Profondo rosso.. la nautica da diporto 2014
EDITORIALE
Come ogni fine d’anno nei vari settori produttivi è tempo di bilanci ed anche se gli imprenditori di aziende piccole o grandi che siano hanno già fatto il punto della situazione, nella “nautica da diporto” i numeri a due cifre sono in rosso e preceduti dal segno meno.
Cosa si è verificato è superfluo dirlo poiché la situazione economica di questo paese e di altri dell’aera UE evince un disastro economico e sociale, nonostante i politici sminuiscono il flop di tutta l’eurozona, i risultati che sono sotto agli occhi di tutti li smentiscono clamorosamente.
Nel dettaglio, per la “Nautica da diporto” la stagione appena trascorsa ha visto in navigazione un numero ridotto di unità rispetto a quello degli scorsi anni. Inoltre, nei fine settimana solitamente più affollati negli anni passati, un numero di imbarcazioni in navigazione lungo le coste della Campania, regione in cui risiedo, ridottissimo. Il dato della regione Campania è preso come esempio. Tuttavia, sembra che in altre regioni del nostro paese la situazione è stata più o meno simile. In poche parole, agli ormeggi nei porti sono rimaste tante unità ed il motivo: il costo dei carburanti eccessivo e le poche risorse economiche che hanno bloccato la navigazione di tante unità, che pure erano regolarmente presenti agli ormeggi in tanti porti e porticcioli italiani.
Ho posto una domanda ad un certo numero di diportisti: scusate, ma se non avevate le risorse economiche per mettere la vostra barca a mare ed usarla, perché l’avete varata lo stesso? La risposta è stata un po’ una sorpresa, poiché alcuni armatori riferiscono che hanno scelto una opzione proposta da più titolari di cantieri di rimessaggio che hanno offerto un pacchetto di servizi così articolato:
- Rimessaggio unità in cantiere
- Trasporto e varo
- Costo ormeggio per quattro mesi (giugno-settembre) nei porti collegati a questa offerta
- Trasporto in cantiere per la sosta invernale
- Rimessaggio di fine stagione per la pausa invernale
Sembra che questa iniziativa di più imprenditori del settore abbia consentito una riduzione dei costi e gli armatori si sono trovati ad avere le loro unità all’ormeggio, ma per i motivi detti hanno ridotto le uscite in mare a poche volte e per brevi navigazioni. Insomma, la crisi morde ed “annulla” queste interessanti iniziative degli imprenditori del comparto nautico. Tuttavia, in questa situazione economica difficile la nautica da diporto, essendo un bene voluttuario, è quella che soccombe per prima!
Quello che più preoccupa è che non si vede la luce che indicherebbe la fine del tunnel….
Non se la passa meglio il mercato delle barche: quello delle nuove è inesistente, visto anche le “devastazioni tributarie kamikaze” introdotte da un improvvido ed incompetente primo ministro, non eletto dal popolo ed ex commissario della UE, che hanno terrorizzato imprenditori del settore e diportisti nautici, con il risultato che la piccola nautica, cioè quella che fa i numeri e porta profitti, si è immobilizzata relegata su percentuali negative. Invece, la grossa nautica da diporto è letteralmente fuggita verso la Francia, Corsica, Croazia, Grecia ecc… arrecando danni incalcolabili alle imprese del settore che, in mancanza di commesse hanno chiuso i battenti. Le imprese che “eroicamente” sono rimaste attive, hanno ridotto notevolmente il personale, poiché per i tanti adempimenti obbligatori e balzelli pretesi dallo stato sarebbero stati costretti a consegnare i libri contabili delle proprie aziende in Tribunale ecc…
Purtroppo, le imprese costrette ad emigrare in altri paesi hanno creato un vuoto di posti di lavoro grave e spesso molte ex maestranze del settore, ormai ultra cinquantenni, non solo hanno perso il posto di lavoro, ma anche la possibilità di andare in pensione.. Difficile se non impossibile sarà la loro ricollocazione nel mondo del lavoro… e lascio a chi legge le dovute conclusioni.
Purtroppo, i danni arrecati da una politica “idiota” e volta solo a spremere tutti i facenti parte del settore, dal diportista a tutti gli addetti ai lavori non si è limitata solo a quanto appena descritto, ma nel mercato dell’usato c’è immobilismo con un’offerta di imbarcazioni senza precedenti nella storia della nautica, dal boom degli anni sessanta ad oggi, spesso a prezzi ridottissimi o irrisori.
Molti cantieri di rimessaggio nautico sono in difficoltà economiche perché un certo numero di proprietari delle barche in essi presenti ed a loro volta in difficoltà non pagano la sosta, non mettono le barche in mare, non fanno eseguire più le manutenzioni e quindi anche il comparto indotto come i negozi che vendono ricambi e quant’altro occorrente per la manutenzione, le aziende produttrici ecc.. subiscono contrazioni nella vendite preoccupanti.
Addirittura, nel mercato delle barche usate mi arrivano spesso offerte di armatori che cedono le loro barche se immatricolate, al solo costo del passaggio di proprietà e se natanti le regalano a costo zero, pur di liberarsi di quello che un tempo era una gioia e che oggi si è trasformato in un incubo dai costi ormai divenuti insostenibili per molti appassionati diportisti…
Come uscire da tutto questo disastro è veramente molto difficile capirlo, ma una cosa è chiara: se l’economia non si riprende presto e bene, il comparto nautico dovrà aspettare un numero imprecisato di anni prima di ritornare ai numeri positivi del passato.
Fa male vedere che nel comparto della nautica italiana tante figure tecnico-professionali rimaste senza lavoro e nasce spontanea una domanda: in tutto questo tempo cosa faranno? Dove andranno a lavorare? E’ triste affermarlo, ma per i più grandi di età tutto questo è sinonimo inesorabile della fine della loro attività lavorativa. Un vero peccato che queste professionalità si perdano nel nulla ed aprono una profonda ferita per tutto il comparto produttivo della nautica. Questi sono danni incalcolabili che i nostri politici, senza scrupoli, lungimiranza e cervello, hanno arrecato agli addetti ai lavori di tutto il comparto della nautica, creando deserto e disoccupazione e pensando solo ad acchiappare tasse indiscriminatamente. Assolutamente insufficienti i provvedimenti introdotti con il “Decreto liberalizzazioni” del 12/11/2014 e mirati solo all’acchiappare altre imposte da imporre al comparto della nautica – navi da diporto. Ridicola la creazione di nuovi porti con nuovi posti barca ed assolutamente nulla è stato previsto per rilanciare l’economia del settore, per gli imprenditori ed operatori del settore nautico, le maestranze e per gli stessi appassionati diportisti.
G.V.
Qualcuno una volta disse che si doveva fare l’Italia o si moriva… invece adesso siamo arrivati a questo punto:
O si rifà l’Italia o saranno guai serissimi per tutti noi!!
Ultimamente ho visto alcuni documentari sulla II Guerra Mondiale e se i nostri nonni e genitori sono stati capaci di rinascere dalla ceneri (testuale), dovremmo essere capaci di cambiare, perché siamo veramente all’ultima spiaggia!!
Gentile Luca,
La ringraziamo per averci contattato e sostanzialmente la difficoltà del comparto nautico nella nostra regione e nel paese esiste ed ha varie sfaccettature, mettiamola così.
Occorre che ci siano persone giuste al posto giusto e capaci di prendere decisioni valide per rilanciare il comparto della nautica e del turismo, visto l’immenso patrimonio artistico, culturale e delle tantissime bellezze naturali di cui il nostro paese è ricco.
Saranno il numero di occupati giovani, meno giovani e di tutte le età, insieme ai profitti a dire dei passi avanti raggiunti e non le chiacchiere di questo o quel politico. Occorre un cambiamento serio e senza precedenti di tutto lo stato italiano, cosa difficilissima ma possibile, basta solo volerlo poiché altre chance non ne abbiamo!
Cordiali saluti.
D’accordissimo su tutto l’articolo tranne sul numero di imbarcazioni presenti in acqua quest’anno.
In Campania, nella provincia di Napoli, erano molto più numerose rispetto agli anni scorsi, mentre i posti all’ormeggio erano quasi introvabili, così come quelli in rada la domenica.
Saluti
Luca
Caro Roberto,
ti ringrazio per quanto dici e la condivisione del mio pensiero.. aggiungo solo, tanto per capirci, che il 60 per cento degli elettori aventi diritto, alle ultime regionali ecc. di Emilia Romagna e Calabria si è astenuto e dice tutto.. ma la politica ignora, continuando imperterrita nel suo disegno di “irresponsabile cinismo”.
Presto si troveranno a fare i conti conti con troppi italiani inferociti ai quali negli ultimi trent’anni hanno tolto tutto il risultato di una vita di sacrifi, inclusa l’inviolabile dignità e non oso pensare come andrà a finire..
Un caro saluto,
Giacomo Vitale
Caro Giacomo,
ho apprezzato moltissimo la tua impietosa ma realistica fotografia della nautica italiana da diporto e condivido il tuo pensiero al 1000%.
Purtroppo, ci troviamo in una situazione creata da chi ci ha governato sinora e che sembra vivere su Marte o su Apollo, tanto è distante dai problemi e dalle realtà italiane giornaliere. Basta guardare un qualunque telegiornale che intervista un politico: le risposte sono sempre le solite parole vuote, ma dette con un sorrisetto che vuole dire:”ma a me che mi frega, sono problemi degli altri”.
Purtroppo questi politici, incompetenti su tutto, ma molto attenti ai propri interessi, hanno distrutto la Nazione Italia, hanno bruciato due o tre generazioni di ragazzi e non solo ed il triste è che continuano imperterriti a portarci verso un baratro dal quale sarà molto difficile se non impossibile uscire.
“Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di virtude ma bordello”.
Quanto è stato profetico il Sommo Poeta!
Scusa lo sfogo.
Roberto
Caro Tealdo,
ti ringrazio per il tuo supporto morale, ma consentimi di dirti che gli operatori del settore devono dire la verità, costi quel che costi!!
Ci sono altre testate del settore che ignorano tutto questo e sembrano che facciano parte del “giro” dei politici i quali parlano per fatti loro, decidendo, legiferando ecc. rimanendo lontanissimi anni luce dalle necessità degli appassionati diportisti alle prese con un fisco “schizofrenico e dannoso” e governi di incompetenti che arrecano solo gravi danni a tutto il comparto della nautica.
Quanto descritto nel mio articolo lo dimostra chiaramente e senza ombra di dubbio!!
Hai drammaticamente ragione, ma il tuo e mio pensiero serve solo a noi ed è un esercizio di competenza, professionalità e dolore che rimane fra gli operatori del settore, ma non oltrepassa i confini.