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Sarima Aghatos: storia di fatalita’ e passione!

24/06/2009/15 Commenti/in Barche Classiche e d'epoca, Restauro barche d'epoca legno/da Giacomo Vitale

Nel 1985, l’attuale armatore di Agathos si trasferì a Roma per lavoro e pensando di acquistare un motorsailer, nel tempo libero si mise in giro per i cantieri di  Fiumicino sperando di trovarlo. Un giorno, parlando con il mastro d’ascia del cantiere Musmeci, dopo una breve conversazione gli disse: questa è la barca che fa per lei, monta, mette in moto e va, tiene qualunque mare”… era un Sarima nominato “Barbablù”. Fu così che Pierpaolo, per non dimenticarsi, trascrisse nella sua agenda “Sarima” e “Barbablu”.

Sarima Pubblicità dell'epoca Pubblicità d'epoca

DATI DI TARGA

  • Cantiere Costruttore: ITALCRAFT (Cantiere di Braccaiano)
  • Modello: Sarima  L  Superveloce
  • Lunghezza fuori tutto: 7,70 mt
  • Larghezza fuori tutto: 2,70 mt
  • Angolo diedro allo specchio di poppa: 20°
  • Motori: Volvo Penta
  • 2 x 170 A  entrofuoribordo a benzina
  • Potenza totale: 340 CV
  • Velocità massima: oltre 45 nodi
  • Numero massimo di passeggeri trasportabili incluso il conduttore: otto

1. Sarima Agathos all'acquisto

Il lavoro riportò a Milano Pierpaolo e con quella che sarebbe poi diventata sua moglie, mentre trascorreva le vacanze all’isola d’Elba, andarono a visitare i cantieri Esaom e videro sul piazzale una barca che, ormeggiata all’ancora con cima corta e passo d’ uomo aperto, era affondata in località Magazzini per l’improvviso montare del mare.

Quando si dice il destino… quella barca era “Barbablu”, si proprio lei, quella che , circa dieci anni prima, il mastro d’ascia del cantiere Musmeci di Fiumicino gli aveva fatto vedere e consigliato… Colpiti da questa fatale coincidenza, Pierpaolo e la sua dolce metà acquistarono il “Sarima – Barbablù”, barca che precedentemente fu anche di Bruno Abbate.

Naturalmente, al momento della vendita tutto era a posto, ma l’anno successivo, gli addetti al cantiere Esaom evidenziarono che la carena presentava delle crepe e proposero di sovrapporre a quella danneggiata, uno strato di compensato marino nuovo… La proposta fatta a Pierpaolo gli diede subito l’idea di una grossolana soluzione e così decise di fermarsi e riflettere meglio sul da farsi, scoprendo che a Bracciano, esisteva ed ancora lavorava in una struttura fatiscente  degna della migliore archeologia industriale, il cantiere che aveva prodotto i Sarima, i Drago e i Mini Drago, cioè la sezione del cantiere Italcraft che produceva le barche in legno.

Nacque un ottimo rapporto con il direttore amministrativo ed i due fratelli Sonnino Sorrisio, titolari dell’ azienda ed il mastro d’ascia, factotum ed anche guardiano della struttura. Le foto relative agli interventi sull’opera viva, specchio di poppa, ponte e sostituzione motori, di seguito pubblicate, rappresentano in modo esaustivo il lavoro eseguito.

2. Agathos disarmato e capovolto mentre si demolisce il fondo 3. Demolizione vecchia carena 4. Agathos fasi di demolizione dell fondo carena 5.Agathos demolizione della vecchio fondo a dritta

6. La nuova carena - sentina vano motori 12. Cabina di Prua  e la nuova carena 10. La chiglia 11. Specchio di poppa

13.  La nuova carena 14. Agathos e la nuova carena 15. Lo specchio di poppa opera viva e morta ristrutturato 29. Agathos alla fine dei lavori nel Cantiere Italcraft di Bracciano

25. Volvo Penta 170A revisionato e pronto all'imbarco 26. I motori AQ 170A VP revisionati ed  imbarcati 27. I motori Volvo Penta 170A 28. Ultimazione lavorazione pozzetto

17. Agathos demolizione vecchio ponte 18. Montaggio nuovo ponte 19. Fasi di lavorazione e nuovo armamento del ponte e pozzetto 21. Il nuovo ponte di prua

Il SARIMA Agathos, che all’atto dell’acquisto si chiamava Barbablu, a Settembre del 1995, veniva alato in Esaom a Portoferraio ed inviato presso il capannone/cantiere ITALCRAFT sul lago di Bracciano, affidato alle cure maniacali di Vincenzo Giura, mastro d’ascia ed esperto conoscitore dei SARIMA, al quale non parve vero trovare nel 1995 un cliente disposto a sobbarcarsi la spesa per il rifacimento di tutta la carena, il ponte di coperta e la sostituzione dei motori! L’amicizia tra il mastro d’ascia Vincenzo e Pierpaolo fu determinate perché, oltre ai lavori concordati, furono realizzate le ulteriori opere riservate a migliorare l’uso dell’unità, come di seguito decritto:

  • Trasformazione dell’apertura a compasso dei vetri del  parabrezza in legno – opera non da poco e di grande utilità per la ventilazione del pozzetto con la barca all’ancora.

20. Fasi montaggio del parabrezza apribile a compasso

  • Istallazione di un verricello salpancora elettrico, con la  costruzione di un vano stagno per accogliere la catena dell’ancora

22. Passo d'uomo a prua e verricello

  • Sostituzione di tutti i cavi dell’impianto elettrico, con il collegamento di tutti gli utilizzatori ai relativi interruttori magnetotermici.

Sarima

Nel frattempo la passione di Pierpaolo verso questa imbarcazione fu tale che, ottenuto uno spazio gratuito sulla rivista Nautica, fondò il “Club del Sarima”. Purtroppo ebbe vita breve, poiché l’ ITALCRAFT entrò a far parte nei Cantieri del Golfo di  Gaeta ed iniziò  la produzione del nuovo Sarima in vetroresina, con misure e caratteristiche tecniche molto diverse rispetto al “vecchio” Sarima e questa iniziativa finì nel nulla. Certo alla Italcraft costruiscono il nuovo Sarima, con line moderne e quant’altro, ma se può render l’idea, regge il paragone tra la vecchia Mimi Minor e la nuova? O tra la vecchia 500 e la  nuova?

Si sfrutta  la fama di un nome, ma difficilmente si  ripetono le  glorie!! Una cosa è certa, dati i tempi non belli che stiamo vivendo, si cerca sempre di portare la mente ai bei ricordi del passato, tentando di riportare in auge il bello di una volta per presentare bene il nuovo modello di barca, ma nella nostra anima sappiamo che non è così.

Agathos cabina interna Cabina interna d Cabina interna c

Cabina interna a Cabina interna b

Chiuso quindi lo stabilimento di Bracciano, Agathos incominciò a svernare nell’isola d’Elba dove, a fine stagione, veniva alata presso i Cantieri Edilnautica. Successivamente, con il trasferimento a Roma del suo armatore, vista la vicinanza del mare, ormeggia sempre l’Agathos al  P.to Odescalchi di S.Marinella.

Sarima Agathos Untitled-3Ringraziamo Pierpaolo,  per averci reso partecipi della storia di Sarima Agathos, che poi è stata resa ancor più bella ed interessante da te che sei il suo armatore e persona di tutto rispetto…

Quando Pierpaolo mi ha riferito che al mastro d’ascia dei cantieri di Bracciano della Italcraft, nel 1995, non gli parve vero di avere un cliente che sostituiva tutta l’opera viva del tuo Sarima… ha detto tutto e certamente, avrà pensato che era “matto”…

Questi sono i “matti” della motonautica che a me piacciono moltissimo, perché alla loro “sana pazzia”, corrisponde una grandissima passione… che permette di tenere in vita barche che, come il “Sarima – Italcraft”, hanno segnato un’epoca, nel caso specifico per prestazioni di tutto rispetto e prezzo contenuto ed i 700 esemplari venduti, che rappresentano un grande consenso della clientela di allora, lo dimostrano.

Oggi, quando capita,  è sempre un piacere incrociare in mare questa barca, specialmente se ben tenuta e nel suo classico assetto di navigazione, perchè la sua semplicità, porta subito alla mente i ricordi un’epoca dove tutto era molto più bello.

Agatos Sarima

 Il restauro di Aghatos: Sarima L Superveloce Italcraft.

Altomareblu – Tutti i diritti riservati. Note Legali

 

Tags: Giacomo Vitale, Restauro barche, Sarima Italcraft
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15 commenti
  1. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    08/01/2011 in 15:07

    Gentile Pietro,

    nel ringraziarla per quanto dice, rispondo di seguito alle sue domande:

    Nelle imbarcazioni di legno, con carene in lamellare di varie essenze, compensato marino tavole in massello, è indispensabile che non vi siano assolutamente infiltrazioni in sentina, poiché l’acqua salata evaporando, deposita una patina di salmastro su tutte le superfici circostanti, con le conseguenze che si possono immaginare. L’acqua salata, a lungo andare, evaporando ossida sia le parti metalliche, anche protette da opportune pitture, creando problemi anche all’impianto elettrico ecc. Inoltre, il continuo ristagno d’acqua in sentina può determinare punti di marcio estremamente dannosi e pericolosi per la carena, per le paratie divisorie dei vari volumi ecc.. con conseguenze serie anche ai fini della sicurezza…
    Per i motivi descritti è indispensabile navigare sempre con la sentina asciutte…

    Circa i sette strati di antivegetativa, devono essere rimossi portando lo scafo a legno e se come detto si procede a proteggere l’opera viva con resina epossidica ecc… consiglio di effettuare il trattamento della stessa con una nota antivegetativa a base di epossidica e aggiunta di piccole scaglie di rame e che ha il grande vantaggio di durare diversi anni, senza dover trattare la carena ogni anno previo rimozione del vecchio strato di antivegetativa, con un risparmio di tempo e fatica non indifferente. Certo il costo non è poca cosa, ma i vantaggi, a mio giudizio sono da prendere assolutamente in considerazione. Se si preferisce procedere con i vecchi sistemi, va bene lo stesso, ma ci vuole più fatica… ed i risultati non sono la stessa cosa…

    Tutto quello che è citato nel preventivo che mi ha inoltrato è corretto!
    Due note:

    . Se si intende laminare lo scafo con resina eposidica, prima di procedere ai lavori di laminazione dello scafo con resina epossidica ecc… è necessario che l’umidità interna del legno sia inferiore a determinati valori che variano secondo i materiali utilizzati, così come previsto dai Registri Navali. Questi valori “devono” essere controllati con un apposito strumento denominato Skinder (o similari), posto in vendita dalla ditta Cecchi di cui puoi leggere al seguente link in Altomareblu o entrare anche nel sito della Cecchi.

    . Il tessuto biassiale in fibra di vetro da 290 gr al mq., lo aggiungerei solo se necessario ed in presenza di evidenti inizi di delaminazione della carena. Le parti che presentano in carena evidenti segni di corrosione, devono essere asportate e ripristinate come previsto dai registri navali.

    Cordiali saluti ed Augurissimi per un sereno 2011.
    Giacomo Vitale

  2. Pietro Pagani
    Pietro Pagani dice:
    05/01/2011 in 18:34

    Egr. Sig Vitale,

    mi permetto di disturbarla per chiederle un suo prezioso consiglio inerente ad un preventivo per riportare a zero un opera viva di un Italcraft x33 fly del 1969 ottimamente tenuto sia come interni che come motori (monta due ford 2704et da 260cv ciascuno td), ma ultimamente mi sono accorto che trasuda un pò di umidità nella sentina che collega la parte motori con la sentina di prua.

    Essendo abituato ad avere la polvere in sentina, mi sono allarmato ed avendo lo scafo sette o più mani di antivegetativa una sull’altra, mi sono chiesto se era bene riportare a zero il tutto e ricominciare da capo.

    Il preventivo che mi hanno presentato è il seguente:

    * portare l’opera viva completamente a legno
    * lasciare asciugare lo scafo sino ad eliminare l’umidità (aria calda)
    * applicazione resina epossidica mg2900 con tessuto 290gr al metro quadro (1 fase)
    * lasciare riposare almeno 24 ore
    * carteggiare con p120
    * applicazione resina epossidica mg 2900 con tessuto 290gr al metro quadro (2 fase)
    * applicazione peel ply prima dell’essicazione della seconda fase
    * rimozione peel ply una volta essicato
    * applicazione stucco epossidico
    * carteggiatura
    * primer
    * antivegetativa (2 mani)
    * alaggio, varo, trasporto (circa300 mt), taccaggio, carena, sosta di circa 4 mesi, copertura in polietilene opera viva per eseguire le lavorazioni.

    Mi rimetto al Vostro prezioso consiglio, e Le auguro un felice 2011

  3. Andrea
    Andrea dice:
    29/12/2010 in 16:00

    Sig. Giacomo,

    La devo ringraziare pubblicamente per la sua disponibilità, che è sotto gli occhi di tutti, animata dalla vera passione. Spero di conoscerla dal vivo un domani e colgo l’occasione per rinnovare gli auguri di un buon e felice anno!

    Andrea

  4. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    29/12/2010 in 01:50

    Ciao Andrea,

    abbi fede che prima o poi il tuo Sarima Super Veloce troverà il suo acquirente…
    Ti ringraziamo per gli Auguri che ricambiamo sinceramente!

    Giacomo Vitale
    Altomareblu

  5. Andrea
    Andrea dice:
    24/12/2010 in 17:03

    Con la speranza che il mio Superveloce trovi un nuovo armatore per farlo tornare alle vecchie glorie, auguro a tutti voi un buon natale pieno di gioia e serenita.
    Saluti Andrea

  6. Renato
    Renato dice:
    21/11/2010 in 19:15

    Grazie sig. Vitale per la tempestività, sono già in contatto con De Leo. Con l’occasione che Lei sappia, é possibile montare su SARIMA motori Volvopenta turbo diesel?

  7. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    21/11/2010 in 10:43

    Gentile signor Renato,

    ho provveduto in via privata a trasmetterle il contatto con il signor Andrea De Leo, in modo che può dialogare direttamente con lui circa l’acquisto del Sarima a cui Lei è interessato.

    Cordiali saluti,
    Giacomo Vitale

  8. Renato
    Renato dice:
    20/11/2010 in 17:12

    io sarei interessatoal sarima in restauro posso avere informazioni, prezzi foto ecc.
    grazie

  9. Andrea De Leo
    Andrea De Leo dice:
    13/11/2010 in 17:03

    Per chi fosse interessato, cedo un Sarima Superveloce in fase di restauro, ma in ottimo stato con molti accessori

  10. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    23/09/2010 in 10:04

    Gentile Andrea,

    il costo della manutenzione di una barca come il Sarima dipende dalle condizioni dell’unità, dalla motorizzazione, dal luogo in cui si trova, dalle capacità marinare del suo armatore. Insomma le varianti sono tante e mi è difficile darti una risposta precisa, anche perché queste barche hanno un considerevole numero di anni sul groppone e quindi sono comunque soggette a costi di ripristino per parti che ormai non sono più valide per l’uso corrente.

    Faccio un esempio: l’impianto elettrico di tutte queste unità e stato sempre molto critico, perché all’origine fatto in modo poco ortodosso… Ho spesso visto batterie montate a pochi centimetri dal serbatoio benzina centrale, senza avere un alloggio schermato da quest’ultimo… il che significa che con una scintilla creatasi accidentalmente e per una qualsiasi causa di accumulo improvviso di vapori di benzina, si potrebbe saltare in aria con una facilità che nemmeno immagini ed in passato di episodi del genere se ne sono sentiti non pochi… Insomma l’impianto elettrico è un punto debole di questa barca e a mio avviso va completamente rifatto per navigare sicuri.

    Alla fine, quello che conta leggi a parte, è la propria sicurezza e delle persone che si portano a bordo… Altro punto debole di queste barche è il ponte, che con l’andar degli anni potrebbe aver perso la tenuta e quindi essersi marcito, con infiltrazioni d’acqua in cabina… il che richiede assolutamente un rifacimento totale, con una spesa di 6 – 8.000 €… realizzandolo con un fondo in compensato da 10 mm di spessore, ricoperto con doghe in teak massello. Altro punto delicato da verificare, sempre in virtù degli anni che ha la barca e dello stato in cui è stata mantenuta, è la carena. Purtroppo in molti esemplari che ho avuto modo di visitare, erano in pessimo stato e da rifare…

    Come vedi è veramente difficile dire quanto costa mantenere una barca del genere, prescindendo dalla condizioni in cui si trova al momento. Posso invece dirti che, una barca come il Sarima in ottime condizioni, tra rimessaggio, costo banchina, cantiere che la ospita nei mesi invernali, trasporto con camion dalla banchina al cantiere e viceversa, assicurazione ecc. a secondo dei posti in cui si trova, si potrebbe spendere mediamente un 6.000 € l’anno o anche più.

    Certamente se l’armatore è un buon marinaio, tale costo fisso annuo potrebbe abbattersi e limitarsi ai soli costi dei materiali necessari per la manutenzione, assicurazione, trasporto barca, sosta in cantiere e costo banchina…

    Grazie per averci scritto.

    Cordiali saluti,
    Giacomo Vitale

  11. Andrea
    Andrea dice:
    18/09/2010 in 21:59

    Buonasera,

    sono un gommonauta e ho da sempre sognato di avere questa meravigliosa barca. Vorrei sapere quanto costa la manutenzione annua e sopratutto sapere se è possibile effettuarla laddove non esistono dei cantieri nautici specializzati.

    Andrea

  12. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    11/08/2010 in 08:21

    Caro Flavio,

    credimi a monte di tutto c’è una mia grande passione per le barche a motore degli anni 60′ – 70′ di un certo tip, per il grande elemento che amo tremendamente e di cui ho una paura tremenda… e che cerco di rispettare comunque.

    Guardo la tua passione per le barche con la mia esperienza e vedendo che sei alle prime armi, vorrei darti le giuste dritte per metterti subito sul giusto binario, evitandoti delusioni, spreco di danari e conseguente abbandono del progetto, che alla fine ti porta lontano dal goderti la barca ed il mare in u n certo modo, facendo sempre le pulci ai danari che per i più, data la congiuntura internazionale che viviamo ed anche quella tutta interna al nostro paese, si deve sempre tenere sotto controllo prima di intraprendere qualsiasi decisione.

    Sono a tua disposizione e ti contatto privatamente per ulteriori chiarimenti e spiegazioni di dettaglio che a te interessano nel personale.

    Per il Sarima che si trova intorno Pozzuoli, posso certamente venirlo a vedere di persona visto che spesso vivo nei dintorni del luogo ed avere il piacere di conoscerti di persona.

    Complimenti per la tua “grande passione”.

    Un caro saluto,
    Giacomo Vitale

  13. Flavio Minuto
    Flavio Minuto dice:
    11/08/2010 in 01:05

    Gentilissimo Giacomo,

    Innanzitutto ti ringrazio di vero cuore per il tempo dedicatomi. Non mi aspettavo una risposta, ne in così breve tempo ne cosi esaustiva. Come hai saputo ben capire dalle mie righe sono in cerca di una giusta direzione da prendere e di contro di una buona guida.

    Non voglio eccedere nell’approfittare della tua competenza ed esperienza ma tirando le somme e rileggendo con molta attenzione quanto mi scrivi, sono in cerca di una Sarima e solo di un Sarima! In effetti sogno un Roar33 ma come già detto devo, anche per garantire alla barca una giusta manutenzione, devo tenere d’occhio i costi globali… da condividere col resto della normale vita!

    La mie idee di spesa sono fondamentalmente due, anche in base a ciò che ho visto come annunci. Le due barche che maggiormente mi interessano sono un Sarima del ’71 in credo davvero buone condizioni a €12.000 su Ostuni (BR) di colore blu (come voglio io) con 2 x 124 OMC Cobra efb 94, ma ancor più un Sarima del ’88 presso la Nautica Biondi di Bacoli (NA) da ricondizionare esternamente ad €5.500 trattabili. Ho letto di altri bellissimi Sarima (Aghatos in testa) ma con molta onestà non riesco ad arrivare alle cifre richieste che spaziano da €20.000 ad anche i €30.000… che poi avendoli sarei addirittura tentato dal Roar33 che mi si ripresenta ogni notte appena chiudo gli occhi!

    Come ti dicevo, onde evitare figure da sprovveduto, facendo perdere tempo ai proprietari, non ho volutamente contattato nessuno dei due quindi la mia “scelta” si basa sul solo fattore economico-visivo. La barca di Bacoli mi piace per alcuni elementi quali: monomotore volvo penta 145 hp (con ovvia riduzione dei costi, mi confermi?) e possibilità di poter intervenire da me sull’organizzazione del pozzetto senza dover “stravolgere” una barca già bella di suo. Come detto, ho imparato a far lavori con legno da piccolo, e sul mobiglio mi trovo a mio agio… la mia titubanza sul fai da te per la carena è data non tanto dal non saper fare ma dall’estremo rispetto che ho per la professionalità dei mastri d’ascia… e dal non volermi permettere errori che pregiudichino la salute della barca. Un cassetto che scorre male… non credo sia come una carena che si sfoglia…!

    Arrivando al sodo, vorrei se questa è l’opportuna sede, chiederti se posso avvalermi di una tua consulenza, se posso avvalermi di tue proposte magari più sensate di quanto son riuscito a trovare io su internet sempre e solo per il Sarima ma soprattutto se posso avvalermi di te o tua persona fidata per le lavorazioni del caso. Come sempre, mi do una regola… cioè non aver fretta di fare… ma far bene! Contattami pure sulla mia mail per qualunque idea, suggerimento, consiglio o anche cazziata tu voglia darmi!

    P.S.
    Se ci sarà modo e luogo… con piacere ti spiegherò quei pregressi velici… ma ancor più il presente… che troverai certamente interessante!

    Grazie di tutto.
    Cordialmente Flavio

  14. Giacomo Vitale
    Giacomo Vitale dice:
    10/08/2010 in 20:58

    Gentile Flavio,

    ho letto la tua mail con molta attenzione e comprendo a fondo tutto quello che dici circa le barche in legno, quelle belle che hanno un fascino tutto particolare e soprattutto, carene performanti come quelle di “Sonny” Levi, Franco Harrauer, G.B. Frare, che hanno progettato e fatto realizzare modelli che ancora oggi a distanza di trenta, quarant’anni, fanno innamorare chi le guarda, ma soprattutto chi le possiede e che le mantiene come dovuto… Mi permetto però di fati notare che il Sarima è una barca dei Cantieri Italcraft e non un progetto di G.B. Frare.

    Per rispondere alla tua domanda fondamentale che si riferisce a quale barca d’epoca comprare, quanto costa e se conviene acquistarla in condizioni da restaurare o già pronta alla boa… Non è facile rispondere al tuo quesito, ma posso certamente darti le dritte necessarie ad inquadrare il problema in modo che possa avere le idee chiare, perché come tu dici, si rischia di trasformare il sogno in un incubo…

    Prima di tutto, acquistare una barca da ristrutturare in legno, comporta un impegno economico di varia entità e dipende da caso a caso e dal tipo di costruzione, cioè con carena in fasciame massello, oppure compensato marino, lamellare in mogano o altre essenze…

    Non mi dilungo, altrimenti vado troppo lontano, ma per semplificare il tutto, posso dirti che le barche in fasciame longitudinale, legno massello, richiedono una manutenzione continua per il tipo di carena che è soggetto a movimenti e quindi la tenuta delle calafature, cordino di cotone imbevuto di catrame ed insinuato con un apposito attrezzo ed un martello speciale in legno, da un altrettanto specialista denominato calafata… maestranza che ormai è in estinzione e quelli rimasti, costano e si deve attendere non poco per averli a disposizione…

    Insomma, data la tua esigenza di mantenere bassi i costi di gestione di una eventuale tua barca, sconsiglio la scelta di questo tipo di carena.

    Per le carene in compensato marino come il Sarima è importante al momento dell’acquisto di un esemplare a prezzo interessante, vedere le condizioni dei fondi che dopo trenta e passa anni, sono certamente da rifare e i costi di sostituzione e ripristino di una operazione simile può arrivare a costare anche 6 – 8.000 €, a parte poi il ripristino del resto della barca. Inoltre, vanno guardate le condizioni dei motori che allora erano a benzina partendo dai Volvo Penta 2 x 130 HP, fino ai 2 x 170 HP, che se devono essere ricondizionati, possono arrivare a costi di circa 7.000 – 10.000 € per entrambi, con revisioni fatte usando pezzi originali e lavori eseguiti da ditte specializzate e serie, con tanto di garanzia sul lavoro eseguito ed assistenza per ogni eventuale imprevisto…

    Venendo dalla vela, come tu riferisci, è certamente difficoltoso districarsi in tutto ciò, specie se vuoi intraprendere un acquisto di una unità a basso costo per poi restaurarla… In questa operazione se non si è pratici si rischia di prendere delle legnate, perché se non ti affidi ad un tecnico serio, onesto ed esperto, rischieresti di farti pelare… Insomma, prima di fare un acquisto simile devi farti consigliare da un esperto del settore che, visionando una barca da ricondizionare, ti sappia dire in linea di massima a cosa vai in contro come spesa, per restaurare una barca simile… Ovviamente non potrà essere preciso al millimetro, poiché ci sono molte varianti che incidono sul costo finale, ma si può avere comunque una dimensione che renda l’idea, per esempio, da… a…

    Il prezzo di un Sarima a basso costo, causa condizioni generali precarie è da sconsigliare assolutamente, pena spendere una cifra esorbitante per un restauro che può superare il valore di mercato di una unità simile e in ottime condizioni di uso ed esercizio.

    Concludendo, il messaggio è: se non si è pratici di barche in legno, non avventuratevi mai da soli verso acquisti a prezzi che sembrano convenienti, che si rivelano essere in un secondo moment grossi errori e fatevi consigliare sempre da professionisti del settore e mai da amici o parenti così detti esperti…

    Posso segnalarti varie unità che potrebbero fare la caso tuo se vuoi, ma mi devi far capire bene che barca stai cercando.

    Grazie per averci contattato.

    Cordiali saluti,
    Giacomo Vitale

  15. Flavio
    Flavio dice:
    09/08/2010 in 19:18

    Innanzitutto complimenti per la scelta ma soprattutto il restauro… o meglio la rinascita del tuo bellissimo Sarima.

    Mi presento in breve ed altrettanto in breve verrò al succo di questa mia richiesta. Mi chiamo Flavio e dopo dei trascorsi giovanili nel mondo della vela d’altura (Stella polare, Croce del sud, Pamadica, Amore mio, Corsaro 2, Capricia ,Chaplin e molti plasticoni..) ho dovuto disertare quel “mare” per sposarne un altro: il mio lavoro. Distaccatomi del tutto da “quell’ambiente” nonostante moltissime buone amicizie (oggi solo epistolari) mi ritrovo qualche giorno fa nuovamente su di una barca… per un capriccio della mia dolce metà.

    Nelle meravigliose isole Eolie, affittiamo una barca e… con involontaria naturalezza mi ritrovo io al governo! Giornata fantastica e mille complimenti sulla condotta in mare (c’era un bel po d’onda come si conviene alla località) e sul successivo atterraggio ed ormeggio. Bhe che dire… a volte rileggendosi dentro… e guardandosi indietro… si trovano ispirazioni sul quel che ci sta davanti! Non volendomi dilungare oltre, decido che avrei cercato una barca… ma ovviamente una barca in legno e d’epoca!

    Purtroppo, nonostante i miei trascorsi e la mia attuale professione legata al mare, cado giù dalle nuvole e ritocco con i piedi per terra… capendo che forse, per quanto non mi oberino forti impegni economici… io sono escluso da questo meraviglioso mondo, certamente fatto di passione… ma altrettanto certamente alimentato da una buona dote economica, che altrettanto certamente io non ho!

    Indomito come sempre, continuo la mia ricerca… anche per il solo intimo gaudio di possedere una barca con la mente (d’altronde nessuno ci può togliere i sogni) ed invece, leggendo e rileggendo nei meandri della materia scopro un modello che potrebbe davvero fare al caso mio, innanzitutto per il costo ma soprattutto perché interpreta alla perfezione (quasi lo avessi disegnato io) il mio modo di intendere la barca: SARIMA di GB Frare!!!

    Piccola il giusto, grande dentro il giusto, economica il giusto, velocissima ma soprattutto bella bella bella ed anche in legno! Linee essenziali e molto pulite, interni senza fronzoli e strutturalmente razionali, spazi adeguati e grande tenuta al mare… che per chi ci va davvero non è una caratteristica da poco.
    Vedo la barca non come mezzo o peggio come contenitore semovente… ma come culto e oggetto-luogo di piacere. Nobilitare il mare fendendolo con uno scafo bello fatto in legno per me… ha un sapore tutto unico ed indescrivibile… e so che chi mi legge può certamente comprendermi!

    Ritornando al mondo reale, leggo alcuni annunci e scopro un dedalo di prezzi variegatissimo… che data la mia totale inesperienza non so come interpretare. Vi sono barche da €5.000 e barche da €30.000! Ovviamente la mia intenzione sarebbe di acquistarne una il più econimica possibile, programmando magari restauro e manutenzioni in base alle disponibilità economiche del periodo. Ciò però mi porta a fare delle riflessioni sui costi, ovvero: cosa costa rifare uno scafo di questi? Cosa costa rifare una coperta in Teak?

    Avendo buona esperienza nella lavorazione del legno (nuovo) ma nessuna sulle carene e men che meno sull’uso delle resine epossidiche mi preoccupa riuscire a capire lo stato delle carene e quantificarne la bontà e gli eventuali ripristini. Gli interni per me passano in secondo luogo, poiché li ricostruirei da me, ma carene, motori, piedi ed elichè sono tabù e mi preoccupano… d’altronde vengo dalla vela!

    Ne ho trovato ad esempio uno a Bacoli (Napoli) con un prezzo di €5.500 trattabili… non ho ancora nemmeno avuto il coraggio di chiamarlo poiché non saprei davvero da dove cominciare o cosa controllare… Posso approfittare della vostra competenza e cultura? Avete notizia di qualche imbarcazione magari a voi nota in vendita fuori dal circuito di internet con un buon buon prezzo?

    Ho una paura matta di trasformare un sogno in incubo… Vi ringrazio fin d’ora per qualunque consiglio mi darete.

    Flavio

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