Galleria Ferrari: tra azienda e mito, dalle piste alle strade e la nautica?
Insolito parlare di auto in AltoMareBlu? Per me no e i motivi sono molteplici.
Il primo tra questi è che il fondatore della Ferrari, Enzo Anselmo Ferrari, mi ha sempre affascinato. Nato a Modena il 18 febbraio del 1898, la sua vita l’ha interamente dedicata alle automobili in un’Italia del XX Secolo che lui ha contribuito a rendere grande e prestigiosa.
Allo stesso modo, facendo un parallelismo con il mondo della nautica, Renato “Sonny” Levi con la sua passione e la sua esperienza acquisita nel mondo delle corse Offshore, ha prodotto delle imbarcazioni che ancora oggi non hanno eguali.
E’ veramente difficile parlare di due uomini così straordinari. Enzo Ferrari è ben ricordato nella galleria Ferrari un museo di automobili che si trova a Maranello vicino Modena a circa 300 m dagli stabilimenti Ferrari.
Dedicata al mito Ferrari, al suo fondatore e alla storia della casa automobilistica del cavallino rampante, il museo/galleria Ferrari è stato aperto nel febbraio del 1990 e non è solamente un museo di automobili ma espone anche premi, fotografie, modellini ed altri oggetti storici relativi alla storia dell’automobilismo italiano.
L’esposizione comprende anche le innovazioni tecnologiche molte delle quali sono la transizione tra le vetture da competizione ai modelli da strada. Il Museo mette a disposizione dei visitatori circa 40 modelli, scelti a rotazione tra tutte le vetture della storia Ferrari, grazie al patrimonio dell’Azienda e alla collaborazione con i più importanti musei d’auto italiani ed internazionali e con i collezionisti di tutto il mondo.
La superficie totale è di circa 2.500 metri quadri ed il numero annuale di visitatori supera le 200.000 persone; è bene sapere che il museo si rinnova frequentemente nel corso del tempo proponendo anche esposizioni veramente molto suggestive e particolari. In esposizione c’è sempre l’ultimo modello prodotto dalla casa automobilistica quasi come a voler segnare il tempo con ogni singola nuova vettura prodotta.
E’ una sorta di “tempio” del tempo e dei ricordi, i supporti audio, le auto, i video… tra emozioni e ricordi, trascinati dall’entusiasmo del vedere e scoprire dal vivo vetture che fanno parte della nostra vita, del nostro mondo immaginario di possedere una Ferrari o delle ore passate avanti alle TV a guardare la “rossa” battagliare su tutte le piste del mondo.
Già, sembra quasi impossibile ma essere così vicini a oggetti così belli, ha quasi dell’incredibile e lo stesso è guardare l’espressione dei visitatori, sentire così tante lingue diverse ammirare e commentare un mito che in tutto il mondo fa parlare della nostra Italia e di un sogno che vive tutti i giorni in noi; questo non credo potesse immaginarlo nemmeno Enzo Ferrari.
Le fotografie sono decisamente la prova, nessuna protezione, ne distanze imposte, il visitatore, come potete vedere, è invitato con un discreto cartellino a “non toccare” quegli oggetti.
Il personale vigila attentissimo e cordialissimo, sempre pronti a rispondere a qualsiasi domanda gli si faccia e anche attraverso i loro occhi, l’orgoglio si vede: lavorano per la Ferrari.
Difficile, è così tanto surreale che quasi viene da darsi un pizzico per vedere se si è svegli o quello che si sta vivendo è frutto della fantasia! Colpiscono particolarmente le mitiche F1 di Niki Lauda e di Gilles Villeneuve, quest’ultimo non ha mai vinto un mondiale ma è con la Ferrari che è diventato un mito.
Il casco, la tuta, i guanti di Gilles sono li come le tute e i caschi di altri gloriosi piloti come Nigel Mansel e… non descriviamo tutto altrimenti che sfizio c’è?
Il mondo delle corse è il vero e proprio banco di prova, la sperimentazione, le soluzioni e le innovazioni, vengono applicate e provate per poi arrivare ad essere impiegate sulle vetture di serie; come spesso accade, la derivazione delle parti meccaniche, il motore, le soluzioni adottate in pista, sono ammirabili osservando il motore di una Enzo; una vera e propria F1 con un vestito stradale.
La tecnologia, si può notare il disco dei freni in carbonio e ceramica e/o particolari degli scarichi… tutto questo è la prova che le gare sono e saranno sempre il cuore dello sviluppo di queste vetture.
Anche la sicurezza si sviluppa su casi estremi, è improbo e non sano sviluppare velocità limite in strada come si raggiungono su un circuito ma è da quelle esperienze estreme che si determinano dati utili da applicare nell’utilizzo di auto per uso stradale.
Certo la Ferrari è la Ferrari, ancora non esiste un motore diesel del cavallino rampante a dispetto di marchi come Audi, è prossima una vettura con quattro ruote motrici e chissà, presto magari, una F1 rispettosa dell’ambiente con motori a Biocombustibile!
Per Renato “Sonny” Levi, potremo riassumere così:
Un uomo che per la sua vitalità, voglia di mettersi sempre in discussione, è riuscito a raggiungere traguardi grandi e meritati, i capolavori disegnati dalla sua matita si sono affermati autorevolmente sui campi di gara, nella nautica da diporto, nella realizzazione di imbarcazioni militari veloci in molti paesi del mondo.
Ha realizzato gruppi poppieri speciali con eliche di superficie, flaps, step drive e tanto altro ancora, dimostrando di essere veramente una persona geniale, eclettica e dall’ispirazione inesauribile.
La produzione moderna Levi, per uso diportistico di quelle esperienze, quella storia di vita, è oggi riassunta e rappresentata da “Corsair” della Levi Boats che può essere equiparata come “restyling” moderno del famoso “Settimo Velo” derivata della più conosciuta e vittoriosa “A’Speranziella”.
L’emozione che ho avuto salendo sul Corsair Levi, è stata la stessa identica emozione di quando ho varcato la porta della Galleria Ferrari; la derivazione di una carena come quella della gloriosa ‘A Speranziella, è evidente, la somiglianza, la sicurezza, le doti di navigazione… sono tutti fattori che solo in casi limite e in gare estreme come la Cowes Torquay si possono generare.
Ne nascono gioielli sopraffini di idrodinamica/aerodinamica, ingegneria e meccanica che raramente è possibile apprezzare per altri marchi; è come guardare una Ferrari. Vedere una barca come Levi Boat Corsair, si può facilmente immaginare come derivi dall’esperienza fatta sui campi di gara.
Se la galleria del vento, le gare di F1, Gran Turismo esistono e sono dei punti di riferimento per lo sviluppo tecnologico, non si può dire che la stessa cosa capiti mediante l’utilizzo delle vasche navali e dalle esperienze nelle gare motonautiche.
Inoltre, non si capisce che la “restrizione” o “l’interpretazione” di regolamenti più o meno dubbi, frenano lo sviluppo di imbarcazioni più “performanti” e “sicure”. Le vasche navali, sembrano ormai state totalmente sostituite dagli attuali simulatori CFD mono e multifase applicate a carene plananti e/o dislocanti, test simulati su appendici e sistemi propulsivi.
Il risultato è un appiattimento dell’interesse nei confronti delle gare motonautiche e questo vale anche per i cantieri, i produttori di motori e di tecnologia nautica in generale; tanto, la sperimentazione la fa l’utente finale, il cliente…
Le attuali gare motonautiche vedono protagoniste solo ed esclusivamente delle unità “non vivibili” simili a siluri e anche se derivanti dalla “serie”, non le si vede di sovente in utilizzo diportistico. Questa è l’antitesi della sicurezza, dello sviluppo e del futuro della nautica.
I fatti parlano chiaro; guardando le gare di Powerboat P1 si sono visti testa coda in pieno rettifilo, barche che delfinano in malo modo, barche in virata che momentaneamente si fermano quando hanno i piedi poppieri che escono fuori dall’acqua ecc… Tutto ciò sembra essere molto diverso dai tempi pionieristici in cui si partecipava alle gare Offshore come la Cowes-Torquay-Cowes o la Viareggio-Bastia-Viareggio con imbarcazioni progettate per il diporto e “spinte” a limite in queste bellissime e istruttive gare.
Non me ne voglia la FIM ma trovo difficile immaginare gare “Endurance” su circuiti da 8 miglia, lo stesso è per il termine “OffShore” (gara di motonautica che si svolge in alto mare a velocità elevate) dove oggi, per favorire gli spettatori, le gare motonautiche si disputano entro le 4 miglia dalla riva, quando va bene… Questo genera una ricerca pari al “nulla”, senza nessun riflesso sulla nautica da diporto.
Queste infatti si sviluppano in altezza come dei palazzi, hanno gli interni in “oro”, statue, tavoli di marmo… Inoltre, per rafforzare l’illogico, invece che migliorare l’efficienza delle carene, mediante l’utilizzo di materiali leggeri, della distribuzione dei pesi, si applicano propulsori elettrici e tonnellate di batterie (saranno anche queste inquinanti?)…
Il futuro della motonautica elettrica sembra essere molto incerto e segnato dalla cecità di chi vi opera e, primi su tutti, i progettisti che, sulla carta e nel web affermano prestazioni sempre più fuori dal comune, la stampa specializzata ne da sempre grande eco e poi… magari con pochi nodi di vento, una barchetta a vela è capace di superare con velocità di crociera una barca elettrica da qualche centinaia di migliaia di euro!
Immaginate poi di ripristinate gare storiche d’altura con imbarcazioni da diporto, che utilizzano motorizzazioni con “biocombustibili”, credo possa essere interessante anche per gli stessi cantieri navali italiani che vantano un passato glorioso con barche straordinarie di cui… questo sito ne è testimone e regno di un mito che non credo tramonterà mai. Levi come Ferrari, la F1 come le gare motonautiche… a patto che non siano destinate a pochi ed inutili scafi che non diranno mai nulla sia nel contesto storico che nell’evoluzione della nautica.
E’ già stato scritto tutto della nautica? Forse si e questo è il peso più grande che gli attuali “professionisti” illudendosi non vogliono ammettere: la storia ed i fatti insegnano!
Per la cronaca, Fabio Buzzi batte tutti al 50° anniversario della Cowes Torquay Cowes del 2010.
RED FPT rimodernato, è un monocarena da 46 piedi costruito nel 1985; varrebbe quasi come a dire che la Ferrari 156-85 del 1985, messa in pista oggi, batte tutte le altre vetture del circus della F1… onore e merito a Fabio Buzzi e la suo equipaggio che hanno dimostrato che una carena valida, resta vincente anche oggi!
Per quanto concerne i tentativi di record di traversata dell’Atlantico, l’attuale record di traversata fu stabilito nel 1992 da un megayacht italiano chiamato “Destriero” e costruito dalla Fincantieri. Oggi, la sfida viene lanciata sul web e proposta da una azienda inglese denominata “Maricuda” con una imbarcazione futuristica; ovviamente si tratta solo ancora di una idea su carta e dal loro sito… cercano degli sponsor per finanziare l’impresa.
Un progetto che non lancia sfide attraverso il web ma esiste già, è un megayacht con carena a triciclo rovescio nominato Ram Wing 100 Levi. Derivato dal piccolo Arcidiavolo II costruito a suo tempo dai cantieri Acquaviva nel 1973, sembra che la storia scriva il presente e non è difficile immaginare l’Atlantic challenge con il Ram Wing 100. “Sonny” Levi non è di certo nuovo a questo tipo di avventure, basterebbe ricordare che con Richard Brandson e con il Virgin Atlantic Challenger II nel 1986 l’impresa e la storia… era già stata scritta!
Questo è quanto ci perviene dalla storia, quello che affascina e fa brillare gli occhi quando per mare incrociamo una carena Levi o per strada una Ferrari, mondi differenti con visioni diverse. Il futuro sembra “possibile” nel mondo della ricerca dell’automobile, tanto o in maggior parte, derivato delle competizioni mentre, quello della nautica, no.
In Italia siamo pieni di opere d’arte ma è possibile ammirarle, in una Galleria come quella Ferrari o in banchina (per i pochi fortunati che ne incrociano una) come una carena Levi. Il fascino delle competizioni, dei team, dei motoristi, dei meccanici, dei piloti… la sfida tra progettisti, correnti di pensiero, quello è un sapore che no, non lo si può e non lo si deve dimenticare, anzi… bisogna alimentarlo.
Speriamo presto di poterci ritrovare, magari anche con delle bellissime classiche carene Levi a fare da starter, in una gara motonautica di future signore del mare!
Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali
Il video della Galleria Ferrari…