Sommergibile Nessie, fantasia o realtà?
Pochi mesi fa è morto l’architetto Franco Harrauer con cui tardivamente, solo nel 2011, avevo avuto la possibilità di entrare in contatto e stabilire con lui un buon rapporto di amicizia.
Quando stavo scrivendo il mio libro “Malta 2” mi era capitato, nel cercare del materiale illustrativo dell’azione di Malta, di vedere una stampa di Harrauer che meglio non poteva sintetizzare l’inizio dell’azione che poi porterà TeseoTesei alla morte.
Vedendo questa stampa ed altri articoli in cui tirava in ballo personaggi della X^ MAS, lo contattai per saperne di più su come li aveva conosciuti e scoprimmo così che negli anni settanta/ottanta avevamo percorso itinerari professionali paralleli e su questi avevamo proseguito negli anni successivi, quindi, proprio perché paralleli, ci saremmo incontrati solo in un punto lontano all’infinito, cioè mai.
Ma così non è andata e con la mia storia di Malta abbiamo finito per far sì che le due linee su cui eravamo a un certo punto perdessero la loro parallelità e s’incrociassero e questo mi ha permesso di conoscere un personaggio veramente come pochi sia sotto l’aspetto umano che professionale.
Tra i vari racconti di Harrauer pubblicati su AMB, “Sommergibile Nessie” è senza dubbio il mio favorito ed ho pensato, quindi, per ricordare l’amico che non è più tra noi, di raccontare delle cose inedite successe proprio quando eravamo su quelle famose linee parallele.
La storia del “Sommergibile Nessie”, un motoscafo in grado di navigare sia in superficie ad alta velocità che in immersione, è ambientata negli anni sessanta/settanta in piena guerra fredda. Nessie è un progetto segreto finalizzato ad operazioni speciali in Adriatico per la ricognizione del litorale dalmato. Su questo litorale si ipotizzano l’esistenza di basi segrete in caverna capaci di ospitare addirittura vedette lanciamissili russe classe Osa, quindi missioni d’infiltrazione subacquee su queste coste avrebbero potuto raccogliere quelle informazioni che la sola ricognizione aerea non era in grado di dare.
C’era da investigare se certe grotte costituivano l’ingresso o meno a queste basi segrete, le dimensioni delle imboccature lo facevano presupporre.
Si potrebbe pensare che si tratti di un racconto alla James Bond, ma così non è. Effettivamente quelle coste fino agli anni ottanta sono state oggetto di particolari attenzioni e sorveglianza perché la linea della cortina di ferro correva proprio nel bel mezzo dell’Adriatico.
Quindi, Harrauer, nel suo racconto, anche se introduce un mezzo subacqueo che all’epoca ancora non esisteva, non per questo si discostava molto dalla realtà. Evidentemente era a conoscenza sia dei mezzi all’epoca esistenti per l’incursione subacquea sia dei progetti di nuovi mezzi a cui si iniziava a lavorare; qualcuno stava proprio pensando a un Nessie. Chi lo stava pensando?
Questo qualcuno, Harrauer lo presenta nel suo racconto per gradi e ce lo fa conoscere mentre prepara una missione di guerra per la X^ MAS come pilota di semoventi subacquei tipo SSB (Siluro San Bartolomeo); ci descrive proprio quella che avrebbe dovuto essere l’ultima sua missione nell’Aprile del 1945, a guerra praticamente finita. Caso strano anche qui i mezzi, i due SSB salvati dallo sbando finale, sono ormeggiati in una caverna dell’isola Palmaria e da questa caverna il nostro personaggio sarebbe partito per attaccare una delle navi mercantili americane entrate nel vicino porto di La Spezia per scaricare materiali per le forze di occupazione.
L’operazione non si concluse perché fu fermata con gli operatori già in acqua da un messaggio telefonico in cui veniva comunicato che la guerra era finita.
Il personaggio in questione è il Tenente del Genio Navale Sergio Pucciarini, ingegnere navale e pilota di mezzi subacquei della X^ MAS, che nel 1954 fondò a Livorno la COSMOS, acronimo di Costruzione Motoscafi Sottomarini. L’ingegner Pucciarini diresse personalmente l’azienda fino al 1989 costruendo vari tipi di veicoli subacquei di derivazione SSB, tipo l’ ippocampo e i più famosi CE2F, nonché mini sottomarini fino a 120 tonnellate di dislocamento subacqueo.
I suoi prodotti sono stati venduti alle marine di tutto il mondo, tranne alla Marina Militare Italiana che fece altre scelte per motivazioni che più avanti verranno accennate. Una certa serie di veicoli subacquei, tipo l’ippocampo, ebbe un buon successo anche in campo civile. Nel 1989 cedette l’azienda a un gruppo d’imprenditori cileni che la condussero alla crisi culminata nel 2003 con il fallimento e successivamente con la chiusura definitiva.
Nella foto di seguito riportata, pubblicata dal giornale “Candido”, si vede l’Ippocampo nel porto di Genova nel 1954 pilotato dallo stesso Pucciarini e come secondo Roberto Serra, altro ex pilota di SLC della X^ MAS, diventato poi un illustre medico che ha condotto attività di ricerca in campo internazionale sulle malattie polmonari. Il professor Serra, oggi arzillo novantaquattrenne, due anni fa ha pubblicato un suo libro, “Orione 1943” – L’ultima Missione della X^ Flottiglia MAS, in cui rivive serenamente i momenti storici che hanno caratterizzato la sua vita, dal 1943 al 1945, come pilota di SLC (Siluro Lunga Corsa) della X^ MAS.
Minisommergibile COSMOS Classe 120. Anni 90. Sommergibile allestito in COSMOS per una marina straniera ma la cui vendita non si è mai concretizzata.
Quindi a incuriosirmi sul Nessie fu proprio il nome di Pucciarini, personaggio che, nei primi anni ottanta, ho avuto modo di conoscere e di frequentare per lo sviluppo di un progetto che prevedeva l’installazione e la sperimentazione su un suo mini sommergibile di un nuovo sistema di propulsione che ne avrebbe dovuto migliorare di gran lunga l’autonomia subacquea. La solita mancanza dei fondi e burocrazie varie non permisero di andare avanti nel progetto che rimase a livello di fattibilità. L’idea di un nuovo progetto lo entusiasmava e sono sicuro che se fosse andato in porto non avrebbe venduto la sua Ditta agli imprenditori cileni e finalmente avrebbe lavorato per la Marina Militare Italiana.
A incuriosirmi non fu solo il nome di Pucciarini ma tutti gli altri che Harrauer cita, sempre nel suo racconto, quando parla di una cerimonia organizzata nella primavera del 1971 dalla Marina Militare a Taranto; nella vecchia base di Mariassalto erano stati riuniti tutti gli operatori dei mezzi d’assalto della X^ MAS.
Si tratta di una cerimonia effettivamente avvenuta e tra questi c’era anche l’Ing. Guido Cattaneo che oltre ad essere stato un ufficiale della X^ MAS ed aver operato in mar Nero con la colonna Moccagatta, fu quello che nel dicembre 1939 come Ditta Cabi Cattaneo firmò un contratto con la Marina Militare per apportare sostanziali modifiche nella propulsione e nell’assetto del SLC N°8, uno degli undici SLC (Siluri Lunga Corsa) costruiti nelle officine di San Bartolomeo a La Spezia.
Queste modifiche diedero vita a quello che fu chiamato “Progetto Trespolo” da cui poi nacquero le nuove serie di SLC, serie 100 e 200 utilizzate nel periodo bellico. Inoltre, sempre in questo campo, l’Ing. Guido Cattaneo, nel 1943, collaborò per la messa a punto del prototipo del SSB, il successore del SLC, costruendo poi nella sua ditta di Milano il N°2 e Il N°3.
Si tratta proprio dei due SSB, il N°2 e 3, con cui Pucciarini avrebbe voluto compiere l’ultima missione nell’aprile del 1945. Nel 1939 la Marina Militare si era rivolta alla Cabi Cattaneo in quanto con questa Ditta aveva già stipulato contratti di natura riservata per la costruzioni dei famosi barchini esplosivi.
Ma tornando alla riunione, Harrauer cita un fatto veramente accaduto :
Non si trattò di una dedica formale ma sostanziale perché qualche tempo dopo l’ing. Cattaneo si recò al Varignano affinché questo modellino fosse conservato nella sede del Raggruppamento Subacqueo ed Incursori “Teseo Tesei” dove tutt’oggi è ancora conservato sotto teca ed esposto nell’ufficio dell’Ammiraglio Comandante.
Pucciarini e Cattaneo furono gli unici due, tra gli ex della X^ MAS, a non disperderne l’eredità tecnica proseguendo nelle attività di costruzione di veicoli subacquei. Tra i due, inoltre, c’è stato sempre il massimo della collaborazione anche perché tra loro esisteva, oltre che una profonda amicizia, un patto non scritto che li aveva portati a scegliere strade diverse. Questo avvenne nel 1948 quando entrambi furono interpellati nel massimo segreto dalla Marina Militare chiedendo se intendevano partecipare al recupero e messa in funzione di SSB residuati bellici. Come noto, il trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947 prevedeva all’articolo 59 quanto segue:
quindi ogni attività con i mezzi tipo SSB era impedita.
Tuttavia, la Marina voleva a tutti i costi non disperdere questo tipo di patrimonio tecnico e pertanto aveva incaricato il Capitano di Vascello Notari, anche lui ex pilota di SLC, medaglia d’argento al valor militare, di recuperare i mezzi recuperabili per poter riorganizzare un minimo di attività addestrativa. La base segreta ove concentrare i mezzi e formare nuovi piloti fu individuata in quel di Bacoli, Napoli.
Questa base rimase attiva fino alla fine degli anni sessanta quando poi fu smantellata e tutto portato al Varignano, sede di Comsubin.
Bacoli. Anni 50
Il Pucciarini declinò l’invito della Marina mentre Cattaneo aderì. Pucciarini era proiettato già con le sue idee verso orizzonti commerciali con marine straniere e non voleva cordoni ombelicali che potessero essere un ostacolo commerciale. Questo è il motivo per cui è stato sempre lontano dalla Marina Militare Italiana e non gradiva molto quando, ogni tanto, qualcuno della Marina doveva fargli visita per doveri d’ufficio. La Cosmos, fino ai primi anni novanta, è stata anche una copertura per la Cabi Cattaneo perché si pensava, anche nelle marine straniere, che la Cosmos fornisse veicoli subacquei a Comsubin.
Solo da una decina d’anni la Cabi Cattaneo è ritornata visibile sia perché ha partecipato a campagne promozionali organizzate dalla Marina, sia perché è comparsa in pubblicazioni nazionali ed estere e soprattutto perché con la legge sulla trasparenza tutte le sue attività contrattuali con la Marina e non sono elencate nei documenti/ statini della camera e senato; non ultimo internet dove c’è più di qualche informazione sulle attività della Cabi Cattaneo nel settore militare.
Sulla riservatezza, così come concepita da noi, ci sarebbe da aprire un capitolo a parte. Circa i veicoli subacquei in dotazione agli U.S.A. NAVY SEALs su internet si trova di tutto, filmati compresi. La riservatezza la legano al tipo di missione, alle apparecchiature elettroniche con cui il mezzo è allestito, non certo alla semplice visione del mezzo, ai tipi di trasporto o alla ditta costruttrice. Non fanno segreto degli studi ed esperienze sull’acquisizione di nuovi veicoli subacquei, sui veicoli operativi che stanno usando, su come li trasportano a bordo dei sommergibili, sui sistemi di rilascio per la missione. Insomma, questi per loro non sono i segreti da custodire e da queste foto possiamo farci un’idea:
Nuova sella per un veicolo subacqueo da inserire verticalmente in un sommergibile classe Ohio. Il veicolo è il MK VIII, attualmente operativo
Allestimento del pozzo per ospitare la sella:
Noi non siamo certamente a questo livello, sicuramente avremo del buono, ma, senza svelare i segreti operativi, almeno i mezzi subacquei in dotazione andrebbero mostrati. Qualche foto di selle per trasporto di mezzi speciali subacquei su i nostri sommergibili e degli stessi mezzi è stata fatta, ma queste foto che girano su internet sono foto casuali.
Fatta questa digressione torniamo al nostro filo ricostruttivo per arrivare a Nessie.
Quindi, la Cabi Cattaneo dopo aver rimesso in piedi tra il 1948 e il 1950 cinque SSB di cui 4 ex Caproni e il N°3 della foto di cui sopra, iniziò nel 1952 a rifare prima degli SSB 4/5 esemplari che furono chiamati RSM (Ricerche Mine Subacque) e poi una nuova serie, sempre di 4 mezzi, RSM 2^ serie tipo C, poi identificato solo come mezzo tipo C. Ma questi mezzi, ancora solo elettrici, con autonomie limitate, non avevano più lo stesso significato operativo dei loro predecessori che inizialmente contavano sull’elemento sorpresa e potevano essere rilasciati dai sommergibili quasi a ridosso delle ostruzioni dei porti. Le tecnologie difensive avevano fatto notevoli progressi e questo non sarebbe stato più possibile, quantomeno il rilascio sarebbe dovuto avvenire a distanze superiori, almeno cinque miglia dall’obiettivo da attaccare. Altre difficoltà potevano essere rappresentate dai fondali dei mari quando non congeniali per un avvicinamento con sommergibile.
Nel 1955 a dare un impulso in questo settore fu l’allora Capitano di Vascello Gino Birindelli, medaglia d’ora al valor militare e pilota di SLC, che dal maggio del 1954 al maggio del 1956 comandò il “Raggruppamento Subacqueo ed Incursori Teseo Tesei. Molto amico dell’ing. Cattaneo, con lui giunse alla definizione di una nuova specifica per un nuovo mezzo che avrebbe dovuto trasportare un pilota e quattro operatori e soprattutto avrebbe dovuto navigare sia in superficie come un battello, che in immersione.
Si stava dunque tentando d’impostare un mezzo che avrebbe potuto avere capacità autonome di avvicinamento o se trasportato da un sommergibile, essere rilasciato a una distanza di sicurezza per il sommergibile stesso. A fine anni ’50 nasce già un prototipo di questo mezzo che raggiungerà la sua fase operativa a metà anni 60 e verrà chiamato BIR, proprio in onore di Birindelli. In un libro edito da Comsubin “Il Varignano e la Sua Sala Storica” e in altre pubblicazioni fatte in occasione del cinquantesimo anniversario della costituzione del “Raggruppamento” vengono inserite fotografie e schede tecniche dei mezzi subacquei utilizzati da Comsubin fino agli anni 70. Sempre in questo libro troviamo scritto:
Con il 71 si raggiunsero le massime prestazioni che si potevano richiedere a questa tipologia di trasportatori speciali
BIR 58. Sala Storica del Varignano
Scheda tecnica:
- Lunghezza m.6,450; Larghezza m.1,180; Altezza m. 1,250
- Velocità su motore termico 8 nodi Autonomia 70 miglia a 5,5 nodi
- Velocità su motore elettrico 5 nodi Autonomia 40 miglia a 3,5 nodi
La tipologia di questo mezzo, considerando i miglioramenti fatti sulle serie successive, sembrerebbe rispettare le caratteristiche per un suo impiego in Adriatico. Non siamo ancora al Nessie ma ci si sta avvicinando.
Dei BIR 61 e 71 non ci sono foto disponibili.
Dai BIR, cioè dagli anni ’70, l’occasione per saper qualcosa su i mezzi di Comsubin arriva il 15 Giugno del 2000 quando la Marina, nella fattispecie Comsubin, organizza una esibizione per il presidente Ciampi in visita a La Spezia.
Alla manifestazione erano stati invitate anche testate giornalistiche nonché televisive che all’ultimo momento, però, non furono portate a Comsubin. I più furbi capirono subito e autonomamente raggiunsero Le Grazie e si appostarono sul retro del Varignano.
Quello che successe me lo raccontò in una mail il giornalista Pierangelo Caitti che fece lo scoop sul giornale “Secolo XIX”:
—– Original Message —–
From: pierangelocaiti@…….
To: linomancini@……
Sent: Thursday, December 05, 2013 4:35 PM
Subject: R: Secolo XIX Articolo 15 maggio 2000
Gentilissimo signor Mancini,
quando ho scritto quel pezzo per Il Secolo XIX avevo alle spalle da 10 anni, 7 anni come vice caporedattore a “Rid”(dal 1985 al 1991) e precedenti collaborazioni a “Difesa Oggi”. I miei contatti con l’Udap datavano dai primi anni ’80 ed avevo garantito che non avrei mai scritto quanto in realtà conoscevo su quel mezzo di cui ero venuto a sapere per caso ad un salone nautico di Genova, abbinando una lista acquirenti di una importante casa italiana di idrogetti ad una azienda motoristica come la BPM che produceva motori a benzina per offshore.
Diffidato ufficialmente, anche se amichevolmente da un responsabile Udap, del resto vecchio amico, più noto come “rambo”, mai avevo scritto sul nuovo trasportatore subacqueo della Marina Militare (progetto e costruzione Cattaneo). Quando nel 2000 seguii la visita del presidente Ciampi a Comsubin per per la cronaca del Secolo XIX della Spezia, i giornalisti che seguivano la visita erano tutti in Comune quando il presidente si allontanò per dirigere a Comsubin. Avemmo tutti un invito formale a seguire il presidente all’imbarco che avveniva dal circolo nautico della MM, ma arrivati prontamente al pontile ci fu detto che saremmo partiti con un secondo motoscafo che non arrivò mai. Io allora, con il fotografo Claudio Pistelli del Secolo, raggiunsi Le Grazie alle spalle del seno del Varignano e dalla vecchia strada Napoleonica, sostando in una piazzola-balcone sul mare con la speranza di vedere qualcosa. Poco dopo giunse una troupe di Tls. Dopo una mezz’ora di attesa e quando stavamo per andarcene ecco apparire sotto la superficie dell’acqua nel piccolo specchio d’acqua visibile sotto costa un natante che lanciò uno spruzzo d’acqua a breve arco ma intenso e subito dopo affiorarono le prime testine munite di maschera. A quel punto gridai al fotografo di fotografare perché stavamo per assistere all’emersione di un mezzo di cui tanto avevamo sentito parlare, specie dai pescatori notturni che lo avevano intravisto. Lo stesso fece l’operatore di Tls. Era accaduto che il natante era riemerso pochi metri prima di dove avrebbe dovuto, cioè all’interno di un grande capannone verde aperto come una caverna sulla parte più interna del seno del Varignano. Poco dopo il mezzo, perfettamente emerso e come un motoscafo, ripassava davanti ai nostri occhi a forte velocità ma Pistelli riusciva a fermarlo nella foto pubblicata mentre abbiamo tenuto per noi le prime foto del mezzo in emersione. Poi ne è uscito il mio breve pezzo tecnico molto generico e “depistante”.
Con tutto ciò il Ministero Difesa ha subito smentito l’esistenza di quel trasportatore subacqueo e noi abbiamo scontato una lunga quarantena con Comsubin.
Attualmente altri successori di “Nessie” sono in servizio, sempre di natura riservata e di costruzione ovviamente italiana, la solita ditta, anche se ne parlano genericamente, un mezzo simile con capacità di trasporto di otto incursori del Goi è stato utilizzato anche un paio di mesi fa durante la visita a Comsubin del Ministro della Difesa Mauro.
Mi scuso se le ho rubato molto tempo ma forse oggi ero in vena di scrivere e non ho mai raccontato tutto questo a più di 3-4 amici.
Cordiali saluti
Pierangelo Caiti
—-Messaggio originale—-
Da: linomancini@….
Data: 05/12/2013 12.27
A: <pierangelocaiti@…
Cc: “VITALE, Giacomo”<giacomovita@….
Ogg: Secolo XIX Articolo 15 maggio 2000
Gentile sig. Caiti,
tramite l’editore di Alto Mare Blu, che ci legge in copia, mi è stato recapitato il suo articolo in oggetto che peraltro già conoscevo e che avevo dato a Giorgio Giorgerini, insieme ad altri documenti, per la stesura del libro “Attacco Dal Mare”; il suo articolo viene citato a pag. 385.
Se va sul sito www.altomareblu.com, dove compaio tra gli autori, trova un mio curriculum e da lì capirà tutto e così mi evita di farle la mia storia.
Nel 2000 il suo articolo, insieme ad una ripresa televisiva di teleliguria sud mandata in onda, creò del fastidio in certi ambienti Marina Militare di Roma che non avevano gradito l’iniziativa presa dall’ammiraglio… comandante di Comsubin, cioè quella di organizzare una dimostrazione per il presidente della repubblica mostrando un mezzo che costituiva il top della gamma nel settore dei mezzi da incursione; veniva violata per la prima volta una riservatezza portata avanti dal 1948.
Su questo tipo di riservatezza ci sarebbe molto da discutere…
Ma lo scopo di questa mia mail è solo per dirle, ormai sono passati tredici anni, che il mezzo è totalmente italiano, non inglese. Probabilmente, lei pensava che fosse inglese perché a Portsmouth negli anni ottanta fu presentato un gommone che aveva possibilità di navigare in immersione, progetto che comunque non ebbe successo. Ci sono state altre presentazioni in Inghilterra di fast delivery vehicle negli anni novanta e nei primi anni duemila, foto in allegato, ma non credo che lei si riferisse a questi perché di forma decisamente diversa.
Un cordiale saluto
Lino MANCINI
Siamo arrivati a un “Nessie”. Il progetto è dell’Ing .Guido Cattaneo e nasce nel 1972, quasi subito sospeso fu poi ripreso a fine anni 70. Tra il 1980 e 1985 partecipai allo sviluppo e messa a punto operativa di questo nuovo veicolo subacqueo e per questo m’incuriosiva capire a chi andava attribuita un’idea così geniale. Non potendo più parlare con l’Ing. Cattaneo, morto nel 1984, non mi rimaneva che contattare Harrauer . Di seguito alcune mail che mi hanno permesso di capire come andarono le cose:
From: linomancini@…………….
To: harrauerfranco@…………….
Subject: Nessie
Date: Thu, 16 May 2013 19:17:29
Omissis……
In tutti questi anni, non avendolo mai chiesto né a Guido Cattaneo né a Pucciarini, mi sono sempre domandato se l’idea del motoscafo sommergibile è nata da Cattaneo o da Pucciarini.
Come tu sai, tra Cattaneo e Pucciarini c’erano ottimi rapporti che la Cabi ha continuato a mantenere anche dopo la morte dell’Ing. Cattaneo.
Avendo tu conosciuto e collaborato con entrambi, proprio negli anni in cui anche tu, su richiesta di Pucciarini, avevi in mente un progetto simile, credo che tu sia l’unica persona che possa sapere come andarono le cose. Dal tuo racconto su Nessie, propenderei per attribuire l’idea a Pucciarini, che poi abbandonò perché forse ritenne che il progetto era troppo ambizioso e tecnicamente non supportabile per il suo tipo di mercato, per poi essere ripreso dal Cattaneo. Credo, quindi, che solo tu possa darmi una risposta in proposito e arricchire con altri particolari quella che fu la tua collaborazione sia con Pucciarini che con Cattaneo”
.Original Message —–
From: Franco Harrauer
To: linomancini@…
Sent: Saturday, May 18, 2013 5:12 PM
Subject: “nessie ”
Carissimo Lino
Il mio rapprto progettuale con la COSMOS ha orgine dal mio lavoro presso la SAI (SOC. Aereonautica Italian) Ing AMbrosini a Passignano sul Trasimeno, che conobbi nel 1950 quando con un paio di amici firmai un pacco di cambiali per entrare in possese di un aereo da turismo.
Dal 1967 in poi progettai numerose imbarcazioni in lega leggera per la SAI tra le quali dei catamarani per il Genio Pontieri e imbarcazioni appoggio per i paracadutisti con una camera iperbarica .
La SAI costruiva parti per OTO MELARA, Selenia e M.M., tutto materiale classificato. Ottenni cosi la qualifica NOS.
Il maggiore MIGLIORANZA (paracadutisti) che collaborava in SAI per le imbarcazioni d’appoggio, mi accennò a una ditta di Livorno, della quale era consulente, ditta che era interessata alla progettazione di mezzi veloci.
Conobbi così, dopo una interminabile e comica trafila di colloqui che avevano l’aria di interrogatori della CIA, Sergio PUCCIARINI che mi espose uno dei suoi problemi, un mezzo subacqueo per sei operatori capace di velocità (in superficie) superiore ai 30 Kn, il tutto con delle caratteristiche di STEALT, autonomia, silenziosità, quote e rapidità di immersione ecc.. da far rizzare i capelli a Mandrake.
Considerato che Pucciarini era un nostalgico ma simpatico pazzoide (come me e Levi ), sfoderai la nostra micidiale battuta “INVERTENDO L’ORDINE DEI FATTORI IL PRODOTTO CAMBIA!! “Quindi e molto più facile far andare sott’acqua un motoscafo offshore anziché far correre in superficie un sommergibile a trenta nodi”.
Iniziammo così uno studio preliminare per un avvicinatore mosso da due motori BPM da 500 CV azionanti eliche semisommerse di superficie, motori a benzina quindi con enormi problemi di ventilazione, sistemati in un contenitore stagno (munito di “valvoloni” per aspirazione e scarico silenziato ed un elettromotore (100 Kw) in bagno d”olio + contenitore per batterie in gas neutro..L’elica subacquea era una pentapala di forte diametro intubata.
Un mostruoso motoscafo con operatori muniti di autorespiratori collettivi ed autonomi che chiamammo ”Nessie” (idea di Renato che è scozzese). In realtà un Wet submarine in lega leggera che all’inizio della planata (aspirazione in snorkel) riusciva a scaricare dinamicamente tutta l’acqua del suo volume. Il mantenimento della quota di immersione, oltre all’effetto idrodinamico delle superfici orizzontali era affidato a casse di assetto e di ‘rapida’ asservite a pompe e immissione di aria in bombole.
Arrivammo alla definizione del progetto preliminare ma non si arrivo’ all’esecutivo o alla sperimentazione dei sistemi che sarebbero stati compito della SAI , probabilmente perchè’ il committente aveva perso l’interesse ad andare a guardare entro i rifugi in caverna della costa della Dalmazia.
Ogni esperienza progettuale (che si realizzi o non) è una straordinaria fonte di conoscenza e di rapporti umani anche se questi uomini avessero militato in opposte barricate. Ho avuto la fortuna ed il privilegio, in questa occasione, di lavorare con De la Penne, che infiorava le sue disquisizioni tecniche con sonori “b#l#n”. Con Roberto Frassetto (M.O. Malta) con Athos Fraternale , con l’Ing. Cattaneo e con lo stesso Pucciarini che mi raccontò dei suoi SSB nascosti in una caverna della Palmaria.
E’ probabile che possa recuperare qualche disegno di ” Nessie ‘, che sarà mia cura inviarti.
Per adesso un abbraccio
Franco
From: Franco Harrauer
To: linomancini@…
Sent: Saturday, May 22, 2013 3:15 PM
Subject: “nessie ”
Ho ritrovato una copia dello studio preliminare (1982) dell’avvicinatore veloce COSMOS.
Una riduzione digitale e’ quasi impossibile e risulterebbe illeggibile; Quindi, se mi invii il tuo indirizzo postale, ti invio l’originale che ti prego di conservare e di farne buon uso.
Troverai anche una copia di una lettera di Pucciarini datata 1972, quando se ne iniziò a parlare; e Cattaneo, su suggerimento di Levi, prese in considerazione una carena tipo DELTA per un mezzo molto veloce;
Lo studio idrodinamico della carena è quello del “DART” LOA mt 12.oo di Levi (1970) con diedro di 25° al transom, E’ mio lo studio idrostatico lo strutturale e l’impiantistica > con la collaborazione di Roberto Frassetto per la propulsione elettrica (motore in bagno d’olio) e di Miglioranza. Credo che i dati riportati nel disegno siano sufficienti per delineare il mezzo.
Dell’’origine del progetto te ne parlai nella mia precedente mail, la fine della sua realizzazione, dopo il disinteresse di Pucciarini, termina con le esperienze fatte a Passignao sul Trasimeno (SAI Ambrosini) relative alla “respirazione” del motore Isotta FRaschini ID 38 SS, anche con i buoni consigli dell’ing. Cattaneo (BIR 58!) e alla struttura in Lega Leggera. Da questo punto in poi, la realtà si fonde con la limitata curiosità professionale di un ulteriore sviluppo e reale impiego operativo.
In attesa delle tue osservazioni un abbraccio
Franco H.
Original Message —–
From: Franco Harrauer
To: Lino MANCINI
Sent: Tuesday, May 28, 2013 10:10 PM
Subject: RE: Nessie
Carissimo Lino,
la tua curiosità di sapere come effettivamente andarono le cose e la discordanza nelle date ha una sola spiegazione; Lavoravamo tutti da ISOLATI e le confidenze, i suggerimenti ed i silenzi erano la regola. Sapevamo tutti che custodivamo i segreti di Pulcinella e ciò é ancora oggi il vero segreto. Cattaneo era interessato alle eliche di superficie semisommerse che Levi ed io stavamo sperimentando.
Probabilmente c’è stata una inutile dispersione di idee e progetti che per logica suggestione si sono fusi ed integrati con perdite di tempo e richieste di inutili modifiche. Nessie ha impiegato più di undici anni per arrivare ad una fase di probabile utilizzazione.
Malignamente spiacente di averti messo quest’altra “pulce nell’orecchio”.
Un abbraccio,
Franco
PS Stamane e partito per posta il disegno preliminare dello studio NESSIE.
From: lino.mancini@…..
To: harrauerfranco@….
Subject: Nessie
Date: Thu, 30 May 2013 15:20
Carissimo Franco,
avendo conosciuto i personaggi, capisco benissimo quello che mi racconti e ne prendo atto. Concordo con te che sicuramente c’è stata una dispersione di forze che, se unite, avrebbero potuto portare alla realizzazione di progetti meravigliosi. Mi ricordo sempre che all’Ing. Cattaneo piaceva l’ideazione ma la realizzazione dell’idea andava sempre per le lunghe perché era sempre alla ricerca di una perfezione talvolta inutile. Il più bello avveniva quando bisognava consegnare un prototipo al committente, c’era sempre qualcosa da modificare perché consegnare il mezzo significava privarlo del giocattolo. Questo metteva fortemente in crisi la struttura aziendale che necessitava di fatturato per vivere.
Grazie ancora di tutto e spero che ti farai vivo con altre novità. Ti farò sapere non appena riceverò il disegno del Nessie
Un carissimo saluto
Lino
From: linomancini@…..
To: harrauerfranco@….
Subject: Sommergibile biposto
Date: Wed, 5 June 2013 10:40
Carissimo Franco,
oggi mi è arrivata la tua busta contenente lo schema generale del Nessie e la lettera di Pucciarini.
Il tuo studio è veramente concepito bene ed è un peccato che non sia stato possibile arrivare alla costruzione di un prototipo. Il progetto ha linee interessanti che così come disegnate sono per un Fast SDV ma che se arrotondate ed accorciato, eliminando il termico, diventa un sig. SDV. Ti dico questo perché mi ricorda tanto l’ultimo progetto a cui ho lavorato anche se lo scafo aveva profili idrodinamici che si rifacevano a quelli dello studio del sommergibile Albacore (U.S.N.), studio sempre valido per le basse resistenze idrodinamiche subacquee; non per niente questo studio è stato determinante per le successive classi di smg nucleari della U.S.N .
Sicuramente il tuo studio, se sviluppato in sede CABI, avrebbe bruciato le tappe. Ma, come tu mi hai detto, purtroppo, ai tempi, ognuno andava per conto suo magari ripercorrendo strade già percorse.
Dalla preziosa lettera di Pucciarini, dalla data in calce 1972, deduco che l’idea a Pucciarini di costruire un F.S.D.V. è venuta dopo essere venuto a conoscenza che il suo amico Guido Cattaneo stava procedendo in questa direzione per la Marina. Probabilmente, pensava a qualcosa da commercializzare che, nel settore, si differenziasse dai suoi ormai obsoleti ma sempre validi chariots.
Conserverò il tuo studio “Nessie” come una sacra reliquia.
Un carissimo saluto e spero di risentirti.
Lino
Ecco La copia cartacea del progetto di massima del Nessie che ho ricevuto da Harrauer:
Di Nessie tra gli anni novanta e la fine della prima decade degli anni 2000 ne sono venuti fuori più d’uno. Di seguito un “Nessie” della Vogo Engineering, ditta sud coreana che nel passato ha assorbito tecnologia Cosmos.
Vogo Engineering . SDV (Swimmer Delivery Vehicle) 1000W
Conclusione
Alla fine di questa mia ricerca in cui ho scoperto che l’ing. Cattaneo era stato, come sempre in questo campo, il geniale precursore, non potei però non ricordare la frase che mi aveva scritto Harrauer:
Bibliografia:
- Foto BIR58 dal libro “Il Varignano e la Sua Sala Storica
- Foto 2 SSB anno 1945 da archivio Caproni
- Foto SSB N°3 da “Dossier Storia Militare” I Mezzi d’Assalto Italiani 1940-1945
- Foto Sommergibili U.S.N. e SDV 100W da web
- Foto Targa Ing. Guido Cattaneo da “Profilo di una metamorfosi” 1952 – 1992
- Foto Cosmos, Foto Bacoli, Disegni, Articolo Secolo XIX, da documentazione personale
Gentile sig.ra V.Carmela,
La ringraziamo per quanto ci scrive e per la segnalazione. Tuttavia, farebbe piacere avere il link dell’articolo di cui Lei riferisce. Grazie!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Gentile max Diver,
La ringraziamo per il suo commento e senza ombra di dubbio questo articolo è uno dei più belli scritti dal compianto arch. Franco Harrauer!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Grazie a Lei per aver apprezzato questo splendido articolo scritto dal Comandante Lino Mancini, certamente dedicato ad appassionati e persone che si trovano o che hanno lavorato in quell’ambito precedentemente descritto dall’arch. Franco Harrauer e nel ricordo di quest’ultimo!
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Altomareblu
Bellissimo articolo, grazie !
Un sentito ringraziamento all’autore per il suo omaggio al compianto Franco HARRAUER e per l’inedita storia che non ha tardato ad essere notata altrove, il vostro articolo è stato riassunto e tradotto sul blog di H.I. SUTTON.
Articolo stupendo! Grazie!