L’incredibile storia di un Settimo Velo progettato da Renato Levi – Arcibaldo
Qualche settimana ci ha scritto Maurizio, che inviando foto e documentazione della sua barca, voleva sapere se era una carena disegnata da “Sonny” Levi.
Tutto è nato girovagando in rete, dove il motore di ricerca ha portato Maurizio su Altomareblu.
Settimo Velo
Infatti, dopo aver acquistato ed usato questo Settimo Velo con soddisfazione per nove anni, Maurizio aveva deciso di metterla in vendita ed era alla ricerca di informazioni, perché un dubbio lo assillava e si domandava: sto facendo bene a cedere questa barca? Infatti la sua modesta esperienza di marinaio… gli aveva fatto capire che quella barca navigava molto bene, ma aveva già notato che il suo Settimo Velo “Arcibaldo”, come disegno di coperta, era un po’ diverso rispetto ad altri visti su Altomareblu e così ci ha scritto inviandoci le foto e le notizie tecniche di questa unità in suo possesso, chiedendo lumi…
Appena ho visto le foto, gli ho domandato se avesse modificato il disegno delle sovrastrutture del ponte e la sua risposta è stata no, visto che l’aveva acquistata nelle condizioni in cui si vede nelle foto.
Inoltre mi ha anche riferito che i motori originali di prima istallazione li buttò, in quanto erano arrivati alla fine. Per la precisione si trattava di due Mercruiser efb (entro fuoribordo benzina) da 160 CV ciascuno. Adesso, col senno di poi, aggiunge Maurizio, non lo avrei fatto.
Purtroppo nell’anno 2000 ero rimasto praticamente a piedi e scelsi questa soluzione.
La barca comunque è rimasta lo stesso molto veloce e maneggevole, assumendo il giusto assetto di planata in pochissimi metri, anche con le manette aperte a filo di gas ed a bassa velocità.
Per quanto riguarda la tenuta in mare Maurizio riferisce che non ha mai avuto grossi problemi, anche se va detto che non ha mai affrontato situazioni molto critiche. Infine aggiunge che, una coppia di flap, certamente migliorerebbe la sua già grande manovrabilità in navigazione.
Il motore scelto nel 2000 per questa barca classica Settimo Velo, al posto dei due vecchi Mercruiser a benzina, fu un Volvo Penta da 200 CV – 8V a benzina.
Con questo propulsore, aggiunge Maurizio, non ha mai sentito la mancanza di spinta e con carena pulita, raggiunge senza affanni i 32 nodi di velocità massima.
La velocità di crociera è di 26 nodi. Per planare non ci sono problemi, appena si da gas, la poppa si solleva, ponendosi nel giusto assetto di navigazione.
Questo buon comportamento della carena, aggiunge Maurizio, penso dipenda certamente dal suo ottimo disegno e poi anche dalla spinta immediata delle doppie eliche. Purtroppo i vecchi motori non ci sono più ed ho saputo che barca avevo solamente da pochi giorni.
Acquistai questa barca classica Settimo Velo “Arcibaldo” perché quando la vidi la prima volta mi colpì, tipo quando vedi una bella donna e non per la carena “Sonny” Levi, di cui non ne sapevo nulla. Posso dire che, se non l’avessi acquistata, certamente oggi non ci sarebbe più.
Maurizio inconsciamente ha avuto la fortuna di acquistare una straordinaria “Carena Levi” e gli ho suggerito di non disfarsene mai, almeno fino a quando navigherà per mare, perché in questo caso, se ne pentirebbe amaramente.
Ho consigliato Maurizio, magari tra qualche anno, compatibilmente con la sue risorse economiche ed in occasione di un prossimo refitting, di raddoppiare i motori, trovando un altro VP 200 HP duoprop e motorizzando la barca come da progetto iniziale…
Ricordando i momenti in cui Maurizio acquistò Arcibaldo, alla fine stagione estiva del 2001, pose la barca in secco, sempre ai cantieri di Aprilia Marittima, iniziando ad informarsi sui costi per una eventuale riparazione e resinatura della carena e gli preventivarono una spesa di circa undici milioni per eseguire l’intervento in carena appena descritto.
Ma lascio la descrizione di quei momenti direttamente all’interessato che dice:
la cosa non mi convinse e cominciai intanto a togliere lo spesso strato di antivegetativa dalla carena. In 2/3 fine settimana, riuscii a portare a legno vivo la carena, riuscendo a vedere anche una parte della stessa che era ormai marcia. Nel frattempo feci amicizia con Wolfgan, un tedesco di Colonia che ormai già da anni lavorava al restauro della sua barca a vela. Questo Wolfgan è veramente un tipo particolare e tuttora nel 2009, sta ancora lavorando sulla barca e ogni volta che gli chiedo quando la metterai in acqua, mi risponde alzando le braccia “oh non sapere, no problema, lan sam, piano piano.
Non conosco il tedesco e Wolfgan, conosce poco l’ italiano, ma a gesti e con il vocabolario mi spiegò come fare la riparazione. Inoltre, mi comprò tutto il materiale necessario in Germania (resina, tessuto biassiale di vetro, dosatori, addensante ecc.).
Preparai così le toppe di compensato e le sagomai secondo necessità, cercando di farle il più precise possibile. Poi le resinai sovrapponendo tre strati di fibra e relativi strati di resina epossidica su tutta la carena. Tutto questo lavoro, che è più facile a scriverlo che a farlo, mi impegnò quasi tutto l’inverno, ma in cambio mi ha dato molta soddisfazione e venne benissimo.
Il tutto costò 700 mila lire, anziché gli undici milioni che mi erano sati richiesti dal cantiere. Onestamente nel conto devo aggiungere un paio di casse di birra e qualche bottiglia di buon vino che abbiamo bevuto in compagnia.
All’ inizio di aprile 2002, la barca era in acqua e me la sono goduta per tutta l’estate e per tutte le estati che si sono avvicendate fino a quella del 2008, mentre mi appresto a divertirmi con lei anche questa estate che è praticamente quasi iniziata.
In culo alla balena Maurizio e buon divertimento!
Noi tutti di Altomareblu siamo comunque contentissimi che la nostra presenza sul web contribuisca a diffondere la conoscenza ed il culto delle carene disegnate da Renato “Sonny” Levi e possiamo affermare con assoluta certezza che un buon numero di queste unità, senza la nostra vigile presenza sul web, sarebbero già state demolite ed la nascita del Registro Storico delle Carene Levi è stata un ottimo veicolo di diffusione e conoscenza di queste eccezionali e spesso “uniche” creazioni.
Caro Maurizio,
ti ringrazio per tutto quello che mi dici e che gradisco molto, perché con la mia passione che ho “contagiato” a tanti altri appassionati, sono riuscito a salvare diverse carene Levi da sicura demolizione, mentre altre sono state restaurate egregiamente e non sapendo il loro effettivo valore, forse sarebbero finite per pochi spiccioli nelle mani sbagliate ed è proprio questo che non vogliamo e diversi lettori ci hanno comunicato che se non fosse stato per il nostro blog, avrebbero addirittura demolito o ceduto con pochi soldi delle bellissime imbarcazioni e questa è una grande soddisfazione, perché vuol dire che il nostro messaggio è recepito positivamente.
Per quanto riguarda Alex, tuo ex vicino di barca, provvedo ad inviarti privatamente la sua mail, in modo che possa contattarlo direttamente.
Un caro saluto,
Giacomo
Buongiorno Giacomo,
ho visto e letto l’articolo che hai realizzato, mi è piaciuto moltissimo. Ricordo con piacere Alessandro, che per qualche giorno è stato mio vicino di barca e sono contento che abbia riconosciuto Arcibaldo. Non
lo vedo da parecchio e mi piacerebbe salutarlo.
Per quanto riguarda l’articolo che hai composto ti ringrazio vivamente per il tempo, la passione e la gioia che esprimi per fare e portare avanti questo
registro storico.
Ciao,
Maurizio
Gentile Alessandro,
ti ringraziamo per questo tuo commento e per l’incitamento a Maurizio affinché non venda Arcibaldo… posso assicurarti che non la venderà più e questo ci fa molto piacere, grazie ad Altomareblu ed alla forza del web… Bravo Maurizio e bravo Alessandro!!!
Un caro saluto ad entrambi…
Giacomo
Come è piccolo il mondo…
Affezionato lettore di Altomareblu, vedo oggi con estremo piacere le foto di Arcibaldo, barca di fianco alla quale ho ormeggiato per alcuni anni.
E son pure contento che anche voi, che parlate con più cognizione di causa rispetto al sottoscritto, facciate pressione perchè Maurizio non si liberi di cotanta barca!
Alessandro