ASPRONADI: Una Katastrofe voluta
Una straordinaria ondata di illegalità ha distrutto in poco tempo la storica e gloriosa associazione che, da 37 anni, raccoglieva il meglio della progettazione nautica italiana.
Il 15 dicembre è pervenuto alle redazioni di alcune riviste specializzate ed è contemporaneamente apparso on line sul sito web dell’Associazione Progettisti Nautica da Diporto il comunicato che, in parte, riporto qui di seguito con il classico “copia-incolla” consentito dal computer:
“ASPRONADI ha eletto il giorno 11-12-2009 il nuovo Presidente dell’associazione Giovanni Ceccarelli, succede a Berardo Cittadini che comunque rimane con carica all’interno della parte dirigente dell’associazione.
L’assemblea ordinaria si è tenuta presso l’hotel Mediterraneo a Roma alla presenza di molti associati, il dibattito è stato costruttivo e propositivo con voglia di andare avanti uniti.
(…)
Candidati a Presidente erano stati: Giovanni Ceccarelli e Massimo Paperini.
Giovanni Ceccarelli eletto Presidente ha ribadito di volere portare avanti quando definito nel programma.
Elenco eletti il giorno 11-12-2009
PRESIDENTE: GIOVANNI CECCARELLI. CONSIGLIERI: ATTILIO ALBEGGIANI, FRANCO GNESSI, PIER PAOLO DE CESARI, GIOVANNI MARIA GRASSO, FABRIZIO DE SANTIS, MAELA LENCI, DAVIDE TAGLIAPIETRE, BENEDETTO INZERILLO. PROBIVIRI: ROBERTO NICOLUCCI, ANDREA VALLICELLI, MASSIMO PAPERINI. SINDACI: BERARDO CITTADINI, ALDO GATTI, FRANCESCO BARATTA.
Qualcuno, dopo la lettura, ha fortemente temuto per il potenziale simultaneo suicidio delle sorelle “Sintassi” e “Grammatica” della lingua italiana. Altri ha commentato: “Questo succede quando si confonde la consecutio temporum col coitus interruptus.” Il Sabatini dice: “Bisogna tener conto del fatto che l’italiano serve a tutti i cittadini e a tutti i professionisti: non solo ai docenti di italiano ma ai magistrati, agli avvocati, ai medici, agli ingegneri eccetera” e si può supporre che questo valga anche per i progettisti di barche. Mentre Carla Marello, glottodidatta all’Università di Torino sostiene e garantisce che “La lingua de “Il Grande Fratello” è diversa da quella delle antologie scolastiche.” Infatti. Per tutti vale comunque l’affermazione del filologo Cesare Segre: “Chi non sa scrivere, non ha il dominio della realtà. Chi non sa esprimersi non può giudicare.”
Qualche lettore ricorderà, forse, che Aspronadi me la sono inventata proprio io nel lontano 1972 e che poi, con la sostanziale collaborazione del grande amico e collega Carlo Marincovich e la fattiva volontà dell’architetto Luciano Consigli, ha preso vita nel 1973, nominando suo primo presidente l’ing. Pietro Baglietto. In sintesi: Aspronadi mi è figlia.
Ma, in buona sostanza, cos’è accaduto a Roma in occasione dell’Assemblea elettiva del fatidico 11 dicembre scorso?
Bisogna prima specificare alcuni elementi per meglio capire i fatti.
La vera Assemblea elettiva era stata convocata, come da sempre, per il “venerdì” del Salone Nautico di Genova, venerdì che quest’anno cadeva il 9 ottobre. Nelle sale dello Yacht Club Italiano erano convenuti ben 47 (quarantasette) soci. Altri 15 (quindici) risultavano presenti per delega. Insomma in totale c’erano ben 62 (sessantadue) votanti: record assoluto di tutta la storia associativa.
Come mai tanti presenti? Per il semplice fatto che negli ultimi tempi Aspronadi aveva dato prova di straordinaria vitalità promuovendo corsi strategici (vedi a questo proposito anche l’articolo di Francesco Popia apparso su Barche di… a pagina… con il titolo “Spronati da Aspronadi”), lanciando due concorsi di grande richiamo come il premio giornalistico letterario “Carlo Marincovich” e quello di progettazione “Una barca per tutti” e organizzando inoltre un importantissimo woorkshop con le eccellenze nautiche della Nuova Zelanda. In poco tempo l’associazione ha avuto una visibilità mai avuta prima: articoli su quotidiani e riviste, citazioni sul web (facendo una semplice ricerca con Google si trovano, adesso che sto scrivendo, oltre quattromila segnalazioni…).
Insomma: il duro lavoro del Segretario Generale, Elena Lenzi, di alcuni consiglieri (Abrami, Gregori, Lodigiani) ha provocato una impressionante illuminazione della diligenza. E, inesorabile, è partito l’assalto al calesse da parte di personaggi presuntuosi e avidi di gloria.
Così, l’Assemblea di Genova è stata dichiarata “non convocata ai sensi dello Statuto” e quindi non valida. E’ vero: lo Statuto di Aspronadi prevede che questo tipo di assemblee sia convocato con lettera raccomandata e non via mail. Poco è servito ricordare che questo Statuto ha ben 37 anni di vita e quindi che è nato quando non esistevano neppure i fax… Il vicepresidente Giovanni Maria Grasso è stato irrevocabile: “Lo dice lo Statuto e quindi tutti a casa: siete venuti per niente.” Quarantasette progettisti nautici, in pieno Salone Nautico di Genova (il più importante in Europa e forse al mondo), hanno buttato il loro tempo per un articolo di uno Statuto, peraltro quasi mai applicato in passato, di certo mai non nell’ultimo decennio. Infatti, alcuni giorni dopo, il presidente Berardo Cittadini scriveva a tutti i soci:
“Di piccole scorrettezze è piena la storia della nostra Associazione, chi le ha commesse non intendeva certo far male o distruggere, anzi a volte si è agito non proprio in maniera ortodossa per snellire o risolvere, sempre tenendo ben presente lo spirito e soprattutto da buoni naviganti il dove siamo, per poter capire quale strada prendere per dove vogliamo andare. Posso per esempio citare il fatto che non è la prima volta che una Assemblea viene convocata senza lettera raccomandata”.
Vero. Peccato non abbia fatto sentire questa campana quel giorno a Genova…
Purtroppo la storia non finisce qui. Viene “chiamata”, infatti, una seconda Assemblea elettiva. Questa volta a Milano e per il 23 ottobre. Ma anche questa viene fatta abortire: nel testo inviato per raccomandata, la data della prima e della seconda convocazione figurano, infatti, nella stessa giornata, elemento questo in contrasto con un dettame dello Statuto che pretende due date differenti.
A questo punto accadono cose molto spiacevoli: il Presidente, forte delle dimissioni di tre Consiglieri (su otto) dichiara esautorato il Consiglio Direttivo (operazione illegale davanti alla legge italiana) e si auto dichiara “dittatore di Aspronadi” avocando alla sua sede (casa sua) tutti gli atti amministrativi dell’Associazione. Questo contrasta frontalmente con lo Statuto vigente che pretende essere il Segretario Generale il “conservatore” degli atti societari. Viene però così impedita ogni verifica, anche contabile. Per dirla fuori dei denti: non è possibile sapere chi sia socio “moroso” delle quote sociali da più di quattro mesi e perda quindi il diritto di voto (secondo lo Statuto dovrebbe, in realtà, essere addirittura tout court espulso dalla Associazione) e chi invece abbia piena facoltà di esprimere le sue scelte elettive. Fra i soci morosi, rei confessi per iscritto di una colpa che autodefiniscono “banale”, figurano -assieme ad altri- il neo candidato alla presidenza, Giovanni Ceccarelli e il vice presidente uscente Giovanni Maria Grasso.
Faticosamente si convoca una terza Assemblea. A Roma, per l’11 dicembre scorso. Se le prime due convocazioni erano “non valide” per banali vizi di forma questa lo è ancor di più. Un articolo del famoso Statuto impone, infatti, una distanza di non più di trenta giorni fra una assemblea mancata e la successiva, mentre -dal 23 ottobre all’11 di dicembre- di giorni ne sono passati ben cinquanta…
Questa volta però il dettaglio viene considerato ininfluente e allora una Assemblea illegale, composta da soci probabilmente in larga parte illegali, elegge un presidente illegale e un Consiglio Direttivo dove figurano soci di certo illegali.
L’assalto alla diligenza si è concluso e non si fanno prigionieri. Una catastrofe occasionale oppure una katastrofe voluta? Ai lettori la sentenza. Per me è buona la seconda.
Da segnalare, per dovere di cronaca un dettaglio non trascurabile: Berardo Cittadini ha indirizzato una mail ad alcuni vecchi (del precedente mandato) consiglieri di Aspronadi, come Sergio Abrami, Massimo Gregori, Elena Lenzi eccetera (e in copia anche a me), in data non sospetta: il 20 maggio 2009, alle ore 12.04 e avente come oggetto: tattiche. Ecco un estratto interessante (copio e incollo):
(…) Vorrei, per l’ultima volta, puntualizzare quanto è stato DECISO sulla faccenda da me e Eugenio in una riunione riservata a quattro occhi nel corso dell’ultimo SEAMED. Ho già spiegato per scritto e da tempo a voi che mi leggete che la decisione è di due persone, non si può farla diventare decisione di ASPRONADI però avevo chiesto il parere di alcuni sull’argomento. Sull’argomento non ho ricevuto che una risposta, di Massimo Gregori, che mi dice ” … ma dai ! l’Aspronadi e chi vuoi che la voglia …”. Secondo me per il gusto di far male e per interesse mafioso qualcuno la vuole e non sono solo percezioni evidentemente.(…)
In generale le Università ci sono contro, i motivi sono ovvi anche se non giustificati, loro sono così e non credo si possano cambiare. Tenete presente che comunque loro sono gli unici deputati, su incarico della classe politica, ad avere l’imprimatur di eccelsi educatori e di questo non possiamo non tenerne debita nota nei nostri programmi presenti e futuri.
Dobbiamo stargli vicino, anche se a volte si deve digerire qualche cosa di troppo, è l’unico sistema per non averli contro del tutto; anche se certamente non favoriranno mai noi al posto di un qualsiasi collega, per quanto stupido riconosciuto possa essere…
Se vogliamo vincere le Elezioni dobbiamo mettere in atto una campagna elettorale molto seria e ben condotta, purtroppo è prioritario, altrimenti la mia sensazione è che rischiamo di andare tutti a casa e Aspronadi passa in gestione alla mafia, magari non sarà proprio lei, però lo spirito sarà quello.
In alternativa, secondo me però non facciamo più a tempo, si può pensare di trovare testimonianze serie e passare alle vie legali di fatto contro il Vice Presidente, gli estremi ci sarebbero.
Il vice presidente di cui parla si chiama Giovanni Maria Grasso. Che è stato puntualmente rieletto nel nuovo Consiglio Direttivo.
Nel comunicato dell’Associazione si parla di “massiccia presenza di votanti”: in tutto erano in ventotto (la foto, diramata da Ceccarelli in persona alla stampa, parla molto chiaro in merito…) ivi compresi i padri che dovevano dare il voto alla figlia, le sorelle che dovevano darlo al fratello, i giovani dipendenti che dovevano “onorare” il datore di lavoro e i soci dello stesso studio che dovevano eleggersi a vicenda. Se questa presenza (28 votanti) merita la definizione di “massiccia ”, come si potrebbe definire quella di Genova (47)? Forse, tanto per dare alla squallida storia almeno un po’ di sapore di sale, una “folla oceanica”?
Altresì grottesco appare il “programma di governo” di Giovanni Ceccarelli: al di là di una evidente e sgradevole dedizione all’incetta economica, quello che lascia sgomenti è la sua ferma intenzione di cambiare lo Statuto. Quello attuale si può, però, mutare solo con una Assemblea Straordinaria che raccolga i due terzi degli aventi diritto al voto: una ipotesi inimmaginabile ma che Ceccarelli ritiene ampiamente trascurabile. Da quando i caudilli delle repubbliche delle banane si interessano delle regole della Costituzione? Sempre quando servono a loro, mai quando li ostacolano.
E che dire di Berardo Cittadini, il presidente uscente, che dopo aver lasciato maltrattare lo Statuto nel modo spiegato, risulta oggi nel Collegio dei Sindaci, cioè proprio dei “guardiani della carta fondatrice”? Come si suol dire, è sempre molto opportuno mettere un eunuco a controllo dell’harem…
Comunque questi sono piccoli dettagli rispetto alla realtà attuale che è solo una. E molto molto più grave.
Aspronadi, sino ad ottobre scorso, ha rappresentato con onore e competenza la progettazione nautica italiana presso il Rina, presso l’Uni/Iso, presso l’Ucina, presso l’Atena e presso un’infinità di altri Enti ed Istituti. Potranno queste entità ora riconoscere voce degna di rispetto e di attenzione a chi è nato in modo così illegale? Ne va della loro stessa serietà e autorevolezza. Dunque è da escludere.
Già alcune organizzazioni hanno provveduto in merito: Seatec, l’importante Salone di Carrara, ha tolto l’illegale Aspronadi attuale dall’elenco delle Associazioni con cui collabora.
Piero Bassetti sul “Corriere della Sera” del 18 dicembre ha dichiarato:
“Ormai la corruzione è diventata un fatto endemico della nostra società… Oggi sono caduti tutti i freni etico-morali. Resta un reato, certo, ma la verità è che la coscienza collettiva non la considera più un male”.
Questa “impunità-immunità” è la via di uscita che il neo eletto vertice e in particolare il duo Ceccarelli- Grasso, pensa di poter perseguire per governare a proprio piacimento una Associazione che nel frattempo si è svuotata di gran parte della sua storia e dei suoi fondamentali valori. Hanno dato, infatti, il loro recesso (dimissioni) circa cinquanta soci e fra questi personaggi come Renato “Sonny” Levi, Franco Harrauer, GB Frare, Piero Nessi, Andrea Mancini, Sergio Boghi, Massimo Gregori, Elena Lenzi, Giuseppe Telaroli, Cesar Mendoza eccetera. E, assieme a tutti loro, ovviamente anch’io che progettista non sono ma che l’Associazione l’avevo inventata e creata.
Kurt Tucholsky (Berlino, 9 gennaio 1890 – Göteborg, 21 dicembre 1935) scrittore, poeta e giornalista, nel 1934 -a proposito di Hitler- scrisse: “Quest’uomo non esiste; in realtà egli è solo il chiasso che produce”. Non si permetterà che l’attuale Aspronadi faccia analoghe stragi. La nautica italiana non può davvero permetterselo. Vi terremo informati. Promesso.
Questo articolo è apparso nel fascicolo di marzo 2010 del mensile “Barche” e viene qui riprodotto per g.c. dell’autore – Tutti i diritti riservati. Note Legali
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