27 giugno 2014 – Giovanni Ajmone Cat
Il 27 giugno 2014, presso Villa Sarsina, centro della vita culturale di Anzio, si è svolta la conferenza commemorativa per il 45° anniversario della partenza da Anzio del primo viaggio in Antartide compiuto dal C.te Giovanni Ajmone Cat con la sua imbarcazione.
Il San Giuseppe Due, fu il primo italiano che con la sua imbarcazione, partì dall’Italia raggiunse l’Antartide vi pose la bandiera nazionale e rientrò in patria, quindi, ripeté il viaggio nel 1973, rientrando poi ad Anzio il 27 giugno 1974.
Promotore della manifestazione è stato Andrea Cafà, affascinato dalle imprese del San Giuseppe Due e del suo C.te Giovanni Ajmone Cat, ha voluto riproporre all’attenzione della comunità anziate quegli eventi trascorsi e forse, per troppo tempo dimenticati e mantenuti nell’abbandono.
Durante la celebrazione sono intervenuti i seguenti oratori:
A. Cafà, moderatore dell’evento, ha esordito con una breve illustrazione del compianto Giovanni Ajmone Cat e delle sue avventure polari compiute con la sua creatura: il M/V San Giuseppe Due, nonché sull’importanza e sul lustro che a suo tempo, per questi eventi, beneficiò la cittadina di Anzio.
Sabina de Luca ha quindi provveduto a leggere la lettera indirizzata ad A. Cafà da parte di Rita Ajmone Cat, sorella di Giovanni che, innanzitutto, lo ringraziava calorosamente per aver proposto e voluto questa commemorazione, quindi proseguiva con una breve descrizione sia del fratello Giovanni che della sua imbarcazione San Giuseppe Due e come le sue avventure antartiche iniziarono il 27 giugno 1969 partendo proprio dal porto di Anzio.
T.V. (CP) Luigi Vincenti, Comandante del Porto di Anzio, porta la sua testimonianza che, pur non avendo conosciuto il C.te Giovanni Ajmone Cat, era perfettamente a conoscenza delle sue avventure antartiche.
Dott. Bruno Marsico, geologo dell’ENEA ed esperto antartico, rammenta la sua amicizia con Giovanni Ajmone Cat nonché le loro amabili conversazioni in cui ricordavano i loro periodi trascorsi in Antartide. Quindi spiega come è stato possibile per lui istruire una pratica affinché lo SCAR (Scientific Committee On Antarctic Research) denominasse un lago situato nell’isola periantartica di Deception alla memoria del Comandante Giovanni Ajmone Cat con il nome di: Ajmonecat Lake (GBR).
Arrigo Cecchini, Sindaco di Anzio nel 1969, rammenta molto bene il San Giuseppe Due ed il suo Comandante, confermando la sua presenza nel porto di Anzio sia alle partenze che agli arrivi di quella stupenda imbarcazione che è il San Giuseppe Due. Conclude il suo intervento augurandosi che il San Giuseppe Due possa terminare a breve i lavori di restauro tornando a navigare solcando con il suo incedere solenne, le acque antistanti la cittadina laziale.
R. Cafà, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Anzio, ha sottolineato come le iniziative tese a rinnovare rilevanti episodi storici riguardanti Anzio ed il suo territorio sono encomiabili, apprezzabili e degni di essere portati a conoscenza anche delle nuove generazioni, soprattutto se è ancora presente a testimoniarla uno dei soggetti direttamente interessati, in questo caso il San Giuseppe Due.
Quindi viene proiettato un filmato con spezzoni d’epoca ed immagini riguardanti la costruzione, il varo e fasi salienti dei due viaggi antartici effettuati dal C.te Giovanni Ajmone Cat con il suo San Giuseppe Due.
Al termine della proiezione A. Cafà cede il microfono a Mario Camilli testimone diretto in qualità di ex membro dell’equipaggio del secondo viaggio (1973-1974), nonché Capo dei militari imbarcati in quell’occasione, il quale rimembra sia il C.te Giovanni Ajmone Cat che il San Giuseppe Due narrando anche qualche aneddoto quindi, conclude il suo intervento con un pensiero rivolto ai due militari italiani ancora bloccati in India.
A. Cafà quindi, a nome di Nando Taurelli, Presidente dell’Associazione Voga Veneta Nettuno Anzio offerente delle targhe ricordo dell’evento commemorativo alla memoria del 45° Anniversario da donare agli equipaggi militari partecipanti ai due viaggi antartici del San Giuseppe Due.
Consegna una targa a Mario Camilli ed a Tito Mancini, unici presenti alla manifestazione quali membri dell’equipaggio del secondo viaggio.
Al termine della commemorazione, si ringraziano i presenti, la Marina Militare il C.te Maurizio Palmese, il 1° Maresciallo Carlo Camisa il Comandante del porto di Anzio Anzio T.V (CP) Luigi Vincenti, la sig. Rita Ajmone Cat ricordando il C.te Pilota dell’Alitalia Dario Trentin amico di Ajmone Cat e presente a bordo del San Giuseppe Due, in alcuni tratti antartici dei due viaggi.
I nocchieri della Marina Militare Italiana Salvatore di Mauro e Franco Zarattini membri del primo viaggio, la collaborazione del Presidente Nando Taurelli dell’Associazione Voga Veneta Nettuno Anzio, il Presidente Gervasi Agapito dell’Associazione Nazionale Marinai D’Italia Anzio.
Nettuno e la collaborazione degli sponsor sottolineando l’importanza dei valori storici e culturali da non dimenticare, nonché gli eventi che caratterizzano la città ed il territorio auspicando quindi, un rapido ritorno in mare del “San Giuseppe Due”.
Un ricordo particolare è indirizzato a Paolo Martino il pescatore di Anzio che accolse un giovane Giovanni Ajmone Cat di dodici anni sulle menaidi (gozzi a vela) istruendolo sulla vita dura ed affascinante del marinaio.
Carissimo Andrea,
ringrazio te per quello che dici, ma è assolutamente il minimissimo che posso fare per questi “veri uomini di mare” che hanno dato passione ed il meglio di loro stessi per portare a termine la “Prima Spedizione Antartide italiana” che sembrava essere impossibile da realizzare con una feluca di pochi metri.
Invece, l’esperienza del vero marinaio incallito, le sue intuizioni, un equipaggio giovane ed esperto fornito dalla marina Militare, l’amore che ha permesso a menti fini e mani esperte che hanno nelle loro dita l’esperienza ultracentenaria dei fratelli Palomba Girolamo e Giuseppe di Torre del Greco, ereditata dai loro discendenti, che hanno permesso quella grande impresa e sembra impossibile che oggi siamo qui, almeno parlo per me, ad urlare attraverso le pagine di AltoMareBlu, questa grande offesa fatta contro tutti questi uomini eccezionali che meritano tanto, ma tanto di più e lo stesso San Giuseppe che poi si è trasformato come una nostra creatura da proteggere e da riportare subito in mare.
Non è il momento di fare polemiche perché non servono, è invece giunto il momento che la Marina Militare faccia uno scatti di orgoglio nel rispetto delle sue tradizioni, altrimenti rimarrà una pagina oscura della sua storia che non mi stancherò di urlare loro nelle loro orecchie e sulla loro faccia finché avrò la forza e affinché il San Giuseppe torni in mare.
Certo è singolare che il sindaco non ne sapeva nulla di questa storia e degli impegni presi da esponenti della sua giunta mediante documentazione inesistente o nulla e qui è bene che chi ha abusato in atti d’ufficio nell’esercizio delle sue funzioni sia allontanato a divinis da qualsiasi incarico pubblico. Insomma, alla luce di tutto quanto accaduto l’evidenza è meschina ed indicibile, ma se si vuole a tutto c’è un rimedio… e vediamo se chi ha responsabilità in merito riesca a riportare questa vicenda nel suo giusto e meritato corso storico.
Carissimo Andrea, quando hai bisogno di me per quello che sai e che posso, chiamami, ci sarò sempre!!
Un immenso e sincero abbraccio,
Giacomo
Carissimo Giacomo, ti ringrazio per questa bella pagina e onorato di averti conosciuto.
Mi hai dato la possibilità attraverso questa bellissima e importante storia di conoscere persone che conservano grandi valori nobili dedicati al mare e gloriose imprese.
Occuparmi del “San Giuseppe Due” e del suo C.te Giovanni Ajmone Cat è un ritornare indietro nel tempo e testimoniare una presenza storica che ha coinvolto due cittadine importanti come Anzio e Torre del Greco. Questo magnifico veliero merita di essere ammirato..
Le sue tavole di legno pregiato resistente e massiccio hanno affrontato i mari Antartici, Oggi è chiuso in un capannone ed “urla di rabbia” perché il suo spirito e quello del Comandante vogliono che navighi ancora per farci sognare!!
Un abbraccio,
Andrea Cafà