Il Museo della Marina di Lisbona – di Sergio Abrami
Portogallo e Spagna si contendevano nel XV secolo il dominio dei mari
Nel Museu de Marinha di Lisbona troviamo viva testimonianza e ricordo della potenza marittima dell’impero lusitano.
Questa volta vi porto a conoscere quello che è per me uno dei più bei musei della marina che ho avuto modo di visitare.
Attraversando la città che lo ospita, raggiungendo il museo che è alla sua periferia ovest, si percepisce da mille dettagli tutto l’orgoglio di un popolo che è stato una potenza navale e marittima di primo rango. vedi Illustrazione Impero Portoghese
Sto parlando del Portogallo e del suo museo della marina in Lisbona, una città moderna ed antica che è permeata di musicalità e malinconia .
E’ la “saudade”, che assieme al fado qui sono tangibili, toccabili con mano.
La saudade, è uno stato d’animo, un sentimento, originario della cultura portoghese, infatti solo un portoghese può spiegare con esattezza cosa significa questa parola e tutte le sue implicazioni. La parola deriva dal latino e significa solitudine, o comunque è traducibile in un sentimento misto tra passato e presente, che non evoca solo la nostalgia, ma anche la speranza nel futuro che verrà.
Non dimentichiamo che metà del mondo era sotto il suo controllo, dal Brasile alla penisola di Malacca, con basi in Africa ed in India . Ora forse il Portogallo è una nazione poco conosciuta , quasi dimenticata, ma ricca di fascino e di storia.
Vi garantisco che nelle sale del museo della marina “si sente” la saudade .
Ma non divaghiamo, avviciniamoci al museo. Saranno le immagini a parlare.
Il Museo della Marina si trova nell’ala nord-orientale del Monastero dos Jeronimos (che ospita il Museo archeologico).
Il Monastero dos Jeronimos è stato fatto costruire dal Re Manuele I nel XVI secolo per celebrare il ritorno in patria di Vasco de Gama. Fu realizzato dall’architetto Diogo de Boitaca in stile manuelito, mescolando elementi del tardo gotico ad elementi rinascimentali, sopra la Chiesa Ermida do Restelo, nella quale il navigatore trascorse la notte prima della sua partenza per l’India a pregare. All’interno si trovano la tomba di Vasco De Gama.
Qui a Lisbona tutto parla di grandi viaggi, scoperte, religione e rimpianti…
Di costruzione recente – 1962 – è invece il Padiglione delle Galeotte che ospita numerose galeotte e il Brigantino Reale, nonché una sezione dedicata ai primi voli di Idrovolanti . Qui troviamo l’idrovolante Santa Cruz, il primo a trasvolare l’oceano nel 1922.
Il Museo della Marina è nato nel sec. XVIII, come raccolta di modelli della Marina portoghese, il Museo ospita oltre 17.000 pezzi, un archivio di oltre 30.000 fotografie e una cospicua collezione di disegni e piani costruttivi .
Si entra con soggezione nel museo la cui sala d’ingresso è dominata dall’imponente statua di Enrico il Navigatore affiancato da statue di insigni navigatori del Paese; un grande planisfero policromo sulla parete di fondo rappresenta le rotte seguite dai Portoghesi nei sec. XV-XVI, ed il meridiano che – in base al Trattato di Tordesillas stipulato nel 1494 tra Portogallo e Castiglia – divideva il mondo conosciuto tra le due Corone.
La “Sala do Oriente” è dedicata ai viaggi che – dopo Vasco da Gama, che nel 1498 fu il primo Europeo a raggiungere l’India via mare – portarono i Portoghesi ad instaurare rapporti commerciali e culturali con l’Estremo Oriente.
Nella Sala d’Oriente è ospitata una mostra permanente che comprende imbarcazioni orientali, porcellane, sculture, due armature giapponesi del Cinquecento, arredi e dipinti cinesi del XIX secolo, due esemplari dell’abaco, strumento di calcolo antecedente dell’avvento del sistema numerico arabo, e magnifici esemplari di arte sacra indo-portoghese, che rappresentano, tra gli altri, il missionario spagnolo Francesco Xavier, il celebre Ignazio da Lodola – fondatore della Compagnia di Gesù – e Don Filippo Neri.
Notevole anche un altare da campo usato a bordo della nave di Vasco De Gama.
Una delle sale è dedicata alla navigazione da diporto, con modelli di imbarcazioni da regata (l’Associazione Navale fu fondata nel 1856), tra cui spicca il caicco reale Sirius, di cui l’originale è visibile nel Padiglione delle Galeotte.
Seguono la interessante sala della costruzione navale e la sala dedicata alla marina mercantile.
Molto ben realizzato il percorso evolutivo attraverso svariati modelli di secoli diversi. Tra questi, il vapore Infante D. Henrique, della Compagnia Coloniale di Navigazione.
Nella sala dedicata alle scoperte sono di assoluto rilievo alcuni reperti importanti come le bellissime carte nautiche cinque-seicentesche che ci riportano all’epoca del Padrão real, ed in fine i trattati di nautica come, il Tratado da Sphera di Pedro Nunes.
Ci sono ovviamente modelli di caravelle, numerosi pezzi di artiglieria e le molto caratteristiche padrões, ossia la colonne di pietra scolpita, sormontate da una croce, che i Portoghesi erigevano nei territori conquistati a significare la presa di possesso.
C’è anche una piccola scultura lignea che rappresenta l’Arcangelo Raffaele – patrono dell’omonima nave di Paulo da Gama fratello del più noto Vasco che navigò nel 1497 alla scoperta dell’India – che è rimasto unico prezioso oggetto a memoria di quel celebre viaggio.
Possiamo ammirare una magnifica collezione di nove astrolabi nautici, la più vasta esistente in un unico museo ; alcuni di questi sono frutto di recenti recuperi su relitti sommersi.
Nelle altre sale troviamo documentazione dello sviluppo delle costruzioni navali e dalla navigazione dal Seicento a oggi. Illustrate attraverso le raccolte sia di strumenti che di documenti nautici e reperti che illustrano personaggi importanti per la storia portoghese con particolare enfasi per l’ammiraglio de Nisa che combatté Napoleone a fianco di Nelson.
Ancora tanti splendidi modelli , uno di questi rappresenta la fregata “D. Fernando II e Gloria”, costruita in India, ultimo veliero
della Marina portoghese, attivo sino al 1878, quando divenne nave scuola. Oggi la Fregata è visitabile vicino alla Stazione di Alcantara non lontano dal Museo. Nella boutique del museo è disponibile un libro con la storia , molto ben documentata con foto e accurati disegni dell’opera di restauro. Titolo : “Fregata D, Fernando II e Gloria” codice ISBN 972-8004-45-1.
Ci sono intere sale o sezioni che documentano la navigazione fluviale, la pesca d’altura e costiera, mentre un ambiente ospita la ricostruzione degli appartamenti reali salvati dallo smantellamento delle navi Amelia e Sirius.
Una sala è doverosamente dedicata a Henrique Maufroy de Seixa (1896-1948), benemerito del Museo e promotore dell’attuale sistemazione.
HM de Seixta donò i suoi archivi , la sua ricca biblioteca una raccolta di disegni e una collezione unica di modelli delle diverse imbarcazioni appartenute alla Casa Reale.
Il Padiglione delle Galeotte che si raggiunge percorrendo un porticato che ospita alcune imbarcazioni fluviali ( da tutti certamente ben conosciute quelle per il trasporto del Porto ) offre l’impareggiabile visione di dodici imbarcazioni originali di epoche diverse,
di cui la più imponente è il brigantino reale, costruito nel 1780 per la regina Marina I, poi utilizzato come barca di rappresentanza fino al 1957.
Nell’ampio cortile antistante la galleria di collegamento al padiglione delle Galere sono esposti pezzi di fasciame in acciaio di corazzate con i fori provocati dai proiettili penetranti.
La visita al Museo della Marina termina attraversando un book shop ben fornito di testi e gadget ricordo.
Verrebbe voglia di rientrare al museo per ammirare con maggior tranquillità alcuni pezzi veramente molto ben esposti e conservati.
E’ un museo che per una visita attenta e documentata richiede una giornata. E’ possibile scattare fotografie con le note limitazioni a flash e cavalletti.
PS : Uscendo sul piazzale si vedono spesso ordinati gruppi di scolaresche in visita, si intravede il Padrão dos Descobrimentos . Un monumento recente, ma simbolo della vocazione marittima del portogallo. Vedi box
Suggerisco una sosta sul Tajo ed un buon bicchiere di vino tinto. Sullo sfondo l’ardito ponte, nuova icona di una città fascinosa dove anche i bidoni della NU ricordano gli antichi splendori.
La storia del museo è legata al suo fondatore, Luigi I di Braganza, che fu il trentaduesimo re del Portogallo e dell’Algarve dal 1861 al 1889. Studioso, appassionato di mare e di oceanografia , il 22 di luglio di 1863, decretò la costituzione di un collezione delle documentazioni riguardanti in generale l’attività marittima portoghese.
Questo museo nasce infatti della volontà di questo monarca, dotato di una notevole sensibilità artistica e culturale, votato alla conservazione del passato storico, così presente ancora oggi nella memoria collettiva nazionale.
Ma del museo riflette anche lo sforzo encomiabile di conservazione dei modelli delle navi esistenti nel Palácio da Ajuda sede della scuola navale. La vecchia scuola navale era situata nelle installazioni di vecchio arsenale militare. Nel 1916, un incendio di grandi proporzioni, distrusse la grande parte della preziosa collezione di modelli.
Bisognerà aspettare il 1962 per arrivare alla magnifica sistemazione attuale all’interno del monastero dei Gerolomitani.
Viene costruito in quegli anni un ampio padiglione per esposizione delle galeotte con annessa caffetteria, boutique ed uffici .
Di tutti i musei navali che finora ho visitato, e sono oltre una trentina, quello di Lisbona è certamente uno dei più suggestivi sia come collocazione che ricchezza di oggetti esposti.
Come già detto, sono circa 17000 i pezzi esposti nelle varie collezioni del museo. Quasi 1500 i piani di navi visibili o consultabili .
Una ricca boutique all’uscita del museo offre foto e piani di navi, testi relativi alla navigazione ed alla costruzione, oltre , naturalmente ai classici gadgets come cravatte, t -shirt & c..
L’unico rammarico : nella fornita libreria nautica del museo sono pochi i testi bilingui portoghese – inglese.
Lo stesso dicasi per il sito ufficiale www.museu.marinha.pt che a tutt’oggi è solo in portoghese.
Ma con il portoghese, lingua molto musicale e gradevole, ci si può arrischiare anche in qualche ardita libera traduzione.
Quasi tutti gli edifici di Lisbona sono successivi al 1755 o comunque sono stati marcatamente restaurati.
Il Museo della Marina sistemato negli edifici del Convento dei Gerolomiti, non sfugge a questa regola.
Lisbona è storicamente nota per il suo tremendo cataclisma.
Il terremoto di Lisbona, oltre che distruggere intere città, scosse anche le coscienze di un’intera generazione. Lisbona era la capitale di un paese fortemente cattolico, con alle spalle una storia di grandi sforzi di cristianizzazione ed evangelizzazione delle colonie.
Per tutti i teologi ed i filosofi del XVIII secolo questa inaudita manifestazione della collera divina rimase un mistero assai difficile da spiegare, e che fu di stimolo a riflessioni filosofiche di vario tipo.
Alcuni fecero risalire la causa del terremoto alla punizione divina per il massacro degli indios nelle riduzioni sud americane dei gesuiti.
La ricca città di Lisbona, prima di questo cataclisma, contava circa 150.000 abitanti.
Di questo cataclisma, il geologo scozzese Charles Lyell (1797-1875) fece un’accurata descrizione: « Mai, nei tempi moderni, nelle regioni vulcaniche dell’Europa del sud si era verificato un terremoto uguale allo spaventoso sisma che colpì Lisbona il 1° Novembre del 1755.
Dapprima s’udì provenire dalle viscere della terra un rombo come di tuono, subito dopo una violenta scossa abbatté gran parte della città. Durante sei spaventosi minuti, morirono 60.000 persone. Il mare prima si ritirò, lasciando il molo e la riva a secco, con tutte le navi e le barche che vi erano ormeggiate, quindi tornò rombando, sollevandosi di quindici metri oltre il suo solito livello”.
Vennero distrutte case, commerci e flotta, fu messa in ginocchio una città che ancora oggi si sente pervasa da un non so che di malinconico e fatalistico.
Ma tutto in questa città fa capire che siamo in una capitale che da sempre è vissuta sul mare, per il mare. Capitale di una nazione di navigatori e di mercanti che contendevano alla Spagna ed all’ Inghilterra il dominio dei mari.
Anche lo stile manuelito è un continuo richiamo al mare, con quelle gomene in pietra che si intrecciano nelle cornici delle finestre. e costituiscono elemento caratterizzante del decor luisitano.
Non lontano dal Museo ci sono Torre Belem e l’imponente monumento ai naviganti. Meritano entrambi una visita .
Il Padrão dos Descobrimentos è situato sulla riva del Tago , proprio di fronte al Monastero dos Jerónimos, fu realizzato nel 1960, a cinquecento anni dalla morte di Enrico il Navigatore, per celebrare l’era delle scoperte realizzate dai navigatori portoghesi fra il XV ed il XVI secolo.
Il monumento venne iniziato sotto il regime di Salazar per celebrare tutti i marinai che parteciparono alle grandi scoperte.
Curiosità : Il monumento attuale non è però quello originale.
La prima versione del monumento, costruita nel 1940 per l’ “Exposição do Mundo Português”, venne demolita nel 1958 in quanto essendo stata costruita con materiali scadenti, era ormai ridotta in condizioni da costituire pericolo per le persone che lo visitavano. L’attuale monumento è stato realizzato in pietra bianca.
Sedetevi in uno dei numerosi bar sulle rive sorseggiando un corposo “vino tinto” portoghese del Douro , vedrete passare imponenti navi da crociera che sfiorano l’arcata del ponte “25 aprile“ che sovrasta la foce del Tago ed un gran numero di barche tradizionali e moderne che solcano quotidianamente le acque antistanti torre Belem : sarà uno spettacolo che non dimenticherete facilmente.
Abbiamo avvisato l’autore dell’articolo a cui Lei fa riferimento, inoltrando il Suo. Restiamo in attesa della sua risposta.
Appena pervenuta provvederemo a pubblicarla su AMB e Lei sarà avvisato dal sistema mediante una mail.
La ringraziamo per averci contattato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AMB
Salve sig. Abrami,
ho letto il suo articolo sul Museo di Lisbona e le chiedo se può darmi questa informazione
Qual’è il nome in spagnolo del “mostrarombi” da lei fotografato?
Faccio questa domanda a lei perché il Museo Galata di Genova, che ne espone una copia non mi sa rispondere e nel web non ho trovato il nome di questo strumento in altre lingue tranne il francese.
Mi sarebbe sufficiente anche il nome portoghese, che non sono riuscito a trovare nel sito del Museo.
La ringrazio e la saluto
Giorgio Bergamino
Carissimo Sergio,
ti ho accontentato ed hai ragione, Lisbona è una città fantastica e dire affascinante e dire troppo poco…
Comunque ti ho accontentato e scusa la mia distrazione per non aver inserito la foto del bidone della spazzatura della locale nettezza urbana che evidenzia una città ordinata e pulita che riporta la mente ai fasti del passato, come appunto descrivi nel tuo testo…
Ancora grazie per aver regalato questo bel pezzo di storia ai lettori di AMB!!
Siamo d’accordo, i bidoni della NU non sono barche, ma a Lisbona acquistano dignità con lo stemma cittadino che raffigura un vascello.
Meritavano una foto… un-official.
Grazie per l’impaginato.