Il riciclo e lo smaltimento degli scafi in PRFV: U8105 – Il punto di vista dei progettisti nautici
I tempi sono maturi.
A mezzo secolo dall’inizio della costruzione in serie di scafi in PRFV, inizia a presentarsi il problema dello smaltimento, del riciclo dei materiali impiegati.
La necessità di ridurre l’impatto ambientale nella produzione nautica, soprattutto degli scafi in PRFV (Plastica Rinforzata con Fibra di Vetro) è in questi ultimi anni argomento di grande attualità. I sistemi produttivi sono stati rivoluzionati dal sempre più progressivo utilizzo del metodo a stampo chiuso i.e. infusione e dall’utilizzo di resine a bassa emissione di stirene.
La sensibilità ai problemi ambientali è aumentata anche in questo settore produttivo. Molto però resta da fare per il riutilizzo o lo smaltimento a fine ciclo. La Sottocommissione U8105 ha come obiettivo a breve di proporre un progetto di lavoro ISO a riguardo. Vedi sotto il testo del dott. Tremolada.
Al SEAMED 2008 – Organizzato nel luglio 2008 dal Corso di Laurea in Ingegneria Navale dell’Università di Messina e da AsProNaDi, nel mio Intervento Il futuro del binomio Design e Sicurezza in Mare sottolineavo che:
Il futuro non è fatto tanto da forme “avveniristiche” o accattivanti , ma essenzialmente attorno ad alcuni punti a mio avviso fondamentali per una corretta crescita del comparto nautico :
- la compatibilità ambientale nelle varie fasi di realizzazione , utilizzo e smaltimento della imbarcazione
- l’aspetto prestazionale in funzione del reale utilizzo
- l’aspetto prestazionale in relazione degli aspetti economici ed ecologici.
Quest’ultimo punto, ultimo , ma non meno importante ha ripercussioni dirette sul futuro dei trasporti, nel diporto, nel “traffico” non solo marittimo/nautico ma anche globale. Bisogna avere il coraggio di riappropriarsi del tempo, non aumentando velocità e consumi, ma godendo del piacere della lentezza.
Dal mito della velocità del 20° secolo all’elogio d ella lentezza.
(Per maggiori dettagli: Barche da “porto” o da diporto?)
L’Associazione che rappresento, in concerto con le Associazioni e gli Enti che fanno parte del Sottogruppo di lavoro U8105, vuole dare il suo contributo in questa prima fase propositiva, ma soprattutto intende collaborare nello sviluppo della norma e nella creazione di nuove figure professionali che nasceranno a contorno di tali iniziative. Giova sottolineare che per smontare, disassemblare e riciclare, bisogna sapere, conoscere come si è costruito, assemblato.
Le nuove figure professionali che opereranno in questo settore necessiteranno di conoscenze provenienti a diverso livello da progettisti, costruttori, surveyors, produttori materie prime eccetera.
Lo smaltimento di scafi, ma soprattutto di stampi dimessi, costituirà probabilmente una attività con elevata occupazione di manodopera per la cantieristica nazionale.
Buon vento alla U8105!
Sergio Abrami YD
PS: In futuro citando la celebre frase di Seneca tratta dalla 76 epistola a Lucilio
…navis bona dicitur non quae pretiosis coloribus picta est nec cui argenteum aut aureum ýostrum est nec cuius tutela ebore caelata est nec quae fiscis atque opibus regiis pressa est, sed stabilis et firma et iuncturis aquam excludentibus spissa, ad ferendum incursum maris solida, gubernaculo parens, velox et non sentiens ventum” bisognerà aggiungere: parem esse re-utilis.
Gli “sfasciacarrozze” del mare
di Emilio Tremolada
In UNI si è tenuta la riunione straordinaria della Sottocommissione Navale U8105. Tale riunione aveva lo scopo di creare un gruppo di lavoro nazionale, istituito per la realizzazione di progetti di norma riferiti a un argomento molto sentito nel settore della nautica cioè quello del riciclaggio e dello smaltimento degli yachts, con particolare attenzione rivolta ai materiali compositi che costituiscono la struttura dello scafo e gli stampi per la sua realizzazione.
Questo nuovo gruppo di lavoro, aperto a tutte le parti interessate che intendono aderire al progetto, dovrebbe essere costituito dai cantieri (il cantiere Baia di Napoli era presente alla riunione), dai produttori di componenti, dall’Amministrazione Pubblica (i Ministeri) dagli organismi notificati (il RINA ha già aderito) www.rina.org , dalle Associazioni Navali quali UCINA (Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche e Affini) www.ucina.it, A.Te.Na. (Associazione Italiana di Tecnica Navale) www.atenanazionale.it, ecc..
Essendo un argomento di grande interesse anche dal punto di vista ambientale si è deciso di coinvolgere la commissione Ambiente dell’UNI che parteciperà ai lavori con un suo rappresentante il quale avrà il compito di mantenere uno stretto e proficuo rapporto tra le due commissioni.
Inoltre, nel corso della riunione è stato designato Sergio Abrami di AS.PRO.NA.DI come coordinatore del gruppo di lavoro, il quale avrà come obiettivo quello di preparare il documento per la presentazione di una nuova proposta di lavoro ISO da inserire nel programma della Sottocommissione ISO/TC 8/SC 12 Large Yachts, la cui segreteria e presidenza sono affidate all’Italia.
Luigi Scarpati del RINA (Registro Italiano Navale), presente alla riunione, si è detto fiducioso nella preparazione di un progetto da portare in sede ISO entro la prossima riunione plenaria della SC12 che dovrebbe tenersi in Germania in settembre 2009. L’argomento del riciclaggio delle navi è molto sentito in ambito navale e il Comitato Tecnico ISO/TC 8 “Ships and marine technology” che si è riunito nel 2008 in Italia a Sorrento, ha allo studio una serie di norme, le ISO 30000 che già trattano l’argomento nell’ambito delle grandi navi.
Le suddette norme saranno prese come riferimento e su tale base verranno definiti i progetti di norma allo studio applicabili agli yachts. Altre norme che saranno prese in considerazione per la realizzazione del progetto sono quelle della serie 14000 sulla tutela dell’ambiente. Saranno, inoltre, tenuti in considerazione i lavori già in essere da parte di ICOMIA (International Council of Marine Industry Associations) www.icomia.org, l’associazione internazionale che raggruppa i maggiori produttori di yachts che si vorrebbe coinvolgere nel progetto.
Il desiderio del gruppo di lavoro “neonato” è quello di realizzare una norma che serva da linea guida utile a dare informazioni, a definire e seguire un corretto ciclo di smaltimento dei materiali e componenti di uno yacht nel rispetto delle vigenti norme del sistema ambientale.
Il gruppo di lavoro al completo si augura di poter presto realizzare norme che siano atte a regolamentare un sistema utile allo smaltimento degli yachts e il recupero e il riciclaggio dei materiali che li compongono, in tutela dell’ambiente grazie alla nascita di figure quali gli “sfasciascafi del mare”.
Per partecipare ai lavori del GL e per ogni genere di informazione in merito al progetto di norma è possibile prendere contatto con UNI utilizzando l’indirizzo e-mail: emilio.tremolada@uni.com.
Emilio Tremolada
Funzionario Tecnico UNI
This meeting aimed to create a national working party set up for projects normally refers to recycling and disposal of yachts, with particular attention paid to materials used.As a topic of great interest also from an environmental point of view it was decided to involve the International Committee on Environment.
More details in this article.
Norme UNI correlate
Titolo: Sistemi di gestione ambientale – Requisiti e guida per l’uso
Titolo in lingua inglese: Environmental management systems – Requirements with guidance for use
Sommario: La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese e italiana della norma europea EN ISO 14001 (edizione novembre 2004). La norma specifica i requisiti di un sistema di gestione ambientale per consentire ad un’organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi che tengano conto delle prescrizioni legali e delle altre prescrizioni che l’organizzazione stessa sottoscrive e delle informazioni riguardanti gli aspetti ambientali significativi.
Essa si applica agli aspetti ambientali che l’organizzazione identifica come quelli che essa può tenere sotto controllo e come quelli sui quali essa può esercitare un’influenza. Essa non stabilisce di per sé alcun criterio specifico di prestazione ambientale.
La norma è applicabile a ogni organizzazione che desideri:
- a) stabilire, attuare, mantenere attivo e migliorare un sistema di gestione ambientale;
- b) assicurarsi di essere conforme alla propria politica ambientale stabilita;
- c) dimostrare la conformità alla presente norma internazionale: – facendo una auto-valutazione o una auto-dichiarazione, oppure – richiedendo la conferma della propria conformità ad altri soggetti che hanno un interesse nell’organizzazione stessa, come per esempio dei clienti, oppure – richiedendo ad una parte esterna rispetto all’organizzazione la conferma della propria auto-dichiarazione, oppure – richiedendo la certificazione/registrazione del proprio sistema di gestione ambientale presso un organismo esterno.
Titolo: Sistemi di gestione ambientale – Linee guida generali su principi, sistemi e tecniche di supporto
Titolo in lingua inglese: Environmental management systems – General guideline on principles, systems and support technique
Sommario: La norma fornisce delle linee guida per stabilire, attuare, mantenere attivo e migliorare un sistema di gestione ambientale e coordinarlo con altri sistemi di gestione. Le linee guida della norma sono applicabili a qualunque organizzazione indipendentemente dalle sue dimensioni, dalla tipologia, dalla localizzazione o dal livello di maturità. Le linee guida della norma sono coerenti con il modello del sistema di gestione ambientale della UNI EN ISO 14001, ma non intendono fornire interpretazioni ai requisiti della UNI EN ISO 14001.
Titolo: Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Principi e quadro di riferimento
Titolo in lingua inglese: Environmental management – Life cycle assessment – Principles and framework
Sommario: La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN ISO 14040 (edizione luglio 2006). La norma descrive i principi ed il quadro di riferimento per la valutazione del ciclo di vita (LCA), comprendendo:
- a) la definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione dell’LCA;
- b) la fase di inventario del ciclo di vita (LCI);
- c) la fase di valutazione dell’impatto del ciclo di vita (LCIA);
- d) la fase di interpretazione del ciclo di vita;
- e) la rendicontazione e la revisione critica dell’LCA;
- f) le limitazioni dell’LCA;
- g) le correlazioni tra le fasi dell’LCA;
- h) le condizioni per l’utilizzo delle scelte dei valori e degli elementi facoltativi. La norma tratta gli studi di valutazione del ciclo di vita (LCA) e di inventario del ciclo di vita (LCI).
La norma non descrive in dettaglio la tecnica di valutazione del ciclo di vita e non specifica metodologie per le singole fasi dell’LCA.
Gentile Roberto,
prima di tutto mi scusi se le rispondo con tanto ritardo, ma non è stato facile rintracciare i due esperti in materia che potevano fornire informazioni precise inerenti al Suo quesito, impegnati nelle loro attività professionali.
Il progettista Sergio Abrami ed esperto della materia ha risposto così al suo quesito:
Uno scafo in VTR a tutti gli effetti è un rifiuto ed ha un suo codice europeo dei rifiuti.
Sono nate in Italia tra nord est e sud diverse realtà che provvedono allo smaltimento. Una serie di indirizzi potrebbe fornirla l’UCINA che a suo tempo aveva sensibilizzato addetti al problema.
Tuttavia, chi seguiva il settore per conto UCINA era l’Arch. Antimo Martino di Napoli.
Seguendo le indicazioni di Sergio Abrami abbiamo contattato l’arch Antimo De Martino che ci ha riferito quanto segue:
Purtroppo questo tema richiede ancora una buona dose di approssimazione.
Partiamo però da un dato certo. La barca a fine vita è un rifiuto e come tale va trattato.
Se fosse un’automobile sarebbe semplice indicarne l’appropriato codice CER (codice europeo rifiuti) complessivo ma non è così, in Italia e altrove.
In Italia, in particolare, data la mancanza di infrastrutture adeguate a questo tipo di rifiuto “complesso”, c’è parecchia improvvisazione da parte delle imprese (gestori ambientali) cui i privati cittadini si possono rivolgere per risolvere adeguatamente questa questione.
La cosa particolarmente negativa è che non raramente le imprese cui ci si rivolge potrebbero utilizzare metodi e sistemi non consoni e rispettosi della legge. È del tutto evidente quindi che conviene rivolgersi ad imprese che hanno già esperienza in materia.
Fatto importante è che se la barca è immatricolata si dovrà produrre presso la Capitaneria di Porto la relativa pratica di dismissione.
Altro aspetto importante è quello di individuare un’azienda che operi nelle vicinanze del luogo dove la barca si trova; in caso contrario i costi di trasporto della barca verso il centro deputato allo smaltimento saranno considerevoli.
Ovviamente se la barca è trasportabile su carrello privato sarà possibile azzerare detti costi.
Infine, si fa per dire, la questione “legale”. Anche qui tanta approssimazione.
La barca è un rifiuto complesso perché è composto di numerosi accessori che poi divengono “rifiuti”; essi sono assemblati in maniera che non possa avvenire facilmente il loro disassemblaggio, pertanto ben difficilmente l’azienda incaricata riuscirà semplicemente a separarli. In relazione a questo aspetto i costi potrebbero essere rilevanti.
In conclusione, purtroppo, ancora ora non esiste in Italia una chiara ed univoca procedura di smaltimento e questo genera molti abusi e costi molto alti. UCINA che rappresento in merito a questi aspetti, ha approntato vari anni fa un progetto sistemico per risolvere questo problema e generare un circuito sostenibile e virtuoso.
Queste le conclusioni dei due specialisti interpellati e ci pare di capire che la questione smaltimento di scavi in vtr sia ancora una cosa di la da venire, anche se contattando l’UCINA si potrebbero avere gli indirizzi di coloro che sono attivi per lo smaltimento degli scafi in VTR.
Buongiorno a tutti,
scusate l’intrusione spero non “rabbiosa”. Tuttavia, mi pongo una semplice domanda:
Una persona che come me, si ritrova “incastrata” ad avere il possesso di un piccolo natante in VTR (3,70 mt) e se questa persona come me, essendo conscia e abituata a RISPETTARE l’ambiente in cui vive (potrei abbandonare barca e rifiuti come tanti incivili fanno, ma io non lo faccio) cercasse un’azienda che si occupa dello smaltimento della VTR… qualcuno può aiutarmi?
Possibile che in internet non si riesca a trovare un servizio che (spero a prezzi sostenibili) possa prendersi carico di agevolare un cittadino rispettoso dell’ambiente che vuole demolire un imbarcazione divenuta invendibile e che non può più mantenere?
Confido in un aiuto.
Grazie a tutti!
Buongiorno Sig.Abrami
Sono un operatore nautico e sarei interessato ad avere ulteriori informazioni sulle procedure di smaltimento e riciclo della vetroresina. La ringrazio anticipatamente.
Coridialmente
Filippo Stella
Gentile Emiliano Mercurio,
Sergio Abrami ha ricevuto il suo commento ed essendo fuori sede per motivi di lavoro mi ha informato che appena possibile risponderà al suo quesito. Deve avere gentilmente un po’ di pazienza… appena il commento ci perverrà l’avviseremo…
Grazie!
Giacomo Vitale
Sig. Abrami buongiorno,
sono un operatore nautico,l’azienda che rappresento si occupa della produzione e manutenzione di imbarcazioni e gommoni,mi sto documentando sui sistemi di smaltimento e riciclo della vetroresina di imbarcazioni,chiedevo il suo prezioso aiuto in merito.
La ringrazio anticipatamente.
Sig. Abrami buongiorno,
sono un operatore nautico, più precisamente gestisco un cantiere che si occupa di manutenzioni, riparazioni e rimessaggio. Sarei interessato alla rottamazione delle imbarcazioni da diporto e vorrei avere qualche indicazione sullo smaltimento e/o riciclaggio delle componenti, soprattutto della vetroresina.
Le sarei molto grato se potesse aiutarmi.
Cordiali saluti.
Vittorio Zanuso
Stimato Sergio Abrami,
sono un operatore del settore nautico.
Avrei piacere di conoscere meglio l’argomento “smaltimento scafi in prfv”.
Mi sto documentando in materia ma sul web non si trova granchè.
In Francia esiste un’associazione che sta provando a fare qualcosa a tal proposito ma non so con quali risultati.
Avrei piacere di scambiare due parole in merito: concordo con Lei circa l’importanza e l’utilità dell’argomento; senza considerare che l’attività di smaltimento potrebbe creare un pò di lavoro (e di questi tempi la cosa non guasterebbe).
La ringrazio anticipatamente del tempo che vorrà dedicare alla mia mail.
Alessandro Favilli
L’Arch. Antimo Di Martino,
socio As.Pro.Na.Di. di vecchia data, valido progettista interni FIART, l’ho conosciuto al VEGA di Venezia questa primavera.
E’ una colonna nel gruppo di lavoro per la ISO 30008.
Abbiamo molte idee, o filosofie di approccio, simili, se non perfettamente sovrapponibili.
Responsabile UCINA del settore ambiente, è una persona molto concreta, pragmatica, come spesso solo i napoletani veraci sanno essere.*
Ci siamo sentiti tra una galleria e l’altra anche ieri mattina e gli ho parlato dell’iniziativa di Salerno conosciuta attraverso un commento al pezzo su AltoMareBlu che lui non conosceva.
L’ho indirizzato sul sito ed il resto è accaduto in tempo reale.
Siamo sulla buona strada.
Tremo per gli ecofurbi che prima o poi salteranno fuori e si moltiplicheranno anche in questo delicato “ecosistema nautico”.
Sergio
* Agli italiani con mandolino non credono più nemmeno i britannici… Poi ci sono le eccezioni a tutti i livelli… sigh! Non aggiungo altro.
Caro Presidente,
gli amici di Altomareblu mi hanno trasmesso la sua E-mail.
Mi farebbe molto piacere avere ulteriori dettagli sulla operazione in corso a Salerno. La Vs. esperienza sul campo è preziosa.
Mi scuso per il ritardo con il quale Le scrivo, ma sono, come può ben immaginare, “presissimo”.
Sono gli ultimi giorni prima della chiusura dello Studio e i problemi dell’ultimo minuto si accavallano al quotidiano.
Se esiste documentazione istituzionale delle Vs. procedure, avrei piacere riceverne copia.
Avrei piacere di invitare Lei o la persona che vorrà designare al gruppo di lavoro per la ISO 30008.*
Sì, perchè da proposta di norma NWIP – ISO si è passati in corsia preferenziale ad AWI – ISO.
Le allego come un glossario, quattro paginette di piano di lavoro e considerazioni che sono state dibattute, corrette ed affinate nel corso della prima riunione del 22 u.s..
Ringraziandola anticipatamente per la collaborazione,
resto in attesa di sue nuove
Molto cordialmente
Sergio Abrami YD
Commento pervenuto ad Altomareblu in data 26/07/2009
Anch’io sono Campano e sulla vicenda della dismissione delle imbarcazioni e degli stampi, in qualità di consigliere direttivo delegato alla sostenibilità ambientale di UCINA (Confindustria della nautica) sto coordinando uno specifico progetto per industrializzare il processo; il progetto si chiama “End Life Boats” ed è stato presentato durante il SATEC, convention annuale di UCINA, lo scorso mese di Maggio a Venezia .
Manifesto quindi la massima soddisfazione da parte di Ucina e mia personale e collegandomi a quanto commentato da Giacomo Vitale per Altomareblu auspico che al più presto ci sia la possibilità di avviare una fattiva collaborazione tra tutti gli interessati a risolvere utilmente e rapidamente questa problematica.
Cordiali saluti,
Antimo Di Martino
Gentile Davide Di Stefano,
scusi se rispondiamo con un po’ di ritardo. Circa quanto ci comunica del progetto sul tema di smaltimento della vetroresina, nell’ambito del gruppo nautico di Confindustria Salerno di cui Lei è presidente, abbiamo informato l’autore dell’articolo di riferimento, Sergio Abrami ed appena possibile si metterà in contatto con Lei.
Essendo, come Lei, un cittadino Campano molto sensibile al tema del recupero della vetroresina proveniente da imbarcazioni da rottamare, mi interesserebbe sapere nel dettaglio di questo importantissimo progetto.
La ringraziamo per averci scritto.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Sul tema dello smaltimento della vetroresina, nell’ambito del gruppo nautico di Confindustria Salerno, di cui sono presidente, stiamo lavorando ad un progetto di impianto pilota per lo smaltimento della vetroresina sullo schema dei consorzi obbligatori, che consentirebbe ai cantieri di avere costi certi e procedure certificate per lo smaltimento ed al tempo stesso potrebbe introdurre il concetto di rottamazione già applicato al settore automobilistico. In considerazione del fatto che il parco nautico italiano ha un’età media che si aggira intorno ai 20 anni, l’introduzione di tale principio consentirebbe di migliorare la sicurezza e incentivare la diffusione di una nautica da diporto “verde” rispetto alla quale i tempi ritengo siano maturi. i benfici per il settore sono facilmente intuibili.
PRFV = Plastica Rinforzata con Fibra di Vetro in inglese GRP = Glass Reinforced Plastic ora si usa il termine o acronimo più generico FRP = Fiber Reinforced Plastic.
Così non si entra nel merito della fibra (vetro – carbonio – aramidico i.e. [Kevlar]).
Si usa il termine molto generico “plastic” per non dover specificare il tipo di “matrice”: poliestere (orto o isoftalica) – vinilestere – epossidica ecc.
Questo commento per non indurre in errore il lettore… Buona navigazione nel web ed in mare!
Sergio Abrami YD