Rivista Marittima – marzo 2015
EDITORIALE
Gli interventi e l’analisi dei temi esposti hanno permesso di tracciare nell’arco di una sola mattinata un preciso ed esauriente quadro dell’attuale situazione italiana nella sua dimensione marittima, di individuarne le criticità, di sottolinearne i rischi, in special modo nel campo della sicurezza afronte dell’attuale situazione geopolitica, ma anche allo stesso tempo di delinearne le potenzialità e suggerirne le linee strategiche per il prossimo futuro.
Tanti temi trattati, tutti estremamente cari alla Rivista Marittima che infatti riproponiamo già in queste pagine e che approfondiremo ancora nei prossimi numeri.
Il primo è senza dubbio la complicata situazione geopolitica nel Mediterraneo con la crisi libica quale elemento centrale e catalizzante,fonte di forte preoccupazione per la comunità internazionale e per l’Italia in particolare, come emerge chiaramente dalla precisa e articolata analisi dell’Ambasciatore Stefano Ronca nel primo articolo della sezione Primo Piano di questo numero. L’instabilità di quest’area e, peggio ancora, la stabile presenza terroristica in essa di affiliazioni al Califfato, potrebbero creare nel nostro Paese ripercussioni potenzialmente elevatissime che sono sotto gli occhi di tutti e che a maggior ragione, anche alla luce del recente attentato terroristico a Tunisi al Museo del Bardo, vanno valutate e gestite quanto prima.
Proseguendo con i temi relativi ai nostri interessi strategici legati alla dimensione marittima, il Professor Marcigliano pone l’attenzione sulle aree strettamente connesse al Mediterraneo, ovvero l’area che va da Suez al Golfo di Aden, con le due zone focali del Sinai e dello Yemen che presentano attualmente delicate situazioni che non possono essere sottovalutate: qualora tali aree si rendessero insicure, i rischi connessi ai traffici commerciali che transitano verso e dall’Oriente potrebbero infatti determinare una situazione di «marginalirzarione» del Mediterraneo a danno della economia e della prosperità del nostro Paese.
Esemplare, in tale ambito è stato il problema della pirateria nel Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano, affrontato seriamente dalla comunità internazionale in questi anni, con un importante impiego di mezzi aeronavali nell’area di rischio, da cui Nave Doria ha fatto proprio questo mese rientro dopo circa otto mesi di attività. Tale sforzo congiunto ha, di fatto, arrestato il fenomeno della pirateria in questi mari rendendo li nuovamente sicuri a tutto beneficio dei traffici da e verso i nostri porti.
Ma il Mediterraneo è mare con altre molteplici questioni aperte, tra cui quella delle frontiere marittime e della sempre più crescente «territorializzazione» dell’Alto Mare, già fonte di dispute tra Stati e che pone anche la questione, analizzata dall’Ammiraglio Caffio nel suo articolo, del concetto di una ZEE europea.
Tutti temi da conoscere e da affrontare con la consapevolezza comunque che il Mare Nostrum, culla di civiltà, rappresenta per noi soprattutto una eccezionale risorsa.
L’Italia è un paese marittimo e deve avere cura di proteggere gli interessi marittimi nazionali e come sottolineato dal Capo di Stato Maggiore della Marina nel corso del dibattito alla Sapienza, « … la Marina Militare rappresenta uno strumento abilitante per la strategia del Paese che deve includere la protezione del mare e la sicurezza a trecentosessanta gradi, uno strumento utile tutti i giorni, sempre … ».
Oggi dunque, più che mai, l’attuale situazione geostrategica impone al nostro Paese la necessità di uno strumento aeronavale moderno, efficiente e bilanciato, rinnovato compiutamente nei prossimi anni e capace di proteggere sul mare e dal mare gli interessi nazionali garantendo la sicurezza con una presenza continua ma non invasiva e assicurando una costante opera di sorveglianza, prevenzione e deterrenza.
Al termine di convegni come il seminario di Roma e rianalizzando criticamente la situazione attuale, il famoso quesito della fine dell’ottocento dell’ufficiale del
Regio Esercito Cristoforo Manfredi, se l’Italia deve essere una potenza marittima o continentale, sembrerebbe dunque definitivamente superato.
SOMMARIO
- 10 La Libia oggi
Stefano Ronca - 20 Le due porte di Suez
Andrea Marcigliano - 24 Le frontiere marittime europee: esiste una ZEE della EU?
Fabio Caffio - 32 Il conteso Second Thomas Shoal
Stefano Felician Beccari – Francesco Lombardi
- 40 La Deutsche Marine:
- dal Baltico all’Oceano Indiano
Michele Cosentino - 50 Le autostrade del mare in 3D
Flavia La Spada
- 58 Jihad e regole militari di ingaggio
Massimo Baldacci
- 64 Piccole cause grandi effetti
Enrico Cernuschi - 72 La domenica di Coronel
Giancarlo Finizio - 80 La Pearl Harbor australiana
Pier Paolo Ramoino
- 86 Lettere al direttore
- 90 Osservatorio Internazionale
- 104 Marine militari
- 114 Che cosa scrivono gli altri
- 118 Recensioni e segnalazioni
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