introdotto un dettaglio allo step: invece di essere a gradino netto, lo specchio di poppa saliva ad incontrare il prolungamento dell’opera morta con un raggio raccordato, creando un arrotondamento verso dietro, migliorando la manovrabilità e favorendo la retromarcia (vedi nota al disegno)
Le eliche esterne furono previste con lo stesso senso di rotazione, mentre la centrale era contro rotante. L’elica centrale era più bassa, sviluppando una maggiore coppia e compensando quella globale delle due eliche esterne, ma per migliorare l’efficienza durante le manovre d’attracco, le eliche laterali furono previste con la rotazione verso l’esterno della barca ed il fatto che l’elica centrale avesse il verso di rotazione uguale ad una delle due eliche esterne, non creò alcun problema di coppia.
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Salve a tutti.
Voglio rispondere a Giovanni circa la presunta differenza sostanziale di esercizio, della trasmissione centrale.
Mettiamo caso, che la barca in questione fosse stata monomotore… ovviamente con lo stesso sistema Step drive o comunque ad elica di superficie, ebbene è altrettanto ovvio che questa si sarebbe trovata a lavorare in posizione centrale e nella zona del vertice della “V” formata dal falso specchio di poppa.
In pratica non vi è differenza sostanziale di funzionamento tra le le trasmissioni esterne e quella centrale, funzionano in base allo stesso principio.
Esiste solo qualche differenza di dettaglio, come il fatto che l’elica centrale sarà l’ultima a “entrare” in ventilazione e che le laterali saranno soggette nelle virate strette a fuoriuscire un pò troppo, ma normalmente in queste configurazioni, si differenziano almeno i diametri esterni dalla/le interne.
Vito
Grazie a te Giovanni!
Siamo contenti di essere riusciti a dar risposta alle tue domande circa il Riva Levi 2000, che è una barca straordinaria!
Quanto alla frase che citi in chiusura del tuo commento aggiungo: è proprio come tu dici!
Cordiali saluti,
Giacomo
Grazie Giacomo e Alex,
grazie a voi il quadro del Riva 2000 adesso è più completo… stavo verificando il rapporto peso potenza dei motori… la soluzione a tre propulsori è l’unica che consente di avere una potenza di 1050cv con soli 1150kg di peso per i motori (a secco senza invertitori)…
Non sembra esistano in commercio motori che consentano una configurazione più vantaggiosa (sia a doppia che a tripla installazione) se si escludono i BPM che non sono da diporto… Dato che ogni chilo in più a poppa su una barca con eliche di superficie è mortale, la soluzione presa dall’ing. Levi pare, con questi calcoli spiccioli, la più vantaggiosa e non il frutto di scelte stravaganti…
Quando l’ing. Levi progetta, nulla è lasciato al caso!
Ciao a tutti,
Giovanni
Caro Giovanni,
l’ing. Levi, quando fu incaricato di progettare il Riva Levi 2000 dotato di tre motori, step drive raccordato ed eliche di superficie, ne rimase affascinato per questa nuova sfida ed essendo un ingegnere puro, quindi specializzato nel risolvere problemi tecnici e nuove idee di progetto, mise il meglio di se stesso per realizzare un gioiello unico ed irripetibile…
Alla tua domanda: Cosa penso del Riva Levi 2000? Assolutamente un gran bene! E’ una barca che a circa trentasei anni dalla produzione dei suoi primi esemplari è attualissimo, assolutamente d’avanguardia e non mi ripeto in quello che già è stato detto.Una versione di oggi rivista ed adeguata ai tempi attuali, non guasterebbe, anzi, al contrario, potrebbe ritornare in auge…
E’ sempre un piacere parlare con veri appassionati di barche “serie” come quelle progettate dall’ing. Levi..
Un caro saluto,
Giacomo
Giovanni,
non ti saprei rispondere nello specifico, io ne ho visti due a distanza di anni al Lago di Garda, sappiamo che sono stati costruiti più di 50 esemplari e che tanti sono in giro per il mondo, non posso dirti di più se non che… vedere una barca del genere in mare, deve essere uno spettacolo di sicuro, in lago… mi ha emozionato ma con un nodo alla gola!
Alex
Grazie Alex,
ma è una mia impressione o il Riva 2000 si è diffuso sopratutto al nord, lago di Garda, lago d’Iseo (ovvio!)?
Un saluto a tutti gli “amici di Sonny”
Giovanni
Hehehe.. il Riva – Levi 2000,
gran bella carena, ottime caratteristiche di tenuta in mare, velocità considerevoli e uno stile inconfondibile: Levi!
Il connubio Riva e Levi, per quei tempi, credo sia stato il massimo dell’evoluzione di un progetto tra due grandi nomi della nautica e anche le storie, i progettisti e tutto quello che in quei mitici anni si muoveva attorno alla cantieristica italiana, sia ancora oggi un “must” non eguagliato e difficilmente raggiungibile.
Riva 2000 è a tutti gli effetti una carena Levi, linee inconfondibili, caratteristiche tecniche e costruttive indiscutibili per non parlare della bellezza di questa barca.
Ho avuto modo di vederne una qualche anno fa al lago di Garda in navigazione, uno spettacolo è dire poco. Un altro modello è visibile in un cantiere vicino Lazise, la carena è inconfondibile: Levi – Riva.
Non so gli altri e rispetto tutti ma credo che sia stata tra le poche carene realizzate dal cantiere Riva che può vantare di essere una barca da mare, non che le altre non lo siano ma personalmente, il diedro piatto di qualsiasi carena, che sia Riva o altri, a me spaventa.
Alex
Volevo proprio sentire questo: “non fu una scelta tecnica del progettista ing. Renato “Sonny” Levi”
Infatti penso che il “Mago” avrebbe concepito il Riva 2000 con due motori e non tre… continuo a pensare che l’elica centrale non lavori in regime supercavitante… raccordare il disegno delle eliche esterne con quella centrale dev’essere stato un lavoro impegnativo…
Mi piacerebbe conoscere un tuo spassionato giudizio sul Riva 2000…
Grazie ancora per il tempo che dedichi a noi appassionati.
Giovanni
Caro Giovanni,
per migliorare l’efficienza, il senso di rotazione delle eliche esterne fu previsto verso l’esterno ed il fatto che l’elica centrale girasse nello stesso senso di rotazione di una delle due esterne, non creò alcun problema di coppia. Anzi, questa scelta tecnica, insieme al raccordo curvo che aveva lo scalino dello step drive, invece di essere dritto come sul Drago, migliorarono decisamente la manovrabilità di questa barca, specialmente durante le manovre di attracco.
La scelta di progettare una barca con trasmissione step drive, tre motori Riva da 350 HP cadauno con le relative tre eliche di superficie, fu una precisa richiesta dei cantieri Riva di Sarnico (Bergamo) e non una scelta tecnica del progettista ing. Renato “Sonny” Levi.
Infine, questa richiesta del cantiere Riva diede ulteriore modo all’ing. Levi di dimostrare che il suo brevetto step drive, abbinato con le eliche di superficie, riducevano il drag dovuto agli assi ed ai cavallotti, ad un valore trascurabile, guadagnando ben 175 CV per asse.
Infatti, una carena senza step drive con due linee d’asse, perde per effetto del drag, attrito dovuto agli assi e relativi cavallotti, il valore sopra indicato a motore che, moltiplicato per due vuol dire 350 CV impiegati attivamente nella spinta propulsiva della barca. Applica questo parametro ai tre motori del Riva 2000 e ti renderai conto della “genialità” di questo invento.
Per qualsiasi altra domanda, sono a disposizione!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Grazie Giacomo per la tua sempre pronta risposta… se il Riva 2000 supera i 60 nodi (e non i 50 come dice la scheda) tutto è più chiaro e coerente…
Mi incuriosisce un’altro aspetto del Riva 2000… il fatto che probabilmente le eliche esterne lavorano in regime supercavitante e quella centrale in “presa diretta”… come fanno a lavorare assieme? …cosa porta alla scelta di 3 motori al posto di 2, considerando che l’elica centrale genera il drag di un linea d’asse?
Come vedi ti assillo un pò…
Ancora grazie Giacomo!
Giovanni
Gentile Giovanni,
ti metto in comunicazione direttamente in privato con Oscar.
Grazie per averci scritto!
Giacomo Vitale
Gentile Giovanni,
certamente le due carene di cui parli hanno scelte tecniche di progetto simili, ma sostanzialmente sono abbastanza diverse l’una dall’altra.
La potenza disponibile con i motori Cummins montati sul Drago Italcraft erano di CV 370 x 2 = 740 CV totali con due motori, mentre la lunghezza massima f.t. era di 13 metri, la larghezza massima era di 2,62 metri, peso 6 tonnellate.
Il disegno di carena del Drago era con trasmissione step drive ed eliche di superficie, lo stesso dicasi per il Riva 2000, ma il Drago era decisamente più stretto e lungo, raggiungendo i 50 nodi di velocità massima. I motori montati sul Riva Levi 2000 erano tre Riva da 350 CV ciascuno per un totale di 1050 CV totali, mentre la barca era lunga f.t. 11,25 m, larga f.t. 2,80 m ed era in grado di raggiungere e superare i 60 nodi, peso 5,6 tonnellate…
Insomma, barche simili ma decisamente diverse nelle misure di ingombro, nella potenza massima disponibile, nel numero dei motori istallati e la relativa potenza…
Grazie per averci scritto.
Giacomo Vitale
Vorrei fare una considerazione riguardo al Riva 2000…
Non comprendo come una barca più pesante come il Drago con motori 2×370 raggiunga i 50 nodi come il Riva 2000 con 3×350.
Comprendo che il Drago sia una barca più tirata, è più lunga e stretta del Riva, ma stiamo parlando di due barche disegnate dallo stesso progettista, entrambe con lo step drive… oltretutto il diedro da 20° a poppa del Riva dovrebbe teoricamente avvantaggiarlo in velocità rispetto al Drago (25°), magari a discpito del comportamento con mare formato…
Sarebbe bello avere lumi a riguardo da chi queste barche le ha sognate e progettate: il nostro “guru” Renato Sonny Levi.
Un saluto a tutti gli appassionati,
Giovanni
Ciao Oscar,
mi interesserebbe la barca “white star”. Come faccio a contattarti?
Bellissima barca che suscita ancora curiosità e stupore, dopo quasi 40 anni anche alla vista dei giovani delle nuove generazioni.
Consideriamo che al tempo della sua costruzione giravano fiat tipo le 128, per non parlare delle linee di bmw e mercedes che viste ad oggi sono brutte e passate… questa barca secondo me era al di sopra di tutto, un’opera d’arte di architettura contemporanea.
Vedere il Riva 2000 negli anni ’70 era come vedere un astronave!
SALVATE UN RIVA 2000 IN ABBANDONO SENZA MOTORI!Si chiama WHITE STAR (stella bianca) bianco con cruscotto rosso, si trova depositato in un capannone ha tutto ma gli hanno tolto i motori!
Oscar