Tiger Shark progetto Franco Harrauer – barca storica
Il Design italiano
Tra la ricca documentazione che mi aveva spedito il compianto architetto Franco Harrauer in tanti anni che ci siamo frequentati, nel fare un a rivisitazione delle carene da lui disegnate ho ritrovato quella di un interessante imbarcazione da crociera: il Tiger Shark ed ho pensato subito di pubblicare un articolo tecnico – storico che potesse essere di aiuto a chi eventualmente fosse in cerca di notizie di progetto, il tutto tratto da un articolo che fu pubblicato sul periodico Mondo Sommerso nel febbraio 1969.
Ne avevamo parlato e descritto sommariamente in 99 barche di Franco Harrauer, ma in modo molto sintetico. Avendo ritrovato più notizie tecniche in merito a questa barca le mettiamo a disposizione di chi fosse interessato.
Non sono passati molti anni dal febbraio 1967 quando un ristretto gruppo di architetti navali si riunirono al Salone Nautico Internazionale di Genova per discutere intorno ai problemi vari e complessi del settore in un symposium creato e organizzato dal sottoscritto.
Il costante sviluppo della passione nautica aveva, allora, dato un primo forte impulso alla vendita di yacht e di cruiser.
Il mercato di questi scafi aveva registrato una improvvisa impennata e tutti i cantieri si erano impegnati nella progettazione di nuovi prototipi basandosi sull’esperienza già acquisita.
L’architetto navale era però stranamente ignorato da quasi tutti i costruttori, anzi era visto con estremo sospetto. Sempre in quell’epoca avevo svolto un’inchiesta interrogando direttamente i titolari e i responsabili dei vari cantieri navali, per rendermi conto del perché di questo ostracismo.
Le risposte collezionate furono le più strane. C’era chi accusava gli architetti di proporre soluzioni troppo nuove e invendibili, dimenticando che in un mercato concorrenziale le novità “fanno clienti”. C’era chi invece sentenziava di non aver affatto bisogno di nessun architetto perché nei propri uffici tecnici sin dal tempo delle crociate, si era provveduto a tutto. Altri rimettevano addirittura al cliente acquirente il diritto di arredare a proprio gusto e piacere gli interni ed a variare persino la linea esterna anche a scapito della funzionalità. “L’importante è accontentare il cliente” oppure: “il cliente innanzi tutto” erano gli slogan più ricorrenti.
Il symposium disertato allora dai cantieristi ha portato, però, alla distanza, i suoi frutti perché i vari problemi elaborati durante le accese discussioni fra i progettisti sono rimbalzati direttamente nelle orecchie degli imprenditori. Soprattutto, si è compreso che la collaborazione con l’architetto designer è indispensabile e porta ad una personalizzazione dei cabinati richiesta del testo dagli stessi utenti.
Oggi, a poco più di tre anni distanza i risultati confermano in pieno la necessità della presenza dell’architetto designer navale nell’equipe dei progettisti. Questi architetti sono degli specialisti conoscitori dei problemi nautici della vita a bordo e della navigazione: sono professionisti che hanno una particolare esperienza costruttiva diretta, unita ad una sensibilità sulla conoscenza dei problemi cantieristici.
Non si può infatti progettare o arredare un cabinato senza precise esperienze, basandosi soltanto su un disegno “terrestre” destinato per interni che sono fissi e che soltanto un terremoto può spostare.
La barca è una costruzione viva, sempre in movimento e soggetta alle più svariate sollecitazioni interne ed esterne.
Dati di targa TIGER SHARK
- Costruttore: Soc. Aeronautica italiana ing. Ambrosini
- Lunghezza f.t.: 16,80 m
- Lungh. al gallgg.: 13,00 m
- Larghezza max.: 4,60 m
- Immersione: 0,70 m
- Dislocamento: 17.000 Kg
- Posti letto: 7
- Motorizzazione: 2 x 455 HP Caterpillar
- serbatoi carburante: 2660 litri
- Serbatoi acqua: 1000 litri
- materiale costruzione carena: Peraluman 35
La progettazione “Tiger Shark” può essere considerata un esperimento di “design” puro, nel quale
non è stata fatta alcuna concessione di carattere estetico. Il risultato è stato una imbarcazione di aspetto molto aggressivo”, forse un po’ troppo “militaresco” e sulla quale è arduo esprimere un giudizio di carattere estetico proprio perché è completamente, fuori dai canoni correnti.
La carena, realizzata in Peralurnan 35 con struttura longitudinale, ha un C.C. molto’ arretrato ed il conseguente concentramento dei pesi (apparato motore e serbatoi) nei settori poppieri ha permesso l’utilizzazione di ampi volumi ai fini dell’abitabilità, che ha un indice altissimo per una barca di soli 13 m. di LWL.
Il ponte è a cavallino rovescio parabolico per poter avere un puntale minimo di 2 metri nella zona abitabile ed una altezza di murata a poppa compatibile con le esigenze di pesca. Inoltre, questa configurazione evita l’interruzione dei bagli nelle zone di
maggior sollecitazione. La struttura è da quattro longheroni che fanno da basamento ai motori con un trave di chiglia scatolata.
Il caratteristico “naso” del “Tiger Shark è nato in funzione di tre precise esigenze:
- La necessità di avere un pulpito con almeno tre metri e cinquanta di aggetto rispetto alla massima lunghezza al galleggiamento
- Il desiderio di avere la massima superficie utile di ponte
- Possibilità di sistemare due ancore la cui manovra non richiedesse un intervento manuale
Questi tre obiettivi sono stati raggiunti con lo studio di una forma di prora che ha anche una precisa funzione idrodinamica in condizioni di navigazione con mare avverso. L’apparato motore è costituito da due diesel Caterpillar D 336 A-TA sovralimentati che erogano una potenza massima di 455 HP ciascuno. Assi, cavallotti, eliche e timoni sono in acciaio inox.
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