La strategia dei mezzi militari della Marina Militare: il sommergibile U-212
di Mauro Panebianco

Il smg TODARO con in scia U32, il battello gemello della Marina tedesca durante l’ingresso in Mar Piccolo a Taranto (foto Mauro Panebianco)
Il Capitano di corvetta Mauro Panebianco in servizio attivo, attualmente impiegato allo Stato Meggiore della Marina presso il Reparto Sommergibili, ha frequentato l’Accademia Navale dal 1991 al 1995. E’ stato imbarcato sui sommergibili “Primo Longobardo” e “Carlo Fecia Di Cossato”.
Successivamente, nel 2004 ha comandato la nave “Crotone”. Ha seguito la fase finale degli allestimenti degli U-212A ed è stato Comandante in 2^, a seguire Comandante del Smg Todaro. Laureato in Scienze Marittime e Navali ha frequentato la Scuola di Comando Navale, l’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia e l’Istituto di Stadi Strategici Militari Intedorze (ISSM) di Roma.
Scenario operativo di riferimento
Lo scenario operativo di riferimento dei sommergibili nazionali è relativo a:
- operazioni di gestione delle crisi
- prevenzione e repressione del terrorismo internazionale
- controllo dell’immigrazione clandestina e dei traffici illeciti
e più in generale a operazioni a difesa degli interessi vitali della Nazione, ovunque essi siano minacciati. In generale il quadro geopolitico attuale è caratterizzato da un’imprevedibilità diffusa che porta a un maggior ricorso allo strumento militare, ma contestualmente richiede e necessita di una profonda e lunga attività di raccolta informazioni, per avere e mantenere sempre una situation awareness aggiornata.
In tale contesto, per i nostri battelli si prevedono attività prolungate in prossimità di coste e porti o di choke points, in bassi fondali, in presenza di elevato traffico mercantile, sia in operazioni indipendenti sia a supporto di dispositivi Joint e Combined. Il teatro di prevalente gravitazione del sommergibile apparterrà al cosiddetto «Mediterraneo allargato» comprensivo del Mediterraneo, del Mar Rosso, del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano Occidentale, non escludendo, in relazione agli impegni assunti e assumibili dall’Italia nel contesto internazionale, un impiego delle Unità anche in altri teatri. In tali ambienti i sommergibili nazionali potranno svolgere le loro missioni sfruttando a pieno la caratteristica principe del mezzo subacqueo: la stealthness.
Nell’area di interesse nazionale il ruolo della Componente subacquea è fattore abilitante in quanto contribuisce in maniera significativa alla sicurezza delle vie di comunicazione, nonché dei porti di destinazione iniziale – finale, attraverso un efficace controllo nelle tre dimensioni, soprattutto “sotto la superficie” quale unico strumento in grado di operare in maniera continuativa e prolungata in tale dimensione, capace di intervenire a quote profonde anche per il contrasto a forme di minaccia a terminali petrioliferi e alle linee di comunicazione e condotte sottomarine, attuate anche in modo asimmetrico.
Ruolo della componente sottomarina
La componente sottomarina si attesta oggi su una consistenza numerica di sei unità, dopo progressive riduzioni negli ultimi anni. Questo numero, scaturisce da profonde riflessioni in sede di bilanciamento dello “Strumento” e si ritiene rappresenti la cosiddetta “massa critica” (1) di sotto della quale non risulta più plausibile esprimere una capacità operativa nel settore.
Il ruolo del sottomarino discende dai compiti primari assegnati alla Marina Militare e tra questi occorre citare quello della “Sorveglianza e controllo degli Spazi Marittimi”. È attraverso l’esercizio del controllo che si rende possibile l’utilizzo pacifico del mare e si tutelano i legittimi interessi nazionali che su di esso insistono. Associato al concetto dello spazio marittimo c’e quello della sua tridimensionalità e per quanto di specifico interesse, preme evidenziare la dimensione subacquea.
Nel semispazio compreso tra la superficie e il fondale marino convergono sempre maggiori interessi economici, grazie soprattutto ai progressi della tecnologia che ne consente sempre di più lo sfruttamento. Non è difficile pensare all’importanza delle condotte sottomarine per il trasferimento degli idrocarburi oppure ai cablaggi per le comunicazioni internazionali o ancora alle piattaforme offshore per l’estrazione di risorse dal sotto suolo marino, alla pesca e allo sfruttamento dell’energia eolica, quale fonte rinnovabile alternativa ed eco-compatibile.
A questi consueti interessi se ne aggiungono oggi di nuovi, come per esempio una progressiva espansione della “diportistica subacquea”, che consente di accedere attraverso il libero mercato a mezzi capaci di navigare sottacqua con poche decine di migliaia di Euro. Senza alcuna difficoltà è infatti possibile individuare siti Web che propongono ingegnosi e convenienti veicoli subacquei, all’occorrenza facilmente riconfigurabili per attività illecite e illegali.
È questa generale propensione verso la dimensione sottomarina che impone alla Marina di esercitarne la sorveglianza e il controllo attraverso uno strumento militare idoneo, tecnologicamente avanzato, dotato di autonomia maggiore di qualsiasi altro veicolo subacqueo commerciale, invisibile e discreto nella sua azione, capace di trasferire preventivamente e rapidamente ogni informazione di rilievo a un sistema di sorveglianza integrato.
Questo strumento è il sottomarino di nuova generazione, concepito e progettato appositamente per il soddisfacimento di queste esigenze, peraltro comuni ad altri Paesi del contesto Europeo, con i quali sono in essere programmi di cooperazione internazionale per ridurre i costi di acquisizione e di supporto in vita dei mezzi, mettendo a sistema le capacità dei rispettivi comparti industriali nazionali.
Smg TODARO e SCIRE’ in manovre cinematiche al largo della Spezia (fonte Marina Militare)
La componente sottomarina è sempre più chiamata ad agire come segmento mobile di supporto all’ intelligence subacquea, capace di presidiare in forma occulta aree marittime avanzate o costiere potenzialmente esposte alla minaccia ovvero fonte di provenienza della stessa. Anche nel caso in cui siano richieste azioni specifiche di contrasto, il binomio storico sottomarino-forze speciali offre anche per il futuro una coerente ed efficace soluzione di intervento mirato e chirurgico.

Smg TODARO in navigazione sul fiume Hudson in uscita da New York durante la campagna operativa Conus 08 (foto Maurp Panebianco)
Anche nel più ampio contesto internazionale, il sottomarino è in condizione di assicurare la sua piena interoperabilità con dispositivi joint-combined, in modo tale da trasferire la propria peculiare efficacia operativa negli associati scenari di riferimento, quale contributo nazionale qualitativamente di spessore.
In conclusione, la componente sottomarina consente di mantenere un ruolo attivo nel controllo dello spazio subacqueo ed equivale ad affermare una supremazia tecnologica in un settore strategico in continua e di grande espansione. L’introduzione di nuove tecnologie sui sottomarini militari ben si coniuga peraltro con l’esigenza di una consistente riduzione numerica degli equipaggi e crea un volano iniziale per 1’industrializzazione di soluzioni tecnologiche “dual use” di più ampio interesse industriale, come per esempio i nuovi sistemi di propulsione “Air Independent” basati sull’impiego di idrogeno e celle a combustibile, utilizzabili anche per l’ auto trazione.
Missioni
I sommergibili contribuiscono alla:
- difesa degli interessi vitali del Paese contro ogni possibile aggressione, assicurando la sicurezza e l’integrità delle vie di comunicazione, la sicurezza delle aree di responsabilità nazionale e dei connazionali all’estero, ovunque siano minacciati; – salvaguardia degli spazi euro-atlantici, nel quadro degli interessi strategici e/o vitali del Paese, partecipando sia alla difesa collettiva della NATO sia ad attività/iniziative in ambito Unione Europea e/o multinazionale;
- gestione delle crisi internazionali.
Le nostre Unità sono in grado di assolvere un ampio spettro di missioni, in particolare, possono essere impiegate in attività di raccolta delle informazioni e di supporto alle operazioni di Forze Aeronavali; sono massimizzate la sinergia con le Forze Speciali e le operazioni in ambito Joint e/o Multinazionale, nel quadro di Alleanze e Cooperazioni/Coalizioni, che prevedono l’impiego in operazioni anche ad alta intensità.
Minaccia
I Sommergibili gravitano prevalentemente in ambienti operativi caratterizzati da una minaccia convenzionale, costituita da piattaforme navali, subacquee e aeree dotate di sensori elettroacustici attivi e passivi, elettromagnetici, magnetici, all’infrarosso e di sistemi d’arma convenzionali, anche di tecnologia avanzata (ex sovietica o occidentale di tipo off the shelf). Inoltre è sempre più presente una minaccia di tipo asimmetrico che sfrutta sovente tecnologia dual use.

Smg TODARO all’ormeggio a Mayport (FL Stati Uniti) a proravia di un incrociatore americano “Ticonderoga” durante la campagna operativa Conus 08 (foto Mauro Panebianco)
Una rischio molto presente oggi continua a essere la presenza di campi minati. Le mine, considerate sia come armi strategiche che tattiche, rimangono una delle principali minacce per il traffico navale, sia per il costo di produzione relativamente basso (in relazione alle onerose procedure per neutralizzarle o per circoscriveme almeno la minaccia), sia per la gravità delle perdite che possono infliggere, sia per l’impiego facilmente graduabile e misurabile utilizzando un limitato numero di mezzi (navi mercantili o unità subacquee) per effettuare La posa.

Smg SCIRE’ nel dispositivo per i festeggiamenti della Festa della marina – 10 giugno 2011 alla Spezia (foto Comando smg SCIRE’)
In funzione delle minacce sopra esposte, la flotta subacquea italiana deve fornire/assicurare capacità esclusive in termini di rapidità di intervento, versatilità e poli valenza. In particolare il sommergibile ha la capacità di:
- intervenire anche a grandi distanze
- integrazione e interoperabilità, che offre la possibilità di contribuire dal mare, ad attività combined/joint e interagency; – autonomia logistica
- polivalenza € multifunzionalità degli assetti
Caratteristiche tecniche dei nuovi sommergibili
Assunta la necessità ineludibile di avere una flotta subacquea che deve essere coerente con il livello di ambizione della Nazione, la Marina ha valutato e acquisito la necessità di mantenere in linea sei unità omogenee di elevate qualità, caratteristiche e capacità operative e ricercato soluzioni ottimali per assicurare la massima efficacia nei settori addestrativi, logistici e manutentivi.
Per tale esigenza nel recente passato si è dato vita al “MoU U212A” (2) per la cooperazione con la Germania che ha permesso di avere un mezzo allo stato dell’arte e che consente un continuo dialogo per sviluppare interessi comuni con il partner tedesco, per l’acquisizione dei materiali e apparati, permettendo evidenti economie di scala e contenendo così i costi, con un conseguente abbattimento dei rischi di impresa. Inoltre per massimizzare i vantaggi economici di scala nel ciclo di vita, i battelli “U212A” godono di una cooperazione italo-tedesca nei campo dei materiali, delle manutenzioni, del supporto tecnico-Iogistico e dell’addestramento, mentre l’identicità di tutte le unità del programma assicura la piena interoperabilità delle basi nazionali e tedesche e delle relative strutture logistiche e addestrative.

Smg SCIRE’ nel dispositivo festeggiamenti della Festa della Marina – 10 giugno 2011 alla Spezia (fonte Comando smg SCIRE’)
Le macro differenze con la precedente generazione di sommergibili nazionali sono:
- impianto di propulsione AIP (air indipendent propulsion): impianto di propulsione indipendente dall’ aria basato sul principio delle celle a combustibile, dove una reazione chimica fra ossigeno e idrogeno genera energia elettrica. Non essendoci alcuna combustione non vi è produzione di gas di scarico e quindi l’AIP garantisce:
- bassissimi li velli di rumore irradiato e auto-indotto
- prestazioni indipendenti dalla quota
- assenza di qualsiasi scarico all’esterno (full covertness)
- significativa endurance
- segnature: estremamente ridotte non solo ambito acustico ma anche nello spettro magnetico, termico e radar e ottico (effetto scia)
- suite sensoriale sotto la superficie: il sensore principe delle nuove Unità rimane l’idrofono ma il parco sensoriale si è arricchito di più “antenne acustiche” che permettono di perlustrare lo spazio circostante anche in bande a bassa e bassissima frequenza con immediati ritorni nelle maggior distanze di scoperta/sorveglianza e capacità di valorizzazione delle informazioni raccolte;
- suite sensoriale sopra la superficie: le nuove Unità sono dotate di sistemi allo stato dell’ arte. In particolare, l’ evoluzione del concetto di comando, controllo e comunicazione in “C41STAR”, legato alla grande varietà di strumenti per il trasferimento di informazioni di varia natura in near real time e/o in real time, ha imposto che anche sui sommergibili nazionali si sia implementato il concetto “Network Centrie Warfare” (3) (NCW) e le sue evoluzioni “Network Enabled Cepability” per giungere alla conoscenza condivisa della picture del «campo di battaglia» che rappresenta il moltiplicatore di forze ricercato dalle Forze Annate moderne
- equipaggio: l’elevato grado di automazione dei battelli “U212A” e l’impiego di tecnologie innovative e allo stato dell’arte hanno portato a una decisa riduzione del personale imbarcato che è di soli 27 uomini a differenza dei classe “Sauro” dove l’equipaggio è praticamente doppio. Nonostante tale drastica contrazione dei numeri l’operatività/capacità dei mezzi è rimasta invariata, anzi è sensibilmente aumentata viste le maggiori capacità dei sensori di bordo.
NOTE:
(1) Massa critica: consistenza minima della flotta subacquea sotto la quale non è più espresso con continuità l’ output operativo richiesto e conseguentemente risulta non più costo-efficace il mantenimento in vita della componente.
(2) Memorandum Di Understanding (MOU) documento per dettagliare un accordo tra due/più parti. Esso è prodotto quando c’è una convergenza delle rispettive volontà e indica una comune linea di azione.
(3) Netwoik Centric Wariare: sviluppo di capacità dello strumento militare, combinando elementi dottrinali, procedurali, tecnici, organizzativi e umani, opportunamente collegati in rete, al fine di conseguire quella superiorità informativa (raccolta, analisi, trattazione e distribuzione delle informazioni al fine di disporre di un vantaggio rispetto all’avversario).
Articolo apparso sulla “Rivista Marittima – Ottobre 2010”, pubblicato su AMB per gentile concessione della Direzione e Redazione della medesima
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