Roma Offshore Speed Race 2012
Nelle discipline olimpiche classiche ha sempre avuto una grande rilevanza quella della maratona, antichissima specialità che risale ai tempi della Grecia antica e che ricorda l’impresa compiuta da un messaggero ateniese, Fidippide, che nel 490 a.C. corse per circa 42 km annunciando la storica vittoria nella battaglia dei greci contro i persiani invasori.
Una storia che ha del mitico e continua a suscitare un grande alone di fascino attorno a sé ed attorno a chi pratica questo sport fatto di rigore, disciplina, attenta preparazione e grande sacrificio. Il maratoneta è l’essenza stessa dell’atletica poiché ne incarna totalmente i valori; dev’essere un atleta forte ma allo stesso tempo veloce e resistente alla fatica e nessuna di queste caratteristiche deve prevalere sull’altra se non nel momento e nel modo opportuno.
Anche negli sport motoristici esistono le maratone. Basti pensare alla Parigi-Dakar o alla 24 ore di Le Mans, gare in cui i mezzi e gli uomini sono sottoposti ad uno stress continuo ma che a differenza della maratona non coinvolgono solo il singolo atleta ma tutto un team di tecnici che pensa, prepara ed assiste i partecipanti durante l’impresa. Molte delle più grandi case costruttrici si sono distinte in queste gare traendo grandi benefici commerciali nelle vendite e nell’immagine per merito delle innovazioni che hanno introdotto per rendere i loro mezzi sempre più affidabili su un campo ben più duro dell’uso quotidiano.
Tuttavia, gli sport motoristici non riguardano solo i mezzi su strada, ma anche la nautica e come accade per macchine, moto e camion, anche per le barche sono state inventate, realizzate e corse tante “maratone” meglio conosciute come gare di endurance: durata per l’appunto! L’endurance nautico è uno sport abbastanza simile alla maratona poiché non premia necessariamente il più veloce, bensì chi arriva in fondo alla gara e chi dimostra di aver raggiunto il giusto equilibrio tra velocità e resistenza.
I mezzi che hanno ottenuto risultati degni di nota in questa disciplina sono stati sempre precursori di grandi innovazioni che hanno portato la nautica da diporto a raggiungere risultati che oggi consentono alla maggior parte degli utenti della domenica di poter navigare su barche sempre più confortevoli. Grandi nomi di progettisti come Levi, Bertram, Buzzi, Aronow, Acampora, Abbate e di cantieri quali: Navaltecnica, FB Design, Cigarette, Bertram, Aeromarine, C.U.V., Italcraft, solo per citarne alcuni, hanno segnato gli annali dell’endurance mondiale.
La regina di queste competizioni è senza dubbio la Cowes-Torquay che dagli anni ‘60 si svolge nelle infide acque attorno all’isola di Wight e della stessa difficoltà sono le grandi classiche italiane come la Viareggio-Bastia-Viareggio e Venezia-Montecarlo. Gare massacranti per uomini e mezzi che per riuscire nella loro impresa devono sottoporsi ad un’intensa preparazione, fisica per gli equipaggi e tecnica per le barche! Investimenti di risorse, tempo e denaro per raggiungere l’eccellenza al fine di poter trasferire nella produzione di serie il know-how acquisito in termini di materiali, idrodinamica e tecniche costruttive. L’endurance è quindi fatto di fatica, di lunghi percorsi durante i quali le condizioni cambiano di continuo e chi le affronta dev’essere in grado di potervi fare fronte senza mai calare il proprio rendimento o anche prevederle adattandosi a loro e giocare d’astuzia per arrivare prima e soprattutto per giungere al traguardo!
Negli ultimi dieci anni, purtroppo, il mondo dell’endurance ha perso ogni suo valore tecnico ed i campionati nazionali o internazionali hanno solo mostrato una brutta copia delle gare di circuito, spacciando per “durata” competizioni con percorsi di appena 40 miglia per le gare “sprint” e di 70 per le gare “endurance” (minimi previsti dal regolamento Par. S10 ed S11), in media, disputati su percorsi corti, a volte di appena 5 miglia e per di più vicini alla costa! Tutt’altro che la nautica d’altura, il vero spirito dell’endurance per come esso è stato concepito. Solo una vetrina per il più veloce, per il più rumoroso, per il più sgargiante nella sua livrea.
Tanto per capire l’enorme differenza tra l’endurance “dei padri” e quella moderna, basta dare un’occhiata alle foto delle barche partecipanti: si noterà immediatamente come barche quali ‘A Speranziella, Brave Moppie, Ultima Dea, Italcraft 26’, lo stesso Surfury fossero si barche nate per correre ma prima di tutto “barche”! Con le stesse, gli armatori/piloti avrebbero (e probabilmente lo facevano sul serio) potuto andare tranquillamente in crociera a trascorrere le vacanze. Imbarcazioni con tanto di alloggi interni vivibili, costruite prima che con la vocazione agonistica soprattutto con l’intento di essere modelli per il diporto.
Nasce Roma Offshore Speed Race 2012, che si svolgerà dal 18 al 22 Luglio 2012 nel Porto Turistico di Roma e ufficializzata in calendario dalla FIM (Federazione Italiana Motonautica). E’ una gara motonautica d’altura che esalta la sfida tra uomini, motori/scafi ed esperienza nella navigazione ad alta velocità. Roma Offshore Speed Race debutta nel tratto di mare compreso tra il Porto Turistico di Roma e l’isola di Ponza su un percorso di 135 miglia marine con un panorama tra i più belli al mondo.
L’edizione numero “0” di un evento che aspira a diventare una grande classica nel corso degli anni, la base della Roma Offshore Speed Race sarà il Porto Turistico di Roma (Ostia) ed avrà i seguenti appuntamenti:
- 18 Luglio OFFSHORE BEACH VILLAGE Open
- 19 luglio Arrivo dei partecipanti e Conferenza Stampa presentazione evento
- 20 luglio Verifiche amministrative e tecniche
- 21 luglio Ore 10:30 inizio Gara (durata 2h circa) Premiazione e Cocktail
- 22 luglio Lay Day
Lo spettacolo sembra essere assicurato anche dalla scelta di dotare tutte le barche di un sistema satellitare GPS di segnalazione in tempo reale della posizione, le idee si moltiplicano anche immaginando possibili tracciature real time come si è già visto per le gare della American’s Cup e nelle ultime gare della P1.
Quali sono i dati salienti? Sicuramente l’estremo e l’endurance offshore, 135 miglia marine senza limiti di distanza dalla costa, non su circuito, fanno presupporre anche scelte tattiche diverse a puro vantaggio dello spettacolo; quello delle vere gare di un tempo. Un ritorno concettuale per riavvicinare i costruttori e gli addetti ai lavori alle gare motonautiche che, ci sembra cogliere dallo staff organizzativo della Roma Speed Race, sia il vero core per il futuro e come un tempo, le imbarcazioni da diporto impiegate in gare pure come quelle che hanno reso celebri marchi, ingegneri e piloti degli anni ’60 e ’70.
L’adrenalina sale, i bolidi già li immaginiamo in acqua e come sempre, che vinca la sportività e la bravura, il migliore sarà di sicuro lo spettacolo che gli organizzatori promettono per questo evento dal sapore moderno, ma con la giusta dose di classicità!
AltoMareBlu raccoglie questa nuova sfida Made in Italy e si è proposta di essere mediapartner dell’evento. Immaginare una nuova formula di gara motonautica d’altura in Italia ci è sembrato molto stimolante, sia per il mondo della nautica, quanto per l’indotto che genera idee ambiziose come la nascente Roma Offshore Speed Race 2012.
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Per tutte le informazioni su Roma Offshore Speed Race 2012:
Gentile Aurelio,
La ringraziamo per quanto dice di AMB e aggiungiamo che la vera passione può anche fare miracoli… Attendiamo anche noi con molto interesse lo svolgimento di questa gara e commenteremo su queste pagine lo svolgimento della manifestazione.
Continui a seguirci e buona lettura di AMB!
Giacomo Vitale
Complimenti per il sito, veramente molto curato e pieno di informazioni.
Ho ritrovato gare e piloti dei miei tempi e ho passato qualche piacevole ora a leggere anche di storie che non conoscevo. Bella questa iniziativa, una gara molto dura e le condizioni di mare saranno determinanti anche se, con un tratto così lungo, è sempre tutto possibile.
Non ci resta che aspettare questo evento, mentre continuerò a leggere questo sito nel frattempo.
Aurelio (Rm)