Il Sorriso del Vento
di Antonio Soccol
“Il sorriso del vento” Piero Gaffuri; Marsilio Editori; 142 pagine; 11 euro.
Piero Gaffuri ha pubblicato il suo terzo romanzo per i tipi della Marsilio Editori e, come sempre, ambientato in mare e sott’acqua. Nel 1999 era uscita la sua prima opera “Apnea”; nel 2002 era stata la volta de “Il corsaro”. Ora il nuovo titolo è “Il sorriso del vento”.
Il problema è sempre lo stesso: quando leggiamo, quando ascoltiamo musica, quando osserviamo un quadro o una scultura o una bella fotografia, quando, insomma, ci confrontiamo con un altro essere umano e con la sua visione della vita, a quale livello ci poniamo? Leggiamo un libro per sapere solo come va a finire la storia oppure ci interessa di più scoprire quali emozioni intime ci suscita.
La “romanza” di un’opera musicale o una sinfonia oppure una “toccata e fuga” ci piacciono perché belle in assoluto o perché ci riportano ai bei tempi in cui l’abbiamo sentite per la prima volta? La foto di Alberto Korda del comandante “Che” Guevara ritrae solo un uomo dallo sguardo determinato e sicuro oppure scatena irriducibili farfalle rivoluzionarie nel nostro inconscio?
L’azione del bello, del valido e dell’intenso…e, va bene, diciamolo: l’azione dell’arte è l’unica che non rispetta mai quella legge di fisica scoperta da Archimede in base alla quale ad ogni azione ne corrisponde un’altra di pari intensità ma di direzione e verso contrari. L’effetto che provoca l’azione dell’arte è sempre solo un’incognita. Diventa inevitabilmente un fatto assolutamente personale, intimo.
Per questo non esiste una sola “Gioconda” ma ve ne sono oltre sei miliardi; tante quanti sono gli esseri umani che oggi occupano il nostro pianeta perché ciascuno la vede e ci vede quello che la sua storia, la sua esperienza di vita, il suo spessore culturale gli permettono e suggeriscono di vedere: ho trovato gente al Louvre che davanti al capolavoro di Leonardo rimaneva incantata solo dalla pettinatura della famosa nobildonna.
Altri invece si ponevano quiz sul suo ben noto sorriso enigmatico ma qualcuno adorava il colore degli abiti, la posizione del corpo, l’intensità dello sguardo. E così via. (Una larga maggioranza, invece, trovava interessante guardare quelli che guardavano il capolavoro e questo spiega il successo che hanno le riviste di gossip.)
Per questo, quando nel 1937 a Parigi, venne esposto per la prima volta il quadro “Guernica” di Pablo Picasso, in assoluto il più importante dipinto del secolo scorso, i critici della Germania nazista scrissero che un bambino tedesco, nemmeno se affetto da gravi problemi e insufficienze mentali, avrebbe potuto far di peggio…
Per questo i critici ufficiali (quelli che scrivono sui giornali per letterati) spesso si sbranano fra di loro con opinioni e giudizi decisamente contrastanti. Diametralmente opposti.
Una volta non sapevamo spiegarci questo fenomeno. Poi Freud ci ha spiegato tutto. E così abbiamo tutti sentito Emilio Fede denigrare Benigni solo perché il grande regista è un po’ contrario alle idee di Berlusconi…
Piero Gaffuri è uno scrittore innamorato del mare: uno di quelli innamorati che per mare ci vanno. Nuotandolo, immergendovisi, navigandolo in gommone, in barca a vela, in barca a motore: vivendolo, insomma.
I suoi personaggi sono spesso riedizioni in letteratura di profili di amici veri, di conoscenti. I luoghi che descrive sono realtà vissute e trasformate in parole. Che, a loro volta, si trasformano in emozioni. Per lui. E per chi lo legge.
Gabriel García Márquez sostiene d’esser uno scrittore che non ha un minimo di fantasia: si definisce un semplice cronista della realtà quotidiana e sappiamo, infatti, che i tre saggi di “Cent’anni di solitudine” sono suggeriti dalle reali figure di tre suoi amici di sempre: quelli dei tempi in cui lavorava per un tozzo di pane come giornalista in un quotidiano di Barranquilla.
Il famoso “saggio catalano” altri non è che don Ramòn Vinyes, tutore letterario del gruppo di giovani squattrinati che in quegli anni vivevano in Colombia; “bevendo e parlando di letteratura, in bordelli mitologici, pieni di uccelli, di piante e di ragazze…” come garantisce Piero Mendoza nel suo “Odor di guayaba-conversazioni con Gabriel García Márquez”.
“Guernica” è un quadro sulla libertà e su chi la vuol opprimere ma nasce dall’orrore di un bombardamento assurdo quanto atroce durante la guerra civile spagnola.
Per giocare in casa potremmo ricordare che la famosa affermazione “la sciagurata rispose”e tutta la storia della monaca di Monza, il nostro bravo Manzoni la ricavò banalmente da uno scandalo storico ma abilmente trasformato in bozzetto-dettaglio di quel grande affresco che sono i suoi “Promessi sposi”.
Nel 1635, pochi anni dopo la morte di Miguel de Cervantes (l’autore del “Don Chisciotte”) e di William Shakespeare, lo scrittore madrileno Pedro Calderón de la Barca pubblicò un’opera teatrale dal titolo “La vida es sueño” (“La vita è sogno”). Da allora tutto è stato molto più chiaro. Le cose per capirle, talvolta, basta saperle.
Allora: cosa racconta Piero Gaffuri nel suo “Il sorriso del vento”? C’è, sui fondali di un’isola, un relitto che, forse, contiene un tesoro. Due amici subacquei decidono di tentarne il recupero e inevitabilmente s’imbattono in altre esperienze di vita, in difficoltà impreviste, in momenti di tensione ma anche di spensieratezza, in episodi che potrebbero sembrar frutto della follia umana, in personaggi tormentati. Quello che succede quotidianamente nel quotidiano di ciascun essere umano, insomma. Lo stile dell’autore è sobrio, asciutto. Concreto. Il finale è perfetto.
E’ una lettura gradevole per tutti coloro che amano il mare in ogni sua dimensione.
E’ una lettura bella per chi apprezza ogni sfumatura dei molteplici “livelli di lettura” che ogni opera umana consente.
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