Gozzo autocostruito – progetto Sergio Abrami (I puntata)
Acation: l’inizio della storia
Umberto Campri
Nel mio immaginario e credo anche in quello di molti, una barca rappresenta la libertà di movimento in spazi grandi e inesplorati, ovvero la possibilità di andare verso nuovi lidi o di riposare in baie protette.
Nato a Mantova, da bambino passavo l’estate dai nonni sul Lago di Garda e trascorrevo tutta l’estate in costante simbiosi con le acque scure ma accoglienti di questo grande lago che, in alcune zone, è tanto ampio da sembrare un piccolo mare. Spesso dal balcone di casa o dalla spiaggia osservavo le meravigliose carene prodotte dal prospiciente Cantiere Guarnati che instancabilmente d’estate metteva in acqua , veri capolavori d’artigianato ligneo.
Successivamente, lo studio ed il lavoro mi hanno allontanato dal Lago e dalle carene che tuttavia hanno sempre continuato ad esercitare in me un fascino particolare. Compiuti 43 anni, al culmine di una intensa e snervante carriera lavorativa, il desiderio di dedicare tempo a me stesso in un proprio spazio creativo ha preso il sopravvento.
E’ nata così l’idea di costruire una barca che permettesse, una volta realizzata, di godere del tempo e della libertà di andare per mare, ma non un mezzo qualunque. Doveva essere una costruzione alla riscoperta di valori d’altri tempi: il gusto di costruire con le proprie mani con dedizione, precisione e cura dei dettagli. Il primo passo è stato quello di scegliere il materiale che non poteva che essere il legno nella sua bellezza naturale e ancora oggi uno dei migliori materiali per la costruzione di imbarcazioni grazie alle sue doti strutturali.
A questo punto dovevo trovare il progettista che sapesse non solo tracciare le linee d’acqua della barca dei miei sogni (letteralmente), ma anche essere ispirato da questa idea che richiede una profonda conoscenza delle imbarcazioni in legno classiche, delle relative tecniche di costruzione e di tutte le loro peculiarità.
Ho contattato il noto Sergio Abrami che subito mi ha dato l’impressione di essere la persona giusta. Succesivamente numerose conferme mi hanno confermato che non mi sbagliavo.
Le specifiche sono state:
- ampi spazi all’aperto
- massima sicurezza in mare in 7,5 mt di lunghezza.
Il progetto elaborato da Abrami ha avuto una approvazione velocissima, riscontrando immediatamente dai rendering una meravigliosa materializzazione dei miei desideri.
Lo step successivo è stato la ricerca del luogo e qualche settimana, grazie ad alcuni amici, ho trovato spazio dentro il capannone di una azienda il cui titolare essendo appassionato del mare intraprendente e curioso, ha accettato subito di avermi come ospite in un angolo davvero perfetto per il mio gozzo autocostruito .
La maturazione come autocostruttore
La mia formazione di ingegnere, sia pure di tecnologie industriali e non navali, mi ha aiutato nell’interpretazione dei disegni per arrivare a realizzazioni curatissime nei dettagli, scoprendo una vera passione costruttiva dedita al culto dei particolari per un risultato impeccabile nel rispetto delle specifiche di progetto.
Sia chiaro: una costruzione del genere è una vera sfida perché, sia pure con l’aiuto e supervisione del progettista, si tratta di trovare continuamente soluzioni “costruttive” adatte a risolvere i problemi che continuamente si presentano.
Sinora ho risolto i problemi tenendo sempre a mente il risultato da ottenere, cercando di visualizzare più volte il come fare, valutando le diverse modalità che vengono alla mente anche scrivendo rapidamente i vantaggi/svantaggi di ogni soluzione. Finchè non ne appare una molto più convincente delle altre. Quella è la strada che porterà alla realizzazione, se non altro perché sarà chiara nella nostra mente in tutti i suoi passaggi intermedi.
Il futuro
Una meravigliosa esperienza di saper fare. Impagabile realizzazione di s stessi, senza padroni o capi, senza tornaconto materiale, ma solo il proprio spazio creativo nel quale regnare sovrani.
Come si vede con il procedere della costruzione si sono in successione delineati e chiariti i principi vitali di questa grande avventura e tali risuonavano sempre molto interessanti anche per gli altri.
Inoltre, la passione ed il bagaglio di esperienza che maturavo erano sempre crescenti, tali da indurre il pensiero che forse avrebbero potuto sfociare in una attività di supporto e aiuto verso chi volesse intraprendere la stessa esperienza, oppure creare un cantiere vero e proprio per la produzione di questi pezzi unici.
Per trasmettere semplicemente ed efficacemente i miei principi ispiratori ho coinvolto in un vero e proprio progetto di comunicazione l’agenzia di Bologna “Liberate le Aragoste” con la quale sono stati definiti tutti gli elementi grafici, i contenuti e le immagini del mio sito www.camprislowyacht.com nel quale sono racchiusi ed efficacemente espressi i valori del mio progetto.
Ora sono in procinto di fasciare la mia bella barca, così presto materializzerò lo scafo e potrò rimanere tempi indefiniti in contemplazione delle sue forme sinuose e della vitalità delle venature lignee.
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Sarà interessante vedere i prossimi stati di avanzamento anche delle parti in metallo, dell’eventuale zavorra ecc.
Gentile Giorgio,
è proprio come dici ed un bravissimo va sicuramente all’ing. Umberto Cambri che con la sua infinita passione e tenace determinazione ha costruito e descritto tutte le fasi di lavorazione necessarie per la corretta realizzazione di questo gozzo. Continua a seguirci ed arrivederci alle prossime puntate.
Grazie per averci scritto…
Giacomo Vitale
AMB
Complimenti al sig. Umberto Cambri che si presta a spiegare la costruzione del gozzo!!
Ce ne fossero milioni di appassionati di barche classiche ancora costruite in legno…
Auguri per il Suo progetto.
Comunque, in Italia ci sono centinaia di autocostruttori cui si può rivolgere per consigli e suggerimenti.
Mi raccomando, aspettiamo le foto degli stati di avanzamento.