Imprese di guerra sul mare – (seconda e ultima puntata)
di Lino Mancini
Dal diario del Sergente Silurista Piero Basagni
Terzo Periodo
“Aprile 1942”
“Finalmente presto avrò una nuova missione sono contento oggi 12 mi chiama il comandante e mi dice di farmi delle foto per certi documenti (falsi si intende) che mi occorrono per una rischiosissima missione che lui intende affidare a me ed ad altri quattro miei compagni dei quali due sono ufficiali sono contento, mi da qualche schiarimento raccomandandomi la massima segretezza quindi mimando a casa per procurarmi un abito civile perché da ora fino a fine missione devo dimostrare di essere un civile congedato.
Sono entusiasta poiché la missione è adatta al mio carattere si tratta, ora posso dirlo perché scrivo dopo che già è avvenuta di andare con un peschereccio nei pressi di Gibilterra portando con noi due piccoli mezzi d’assalto per usarli contro una certa portaerei che dal sud delle Baleari alimenta di aerei l’isola di Malta unico modo per inviare aerei da caccia di scarsa autonomia a detta isola.”
Su che tipo di peschereccio imbarca il Basagni? Si tratta del Cefalo.
E’ un peschereccio oceanico appositamente attrezzato per il trasporto camuffato dei mezzi insidiosi della X^MAS, Motoscafi da Turismo Modificati (M.T.M.) – Barchini Esplosivi e Motoscafi da Turismo Siluranti Allargati (M.T.S.M.) . https://www.altomareblu.com/malta-1941-lo-sterndrive-cattaneo-lm-t-m-baglietto/
Come era finito questo peschereccio tra le regie navi? E’ una storia interessante che risale agli anni venti quando l’Italia tra i risarcimenti per i danni di guerra chiese alla Germania la fornitura di 18 nuovi pescherecci oceanici, in costruzione nei cantieri tedeschi, dal momento che la nostra cantieristica non aveva esperienza in questi tipi d’imbarcazione che si presentavano robuste e con un’ottima tenuta al mare.
Destinati all’industria ittica, in questo settore svolsero prevalentemente il loro lavoro fino a quando negli anni trenta la Marina li prese in considerazione per trasformarli in cannoniere e per questo scopo ne acquistò quattro disponibili sul mercato mercantile interno. Allo scoppio della guerra, quelli ancora iscritti nel registro mercantile, circa dieci, furono requisiti ma non furono trasformati in cannoniere bensì usati per servizi logistici portuali.
Ai diciotto iniziali, negli anni trenta se ne erano aggiunti altri due acquistati da un armatore napoletano. Si trattava del Cefalo e del Sogliola che in verità erano di qualche anno più vecchi ma, a seguito delle trasformazioni a cui furono sottoposti nei primi anni trenta, prima della vendita all’armatore napoletano, di fatto risultarono uguali agli altri. Anche questi furono requisiti dalla Regia Marina e nel 1942 subirono una trasformazione nell’Arsenale di La Spezia proprio per le esigenze della X^MAS finalizzate all’avvicinamento di mezzi speciali di superficie per attacchi navali in mare aperto.
Entrambi furono persi: il Cefalo, catturato dai tedeschi a La Spezia dopo l’8 settembre 1943, affondò a Genova durante un bombardamento aereo mentre il Sogliola fu affondato con colpi di cannone da un sommergibile Inglese nelle vicinanze dell’isola dell’Asinara nel Maggio del 1943.
Tornando al diario
“…I preparativi sono ultimati la partenza è prevista per il giorno 6 tutto si è svolto nella massima segretezza quindi la nostra partenza passerà inosservata sono le 17 del 6 giugno il peschereccio è in rada prendiamo imbarco a bordo, per le ultime raccomandazioni viene a salutarci il comandante Forza e il comandante Borghese…
Anche noi ora siamo ansiosi di misurarci ma l’attesa non è lunga il 20 (n.d.r.: Agosto) ci viene ordinato da Roma di portarci a Sud di Ibiza 20 miglia per prendere accordi col nostro somm: Dandolo per attaccare la porta-aerei che sta per uscire da Gibilterra alle 18 di detto giorno già da due ore stiamo cullandoci nel punto indicato ad un certo momento a 50 metri da noi emerge il somm: il comandante di esso viene a bordo da noi per accordi, dopo poco riparte per la sua zona a circa 40 miglia da noi verso Ovest.
E’ notte ormai siamo tutti in orgasmo i mezzi già sono a mare pronti ad essere scagliati, il rientro è previsto per la mezzanotte l’ora è tragica forse non rivedremo l’alba.
Con trepidante attesa niente è successo in questa notte verso le 6 Roma ci annuncia che un somm. Tedesco proveniente da Gibilterra per raggiungere Spezia si è imbattuto casualmente nella Roial e con 4 siluri la spedita con tutto il suo carico in fondo al mare. Ci ha giocati, però siamo entusiasti per il camerata tedesco che ha riportato si bella vittoria. Ormai la nostra missione è finita.
Nell’Agosto del 1942, il sommergibile Dandolo si incontrò brevemente con il Cefalo prima di proseguire per la propria zona di agguato. Il Basagni, nel suo diario, fissa l’incontro al 20 di Agosto. In realtà, il Dandolo il 12 di Agosto era stato costretto al rientro per danni subiti dalla caccia antisommergibile britannica, ragion per cui l’incontro doveva essere avvenuto in precedenza. Piccolo errore da attribuire al fatto che il diario viene redatto con ritardo al rientro a La Spezia. In allegato 5, i movimenti del Cefalo durante la missione di “agguato” nel Mediterraneo Occidentale
Alcuni giorni prima, il 21 luglio del 1942, il Dandolo aveva lanciato quattro siluri contro la portaerei Eagle disimpegnandosi subito dopo a quota profonda per evitare di essere speronato da un cacciatorpediniere della scorta. Due minuti dopo il lancio furono udite due forti esplosioni intervallate da pochi secondi ma non si è mai saputo se i siluri hanno provocato qualche danno. Subito dopo, il battello fu sottoposto a violenta caccia antisommergibile riportando danni allo scafo e fu così costretto a interrompere la missione e a rientrare alla base.
Il 12 di Agosto fu un U Boat tedesco (U 73) ad anticipare le mosse del Cefalo affondando la portaerei Eagle e non l’Ark Royal come citato nel diario di Basagni. L’Ark Royal era stata affondata, sempre da un U Boat (U 81), il 13 Novembre del 1941.
Con l’agosto del 1942 termina il diario e non si sa come e dove il Sergente Silurista Piero Basagni concluse il periodo di guerra prima di ritornare, nel 1945, a lavorare nella società elettrica che aveva lasciato nel 1939 quando era stato richiamato nella Marina Militare. E’ morto a Firenze nel 1969.
Conclusione:
Aver ritrovato questo diario di guerra dopo più di settant’anni è stato come ridare la parola al Sergente Piero Basagni perché sicuramente voleva che gli avvenimenti e le emozioni fissate sul quel blocco notes a quadretti pervenissero alle future generazioni affinché non dimenticassero chi, anche con il sacrificio della vita, servì con onore il proprio paese.
La guerra non la vinsero, ma non per questo persero il loro onore. Ed è questa la testimonianza più importante, volevano proprio che, con il loro esempio, si instaurasse nelle future generazioni quel senso dell’onore che applicato nella vita di tutti i giorni avrebbe potuto fare ugualmente grande anche una nazione sconfitta.
Ci sono riusciti? i loro sacrifici sono serviti? Le nuove generazioni sanno di loro?
Mi piacerebbe rispondere di sì, alcuni dicono che siamo una grande nazione, personalmente ho un’idea diversa di grande nazione, non basta solo il PIL (prodotto interno lordo) per definirla tale, al PIL aggiungerei quei valori che attualmente scarseggiano: senso della nazione, senso del dovere, onestà.
Non ci rimane che sperare che le nuove generazioni siano migliori e che arrivino loro i messaggi che questi eroi hanno voluto lasciare.
Appendice:
- MORTI DEL MAS 452.
Nella trattazione storiografica del Secondo Periodo del diario del Sergente Silurista Piero Basagni è stata riesaminata, in base alla sua testimonianza, l’azione del MAS 452 accettando come credibile la versione inglese in base alla quale il MAS fu immobilizzato da un colpo di cannone da 6 libbre. A bordo, sia per il colpo arrivato che per il mitragliamento aereo subito, ci furono 8 morti di cui
– 2 dell’equipaggio:
- Tenente di Vascello Giò Batta PARODI
- Marò Fedrico FUCETOLA
– 6 della Decima Mas:
- Capitano di Fregata Vittorio Moccagatta
- Capitano di Corvetta Giorgio GIOBBE
- Capitano Medico Bruno FALCOMATA’
- Secondo Capo Motorista Navale Vincenzo MONTANARI
- Sottocapo Cannoniere Leonildo ZOCCHI
- Sottocapo Motorista Navale Luigi COSTANTINI
Osservando le foto del MAS 452 dopo la cattura, si può notare che i danni subiti dalle sovrastrutture sono modesti, si notano solo dei fori nei finestroni rettangolari della cabina timoneria.
Tenuto conto che gli otto morti furono ritrovati orribilmente mutilati, scomposti in pezzi irriconoscibili, si può dedurre che questi fossero tutti nei pressi della timoneria ed assorbirono lo scoppio della granata che, probabilmente, cadde proprio su di loro.
I resti dei morti furono raccolti in tre casse metalliche senza nomi, anche perché gli inglesi non li conoscevano, e sepolti nel cimitero navale di Kalkara, piccolo paese vicino alla Valletta, custodito dai frati Cappuccini.
Il 4 Aprile del 1960, la nave salvataggio della Marina Militare Proteo portò via da Malta tutti i morti militari della seconda guerra mondiale, italiani e tedeschi , circa duecento, sepolti nei vari cimiteri di Malta. Il 28 e 29 di Marzo, sempre del 1960, furono tutti rimossi dalle loro tombe ed accentrati nel cimitero governativo dell’Addolorata per essere ricollocati in casse metalliche.
Il successivo 3 Aprile furono portati a bordo del Proteo che li trasportò a Cagliari dove furono definitivamente sepolti. Tra queste casse c’erano anche quelle degli otto morti del MAS 452 con nessuna identificazione sopra e come marinai non identificati furono accettati dalle autorità italiane.
Facendo una ricerca nel sito del Ministero della Difesa, nella banca dati dei caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale, alla voce Vittorio Moccagatta, così è per gli altri, si legge:
Data di Decesso: 26/7/1941
Luogo Decesso: Sconosciuto
Luogo Sepoltura: Sconosciuto
Che al Ministero della Difesa risulti sconosciuto il luogo del decesso dopo che qualche pagina è stata scritta su questa triste vicenda appare quanto meno strano. Inoltre, il Proteo fece una missione ufficiale, era una della Navi di Comsubin, possibile che nessuno abbia fatto mente locale che stava riportando a casa anche i sei morti della X^MAS e i due dell’equipaggio del MAS 452?
Quindi, come può essere sconosciuto il luogo della sepoltura?
In proposito, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensano al Ministero della Difesa.
- IMPRECISIONI STORICHE.
Nel leggere il diario, qualcuno esperto dell’argomento, troverà altre inesattezze storiche, oltre quelle già segnalate nel corso dell’articolo, che non ho ritenuto di evidenziare perché ininfluenti ai fini del messaggio che il Basagni intende lasciare con il suo diario. Il Basagni ha semplicemente scritto quello che ha visto e sentito. Le imprecisioni riscontrabili, quando descrive certe condizioni al contorno delle azioni a cui ha partecipato, vanno attribuite, quasi sicuramente, a rapporti informativi errati e generici ricevuti al rientro o durante le missioni stesse.
Quindi, ribadisco, il diario va preso come una testimonianza di chi ha partecipato e vissuto le azioni descritte.
Ringraziamenti:
- Per il “punto 1″ in appendice: Le notizie su i morti del MAS 452 sono state fornite dal Ricercatore di Storia Navale Joseph Caruana (Presidente del “Friends of Maritime Museum” Maltese – Curatore del National War Museum di Malta)
- Per l’allegato 5: l’Ing. Romano Pinelli (tratto da sua documentazione privata)
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