Restauro Drago ex V4000 GdF – quarta ed ultima puntata
Nelle tre puntate precedenti abbiamo illustrato le varie fasi di restauro del Drago V4000 ex Motovedetta della GdF che ha interessato tutta la barca, con la ricostruzione del vano e specchio di poppa.
Restauro del Drago V4000 ex Motovedetta della GdF
Un lavoro lungo, complesso ed impegnativo, includendo anche l’impianto elettrico, le parti idrauliche, i ponti ecc. Insomma tutto, riferito alla carena ed i suoi servizi.
Restauro Drago ex V4000 GdF
Una nota di plauso per l’impegno profuso nel restauro dei motori Isotta Fraschini che gli armatori hanno portato a termine mettendoci il massimo dell’attenzione, con un impegno non da poco. Purtroppo, i risultati non sono stati quelli che si attendevano ed è emerso quello che è stato sempre un problema di questo fantastico progetto: l’affidabilità dei propulsori!! Mi riferisco ai problemi di sempre che le dodici unità acquistate su specifiche dirette della Guardia di Finanza hanno costantemente lamentato, nello specifico le temperature dei motori che messi alla frusta si innalzavano pericolosamente, oltre ad un consumo di carburante spropositato.
Tutto questo era un problema di non poco conto che di fatto limitava le notevoli prestazioni della carena ed un progetto a dir poco fantastico, di cui vale la pena ricordare quello da diporto che fu presentato alla stampa nel gennaio del 1973 e le sue caratteristiche potete leggerle in: Italcraft Drago – barca disegnata da Renato “Sonny” Levi.
La differenza riferita ai propulsori rileva che il Drago da diporto (a lato) ha come motorizzazione di progetto una coppia di motori Cammins 2 x 370 HP D – modello VT8-370-M (Potenza all’asse 350 HP x 2) molto affidabili, mentre il Drago Commander della GdF aveva una coppia di motori Isotta Fraschini Serie ID 32 SS 6LM
Gli Isotta Fraschini di questa unità furono costruiti negli stabilimenti di Bari nel 1981 di cui le caratteristiche di seguito indicate:
- Numero cilindri: 6 in linea
- alesaggio: 128 mm
- corsa: 125 mm
- rapporto di compressione: 1:14,4
- cilindrata: 9.650 cc
- Potenza: 350 HP a 2900 g/min
- Numero giri max. 2900/min
- Invertitore “Warner – Gear”
- Motore sei cilindri in linea, 4 tempi ad iniezione diretta con sovralimentazione generata da un compressore tipo Holset azionato dai gas di scarico
- Lubrificazione assicurata da olio in pressione generato da una pompa ad ingranaggi posta nella coppa dell’olio
- Refrigerazione del motore a circolazione d’acqua dolce azionata da una pompa centrifuga trascinata
- Raffreddamento dell’acqua dolce realizzato a mezzo refrigerante con circolazione di acqua di mare fornita da una pompa trascinata
Consumi:
- a 1800 g/min – velocità 17,19 nodi – 57,18 Kg/h – autonomia 11,98 ore
- a 2300 g/min – Velocità 31,28 nodi – 73,19 Kg/h – autonomia 9,37 ore
- a 2750 g/min – Velocità 43,01 nodi – 105,5 Kg/h – autonomia 6,47 ore
- a 2900 g/min – Velocità 45,80 nodi – 122,53 Kg/h – autonomia 5,58 ore
Dai dati dei motori trascritti si capisce il perché si rende necessaria la sostituzione di questi propulsori ormai “vecchi” sia come concezione e sia per i consumi mostruosi legati anche alle notevoli emissioni di CO2, non al passo con i tempi attuali. Infatti, gli armatori sono alla ricerca di una coppia di motori moderni, più leggeri, diesel common rail sovralimentati, con consumi contenuti e basse emissioni di CO2.
Le foto di seguito pubblicate mostrano la conclusione di queste quattro puntate dedicate a questo ottimo restauro di una ex m/v della GdF che resterà nella storia del Corpo ed anche nel progetto di assoluta avanguardia che il suo papà, Renato “Sonny” Levi realizzò agli inizi degli anni ’70 e che ancora oggi rappresenta un’assoluta “capacità ingegneristica da guinnes dei primati”, visto che nessun altro progettista di barche al mondo aveva mai realizzato prima.
Buona visione a tutti ed infinite congratulazioni alla tenacia ed alla determinazione degli armatori del Drago V 4000, e delle appassionate maestranze che sono state in grado di ridare vita ad una ex motovedetta della GdF speciale ed oso dire fortunata!!
In effetti gli armatori del Drago V 4000 mi hanno voluto pubblicamente salutare per l’assistenza che ho fornito loro per la ricerca di dati e documenti necessari per portare a termine un bellissimo restauro di cui mi complimento con loro per la determinazione e le capacità risolutive che hanno permesso un coordinamento eccellente al fine di raggiungere un risultato straordinario che si evince dalle foto pubblicate ed oltre il quale non vi sono ulteriori parole da dire, perché ci troviamo di fronte ad un restauro eseguito, come si sul dire in gergo tecnico: a regola d’arte!!
Il “Bravissimi” va a tutti coloro che hanno lavorato per arrivare a questo eccellente risultato.
Mi diceva Luca, uno dei due armatori, che pur proferendo il massimo impegno in questo lavoro che era nato per un’appassionata scommessa, sono stati commessi alcuni piccoli errori… Vero, ma questo fa parte dell’esperienza ormai acquisita e se tutti i restauri riuscissero così bene, ebbene ci metterei la firma per tutto, errori fatti inclusi!!
Nel box di seguito presentiamo un bel servizio fotografico del Drago V 4000 realizzato la scorsa estate 2015 da Giacomo Gori
In conclusione proponiamo agli appassionati di questo tipo di restauri due filmati che si riferiscono al momento del varo ed alla prima navigazione del Drago V4000.
Buona visione a tutti!!
Caro Tealdo, hai perfettamente ragione!
I due armatori hanno avuto una forza ed una tenacia che si vede inequivocabilmente dalle immagini e dal bellissimo risultato raggiunto, da fare alla stessa Italcraft, se fosse ancora in vita la sezione di Bracciano che si occupava degli scafi in legno.
Un grande impegno sotto tutti i punti di vista ed hanno il grande merito e la sensibilità di aver capito quanto importante sia questo rivoluzionario progetto d’avanguardia cacio, nel lontano 1973, diede forma e vita.
Pensa che ormai di queste barche ne sono rimaste in totale sei equamente divise tra tre ex motovedette della GdF e tre da diporto, di cui naviganti sono: il Drago V 4000, ex m/v gdf ed il Drago “Dexsy” da diporto.
Due preziosissimi gioielli che sono la storia della motonautica degli anni ’70 fino ad oggi, spesso anche copiati, anche se in larga parte in malo modo.
Siete degli eroi!