Speranzella Fujiyama – Levi: stradivarius del mare dalle vulcaniche prestazioni
Lo scorso anno Speranzella Fujiyama ha compiuto cinquanta anni!! Sono stati cinquanta anni di storia nati da una formidabile idea di Renato “Sonny” Levi, di cui abbiamo lungamente descritto e documentato in tutta la storia di AMB dal 2007 ad oggi.
Tuttavia, nell’articolo di Antonio Soccol del 21.01.2008 “Lo Stradivarius del Mare – Barca d’epoca Speranzella Fujiyama”: Lo Stradivarius del Mare – Barca d’epoca Speranzella Fujiyama

Le inconfondibili e meravigliose forme di Speranzella Fujiyama ancorata nel porto di finale Ligure prima della prova in mare del 30.06.2015
ad un certo punto scriveva:
Certo, scrissi in quella occasione, sarebbe il caso di riproporla oggi sul mercato. Ovviamente, con nuovi motori più affidabili e potenti, con le nuove trasmissioni con eliche di superficie e magari anche con qualche piccolo ritocco nell’arredamento interno.
Di sicuro sarebbe molto più efficiente e di classe di tante caravelle oggi in produzione. Sono passati altri dieci anni da quel momento e non ho cambiato idea.
Ebbene da questa affermazione dell’indimenticabile Antonio, che porto sempre nel mio cuore e nella mia mente, è nata in me un’idea da mezzo matto, così come lui stesso mi definiva affettuosamente e avendo l’ultima della serie delle Speranzella prodotte dalla Canav di Anzio, in pratica il Cabin Cruiser II Serie di cui Speranzella Fujiyama era il primo esemplare e la mia l’ultima, ho pensato bene di mettere in pratica l’idea iniziale di Antonio Soccol e dopo tanto pensare, avvalendomi della collaborazione dell’ing. Francesco Fiorentino, abbiamo scritto il pezzo che illustra come oggi intendo motorizzare nuovamente la mia Speranzella “Sic Sic”, rifacendomi a quella formidabile idea di cui avevo parlato a lungo con Antonio Soccol in un certo numero di mail che ci siamo scambiati, oltre telefonicamente, anche da vicino e più precisamente l’ultima volta che ci incontrammo a Roma con “Sonny Levi” nell’ottobre del 2012.

Speranzella Fujiyama brilla all’ormeggio di Finale Ligure – 30 giu 2015 – ma sembra appena varata per la prima volta
Tuttavia, basta andare al seguente link: Speranzella II Cabin Cruiser con trasmissioni Top System e rendersi conto di quanto appena descritto: Restauro vintage: Speranzella – Top System?
Insomma, questo progetto è nato da più scambi di notizie tecniche e di pensiero, in merito al fatto che Speranzella II Serie Cabin Cruiser è stato il miglior cruiser di serie prodotto al mondo con una carena dalle prestazioni formidabili, che fino ad oggi nessun’altra nuova barca è riuscita ad eguagliare o migliorare ed ho deciso così di sottoporre la mia barca ad un restauro particolare per sperimentare la soluzione descritta ed una volta collaudata con risultati positivi, magari invogliare “Sonny” Levi a progettare una nuova Speranzella prodotta in serie… così come è stato fatto per il Levi – Corsair prodotto italiano costruito interamente a Venezia dal Cantiere Nautico Portegrandi, di cui potete leggere al seguente link: Levi Corsair model year 2013.
Altra formidabile carena disegnata da Levi nel 1963 e prodotta in plastica rinforzata a spruzzo dalla Viking Gosport in diversi esemplari.
Non voglio correre troppo, ma questo è l’obiettivo che mi sono posto e la prova in mare di Speranzella Fujiyama effettuata a Finale Ligure il 30 giugno 2015, nello specchio d’acqua antistante la piccola e bella Varigotti mi ha assolutamente convinto a perseverare per realizzare questa mia idea..
Ritornando a descrivere del test di cui appena detto, armatore tecnici ed il sottoscritto, giunti tutti di buon mattino nel porto di Finale Ligure siamo saliti a bordo di Fujiyama. Ai comandi il meccanico Marco Frassino, al suo fianco l’armatore, poi l’architetto navale Giacomo Gori ed il sottoscritto. Premetto che abbiamo pubblicato un articolo su AMB dedicato all’aggiormento della nuova motorizzazione di Fujiyama, resasi necessaria dalla vetustà dei suoi precedenti motori divenuti ormai inaffidabili di cui al seguente link: Speranzella “Fujiyama” – aggiornamento motorizzazione.

Speranzella Fujiyama: la bellezza dello specchio di poppa, l’altrettanto bellissima plancetta ed uno stupendo teak del ponte di poppa con il caratteristico passo d’umo degli anni ’60, il tutto accordato in un’armonia delle calde essenze dei colori dei legni di mogano e teak sapientemente abbinati tra loro
Guadagnato il largo ed all’altezza di oltre tre miglia dalla costa Speranzella Fujiyama ha effettuato una serie di passaggi procedendo sia in linea retta e parallela alla costa, sia effettuando una serie di variazioni di rotta, dritta sinistra e viceversa, dimostrando sempre di rispondere perfettamente ai comandi. Da segnalare la progressione della potenza dei motori che raggiunti i 3200/ g/min danno una spinta quasi brutale, come vi fosse il turbo… in effetti, oltre alla notevole progressività della distribuzione della potenza di cui dispongono, si evince che la realizzazione delle nuove eliche eseguita dallo specialista Stefano Luini è stata curata con maestria ed esperienza.

Un momento della prova in mare di Speranzella Fujiyama del 30 giugno 2015. Il GPS segna la velocità di 36,7 nodi: uno spettacolo!!
Sono stati eseguiti una serie di passaggi con virate improvvise e decise a cui la barca ha risposto sempre alla perfezione. Modesto l’innalzamento della prua subito dopo aver dato manette alla partenza ed anche in conseguenza di forti aperture immediate delle manette stesse, segnale che oltre alla bontà della carena, i flaps montati nelle posizioni originali di progetto, a 0° garantivano un assetto ideale.
Insomma, un comportamento sempre fedele di questa fantastica barca che si osserva e si fa notare in navigazione anche da molto lontano, sia per la sua sua indiscussa eleganza, che per il suo assetto in planata, ben bilanciato con roker ridotto leggermente appoppato e decisamente morbida sull’onda…
La velocità massima raggiunta a 4400 giri/min è stata di 38 nodi (GPS).
Ritengo doveroso citare tutti i tecnici che hanno dato il loro contributo professionale per aggiornare e mantenere Fujiyama nello stato dell’arte in cui si trova attualmente:
- motori e tutta la parte meccanica: Angelo e Marco Frassino
- elettronica di bordo: Piero Marchisio
- realizzazione delle nuove eliche: Luini Stefano & C.
- sistemazione dei longheroni longitudinali e basi di ancoraggio dei motori: Eugenio Vaccaro
- verniciatura: Mauro Crenna
- trattamento carena, ponti, pozzetto: Andrea Giuffrida
Concludendo, un bravissimo è d’obbligo a tutti i tecnici citati che con la loro esperienza e professionalità consentono una lunga e speciale vita ad una barca di grande levatura tecnica e storica, che sembra essere inossidabile e per niente soggetta al mezzo secolo compiuto, quasi a dispetto della sua età.
Veramente formidabile e da non dimenticare che tutto questo è stato reso possibile anche e soprattutto dalla tecnica di progetto e costruttiva della carena realizzata in quattro strati di doghe in mogano lamellare incollati ed incrociati tra loro a 45° con resina resorcinica che conferisce a tutta la struttura una notevole leggerezza ed una resistenza elevatissima alle sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposta, specialmente in condizioni gravose di carico e forza del mare.
Le sincere congratulazioni all’armatore di Fujiyama, che con la sua cultura, sensibilità ed assoluta intelligenza, l’ha mantenuta in perfetto stato, consentendo addirittura di migliorare le sue prestazioni iniziali già eccezionali, ormai di barca storica, grintosa ed unica al mondo.
Speranzella Fujiyama è stata ed è una barca formidabile e come una bella donna il suo armatore se n’è innamorato perdutamente… curandola di continuo in modo che possa sempre navigare al massimo delle sue prestazioni, come dal primo giorno in cui fu varata ad Anzio, 17.07.1964, costruita dalle sapienti mani del mastro d’ascia Nello Bini presso l’indimenticabile cantiere Canav di Anzio e poi quando l’acquistò dalle mani del suo primo armatore.

Una splendida immagine dell’eleganza di Speranzella II Serie Cabin Cruiser “Fujiyama”, nata dalla magica matita di un formidabile progettista: Renato “Sonny” Levi
Un immenso augurio speciale è d’obbligo a Speranzella Fujiyama per il suo mezzo secolo di età compiuto, al suo straordinario ed unico armatore ed al suo papà biologico dalla matita magica e geniale: Renato “Sonny” Levi!!
Giacomo Vitale
Gentile Duilio,
La ringraziamo per quanto dice di AMB e siamo anche noi contenti per quanto ci ha raccontato di “Tautira” e mi farebbe piacere sapere dove si trova adesso e se ha qualche riferimento, per esempio se per caso si ricorda il numero inciso sulla targhetta in ottone della Canav che era a bordo di tutte le barche costruite dal cantiere e che aveva una sigla: Costruzione CNA e poi il numero composto da tre cifre. Se riuscissimo a ritrovarla potremo comunicare con il suo armatore e fargli sapere che ha una barca speciale da saper mantenere e conservare. Inoltre, come Le ho già riferito nella mia precedente risposta, potremo anche iscriverla nel “Registro Storico Carene Levi”.
Circa i motori da 220 HP AIFO sono ottimi ed ancora oggi navigano e si trovano quasi tutti i ricambi a prezzi abbordabili. Basta Rivolgersi alla rete di assistenza dell’AIFO che è ben distribuita sul territorio italiano.
Le sarei grato se mi dice dove si trovava la barca quando l’avete acquistata, dove abitualmente stazionava quando fu di Vs. proprietà e in che zona potrebbe trovarsi attualmente, se ancora in vita.
Infine, se ha delle foto Le sarei grato se me le può inviare tramite la mail di AltoMareBlu che trova nei contatti del ns. blog in home page.
Mi dispiace averle fatto un interrogatorio così serrato di tipo poliziesco, ma quando sentiamo la possibilità di aver trovato una Speranzella, barca che a me piace tantissimo, è sempre una festa perché questi gioielli non li costruisce e non li costruirà mai più nessun cantiere, dati gli altissimi costi di realizzazione, la sua tecnica costruttiva, oltretutto non accessibile a tutti i cantieri, e riservata solo a mastri d’ascia con provate e antiche esperienze risalenti agli anni ’60.
Spero in una sua gentile risposta, augurandomi che non mi mandi al diavolo per tutto quanto Le ho chiesto, ma la ricerca storica di queste preziose barche non è cosa semplice per tanti motivi.
Grazie per l’attenzione!
Cordiali saluti,
Giacomo
Buonasera Giacomo Vitale,
è emozionante aver trovato un sito così pieno di informazioni su questi splendidi frutti di fantasia ingegneristica.
La prima Speranzella, TAUTIRA, l’abbiamo comprata nel 1980 dopo una lunga ricerca perché volevamo una SPERANZELLA a tutti i costi. Era del 1967 ed imbarcava due motori BPM da 265 HP cad a benzina.
Riportata nel cantiere Navaltecnica di Anzio dove era stata costruita, per motivi di sicurezza abbiamo dato inizio ad una manutenzione straordinaria e tutta la struttura di legno risultò integra e perfetta.
Furono sbarcati i due motori a benzina e dopo una lunga analisi la scelta per la nuova motorizzazione fu per una coppia di AIFO da 220 HP, tra i primi consegnati con la nuova tecnologia intercooler che sfruttava i gas di scarico rinviandoli alle turbine.
I vantaggi furono subito evidenti, il peso e l’ingombro era simile a quello dei due BPM e non abbiamo dovuto modificare il vano motori, né rialzare i coperchi nel pozzetto. Furono riutilizzato le stesse eliche.
Alla prima messa in acqua erano presenti oltre noi due, due tecnici inviati gentilmente dalla AIFO, il motorista Vaudi ed un responsabile della Navaltecnica.
Sulla base misurata abbiamo toccato i 32 nodi di massima e 26/27 di crocera. Il risultato è stato esaltante, la barca rispondeva benissimo anche in virate strette. Credo di aver esaurito lo spazio.
Cordiali saluti. A presto,
Duilio Belardi
Gentile Duilio Belardi,
ricambiamo tutti gli auguri di trascorrere una Buona Pasqua e La ringraziamo per quanto dice di AMB.
Circa le due Speranzella di Cui è stato armatore insieme a Suo fratello, mi farebbe piacere, nel caso sia d’accordo avere delle foto, che ci racconti della storia di queste due imbarcazioni e tutto quello che è possibile inserire come memoria storica a riguardo, magari sapere dove sono ed iscrivere nel “Registro Storico Carene Levi” che ho personalmente fondato. Tengo a precisare che tale iscrizione la effettuiamo solo per le carene Levi originali, di cui rilasciamo un certificato storico stampato su carta pergamena a costo zero, escluso le spese postali per la spedizione della relativa raccomandata all’indirizzo dell’attuale armatore.
Per la splendida Fujiyama abbiamo pubblicato un articolo con l’aggiornamento dei motori nuovi che può vedere al seguente link, inclusi tutti i link degli articoli che abbiamo pubblicato di questa stupenda imbarcazione:
https://www.altomareblu.com/restauro-speranzella-fujiyama-aggiornamento-motorizzazione/
Certo di averLe fatto cosa gradita La saluto restando in attesa di un Suo gentile riscontro.
Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
Buona Pasqua a tutti!
Porgo i miei complimenti per la competenza e la passione con la quale viene seguita la storia di questa pagina importante dell’ingegneria nautica Italiana.
Sono stato il fortunato possessore insieme a mio fratello di due Speranzella e ho avuto il piacere immenso di aver provveduto personalmente al ripristino/manutenzione, con l’assistenza diretta delle maestranze della Navaltecnica di Anzio, delle splendide imbarcazioni.
Ho letto con attenzione il bel servizio su Fujiama, mi farebbe piacere sapere che motori sono stati imbarcati dopo l’ultimo restauro.
Cordiali saluti,
Duilio Belardi
Salve Luca,
in effetti il tipo di scelta tecnica del disegno di raccordo tra il fondo con la murata delle carene levi in lamellare di mogano è dovuto a due emotivi fondamentali:
. Il primo per incollare e raccordare i quattro strati di lamellare incollato e incrociato a 45° in mogano del fondo carena ai tre stati delle fiancate che portavano così il pattino esterno di sostentamento con il relativo listello in legno che servivano a dare robustezza, tenuta e leggerezza alla struttura della barca. Segnalo, inoltre che alla superficie di raccordo del fondo dello scafo con quella laterale e lo spigolo stesso veniva applicato un rinforzo in biassiale di lana vetro ed epossidica. Quindi, una scelta tecnica dovuta al tipo di costruzione ed anche allo studio fatto su quel tipo di carena.
I vantaggi sono:
. una struttura portante in lamellare di mogano leggera, di tipo aeronautico e con caratteristiche di resistenza meccanica notevoli. Assetto dell’unità leggermente appoppato che garantisce alle eliche anche un ottimo flusso d’acqua per un assetto planante magnifico.
Svantaggi oggettivi particolari non ne rilevo, tranne un tempo lievemente maggiore per entrare in planata.
Grazie per averci contattato,
Cordiali saluti,
g.v.
Sig. Giacomo buondì, una domanda tecnica. Ho notato che in molte carene Levi, il raccordo tra murata e fondo non è a spigolo, ma raccordato da un ginocchio similare a quello delle navi dislocanti, che confina sia in basso che in alto con i 2 pattini di sostentamento. Dato che anche la mia barca è così, vorrei sapere a cosa si deve questa scelta tecnica, se allo studio di carena oppure se è dovuta alle tecniche costruttive dell’epoca, e se possibile vantaggi e svantaggi.
Grazie
Cordiali Saluti
Luca
Salve Luca,
come immaginavo era difficile che poteva trattarsi di una Speranzella Levi. Il Rudy fu costruito dalla Canav dopo che Levi aveva ceduto il suo pacchetto azionario della Canav ai Cantieri Rodriquez di Messina, ma era una carena diversa da quella della Speranzella – Levi. Il fascino di quelle barche comunque era unico ed il loro schema costruttivo le faceva distinguere immediatamente da tutte le altre. C’è da aggiungere, ad onore del vero e non per discreditare nessuno, che le carene Levi avevano un comportamento in mare rispetto alle barche che furono successivamente prodotte dai cantieri Canav – Rodriquez, migliore. Inoltre, vi furono da parte della nuova proprietà interpretazioni sulla scelta dei legni ecc. decisamente diverse da quelle che levi ha sempre avuto nelle barche da lui progettate che seguiva dall’acquisto dei legni, in tutte le fasi di costruzione fino al momento in cui andavano in mare per i collaudi pre – vendita.
Comunque Luca se mi invia qualche foto di questa bella unità mi fa cosa gradita perché l’aggiungerei nel mio archivio personale delle carene Canav – Rodriquez che meritano comunque attenzione e tutela onde assicurare gli armatori che riescono ancora ad averle in possesso di poter dare ulteriore vita a barche che hanno un sistema costruttivo dello scafo che oggi nessuno si sognerebbe mai di adottare, restando delle barche veramente particolari. Tutte queste positività, tuttavia, richiedono una attenta manutenzione fatta da cantieri guidati da mastri d’ascia esperti che sanno comunque come intervenire nel modo giusto ove necessario ed in casi straordinari e comunque nella manutenzione ordinaria.
Colgo l’occasione per comunicare a tutti coloro che necessitano di consigli in merito a questa tipologia di barca, di contattarmi per domande dubbi o quant’altro e rispondo sempre a tutti.
In quanto a lei Luca La ringrazio per la sua preziosa collaborazione e quando vede una barca Levi o Harrauer non dimentichi mai di segnalarmela e possibilmente scattare foto ed il luogo dove si trova, contribuirà al mio archivio informatico di queste preziose ed irripetibili unità che per vivere correttamente hanno bisogno di giusti interventi, onde evitare che diversamente possano andare perse. Sarebbe un danno per la storia di nostri progettisti di grande calibro che il mondo della motonautica ci invidia, ma che le nostre marinerie legate spesso a cose inutili e senza senso, non hanno saputo valorizzare, come si fa per esempio nel Regno Unito, mentre noi abbiamo politi idioti e criminali che pensano solo a tassare, distruggere il frutto di sacrifici immensi dei nostri cantieri migliori al mondo e rubare… il resto chi è intelligente lo conosce benissimo e non devo così tediare gli amici che ci seguono con passione e piacere.
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Sig. Giacomo, aggiornamento sulla barca di cui Le accennavo, è una Canav Rudy.
Gentile Luca,
nessun problema e puo’ tranquillamente inviarmi le foto e dove si trova sulla mia casella di posta elettronica e rispettando la privacy..
Conto sulla sua gentile disponibilita’.
Cordiali saluti,
Sig. Giacomo buonasera, non sono sicuro che si tratti di una speranzella, avendo letto anche altri articoli su barche che senza aver la giusta competenza per distinguerle, si somigliano. Di sicuro è del cantiere canav, visto sulla fiancata come sulla speranzella. Naviga spesso giacché l’ho vista uscire stasera e l’altro weekend era in scia del mio Zeus rientrando in marina. Le posso comunicare via mail dove si trova? Fare foto magari è eccessivo non essendo mia.
Gentile Luca,
innanzitutto La ringraziamo per essere un nostro lettore e la notizia che c’è un’altra Speranzella simile a Fujiyama ci incuriosisce e Le chiederei una cortesia, se possibile:
. Sapere dove è ormeggiata La Speranzella di cui riferisce
. se può scattare qualche foto ed inviarle ad Altomareblu all’indirizzo di posta elettronica indicato nei nostri contatti
Avendo fondato personalmente il Registro Storico Carene Levi, mi fa piacere poter individuare il maggior numero di barche progettate dall’ing. Levi ed inserirle in elenco secondo la categoria di appartenenza. Tutto questo è solo per motivi storici e non per lucro o altro. Infatti, l’iscrizione, una volta individuata l’unità di Levi ed il suo Armatore, avviene assolutamente senza alcun costo e nulla sarà mai dovuto al fondatore del Registro.
La ringrazio a nome mio personale e di AltoMareBlu per la Sua disponibilità ed eventuale collaborazione e restiamo in attesa di una Sua gentile risposta. Cordiali saluti,
Giacomo Vitale
AltoMareBlu
Buonasera, Vi leggo spesso e raramente scrivo. C’è anche un’esemplare navigante qui a Napoli, molto simile a fujiyama. Ottimamente tenuto (almeno da quel che osservo dalla’esterno), bellissima barca!
La classe non è acqua, ma a volte ci scivola sopra