SATEC 2011
di Vittorio di Sambuy
L’annuale convegno SATEC 2011 promosso dall’Ucina – Confindustria nautica – si è svolto a Viareggio il 27 maggio. Nessun trionfalismo come in passato perché purtroppo la contrazione del mercato dal 2008 al 2009 è stata “ufficialmente” del 45% ma voci di corridoio indicavano una percentuale maggiore.
Questo stallo sarebbe stato compensato in misura modesta (+3,9%) nel 2010 grazie all’internazionalizzazione del mercato spostando il 20% del fatturato globale di alcuni cantieri maggiori su mercati esteri, in particolare Cina e Brasile.
Fra le azioni positive promosse dall’Ucina sono da evidenziare l’accordo quadro con il RINA (Registro Navale) e la SIMEST (Soc. Italiana per le imprese all’estero) finalizzato a promuovere l’internazionalizzazione dell’industria nautica italiana, nonché il database ONDA (Operatore per la nautica da diporto associativo) teso a migliorare i servizi di leasing per riavviare un’attività fortemente ridottasi nell’ultimo biennio.
Durante il convegno è stato presentato lo studio IPSO su “Le amministrazioni locali e la nautica”, un’indagine di verifica delle opportunità apportate dal federalismo nei suoi vari aspetti, vale a dire l’Impatto economico della nautica da diporto e relative potenzialità del settore, l’influenza del federalismo sulle iniziative allo studio e l’esigenza di avere regole comuni nei confronti del demanio marittimo e delle aree marine protette.
E’ stato evidenziato che il 78% dei comuni intervistati dichiara di avere ricadute economiche positive in conseguenza del turismo nautico e che il 92% dei comuni ritiene che esistano possibilità di sviluppare localmente il settore nautico.
In merito ai bisogni locali in merito alla nautica son state rilevate le seguenti percentuali:
- Costruzione o ristrutturazione del porto 29%
- Infrastrutture attuali carenti 21%
- Mancanza di infrastrutture specifiche 13%
- Carenza posti barca 12%
- Normativa esistente inadeguata 7%
- Ampliamento assistenza cantieristica 4%
- Varie 8%
- Senza risposta 6%
Da cui risulta che il miglioramento delle strutture portuali e delle infrastruttura sono le più pressanti richieste dei comuni, che per il 79% ritengono indispensabile fissare delle regole comuni fra le diverse Regioni in tema di demanio marittimo e fruizione delle Aree Marine Protette.
Nel pomeriggio, presente il Ministro Matteoli, è stato presentato lo studio della Bain & Company sul
“Made in Italy al servizio del nuovo consumatore globale” ricavando dalle esperienze degli attori di successo del Made in Italy le strategie per spingere,la nautica italiana fuori dalla crisi e in particolare:
- Svolgere un marketing diretto con i clienti e creazione di comunità fra essi, mantenendo un rapporto fiduciario e promuovendo acquisti ripetuti.
- Innovare l’offerta sviluppando nuovi prodotti e raggiungere nuovi segmenti di clientela.
- Studiare nuovi modelli organizzativi per sviluppare sinergie e integrarsi con fornitori e distributori.
- Investire sui mercati emergenti con una rete commerciale adeguata o con un’offerta specifica.
Da parte sua l’UCINA dovrebbe fornire ai suoi associati strumenti adeguati (ad es. studi di mercato, analisi sui trend di consumo e sui nuovi strumenti di marketing), nonché sviluppare strumenti di supporto per lo sviluppo della nautica nei paesi emergenti.
Infatti il mercato mondiale degli yacht di lusso nel 2009 e 2010 ha mostrato come i cantieri maggiori abbiano reagito meglio alla riduzione del fatturato globale.
L’opportunità di consorziarsi integrandosi orizzontalmente dovrebbe essere un imperativo categorico per la cantieristica minore, a cui si applica assai bene l’invito espresso dal Governatore Draghi all’assemblea della Banca d’Italia del 31 maggio relativo agli interventi per recuperare produttività, fra cui “ la necessità delle imprese di aumentare le loro dimensioni e di svincolarsi dalla gestione familiare”.
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