Acqua azzurra, acqua chiara
foto: Port of Long Beach di autori vari
Port Of Long Beach
Una mostra racconta gli sforzi del porto di Long Beach per conciliare l’aumento del traffico marittimo con la lotta all’inquinamento. Sforzi in grado di portare a risultati straordinari
Il trasporto marittimo, utilizzato per il 90% del commercio mondiale, è spesso visto come una delle cause maggiori d’inquinamento, anche se rappresenta solo il 3-4% delle emissioni globali di CO2 e quelle di un aereo da trasporto, per ton di carico, sono superiori.
Certo che a rafforzare questa opinione contribuiscono i tuttora numerosi incidenti che avvengono in mare, anche se il loro numero è in costante diminuzione.
La sicurezza marittima non è stata difatti sufficientemente rafforzata nel corso degli ultimi anni e non sono state tratte tutte le lezioni dagli incidenti precedenti. A volte si sono sottovalutate le condizioni atmosferiche, come nel caso della nave El Faro, affondata ai primi di ottobre ad est delle Bahamas, con la perdita di 28 marinai americani e 5 polacchi, che era partita da Jacksonville, Florida, nonostante l’arrivo del ciclone Joaquim, con venti previsti a 170mph (vedi box)
Ora le nuove norme obbligano la costruzione di navi più sicure, ma fino a che vecchie carrette continueranno a circolare nei mari, con un’aspettativa di vita di oltre 30 anni, guidate spesso da equipaggi raffazzonati e con bandiere di comodo, il disastro è dietro l’angolo.
Le ultime navi, soprattutto le container, che sono in maggioranza, sono meno impattanti sull’ambiente e il carburante che utilizzano ha meno contenuto di zolfo.
Alla diminuzione dell’inquinamento avevano anche contribuito le alte quotazioni dei carburanti (circa il 50% del totale dei costi), che avevano spinto alla pratica dello Slow-Steaming: una velocità ridotta a 15 nodi, corrispondente a un -10% su quella tenuta abitualmente, permette di limitare del 25% la potenza dei motori, risparmiando il 20% del carburante.
Il drastico taglio della bolletta energetica degli ultimi tempi ha reso invece possibile il contrario e la prima a rompere questa situazione, in questo caso sulla costa pacifica, dove si concentra il maggior traffico, è stata la Matson’s China Long Beach Express Service, seguita da altre.
Il suo slogan: “Efficiency at Matson is measured in hours, not days”, parla da solo.
Per fortuna, al fine di contrastare l’inquinamento alcuni porti, come quello di Long Beach, nell’area metropolitana di Los Angeles, si sono impegnati in un programma, molto serio e costoso, di sua riduzione, anche attraverso maggiore efficienza, utilizzo della ferrovia per la distribuzione, (oltre il 75% delle merci è messo sui treni, con 60 convogli alla settimana).
Le statistiche che lo riguardano sono a dir poco impressionanti, (vedi box a parte) e per raggiungere il risultato sono stati stanziati $ 4 mld, che si uniscono a quelli dei partner ad ogni livello, di cui $1,31 mld per migliorare i collegamenti ferroviari e le ultime tecnologie della movimentazione. Tutto questo ha portato, rispetto al 2005, alle seguenti diminuzioni: effetto serra -21%, emissioni particolato diesel -85%, ossido di zolfo -97%, ossido di nitrogeno -50%. Sono stati inoltre donati milioni di $ per sistemi di filtrazione dell’aria per le scuole, programmi di educazione e salute per famiglie e anziani e progetti per la riduzione di gas da effetto serra e i risultati si vedono.
Non meraviglia quindi che il rispetto e l’orgoglio per i risultati ottenuti abbiano portato a un concorso e mostra fotografica, inaugurata il 4 ottobre e che si terrà fino al 3 gennaio 2016, presso il Museo dell’Arte Latina Americana di Long Beach, a cui hanno partecipato quasi 80 tra professionisti e dilettanti che abitano nell’area metropolitana.
E’ il secondo porto d’importanza degli Stati Uniti, dopo Los Angeles, e il 21° al mondo, con 6,8 mln di Container Teus* movimentati, per 65 mln di metri cubi di merci, dà lavoro diretto a 30.000 persone a Long Beach, 316.000 nel Sud California, e 1,4 milioni negli Usa (per fare un paragone, Gioia Tauro è al 44° e Genova al 70°).
Il suo impatto economico è enorme: $ 47 mld in valore; $ 17,1 mld in imposte locali, statali e federali; $ 5 mld annuali di imposte doganali; $ 14,5 mld in stipendi. Con una profondità di 23 mt, ha potuto accogliere, solo nel 2014, oltre 2000 navi sempre più grandi, capaci d’imbarcare un numero sempre maggiore di container, fino a 18.000. I sei terminal per container possono accogliere navi con un pescaggio di 15 mt, solo il traffico legato alla compagnia italo-svizzera MSC, rappresenta oltre 1.100.000 container.
Il MOLAA, Museum Of Latin American Art, fondato nel 1996, è il solo museo americano dedicato esclusivamente all’arte contemporanea Latino Americana. Negli ultimi quindici anni vi sono state due esposizioni ogni anno, dedicate a personaggi di rilevanza mondiale, tra cui Diego Rivera, Frieda Kahlo (prima donna latino americana ritratta su un francobollo degli Stati Uniti nel 2001) e Fernando Botero.
E’ visitato da una media di oltre 4000 persone al mese, tranne per la mostra dedicata a Frieda Kahlo, che ha portato a raddoppiare il numero delle presenze. Oltre a questi eventi di grande importanza, sono presentati nella Project Room altri lavori di artisti Latino Americani che non hanno ancora trovato la giusta visibilità negli Stati Uniti e che nel MOLAA trovano meritata collocazione. L’edificio, su cui sorge è stato costruito alla fine degli anni ’20, dove una volta vi era il più importante centro di produzione di film muti al mondo.
Restaurato con grande cura, valorizza pienamente gli alti soffitti a volta e i meravigliosi pavimenti di legno. La sua superficie negli ultimi anni è stata ampliata, aggiungendo un giardino per le sculture e ampliando la collezione permanente con opere di Tamayo, Matta, Cruz-Diez, Los Carpinteros e Tunga.
Norman Harris di Los Angeles ha vinto il primo premio per “Dock”, foto notturna di una nave container attraccata con sullo sfondo il ponte Commodore Schuyler F. Heim.
Al secondo posto Denise Dube di Long Beach con la foto in bianco e nero “Tug Club,” che mostra tre rimorchiatori in attesa di incarichi.
Laurie Mortara di Huntington Beach ha preso il terzo posto con “Last Flight of the Night” che cattura l’ombra di due gabbiani contro il fianco di una nave in porto.
Dell’importanza del trasporto marittimo via nave ci si ricorda solo per condannare l’inquinamento che genera, in ogni caso molto inferiore a quello aereo e su gomma, e quando avvengono tragedie.
Proprio ad ottobre 2015, l’affondamento della El Faro con tutto il suo equipaggio, ha generato molta commozione, soprattutto negli Usa e il Presidente Barak Obama così l’ha commentata: lasciamo alle sue parole, commentare e ricordare il loro sacrificio.
The captain and crew of the El Faro were Americans and Poles, men and women, experienced mariners and young seamen. They were beloved sons and daughters and loving husbands and fathers. They were dedicated engineers, technicians and a cook. And these 33 sailors were united by a bond that has linked our merchant mariners for more than two centuries–a love of the sea. As their ship battled the storm, they were no doubt working as they lived– together, as one crew. This tragedy also reminds us that most of the goods and products we rely on every day still move by sea. As Americans, our economic prosperity and quality of life depend upon men and women who serve aboard ships like theEl Faro.
I thank everyone across our government and in the private sector who worked so tirelessly, on the sea and in the air, day after day, in the massive search for survivors. The investigation now underway will have the full support of the U.S. government, because the grieving families of the El Faro deserve answers and because we have to do everything in our power to ensure the safety of our people, including those who work at sea. Today, 28 American families–from Florida to Maine–and five Polish families are heartbroken. May they be comforted, in some small way, in knowing that they have the love and support of their neighbors, the merchant mariner community and the American people. May God bless the men and women of the El Faro. May He comfort their families. And may He watch over and protect all those who serve at sea on behalf of us all.
Al link di seguito indicato si possono vedere le foto del ritrovamento del relitto ed il relativo video http://gcaptain.com/2016/01/04/ntsb-releases-el-faro-wreckage-photos-and-video/#.VpjIXPnhDIV
Articolo pubblicato sul n° 91 di Arte Navale e qui riprodotto per g.c. dell’autore Tealdo Tealdi
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