Stiamo inseguendo Mike/Sierra (settima puntata) di Maurizio Mainardi
Nota per il lettori di Altomareblu:
Maurizio Mainardi autore dell’omonimo libro intitolato “Stiamo inseguendo Mike/Sierra” ci ha comunicato che è disponibile online su Amazon solo la copia cartacea a pagamento dell’omonimo libro al seguente link:
Viene così eliminata la copia gratuita online come disposto dallo stesso autore!
Lasciamo al posto del testo delle puntate pubblicate qui su Altomareblu le foto che sono molto belle e qualche riga sul testo
CAPITOLO IV – Vedetta V.1692
La V.1679 era sì un Corbelli, ma dei primi tipi costruiti, mentre la V.1692 era una delle ultime.

gdf V.1690

gdf V.1692
Non faccio neanche in tempo a osservare i dettagli dello scafo che gli siamo già davanti e gli facciamo il primo passaggio di prua. La cima attaccata alla poppa si stacca con un rumore sordo e Filippo prende un’altra palla. Lo scafo vira leggermente alla sua destra e si rimette in rotta accusando appena la cima presa. Neanche il tempo di riavvicinarci che lo passiamo di nuovo e di nuovo un rumore secco annuncia un’altra cima che si stacca dalla bitta della V.1692 e va a scomparire sotto la prua dello scafo contrabbandiero e strappata dalle potenti eliche. Intanto, Michele avvisa la sala operativa della situazione e nel pandemonio si sente dalla radio la voce di Felicio, il radarista della V.1690, che dice:
“Catturato Mike/Sierra!“
Lo sento di sfuggita e chiedo a Savino se l’ha sentito anche lui. Mi risponde:
“Davvero? Allora siamo soli!“
“Venite subito, stiamo inseguendo Mike/Sierra!“
Siamo fermi finalmente e sta arrivando il Guardacoste con l’altra vedetta, sul Barcone gli uomini sono tutti fuori e

gdf Guardiacoste Classe Bigliani

gdf V.1681
Nello scafo, tra l’acqua dell’antincendio del Guardacoste e quella dei Vigili si è formata una vera e propria “piscina“. Tanta, tanta acqua, troppa…
Una quindicina di poveracci si sdraiano per terra all’aria. Intanto è arrivata la V.1695 ed il Guardacoste che sta avvisando la sala operativa della situazione. Anche tutti i sei uomini dell’equipaggio della navetta vengono messi insieme ai clandestini. Il Comandante continua a ripetere: “Io no sapeva niente!” I clandestini sono tutti uomini e sono sdraiati per terra con l’espressione di chi non vedeva l’ora di uscire all’aperto. Ci guardano con timore… Guardano il cielo pieno di stelle che forse pensavano di non rivedere più. Guardano la costa piena di luci e forse si domandano se è l’Italia.

gdf Guardiacoste Classe Bigliani
Diciotto persone che stavano facendo il loro viaggio in un misero spazio di neanche sei metri quadrati… Diciotto persone che erano disposte a fare quel viaggio a tutti i costi!! Diciotto persone costrette a fuggire dalla propria terra, città, amici, parenti, madri e padri!!! E’ proprio così disastrosa la vita nella terra della Aquile???
“Consumiamo i nostri lacci e poi continui tu, va bene Savino?“ dice Sirio dalla sorella che intanto fa il secondo passaggio, ma quando si trova davanti vedo che vira decisamente di lato e si defila rallentando. “Mi ha lasciato un piede!“ si sente per radio.. dannazione, non ci voleva proprio. Un Corbelli che corre a tre motori non può mai raggiungere un Supertermoli. Dobbiamo farlo rallentare… ci manteniamo affianco allo scafo, VELENO è il suo soprannome…
Incredibile, sono riuscito non solo filmare l’ inseguimento, ma anche lo speronamento o come si puo’ chiamare …altro che REAL TV!!
(fine settima puntata)
Le foto ed i filmati pubblicati nel presente articolo provengono da vari archivi.
Ringraziamo: La GdF – Maurizio Mainardi e Maurizio Santo per la passione e disponibilità che ci hanno consentito di arricchire il testo del libro con immagini e filmati che riescono a rendere, anche se in parte, l’idea di quelle battaglie in mare condotte con tenacia e coraggio dai finanzieri, sfidando tante avversità.Da notare che i combattimenti in mare di quell’epoca erano condotti con lealtà da entrambe le parti e come si dice: erano “altri tempi!” Mi ha colpito molto l’umanità con cui l’autore descrive di quei padri di famiglia che, non sapendo fare altro, poiché da bambini i loro padri gli avevano insegnato a fare i pali o spostare le casse di sigarette… da grandi non avevano avuto altra possibilità di lavoro e gioco forza, costretti a fare gli scafisti, per far vivere le loro famiglie e permettere ai propri figli di andare a scuola, per un futuro migliore, svolgendo un lavoro dignitoso, che non fosse quello del contrabbandiere, un mestiere pericoloso che, volenti o nolenti erano stati costretti a fare, devastati da miseria, ignoranza ed impossibilitati ad andare a scuola ecc..
Tutto questo dovrebbe far riflettere non poco e ringrazio l’autore del libro che ha avuto l’onestà e la sensibilità di evidenziare questo che non è un semplice dettaglio di quel fenomeno, ma un vero atto d’accusa, aggiungo, contro la politica vergognosamente lontana dal paese e dedita alla corruzione ed allo spreco di danaro pubblico che ha logorato i cittadini.
Il nostro è un paese dilaniato che ha condannato tanti, troppi italiani a non avere più dignità e lavoro.. Basta guardare i dati della disoccupazione generale e quella giovanile che non ha precedenti nella storia di questo paese. Uno smacco notevole che ha vanificato in parte il lavoro di uomini che a costo di grandi sacrifici, rischi sovente seri per la propria vita e tanta passione, hanno servito lo Stato per difenderlo dalle associazioni criminali che, nella loro assoluta negatività, riuscivano ad offrire lavoro sporco per pochi spiccioli a persone disperate che non trovandolo accettavano l’umiliante proposta, perché dovevano pur vivere.
Lascio a chi legge le considerazioni!!
Giacomo Vitale
Emozioni immense…
Grazie MAURIZIO!!
..l’ho letto tutto d’un fiato!…a parte un personale rilievo sul paragone (a mio parere esagerato :)..) da te usato “….e le stecche di sigarette che uscivano fuori …una scena da inferno Dantesco!”, devo dire davvero AVVINCENTE!!
Io che non ho avuto mai la fortuna di vivere momenti del genere, grazie a te ho avuto la possibilità di poter quasi sentire l’adrenalina, i brividi, l’eccitazione ma anche la rassegnazione, la delusione, la rabbia ovvero tutti i sentimenti e gli stati d’animo dei finanzieri di mare durante gli inseguimenti dei velocissimi scafi contrabbandieri..
Grazie Maurì
Carissimo Maurizio,
non mi devi ringraziare di nulla, ho solo messo tutta la mia passione per trasformare un libro cartaceo in qualche cosa che rendesse meglio l’idea di tutti gli episodi, spesso al cardiopalma, che hai saputo raccontare come stessero accadendo in quel preciso momento di narrazione. L’informatica può veramente tanto oggi e si riesce così a trasmettere al lettore un messaggio più vivo ed affidato alle foto ed ai filmati, che in larga parte rendono l’idea di tutto quello che insieme hai tuoi colleghi avete vissuto spesso in condizioni proibitive: di notte nel buio pesto, al freddo, sotto la pioggia, in condizioni meteo avverse…
Ti ringrazio per la fiducia che hai riposto in me.
Buon vento a tutti!!
Carissimo Giacomo,
non finirò mai di ringraziarti di aver pubblicato …per tutti queste avventure. Le leggo e mi ritrovo di nuovo li come se stessero accadendo ora… Eppure sono passati quindici anni!!! Non riesco ancora a credere di aver partecipato ad un periodo storico così particolare per la “Guardia di Finanza”. Soprattutto, non riesco a credere che esistevano ed esistono tuttora persone così “straordinarie”, professionali e preparate, coraggiose, umane, capaci di insegnare tantissimo e non smetterò mai di ringraziare tutti per quello che hanno saputo dare!!
Buon vento a tutti!!