Navi scuola ed alcune unita’ della Guardia di Finanza
Ci sono pervenute diverse richieste da parte di lettori appassionati di unità militari e da parte di modellisti navali, circa la possibilità di vedere pubblicate su questo blog immagini e disegni delle stesse e tra tutte abbiamo deciso di pubblicare le unità della Guardia di Finanza, che suscitano sempre un interesse speciale da parte dei più.
Per la pubblicazione di questo articolo ci siamo avvalsi della gentile collaborazione del T.C.N. Emilio Errigo, del M.A. m. Mario Magnatti e dell’Appuntato di mare Maurizio Santo, tutti appartenenti alla GdF, che ci hanno fornito le immagini, i disegni, le informazioni tecniche e storiche relative alle unità pubblicate e che ringraziamo per il loro prezioso e determinante contributo.
CLASSE MAZZEI
Nave scuola Mazzei e Nave scuola Vaccaro prima, ora G.1 e G.2, sono due unità addestrative derivate dal guardacoste classe “Bigliani”. Grazie all’allungamento dello scafo da 27 a 35 metri. L’ampliamento delle predisposizioni logistiche consentono l’alloggio a bordo di n. 18 allievi e due istruttori.
Anche se realizzate per finalità didattiche, i guardacoste classe Mazzei sono equipaggiati esattamente come le unità operative, tanto da poter essere utilizzate anche nei compiti d’istituto se richiesto dalle circostanze.
Caratteristiche Tecniche:
- Cantiere costruttore: Intermarine S.p.A. di Sarzana (SP)
- Materiale scafo: Vetroresina con rinforzi di vetro dimensionata e stratificata
- Lunghezza: Mt. 35,5
- Larghezza: Mt. 7,55
- Dislocamento: Tonn. 132
- Velocità massima: Nodi 35
- Motorizzazione: N. 2 motori diesel MTU 16V 396TB94 su 2 assi da 3482 CV
Principali apparati di navigazione e scoperta :
- N.1 radar Gemant 2(V)1;
- N.1 Radar Scancoverter SC 1410
Armamento :
- N. 1 mitragliera Breda cal. 30/70
- N. 2 MG cal. 7,62 nato
CLASSE CORRUBIA
Guardacoste costruiti dai Cantieri Navali del Golfo di Gaeta in due esemplari con i nomi di Corrubia e Giudice.
Entrate in servizio nel 1990, hanno scafo in vetroresina e sono state dotate di due motori IF ID 36SS in grado di imprimere una velocità di 40 nodi. Sono armate con un sistema d’arma Breda 30/70 e due MG 42/59.
La seconda serie è costituita da 12 unità realizzate dai cantieri Crestitalia. Questa serie è stata motorizzata con motori MTU di produzione tedesca già utilizzati con successo nella classe Bigliani, successivamente installati anche sulle due unità della prima serie.
L’armamento è costituito da una mitragliatrice Breda cal. 30/80. La terza serie, costituita da 12 unità realizzate dai cantieri Intermarine di Sarzana, rappresenta lo sviluppo della classe precedente dalla quale si differenzia per l’armamento principale di bordo, un sistema d’arma Royal Ordnance GAM B01 con mitragliera “Astra” da 20mm.
Caratteristiche tecniche G91 Giudice:
- Dislocamento: t. 81
- Apparato motore: 2 Isotta Fraschini ID 36SS 16V
- Lunghezza: m. 26,17
- Equipaggio: 12 uomini
- Larghezza: m. 7,4
- Armamento: 1 mtr. Breda 30 mm e 2 MG 42/59
- Immersione: m. 1,01
- in servizio dal 1990
- Velocità: nodi 40
CLASSE GAGRIELE
Il G 70 Gabriele e il G 71 Grasso sono stati realizzati dal Cantiere Navale Picchiotti di Viareggio. Entrarono in linea tra il febbraio e l’autunno del 1967.
Caratteristiche tecniche:
- Scafo: in legno a struttura longitudinale e trasversale. Fasciame del fondo a triplo strato. Fiancate a doppio strato;
- dislocamento a pieno carico: tonn. 54;
- lunghezza: f.t. m. 23,20;
- larghezza: massima m. 6,60;
- immersione media: dislocamento a pieno carico m. 2,00;
- dotazione combustibile: tonn. 9;
- dotazione acqua lavanda e potabile: tonn. 1, 3;
- Apparato Motore: n.3 motori CRM 18 D/2; potenza di tutta forza CV 1050 a 1900 giri;
- velocità alla potenza di tutta forza: nodi 34,2;
- velocità di crociera: nodi 19,7;
- autonomia alla velocità di crociera: miglia 730;
- eliche in Mibral: diametro mm 850 passo mm. 1061/951;
- Impianto elettrico: n.1 gruppo elettrogeno ARONA con motore tipo LA25 da HP 24 a 1500 giri.
- Armamento: mitragliera ok calibro 20/70;
GALLIANO
Dragamine di origine statunitense, noto nella Marina Militare come Classe 400 o Classe Fiori, Serie Azalea, utilizzato dai contrabbandieri con il nome di Monte Carmelo. Catturato nel 1956 a Palermo, dal 1959 venne assegnato alla Scuola Nautica del Corpo per l’addestramento degli allievi.
Rimase in servizio sino al 1972 anno in cui fu gravemente danneggiata da un’esplosione mentre era ormeggiata a Civitavecchia durante una crociera d’istruzione. L’unità ricordava il vicecomandante della Guardia di Finanza d’Albania, caduto in guerra. Per qualche tempo, sotto l’egida della M.M. ne era stata sperimentata l’utilizzazione come portaelicotteri. Il ponte di volo poteva ospitare un elicottero “AB 47G”
Caratteristiche tecniche:
- Dislocamento: t. 258
- Lunghezza: m. 41,45
- Larghezza: m. 7,47
- Immersione: m. 2,3
- Scafo Pino dell’Oregon
- Armamento: 1 mtr. Breda 13,2
- Motori: 2 Diesel GM 8/268A
- Velocità: 10 nodi
TURBA
Varata nel 1910 nei cantieri S. Rocco di Trieste, fu impiegata dall’amministrazione doganale austriaca con il nome di “Zara”, e ospitò talvolta anche membri della casa imperiale per spostamenti nell’arcipelago dalmata. Dopo aver fatto parte della Flottiglia Costiera di Trieste, fu assegnata alla Scuola Nautica di Pola, ed utilizzata per l’esecuzione di crociere addestrative.
Nel 1933 fu ribattezzata con il nome del generale del R. Esercito Euclide Turba, Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto nell’ottobre del 1917 al comando della Brigata “Perugia”, il quale era stato tra il 1909 ed il 1915 insegnante di arte militare alla Scuola Allievi Ufficiali della Regia Guardia di Finanza di Caserta.
Dislocata a Durazzo, fu impiegata per la scorta convogli tra l’Albania ed i porti pugliesi. Sorpresa dall’armistizio a Brindisi, fu adibita ad uso logistico, e successivamente trasferita a Salerno ed a Napoli a disposizione del Comando Navale Alleato. Nel dopoguerra fu destinata a Gaeta a disposizione della rinata Scuola Nautica, dopo essere stata completamente rimodernata e dotata di apparato motore diesel. Radiata nel 1970.
Caratteristiche tecniche:
- DISLOCAMENTO: t. 303
- LUNGHEZZA: m. 46,72
- LARGHEZZA: m. 6,71
- IMMERSIONE: m. 2,50
- SCAFO: ferro
- ARMAMENTO: 1 cannone 76/40, 1 mtr. Colt app. dragaggio a divergenti
- MOTORE: a vapore da 600
- HP VELOCITA’: 13 nodi
CINI
Realizzata dalla omonima fondazione nel 1970, la Giorgio Cini è stata ceduta al Corpo nel 1984 e da allora è stata la “mamma” di tutti i Finanzieri di mare.
Più volte ammodernata, per finalità didattiche è dotata di tutte le apparecchiature elettroniche in uso al Corpo.
Caratteristiche tecniche:
- Materiale di costruzione: acciaio a chiglia piatta con sovrastrutture in lega leggera;
- lunghezza: Mt. 54
- larghezza: Mt. 10.2
- dislocamento:tonn. 770
- Velocità massima: Nodi 13,5
- Apparati radar: n. 1 radar Gem tipo SC1210, n.1 radar GEM tipo GEMANT, n. 1 sistema automatico di navigazione INSY 01(V);
- Motorizzazione: N. 1 motori FIAT B 306 da 1500 cv
- Armamento: N. 1 mitragliatrice BROWING da 12,7 mm., N. 1 mitragliatrice MG cal.7,62;
- Equipaggio: N. 30 militari e 60 allievi.
GENNA
La velocissima Nave Gandora fu catturata nei primi anni 80 al largo delle coste di Trapani carica di sigarette di contrabbando. Sottoposta a lavori di allestimento e rinominata G.71 Genna venne affidata al Corpo per essere impiegata in servizio operativo. Alla fine degli anni 90 ha svolto funzione di nave scuola presso la Scuola Nautica di Gaeta.
Caratteristiche tecniche:
- Materiale di costruzione: Alluminio
- Lunghezza: 32,20 m.
- Larghezza: 7,20 m
- Altezza di costruzione: 3,10 m.
- Motorizzazione: numero 3 motori MTU 12V 331TC92
- Velocità: 35 nodi
RD36
I “rimorchiatori dragamine” facevano parte di una numerosa classe costituita da 55 battelli costruiti verso la fine della Prima Guerra Mondiale da vari cantieri italiani, su progetto elaborato dalla R. Marina. Tra il 1927 e il 1933 vennero passate in temporanea concessione alla R. Guardia di Finanza 13 unità di questa classe. (Le prime 6 furono costruite dal R. Cantiere di Castellammare di Stabia, le altre sette dai cantieri Tosa di Taranto). Esse vennero impiegate per la vigilanza d’altura, continuando però a partecipare ad esercitazioni di carattere militare, anche in occasione delle manovre della Squadra Navale.
Ad eccezione dell’ RD 11, restituito alla R. Marina prima dell’inizio delle ostilità, tutti i dragamine furono intensamente impiegati, con equipaggi della Regia Guardia di Finanza, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Unici superstiti furono i RR.DD. 22, 25, e 28 che a termine del conflitto vennero restituiti alla Marina Militare. Tutti gli altri andarono perduti negli eventi bellici. In particolare, l’RD 36 e RD 37 furono affondati in un impari combattimento nella notte del 20 gennaio 1943 mentre scortavano un convoglio in uscita da Tripoli. Per il valore dimostrato, alla bandiera dell’RD 36 venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Caratteristiche tecniche:
- Dislocamento: t. 155
- Lunghezza: m. 35,35
- Larghezza: m. 5,80
- Immersione: m. 1,65
- Scafo: ferro
- Armamento: 1 cannone 76/50, 2 mtr. Colt, app. dragaggio a sciabica e a divergenti
- Motore: a vapore da 350 HP
- Velocità: 13 nodi
PAOLINI
Con il nome di “Marcantonio Colonna”, la nave fu costruita nel 1965 per l’addestramento degli allievi dell’omonimo Istituto Nautico romano. Ceduta alla Guardia di Finanza nel 1977, è stata impiegata dalla Scuola di Gaeta fino al 1993. Era caratterizzata dal robusto motore diesel reversibile che rendeva impegnative le manovre di ormeggio. Molto lenta, è ricordata dagli allievi per i movimenti di rollio e beccheggio accentuati e lenti anche con mare “forza olio”: un’ottima palestra per sviluppare il piede marino.
Caratteristiche tecniche:
- Dislocamento: t. 348
- Lunghezza: m. 38,75
- Larghezza: m. 7,70
- Immersione: m. 2,25
- Scafo: Lamiera
- Motori: Diesel reversibile Ansaldo 326/R
- Velocità: 9 nodi.
GL Classe “300”
I Guardacoste Litoranei classe 300 entrarono in linea a partire dal 1956 e rappresentarono un vero salto tecnologico per il naviglio del Corpo.
Progettati dai cantieri Baglietto che ne realizzò alcuni erano realizzati in legno di mogano a tre strati incrociati sul fondo e sui fianchi ed erano molto marini e robusti. Con i 2 motori diesel Carraro da 380 HP cadauno, raggiungevano la velocità di 28 nodi, che per l’epoca era veramente ragguardevole.
E un’autonomia di 500 miglia. Come tutte le unità classificate “G.L.”, erano muniti di radar e di una stazione RT con radio VHF e HF.
Costituivano il nerbo dei reparti costieri del Corpo, reggendo il carico dell’anti contrabbando a cavallo degli anni ’50 e ’60. Terminarono la loro carriera alla fine degli anni ’80 come apprezzate unità addestrative presso la Scuola Nautica. Tre unità della classe vennero cedute al Governo Maltese.
CLASSE MEATTINI
- Materiale: Legno di mogano a doppio fasciame dell’opera viva e compensato marino nel bagnasciuga e sovrastrutture;
- Lunghezza: m. 20,10;
- Larghezza: m. 5,20;
- Dislocamento: Tonn. 40;
- Velocità massima: Nodi 35;
- Motorizzazione: N. 2 motori CRM 18 D/S-2 da 1250 CV cadauno;
- Apparati radar: N.1 radar Gem SC 1210;
- Equipaggio: N. 8 militari;
- Armamento: N. 1 mitragliatrice BROWING da 12,7 mm.
V 4000 Caratteristiche tecniche:
- Cantiere costruttore: ITALCRAFT di Gaeta (LT);
- Materiale di costruzione: Legno di mogano;
- Lunghezza: Mt. 13,10;
- Larghezza: Mt. 3,00;
- Dislocamento: Tonn. 7;
- Velocità massima: Nodi 47;
- Motorizzazione: N. 2 motori ISOTTA FRASCHINI ID 32 SS 6LM da 350 CV cad.;
- Principali apparati radar: N.1 radar BX 732 GEM;
- Equipaggio: N. 4 militari;
- Armamento: N. 5 pm M12S calibro 9.
Ulteriori Fonti di raccolta informazioni tecniche e storiche :
Sito istituzionale della Guardia di Finanza e Associazione Navimodellisti Bolognesi.
Di seguito pubblichiamo una serie di disegni delle navi scuola della Guardia di Finanza disegnate dall’ M.A. m. Mario Magnatti, abbinati anche a qualche foto delle stesse unità impegnate durante il servizio operativo e siamo certi aver fatto cosa gradita a coloro che seguono con interesse questa tipologia di unità della GdiF.
Infine, le congratulazioni di Altomareblu al M.A.M. Mario Magnatti per i bellissimi disegni relativi alle unità che hanno un fascino tutto particolare e che rappresentano in parte la storia operativa delle unità navali della Guardia di Finanza.
I primi di Novembre mi ha scritto il Maresciallo Aiutante Alfieri Oriano, Comandante della Sezione Operativa Navale di Savona, facendomi i complimenti per i modellini delle unità navali della Guardia di Finanza che ho realizzato e per gli argomenti trattati su Altomareblu, ma anche per inviarmi due vecchie foto ricevute da un Finanziere di mare ormai da tanti anni in pensione che raffigurano delle motovedette ormeggiate presso la scuola Nautica di Gaeta.
L’unità più grande della foto che il Comandante gentilmente mi ha inviato potrebbe essere un’unità della Classe “Canadese” (tipo Fairmile). E’ ormeggiata presso gli ormeggi della la Scuola Nautica della Guardia di Finanza e sullo sfondo si vede il borgo antico della cittadina di Gaeta.
Queste motovedette antisommergibili furono costruite, su progetto americano, in centinaia di esemplari da vari cantieri nel corso del secondo conflitto mondiale.
La Guardia di Finanza ne acquistò un primo lotto di 6 unità, di produzione canadese a Suez e per aumentare la velocità, i lenti motori diesel Packard vennero sostituiti con motori più potenti, gli Hall-Scott a benzina. Immesse in servizio alla fine del 1947 dopo un periodo di allestimento a Messina, le “canadesi” rappresentarono il primo sforzo per la ripresa del naviglio dopo la crisi postbellica, e costituirono l’elemento fondamentale del dispositivo di contrasto al contrabbando fino alla fine degli anni Cinquanta.
Un secondo gruppo di ulteriori 6 unità fu acquisito nel 1951, mentre una tredicesima, battezzata “Ciorlieri”, venne recuperata a Livorno dalla Stazione Navale di Civitavecchia e rimessa in linea grazie al lavoro dei Finanzieri dell’Officina Navale. Si hanno notizie di una quattordicesima unità navale, la “D’Antoni”, che fu operativa negli anni ’50, Nel 1953, su una motovedetta di questa classe, la “Fais”, veniva installato il primo radar in uso alla Guardia di Finanza.
- DISLOCAMENTO: t. 90
- LUNGHEZZA: m. 34,50
- LARGHEZZA: m. 5,60
- IMMERSIONE: m. 1,45
- SCAFO: teak
- ARMAMENTO: 1 mtr. Breda cal. 13,2
- MOTORI: 2 Hall-Scott 12 cilindri
- VELOCITA’: 12 nodi
- UNITA’: “Fais” – “Macchi” – “Mazzei” – “Meattini” – “Satta” – “Smalto” – “Genna” – “Gori” – “Agolletti” – “Steri” – “Fortuna” – “Bertoldi” –
L’unità nella foto potrebbe essere un’unità del primo lotto costruita su progetto americano. Facendo un confronto con la D’Antoni, (Foto di Gerlando Crapanzano)scopriamo che lo scafo è identico, come la disposizione delle sovrastrutture. In coperta troviamo il battellino di salvataggio, un passo d’uomo per accedere sicuramente alla sala macchine, piu avanti, le sovrastrutture sembra siano state modificate e aperte per permettere di avere i comandi in controplancia, che risulta coperta solo da un telone parasole. Inoltre il D’Antoni ha un traliccio su cui sono state sistemate le antenne.
L’unità più piccola della seconda foto dovrebbe essere uno dei 5 esemplari costruiti dal cantiere “Naves” di Gaeta che entrarono in servizio nel 1950. A queste unità, molto marine ed affidabili, era assegnato il compito di vigilanza “ Litoranea” del confine marittimo. Fin dalla costruzione queste unità erano dotate di stazione radio. Successivamente vennero istallati gli apparati radar.
- DISLOCAMENTO: t. 28
- LUNGHEZZA: mt 19,60
- LARGHEZZA: mt 3,70
- IMMERSIONE: mt 0,9
- SCAFO: legno di pino a fasciame semplice
- ARMAMENTO: 1 mitragliera breda cal. 8
- MOTORI nr. 2 diesel carraro n. 12/0 12 cilindri a V da 300 HP a 1500 giri
- VELOCITA’: 16,5 nodi
- AUTONOMIA: 680 mg
- EQUIPAGGIO: 2 sott/li + 4 finanzieri
Un’unità che aveva il nome del Cap. Mangione era dislocata presso la scuola nautica.
L’unità si intravede in questa ultima foto che scattò mio padre, Maresciallo M. Luigi Santo, durante il corso sott.li “42° Novegno”.
Gentile Giuseppe Peluso,
purtroppo nei nostri archivi non abbiamo notizie o foto delle due unità classe Paolini degli anni ’50 ex motosiluranti tedesche della Kriegsmarine di cui chiede. Tuttavia, potrebbe chiedere all’Associazione Aldebaran di Trieste e più precisamente al socio Alex Skerlj, tra l’altro un bravissimo modellista navale, che potrebbe esserle d’aiuto, in quanto nella detta associazione hanno un archivio storico vasto e molto interessante ed in cui potrebbe trovare le notizie che le interessano.
Contatto telefonico Associazione dal lunedì al sabato ore 18.00 – 19.30:
Tel. 040 303405
Buongiorno.
E’ possibile avere notizie e qualche foto delle due unità classe “Paolini” degli anni cinquanta ex motosiluranti tedesche della Kriegsmarine?
Grazie
Gentilissimo Fabio Bambace,
nel ringraziarla per averci contattato La informiamo che abbiamo girato la Sua richiesta ad uno degli autori dell’articolo di riferimento per il quale ci ha contattato con il Suo commento, appuntato di mare scelto della Guardia di Finanza Maurizio Santo, il quale ci ha ricordato che i nominativi assegnati ai Guardacoste GdF fanno riferimento ad eroi che hanno sacrificato la loro vita per la patria, persone che in guerra o nella vita si sono distinti per eccezionale coraggio e sono morte. Molte unità sono state intitolate agli eroi del Dragamine R.D. 36 distrutto e affondato il 19 gennaio 1943. Per questo Maurizio Santo ci ha gentilmente riferito che avrebbe consultato le fonti storiche ufficiali del Corpo per sapere chi era il finanziere Bambace ed in quale circostanza aveva sacrificato la sua vita mentre era in servizio.
Appena avremo notizie in merito sarà nostra cura di risponderle qui pubblicamente su AltoMareBlu, oltre che in privato sulla sua mail.
Un caro saluto ed augurissimi per la sua carriera di Ufficiale della Marina Militare Brasiliana!
Giacomo Vitale
Caro Signor Vitale,
Il mio nome è Fabio Bambace. Sono Ufficiale della Marina Militare del Brasile. Appena ho scoperto che c’era una nave della Marina d’Italia, il G.17, con il nome Bambace. Potrei dire perché è stato battezzato con questo nome?
Gracie,
Fabio Bambace
Gentile Giulio Quintavalli,
La ringraziamo per quanto dice di AMB e dispiace dirle che non abbiamo al momento materiale storico inerente alla Regia Scuola Nautica della Polizia di Pola. Tuttavia, potrei aiutarla a reperire tali notizie, rivolgendomi agli amici del Centro Tradizioni Navali di Napoli diretto da un mio carissimo amico ed espertissimo storico del settore, Prof. arch. Guido Barbato che ha avuto la bravura di farsi consegnare per l’archivio storico del CTN di Napoli, dalla Sovrintendenza di Roma, tutto l’archivio inerente al Periodo Borbonico ed oltre.. e non dispero di poterla aiutare concretamente.
Se riuscissi ad accontentarla, ne paleremo certamente anche su AMB.
Nel ringraziarla per averci contattato, mi attivo da domani mattina e La informerò appena avrò notizie in merito.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AMB
Salve,
complimenti per il sito!
Sono dell’ufficio storico della Polizia di Stato e sto cercando materiale sulla Regia Scuola Nautica di Polizia di Pola (Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza), istituita nel 1927, con sede (secondo una cartolina postale pubblicitaria d’epoca ad essa indirizzata) in via Slataper.
Avete notizie o immagini? Potreste aiutarmi???
Grazie infinite
Gentile Alberto,
ringraziandoti per averci scritto, ti informiamo che il WordPress, piattaforma che usa AMB, provvederà ad avvisare in automatico il sig. Massimo.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AMB
Vorrei far sapere a Massimo che il varo della Motovedetta Gabriele è stato fatto effettivamente nell’autunno del 1966. Lo posso confermare in quanto facevo parte del picchetto d’onore presso i cantieri Picchiotti di Viareggio.
Caro Francesco,
ho cercato di esaudire la tua richiesta con l’aiuto insostituibile e determinante del Col. Antonino Iraso e dell’Appuntato di mare Maurizio Santo della GdiF, con immenso piacere perché ho visto il tuo infinito entusiasmo per il lavoro che hai svolto, nonostante tu oggi sia a riposo.
Un caro saluto e scrivici quando vuoi!
Giacomo Vitale
AMB
Scusate,
proprio adesso ho visionato le foto e ho notato che la mia richiesta è stata esaudita in toto. Vogliate scusarmi, grazie.
Nell’osservare la foto del G.11 Amici ho notato che sono presenti gli scarponi che ai miei tempi non aveva. A mio modo di vedere era più feshion allora. Tuttavia, fa lo stesso. L’importante è riaverla nei miei ricordi!!
Cordiali saluti,
Francesco
Un doveroso e sentito grazie a voi Giacomo e Maurizio per aver tempestivamente esaudito il mio desiderio. Spero che nel prossimo futuro mi rendiate ancora felice, quando troverete la foto del G.11 AMICI.
Un grazie doveroso anche al Colonnello Antonino IRASO.
Nel risentirci, al momento vi saluto di cuore augurandovi buon lavoro.
Francesco
Gentile Francesco,
il Colonnello Antonino Iraso “Capo Ufficio Navale” del Comando Generale della GdF, interpellato da AMB per soddisfare la tua richiesta, ha gentilmente esaudito questo tuo desiderio inviandoci le immagini che di seguito pubblichiamo, certi di averti fatto cosa gradita.
Si ringrazia la GdF nella persona del Col. Antonino Iraso per la sua personale gentilezza e disponibilità.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Gentile Francesco,
desidero ringraziare a nome di AMB, per le notizie storiche e le immagini inerenti alle unità navali della GdF di cui ci chiedevi, l’appuntato di mare Maurizio Santo che spinto dalla sua passione non solo per il lavoro che svolge, anche per tutte le unità navali del Corpo, si è subito attivato inviando anche le immagini che abbiamo provveduto ad inoltrarti direttamente.
Certo di averti fatto cosa gradita ti saluto insieme a Maurizio Santo.
Giacomo Vitale
Gentilissimo Francesco,
nel periodo in cui ho svolto servizio presso la Sezione Operativa Navale di Vibo Marina erano ormaggiate presso gli ormeggi della banchina Malta 3 unità navali su cui ha svolto servizio, il G 11 Amici classe Meattini, ormai da diverso tempo in disarmo. Le sue caratteristiche gruette a poppa e il parabrezza di controplancia controvento rendevano l’unità unica…,il G 77 Vitali classe “Dark”, anchessa in disarmo da diverso tempo ed infine la V 5801.
il G 21 Manoni, il GL 314 e la N/S Mazzei invece erano nostre unità navali addestrative presso la scuola Nautica di Gaeta. Su tali unità, nel 97, durante il corso di Specializzazione M/N” si facevano lezioni di ” pratica a bordo”.
L’ultima volta che ho invece visto il G 38 de Turris è stato il 26 giugno 2008, ormeggiato a Otranto. Il giorno dopo, durante la crociera di trasferimento per Gallipoli, l’unità gravemente danneggiata dalle fiamme sviluppatesi in sala macchine affonderà al largo di Santa Cesarea Terme. Quasi tutte le unità navali classe Meattini, GL e Gabriele sono state dismesse, vendute o rottamate, lasciando posto ai nuovi guardacoste classe “Buratti”.
Sperando che ogni piccolo ricordo rimanga memoria indelebile del lavoro che quotidianamente svolgiamo ti auguro di goderti il meritato congedo.
Maurizio Santo
Gentile Francesco,
diamoci del tu che è meglio, così com’è tradizione tra gli uomini di mare e non posso altro che aver piacere per quanto dici, visto che realmente lavoriamo con grande passione al punto che a volte ci annulliamo saltando pasti, sonno e quant’altro per pubblicare un articolo o per acquisire notizie di una certa barca, oppure mettersi in auto e fare tanti chilometri per andare a fotografare una barca particolare di cui vale la pena avere documentazione ecc..
Tuttavia, non finisce qui, ho chiesto aiuto anche ad altri appartenenti della GdiF che mi hanno aiutato a riempire l’archivio storico delle unità della GdF e con i quali ho un grande rapporto di amicizia, accomunati tutti dalla grande passione per le unità navali del stesso Corpo di cui hai fatto parte, immagino con piacere e onore.
Appena avrò altre immagini di unità navali della GdF di quelle che mi hai richiesto te le invierò immediatamente.
Un caro saluto e grazie per averci scritto!
Continua a seguirci.
Giacomo Vitale
Egregio Sig.Vitale,
non sapete quanto mi avete reso felice per il materiale inviatomi
Sono consapevole di avervi impegnato con le mie richieste, ma da quanto ho letto, per voi ed i suoi collobboratori è un impegno che svolgete con piacere. Ringrazio voi è tutta la redazione per aver esaudito la mia richiesta, condividendo in toto tutto quanto espresso da parte vostra.
Un caro saluto per voi e tutta la redazione di Altomareblu.
Gent.mo Brigadiere capo Francesco Cernigliaro,
nel ringraziarla per averci scritto, La informo che nei ns. archivi fotografici delle unità storiche della GdF abbiamo alcune m/v o guardacoste a cui fa riferimento. Tuttavia, spero di poterla accontentare per tutte le altre di cui al momento non abbiamo immagini a disposizione e Le chiedo un po’ di pazienza.
Al momento La ringrazio molto per la richiesta che comprendo a fondo e farò tutto il possibile per accontentarla, visto il suo “grande senso di attaccamento” alla Guardia di Finanza che è stata certamente una punto di riferimento per la sua vita e per la sua famiglia e per tutti quelli che le vogliono bene.
Si dice spesso che i ricordi a volte possono far male perché rappresentano un passato che non può ritornare più, ma se pensa a quante emozioni, sacrifici, momenti allegri e momenti difficili ha vissuto durante tutti gli anni che ha solcato i mari con i mezzi navali di un grande Corpo qual’è la Guardia di Finanza…
Oggi più che mai la GdiF ha un compito di Polizia di Frontiera & tributaria Europea ed internazionale guadagnato sul campo per l’alta specializzazione dimostrata e cito un’eccellenza assoluta che personalmente mi piace molto, “La Scuola Nautica della GdF di Gaeta” che è nelle mani di uomini saggi e ricchi di esperienza necessaria per la formazione degli uomini che oggi ed in futuro sono e saranno impegnati in compiti Istituzionali sempre più difficili, vista l’evoluzione internazionale delle associazioni criminali che hanno innalzato il loro bersaglio, avendo a disposizione fiumi di danaro sporco proveniente dai vari traffici illegali che vanno dalla droga, al traffico di armi, di vite umane… tentando di riciclare i loro sporchi profitti. Ed è proprio in questa fase di “pulizia del danaro sporco” che la Guardia di Finanza ha un ruolo determinante per “colpire in modo forte e deciso” queste orribili organizzazioni criminali internazionali che sono il vero cancro del mondo intero.
Personalmente, dipendesse da me, estenderei le possibilità di intervento della GdF nell’obiettivo di colpire in modo più forte e devastante le varie associazioni criminali, mafie ecc. purtroppo e mi rincresce molto dirlo, viviamo momenti molto complessi per il nostro paese, per l’Euro-zona, per l’economia globale ecc…
Un caro saluto e la ringrazio a nome di tutti i cittadini italiani onesti per il suo lavoro svolto alle dipendenze della GdiF in difesa del nostro paese e per i compiti Istituzionali che ha svolto nei suoi anni di servizio.
Con affetto sincero e stima,
Giacomo Vitale
Gentilissimo Sig.Vitale,
sono il Brig capo CERNIGLIARO Francesco in quiescenza e tramite il vostro sito mi sono riaffiorati alla mente i bei ricordi vissuti a bordo delle varie unità del nostro naviglio, dove ho prestato servizio tra gli anni ’70 fino al 2000 e oltre. Ho solcato i nostri mari d’Italia in lungo e in largo e per questo chiedo a voi notizie e qualche foto se è possibile, da inserire nel mio archivio dei ricordi delle varie unità dove sono stato impiegato per svolgere le mansioni di M.N., come il grande G.11 Amici, il mio primo imbarco da tirocinante fino a 1° motorista e che era da poco entrato in servizio negli anni ’70, già ricoperto di glorie per i suoi fermi di bionde. In seguito sono stato imbarcato sulle m/v: V.5801, G.L.314, Tavano, Guglielmi, Grasso, Vitale, De Turris, Bambace, Manoni ed infine Mazzei.
Ringrazio anticipatamente voi e tutta la redazione per il tempo che dedicherete a questa mia richiesta.
Brig.capo Francesco Cernigliaro
Gentilissimo Sig. Vitale,
insieme ai miei familiari, ringrazio Lei e il Col. Antonino Iraso per le informazioni che ci avete fornito.
Questa imbarcazione è sempre stata molto importante per noi perchè porta il nome di un nonno che ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui il nome di una strada e di una caserma, ma sopratutto di un nonno a cui vogliamo molto bene, che non abbiamo mai potuto conoscere e di un padre che non ha potuto crescere tre figli, tra cui il più piccolo è mio padre.
Il giorno della cerimonia sopra citata, è rimasto per noi in un ricordo bellissimo anche per me che ero troppo piccolina al tempo per essere presente, ma conservo nella mia memoria grazie alle foto ufficiali scattate in quella occasione dove ci sono i miei genitori e mio fratello.
Grazie perchè avete riempito con le vostre informazioni alcune lacune temporali, sapevamo della destinazione a Bari e Puglia, ma niente di più e quando ho letto della sua dismissione è stato un dispiacere inevitabile. Tuttavia, siamo davvero contenti di sapere che c’è traccia della sua storia e della sua esistenza, anche per AltoMareBlu che ringrazio.
Auguro a Lei e coloro che la seguono i miei più sinceri saluti,
Benedetta Steri
Gent. Benedetta Steri,
in riferimento alla sua cortese richiesta il Col. Antonino Iraso, Capo Ufficio Navale del Comando Generale della Guardia di Finanza, comunica quanto di seguito descritto:
“G.19 A. BATT. STERI”
(cenni storici)
Il giorno 15 marzo 1974, presso il cantiere navale “Baglietto” di Varazze, venivano svolte le operazioni di collaudo ed accettazione del guardacoste classe “MEATTINI” 3^ serie denominato “G.19 STERI”. In data 23 marzo 1974, alla stessa sede, veniva effettuata la cerimonia di consegna al Corpo del guardacoste che, a partire da tale data, entrava ufficialmente a far parte del naviglio della Guardia di Finanza.
Alla cerimonia presenziarono la signora Giuseppa STERI, in rappresentanza della madrina, signora Anna Maria MELIS, vedova dell’A.B. STERI, impossibilitata ad intervenire, accompagnata dal marito, Dott. Antonio STERI e dal figlio di sei anni che portava lo stesso nome del nonno. L’unità nel corso della lunga ed intensa vita operativa veniva sottoposta a diversi cambi di sedi di servizio ma la permanenza più lunga, di cui si abbia traccia, la vede protagonista presso la Stazione Navale di Bari alle dipendenze della Squadriglia Navale di Termoli.
Nel corso del 1999 l’unità veniva trasferita dalla sede di Bari a quella di Taranto, in particolare dalla Squadriglia Navale di Manfredonia a quella di Gallipoli. Nella seconda metà degli anni ottanta l’imbarcazione veniva sottoposta ad un ciclo di lavori di grande manutenzione allo scafo che ne prolungarono ulteriormente l’impiego operativo. Nel 2000 l’imbarcazione veniva assegnata alla Sezione Operativa Navale di Taranto. Successivamente, il giorno 21 ottobre 2000, l’unità giungeva presso la sede della Stazione Navale di Trieste, ove era stata assegnata alle Sezione Operativa Navale alla sede.
Avviata alla dismissione, in data 4 marzo 2004 veniva approvata la dichiarazione di fuori uso che ne decretava il definitivo passaggio in disarmo. Il giorno 24 ottobre 2005, a conclusione della gara di vendita, il guardacoste veniva aggiudicato ecancellato dal “Quadro del Naviglio del Corpo” e dal corrispondente “Ruolo Speciale del Naviglio Militare dello Stato”.
Cordialità
Col. Antonino Iraso,
Capo Ufficio Navale – Comando Generale Guardia di Finanza
Gentilissima Benedetta Steri,
abbiamo provveduto ad inoltrare alla GdiF la sua gradita richiesta ed appena avremo risposta, sarà ns. cura girarle le notizie di cui Lei è alla ricerca.
La ringraziamo per averci contattato.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Qualcuno sà darmi notizie della G19 “Giovanni Steri” intitolata a mio nonno e sapete che fine ha fatto dopo essere stata “radiata” nell’ottobre del 2005.
Grazie a chiunque sappia darmi sue notizie di oggi o chi sa dove è stata prima di andare in pensione…
Gentile Vito,
possiamo certamente accontentarti, ma dovresti inviarci, tu o qualche tuo collega, le foto delle Higghins al momento della consegna, come ci riferisci, sarebbe il massimo…
Grazie per averci scritto.
Giacomo Vitale
Se è possibile aggiungere, la foto della consegna a Taranto da parte della Marina militare alla Guardia di Finanza, delle Higghins, foto trovata sul gruppo “motosiluranti” di Facebook.
Grazie.
Saluto tutti ed in particolare Maurizio Santo,
conosciuto fresco arrivato da Gaeta in quel di Vibo Valentia.
Ho setacciato il link del sito istituzionale della G.diF. postato da Maurizio, l’ho trovato interessantissimo, ma mancano notizie dei Mas serie 500, che nell’immediato dopoguerra furono assegate al Corpo,anche per raggirare alle clausole del trattato di pace, che impedivano alla nostra marina di possedere unità siluranti.
Inoltre successivamente al 1948, decadute le clausole di cui sopra,tramite l’A.R.A.R. azienda rilievo alienazione residuati bellici. La nostra marina ebbe assegnate alcune ex motosiluranti tipo Higgins ed Elco, di cui alcune, credo nel 56, furono cedute alla Guardia di Finanza.
Sbarcati i motori Packard e rimotorizzate CRM a benzina, una di esse si chiamava per certo Tenente Lombardo.
Significante è la “somiglianza” dei Gabriele con la Elco.
Grazie per lo spazio ed auguri di buon anno a tutti voi.
Dear Lamine,
Sorry we know that unfortunately in our archives we have no reference or image of Algerian Coast Guard patrol boat, specifically “Baglietto 20 m class Meattini and other vessel exported to Algeria with 30 m langht
Sincerely,
Giacomo Vitale
AltoMareBlu
Hi all
I am Lamine from Algeria, i am searching for infos / pictures of the Algerian coast guards vessels, sepcialy “Baglietto 20 m classe Meattini & and other vessel exported to Algeria with 30 m langht and alimunum hull Mangusta.
If anyone can help me!
Regards,
Lamine
Nel novembre del 1965 venne indetto un appalto-concorso, aperto alla cantieristica da diporto nazionale, per la fornitura di un Guardacoste, prototipo di una classe di unità, destinate ad assicurare un valido dispositivo di contrasto ai traffici illeciti che si stavano progressivamente sviluppando lungo il litorale della penisola.
Nella stessa occasione il Comando Generale esaminò la proposta di acquisto di un aliscafo, avanzata dai Cantieri Rodriquez di Messina, che non incontrò il favore del Corpo in quanto l’imbarcazione venne ritenuta non idonea ad effettuare gli abbordaggi e le manovre in acque ristrette a velocità ridotta.
Nel dicembre dello stesso anno l’Amministrazione Finanziaria aggiudicò la costruzione del Guardacoste al Cantiere Navale Picchiotti di Viareggio, dinamico soggetto economico del polo diportistico toscano, che nel febbraio del 1967 consegnò l’unità, denominata G.70 Gabriele in onore di un militare del contingente di mare, caduto nel tentativo di evitare un esplosione, a seguito di un incendio sviluppatosi sulla motovedetta Mazzei ormeggiata nel porto di Palermo. Nell’autunno dello stesso anno il cantiere toscano consegnò alla Guardia di Finanza la seconda unità della serie, denominata G.71 Grasso.
I due guardacoste, che nella metà degli anni ’80 erano stati sottoposti ad un ciclo di grandi lavori, presentavano lo scafo in mogano e compensato marino a struttura longitudinale e trasversale, in particolare il fasciame della carena era a triplo strato mentre per le fiancate era stato adottato un doppio strato di fasciame.
Tali scelte costruttive derivavano dall’esperienza acquisita nel tempo dal cantiere nella costruzione di imbarcazioni da diporto, che adottavano il legno quale materiale per le costruzioni dei motoscafi dell’epoca.
Il testo è tratto dalla pubblicazione “L’architettura del naviglio storico della Guardia di Finanza”
Pubblicazione curata dall’Ufficio Navale del Comando Generale della Guardia di Finanza consultabile sul sito Istituzionale della Guardia di Finanza –
Architettura del naviglio storico della Guardia di Finanza
Siamo sicuri che i guardacoste Grasso e Gabriele costruiti presso i cantieri navali Picchiotti di Viareggio entrarono in linea nel 1967? A me risulta che sono stati consegnati alla Guardia di Finanza nel 1965, credo nel mese di maggio.