Rivista Marittima – Giugno 2014

Da un dipinto commemorativo dell’azione di Premuda: I MAS n. 15 e 21 (Capitano di Corvetta Rizzo, Guardiamarina Aonzo) affondano la corazzata SZENT ISTVAN (Santo Stefano) – fonte: Ufficio Storico della Marina Militare
EDITORIALE
La Rivista Marittima fondata nel lontano 1868, ancora in una fase risorgimentale, si prefiggeva uno scopo molto ambizioso, riportato all’articolo 1 dell’ Ordinamento della Rivista ancora in rigore: esercitare e alimentare la cultura professionale del personale della Marina, è palestra di studi navali, tecnici e scientifici, per chiunque sia in grado e desideri contribuire cogli studi stessi ali ‘interesse scientifico e allo sviluppo della Marina militare e mercantile».
Era l’epoca dello scontro culturale tra i sostenitori del «continentalismo», che volevano concentrare le risorse nella difesa della Val Padana (favorendo il potenziamento dell’Esercito) e i sostenitori della «marittimità» che intravedevano nello sviluppo di una grande Marina militare e mercantile l’occasione per l’Italia di partecipare, ancorché in ritardo, alla corsa per l’espansione commerciale e industriale nelle terre d’oltremare, ancora libere dagli imperi coloniali dell’epoca.
La Rivista Marittima diventò, quindi, un luogo di vivace dibattito intellettuale a similitudine di quanto avveniva in Francia su altre famose riviste come la Revue des deux monde, fondata nel 1829. La vivace penna degli intellettuali di allora contribuiva a influenzare le decisioni dei Ministri della Marina del tempo, che a onor del vero, appartenevano alla stessa ristretta cerchia sociale da cui provenivano i collaboratori della Rivista.
Oggi, a distanza di 150 anni, la società è cambiata. Tramite i social network, cittadini anonimi, esercitando il giusto diritto a esprimere le proprie idee in piena libertà, pur senza ricoprire alcuna responsabilità decisionale, si avventurano nel fornire ricette per uscire dalla crisi ai responsabili di Governo.
I suggerimenti in settori in cui è richiesta una competenza tecnica specifica si sprecano. Si arriva a elencare quali caserme possano essere vendute o trasformate per magia in strutture più utili, quali programmi debbano essere cancellati e quali reparti debbano essere fatti rientrare dall’estero.
Coloro che esercitano responsabilità di Governo ne devono tenere conto e anche loro sono attivi su twetter e facebook dando vita a una sorta di democrazia del web che ricorda la democrazia radicale (senza organizzazioni intermedie) di Rousseau.
Ciò che non è affatto cambiato è la sostanza. Ossia l’influenza del Potere Marittimo, nella sua accezione più olistica, sul mantenimento del nostro livello di benessere. Il mare continua ad avere un importanza fondamentale per l’umanità e per il
suo sviluppo sostenibile. Rappresenta più che un tempo il vettore principale della globalizzazione. È la via di comunicazione per eccellenza attraverso il quale transitano, e transiteranno, il 95% delle merci pesanti.Con la rapida evoluzione tecnologica in corso lo sfruttamento delle fonti energetiche presenti sui fondali marini è oggi una realtà che determina una marcata tendenza verso la territorializzazione del mare. La domanda di prodotti alimentari provocata anche dalla crescita della popolazione terrestre determina sempre di più la necessità di dover ricorrere all’uso di flotte di pescherecci di altura per lo sfruttamento intensivo delle risorse ittiche.
Pertanto alla Marina è richiesta una presenza concreta e continuativa sempre più in ruolo DUAL USE, così come ci dimostrano i fatti nella quotidianità, intesa a controllare e proteggere le vie di comunicazioni marittime, a tutelare la popolazione contro antiche (pirateria) e nuove minacce (terrorismo, tra cui anche «l’eco-terrorismo» ) a garantire il rispetto della legalità contro i traffici illeciti di qualsiasi natura (anche di clandestini) e nella vigilanza dell’attività di pesca. Tutti tipi di missioni che si aggiungono a quelle tradizionali più marcatamente militari, sempre necessarie.
Agli Ufficiali di Marina di oggi è quindi richiesta la consapevolezza dei fenomeni sociopolitici in cui viviamo con la conseguente capacità di riuscire ad anticipare gli eventi sul piano sia operativo sia nella realizzazione dei mezzi aeronavali più idonei.
Per questa ragione la Rivista Marittima, gradualmente, ospita sempre di più articoli di economia politica o se si preferisce di geopolitica. È necessario, per rimanere al passo con i tempi, comprendere il mondo in cui viviamo e dove stiamo andando con la collaborazione anche del mondo accademico e imprenditoriale, nell’intesa di continuare a FARE SISTEMA.
Patrizio Rapalino
SOMMARIO
PRIMO PIANO
- 10 giugno: Festa della Marina Militare
Giuseppe De Giorgi - Il secolo lungo
Giulio Sapelli - La grande strategia degli Stati Uniti dalla fine del bipolarismo
Massimo De Leonardis - La spartizione del Mediterraneo
Fabio Caffio
PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE
- Le Marine del Nordafrica
Pietro Batacchi - Ruolo dei satelliti e dei «Cubesats»
Daniel Mauro – Manuel Moreno Minuto - Il Brasile e l’Antartide
Claudio Boccalatte - Introduzione ai sistemi HF-OTH SKYWAVE
Rocco Soleti – Amerigo Capria
STORIA E CULTURA MILITARE
- I documenti ritrovati
Claudio Rizza
RUBRICHE
- Lettere al direttore
- Osservatorio internazionale
- Marine militari
- Nautica da diporto
- Scienza e tecnica
- Che cosa scrivono gli altri
- Recensioni e segnalazioni
RIVISTA MARITTIMA – Mensile della Marina dal 1868
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