Restauro – Zarcos 12 m una versione speciale
di Giacomo Vitale
Tutti sappiamo che la situazione economica Europea, per gli esiti controversi di una moneta che crea vantaggi a senso unico, ha creato nello stesso ambito delle discrepanze inaccettabili influendo moltissimo sulla nostra economia e compromettendo seriamente la nautica da diporto e gli appassionati di barche d’epoca.
Tuttavia, tra loro ci sono un ristrettissimo numero di uomini di mare, che con molta attenzione e giudizio riescono a comprare a prezzi irrisori barche destinate alla rottamazione e con età mediamente compresa tra i trenta-quarant’anni, ma di valore tecnico-storico speciale. La vera passione consente loro di riportare queste belle “signore del mare” al loro antico splendore, con molta attenzione ed in modo assolutamente parsimonioso, in tempi lunghi, centellinando le spese, visto che i badget a disposizione sono esigui. Insomma, per dirla tutta fuori dai denti: “quando la passione, nonostante tutto, domina…
Lo Zarcos di cui diamo notizia è stato costruito dall’omonimo cantiere di Roma a Fiumicino nel 1969.
Dati di targa:
- Lunghezza f.t.: 11,80 m
- Larghezza massima: 2,45 m
- Motori: AIFO modello 8061 SRM05 – 2 x 240 TD entrobordo
- Trasmissioni: linee d’asse
- Equipaggio: 1 (uno)
- Numero massimo passeggeri trasportati incl. equipaggio: 12 (dodici)
Le foto di seguito pubblicate indicano lo stato in cui si trovava la barca al momento dell’acquisto:
discrete sono le condizioni dello strato esterno di lamellare che denotano una certa tracciatura ed una lieve delaminazione in qualche punto. Sia l’opera viva che quella morta sono state levigate, vedere nelle foto in basso alla fine di questo pezzo e sono in ottimo stato, anche se la barca era stata abbandonata da qualche tempo alle intemperie.
Lo specchio di poppa è da rivedere sia sopra alla linea di galleggiamento che sotto.
Dal pozzetto tramite i passaggi dal ponte di poppa corridoio sinistra e dritta, si accede al pozzetto in cui troviamo l’accesso alla cabina di poppa con due posti letto e relativo locale wc separato.
Il ponte del pozzetto e relativa apertura del vano motori è da demolire e ricostruire con un fondo in okumè da 10 mm su cui applicare le relative doghe in teak
Bella la distribuzione degli spazio del cockpit e molto bella la ruota del timone nelle sue forme molto tondeggianti e di grande diametro.
Cabina con tavolo abbattibile in altezza ed usabile come base letto.
Cabina di prua: gli interni sono tutti da rivedere, mentre i ponti di poppa, prua ed i relativi corridoi laterali sono interamente da rifare con base in compensato da 10 mm e poi l’aggiunta di doghe in teak adeguate sia per spessore che per larghezza.
In questo gruppo di foto, si può vedere quanto appena descritto in riferimento al lavoro di rifacimento dei ponti dovuto alla corrosione del ponte a causa dell’abbandono della barca alle intemperie per molto tempo e senza aver provveduto all’opportuna protezione.
Sia per la tuga e per la copertura fly del pozzetto vale quanto appena descritto per i ponti.
Nel gruppo di foto a seguire si possono vedere lo stato della carena, l’opera morta dopo l’esecuzione dell’asportazione delle pitture e la rimozione del fondo anti corrosivo in minio di piombo. Il quarto strato superficiale di doghe in mogano è stato rimosso mediante fiamma con passaggi veloci per non arrecare danni al legno, mentre successivamente è stata effettuata una lieve discatura con apposita levigatrice.
La stessa operazione deve essere eseguita sullo specchio di poppa previo lo smontaggio della struttura in tubo acciaio inox della plancetta ed i timoni posti sulla poppa ecc.
Terminate queste operazioni si potrà effettuare la laminazione della carena-opera morta – specchio di poppa, mediante resina epossidica passata in due – tre strati, bagnato su bagnato…
I lavori di ripristino della barca sono a buon punto e prevedono anche la rimozione dei due gruppi motori – invertitore, per permettere la loro manutenzione completa ed il controllo, la levigatura e laminazione con epossidica della sentina del vano motori, intervenendo efficacemente nei punti dove necessario.
Documenteremo il prosieguo dei lavori nelle prossime puntate, felici di aver contribuito al salvataggio di un’altra bella barca dotata di una splendida carena e distribuzione classica degli interni, forse non molto razionale, ma dall’aspetto e dall’utilizzo molto marino.
(Fine prima puntata)
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