Vintage: Delta 38′ Levi
Conosco bene questo magnifico esemplare di “Delta 38” progettato da Levi e costruito dal Cantiere Delta di Fiumicino nel 1980 in soli due esemplari, di cui il secondo si trova attualmente in Grecia e batte bandiera greca.
Nell’aprile del 2008 ne scoprii l’esistenza quando il precedente armatore mi contattò per informarmi che era in possesso di questo raro esemplare di carena Levi e che per motivi legati alla sua professione, non avendo sufficiente disponibilità di tempo e non utilizzandola, intendeva venderla.
Fu così che chiese di dargli una mano in tal senso e gli risposi che potevamo pubblicare un annuncio su AMB, visto che è un sito dedicato in buona parte alle carene Levi. Inserii tutta la documentazione fotografica che l’armatore mise a disposizione nell’annuncio e dopo circa un paio di anni la barca fu acquistata da un appassionato ed esperto di questa tipologia di unità.
Il mio obiettivo era di riuscire a trovare un nuovo armatore degno di questa barca e non nascondo che fui contattato precedentemente da due altri potenziali acquirenti, ma capii che non era una adatta a loro… troppa ignoranza (voce del verbo ignorare – non è un’offesa, ma solo una constatazione) in materia e credo di aver reso loro un immenso favore, poiché per seguire una barca del genere occorre preparazione e cultura, mentre loro al massimo potevano essere degni padroni di barche in vetroresina, alias plasticone…
In questo caso il problema non è assolutamente di origine economica, ma di mancanza assoluta di cultura della barca in legno ed anche marinaresca ad essa legata.
Invece, nel raccontarvi la storia di questo Delta 38 si può capire bene di cosa sto parlando leggendo il seguente articolo: Delta Levi 38.
Da quell’articolo si possono leggere le sue caratteristiche tecniche e vedere le immagini che documentano ampiamente quanto descritto.
Dati tecnici della barca:
- Lunghezza ft: 11,53 m
- Larghezza max.: 2,80 m
- Larghezza ft specchio di poppa: 2,34 m
- Diedro allo specchio di poppa: 26°
- Motori: AIFO 8361 RM (Cilindrata 8.102 cc) 2 x 270 HP a 2.600 g/min
- Potenza totale: 540 HP
- Velocità massima: circa 38 nodi
- Trasmissione: Step Drive con eliche di superficie (brevetto Levi)
Prima di descrivere le condizioni di questa barca, anche alle cure a cui l’ha sottoposta l’attuale armatore, voglio prendere in considerazione alcune mie osservazioni tecniche. Nel leggere i dati appena descritti l’occhio esperto nota subito che ci sono quattro punti da analizzare con molta attenzione, essi sono:
- Il rapporto lunghezza – larghezza
- L’utilizzo della carena step-drive
- Il valore dell’ angolo di diedro allo specchio di poppa
- La il valore della potenza massima applicata
Coloro che conoscono le barche Levi capiscono che questa carena del Delta 38′ è certamente figlia di quella del Drago – Italcraft, che fu tra le tanti progetti di Levi, la prima imbarcazione dotata di trasmissione step – drive ed eliche di superficie, di cui abbiamo ripetutamente parlato qui su AltoMareBlu (AMB) evidenziando ancora una volta che lo step – drive genera una riduzione di circa il 25% del drag (attrito) che cavallotti, assi ed eliche sviluppano, consentendo ad una barca di queste dimensioni del peso di circa 6 tonnellate e con una potenza appena di 540 HP, sviluppata dai due “vecchi” motori Aifo, di raggiungere circa 38 nodi di velocità massima. Un risultato di non poco conto.
Tuttavia, ai comandi del Delta 38 si nota in navigazione qualche difficoltà nel virare. Questo è dovuto alle posizioni dei timoni che ricevono il flusso di acqua “sporcato” dalle eliche misto a bollicine d’aria che alterando il fluido acqua, riducendo la loro risposta alle sollecitazioni della ruota del timone al variare degli angoli di barra. Va considerato che avendo la barca eliche di superficie, esse lavorano in planata solo con la parte inferiore del disco, cioè delle pale, sollevando la poppa e probabilmente i timoni risultando un po’ “corti”.
Sarebbe da sperimentare un coppia di timoni più lunghi oltre il diametro della parte bassa delle eliche, calcolandoli adeguatamente, poiché in quell’area il flusso dell’acqua è più pulita e quindi il fluido più denso, permetterebbe ai timoni di rispondere meglio alla loro funzione.
Ma vediamo come un armatore deve saper curare una barca come il Delta 38, così come sta facendo l’attuale che oltre ad essere per tradizione familiare un grande appassionato di barche Levi, è anche un ingegnere, quindi con la dovuta preparazione tecnica e marinaresca, attentissimo in tutto, a partire dalla cura della carena, fino ad arrivare al controllo dei motori, impianti ecc..
Ogni sua scelta è opportunamente ragionata e questo consente all’armatore, sapendo come ha fatto realizzare determinati lavori, di avere le sue certezze che navigando in una barca rappresentano un valore elevato ai fini della sicurezza.
Il primo varo è avvenuto a Salerno dopo averla acquistata e sottoposta ad alcuni lavori di pitturazione di tutto lo scafo in opera viva, morta e nel pozzetto, oltre all’abolizione del serbatoio d’acqua strutturale che si trovava a prua in cabina armatoriale, essendosi marcito in qualche punto.
E’ stata sostituita a tale scopo, anche la paratia che divide la cabina armatoriale dal vano che alloggia la catena e la base del letto a V, riportando tutto in perfetto ordine e immettendo nell’apposito spazio il nuovo serbatoio flessibile in tela gommata, molto pratico che consente una facile rimozione per la pulizia eseguendola a terra mediante l’utilizzo di acqua potabile ed amuchina.
Sono stati effettuati alcuni interventi di meccanica riguardanti:
- cambio olio motori
- cambio filtri olio
- cambio filtri nafta ecc..
- Sostituzione assi in quanto uno era piegato e non recuperabile
La prova in mare è stata effettuata il giorno 11.03.2011 e nel complesso andò bene. Quindi, ultimate altri piccoli interventi, dopo qualche giorno la barca fu trasportata su gomma a La Spezia.
Nelle due foto il varo a Salerno per i primi test di prova della barca che dal momento in cui era stata acquistata, non era ancora stata provata
Inizio dell’avventura con il Delta 38 Levi nell’estate del 2011
Con il varo a La Spezia e la scelta del posto barca a Lavagna, il nuovo armatore inizia a navigare con il suo Delta 38′.
Durante l’uso della barca nella stagione estiva del 2011 si verifica la rottura della barra di accoppiamento dei timoni. Inoltre, si avvertono, dopo un certo numero di ore di navigazione, vibrazioni pronunciate nella parte posteriore degli assi, che coinvolgono anche le losche dei timoni.
Da tener presente che dopo la prova fatta a Salerno si decise di far costruire una nuova coppia di eliche di superficie, poiché quelle montate erano cotte e corrose e dato che il loro utilizzo avviene in supercavitazione, non era certamente sicuro continuare ad usarle, con il forte pericolo che qualche pala potesse distaccarsi arrecando danni seri alla carena.
Le nuove eliche erano state anche ben bilanciate ed all’inizio del loro utilizzo non si evincevano tante vibrazioni, anche se c’erano ed è nato anche il fondato sospetto che i nuovi assi vibrassero sin dall’inizio.. ma le condizioni pessime delle vecchi eliche lasciavano pensare che fossero queste ultime a generarle, anche se poteva darsi che l’armatore possa aver preso in navigazione ad alta velocità un corpo semisommerso senza accorgersene e che potrebbe aver danneggiato un asse…
Situazione dopo l’alaggio della barca a Rapallo:
L’armatore approfittando di questo stop forzato, dopo aver alato la barca a Rapallo ha analizzato con l’aiuto di addetti ai lavori:
- assi
- astucci passascafo
- tenute assi
- losche timoni
ordinando il loro smontaggio. Al termine della stagione 2011 la situazione dei particolari elencati è quella che si evince dalle foto di seguito pubblicate:
Dalle immagini si evince che sono stati smontati gli assi, le relative flange di accoppiamento asse invertitore, i due passascafo per gli assi, le boccole. Inoltre, dopo aver ricontrollato i timoni (perché i loro assi avevano gioco nelle losche e quindi si pensava che le vibrazioni potessero avere questa provenienza, si è deciso poi di rifarli insieme alle losche. In seguito, purtroppo, si è constatato che, per sfilare le losche, il cantiere aveva scalpellato il legno della carena sino a distruggere i “tacchi” all’interno della carena stessa.
Tutti questi lavori sono stati fatti nell’inverno del 2012. Anche le boccole nei cavallotti sono state cambiate perché quelle iniziali in bronzo-gomma erano “svergole” poiché modificate visto che l’accoppiamento dei diametri “interno – esterno” non era idoneo a quello dei diametri degli assi/cavallotti. Nel rifarle si è optato per il “Segaleo” o “tela bachelizzata”, che era il materiale usato per le boccole di Arcidiavolo e che… già andava ottimamente nel 1975 !!
Dopo lo smontaggio delle parti elencate l’armatore, sentendo i miei consigli, ha provveduto a sostituire le ormai obsolete tenute degli assi a treccia, con tenute idrauliche ad olio. Il vantaggio rispetto alle vecchie tenute fatte con la corda imbevuta di grasso, denominata baderna, che richiedono periodicamente essere registrate mediante l’avvitatura di due perni che stringono la baderna tra l’astuccio e l’asse, ne evita il passaggio d’acqua che potrebbe allagare la sentina e nei casi più gravi, quando il gocciolamento è notevole i pericoli possono essere veramente seri.
Ho apprezzato molto l’armatore per aver ascoltato questo mio suggerimento che gli porta diversi vantaggi in chiave di sicurezza e praticità di gestione dell’unità, impedendo all’acqua salata di entrare in sentina e con l’evaporazione dovuta al caldo, tendere a corrodere tutto quello che di metallo è presente in sentina.
La boccola della tenuta idraulica non fa usurare l’asse e non frena la sua rotazione, assorbendo potenza ai motori, che si traduce a lungo andare in consumo e sollecitazione meccanica al minimo che alla fine è negativa, così come avviene per la baderna. Infine, si evita la scocciatura di torcersi come un’anguilla per scendere in sentina e registrare le tenute degli assi con la baderna… risalendo sul pozzetto con la schiena a pezzi… e di “segnare” con un solco l’asse dovuto all’attrito e di farlo scaldare, innescando un circolo vizioso che porta a “stringere” sempre di più le baderne.
In questa fase di manutenzione l’armatore ha previsto l’istallazione di un nuovo profondimetro e gps, oltre alla realizzazione di un nuovo impianto “anti correnti galvaniche”.
Dopo gli importanti lavori descritti questa fantastica barca con i suoi trentaquattro anni di età e gestita con intelligenza, preparazione e buon senso ha fatto trascorrere due estati bellissime 2012/13 comportandosi benissimo consentendo di navigare in una serie di crociere tra la Costa Azzurra e Montecarlo, nella stagione 2012.
Significativamente bella l’estate del 2013, dove l’armatore ha portato la barca da Lavagna a Piombino (100 mg in 4 h) e poi ha attraversato il Tirreno andando in Sardegna, a porto Ottiolu, vicino all’isola di Tavolara (170Mg in 7h) e dove ha trascorso due settimane incantevoli, per poi rientrare a Piombino in 6h, tagliando il Tirreno con rotta Montecristo, ed infine circumnavigando l’isola d’Elba, regalando giornate indimenticabili sia all’armatore che ai suoi famigliari.
Cosa consigliare all’armatore del Delta 38′ Levi:
di godersi la barca così come sta, ma quando i motori saranno da sostituire, potrà optare per una coppia di moderni common rail sei cilindri a V da circa 300 HP ciascuno ed il montaggio di trasmissioni trimmabili e brandeggiabili, così come ho indicato per il progetto della Speranzella di cui abbiamo scritto nell’articolo:
Restauro vintage: Speranzella – Top System?
La barca classica Delta 38, avrà un assetto impeccabile, superando decisamente qualche indecisione di cui esposto nelle righe, con una velocità di punta che sarà decisamente superiore a quella di circa 36 nodi che attualmente può raggiungere e che potrebbe agevolmente essere di oltre 42 nodi. Questo permetterebbe alla barca di avere una velocità di crociera di circa 22 nodi planando agevolmente e riducendo il roker o superficie planante bagnata, con un consumo contenuto e percentuali di CO2 ridotte e scusate se è poco!!
Gentilissimo Tino Melis,
siamo contenti della SUa passione per le barche e La ringraziandola per quello che dice di AMB.
Se ha domande o commenti da fare circa gli articoli e gli argomenti ci scriva e cercheremo di risponderle ai Suoi quesiti.
Benvenuto a bordo di AltoMareBlu e buno vento…
Giacomo Vitale
Vado in barca dal 1972… una grande passione, una libreria piena di riviste e libri… eppure non vi conoscevo!
Ammessa la mia grossa ignoranza, non mi resta che farvi i complimenti e salvarvi tra i Preferiti!
Saluti
Tino Melis