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Aspronadi, l’inutile

01/09/2010/4 Commenti/in Antonio Soccol, Antonio Soccol - Articoli/da Antonio Soccol

di  Antonio Soccol

“Strano ma vero”, la veridicità di questo titolo di rubrica de “La Settimana Enigmistica”, il più bel settimanale che da quasi ottanta anni si stampa in Italia, emerge in tutta la sua violenza se andiamo a valutare quanto ha fatto in un quasi un anno l’illegale nuovo vertice di  Aspronadi eletto da una illegale Assemblea l’11 dicembre del 2009.

Come si sa è uso politico giornalistico dare 100 giorni di tempo a chi ha conquistato il potere per dimostrare le sue capacità a tener fede agli impegni elettorali assunti. Nel nostro caso abbiamo a disposizione più di tre volte tanto tempo da analizzare e siamo quindi in grado di giudicare con dovizia di particolari.

Ricordate le famose tre “i” (internet, inglese e impresa) del progetto governativo di Berlusconi? Bene, l’illegale vertice di Aspronadi lo ha ampliato a tutte le oltre dodicimila parole italiane che, secondo l’ultima edizione del  Vocabolario della Lingua Italiana  Zingarelli, iniziano con la “i” da iacéa a izzare passando per impunità, immunità, incapacità eccetera.

Potrei facilmente dimostrarvi che ci sono riusciti ma ho pietà di voi e mi limiterò a spiegarvi come abbiano raggiunto il massimo risultato con la parola “inutilità”.

Con la riforma Tremonti per gestire la crisi economica generale alcuni giornali riportarono la notizia che era previsto il taglio della Insean, cioè di quel gioiello (che tutto il mondo ci invidia) della Vasca Navale di Roma.

Dettaglio non trascurabile: in una delle sue illegali riunioni di Consiglio Direttivo, proprio Aspronadi aveva incaricato il direttore di Insean ai rapporti ufficiali fra l’Associazione e il mondo della ricerca: il tutto ad insaputa dell’interessato che peraltro aveva da mesi dato recesso alla Associazione…

Bene. E che ti fa a questo punto Aspronadi e i due Giovanni che figurano Presidente e Vice Presidente? Si scatenano? Telefonano, novelli Carlo Martello di ritorno dalla battaglia di Poitiers (ricordate la stupenda canzone di Fabrizio de André?), al Ministero della Economia e dicono a Tremonti “ Ohè, Giulietto dei miracoli, tu di sicuro sei il miglior ministro dell’economia di questo paese sin dai tempi di Romolo e Remolo, ma stavolta hai sbagliato a far di conto.

Guarda che se tu tagli Insean non recuperi un ghello (essendo i dipendenti statali ti tocca riciclarli ad altri incarichi e a parità di stipendio) mentre butti via un gioiello di ricerca quasi unico al mondo”? Oppure chiamano il ministro della Difesa e gli dicono: “Ignazio bello Mefisto (definizione chiara ai lettori di Tex Willer), ma tu lo sai che le guerre si vincono anche con la Marina? E tu lasci che ci castrino il luogo dove si possono studiare nuovi tipi di navi?” O, infine, i signori di Aspronadi fanno opera di diffusione della notizia, informando la stampa e creando quelle catene di mail tanto importanti per la circolazione di certe notizie?

No. All’Aspronadi non fanno nulla di nulla: l’Associazione dei progettisti  italiani nautica da diporto non ha bisogno di una delle migliori vasche navali del mondo. Al contrario c’è chi si dà da fare. Per esempio io ho fatto arrivare la notizia ad alcuni direttori di riviste specializzate che hanno dedicato poi ampi spazi (addidirittura con raccolta di firme per i lettori) e a Ammiragli e Contro Ammiragli della Marina e, fra  i molti, uno di loro mi ha risposto “Non sapevo. Non  ho parole”. (Articolo dedicato a INSEAN su AltoMareBlu)

Si è creato così un clima di politic suasion che ha aiutato a trovare una soluzione razionale: Insean non sarà segata ma confluirà al CNR (Centro Nazionale Ricerche) senza alcun taglio nel suo personale altamente specializzato. La controprova del valore di queste iniziative è condensata nella lettera del 29 luglio 2010, che l’Ammiraglio Giano Pisi, Presidente di Insean, ha scritto sia a me personalmente che alla direzione di Altomareblu, per ringraziarci in modo ufficiale di quello che definisce esser stato  il nostro  “ruolo fondamentale”  dato nell’aiuto alla causa.

Dunque si poteva fare qualcosa. Ma i “2G” (Giovanni Ceccarelli, presidente e Giovanni Grasso vice presidente) che comandano oggi quella Associazione non hanno fatto nulla. A Napoli direbbero “A pucchiacchiera in mano a criature” (la vagina in mano ai bambini).

Certo non è per loro facile agire avendo dato a Esaù Franco Gnessi il suo piatto di lenticchie in cambio dell’appoggio alla loro scalata al potere conferendogli la carica di Segretario Generale. Esaù  è personaggio affetto da chiari sintomi di glottologia: parla ma non si capisce cosa dice. Esaù è anche convinto di essere una sorta di guru del web dove invece combina casini indescrivibili al punto da prendere bacchettate sulle mani persino da Google. Esaù è anche uno che, con gli amici, definisce il suo presidente con queste parole:

Sembra avere quattro mani

e non si rende conto che ci offre l’immagine dell’anello mancante, un quadrumane che cammina eretto. Esaù infine si lamenta di aver trovato “una voragine” nei conti di Aspronadi. Ma come? Non c’era un bilancio ufficiale approvato durante la famigerata illegale assemblea elettiva dell’11 dicembre scorso? Era un bilancio tarocco o veritiero? Boh. Infine non si capisce come Esaù non abbia riflettuto sul vecchio adagio:

Chi semina vento raccoglie tempesta

Se, in campagna elettorale, si dichiara da parte dei candidati al vertice che non pagare la quota associativa annuale è cosa di nessun conto come si può pretendere che le casse sociali siano poi ricche e pingui? Se Berardo Cittadini, presidente uscente, nella sua foga di novello “pulzello di Bassano del Grappa” impegnato a salvare a tutti i costi Aspronadi da un commissariamento, dice che neppure lui pagava sempre regolarmente le quote sociali  perché dettaglio ininfluente, come sperare di trovare il tesoro di Ali Babà?

Esaù sul web pontifica di onori immaginari. Vedi caso la premiazione del concorso giornalistico/letterario dedicato a Carlo Marincovich, con me fondatore dell’Associazione. In quella occasione Aspronadi chiese d’esser rappresentato dalla sua socia (facente parte del Consiglio Direttivo dell’associazione) Maela Lenci. La quale venne e rimase colpita dal successo della manifestazione.

Ma come mai quando ci sono di mezzo Antonio e Elena (Lenzi) tutto funziona a meraviglia?

andava in giro a chiedere quell’anima ingenua. Lavoro, lavoro e lavoro, mia dolce Maela: questa è la ricetta segreta. E un po’ di cultura. Ricordi quando io proposi di cambiare il nome di Aspronadi in Aspronami che sarebbe stato acronimo di Associazione Progettisti Naviglio Minore? Tu mi chiedesti:

Ma cos’è il ‘naviglio minore’?

Oltre a quello che dicono le due parole, quella espressione è anche titolo del fondamentale libro di Mario Capozza pubblicato da Briano editore nel 1960. Questo volume porta come sottotitolo “Costruzione di piccole e medie imbarcazioni a remi, a vela e motore”. Si tratta di un’opera sulla quale tutti noi “pionieri” abbiamo studiato e sognato.

E che ti fa la dolce Maela, dopo la premiazione de Premio Marincovich? Torna a casa e scrive una relazione in merito per il suo Consiglio Direttivo e per tutti i soci? NO. Non fa nulla. Così qualcuno mi scrive e mi chiede se può prendere le info da Altomareblu. Rispondo che può prendere quello che vuole: da quando in qua una notizia pubblicata è riservata? Ma ci vuole quella professionalità che esclude il plagio e il furto: prendo le informazioni necessarie e faccio un testo mio. No: più comodo il copia e incolla.

E patapumfete, su segnalazione fatta a Google dalla ditta proprietaria del Weblog AltoMareBlu del feroce ed indiscriminato copia e incolla, violando la legge sull’editoria, proprietà intellettuale, riproduzione d’immagini non autorizzata, il copyright internazionale, arriva il verdetto di un giudice assolutamente agnostico come Google: “Non si può, proibito” e i risultati nell’indice cancellati per evitare rivalse nei confronti di Google ma non di As.Pro.Na.Di.

Aspronadi-gnessi-ceccarelli

Ma se volete davvero stupirvi andate al sito di questa associazione e cliccate alla voce Lo Statuto. Vi apparirà un cartello con la scritta “work in progress”: dopo 37 (diconsi trentasette) anni dalla sua costituzione! Inimmaginabile persino come barzelletta del secolo.

Altro: il vecchio vertice di Aspronadi aveva lasciato in eredità una pepita d’oro puro: il famoso concorso per UBPT (una barca per tutti), un’idea che poteva esser utilissima alla nautica per alleggerirsi dei problemi dovuti alla crisi. E l’illegale attuale vertice, dopo aver così scandalosamente scalato il potere, gestisce questa stupenda eredità?

No. Ancor oggi c’è gente che mi scrive furibonda:

Mi stanno prendendo in giro, mi danno numeri di telefono che poi risultano essere fax, nessuno risponde alle mail, nessuno sa niente! C’è ancora il concorso o no?

E che ne so io che ho dato recesso un anno fa!

Insomma, siamo alla inutilità più totale. Avessero i 2G, Esaù e gli altri componenti il vertice un minimo di dignità si potrebbe sperare in un commissariamento e conseguente scioglimento dell’Associazione. Ma  è inutile sperarlo mentre, con strategia soft, continua l’uscita e il distacco dalla Associazione  dei nomi che contano… Semplicemente non pagano la quota associativa e si ritengono fuori. Potrei fare il nome di alcuni di loro ma per motivi di privacy lo evito mentre registro le parole con cui Luciano Rapetti (proboviro sino allo scorso anno) inizia la sua ufficiale lettera di recesso:

Mi sembra un paradosso dover comunicare di non voler più far parte di una associazione che per me non esiste più, ma così é, perché, malgrado il tempo trascorso, con tutta la buona volontà, non sono ancora riuscito a digerire il grottesco e maldestro “colpo di stato” che é stato messo in atto senza alcun rispetto delle regole della schiettezza e della democrazia. Approfitto anche dell’occasione per ribadire che, nelle vesti di proboviro del passato consiglio, mi dissocio completamente da come sono stati gestiti gli eventi dopo la inqualificabile assemblea di Genova.

Come nella canzone citata di Fabbrizio de André: “è mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane”? Oppure ? Non sarebbe più opportuno una semplice ammissione tipo: “Non siamo all’altezza della situazione, molliamo il colpo.”

Figurarsi, aspettarselo dagli inutili è come conceder loro capacità inimmaginabili.

Peccato: è molto triste dover scrivere tutto questo come epitaffio di una gloriosa associazione con oltre trenta anni di vita e soprattutto dopo averla ideata, inventata e creata e anche rilanciata in orbita. Amen ma almeno cerchiamo di modificarne l’immagine che invece ora, sempre più, ricorda la definizione di stupidità data da Carlo Cipolla nel suo “Allegro ma non troppo” che recita testualmente:

Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.

Se vale per il singolo vale anche per un vertice di persone.

Insomma e tornando agli inizi, “Strano ma vero”, no? Rimane che, come diceva Cesare Pavese in “Lo standazzu”  (Lavorare stanca):

Non c’è cosa più amara dell’alba di un giorno in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara che l’inutilità.

Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali

Tags: As.Pro.Na.Di., Giovanni Ceccarelli
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4 commenti
  1. admin
    admin dice:
    05/09/2010 in 04:19

    No, scusate Antonio e Francesco ma non sono d’accordo.

    Ho argomentato e documentato quello che questi signori dicono e fanno e vi invito a leggere: Copiare e incollare, violare, millantare: As.Pro.Na.Di.

    Alla luce di quello che non può essere contraddetto e da prove che non lasciano alcun dubbio sul loro modo di pensare e di agire, la legge è uguale per tutti come ho ricordato a Gnessi direttamente a telefono e dunque, non c’è ombra di dubbio che ogni singolo nodo prima o poi arriverà al pettine e chi si vanta, spavaldo e in modo incomprensibile, pavoneggiando di essere e di fare (con lavoro altrui) con arroganza e superbia di essere professionisti e professionali… Con quei fatti, chi sbaglia paga e i cocci (…cocci per non scadere linguisticamente) sono i suoi.

    Il comunicato è una vera opera d’arte, è evidente che l’ita(g)liano non è cosa di tutti per non parlare dell’impaginazione; è un documento? Protocollo? Data? No… è vero, ho sbagliato io, si tratta di un “Comunicato Stampa”; cheeee? Quello è un cosa? Ma per piacere, un minimo di rispetto per i copywriter, i giornalisti, gli addetti degli uffici stampa, ai cestini, alle matite di una qualsiasi cosa che possa far nascere un vero “comunicato stampa”.

    Magari, sarebbe corretto chiamarlo: “circolare ai soci” perché la diffusione di quel “coso”, non mi sembra abbia avuto questo “eco” ne sulla stampa specializzata e meno ancora nel web; me ne sarei accorto non credete? Passiamo oltre, guardiamo il contenuto di di questo significativo “documento”:

    1) Responsabile con i Media? Nulla contro la persona (non me ne voglia ma io non mai scritto da nessuna parte di essere un designer nautico) ma i dati che ho trovato sono molto chiari ed evidenti; chiunque (e non occorre aggiornarli ora tanto… li ho archiviati tutti) può divertirsi a fare delle ricerche con un qualsiasi motore di ricerca e con quel nome e cognome, si fanno delle scoperte esilaranti: il sito parla della ditta, della sua nascita nel 91 ma della persona in questione, solo una fotografia… Lasciamo perdere il sito “professionale” e guardiamo LinkedIn che è un social network riservato ai professionisti e anche li, scoperta: iscritta ma con “1 solo” collegamento ad un’altra persona!! Forse andrà meglio su FaceBook, magari tra i contatti sicuramente dei miei colleghi addetti PR e PR online… che lo dico a fare, (FaceBook – libro delle facce) nemmeno la sua foto ma un bel mazzo di fiori e 54 connessioni (giustissime e insindacabili è un account personale) di amici, suoi conoscenti e parenti.

    In piena era digitale, la reputation online delle PR, del SEO, dell’azienda di PR è tutto ma in ASPRONADI, non ne hanno bisogno, saranno sfuggiti a me le agenzie ANSA che li riguardavano; prometto che starò più attento…

    2) Cerco in interent i “Comunicati stampa ASPRONADI” e… sorpresa, il primo risultato utile (salvato anche quello perché è fantastico e a disposizione per chi me lo richiede) è un comunicato stampa SEATEC (inutile nasconderlo, è un comunicato stampa con i controffiocchi e il perché è facile: si vede da come è scritto, impaginato ed è in italiano…) dove, evidenziato in giallo, la notizia che la cerimonia di assegnazione della prima edizione del Premio Marincovich avverrà nel corso del SEATEC a cura di Decio G.R. Carugati. Fin qui ci può stare ma il bello… il bello è nell’ultimo “coso” di ASPRONADI dove si legge:

    E’ stato assegnato a Roma in primavera il Premio letterario Carlo Marincovich, un’importante iniziativa culturale che fu ideata congiuntamente con AS.PRO.NA.DI.in ricordo di una delle più autorevoli firme letterarie nel settore del giornalismo nella nautica da diporto e non solo.

    Ma non doveva essere a Carrara in occasione del SEATEC? Come mai quel comunicato non è stato cancellato dal sito ASPRONADI o rettificato da SEATEC? Questa è comunicazione con i MEDIA? UCINA cosa dice di questa eccezionale comunicazione e divulgazione di “cultura nautica” attraverso ASPRONADI e i network media???

    E’ giusto ricordare che tu Antonio, eri li a Roma in occasione della prima consegna del Premio Marincovich, Francesco… tu (ho mie foto che lo provano) eri li, c’ero io (facevo le foto assieme a Tito), tantissime autorevoli persone erano presenti ma… qui viene il bello, nel comunicato ASPRONADI tanto si enfatizza l’importanza del Premio (di altissimo livello e “stellare” l’organizzazione come le opere e gli autori selezionati ma non per merito ASPRONADI; ho i numeri per poterlo dimostrare già solo di diffusione della notizia in internet) ma ne il Ceccarelli Giovanni che Gnessi Franco si sono visti a Roma in quella occasione.

    C’era l’addetta ai Media che è stata così tanto attiva a fare Public Relation (silenzio assoluto) e a parlare con i giornalisti che tutti si sono accorti o hanno saputo che ASPRONADI era in qualche modo rappresentata; nessuno se ne è accorto e chissà perché, paura di polemiche? Affrontare chi contesta anche alla luce di FATTI come quelli sopra elencati?

    Citando Aldous Leonard Huxley:

    Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna.

    50 anni di ASPRONADI e di storia legate al design nella nautica in Italia e all’estero…

    Bravi, complimenti!

    Alessandro Vitale

  2. Antonio Soccol
    Antonio Soccol dice:
    04/09/2010 in 17:20

    Caro Francesco,

    grazie per il tuo preciso commento. Pochi avrebbero potuto disegnare meglio la vera realtà di come hai fatto tu. Purtroppo, come vedi dal Comunicato del Presidente, siamo da un lato all’illegalità più conclamata:

    Abbiamo ritenuto inevitabile apportare una revisione dello Statuto dell’Associazione, per renderlo attuale con le richieste di legge ed esigenze operative che sono state cambiate negli anni.

    E da un altro alla comicità più grottesca:

    AS.PRO.NA.DI è attenta ai giovani che sono il patrimonio e la continuità per il futuro.

    Questi davvero non sanno quello che dicono.
    Antonio Soccol

  3. admin
    admin dice:
    04/09/2010 in 13:08

    A definitiva illustrazione dell’inutilità di Aspronadi ecco l’ultimo sconclusionato comunicato ufficiale rilasciato dal suo Presidente Giovanni Ceccarelli.

    Povero “ita(g)liano”…

  4. Francesco Fiorentino
    Francesco Fiorentino dice:
    03/09/2010 in 17:50

    Caro Antonio anche questa volta sei stato pungente, preciso e corretto, come al solito.

    L’unico commento che, da quando ho assistito all’ignobile assemblea di Genova 2009, mi sento di dare a questa situazione è il seguente:

    1) Un grazie ai nuovi vertici di Aspronadi da parte di tutti i giovani progettisti italiani per aver fatto miseramente naufragare l’unico baluardo che la categoria dei progettisti nautici ha avuto per tanto tempo e che è sempre stato un punto di riferimento per chi avesse voluto intraprendere questa splendida ma difficile professione.

    2) Grazie per aver lasciato che una tale realtà nata dalla volontà e dalla mente di persone Vere sia diventata un nostalgico ricordo in un periodo in cui una crisi economica sta mietendo vittime specie tra le nuove generazioni lasciate al loro destino piuttosto che essere inglobate nel mercato per un ricambio generazionale quantomai difficile.

    3) Grazie per aver trasformato un’associazione di professionisti nell’ennesimo partito politico in cui ognuno pensa solo ed esclusivamente a coltivare il proprio orticello con l’unico scopo di farlo sembrare più verde di quello del vicino ed attirare a se in questo modo gli sguardi dei “passanti”.

    Francesco Fiorentino

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