Blue Manta Sciallino, Cat Fisherman di Franco Harrauer
Verso la fine degli anni ’90, in un noto cantiere navale vicino Napoli vidi un catamarano a motore insolito ed in fase di ristrutturazione. Giaceva abbandonato dal suo armatore e mi colpì molto per gli immensi spazi disponibili e per la tecnica di progetto ed esecutiva. Mi rivolsi al cantiere per avere un contatto diretto con l’armatore per tentare di acquistarlo, ma l’affare per una serie di circostanze non si realizzò. Seppi poi, tra rabbia, stupore ed immenso dispiacere che era stato stupidamente demolito.
Ne furono costruiti quattro esemplari, ma tranne questo di cui appena detto, degli altri non abbiamo più traccia. Scorrendo le note tecniche di questa semplice ma geniale unità progettata dall’Architetto Franco Harrauer, potrete verificare le peculiarità e la filosofia di questo originale Catamarano – Fisherman al seguente link: Esoscheletro.
BLUE MANTA
Cantiere: Mario Sciallino – Cicerale
Progetto: Arch. Franco Harrauer
Dati di targa barca classica:
- Lunghezza f.t.: 16,00 m
- Larghezza max.: 7,80 m
- Immersione: 0,85 m
- Dislocamento: 15,00 – 16,00 tonn
- Motori: AIFO 2 x 140 HP Diesel
- Trasmissione: V-Drive
- Propulsione: Eliche sommerse
- Velocità max.: 30,00 nodi
- Abitabilità: 10 posti letto
Il “Blue Manta” è uno studio combinato di styling e ricerca di funzionalità, nel tentativo di ottenere un “cruiser-fisherman” di altissime caratteristiche. La scelta del catamarano è stata dettata dai numerosi vantaggi che questa configurazione può dare.
Un living che, secondo le ultime tendenze, comprende il posto di guida, il soggiorno-pranzo e la cucina che si fonde in un unico amplissimo spazio di oltre trenta metri quadri con il pozzetto. Questa superficie sommata ai corridoi di murata offre una area eccezionale, specialmente se confrontata a quella disponibile su uno scafo tradizionale di pari lunghezza. Le cabine, in numero di quattro, sono ricavate a coppie negli scafi e sono dotate di ampi servizi.
La parte prodiera degli scafi è adibita ad alloggio marinai (2 cabine singole) e nella loro parte terminale vi sono, sistemati sotto coperta i verricelli salpancore.
Il BLUE MANTA sia da fermo che in moto assicura un elevato grado di comfort. Infatti, la stabilità e l’assenza di rollio sono caratteristiche fondamentali dei catamarani. L’elevato rapporto tra lunghezza e larghezza di ogni singolo scafo, gli slanci molto pronunciati e la sezione tipica di semicarena a dislocamento planante, sono garanzia di una buona penetrazione nell’onda e di una ricaduta molto dolce. Anche in caso di onda relativamente alta, il sostentamento dinamico delle prore ed il lungo braccio tra queste e la piattaforma centrale, evitano i fenomeni di spanciamento.
Una motorizzazione, forse in apparenza esuberante, si rivela economica quando l’imbarcazione, superata la fase critica di planata, riduce notevolmente la superficie bagnata e naviga a regimi di crociera superiori ai 30 nodi.
Nel caso del BLUE MANTA i vantaggi di una carena tipo Hunt si sommano all’effetto di «hovering» generato dal cuscino d’aria che dinamicamente si forma tra gli scafi e la piattaforma.
Alle andature di traina o comunque lente, la sezione molto ridotta di ogni scafo, non produce su gli specchi di poppa quell’effetto frenante tipico degli scafi plananti che navigano in dislocamento.
Tutti i problemi di natura idrodinamica sono attualmente oggetto di una indagine che si avvale di esperienze svolte su modelli in vasca e da traino.
Naturalmente, la soluzione architettonica scelta con le alte prestazioni di velocità e tenuta previste hanno comportato l’abbandono di soluzioni tecnologicamente ortodosse.
Il contenimento del dislocamento entro valori compresi tra i 15.000 e i 16.000 Kg a pieno carico e le notevoli sollecitazioni che un tale tipo di scafo deve sopportare hanno indirizzato la progettazione verso una costruzione di tipo aeronautico, con strutture prevalentemente longitudinali per gli scafi e piattaforma di collegamento costituita da un unico elemento anti-torsionale formato «pannello a nido d’ape», cui concorre il parallelogramma del flying bridge e della torre.
Ovviamente tutto il materiale impiegato nella costruzione è costituito da leghe leggere.
Gentilissimo Marco Zanardi,
La ringrazio per la Sua disponibilità!
Non ho nessuna fretta e Le sarei grato se quando scatta le foto che le ho chiesto, ne faccia qualcuno in grandangolo per vedere dove ubicata nel porto di Imperia Oneglia.
Resto in fiduciosa attesa e mi scusi se l’ho tanto disturbata, ma la passione per queste barche particolari è tanta!!
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Gentilissimo Giacomo Vitale, appena passerò da Imperia farò qualche scatto. Non posso però prometterle che sarà prestissimo .
Saluti
a presto
Marco Zanardi
Gentile Marco Zanardi, La ringraziamo per la segnalazione del cat “Blue Manta Sciallino” che ha ritrovato nel porto di Imperia Oneglia e approfitterei per chiederle una gentilezza. Potrebbe scattare delle foto di questo catamarano per vedere lo stato in cui si trova? Mi farebbe cosa gradita, sempre se per Lei non è un problema. Se disponibile a questa mia richiesta La contatto sulla sua mail e potrà quindi inviarmele rispondendomi direttamente.
La ringrazio per la segnalazione, per essere un appassionato di barche belle e speciali.. ed anche per quanto dice di AMB!!
Resto in attesa di un Suo gentile riscontro.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Ve ne è uno trasformato uso pesca nel porto di Imperia Oneglia, molo pescatori. Sempre complimenti per gli articoli
. Marco Zanardi
Gentile Cesare,
in effetti ha ragione, la barca si trovava da qualche anno prima del 2000 ferma in rimessaggio presso il Cantiere Postiglione, che si trova tuttora in una parte di quello che fu il “Silurificio di Baia”!
Purtroppo, come ho già descritto nell’articolo di riferimento, la barca era ferma da tempo perché sottoposta ad un restauro importante che non fu mai terminato a causa dell’insorgere di problemi economici per il suo l’armatore che era una donna. Appresi successivamente, con mio grande dispiacere, che fu demolita..
Ironia della sorte, scattai anche diverse foto che non riesco più a trovare. La barca che era completamente sverniciata e disarmata, mancante dei due motori che mi furono mostrati in officina dove giacevano smontati e pronti per essere revisionati. Infine, la barca era alata in uno spazio del cantiere posto nel confine tra la locale stazione della Guardia di Finanza e la sede della Capitaneria di Porto di Baia.
Ricordo che tentai di entrare in contatto diretto con l’armatore per cercare di rilevare la barca senza riuscirci e dato l’arco temporale molto grande, purtroppo non mi ricordo il perché. Un vero peccato!
La ringraziamo per la sua testimonianza e le ringraziamo per averci scritto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Ne vidi un altro esemplare rimessato a terra presso Baia / Napoli nei primi anni duemila.
Il cantiere era a Ceriale (errata corrige).