Restauro: Italcraft X33 indimenticabile barca classica!! (ultima puntata)
In questa seconda ed ultima puntata Vi mostriamo l’X33 “GIOIA” di nuovo in mare dopo un periodo di sosta in cantiere, dove sono state risanate tutte le sue criticità su cui si doveva intervenire, per fare in modo che la barca potesse ritornare a navigare in sicurezza.
Devo dire che le foto della barca ormeggiata suscitano in me una certa emozione perché mi riportano alla mente gli anni ’70 in cui queste barche classiche erano in voga ed i ricordi sono tantissimi…
Il fascino di una barca di legno: X33 Italcraft
Comunque sia, il fascino di una barca di legno è assolutamente incomparabile con quello delle barche odierne che, se pure costruite con materiali evoluti e di nuova concezione, sono comunque barche “senza anima” perchè nascono da una formula chimica e non da un componente naturale della nostra terra: Il magnifico legno dalle tante essenze di cui alcune specifiche e raffinate per le barche di legno…
Spero riuscirete a perdonare queste mie elucubrazioni rivolte alle barche in legno di una volta o se volete alle barche del passato. Esse hanno un’anima che quelle di oggi, se pur tecnologicamente più avanzate, non riusciranno mai ad eguagliare oppure a migliorare.
Giusto per fare un esempio empirico, ma attuale, basta guardare le donne di oggi che ormai sono tutte sintetiche e artefatte con botulino e silicone a go go. Esse sono spesso molto appariscenti, ma nella stragrande maggioranza dei casi si vedono facce deturpate e bocche gonfiate fino all’inverosimile, tanto da farle assomigliare a delle maschere di carnevale… Ebbene, questo è un esempio del mondo attuale e del così detto progresso – business.. Credo invece che una donna possa ricorrere a tecniche correttive per migliorare il suo aspetto e per combattere l’invecchiamento dovuto all’età, ma tutto questo deve essere fatto con correzioni minime e non con travisazioni dell’espressione naturale di donne ed uomini che ricorrono a questa nuova tecnologia finalizzata all’apparire.. Insomma, tutto quello che viene fatto con competenza e garbo, nonché rispettando la bellezza naturale delle persone ben venga.. Tutto il resto è orribile mistificazione della tecnologia messa in mani incompetenti e spesso disoneste, finalizzate al profitto a tutti i costi.
Tornando alle barche attuali, si nota una ricerca molto spienta di interni certamente meglio utilizzati sfruttando al massimo gli spazi che affidati ad architetti navali, ne ricavano interni di gran lusso ecc.. Purtroppo tutto questo non ha nulla a che vedere con una vera imbarcazione, in quanto gli architetti attuali mancano di cultura del mare e le università di questo paese sono totalmente chiuse e non attingono nulla dalla cultura marinaresca dei mastri d’ascia di una volta, allontanandosi dalla storia e dalla vera cultura marinaresca, privileggiando l’uso della progettazione informatica di cui non si può fare a meno e mi domando e dico, le barche bellissime di una volta erano costruite, pensate e progettate da ingegnieri ed architetti con i giusti cabasisis.. un’altra scuola, un’altra cultura, un’altra preparazione..
Ovviamente, tanti non si troveranno d’accordo con me e rispetto il pensiero di tutti ci mancherebbe, sono una persona semplice ed umile che esprime le proprie impressioni, convinzioni ecc.. in merito alle belle barche di una volta a cui sono legato per i motivi che attraverso le pagine di AltoMareBlu ho spesso descritto e che hanno ricevuto apprezzabili consensi. Sia chiaro che il mio obiettivo non è la riscossione dei consensi, ma vedere se ci sono persono che la pensano come me e ne ho trovate e posso dire di non essere il solo che la pensa in tal modo e questo mi fa piacere. Poi ogniuno fa come crede, ci mancherebbe…
Comunque ci tengo molto a complimentarmi con l’armatore e con colui che ha curato il restauro di questa indimenticabile barca progettata e costruita dal noto cantiere Italcraft, sezione barche in legno, che si trovava a Bracciano in provincia di Roma e che all’epoca di riferimento aveva un ricco catalogo di modelli in vendita, molto apprezzati come il Sarima nelle varie versioni, l’X 25 nelle varie versioni, l’X44 Ambassador, l’X44 – F.B.S.S., il Mini Drago ed il Drago, entrambi progetti Levi ecc..
Prossimamente dedicheremo un articolo a tutta la produzione Italcraft degli anni ’70, certi di fare cosa gradita agli appassionati di questa tipologia di barche che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della motonautica italiana.
PAIOLO FLY
Bellissimo il restauro del fly in cui è esaltato dal bianco della sua murata e dal colore del teak del capo di banda e del colore del teak del paiolato che si nota trattato con opportuni olii, acquistando un aspetto ed un tocco vellutato al suo tatto. Bella anche la ruota del timone del fly realizzata con un volante auto a tre razze in alluminio e in pelle, come andava molto di moda negli anni ’70.
Mi permetto di ricordare a tutti coloro che hanno barche con i paiolati in teak naturale o iroko, di non irrorarli mai con acqua dolce, ma sempre con acqua di mare. Si garantisce così lunga vita, in quanto l’acqua di mare non contiene calcio, invece presente nell’acqua dolce che evaporando corrode il pregiato legno… che ricordo va ripetutamente trattato con gli opportuni olii tra cui mi piace quello di jojoba, ricordandovi di usare sempre prodotti affidabili di ditte che sono affidabili e da decenni propongono prodotti eccellenti che quando utilizzati, danno risultati eccellenti.
PONTI – POZZETTO – PASSO D’UOMO
Moderno il passo d’uomo, ma semplice, ottima scelta in quanto ben integrato con il teak del ponte. Stona un poco la passerella che data l’età della barca doveva essere tutta in legno, così come la plancetta di poppa con il tubolare di acciaio inox. Mi scuso con l’armatore e so bene che sono un rompiscatole, ma giusto per capirci e semplificando, non penso che su una autovettura sportiva d’epoca ci mettereste al posto dei suoi specchietti originali una coppia di specchietti moderni in materiale sintetico, se pur di disegno pertinente al modello di auto. Sarebbe un pugno nell’occhio. Una plancetta di poppa con la parte centrale in carabottino in teak, non è difficile realizzarla con un contorno in mogano scuro… giusto per fare un esempio.
POSTO DI COMANDO – STRUMENTAZIONE DI NAVIGAZIONE
Sia il posto di comando interno e del resto degli impianti di bordo è stata restaurata correttamente, anzi apprezzo molto la radica utilizzata per il quadro elettrico generale e per il quadro strumentazione di controllo motori. Guardando gli interni di questa barca sembra trovarsi in altra epoca e quando si ha una sensazione simile su di una barca storica come l’X 33, vuol dire che il restauro è stato eseguito correttamente, rispettando l’originalità della disposizione della barca, così come fu progettata e posta in vendita dalla Italcraft. Le “cattiverie” che ho detto sono comunque piccole sciocchezze a cui si rimedia con faciltà… bene la strumentazione per la navigazione che è ancora quella dellepoca di riferimento della barca ed anche ben conservata.
Ci tengo a sottolineare che mi è piaciuto molto il paiolato delle cabine realizzato con il comento in acero bianco e che ben si raccorda con i cassetti e sportelli in mogano dei letti a V della cabina armatoriale. Pratico, anche se non molto funzionale il lavandino a scomparsa posto nella cabina ospiti.
Bene tutto il resto e lascio a voi lettori esprimere le Vostre impressioni su questo restauro, per cui Vi invito a contatatrci sia qui su AMB o sulla nostra pagina di facebook e dire la Vostra.
bene anche il vano WC e lavandino, oltre al vano riservato per il cucinino!
Crediti: Ringraziamo il signor Roberto Grosso e l’armatore della barca per il materiale fotografico messo a disposizione per la realizzazione di questo articolo!
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